Sommario
La sindrome premestruale (PMS) è un insieme di sintomi fisici ed emotivi che molte donne sperimentano durante la prima fase del ciclo mestruale, cioè il periodo che va dall’ovulazione all’inizio delle mestruazioni.
I sintomi possono variare da donna a donna e includono tensione mammaria, gonfiore addominale, mal di testa, irritabilità, ansia e cambiamenti dell’umore. In alcuni casi, possono essere così intensi da interferire con la vita quotidiana.
La dismenorrea, ovvero il dolore mestruale, può presentarsi sia durante la fase premestruale sia durante le mestruazioni stesse, causando un disagio diffuso.
La relazione tra sindrome premestruale e dismenorrea è data dalle variazioni ormonali che si verificano durante il ciclo. Dopo l’ovulazione, infatti, l’aumento dei livelli di progesterone può portare a ritenzione idrica e altri sintomi premestruali.
È importante riconoscere i sintomi della sindrome premestruale per poterli gestire efficacemente, magari cambiando stile di vita o ricorrendo a trattamenti specifici, soprattutto se diventano debilitanti.
Scopri di più sulla sindrome premestruale, sulle possibili cause e su come affrontarla nel modo più efficace per vivere il ciclo con serenità.
Sindrome premestruale: cos’è
Con il termine “sindrome premestruale” (SPM) si intendono una serie di sintomi, sia fisici che emotivi, che si possono manifestare da 5 a 10 giorni prima del ciclo mestruale (fase luteale) per poi scomparire con l’arrivo del ciclo. In alcune donne, i disturbi si presentano già a partire dall’ovulazione (14° giorno circa).
Nelle ultime due settimane del ciclo, agli ormoni estrogeni si sostituisce un più alto picco di progesterone, che ha l’obiettivo di preparare l’utero a un’eventuale gravidanza. In assenza di gravidanza, si verifica una riduzione improvvisa di progesterone, che porta all’arrivo delle mestruazioni: proprio queste oscillazioni ormonali scatenerebbero la sindrome premestruale.
Sindrome premestruale: sintomi
La SPM si manifesta con sintomi sia fisici che di natura emotiva, psichica e comportamentale.
I disturbi possono essere di tipo moderato o intenso, cambiare da un mese all’altro, aumentare con l’età, dopo una gravidanza, in caso di assunzione o sospensione di un contraccettivo orale, in situazioni di stress o in seguito a chirurgia pelvica.
Quindi la tipologia e l’intensità della sintomatologia sono soggettive e possono cambiare nel tempo.
Si manifestano solitamente qualche ora prima delle mestruazioni, ma in alcuni casi anche una settimana prima e possono peggiorare in caso di stress. A volte, inoltre, preannunciano una mestruazione dolorosa (con crampi o dismenorrea), soprattutto nelle donne molto giovani.
Sono sintomi piuttosto comuni: irritabilità e sbalzi di umore, ansia, agitazione, insonnia, difficoltà di concentrazione, sonnolenza, mal di schiena, pancia gonfia, mal di testa, mal di pancia e dolore al seno.
Vediamo allora nel dettaglio i principali sintomi della sindrome premestruale.
Seno dolente
Prima del ciclo è molto frequente assistere a un aumento di volume del seno che appare teso, duro al tatto, dolente e più sensibile.
È un fenomeno del tutto fisiologico. Il responsabile è il cambiamento ormonale e l’aumento del livello di estrogeni nel sangue, i quali, insieme al progesterone, regolano il ciclo mestruale. La conseguenza è appunto l’ingrossamento temporaneo della mammella.
Dolori addominali
Il mal di pancia è un sintomo tipico della sindrome premestruale e indica l’imminente arrivo delle mestruazioni. È un dolore facilmente riconoscibile e abbastanza marcato e continuativo. I crampi solitamente tendono ad aumentare soprattutto nei giorni che precedono il ciclo, per poi diminuire.
La maggior parte dei dolori sono di intensità variabile e la percezione è del tutto soggettiva.
In genere si localizzano nella parte inferiore dell’addome e nell’area pelvica. Si tratta di dolori e/o crampi addominali dovuti all’attività uterina e ovarica. Durante le mestruazioni, infatti, la muscolatura di questa zona si contrae per permettere lo sfaldamento della mucosa uterina. Anche in questo caso sono gli ormoni a stimolare la contrazione.
Spossatezza e stanchezza
Durante il ciclo è facile sentirsi più stanche e assonnate. Anche in questo caso, sono le fluttuazioni ormonali le principali responsabili.
Prima dell’ovulazione, infatti, il picco di estrogeni e progesterone rende le donne piene di energia. Poco prima del ciclo, invece, il livello ormonale scende e compare il senso di stanchezza. In caso di mestruazioni abbondanti, inoltre, c’è anche un calo di ferro che può causare il senso di affaticamento.
Disturbi del sonno
Prima e durante le mestruazioni, il sonno può essere più agitato e interrotto. Non solo per il mal di pancia o il dolore al seno, ma anche perché spesso si sente l’esigenza di andare in bagno, anche per cambiare l’assorbente.
Dormire bene è quindi più complicato e il sonno è poco ristoratore. La diretta conseguenza è un senso di stanchezza e sonnolenza durante il giorno, nonché irritabilità.
Sbalzi di umore
Il periodo premestruale è spesso caratterizzato da sbalzi d’umore, stanchezza, apatia, irrequietezza ecc., ma anche da crisi di pianto e momenti di sconforto. Ovviamente si tratta di sensazioni che variano da donna a donna. Tutto questo però si deve sempre alle fluttuazioni ormonali, degli estrogeni in particolare.
Mal di testa
Nella maggior parte dei casi, la causa scatenante sono gli ormoni. Secondo le statistiche, infatti, le donne che soffrono di mal di testa per le variazioni ormonali durante il ciclo sono almeno 5 milioni.
In genere, l’emicrania si presenta un paio di giorni prima del ciclo o nei primi giorni del mestruo in seguito al naturale calo del livello di estrogeni tipico di questo periodo.
Stitichezza
È il progesterone l’ormone che può causare una lieve stitichezza durante il ciclo. Infatti, un suo aumento nel sangue può rallentare la digestione e provocare costipazione nei giorni prima del ciclo. I disturbi più comuni sono mal di stomaco e difficoltà ad andare in bagno, con feci dure e secche.
Cause e fattori di rischio
All’origine della sintomatologia della sindrome premestruale sembrano esserci diversi fattori:
- Oscillazioni ormonali: un disequilibrio nel rapporto tra i livelli di estrogeni e progesterone durante il ciclo mestruale, e in particolare una alterazione dei livelli di progesterone che caratterizza la fase luteale, sarebbero responsabili dell’insorgere dei disturbi da SPM, soprattutto nelle donne che sono particolarmente sensibili a queste alterazioni. Inoltre, l’assenza di sintomi premestruali prima della pubertà, in gravidanza e in menopausa, sembra avvalorare questa ipotesi.
- Livelli ematici più bassi di serotonina, neurotrasmettitore che facilita la comunicazione fra le cellule nervose e che sembra contribuire alla regolazione dell’umore (è infatti comunemente noto anche come “ormone del buonumore”): nelle donne che soffrono di SPM e DDPM (Disturbo Disforico Premestruale), i valori di questa sostanza nella fase premestruale tendono a essere inferiori.
- Alterazione del ricambio idrosalino: le oscillazioni di estrogeni e progesterone possono interessare vari ormoni, come la prolattina e l’aldosterone, che contribuiscono a regolare l’equilibrio dei sali e dei liquidi che, se in eccesso, possono causare ritenzione idrica e gonfiore, tra i sintomi classici della SPM.
- Carenza di magnesio, che sembra essere uno dei fattori scatenanti di mal di testa, crampi muscolari, dolori all’utero, stanchezza e cattivo umore.
- Carenza di vitamina B6, che sembra all’origine di molti dei sintomi della SPM, come cefalea, dolori muscolari e nausea.
- Patrimonio genetico: una storia familiare positiva sembra essere tra i fattori di rischio sia per la sindrome premestruale che per il Disturbo Disforico Premestruale.
- Stress: eventi di vita stressanti sembrano essere correlati all’insorgere della sindrome. Le donne con SPM manifestano elevati livelli di ansia e mostrano strategie meno efficaci per affrontare lo stress, ad esempio, l’evitamento, piuttosto che strategie più attive.
Sindrome premestruale: diagnosi e complicanze
Le complicanze più serie riguardano proprio i casi in cui la sintomatologia è così grave da risultare invalidante, con forti ripercussioni sulla qualità della vita lavorativa e sociale della donna.
In particolare, il Disturbo Disforico Premestruale, per quanto di più breve durata, può manifestarsi con un quadro simile a quello di altri disturbi depressivi, come il disturbo post-traumatico da stress e il disturbo da panico.
Questa sintomatologia grave, di cui si stima soffra tra il 3 e il 9% delle donne con SPM, può portare a maggiore isolamento sociale, calo di produttività e assenteismo dal lavoro.
Diagnosi del disturbo Disforico Premestruale (DDPM)
La diagnosi di sindrome premestruale si basa essenzialmente sulla valutazione dei sintomi da parte del medico, che spesso chiede alla paziente di registrarli quotidianamente: in questo modo, è possibile individuare quelli regolari e impostare il trattamento più idoneo.
Invece, per la diagnosi del Disturbo Disforico Premestruale esistono linee guida specifiche, che prevedono l’analisi dei disturbi dell’umore sulla base di fattori come la frequenza e il ritmo con cui si presentano.
Anche in questo caso, è utile costruirsi un diario giornaliero in cui annotare la comparsa e l’intensità di ansia, irritabilità, umore depresso per diversi mesi consecutivi: questo fornirà al medico gli elementi per la diagnosi.
Secondo le linee guida, nel Disturbo Disforico Premestruale si manifestano almeno cinque dei sintomi che spesso insorgono nelle donne con SPM. In particolare, deve essere presente uno dei seguenti:
- Umore instabile.
- Irritabilità o presenza di più conflitti con altre persone.
- Umore depresso, scoramento e forte autocritica.
- Ansia, tensione, sensazione di essere sull’orlo di una crisi di nervi.
I sintomi devono anche includere almeno uno dei seguenti:
- Diminuito interesse per le attività abituali.
- Difficoltà di concentrazione.
- Bassa energia o affaticamento.
- Evidenti cambiamenti dell’appetito, iperalimentazione o desideri intensi di cibo specifico.
- Disturbi del sonno (difficoltà ad addormentarsi, tendenza a dormire troppo).
- Sensazione di sopraffazione o di essere fuori controllo.
- Sintomi fisici che spesso si osservano nelle donne con SPM (come seno dolorante).
Infine, i sintomi devono essere stati registrati per la maggior parte dei 12 mesi precedenti e devono essere stati di gravità e intensità tale da interferire con la vita e le attività della donna.
Cure e trattamenti
Dieta, attività fisica, terapie farmacologiche con ormoni e modulatori dell’umore, rimedi naturali: la cura della sindrome premestruale e del disturbo disforico premestruale passa attraverso questi strumenti.
In linea generale, in caso di SPM con sintomi di lieve entità è sufficiente intervenire sullo stile di vita, combinando cambiamenti nell’alimentazione, esercizio fisico, sospensione di sostanze eccitanti come la caffeina, regolazione del ritmo sonno-veglia.
Invece, se i sintomi sono più severi può essere opportuno intervenire con farmaci che agiscano sul piano sia ormonale, sia neurobiologico.
Dieta per alleviare i sintomi della sindrome premestruale
Sarà lo specialista a consigliare l’approccio più adatto sulla base della natura e dell’intensità della sintomatologia.
Nei giorni che precedono il ciclo, è consigliabile seguire una dieta ricca di frutta e verdura fresche, carboidrati complessi (pane, pasta), cibi ricchi di fibre, aumentare il consumo di proteine (carne, pesce e formaggi freschi), ridurre zucchero, sale, cibi conservati.
Accanto a questi principi base di sana alimentazione, ci sono poi alcuni cibi, ricchi di nutrienti utili per alleviare i sintomi tipici della SMP, che sarebbe quindi bene consumare in misura maggiore.
Cibi utili
- Cibi ricchi di magnesio: la carenza di questo nutriente sembra essere uno dei fattori scatenanti di mal di testa, dolori addominali, stanchezza e cattivo umore, quindi assicurarsene la giusta quantità si rivela utile per il controllo dei sintomi della SPM. Ecco i cibi che lo contengono in abbondanza: cereali integrali, frutta secca (noci, mandorle), legumi, cioccolato fondente, bresaola, germe di grano, castagne, fichi, mais.
- Cibi ricchi di omega 3: questi acidi grassi essenziali agiscono da antinfiammatori naturali, perché antagonizzano gli effetti delle prostaglandine, che sono i mediatori dei processi infiammatori dell’organismo. Questa azione aiuta a ridurre i dolori della sindrome premestruale. Tra le principali fonti di omega 3, sgombro, sardine, alici, salmone, tonno, frutta secca (noci, mandorle) e olio extravergine d’oliva.
- Cibi ricchi di fitoestrogeni: sono sostanze naturali molto simili agli estrogeni, che quindi possono ridurre gli squilibri ormonali estrogeni-progesterone che sono tra le cause dei disturbi della SPM. Tra i più potenti ci sono gli isoflavoni, contenuti soprattutto nella soia e nei suoi derivati, come tofu e tempeh, ma presenti anche in altri legumi, dai fagioli ai piselli.
- Alimenti ricchi di vitamina B6: sembra che molti sintomi della sindrome premestruale (cefalea, dolori muscolari e nausea) possano essere legati a una carenza di vitamina B6, per questo è utile inserire nella propria alimentazione alimenti che ne sono ricchi. Tra questi, avocado, banane, prugne, legumi, fagioli secchi e ceci.
Cibi da evitare
Specie nei giorni che precedono il ciclo, è consigliabile evitare:
- Cibi salati, che aumentano la tendenza a ritenere i liquidi, quindi la sensazione di gonfiore: limitare il consumo di sale è comunque un’abitudine sana da adottare quotidianamente.
- Cibi conservati, specie quelli in scatola, che contengono glutammato: questa sostanza aumenta la tendenza all’irritabilità e può contribuire all’innalzamento della pressione arteriosa.
- Alcolici e le sostanze eccitanti come caffeina e teina.
Integratori alimentari
Soprattutto in presenza di carenze che l’alimentazione da sola non è in grado di colmare, l’impiego di integratori può contribuire a contenere i sintomi, sia fisici (gonfiore, dolore) che psichici (labilità emotiva, irritabilità) della SPM.
Tra questi, i più efficaci sono: magnesio, calcio e vitamina B6.
Naturalmente è sempre consigliabile assumere gli integratori sotto prescrizione e controllo del medico, che con gli opportuni esami saprà valutare quali sono utili e in quale dosaggio.
Terapie farmacologiche
Le terapie farmacologiche si rivelano utili sia contro i sintomi fisici della sindrome premestruale che contro i sintomi psichici, sia della SPM che del DDPF.
Sindrome premestruale con sintomi fisici predominanti
- Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), consigliati soprattutto per combattere la cefalea, il dolore causato da crampi addominali e i dolori articolari.
- Inibitori delle prostaglandine, che come i FANS sono utili nel trattamento dei sintomi dolorosi della SPM.
- Spironolattone, un diuretico che aiuta i reni a eliminare sale e acqua dall’organismo e che sembra svolgere un’azione efficace sui sintomi legati alla ritenzione idrica, come tensione mammaria e gonfiore.
- Contraccettivi orali: utili nel trattamento della tensione mammaria e del dolore addominale, anche se non sono privi di effetti collaterali. Tuttavia, diversi studi non indicano una particolare indicazione a meno che non si cerchi la contraccezione.
- Androgeni: tra questi il donazolo, uno steroide sintetico analogo al testosterone, sopprime il ciclo ovarico nella maggior parte delle donne. La sua efficacia sui sintomi premestruali è stata evidenziata principalmente su alcuni sintomi soggettivi, in particolare sulla mastodinia.
SPM con sintomi psichici predominanti o DDPM
- Antidepressivi serotoninergici, della categoria degli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o della serotonina/noradrenalina), che agiscono sulla cascata ormonale del progesterone e si rivelano utili per regolare l’umore e gli scatti di collera o rabbia. La loro efficacia sui sintomi premestruali è stata evidenziata principalmente su alcuni sintomi soggettivi, in particolare sulla mastodinia.
- Terapia contraccettiva orale, meglio se monofasica, ad alto dosaggio di ormoni, per ridurre le fluttuazioni ormonali del ciclo. Diverse evidenze hanno tuttavia mostrato un effetto inverso rispetto a quello desiderato: la pillola può cioè causare un peggioramento dell’umore, con ansia e disforia.
- Terapia ormonale con iniezioni di agonisti dell’ormone di rilascio della gonadotropina (GnRH), che hanno l’obiettivo di sopprimere in modo reversibile l’ovulazione, i cambiamenti del ciclo e le variazioni ormonali. Queste terapie sono indicate quando la sintomatologia è molto seria e soprattutto nelle donne che non rispondono ai precedenti trattamenti.
Sindrome premestruale: rimedi naturali e fitoterapia
La letteratura scientifica ha dimostrato l’efficacia della fitoterapia per il trattamento naturale della sindrome premestruale. In particolare, si rivelano utili:
- Agnocasto: sotto forma di polvere, tintura, estratto idroalcolico standardizzato o compresse, sembra agire positivamente sul riequilibrio del rapporto estrogeni/progesterone a favore di quest’ultimo. Contribuirebbe, inoltre, a modulare o inibire la produzione di alcuni ormoni, come la prolattina, il cui aumento è spesso alla base di alcuni dei sintomi più frequenti nella sindrome premestruale (per esempio il gonfiore associato a ritenzione idrica).
- Erba di San Giovanni o iperico: disponibile sotto forma di compresse, svolge un’azione antidepressiva, calmante e sedativa, contribuendo a ridurre stati d’ansia e irritabilità.
Tuttavia, entrambi i rimedi sono sconsigliati in gravidanza e possono avere effetti collaterali.
Infatti, l’agnocasto può provocare reazioni cutanee simili a quelle dell’orticaria e l’iperico può essere fotosensibilizzante e avere interazioni farmacologiche potenzialmente gravi. Quindi, è bene chiedere consiglio al medico o all’erborista prima di assumerli.
Sport
Una regolare attività fisica aiuta a scaricare in modo naturale ansia e tensione psicofisica, a ridurre l’irritabilità e a contrastare l’insonnia. Infatti, lo sport favorisce l’incremento dei livelli di endorfine, agendo positivamente sul tono dell’umore.
Inoltre, l’attività fisica può contribuire ad attenuare il senso di gonfiore che spesso precede il ciclo.
E’ consigliato svolgere esercizio aerobico per 20-30 minuti, quotidianamente o per almeno 3-4 giorni alla settimana. Anche la pratica dello yoga e del tai chi è utile per sciogliere le tensioni attraverso la respirazione e il rilassamento.
Altre terapie: rilassamento e psicoterapia
Una buona qualità del sonno, l’adozione di tecniche di rilassamento e, eventualmente, il ricorso alla psicoterapia possono contribuire a ridurre lo stress e l’irritabilità associati alla sindrome premestruale:
- E’ importante riposarsi e dormire a sufficienza, almeno 7 ore per notte, meglio se 8, perché una carenza di sonno può acuire sintomi come il cattivo umore. Durante tutto il ciclo mestruale può essere utile controllare il ritmo sonno-veglia adottando orari regolari per andare a dormire e per svegliarsi.
- Tecniche anti-stress come la meditazione o tecniche di rilassamento si rivelano utili per controllare l’umore e sciogliere le tensioni.
- In letteratura scientifica ci sono dati che evidenziano l’efficacia della psicoterapia, in particolare di quella cognitivo-comportamentale.
Conclusioni
La sindrome premestruale (SPM) è un insieme di sintomi fisici e emotivi che si manifestano nei giorni precedenti il ciclo mestruale. Tra i più comuni ci sono irritabilità, stanchezza, sbalzi d’umore, gonfiore addominale, tensione al seno e mal di testa.
Questi sintomi, che variano in intensità da donna a donna, possono interferire con le attività quotidiane e il benessere generale. La causa esatta della SPM non è del tutto chiara, ma si ritiene che sia legata ai cambiamenti ormonali che avvengono durante il ciclo mestruale.
Una dieta equilibrata, l’esercizio fisico regolare e la gestione dello stress possono aiutare a ridurre i sintomi.
In collaborazione con la Dott.ssa Flavia Costanzi, medico chirurgo in formazione specialistica in Ginecologia ed Ostetricia.
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Fonti