Sommario
La dieta del gruppo sanguigno si basa sul principio che ogni gruppo sanguigno debba seguire una dieta specifica. A seconda dell’appartenenza al gruppo 0, A, B, o AB, infatti, il sistema immunitario reagisce positivamente ad alcuni cibi ed è intollerante ad altri.
La dieta giusta dovrà, quindi, tenere conto del gruppo sanguigno, includere certi alimenti ed escluderne altri. Ma cosa c’è di vero? Si tratta di un regime alimentare corretto e, soprattutto, ha un fondamento scientifico?
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Dieta del gruppo sanguigno: cos’è
La dieta del gruppo sanguigno, o emodieta, è uno stile alimentare secondo il quale ogni persona dovrebbe scegliere i cibi da portare in tavola in base al proprio gruppo sanguigno: A, B, 0 o AB.
Questa dieta è stata elaborata dal naturopata statunitense Peter D’Adamo, ma in Italia è diventata molto popolare grazie al medico Piero Mozzi.
Secondo questo regime alimentare, esiste una correlazione tra cibo e sistema immunitario. Il sangue è l’espressione del sistema immunitario e le abitudini alimentari sono il fattore che influisce maggiormente su questo sistema.
Affinché la dieta possa rispondere alle esigenze di ogni individuo ed essere adeguata ai suoi specifici punti di forza e di debolezza, quindi, deve tenere conto del suo gruppo sanguigno e delle sue caratteristiche.
Dieta dei gruppi sanguigni: i principi
La dieta del gruppo sanguigno si basa sul sistema di classificazione del sangue ABO, che divide il sangue in 4 categorie (A, B, AB, 0) a seconda della presenza o assenza degli antigeni A e B.
I diversi gruppi sanguigni sono comparsi nella storia evolutiva umana in momenti differenti. Secondo D’Adamo, quindi, rifletterebbero il tipo di dieta che i nostri antenati seguivano in quel periodo.
Più in dettaglio, il gruppo 0 sarebbe il gruppo più antico, mentre il gruppo A è espressione del primo grande cambiamento nello stile di vita dell’uomo: da nomade divenne sedentario.
Il gene del gruppo B sarebbe invece comparso nelle popolazioni di nomadi che 10.000 anni fa si spostarono nelle zone montuose dell’Asia. Il gruppo AB, infine, sarebbe il più recente, oltre che il più raro: la sua comparsa risalirebbe a 1000-1200 anni fa.
Questo gruppo sanguigno, secondo D’Adamo, avrebbe ereditato le tolleranze di entrambi i gruppi di origine, ma senza i loro anticorpi, e questo lo renderebbe allo stesso tempo resistente e vulnerabile.
Antigeni: cosa sono
I diversi antigeni presenti sulla superficie dei globuli rossi sarebbero l’espressione dei cambiamenti nel sistema immunitario con cui l’uomo si sarebbe adattato, nel corso dei millenni, alle mutate condizioni alimentari, climatiche e ambientali. Sarebbero quindi responsabili della differente capacità di digerire i vari alimenti da parte di ogni persona. Ma cosa sono gli antigeni?
Sono sostanze grazie alle quali il nostro sistema immunitario individua gli “intrusi” nell’organismo. Ogni persona può avere diversi tipi di antigeni.
Il fattore Rh è un ulteriore antigene del sangue, ma secondo D’Adamo non avrebbe legami con l’alimentazione. Una volta individuate le sostanze nocive, gli antigeni comunicano con le cellule tramite una catena di zuccheri semplici, stimolandole così a produrre anticorpi.
Il ruolo delle lectine
Il collegamento tra cibo e sistema immunitario sono le lectine, una famiglia di proteine presenti negli alimenti. Tutte le lectine reagiscono in modo diverso ai singoli antigeni.
Quando ne incontrano uno “incompatibile”, le cellule si legano tra loro e formano dei grumi che in parte vengono smaltiti attraverso le vie urinarie e le feci. Invece, in parte possono depositarsi sulle pareti degli organi interni, causando infiammazioni, più o meno gravi a seconda del grado di compatibilità.
La dieta del gruppo sanguigno si basa sul test usato da D’Adamo per verificare la compatibilità di tutti gli alimenti più comuni con i diversi gruppi sanguigni, in particolare sul test dell’indacano.
Questa sostanza chimica viene prodotta dall’organismo quando una proteina non è stata ben digerita, quindi, secondo D’Adamo, maggiore è la sua concentrazione nelle urine, maggiore è la presenza di lectine incompatibili nell’organismo.
I risultati di questi test hanno portato all’elaborazione di 4 diversi profili alimentari, uno per ciascun gruppo sanguigno, che danno indicazioni sui cibi da portare in tavola e su quelli da evitare perché incompatibili e, quindi, causa di disturbi.
Dieta del gruppo sanguigno: ogni gruppo ha la sua alimentazione
Sono quindi 4 i diversi tipi di dieta e nello specifico:
- Dieta del gruppo sanguigno 0
- Dieta del gruppo sanguigno A
- Dieta del gruppo sanguigno B
- Dieta del gruppo sanguigno AB.
Secondo la dieta del gruppo sanguigno, per ogni gruppo ci sono cibi più o meno compatibili con il sistema immunitario, che ha la sua sede principale nell’apparato digerente. E’ qui che ogni alimento viene distrutto ed elaborato per poi essere trasportato, attraverso il sangue, in ogni cellula del corpo.
Ma non tutti gli alimenti sono “a misura d’uomo”. Questo significa che il sistema immunitario riconosce e accetta solo determinati cibi, mentre altri sono in grado di scatenare infiammazioni anche croniche.
Queste infiammazioni possono causare disturbi come mal di testa, provocare aumento di peso, far aumentare i livelli del colesterolo e della pressione o sfociare in vere patologie.
I due libri di riferimento per chi sceglie di seguire la dieta del gruppo sanguigno, “La dieta del dottor Mozzi” e “L’alimentazione su misura” di Peter D’Adamo, sono testi che forniscono le linee guida generali per scegliere i cibi giusti per ogni gruppo sanguigno.
Questo regime alimentare raccomanda comunque di monitorare le reazioni del proprio corpo ad ogni alimento per conoscere le proprie necessità individuali. Non esiste, infatti, una regola assoluta, perché ogni persona costituisce un mondo a sé.
Regole generali
Oltre ai cibi da mangiare e a quelli da evitare, per ogni gruppo sono proposti esempi di menù settimanale. Gli schemi alimentari non tengono conto della stagionalità dei cibi, quindi non devono essere seguiti alla lettera. Forniscono spunti per costruire il proprio menù sulla base delle specificità del proprio gruppo sanguigno.
Ci sono poi indicazioni generali comuni a tutti i gruppi:
- Almeno mezz’ora prima di fare colazione, bevi una tazza di acqua tiepida.
- A pranzo, non pesare gli alimenti e non contare le calorie. Mangia senza eccessi, in modo da alzarti da tavola con lo stomaco non del tutto pieno.
- Evita di mangiare carboidrati a cena, a meno che tu non abbia in programma di fare attività fisica subito dopo.
- Consuma frutta e verdura di stagione, preferibilmente biologiche e a km zero.
- Privilegia alimenti possibilmente senza glutine (con poche eccezioni).
La dieta del gruppo sanguigno funziona? Cosa dice la scienza
La dieta del gruppo sanguigno ha sollevato critiche e destato perplessità legate al fatto che è un regime alimentare privo di fondamento scientifico.
A bocciarla è stata una ricerca condotta da un team di studiosi dell’Università di Toronto e pubblicata nel 2015 sulla rivista Plos One.
L’analisi ha preso in esame 1500 soggetti, che avevano seguito la dieta del gruppo sanguigno e fornito informazioni dettagliate su tutti i cibi consumati abitualmente.
Le indagini mirate a valutare i rischi cardiovascolari hanno evidenziato che l’aderenza a diversi regimi alimentari era associata a differenti marcatori di pericolo. Tuttavia, nessuno di questi era correlato all’appartenenza ad un determinato gruppo sanguigno.
Il basso rischio cardiometabolico riscontrato negli individui di gruppo sanguigno A non era dunque riconducibile a fattori genetici. Piuttosto a un regime alimentare protettivo per la salute.
Gli scienziati canadesi hanno infatti notato che, se persone di gruppo sanguigno diverso seguivano la stessa dieta, avevano gli stessi benefici.
Anche la Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro conferma che non esistono studi specifici che abbiano finora dimostrato i benefici della dieta del gruppo sanguigno sulla salute.
Chi, seguendola, dichiara di sentirsi meglio, verosimilmente ha modificato la sua alimentazione in modo da renderla più vicina a una dieta salutare.
Ma il gruppo sanguigno non c’entra: è un elemento importante dal punto di vista medico, ma non esiste un legame scientificamente dimostrato con l’alimentazione.
Dieta del gruppo sanguigno: cosa ne pensa Melarossa
I principi fondamentali della dieta del gruppo sanguigno sono estremamente distanti dalla filosofia di Melarossa, una dieta personalizzata ispirata al regime mediterraneo. Quest’ultimo è caratterizzato da un’alimentazione varia e completa di tutti gli alimenti, considerati benefici in virtù dei nutrienti che apportano.
L’appartenenza ad un determinato gruppo sanguigno, presupposto fondamentale della dieta del gruppo sanguigno, non entra quindi in gioco nell’elaborazione dei menù di Melarossa.
Questi sono tarati sulle caratteristiche fisiche e sullo stile di vita di ogni utente. Quindi pensati per assicurare il corretto bilanciamento dei nutrienti, in linea con le linee guida della Piramide Alimentare mediterranea.
Si tratta anche di un apporto calorico commisurato al proprio fabbisogno. Fattori che non sono contemplati dalla dieta del gruppo sanguigno, in cui la scelta e la combinazione tra gli alimenti è dettata solo dal gruppo sanguigno di appartenenza.
Per quanto alcune raccomandazioni della dieta del gruppo sanguigno siano condivisibili (ad esempio, consumare frutta e verdura), quella di Melarossa è quindi una dieta che si basa su presupposti completamente diversi.
Melarossa, infatti, si pone l’obiettivo di educare alla sana alimentazione. E’ poi adatta a tutti, sia a chi vuole perdere peso senza rischi per la salute, sia a chi vuole mangiare in modo equilibrato.
Se vuoi provare la dieta Melarossa segui il link.
Fonti:
- La dieta del gruppo sanguigno del dottor Mozzi
- È sensato scegliere il tipo di dieta in base al proprio gruppo sanguigno?
- ABO Genotype, ‘Blood-Type’ Diet and Cardiometabolic Risk Factors