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La dieta per l’ipotiroidismo è uno strumento certamente utile per gestire l’ipotiroidismo, una malattia piuttosto diffusa dovuta a un mal funzionamento della tiroide causato da un’insufficiente produzione di ormoni tiroidei.
In realtà non è possibile affermare che esiste una dieta per l’ipotiroidismo, perché le scelte alimentari da sole non bastano a curare la malattia ma svolgono comunque un ruolo importante per favorire il funzionamento della tiroide.
Scopriamo allora quali sono gli alimenti consigliati da introdurre nella dieta per l’ipotiroidismo, sia per tenere sotto controllo il peso, sia per aiutare la ghiandola tiroidea a funzionare al meglio.
Cos’è l’ipotiroidismo
Tra le malattie legate alla ghiandola tiroidea, c’è l’ipotiroidismo, un disturbo che si manifesta quando la tiroide produce un livello insufficiente di ormoni tiroidei. Si può rilevare attraverso un semplice prelievo del sangue per misurare i livelli di T3 e T4, gli ormoni tiroidei, e di tireotropina (TSH), l’ormone prodotto dall’ipofisi con il preciso scopo di stimolare la funzionalità tiroidea.
Infatti, la tiroide è una ghiandola molto importante per il nostro corpo. Regola il metabolismo e influisce sul sistema cardiovascolare e sul sistema nervoso. È dunque evidente che una tiroide che non funziona correttamente può avere conseguenze anche rilevanti sulla nostra salute.
È una condizione che colpisce più le donne rispetto agli uomini, soprattutto in età fertile, mentre in gravidanza si manifesta con un’incidenza 100 volte superiore rispetto all‘ipertiroidismo.
Ipotiroidismo: sintomi
Non sono pochi i segnali dell’ipotiroidismo che è bene non sottovalutare:
- Eventuale gonfiore della ghiandola tiroidea.
- Aumento di peso.
- Senso di stanchezza e debolezza.
- Intolleranza al freddo.
- Dolori muscolari.
- Alterazioni ormonali e/o del ritmo cardiaco.
- Rallentamento generale dell’attività fisica e psichica e tendenza alla depressione.
Dieta per ipotiroidismo: cosa mangiare
L’ipotiroidismo tende a rallentare il metabolismo, causando spesso un incremento del peso. Pertanto, chi soffre di questa condizione dovrebbe prestare particolare attenzione alla propria alimentazione, optando per cibi che possano attenuare gli effetti di una ridotta produzione ormonale.
Sebbene la dieta e le scelte alimentari non siano in grado di curare l’ipotiroidismo, giocano però dei ruoli importanti nella gestione di questa condizione. Tra cui:
- Supporto alla funzione tiroidea: alcuni nutrienti come lo iodio, lo zinco e il selenio sono fondamentali per il corretto funzionamento della tiroide e possono essere trovati in vari alimenti.
- Prevenzione dell’interferenza: ci sono alimenti, come quelli che contengono soia, che possono ostacolare l’attività normale della tiroide. Ridurne il consumo può quindi contribuire ad alleviare i sintomi associati all’ipotiroidismo.
- Assorbimento dei farmaci: alcuni alimenti e integratori possono influenzare negativamente l’assorbimento dei farmaci tiroidei sostitutivi. Limitare il loro consumo può migliorare l’efficacia del trattamento.
Il nostro corpo non è in grado di produrre naturalmente lo iodio, sostanza però necessaria alla produzione degli ormoni tiroidei. Per questo è importante assumere questo minerale essenziale scegliendo cibi che ne sono più ricchi.
Il selenio, invece, è un potente antiossidante che svolge un ruolo basilare nella produzione degli ormoni tiroidei. Gli stessi tessuti della tiroide contengono il selenio.
Infine, lo zinco, un altro minerale che ha importanti effetti benefici sugli ormoni tiroidei e quindi sul metabolismo complessivo.
Un discorso a parte va fatto per il latte, anzi per il tipo di latte. Difatti il latte intero, e quindi i latticini che ne derivano, per il loro contenuto in grassi è consigliabile consumarli con molta moderazione o evitarli in caso di ipotiroidismo. Invece, il latte parzialmente scremato, con una forte riduzione della quota di grassi, può essere consumato anche tutti i giorni senza alcun problema.
Perché è importante lo iodio?
Quando si parla di iodio si parla di un nutriente indispensabile per il corretto funzionamento del nostro organismo. Infatti, una sua carenza può addirittura mettere a repentaglio le funzioni vitali, mentre la sua normale presenza aiuta a mantenere in buona salute gli organi e a prevenire diverse malattie.
Quindi la quantità di iodio da assumere ogni giorno per gli adulti è 150 μg/die. Per mantenere in salute la nostra tiroide è dunque essenziale fare attenzione all’apporto iodico nella dieta, preferendo cibi salutari, ricchi di sostanze nutritive e controllando il peso corporeo.
A questo proposito, il sale iodato è un ottimo alleato, si trova facilmente in commercio, costa poco e si usa in cucina per insaporire. In un grammo di sale iodato ci sono circa 30 microgrammi di iodio.
Certamente non è opportuno consumare troppo sale, per evitare problemi ai reni e alla pressione sanguigna. Infatti, l’OMS raccomanda un consumo di sale giornaliero non superiore ai 5 grammi, contando anche quello naturalmente presente negli alimenti.
Dieta per ipotiroidismo: alimenti ricchi di iodio
I principali alimenti che contengono iodio per la tua dieta sono:
- Cefalo e platessa: 190 μg.
- Latte vaccino scremato in polvere:150 μg.
- Bottarga, caviale, cozze, vongole:140 μg.
- Baccalà, merluzzo, stoccafisso: 110 μg.
- Gamberetti, astice, aragosta: 100 μg.
- Yogurt di latte vaccino: 63 μg.
- Uova: 53 μg.
- Gorgonzola: 46 μg.
Alimenti ricchi di selenio
Oltre allo iodio, è necessario assumere anche il selenio, l’elemento principale di alcune proteine responsabili della produzione degli ormoni tiroidei. Il fabbisogno quotidiano è di 55 μg/die.
È presente soprattutto nei seguenti alimenti:
- Frattaglie.
- Pesce azzurro.
- Frutti di mare.
- Carne bovina, ovina, suina.
- Carni bianche.
- Uova.
- Latte e derivati.
- Cereali.
Anche in questo caso, frutta e verdura ne contengono quantità trascurabili. Altri alimenti con buone quantità di selenio sono funghi e lievito di birra.
Alimenti ricchi di zinco
Lo zinco è responsabile dell’attivazione di moltissime funzioni organiche e dovrebbe essere sempre presente nella nostra dieta per garantirci un’efficienza ottimale.
Lo troviamo soprattutto in:
- Ostriche.
- Germe di grano.
- Fegato di vitello.
- Semi di sesamo.
- Fagioli.
- Carne di manzo.
- Semi di zucca.
- Lenticchie.
Dieta per ipotiroidismo: cibi da evitare
Possiamo quindi proteggere la tiroide anche a tavola, evitando i cibi che possono interferire con il suo corretto funzionamento. Tra questi:
- Latte intero e derivati. Nonostante il latte con integrazione di iodio sia una buona fonte di questa sostanza, ne riduce però l’assorbimento intestinale.
- Verdure come broccoli, cavoli, rape, cavolini di Bruxelles e rucola, in particolare, contengono glucosinolati, sostanze che ostacolano l’assorbimento dello iodio da parte della tiroide.
- Soia. Anche gli isoflavoni contenuti nella soia impediscono l’utilizzo dello iodio da parte della ghiandola tiroidea.
- Caffè e tè. Interferiscono con l’assorbimento della tiroxina.
- Alcol. L’abuso di alcol è associato a una più alta incidenza di cancro alla tiroide.
- Cibi confezionati. Contengono grandi quantità di sale non iodato, che aumenta il rischio di ritenzione idrica, ipertensione arteriosa e malattie cardiache.
- Glutine. L’intolleranza al glutine sembra essere associata alla tiroidite di Hashimoto (una patologia autoimmune caratterizzata dalla presenza di anticorpi diretti contro le cellule tiroidee).
In aggiunta, anche le modalità di cottura sono importanti per l’assorbimento dello iodio. E così la frittura lo riduce del 20%, la cottura alla griglia del 23%, la bollitura fino al 58%, la lievitazione fino al 25%, la cottura in forno fino al 70%.
Alimenti e farmaci
L’ipotiroidismo è un disturbo che i farmaci riescono a controllare molto bene. Si tratta di sostanze che vanno a sostituire la carenza ormonale.
Tuttavia ci sono alcuni alimenti e alcuni integratori che possono interferire con la terapia farmacologica. Tra questi, gli integratori di ferro o calcio, multivitaminici o antiacidi, così come i prodotti a base di soia, la caffeina e gli alcolici.
Anche le fibre alimentari possono ostacolare l’assorbimento del farmaco, ma è anche vero che sono preziose alleate per il benessere dell’intestino. Quindi è consigliabile assumere frutta e verdura lontano dall’assunzione del farmaco. Stesso discorso per il latte che, di conseguenza, è meglio consumare con moderazione.
Conclusioni
Seguire una dieta equilibrata e ricca di nutrienti può essere fondamentale per gestire l’ipotiroidismo in modo ottimale. Integrare cibi ricchi di iodio, selenio e nutrienti essenziali può contribuire a supportare la salute della tiroide.
Tuttavia, è sempre consigliabile consultare un professionista della salute per una guida personalizzata.
Con una dieta mirata e uno stile di vita sano, è possibile affrontare l’ipotiroidismo in modo efficace, promuovendo il benessere generale e mantenendo un equilibrio nella gestione della condizione.
Con la consulenza di Lorenzo Traversetti, Biologo Nutrizionista, Dottore di ricerca in Biologia.
Fonti
- Di Leo P., Santarsiero L., la dieta amica della tiroide.
- M. Caputo, G. Bellastella, P. Cirillo, K. Esposito, Giornale italiano di diabetologia e metabolismo.