Sommario
La dieta a Zona, o dieta Zona, รจ un programma alimentare iperproteico e low-carb che si basa sul rispetto di una precisa proporzione tra i carboidrati, le proteine e i grassi assunti. Una dieta che promette di favorire il dimagrimento, prevenire le malattie e aumentare l’efficienza mentale, ma che รจ anche molto criticata per lo sbilanciamento tra i nutrienti e i rischi per la salute che puรฒ comportare.
Di cosa si tratta? Come funziona? Quali sono i suoi benefici e quali i pericoli e le controindicazioni? Scopri tutto sulla dieta a Zona nel nostro approfondimento.
Dieta a Zona: cos’รจ
La dieta a Zona รจ una dieta low-carb e iperproteica che ruota intorno alla regola del 40-30-30: si basa, cioรจ, su un preciso bilanciamento tra i macronutrienti, che prevede che, sia durante i pasti principali che negli spuntini, il 40% delle calorie provenga dai carboidrati, il 30% dalle proteine e il 30% dai grassi. Questa proporzione รจ finalizzata a mantenere un preciso equilibrio ormonale e alla modulazione della glicemia per favorire la salute, il controllo del peso e la riduzione dei livelli di infiammazione dell’organismo.
Storia
La dieta a Zona รจ stata ideata dal biochimico americano Barry Sears, studioso di lipidi, che attraverso ricerche sugli eicosanoidi, ormoni che sovrintendono a moltissime funzioni dell’organismo, ha scoperto che il loro corretto equilibrio puรฒ essere determinante per il benessere e la salute. Questo l’ha portato a elaborare una strategia nutrizionale in grado di modularne la produzione.
Ma perchรฉ โzonaโ? Questo termine, per gli sportivi, identifica quello stato di forma fisica e mentale in cui รจ possibile migliorare le prestazioni. Una condizione difficile da raggiungere, ma che quando si raggiunge, in gergo โsi รจ in zonaโ, rappresenta lo stato ideale per l’organismo.
I primi su cui Sears ha testato il suo metodo alimentare sono stati proprio dei grandi atleti: la dieta a Zona punta ad estendere i benefici della โzonaโ per gli sportivi a tutti coloro che hanno un’attenzione verso il benessere e la forma fisica.
A partire dagli studi di Sears, sono state elaborate rivisitazioni della dieta a Zona. E’ nata cosรฌ la Zona Italiana, che segue i criteri 40/30/30 di quella originaria americana, ma introduce nelle sue tabelle nutrizionali anche alimenti tipicamente mediterranei.
Un esempio รจ la dieta a zona di stampo mediterraneo elaborata dal dottor Gabriele Buracchi. Evoluzioni ulteriori sono la dieta a Zona vegetariana e vegana.
La dieta a Zona per l’equilibrio ormonale
La dieta a zona parte dal presupposto che l’organismo sia un complesso congegno metabolico che risponde in modo attivo al cibo che ingerisce. In particolare, le nostre scelte alimentari permettono di modulare ormoni che giocano un ruolo cruciale su benessere e peso.
Tra questi, insulina, glucagone ed eicosanoidi. La dieta a Zona, attraverso una precisa ripartizione dei nutrienti, punta a mantenere i livelli di questi ormoni entro valori fisiologici ottimali. Questo produce come conseguenza la riduzione dell’infiammazione nell’organismo, la prevenzione di malattie croniche come diabete e cardiopatie, il controllo del peso.
Insulina e glucagone
Insulina e glucagone sono due ormoni endocrini che svolgono principalmente la funzione di controllare i livelli di fluttuazione dei macronutrienti, tra cui gli zuccheri, nel sangue.
L’insulina, detta anche ormone dello stoccaggio, viene prodotta dalle cellule beta del pancreas e regola l’ingresso del glucosio all’interno delle cellule, che lo useranno come principale carburante per l’organismo.
Se la concentrazione di glucosio รจ adeguata, le cellule ricevono la giusta quantitร di carburante, se invece la concentrazione รจ troppo elevata il fegato trasforma gli zuccheri in eccesso in grassi, che vengono poi accumulati nel tessuto adiposo.
Il glucagone รจ l’ormone antagonista dell’insulina e svolge la funzione opposta: aiuta cioรจ il rilascio dell’energia stoccata nelle cellule. Se quindi la secrezione di glucagone aumenta, l’organismo sarร spinto a utilizzare lโenergia, accumulata sotto forma di grassi, come carburante per le sue attivitร .
La dieta a Zona, attraverso l’alimentazione, modula il rilascio di questi due ormoni, attuando un controllo della glicemia.
Gli eicosanoidi
Gli eicosanoidi sono un’importante categoria di ormoni che regola molte funzioni fondamentali dell’organismo, come il sistema cardiovascolare, la coagulazione del sangue, la funzione renale, la risposta immunitaria, lโinfiammazione.
Questi ormoni si dividono in due tipologie, โbuoniโ e โcattiviโ, a seconda che svolgano una funzione antinfiammatoria o proinfiammatoria.
Piรน in dettaglio, fanno parte degli eicosanoidi diverse famiglie di sostanze (prostaglandine, tromboxani, leucotrieni). Alcune, soprattutto quelle derivate dall’acido arachidonico (omega-6), aumentano le reazioni allergiche, la proliferazione cellulare, la pressione sanguigna, le reazioni infiammatorie, l’aggregazione piastrinica, la trombogenesi e il vasospasmo, producono il colesterolo LDL e diminuiscono il colesterolo HDL.
Quelle derivate da EPA e DHA (omega-3), hanno effetti opposti, cioรจ antinfiammatorio e antiaggregante.
L’equilibrio tra i due garantisce il corretto funzionamento dell’organismo. Come nel caso di insulina e glucagone, la dieta a Zona punta a modulare, attraverso l’alimentazione, la produzione di eicosanoidi โbuoniโ e eicosanoidi โcattiviโ per mantenere e promuovere uno stato di salute e benessere.
Le calorie non contano
La dieta a Zona mette quindi l’accento sulla risposta ormonale dell’organismo agli alimenti e ai diversi nutrienti, in contrasto con tutte le teorie che assegnano alle calorie un posto centrale all’interno di una strategia finalizzata alla salute e alla perdita di peso.
Secondo i principi della dieta a Zona le calorie, che rappresentano lo strumento piรน utilizzato per stabilire quanto mangiare, per scegliere gli alimenti, per comporre le ricette e i pasti, non sono il modo migliore per valutare il cibo.
Un esempio: dal punto di vista calorico carboidrati e proteine sono equivalenti, perchรฉ entrambi apportano 4,1 calorie per grammo. Ma la risposta ormonale che inducono รจ opposta: i carboidrati stimolano la produzione di insulina, le proteine agiscono sul glucagone.
Secondo i principi della dieta a Zona, non tenere conto di questo aspetto puรฒ portare a conclusioni sbagliate sulla causa dellโaumento di peso. Questo non significa che per dimagrire si debbano mangiare solo proteine, vuol dire perรฒ che le calorie non sono gli unici parametri da considerare per impostare una corretta alimentazione.
Dieta a Zona: i benefici
Ecco i principali benefici che la dieta a Zona permette di ottenere. Questi effetti positivi sono una conseguenza del controllo della glicemia e della riduzione o prevenzione dello stato infiammatorio dell’organismo.
- Ridotta incidenza delle patologie croniche correlate alla sindrome metabolica, come malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, obesitร , Alzheimer.
- Migliori prestazioni cognitive.
- Aumento dei livelli di energia e miglioramento delle performance fisiche, perchรฉ la stabilizzazione dei livelli di insulina e glucagone mette lโorganismo nella condizione di utilizzare i grassi immagazzinati nel tessuto adiposo come fonte di energia.
- Riduzione degli attacchi di fame, conseguenza dei picchi glicemici dopo i pasti.
- Significativo calo di peso.
Dieta a Zona: le regole
Sono 4 i principi di base su cui si fonda la dieta a zona:
- Seguire la regola del 40-30-30 nella ripartizione dei nutrienti: 40% carboidrati, 30% proteine, 30% grassi.
- Frazionare i pasti nellโarco delle 24 ore: รจ importante che non trascorrano mai piรน di 4/5 ore tra un pasto principale e uno spuntino e piรน di 3 ore tra uno spuntino e il pasto successivo (notte esclusa). E’ consigliabile fare colazione entro mezz’ora dal risveglio e uno spuntino mezz’ora prima di andare a dormire.
- Integrare la dieta con Omega 3.
- Abbinare alla dieta un moderato ma regolare esercizio fisico.
Il sistema dei blocchi
Il cardine intorno al quale ruota la dieta a Zona รจ il sistema dei blocchi. Il blocco รจ lo strumento che permette di abbinare correttamente i cibi, dal punto di vista sia della qualitร che della quantitร .
Ogni persona, a seconda dell’etร , del sesso, della vita piรน o meno attiva che conduce, ha un diverso fabbisogno alimentare, che si traduce in un maggiore o minore numero di blocchi. Il blocco รจ quindi il mattoncino che, da solo o combinato con altri, costituisce la base di tutti i pasti della giornata.
Ogni blocco completo รจ composto da 3 blocchetti, o miniblocchi, di carboidrati, proteine e grassi.
1 blocco = 1 miniblocco di carboidrati + 1 miniblocco di proteine + 1 miniblocco di grassi
Sia i blocchi che i miniblocchi devono rispettare la proporzione 40-30-30 tra carboidrati, proteine e grassi.
In dettaglio, ciascun blocco contiene:
- 1 miniblocco di Carboidrati = 9 g
- un miniblocco di Proteine = 7 g
- 1 miniblocco di Grassi = 3 g
Ma come fare a sapere quali cibi portare in tavola per comporre un blocco e in quali quantitร ? La dieta a Zona mette a disposizione di chi la segue delle tabelle: basta scegliere un alimento per ciascun macronutriente e utilizzare il quantitativo indicato in tabella, che corrisponde a un miniblocco.
Ecco qualche esempio per ogni miniblocco.
Sul mercato sono presenti anche snack creati ad hoc che contengono la ripartizione esatta del blocco, integratori e dolcificanti a marchio Zona. Esiste una gamma di prodotti a marchio Enerzona, che in Europa identifica in maniera esclusiva la Diet Zone ideata da Barry Sears, che fornisce la giusta combinazione di nutrienti per costituire un blocco.
L’uso di questi prodotti semplifica la gestione della dieta, ma ne fa aumentare anche i costi e non รจ indispensabile.
Come iniziare la dieta a Zona: guida step by step
Il primo passo per โentrare in zonaโ รจ calcolare il proprio fabbisogno alimentare, iniziando dalla quota proteica da assumere ogni giorno. Questa quota determinerร il numero di miniblocchi di proteine, e quindi anche degli altri nutrienti, da prevedere nell’arco della giornata e suddividere nei vari pasti.
Ecco i 4 step da seguire:
1 – Calcola la massa magra
Utilizza questa formula:
Massa magra = peso totale – % di grasso corporeo.
Per misurare la percentuale di grasso puoi usare uno strumento come il plicometro.
2 – Individua il tuo indice di attivitร fisica
L’indice di attivitร fisica ti servirร , insieme al valore della massa magra, per calcolare la quota proteica da assumere.
Puoi basarti su questi valori di riferimento:
I diversi valori dell’Indice di attivitร fisica corrispondono ai grammi di proteine per kg di massa magra da assumere, calcolate sulla base dello stile di vita piรน o meno attivo.
3 – Calcola la quota proteica quotidiana
Utilizza questa formula:
Quota proteica quotidiana in g = massa magra in kg x indice di attivitร fisica.
4 – Calcola i miniblocchi di proteine da consumare
Sulla base della quota proteica, potrai calcolare il numero di miniblocchi di proteine da consumare quotidianamente. Dato che, nella dieta a Zona, il rapporto tra i miniblocchi dei diversi nutrienti รจ 1:1, ogni giorno dovrai consumare anche lo stesso numero di miniblocchi di carboidrati e grassi.
Esempio: se la tua quota proteica รจ 100 g, dato che ogni miniblocco di proteine corrisponde a 7 grammi, dovrai consumare ogni giorno 100:7 = 14,2 miniblocchi di proteine (da approssimare a 14), quindi 14 miniblocchi di proteine + 14 miniblocchi di carboidrati + 14 miniblocchi di grassi, per un totale di 14 blocchi da distribuire nei vari pasti della giornata.
On line sono disponibili dei calcolatori che, sulla base del tuo sesso, del tuo peso, della tua altezza e delle tue misure, calcolano il tuo fabbisogno di proteine, carboidrati e grassi e in quanti blocchi distribuirlo nell’arco della giornata.
Esempio di suddivisione dei blocchi nell’arco della giornata
Ecco qualche esempio per comprendere come suddividere i blocchi nellโarco della giornata, per un uomo e per una donna con diversi fabbisogni alimentari:
- 11 blocchi, per una donna sedentaria: 2 blocchi nella prima colazione, 3 a pranzo, 4 a cena, piรน due spuntini da un blocco l’uno;
- 12 blocchi per una donna mediamente attiva: 2 blocchi nella prima colazione, 4 a pranzo, 4 a cena, piรน due spuntini da un blocco l’uno;
- 13 blocchi, per un uomo sedentario: 3 blocchi nella prima colazione, 4 a pranzo e altrettanti a cena, piรน due spuntini da un blocco;
- 16 blocchi per un uomo attivo: 3 blocchi nella prima colazione, 5 a pranzo e 4 a cena, uno spuntino da un blocco a metร mattina, uno spuntino da due blocchi a metร pomeriggio e uno spuntino da un blocco dopo cena.
Esempi di pasti
Come abbiamo visto, i diversi pasti della dieta a Zona sono composti da piรน blocchi, a seconda delle caratteristiche di chi segue la dieta e del suo fabbisogno alimentare.
Si va da un minimo di 3 blocchi per una donna a un massimo di 5 blocchi per un uomo, fino a 6 blocchi per un atleta.
Un pasto da 3 blocchi, per esempio, รจ composto da:
- 3 miniblocchi di carboidrati.
- Tre miniblocchi di proteine.
- 3 miniblocchi di grassi.
Ecco qualche esempio.
Dieta a zona: esempio di spuntino da 1 blocco
Dieta a zona: esempio di pranzo o cena da 3 blocchi
L’alternativa ai blocchi: il metodo della mano
Per mettere in pratica la Zona, l’alternativa al metodo dei blocchi รจ il metodo a occhio, o metodo della mano. Si tratta di un sistema non preciso, meno accurato di quello con i blocchi, ma molto utile per chi vuole seguire la Zona senza dover prestare troppa attenzione a pesare i cibi e per i pasti fuori casa, quando il sistema dei blocchi puรฒ essere complicato da usare.
Si chiama cosรฌ perchรฉ consente di misurare i quantitativi di un pasto attraverso la propria mano. Ecco come funziona.
- Usa il palmo della mano per misurare le proteine: la quota di proteine deve corrispondere al volume (estensione e spessore) del tuo palmo (senza le dita).
- Usa il pugno per misurare i carboidrati: i carboidrati della frutta devono corrispondere al volume di 2 pugni, quelli di pane, pasta, riso al volume di un pugno.
Il resto del piatto puรฒ essere riempito con verdure (insalata, pomodori, spinaci, melanzane…)
Il metodo a punti
Un terzo sistema per seguire la dieta a Zona รจ quello dei โpuntiโ. E’ l’ultimo metodo ideato da Barry Sears e differisce dagli altri due nelle finalitร .
Il metodo a blocchi e quello a occhio hanno come obiettivo il bilanciamento dei macronutrienti, ovvero mirano a garantire il mantenimento del rapporto 40-30-30 tra carboidrati, proteine e grassi.
Il metodo a punti รจ finalizzato a limitare il carico glicemico complessivo di un pasto, ovvero la velocitร di ingresso del glucosio nel sangue a fronte della quantitร dei carboidrati assunti.
Questo metodo รจ quindi funzionale al rispetto di uno dei principi fondanti della dieta a Zona, ovvero quello di limitare il consumo dei carboidrati ad alto indice glicemico e privilegiare quelli a basso e medio IG, come frutta e verdura.
Un pasto rientra nelle logiche della dieta a Zona se, oltre a rispettare la proporzione 40-30-30 tra i macronutrienti, รจ al di sotto di una certa quota di punti, ovvero di una certa quota di carico glicemico.
La quota di punti da non superare a ogni pasto รจ di:
- 15 punti per una donna
- 20 punti per un uomo.
Quanti punti ha ogni alimento?
Nel volume del 2005 โThe Anti Inflammation Zoneโ, pubblicato in Italia col titolo โPrevenire con la Zonaโ, il primo in cui Sears teorizza il metodo a punti, รจ presente una tabella che spiega, con alcuni esempi, a quanti punti corrispondono alcuni tra i cibi di piรน comune utilizzo, indicandone anche le quantitร .
- 1 piatto di pasta cotta: 28 punti.
- ยผ di piatto di pasta integrale cotta: 7 punti.
- 1 patata media: 28 punti.
- Una pagnotta piccola: 28 punti.
- 1 tazza di riso: 35 punti.
- 4 tazze di broccoli cotti: 3 punti.
- ยฝ mela: 5 punti.
- 3 zollette di zucchero: 6 punti.
Come applicare correttamente la dieta a Zona a tavola: cibi da mangiare e da evitare
Proteine: magre e da fonti animali e vegetali
Il fulcro intorno al quale ruota la preparazione di un pasto completo e bilanciato sono le proteine. E’ importante prediligere una fonte favorevole (proteine magre) come carni bianche (pollo, tacchino), pesce, uova, legumi e derivati (per esempio i derivati della soia). Le carni rosse dovrebbero invece essere consumate con moderazione.
E’ importante, anche se non si segue una dieta vegetariana, inserire fonti di proteine vegetali almeno in alcuni pasti della settimana, per ridurre il carico di proteine animali.
Pochi carboidrati, meglio se a basso Indice Glicemico
Seguire la dieta a Zona richiede una forte attenzione alla โrisposta glicemicaโ che ogni alimento provoca a livello del sangue, quindi alle sue conseguenze sui livelli di insulina e glicemia. Per questo, รจ fondamentale non solo introdurre una quota adeguata di carboidrati (il 40%), ma anche scegliere quelli con un carico glicemico basso, per evitare picchi di insulina. Le fonti di carboidrati da preferire sono verdura cruda e frutta matura.
Il consumo di carboidrati ad alto IG, come pane, pasta e pizza, deve essere invece molto limitato.
Frutta e verdura in abbondanza
Frutta e verdura hanno un’importanza fondamentale nella dieta a Zona e devono essere consumate in abbondanza. Aiutano infatti a controllare l’assorbimento degli zuccheri, evitando le impennate di insulina provocate dai glucidi. La frutta, inoltre, contribuisce all’azione antinfiammatoria della dieta a Zona grazie alla sua ricchezza di polifenoli ad effetto antiossidante.
Bisogna naturalmente privilegiare quelle che inducono una risposta insulinica moderata, limitando le verdure amidacee (come carote e barbabietole) e la frutta molto zuccherina, come le banane e i fichi.
Grassi: limitare i saturi, occhio al giusto bilanciamento omega 3 / omega 6
Nella dieta a Zona รจ importante limitare il consumo di grassi saturi, preferendo per esempio le carni bianche a quelle rosse.
I grassi aggiunti da prediligere sono quelli di origine vegetale come lโolio di oliva, le noci o le mandorle. Se si consumano carni o formaggi grassi, รจ bene ridurre le dosi di grassi o non utilizzare il miniblocco dei grassi perchรฉ questi nutrienti sono giร presenti negli alimenti insieme alle proteine.
Un discorso a parte meritano gli acidi grassi omega 3 e omega 6. Questi acidi grassi essenziali sono precursori degli eicosanoidi, quindi la dieta a Zona, che รจ finalizzata a modulare la loro produzione attraverso lโalimentazione, suggerisce un riequilibrio fra acidi grassi omega 6, precursori degli eicosanoidi โcattiviโ, e gli omega 3, precursori degli eicosanoidi โbuoniโ: il rapporto fra omega 3 e omega 6 dovrebbe infatti essere 1:4, mentre il valore tipico dei regimi alimentari dei Paesi occidentali industrializzati รจ in media 1:10.
Per questo motivo, la dieta a Zona raccomanda di assumere con regolaritร cibi ricchi di omega 3 (come pesce azzurro, noci, olio di semi di lino, avocado) o, se necessario, prevedere delle integrazioni.
Dieta a Zona: critiche
Sono tante le critiche mosse alla dieta a Zona dalla comunitร scientifica. Ecco le principali.
Sbilanciamento tra i nutrienti e apporto proteico troppo elevato
La dieta a Zona รจ considerata una dieta iperproteica, che prevede un consumo troppo elevato di proteine, sia in assoluto che in rapporto agli altri macronutrienti, a discapito dei carboidrati. Le critiche sottolineano che l’apporto proteico della dieta a Zona sia superiore al fabbisogno raccomandato dai LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento per la popolazione italiana), che per un maschio adulto รจ di 0,71 g per kg di peso al giorno (le indicazioni della dieta a Zona prevedono un apporto che supera 1 g per kg di peso al giorno).
Dal punto di vista del bilanciamento dei nutrienti, il rapporto 40-30-30 tra carboidrati, proteine e grassi รจ molto distante dai principi della dieta Mediterranea, che prevede questa ripartizione delle calorie quotidianamente assunte:
- 45โ60% di carboidrati.
- 10โ12% di proteine.
- 20โ35% di grassi.
Potere chetogenico
Secondo alcune critiche, la dieta a Zona, a causa della forte riduzione dei carboidrati che prevede, determina la produzione di corpi chetonici, che l’organismo utilizza come fonte di energia al posto degli zuccheri. Queste sostanze, che vengono sviluppate come conseguenza di un’alterazione del metabolismo, determinano una condizione tossica per l’organismo, soprattutto a carico dei reni, costretti ad uno sforzo per eliminare i chetoni.
Dubbi sulla capacitร di controllo dei livelli di insulina
Una delle critiche alla dieta a Zona mette in discussione il suo principio fondante, ovvero la sua capacitร di controllare i livelli di insulina, evitandone i picchi, che deriverebbe dal fatto che questa dieta abbina ai carboidrati anche proteine e grassi.
Questo accostamento, secondo gli ideatori della dieta a Zona, permetterebbe di modulare i livelli di insulina perchรฉ le proteine favoriscono la produzione di glucagone (ormone antagonista dell’insulina), mentre i lipidi non hanno la proprietร di stimolare l’insulina. Abbinare ai carboidrati gli altri due nutrienti, inoltre, allungherebbe i processi digestivi, rallentando di conseguenza l’assimilazione dei glucidi e abbassandone cosรฌ l’impatto glicemico e insulinico.
Le critiche ritengono infondata questa teoria in considerazione del fatto che, dal punto di vista biochimico, tutti i macronutrienti, non solo i glucidi, hanno il potere di innalzare i livelli di insulina. Questo significa che un pasto misto, soprattutto se contenente una quota glucidica, stimola comunque la secrezione di insulina, e in misura maggiore rispetto all’assunzione della stessa quota di carboidrati da sola. I parametri piรน utilizzati per misurare l’impatto glicemico di un alimento sono l’indice glicemico e il carico glicemico, che perรฒ tengono conto solo della risposta indotta dai carboidrati.
C’รจ tuttavia un terzo parametro da considerare, ovvero l’indice insulinico, che riconosce la stimolazione insulinica da parte di tutti i nutrienti, anche se in misura diversa, sottolineando che i pasti misti (specie quelli che abbinano carboidrati e proteine) determinano una risposta insulinica, ovvero una secrezione di questo ormone, piรน alta della loro risposta glicemica, come si legge in uno studio dell’Universitร di Sidney pubblicato su The American Journal of Clinical Nutrition.
Dubbi sulla capacitร di stimolare il glucagone
L’altra critica mossa alla dieta a Zona riguarda la sua capacitร di favorire la produzione di glucagone, ormone antagonista dell’insulina. Le proteine stimolano, effettivamente, il rilascio di glucagone insieme all’insulina, ma questo succede se il pasto non contiene glucidi: in questi casi l’insulina, stimolata dagli aminoacidi degli alimenti proteici, in assenza di carboidrati causa ipoglicemia, condizione che deve essere controbilanciata dall’ormone antagonista dell’insulina, il glucagone appunto. Ma se nel pasto รจ presente anche una quota glucidica insieme a quella proteica, la produzione di glucagone si attenua perchรฉ l’insulina innesca processi come la lipogenesi (conversione dei glucidi in trigliceridi) che inibiscono la produzione di glucagone.
Dubbi sulla maggiore efficacia rispetto ad altre diete dimagranti
Il CREA ha sottolineato che non ci sono evidenze che dimostrino un effetto piรน favorevole sulla perdita di peso nel lungo periodo della dieta a Zona rispetto alle diete ipocaloriche Low-Fat.
Dieta difficile da applicare nella vita quotidiana
Altroconsumo, che in un’indagine che ha analizzato i piรน diffusi programmi alimentari per dimagrire, ha assegnato alla dieta a Zona la valutazione di โmediocreโ. Un giudizio legato al forte sbilanciamento nutrizionale di questa dieta, ma anche alla sua complicata articolazione dei pasti e ai costi.
Queste le motivazioni:
- Equilibrio tra nutrienti sbilanciato a favore delle proteine e a discapito dei carboidrati.
- Pessima facilitร di comprensione.
- Difficile da applicare alla vita di tutti i giorni, a causa del complesso meccanismo di calcolo del fabbisogno alimentare e dei blocchi.
- Costo medio-alto, soprattutto se si utilizzano prodotti a marchio.
Controindicazioni
Le principali controindicazioni della dieta a Zona sono legate dalla sproporzione tra i nutrienti, con un eccesso di proteine e una limitazione dei carboidrati.
L’elevata quota proteica, se fornita prevalentemente da alimenti di origine animale, puรฒ infatti avere effetti negativi sui livelli del colesterolo LDL e aumentare anche il rischio di insorgenza di alcuni tipi di tumore, a causa dell’aumento dei grassi saturi assunti.
La riduzione della quota di carboidrati, oltre a rendere la dieta nutrizionalmente sbilanciata, puรฒ anche compromettere importanti funzioni come quelle ormonali e cognitive, perchรฉ l’organismo, privato di una fonte energetica, non รจ in grado di svolgerle, come ci ha spiegato anche il nutrizionista, Lorenzo Traversetti.
Dieta a Zona: il commento del nutrizionista
“Chiamato con i nomi piรน disparati, lโincremento notevole nell’assunzione delle proteine a scapito dei carboidrati viene da sempre considerato, erroneamente, la migliore strategia per perdere peso mantenendo la propria salute – commenta Lorenzo Traversetti, biologo nutrizionista – . Tale approccio ha visto la sua massima applicazione nella dieta a zona. ร indubbio che se diamo meno energia al nostro corpo, lui usi le riserve per far funzionare le normali reazioni biochimiche e fisiologiche, ma tutto ciรฒ, specie se prolungato nel tempo, ha inevitabili conseguenze, spesso serie, sulla funzionalitร di reni e fegato“.
“Altro aspetto di non poco conto: il nostro corpo, quando gli diamo molta meno energia del dovuto, tende a eliminare tutti quei processi โnon prioritariโ, perchรฉ richiederebbero un surplus energetico che non stiamo fornendo, alterando funzionalitร importanti come la produzione ormonale o le capacitร cognitive. Un esempio: lโamenorrea come conseguenza di un apporto sbilanciato di nutrienti.
Come sempre, non รจ l’eliminazione di un nutriente a rendere funzionale un percorso nutrizionale bensรฌ il corretto stile di vita e unโalimentazione sana, varia e completa. Un esempio su tutti? La dieta mediterraneaโ.
Cosa ne pensa Melarossa
Melarossa non puรฒ che associarsi alla raccomandazione del nutrizionista, ovvero quella di affidarsi a diete complete, varie e ben bilanciate, che assicurano il controllo o la riduzione del peso senza rischi, ma anzi favorendo il mantenimento di un buono stato di salute. La dieta mediterranea รจ stata riconosciuta la migliore in questo senso, motivo per cui anche le diete personalizzate di Melarossa si ispirano a questo regime alimentare.
Se vuoi saperne di piรน e richiedere un menรน Melarossa tarato sulle tue caratteristiche, il tuo obiettivo peso e le tue preferenze alimentari, segui le indicazioni step by step della nostra guida all’iscrizione, compila i dati e ricevi subito la tua dieta su misura.
Fonti:
- CREA, Linee Guida per una Sana Alimentazione 2018
- Sinu, Societร Italiana di Nutrizione Umana, LARN
- The American Journal of Clinical Nutrition
- Altroconsumo, โDiete dimagranti: quali scegliere e quali evitareโ
- Dietazonaonline.com
- Enervit.com
- Zonediet.com