La dieta del gruppo sanguigno si basa sul principio che ogni gruppo sanguigno debba seguire una dieta specifica. A seconda dell’appartenenza al gruppo 0, A, B, o AB, infatti, il sistema immunitario reagisce positivamente ad alcuni cibi ed è intollerante ad altri. La dieta giusta dovrà, quindi, tenere conto del gruppo sanguigno, includere certi alimenti ed escluderne altri. Cosa c’è di vero? L’emodieta è un regime alimentare corretto e, soprattutto, ha fondamento scientifico? Scopri tutto sulla dieta del gruppo sanguigno con la nostra guida.
Dieta del gruppo sanguigno: cos’è
La dieta del gruppo sanguigno, o emodieta, è uno stile alimentare secondo il quale ogni persona dovrebbe scegliere i cibi da portare in tavola in base al proprio gruppo sanguigno: A, B, 0 o AB. Questa dieta è stata elaborata dal naturopata statunitense Peter D’Adamo, che ha portato avanti e sviluppato il lavoro del padre, James D’Adamo. In Italia, è diventata molto popolare grazie al medico piacentino Piero Mozzi.
Secondo questo regime alimentare, esiste una correlazione tra cibo e sistema immunitario. Il sangue è l’espressione del sistema immunitario e le abitudini alimentari sono il fattore che influisce maggiormente su questo sistema. Perché la dieta possa rispondere alle esigenze di ogni individuo ed essere adeguata ai suoi specifici punti di forza e di debolezza, quindi, deve tenere conto del suo gruppo sanguigno e delle sue caratteristiche.
Storia
Il primo a teorizzare l’esistenza di una relazione tra dieta e sistema immunitario fu James D’Adamo nel 1957. Il medico statunitense osservò che pazienti con gruppi sanguigni diversi reagivano in modo diverso alla stessa alimentazione. Questo lo portò a pensare che le loro differenti esigenze fossero legate a una caratteristica biologica precisa. Elaborò quindi per i suoi pazienti dei piani alimentari basati sul gruppo sanguigno. Dato che il metodo sembrava funzionare, continuò a perfezionarlo sulla base delle sue osservazioni, che espose nel libro “One Man’s Food”, pubblicato nel 1980.
Sulle orme del padre, il naturopata Peter D’Adamo decise allora di approfondire il suo percorso di ricerca per comprendere se ci fosse un legame tra malattie e gruppi sanguigni.
I risultati dei suoi studi sono confluiti nel libro del 1996 “Eat Right 4 Your Type” (“L’alimentazione su misura”, Sperling & Kupfer).
Il volume, che ha venduto oltre 7 milioni di copie in tutto il mondo ed è stato tradotto in oltre 60 lingue, ha segnato dunque la nascita ufficiale della dieta del gruppo sanguigno.
Il libro propone il piano alimentare più adeguato e alcune ricette per ogni gruppo sanguigno, oltre ad un programma di attività fisica. Illustra inoltre le predisposizioni a diverse patologie legate all’appartenenza ad un determinato gruppo sanguigno. Questo tema è stato approfondito nel libro successivo, “Live Right 4 Your Type” (“La salute su misura”).
La dieta del gruppo sanguigno è approdata anche in italia nella versione di Piero Mozzi, medico piacentino che a questo regime alimentare ha dedicato il libro “La dieta del dottor Mozzi: gruppi sanguigni e combinazioni alimentari”, che indica i cibi benefici e dannosi per ogni gruppo.

Dieta del gruppo sanguigno: i principi
La dieta del gruppo sanguigno si basa sul sistema di classificazione del sangue ABO, che divide il sangue in 4 categorie (A, B, AB, 0) a seconda della presenza o assenza degli antigeni A e B.
I diversi gruppi sanguigni sono comparsi nella storia evolutiva umana in momenti differenti. Secondo D’Adamo, quindi, rifletterebbero il tipo di dieta che i nostri antenati seguivano in quel periodo.
Più in dettaglio, il gruppo 0 sarebbe il gruppo più antico, tipico degli uomini di Cro-Magnon, che si cibavano principalmente di carne e meno di vegetali.
Durante il periodo del Neolitico si sarebbe sviluppato il gruppo A, espressione del primo grande cambiamento nello stile di vita dell’uomo: da nomade divenne sedentario e, specie in Asia e Medio Oriente, cominciò a dar vita alle prime coltivazioni, soprattutto di frutta e verdura, che divennero così la base della sua alimentazione.
Il gene del gruppo B sarebbe invece comparso nelle popolazioni di nomadi che 10.000 anni fa si spostarono nelle zone montuose dell’Asia. Questi popoli erano dediti soprattutto alla pastorizia e si nutrivano, dunque, soprattutto di carne e prodotti caseari.
Il gruppo AB, infine, sarebbe il più recente, oltre che il più raro: la sua comparsa risalirebbe a 1000-1200 anni fa. In quel periodo l’Impero Romano fu invaso dai barbari e il sangue di tipo A si mescolò con quello di tipo B. Questo gruppo sanguigno, secondo D’Adamo, avrebbe ereditato le tolleranze di entrambi i gruppi di origine, ma senza i loro anticorpi, e questo lo renderebbe allo stesso tempo resistente e vulnerabile.
Antigeni: cosa sono
I diversi antigeni presenti sulla superficie dei globuli rossi sarebbero l’espressione dei cambiamenti nel sistema immunitario con cui l’uomo si sarebbe adattato, nel corso dei millenni, alle mutate condizioni alimentari, climatiche e ambientali. Sarebbero quindi responsabili della differente capacità di digerire i vari alimenti da parte di ogni persona. Ma cosa sono gli antigeni?
Sono sostanze grazie alle quali il nostro sistema immunitario individua gli “intrusi” nell’organismo. Ogni persona può avere diversi tipi di antigeni. Quello fondamentale, che contraddistingue il gruppo 0, è il fucosio. Questo zucchero semplice costituisce la base degli altri gruppi, più complessi, nei quali si combina con N-acetil-galattosamina (gruppo A), D-galattosamina (gruppo B) o entrambi (gruppo AB). Il fattore Rh è un ulteriore antigene del sangue, ma secondo D’Adamo non avrebbe legami con l’alimentazione. Una volta individuate le sostanze nocive, gli antigeni comunicano con le cellule tramite una catena di zuccheri semplici, stimolandole così a produrre anticorpi.
Il ruolo delle lectine
Il collegamento tra cibo e sistema immunitario sono le lectine, una famiglia di proteine presenti negli alimenti. Tutte le lectine reagiscono in modo diverso ai singoli antigeni. Quando ne incontrano uno “incompatibile”, le cellule si legano tra loro e formano dei grumi che in parte vengono smaltiti attraverso le vie urinarie e le feci, in parte possono depositarsi sulle pareti degli organi interni, causando infiammazioni, più o meno gravi a seconda del grado di compatibilità.
La dieta del gruppo sanguigno si basa sul test usato da D’Adamo per verificare la compatibilità di tutti gli alimenti più comuni con i diversi gruppi sanguigni, in particolare sul test dell’indacano. Questa sostanza chimica viene prodotta dall’organismo quando una proteina non è stata ben digerita, quindi, secondo D’Adamo, maggiore è la sua concentrazione nelle urine, maggiore è la presenza di lectine incompatibili nell’organismo.
I risultati di questi test hanno portato all’elaborazione di 4 diversi profili alimentari, uno per ciascuno gruppo sanguigno, che danno indicazioni sui cibi da portare in tavola e su quelli da evitare perché incompatibili e, quindi, causa di disturbi.
Le caratteristiche di ogni gruppo sanguigno
Il gruppo 0

Punti di forza
Il gruppo 0 è il più antico, quello dei primi uomini che si procuravano il cibo cacciando. Chi appartiene al gruppo 0 ha un sistema immunitario molto reattivo e un apparato digerente robusto, in grado di tollerare un leggero stato di chetosi (alterazione del metabolismo dovuta a una dieta ricca di proteine e grassi e povera di carboidrati). Questo gli permette, quindi, di metabolizzare meglio gli alimenti di origine animale. Per mantenersi in salute necessita di un’alimentazione ricca di proteine animali, verdure e legumi, abbinata a un programma di attività fisica intensa.
Elementi di debolezza
Non tollera bene prodotti caseari e alcuni legumi (come le lenticchie) perché il suo organismo non si è ancora adattato a questi alimenti. Chi appartiene al gruppo 0 deve anche stare attento al glutine: le sue lectine, infatti, interferiscono con il metabolismo e indeboliscono l’attività dell’insulina, causando aumento del peso e, a lungo termine, anche patologie più serie, come il diabete.
Il gruppo A
Punti di forza
Il gruppo A, che si è sviluppato in seguito alla nascita delle prime comunità agricole, ha un sistema immunitario sensibile alle infezioni. La sua alimentazione deve essere composta principalmente da frutta, verdura, pesce e uova.
Elementi di debolezza
A differenza di quello del gruppo 0, il sistema digerente di chi appartiene al gruppo A non tollera la chetosi, quindi non riesce ad assimilare bene la carne rossa, che viene immagazzinata sotto forma di grasso. Il gruppo A tollera poco anche i latticini, che possono rallentare il metabolismo, ed è particolarmente esposto a diversi tipi di cancro, perché le cellule tumorali hanno un’alta affinità con l’antigene A, che quindi non le riconosce come nocive.

Il gruppo B
Punti di forza
Il gruppo B è originario delle antiche tribù nomadi dell’Asia, ha un sistema immunitario resistente a molte patologie e può seguire una dieta molto varia, poiché il suo sistema digerente si adatta bene ai cambiamenti di alimentazione.
Punti deboli
Chi appartiene al guppo B è intollerante al glutine di frumento e, se mangia cibi come lenticchie, grano saraceno, sesamo e granturco, che possono causare ipoglicemia, tende a ingrassare. Questo gruppo è soggetto a infezioni delle vie urinarie e dei reni, che presentano caratteristiche simili all’antigene B.
Il gruppo AB
Punti di forza e debolezza
Il gruppo AB è il gruppo sanguigno più recente e più raro. E’ nato dalla mescolanza dei gruppi A e B, quindi ha caratteristiche comuni a entrambi. Chi appartiene a questo gruppo presenta tutti e due gli antigeni, e questo lo rende resistente alle malattie infettive. L’assenza di anticorpi anti-A e anti-B rende più difficile riconoscere cellule estranee affini: per questo, il gruppo AB ha una maggiore predisposizione a sviluppare tumori.
Ha difficoltà a digerire la carne rossa, come il gruppo A, e soffre delle stesse intolleranze del gruppo B verso granoturco, grano saraceno, sesamo e frumento, che riducono l’efficienza dell’insulina.

Dieta del gruppo sanguigno: ad ogni gruppo, la sua alimentazione
Secondo la dieta del gruppo sanguigno, per ogni gruppo ci sono cibi più o meno compatibili con il sistema immunitario, sentinella del nostro organismo che ha la sua sede principale nell’apparato digerente. E’ qui che ogni alimento viene distrutto ed elaborato per poi essere trasportato, attraverso il sangue, in ogni cellula del corpo. Ma non tutti gli alimenti sono “a misura d’uomo”: questo significa che il sistema immunitario riconosce e accetta solo determinati cibi, mentre altri sono in grado di scatenare infiammazioni anche croniche. Queste infiammazioni possono causare disturbi come mal di testa, provocare aumento di peso, far aumentare i livelli del colesterolo e della pressione o sfociare in vere patologie.
I due libri di riferimento per chi sceglie di seguire la dieta del gruppo sanguigno, “La dieta del dottor Mozzi” e “L’alimentazione su misura” di Peter D’Adamo, forniscono le linee guida generali per scegliere i cibi giusti per ogni gruppo sanguigno. Questo regime alimentare raccomanda comunque di monitorare le reazioni del proprio corpo ad ogni alimento per conoscere le proprie necessità individuali: non esiste, infatti, una regola assoluta, perché ogni persona costituisce un mondo a sé.
Le regole generali comuni a tutti i gruppi
Oltre ai cibi da mangiare e a quelli da evitare, per ogni gruppo sono proposti esempi di menù settimanale: gli schemi alimentari non tengono conto della stagionalità dei cibi, quindi non devono essere seguiti alla lettera, ma forniscono spunti per costruire il proprio menù sulla base delle specificità del proprio gruppo sanguigno. Ci sono poi indicazioni generali comuni a tutti i gruppi:
- almeno mezz’ora prima di fare colazione, bevi una tazza di acqua tiepida.
- a pranzo, non pesare gli alimenti e non contare le calorie: mangia senza eccessi, in modo da alzarti da tavola con lo stomaco non del tutto pieno.
- evita di mangiare carboidrati a cena, a meno che tu non abbia in programma di fare attività fisica subito dopo.
- Consuma frutta e verdura di stagione, preferibilmente biologiche e a km zero.
- Privilegia alimenti possibilmente senza glutine (con poche eccezioni).
La dieta del gruppo sanguigno 0
Cosa mangiare
Per mantenersi in salute, chi appartiene al gruppo 0 necessita di un’alimentazione ricca di proteine animali, che il suo apparato digerente riesce a tollerare senza difficoltà, di verdure e legumi. Importante l’assunzione di iodio, contenuto nel pesce e nelle alghe, che stimola la produzione di ormoni tiroidei e, dunque, si rivela utile per il gruppo 0, che ha una tendenza all’ipotiroidismo.
Cosa evitare
Il nemico numero 1 delle persone che appartengono al gruppo 0 è il glutine, che andrebbe evitato perché la sua interferenza con il metabolismo indebolisce l’attività dell’insulina: è lui il principale responsabile dell’aumento di peso, oltre ad aumentare il rischio di patologie come il diabete.
Da evitare anche certi legumi, come le lenticchie e i fagioli di Spagna, perché le loro lectine rendono il tessuto muscolare meno propenso ad accumulare energia.
I cibi benefici e quelli sconsigliati
Dieta gruppo sanguigno 0: i cibi benefici

Dieta gruppo sanguigno 0: i cibi neutri

La dieta del gruppo sanguigno 0: i cibi nocivi

Esempio di menù settimanale per il gruppo sanguigno 0

La dieta del gruppo sanguigno A
Cosa mangiare
Nella dieta del gruppo sanguigno A sono importanti soprattutto gli alimenti di origine vegetale, come ortaggi, frutta e legumi, ma anche pesce e uova. La carne, in particolare quella rossa, è invece un alimento sconsigliato, perché le caratteristiche del sistema digerente del gruppo A fanno sì che non tolleri la chetosi: per questo, chi appartiene al gruppo A può sentirsi stanco dopo aver mangiato la carne rossa. Tra i cereali, sono consigliati quelli che non contengono glutine. In generale, l’alimentazione del gruppo A dovrebbe essere basata su cibi naturali, freschi, possibilmente non contaminati da pesticidi o conservanti.
Cosa evitare
I due alimenti da evitare, per chi appartiene al gruppo A, sono la carne rossa e i latticini, che rappresentano le due cause principali di aumento di peso. Nello specifico, la carne, che l’organismo non riesce ad assimilare bene, viene immagazzinata sotto forma di grasso. Latticini e formaggi, poco tollerati, possono rallentare il metabolismo e sono ricchi di grassi saturi, che aumentano il rischio di patologie cardiache, a cui chi appartiene al gruppo A è particolarmente predisposto.
I cibi benefici e quelli sconsigliati
Dieta gruppo sanguigno A: i cibi benefici

Dieta gruppo sanguigno A: i cibi neutri

La dieta del gruppo A: i cibi nocivi

Esempio di menù settimanale per il gruppo sanguigno A

La dieta del gruppo sanguigno B
Cosa mangiare
Secondo il dottor James D’Adamo, la dieta del gruppo B comprende “il meglio del regno animale e vegetale”: questo gruppo, il cui sistema digerente si adatta bene ai cambiamenti, può infatti seguire un’alimentazione bilanciata, con una grande varietà di alimenti. I formaggi (da mangiare con moderazione, privilegiando quelli ovini), il fegato, le uova, la carne e gli ortaggi verdi sono alimenti utili perché aiutano a bilanciare il metabolismo.
Cosa evitare
Come quelle del gruppo 0, le persone appartenenti al gruppo B sono intolleranti al glutine di frumento. Tendono inoltre a ingrassare con alcuni alimenti come lenticchie, grano saraceno, arachidi, sesamo e granturco, che possono influire negativamente sul metabolismo causando ipoglicemia, stanchezza e ritenzione idrica (specialmente se consumati insieme al frumento).
I cibi benefici e quelli sconsigliati
La dieta del gruppo sanguigno B: i cibi benefici

Dieta del gruppo sanguigno B: i cibi neutri

Dieta del gruppo sanguigno B: i cibi nocivi

Esempio di menù settimanale per il gruppo sanguigno B

La dieta del gruppo sanguigno AB
Cosa mangiare
L’apparato digerente del gruppo AB ha una tolleranza generale abbastanza alta verso tutti i gruppi di alimenti, pur presentando alcune intolleranze tipiche del gruppo A e del gruppo B, dalla cui mescolanza deriva.
Cosa evitare
Chi appartiene al gruppo AB ha la scarsa acidità del gruppo A, che gli rende difficile digerire la carne rossa.
Presenta inoltre le stesse intolleranze del gruppo B verso granoturco, grano saraceno, sesamo, fagioli di Spagna e di Lima e frumento, che riducono l’efficienza dell’insulina. Lenticchie e arachidi sono invece ben tollerate grazie alla parte A che, in questo caso, predomina.
I cibi benefici e quelli sconsigliati
Dieta gruppo sanguigno AB: i cibi benefici

La dieta del gruppo sanguigno AB: i cibi neutri

Dieta del gruppo sanguigno AB: i cibi nocivi

Esempio di menù per il gruppo sanguigno AB

La dieta del gruppo sanguigno funziona? Cosa dice la scienza
La dieta del gruppo sanguigno ha sollevato critiche e destato perplessità legate al fatto che è un regime alimentare privo di fondamento scientifico. A bocciarla, dopo un’ampia revisione pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition che aveva fatto emergere i primi elementi di infondatezza, è stata una ricerca condotta da un team di studiosi del Department of Nutritional Sciences dell’Università di Toronto e pubblicata nel 2015 sulla rivista Plos One.
L’analisi ha preso in esame 1500 soggetti, che avevano seguito la dieta del gruppo sanguigno e fornito informazioni dettagliate su tutti i cibi consumati abitualmente: le indagini mirate a valutare i rischi cardiovascolari hanno evidenziato che l’aderenza a diversi regimi alimentari era associata a differenti marcatori di pericolo, ma che nessuno di questi era correlato all’appartenenza ad un determinato gruppo sanguigno, come si legge sul sito della Fondazione Veronesi proprio a commento di questa analisi.
Il basso rischio cardiometabolico riscontrato negli individui di gruppo sanguigno A non era dunque riconducibile a fattori genetici, ma a un regime alimentare protettivo per la salute. Gli scienziati canadesi hanno infatti notato che, se persone di gruppo sanguigno diverso seguivano la stessa dieta, ne ricavavano gli stessi benefici.
Anche la Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro conferma, sul suo sito, che non esistono né studi specifici, né revisioni sistematiche della letteratura che abbiano finora dimostrato i benefici della dieta del gruppo sanguigno sulla salute. Chi, seguendola, dichiara di sentirsi meglio (sono tante le testimonianze positive sul sito http://dietagrupposanguigno.net/), verosimilmente ha modificato la sua alimentazione in modo da renderla più vicina a una dieta salutare, ma il gruppo sanguigno non c’entra: è un elemento importante dal punto di vista medico, ma non esiste un legame scientificamente dimostrato con gli effetti dei cibi sulla salute.
Dieta del gruppo sanguigno: cosa ne pensa Melarossa
I principi fondamentali della dieta del gruppo sanguigno sono estremamente distanti dalla filosofia di Melarossa, una dieta personalizzata ispirata al regime mediterraneo, caratterizzato da un’alimentazione varia e completa di tutti gli alimenti, considerati benefici in virtù dei nutrienti che apportano.
L’appartenenza ad un determinato gruppo sanguigno, presupposto fondamentale della dieta del gruppo sanguigno, non entra quindi in gioco nell’elaborazione dei menù di Melarossa, che sono tarati sulle caratteristiche fisiche e sullo stile di vita di ogni utente e pensati per assicurare sia il corretto bilanciamento dei nutrienti, in linea con le linee guida della Piramide Alimentare mediterranea, sia un apporto calorico commisurato al proprio fabbisogno. Fattori che non sono contemplati dalla dieta del gruppo sanguigno, in cui la scelta e la combinazione tra gli alimenti è dettata solo dal gruppo sanguigno di appartenenza.
Per quanto alcune raccomandazioni della dieta del gruppo sanguigno siano condivisibili (per esempio, quella di consumare prevalentemente frutta e verdura fresche e di stagione), quella di Melarossa è quindi una dieta che si basa su presupposti completamente diversi. Si pone l’obiettivo di educare alla sana alimentazione ed è adatta a tutti, sia a chi vuole perdere peso senza rischi per la salute, sia a chi vuole mangiare in modo equilibrato, dato che si ispira al regime alimentare che moltissime ricerche hanno associato a innumerevoli benefici per la salute, la dieta mediterranea.
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