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Home » Salute » Dieta in gravidanza: i consigli per la salute di mamma e bambino

Dieta in gravidanza: i consigli per la salute di mamma e bambino

Tiziana Landi by Tiziana Landi
26 Luglio 2019
in Salute
dieta in gravidanza: consigli, cibi e nutrienti utili per mamma e bambino
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Sommario

  • Dieta in gravidanza: perché è importante che sia equilibrata
  • Come cambia il fabbisogno calorico in gravidanza
  • I nutrienti più importanti in gravidanza e in quali cibi li trovi
  • Dieta in gravidanza: cibi da evitare e raccomandazioni in cucina
  • Il fabbisogno di nutrienti nella donna in gravidanza
  • Carenze nutrizionali in gravidanza: i pericoli per mamma e feto
  • Patologie in gravidanza: come affrontarle anche a tavola

Aspettare un bambino è una delle esperienze più belle per una donna, un momento emozionante e delicato che richiede tante attenzioni in più. Quella per l’alimentazione è una delle più importanti: la giusta dieta in gravidanza aiuta infatti a mantenere il peso della futura mamma nella norma, le garantisce il giusto apporto di calorie e nutrienti, tiene lontano il rischio di carenze, tutti fattori che assicurano una gravidanza serena e sicura per la donna e una crescita sana per il suo bebè.

Dieta in gravidanza: perché è importante che sia equilibrata

Carenze o eccessi nutrizionali in gravidanza possono causare disturbi della crescita e dello sviluppo neuromotorio del feto, che si ripercuotono anche sulla sua salute in età adulta. Un deficit oppure un insufficiente trasporto di nutrienti possono determinare, per esempio, un basso peso alla nascita e piccole dimensioni in relazione all’età gestazionale, che predispongono a bassa statura nell’età adulta e a ridotta capacità cognitiva.

Un eccessivo aumento ponderale della mamma durante la gravidanza, invece, può avere effetti negativi sulla salute del feto, con maggiore possibilità di elevato peso alla nascita, aumento dei parti cesarei, adiposità e alterazioni del metabolismo glicemico nel bambino. Fattori che possono aumentare il rischio di obesità nei primi anni di vita e il rischio cardiometabolico in età adulta.

Un recente studio ha anche dimostrato che, in donne italiane sovrappeso, l’eccessivo aumento ponderale durante la gravidanza comporta un’alterazione morfologica della placenta (con riduzione sia dello spessore, sia dell’efficienza funzionale): un effetto che può essere attribuito all’elevato grado di infiammazione sistemica associato al cattivo status nutrizionale.

Ecco perché è essenziale che la dieta in gravidanza sia completa ed equilibrata, assicurando il corretto apporto di energia, macro e micronutrienti per evitare sia carenze che eccessi.

Come cambia il fabbisogno calorico in gravidanza

Sfatiamo un mito: non è vero che, per soddisfare le nuove esigenze e garantire una buona salute a mamma e bambino, in gravidanza si debba mangiare per due. E’ certamente vero che, se la dieta della donna non copre i bisogni del feto, il piccolo, per crescere, dovrà intaccare le riserve materne di nutrienti: questo, oltre ad aumentare il rischio di malattie per la madre, può influenzare negativamente lo sviluppo del bambino. Ma per non correre rischi, la mamma non deve raddoppiare il suo apporto calorico, bensì incrementarlo progressivamente nell’arco dei 9 mesi, passando da circa 70-80 Kcal in più nel primo trimestre a 350 Kcal di incremento nel secondo fino a 450 Kcal in più nell’ultimo trimestre.

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L’obiettivo è quello di mangiare sano e coprire il mutato fabbisogno, ma anche di contenere il peso, in particolare in presenza di fattori di rischio come la predisposizione al diabete o una condizione di sovrappeso o obesità che precede la gravidanza.

Qual è il giusto aumento di peso in gravidanza

Secondo i parametri medici, l’aumento di peso ideale in gravidanza è di circa 11-12 chili, ma molto dipende dall’Indice di Massa Corporea (IMC) pre-gravidanza: l’incremento dovrebbe essere maggiore nelle donne sottopeso, minore in quelle sovrappeso.

Indicativamente:

  • Se la donna inizia la gravidanza sottopeso (IMC inferiore a 18,5), le necessità di energia sono maggiori e l’aumento di peso auspicabile è fra i 12,5 e i 18 kg.
  • Se la donna è normopeso (IMC fra 18,5 e 25) all’inizio della gravidanza, l’aumento di peso auspicabile è fra gli 11,4 e i 16 kg.
  • Per chi inizia la gravidanza in sovrappeso (IMC superiore a 25), è auspicabile contenere l’aumento di peso fra i 7 e gli 11,5 kg.
  • Per chi è obesa all’inizio della gravidanza (IMC superiore a 30), l’incremento di peso raccomandato si aggira sui 7 kg.

L’aumento di peso, orientativamente, dovrebbe essere così distribuito nell’arco dei 9 mesi di gravidanza:

  • primo trimestre: 1,5/ 2 chili, cioè circa 500 g al mese
  • secondo trimestre: 4,5/5,5 chili, ovvero 350 – 450 g alla settimana
  • terzo trimestre: 2,5/3,5 chili, ovvero 200 – 300 g alla settimana.

I nutrienti più importanti in gravidanza e in quali cibi li trovi

Ci sono una serie di nutrienti che si rivelano particolarmente importanti per la corretta crescita del feto e per la salute della mamma. E’ essenziale quindi assicurarsene la giusta quantità in gravidanza, portando a tavola i cibi che ne sono più ricchi e prevedendo, quando necessario e su consiglio del medico, le opportune integrazioni.

Proteine

In gravidanza, il fabbisogno di proteine aumenta progressivamente per sostenere la sintesi proteica a livello dei tessuti materni e la crescita fetale (massima nel corso del terzo trimestre).

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Proteine: in quali cibi le trovi

Per coprire questa aumentata necessità di proteine in gravidanza, è importante portare in tavola carni magre, pesce, uova, latte, formaggi e latticini, ma anche pane, pasta, riso e altri cereali che, se non troppo raffinati, contribuiscono anche a prevenire la stipsi, disturbo frequente durante la gravidanza. Anche i legumi apportano una buona quota di proteine vegetali, ma possono favorire la comparsa di meteorismo e di coliche addominali, condizioni che in gravidanza è particolarmente raccomandabile evitare: in questi casi, è meglio limitarne il consumo a massimo 2-3 volte a settimana ed eventualmente scegliere l’espediente di consumarli passati o decorticati.

Calcio

Il calcio è il minerale più presente nell’organismo, importantissimo per assicurarci il raggiungimento e mantenimento della massa ossea e tenere lontano il rischio di osteoporosi. In gravidanza, è fondamentale per il corretto sviluppo del feto ma anche per evitare rischi per la salute della mamma: se non è l’alimentazione materna a fornire questo minerale al feto, saranno le ossa della madre a privarsene, decalcificandosi. Assicurarsene la giusta quota determina una maggiore mobilizzazione del calcio dallo scheletro materno e un più efficiente assorbimento intestinale.

Calcio: i cibi più ricchi

Il calcio è presente in abbondanza in latte, formaggi e latticini, ma anche nel pesce, nell’acqua ad alto contenuto di calcio, nei legumi e nelle verdure a foglia verde.

Vitamina D

La vitamina D partecipa al metabolismo del calcio, favorendone l’assorbimento a livello intestinale e il deposito nelle ossa: è quindi fondamentale per il corretto sviluppo e la salute dell’apparato scheletrico.

Nella prima fase della gestazione la vitamina D è coinvolta nella modulazione del sistema immunitario, contribuendo a favorire l’impianto embrionale e la regolazione della secrezione di diversi ormoni.

Secondo un recente documento di consenso della Società Italiana di Pediatria (SIP), della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), lo stato vitaminico D della mamma durante la gravidanza potrebbe influenzare i processi di acquisizione della massa ossea del feto e del nascituro, anche nelle epoche successive della vita fino al raggiungimento del picco di massa ossea. Questi risultati confermano l’importanza della vitamina D in gravidanza.

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Vitamina D: in quali cibi la trovi

La vitamina D viene sintetizzata nell’organismo in seguito all’esposizione alle radiazioni ultraviolette, soprattutto quando vengono esposte parti del corpo caratterizzate da ossa lunghe come il femore o l’omero. Tra i cibi che ne contengono maggiori quantità, l’olio di fegato di merluzzo ne è particolarmente ricco. Fonti importanti sono anche i pesci (soprattutto quelli grassi come l’aringa e il salmone), il fegato di maiale, le uova, il burro, i formaggi grassi. La sua presenza in cibi particolarmente grassi non è casuale: si tratta infatti di una vitamina liposolubile, che dunque ha bisogno di essere assunta insieme a dei grassi affinché possa essere adeguatamente assimilata a livello intestinale.

Ferro

dieta in gravidanza nutrienti importanti

Coinvolto in numerosi processi enzimatici, il ferro, costituente dell’emoglobina, della mioglobina e di diversi enzimi, svolge un ruolo essenziale nel trasferimento dell’ossigeno ai tessuti.

Il fabbisogno di questo minerale in gravidanza aumenta progressivamente fino al terzo mese, parallelamente all’accumulo di ferro nei tessuti fetali.

Ferro: in quali cibi lo trovi

Il ferro può essere assunto nella forma eme (con alimenti di origine animale) più biodisponibile, o nella forma non-eme (con cibi vegetali). Carne e pesce, ma anche legumi e verdure a foglie verdi rappresentano le principali fonti alimentari di questo minerale. Per aumentare l’assorbimento della forma non eme, risulta utile l’abbinamento con alimenti contenenti acido ascorbico (noto come vitamina C), come, per esempio, il limone.

Folati

I folati sono un complesso vitaminico idrosolubile appartenente al gruppo B (a cui appartiene anche la vitamina B9, meglio nota come acido folico) che svolge un ruolo chiave nella sintesi del DNA, nei processi di replicazione cellulare, nella regolazione dell’espressione genica e nel metabolismo degli aminoacidi. L’incremento fisiologico di consumo di folati da parte delle cellule materne durante la gravidanza, per la costituzione delle cellule e dei tessuti fetali, fa sì che il fabbisogno di questi composti aumenti.

Folati: dove li trovi

I folati sono contenuti soprattutto nei vegetali a foglie verdi, nella frutta (ad esempio nelle arance), nei cereali e nelle frattaglie.

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Vitamina B12

Il principale ruolo biochimico della vitamina B12 è quello di mediare la replicazione di DNA ed RNA (insieme ai folati), rendendo possibile il rinnovamento cellulare: per questo, così come per i folati, anche il fabbisogno di questa vitamina in gravidanza aumenta. La vitamina B12 è anche determinante per l’ottimale sviluppo dei globuli rossi e per le funzionalità del sistema nervoso centrale.

Vitamina B12: in quali cibi la trovi

La vitamina B12 è praticamente assente nelle fonti vegetali, ad eccezione di modeste quantità contenute nelle alghe, mentre ne sono ricchi i cibi di origine animale, in particolare fegato, pesce azzurro, aringhe, salmone, uova, carne, latte e derivati.

Iodio

Lo iodio è un elemento fondamentale per la formazione degli ormoni tiroidei FT3 ed FT4 e, dunque, per garantirne il corretto funzionamento per il feto, dalla crescita alla formazione e allo sviluppo di organi e apparati oltre che del sistema nervoso. Un adeguato apporto di questo minerale con la dieta è garanzia di eutiroidismo per il nascituro, dato che la tiroide fetale comincia a funzionare solo intorno alla dodicesima settimana di gestazione.

Iodio: in quali cibi lo trovi

Pesci e crostacei sono le principali fonti di iodio, che è presente anche nell’acqua e nei vegetali. Un aiuto per coprire l’aumentato fabbisogno di iodio in gravidanza arriva anche dall’abitudine di utilizzare il sale iodato in cucina.

Grassi

In gravidanza, è importante assicurarsi anche la giusta quota di grassi e, soprattutto, fare attenzione alla loro composizione. Molto importante è l’assunzione di grassi polinsaturi, soprattutto quelli omega 3, EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico). Quest’ultimo, in particolare, è l’acido grasso a più lunga catena e a più elevato grado di insaturazione e si rivela fondamentale in quanto costituente importante soprattutto del cervello e della retina.

Secondo l‘EFSA, consumare fino a 3-4 porzioni di pesce alla settimana durante la gravidanza garantisce un apporto di grassi EPA e DHA adeguato per il corretto sviluppo del feto, senza comportare rischi significativi di contaminazione da metilmercurio, almeno per quanto concerne il pesce commercializzato in Europa. (EFSA Scientific Committee, 2015. Statement on the benefits of fish/seafood consumption compared to the risks of methylmercury in fish/seafood. EFSA Journal 2015:13(1):3982, 36 pp.)

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Grassi omega 3: dove li trovi a tavola

Gli omega 3 sono presenti in abbondanza nel pesce, soprattutto nei pesci grassi come acciughe, salmone e sgombro. In gravidanza, è bene preferire pesci di taglia piccola come sarde, alici, sgombro rispetto a quelli di grossa taglia, che tendono ad accumulare un maggiore quantitativo di contaminanti. Con la limitazione ai grassi EPA, essi possono essere rinvenuti in buone quantità anche nella frutta secca oleosa.

Acqua

Anche l’acqua è un elemento da non dimenticare tra quelli indispensabili in gravidanza. La gestante, infatti, oltre ai propri bisogni, deve coprire anche quelli gestazionali e fetali (sangue materno, liquido amniotico e annessi, sangue e tessuti fetali) per una richiesta totale a termine di circa 8 litri. E’ quindi opportuno aumentare leggermente la normale razione di 1,5/2 litri al giorno.

dieta in gravidanza: tabella nutrienti e cibi utili

Dieta in gravidanza: cibi da evitare e raccomandazioni in cucina

Oltre a seguire una dieta varia e completa che assicuri tutti i nutrienti di cui mamma e bambino hanno bisogno, è importante anche adottare alcune regole di igiene nella preparazione degli alimenti. Due i principi base: i cibi devono essere ben cotti e ben lavati.

L’importanza della cottura

La cottura è importante soprattutto nel caso di carne, pesce e uova, per evitare di contrarre infezioni, come la toxoplasmosi, la salmonella o la listeriosi, che possono causare aborto o essere trasmesse dalla mamma al feto con conseguenze anche gravi, come malformazioni e danni al sistema nervoso.

Sì quindi alle carni, a pesce, molluschi e crostacei cotti, ai salumi come la fesa di tacchino, il prosciutto cotto e la mortadella. Altri salumi, come prosciutto crudo e bresaola e in generale tutti i salumi freschi o poco stagionati (es: salsicce), dovrebbero essere evitati oppure consumati cotti nelle pietanze.

Per quanto riguarda il latte, meglio privilegiare quello fresco o a lunga conservazione (UHT) ed evitare il latte crudo, oppure consumarlo dopo bollitura. Sul fronte dei formaggi, sono da preferire quelli stagionati, da evitare invece quelli molli o semimolli, con crosta e muffe (come Gorgonzola e brie).

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Per quanto riguarda le uova, è consigliabile cucinarle sode ed evitare di mangiarle crude o poco cotte (alla coque o all’occhio di bue), così come sarebbe preferibile evitare di mangiare zabaione, maionese, creme o tiramisù fatti in casa, per il rischio di salmonella.

Importante è anche lavarsi bene le mani dopo aver maneggiato cibi crudi o toccato il guscio delle uova ed evitare che i cibi crudi vengano a contatto con quelli cotti (per esempio in frigorifero).

Frutta e verdura: sì, ma ben lavate

Frutta e verdura possono essere consumate crude, a condizione di lavarle molto bene, per rimuovere gli inquinanti o le sostanze dannose che possono essere presenti sulla superficie esterna. In particolare per quanto riguarda la frutta, una buona abitudine potrebbe essere quella di rimuovere la buccia, ovvero la porzione del prodotto che tende ad accumulare la maggiore quantità di sostanze “pericolose”.

Attenzione al sale

Importante per la donna in gravidanza, ma in generale per tutti, ridurre il consumo di sale, che aumenta il rischio di ipertensione e malattie cardiovascolari: meglio sostituirlo con le spezie.

Caffè e tè con moderazione

Sul fronte delle bevande, è bene limitare il consumo di caffè e tè (si consiglia di non superare le 3 tazzine di caffè e le 3 tazze di tè) e in generale di tutte le bevande che contengono caffeina o sostanze eccitanti simili. Da evitare, o limitare fortemente, il consumo di alcolici, soprattutto durante il primo e secondo trimestre, in cui si formano i diversi organi. E’ stato dimostrato, infatti, che l’assunzione di alcol, in particolare di superalcolici, può predisporre a malformazioni fetali, ritardo mentale, calo di peso alla nascita, difficoltà di alimentazione e ritardo di accrescimento del neonato.

Con questi accorgimenti, la futura mamma potrà seguire un’alimentazione varia, completa e sicura, senza rischi per sé e per il suo bambino.

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dieta in gravidanza fabbisogno nutrienti

Il fabbisogno di nutrienti nella donna in gravidanza

Ma come cambia il fabbisogno di nutrienti nella donna in gravidanza? Ci sono differenze da trimestre a trimestre? E in quali casi l’alimentazione non basta e serve un’integrazione? Vediamolo, nutriente per nutriente.

Proteine

Secondo i LARN, i livelli di assunzione raccomandata per la popolazione (PRI) corrispondono a 54 g/die per una donna adulta.

L’apporto proteico in gravidanza deve essere aumentato progressivamente dal primo trimestre (1g/die), al secondo (8 g/die) fino al terzo (26 g/die).

Calcio

Il fabbisogno di calcio aumenta in modo significativo durante la gravidanza: la richiesta da parte del feto varia, infatti, dai 50 mg/die a metà della gravidanza fino a 330 mg/die al termine. I LARN fissano i valori di riferimento a 1,2 g/die di calcio durante la gravidanza, mentre l’OMS raccomanda un apporto di 1,5-2,0 g/die di calcio dalla ventesima settimana fino alla fine della gravidanza, soprattutto per le donne a rischio di ipertensione gravidica.

Vitamina D

Il fabbisogno di vitamina D da garantire dall’inizio e per tutta la durata della gravidanza è pari a 15 μg/die. Nelle donne con fattori di rischio per deficit di vitamina D, può aumentare fino a 25-50 μg/die.

Ferro

L’apporto di ferro raccomandato in gravidanza secondo i LARN 2014 è di 27 mg/die.

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Folati

I livelli di assunzione di riferimento in gravidanza, secondo i LARN, aumentano del 50% per le gestanti rispetto alle altre donne in età fertile (600 μg/die vs 400 μg/die).

Vitamina B12

In gravidanza, il fabbisogno di vitamina B12 sale a 2,6 μg/die.

Iodio

In gravidanza, il fabbisogno di iodio aumenta del 50%, fino a raggiungere i 200 μg/die.

Grassi Omega 3

Rispetto ai 200 mg indicati dai LARN come quota giornaliera di riferimento di EPA e DHA per la popolazione adulta, il fabbisogno di DHA aumenta di 100-200 mg al giorno durante la gravidanza e allattamento,

Ecco una tabella che riassume il fabbisogno dei principali nutrienti in gravidanza.

dieta in gravidanza: tabella fabbisogno nutrienti

Dieta in gravidanza: quando serve un’integrazione

Per assicurare la copertura del fabbisogno in gravidanza, una dieta equilibrata e completa è indispensabile, ma per alcuni nutrienti è raccomandata una supplementazione, perché l’alimentazione da sola non è in grado di garantire l’aumentata richiesta.

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Questo può valere, in particolare, per acido folico (vitamina B9) e iodio, ma anche per vitamina B12, vitamina D e ferro.

L’integrazione più opportuna dovrà essere valutata insieme al ginecologo, per evitare carenze pericolose per mamma e bambino.

Carenze nutrizionali in gravidanza: i pericoli per mamma e feto

Carenze di nutrienti possono mettere a rischio la salute della mamma e il corretto sviluppo del bambino. Vediamo come.

  • Proteine: un apporto troppo basso è associato a potenziali effetti negativi in termini di peso e lunghezza del bambino alla nascita, con il rischio di portare ad un sottosviluppo, mentre una quota proteica eccessivamente elevata potrebbe interferire con lo sviluppo del feto predisponendolo con maggiore possibilità a rischio di ipertensione oltre a rendere più alta la probabilità di un parto prematuro.
  • Calcio: un inadeguato apporto di calcio durante la gestazione può causare basso peso alla nascita, aumentato rischio di parto pretermine e peggiore controllo della pressione sanguigna del neonato oltre ad un maggior rischio di osteopenia (o, peggio ancora, osteoporosi, nella gestante).
  • Vitamina D: basso peso alla nascita, difetti nello sviluppo dello scheletro e problemi di salute nei primi anni di vita, come le infezioni respiratorie e le malattie allergiche, possono essere conseguenza di un apporto inadeguato di vitamina D con la dieta materna. Assicurare alla donna in gravidanza la giusta quota di vitamina D riduce anche il rischio di preeclampsia e parto pretermine.
  • Ferro: la carenza di ferro in gravidanza può compromettere la crescita e lo sviluppo del feto e aumentare il rischio di parto pretermine, emorragia post-partum e basso peso alla nascita. Secondo alcuni studi, livelli inadeguati di ferro durante la gravidanza aumenterebbero anche il rischio cardiovascolare per il figlio in età adulta. Un apporto troppo elevato di ferro può invece comportare stress ossidativo, perossidazione lipidica, alterazioni del metabolismo del glucosio e ipertensione gravidica.
  • Folati: un’adeguata assunzione di acido folico, non solo durante la gravidanza ma anche nei tre mesi precedenti, aiuta a ridurre il rischio di malformazioni del feto, in particolare spina bifida e difetti del tubo neurale. Studi recenti ne suggeriscono l’importanza anche per la riduzione del rischio di malattie cardiache congenite e per il corretto sviluppo placentare.
  • Vitamina B12: come nel caso di una carenza di folati, anche un insufficiente apporto di vitamina B12 può causare difetti del sistema nervoso nel bambino.
  • Iodio: la carenza di iodio in gravidanza può essere causa di aborto, aumento della mortalità perinatale e del rischio di anomalie congenite, alterazioni neurologiche, deficit mentale. Un deficit anche solo lieve o moderato è associato a un elevato rischio di ipotiroidismo neonatale, soprattutto per i nati pretermine.
  • Omega 3: un’adeguata assunzione di grassi omega 3, in particolare di DHA, è fondamentale per il corretto sviluppo delle cellule cerebrali e della retina.
dieta in gravidanza carenze rischi

Principali fattori che possono causare carenze e squilibri nutrizionali

Fumo

Oltre ad aumentare il rischio di parto pre-termine e basso peso alla nascita, il fumo durante la gestazione è associato a minori livelli di DHA sia nel plasma materno sia nel latte. Per questo, fumare durante la gravidanza può causare una riduzione dell’apporto di questo importante acido grasso al feto e poi al bambino. Nello specifico, i livelli di assunzione di DHA con il latte da parte di nati da fumatrici sarebbero ridotti del 50%, a causa della riduzione della sintesi di DHA a livello delle cellule della ghiandola mammaria causata dai componenti del fumo da sigaretta.

Diete di esclusione

Particolare attenzione deve essere prestata nel caso in cui la donna in gravidanza segua diete che prevedono l’esclusione di intere categorie di alimenti, per motivi di salute, culturali o etici. Esclusioni specifiche dalla dieta di madri sane non sono infatti mai indicate, perché potrebbero determinare carenze nutrizionali. Le diete vegetariane e vegane, sempre più diffuse, richiedono particolare cautela: se, infatti, alla dieta latto-ovo-vegetariana è riconosciuta una buona qualità nutrizionale complessiva, la dieta vegana, che prevede l’esclusione di tutti gli alimenti di origine animale, risulta inadeguata per coprire le necessità della donna in gravidanza, senza le opportune integrazioni.

Una revisione degli studi su queste due diete non ha evidenziato effetti negativi per il feto, ma ha fatto osservare un più alto rischio di basso peso alla nascita per il bambino e di carenza di ferro e vitamina B12 per la mamma. L’esclusione dalla dieta di latte e derivati può anche determinare una carenza di calcio: questo minerale è infatti presente anche negli alimenti di origine vegetale, ma in una forma meno biodisponibile, quindi di più difficile assimilazione. Studi scientifici sottolineano come bambini nati da genitori che seguono un regime alimentare vegano tendano ad avere una minore lunghezza delle ossa lunghe (femore ed omero) rispetto ad un bambino di pari età e sesso ma che segua un regime alimentare latto-ovo-vegetariano o onnivoro.

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Adolescenza

La gravidanza in età adolescenziale è associata ad un più alto rischio di carenze nutrizionali e, di conseguenza, ad un aumentato rischio di bambini nati prematuri e con basso peso. Una problematica che in parte dipende dalle scelte alimentari della giovane mamma, spesso poco equilibrate, ma che è anche legata al fatto che le gestanti adolescenti sembrano non veicolare correttamente le proprie riserve di grasso nelle fasi finali della gravidanza per mantenere un’ottimale crescita fetale. Questa incapacità potrebbe essere legata al fatto che, essendo l’organismo della mamma ancora in fase di sviluppo, tenderebbe a tenere per sé queste riserve. Si scatenerebbe, cioè, una sorta di “competizione nutrizionale” tra mamma e feto, motivo per cui una gravidanza in età adolescenziale deve essere monitorata dal punto di vista alimentare, per ridurre il rischio di complicanze.

Gravidanze multiple e ripetute

Gravidanze multiple o ravvicinate rischiano di intaccare le riserve materne, quindi in questi casi è utile valutare lo stato nutrizionale della donna in modo da impostare una dieta adeguata e prevedere le opportune integrazioni, se necessarie.

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Patologie in gravidanza: come affrontarle anche a tavola

Ci sono alcune patologie che, in gravidanza, possono mettere a rischio la salute di mamma e bambino. Tra queste, il diabete gestazionale, le disfunzioni della tiroide e la celiachia. Vediamo come possono essere gestite al meglio, anche con le giuste scelte a tavola.

Diabete gestazionale: la dieta giusta

Il diabete gestazionale è una condizione diabetica che si verifica in gravidanza. Consiste in un’alterazione del metabolismo del glucosio per cui, durante la gestazione, si assiste a un aumento dei valori della glicemia basale. Una patologia che non deve essere sottovalutata, perché se non trattata può causare rischi sia per la mamma che per il bambino: tra questi, macrosomia, ovvero eccessiva crescita del feto, con parto difficile e pericolo di emorragie, ma anche sofferenza fetale e rischio di ipoglicemia alla nascita.

Fortunatamente, questa patologia può essere tenuta sotto controllo con dieta e terapie adeguate. Sul fronte dell’alimentazione, è utile aumentare un po’ il consumo di cibi integrali, ricchi di fibre, che rallentano l’assorbimento di zuccheri e amidi, e ridurre il consumo di zuccheri semplici e grassi saturi per tenere sotto controllo i valori della glicemia.

Importantissimo, in ottica di prevenzione, è anche adottare uno stile alimentare sano ancora prima della gravidanza, per evitare una condizione di sovrappeso che rappresenta un fattore di rischio per il diabete gestazionale. Dunque abbinare del movimento alla corretta alimentazione è un modo efficace per prevenire (o gestire) questa patologia.

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Disturbi della tiroide: l’importanza dello iodio

Per quanto riguarda la tiroide, nei primi 3 mesi della gravidanza questa ghiandola aumenta la produzione di ormoni tiroidei per far fronte alle esigenze dell’embrione, che ancora non ne produce e deve, quindi, fare affidamento sulla tiroide della mamma.

E’ importante, quindi, assicurare alla donna la giusta riserva di iodio, il più potente modulatore della funzione tiroidea, sia attraverso l’alimentazione, sia attraverso l’eventuale ricorso ad una integrazione in accordo con il ginecologo. In caso di disfunzioni tiroidee accertate in gravidanza, la donna dovrà impostare con il ginecologo e l’endocrinologo una cura adeguata, da valutare sulla base della problematica riscontrata (ipo o ipertiroidismo) e dello stato di avanzamento della gravidanza.

La carenza di ormoni tiroidei legati all’ipotiroidismo può, infatti, causare al bambino un ipotiroidismo congenito, oltre ad avere conseguenze gravi sulla salute di mamma e feto. Allo stesso modo, l’ipertiroidismo, e in particolare la malattia di Graves, che può insorgere o acuirsi nel primo trimestre di gravidanza, può portare a complicanze come travaglio precoce e preeclampsia.

Celiachia e gravidanza

La celiachia, se non diagnosticata e trattata, o se associata a patologie autoimmuni come la tiroidite di Hashimoto o al diabete di tipo 1 non controllate da adeguata terapia, può rappresentare un rischio in gravidanza, perché si lega a una maggiore incidenza di complicanze come propensione all’aborto, parto prematuro, insorgenza di malformazioni nel bambino associate all’assunzione di glutine.

Tuttavia, se la celiachia viene diagnosticata e trattata con una dieta aglutinata stretta, e se le patologie autoimmuni associate sono controllate con un’adeguata terapia, questa condizione non rappresenta un pericolo per la gravidanza, che in genere giunge a termine senza problemi. La dieta della donna incinta celiaca deve naturalmente prevedere, come per tutti i celiaci, la completa esclusione del glutine, prestando anche attenzione che questa sostanza non sia presente in medicine, integratori, composti multiminerali prescritti dal medico.

L’esclusione del glutine non è invece né necessaria né utile se la donna incinta non è celiaca, come non lo è per tutte le persone che non sono intolleranti al glutine.

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Articolo scritto in collaborazione con il dottor Lorenzo Traversetti, biologo nutrizionista.

Fonti:

Linee guida CREA “Consigli speciali per persone speciali”

NFI, “Alimentazione materna e fabbisogno di nutrienti in gravidanza e allattamento”

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Tiziana Landi

Tiziana Landi

Laureata in Scienze della Comunicazione, sono una giornalista specializzata in produzione di contenuti sui media digitali e tradizionali, content e social media marketing. Sono esperta di cucina light e alimentazione sana e all'interno di Melarossa mi occupo soprattutto di pianificazione editoriale e coordinamento redazionale.

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