Sommario
Le lenticchie sono i legumi più antichi del mondo grazie alle loro caratteristiche. Infatti, erano consumate dai poveri come sostituto della carne. Sono un’ottima fonte di proteine di buona qualità e di carboidrati, ma anche di minerali come il ferro e il potassio, tanto per citare i più importanti.
Prive di grassi e di colesterolo, contengono 92 calorie per 100 grammi di prodotto cotto in acqua non salata, quindi possono essere inserite tranquillamente in una dieta ipocalorica.
Le lenticchie regalano un buon senso di sazietà e, grazie alla presenza di fibre (di cui ben 7,74 grammi insolubili sulle 8,3 totali in un etto di prodotto), rallentano l’assorbimento degli zuccheri nel sangue, evitando picchi di glicemia, per questo sono ideali per i diabetici.
Come tutti i legumi, apportano una buona dose di carboidrati complessi senza glutine, dunque sono consigliati a chi soffre di celiachia.
Lenticchie: cosa sono
La pianta di lenticchie (Ervum lens) è una leguminosa.
Appartiene alla famiglia di piante dicotiledoni chiamate Papilionacee o, nome attualmente usato, Fabacee.
I suoi semi sono legumi (come i fagioli, i piselli, le fave) e rappresentano la parte commestibile per la quale le piante vengono coltivate. Quindi, è la loro particolare forma lenticolare ad averne suggerito il nome latino ed italiano.
È una pianta annuale, bassa (tra i 25 e i 40 cm) e ramificata. Inoltre, cresce bene nelle aree svantaggiate a clima temperato, ovvero in terreni semiaridi e poco umidi, quasi siccitosi.
Le lenticchie decorticate sono riconoscibili in genere da un “colorito” aranciato: proprio perché prive della buccia, sono maggiormente digeribili rispetto alle altre.
Le varietà di lenticchie sono comunque tantissime: le italiane più famose sono quelle di Castelluccio di Norcia, Colfiorito, Onano. E tra le più piccole in assoluto ci sono le lenticchie di Ustica, tenere e saporite, che non hanno bisogno di ammollo e cuociono in tre quarti d’ora.
Proprietà nutrizionali delle lenticchie secche
Valori nutrizionali
100 g di lenticchie contengono:
- Acqua: 11,2 g
- Proteine: 22,7 g
- Lipidi: 1 g
- Colesterolo: 0 mg
- Carboidrati disponibili: 51,1 g
- Amido: 44,8 g
- Zuccheri solubili: 1,8 g
- Fibra totale: 13,8 g
- Energia: 291 kcal.
Fonte di proteine e fibre
Sono ricche in proteine, fibre e hanno un basso contenuto di grassi.
Infatti, le proteine rappresentano il 19-28% del loro peso secco (a seconda della varietà), anche se rimangono povere in aminoacidi contenenti zolfo. Quindi, necessitano di un complemento proteico derivante dai cereali, a cui è consigliabile abbinare le lenticchie per assicurarsi tutto lo spettro di aminoacidi essenziali che il nostro organismo deve assumere attraverso l’alimentazione, perché non è in grado di sintetizzarli da solo.
Ma oltre a fornire aminoacidi essenziali e non essenziali, il profilo proteico risulta utile ad assicurare al corpo anche proteine biologicamente attive come lectine e inibitori delle proteasi.
I grassi rappresentano solo tra il 2,5% e il 5% del peso secco (a seconda della varietà).
Di questi, i grassi saturi sono solo il 16,7%. Molto più rappresentati sono i grassi insaturi, nelle percentuali del 23,7% per i monoinsaturi e del 58,8% per i polinsaturi, grassi ottimi per il nostro benessere fisico.
Minerali e oligoelementi
Hanno un buon profilo vitaminico anche se non spiccano tra gli alimenti che ne sono più ricchi.
Inoltre, contengono, in particolare, la vitamina E, interessante dal momento che una porzione significativa della popolazione non raggiunge il livello di assunzione raccomandato, e le vitamine del gruppo B (B1 Tiamina, B2 Riboflavina, B6, e folati). Perciò, presentano anche un’enorme varietà di oligoelementi e minerali.
Infatti, sono particolarmente ricche in ferro, elemento essenziale per adolescenti e donne incinte, ma richiesto giornalmente in modeste quantità in soggetti di ogni fascia d’età.
Quindi, questo rende le lenticchie un ottimo vegetale in grado di prevenire lo sviluppo di carenze e anemie. Sono rilevanti anche le quote di:
- Rame
- Fosforo
- Potassio
- Zinco
- Magnesio
- Selenio.
Tra i 23 tipi di legumi esistenti, le lenticchie presentano una delle percentuali maggiori in amido, ben il 45%.
Lenticchie e folati o vitamina B9
I folati giocano un ruolo centrale in processi cellulari fondamentali come la biosintesi degli acidi nucleici e degli aminoacidi. Ma la mancanza o la carenza di folati nella dieta può portare anemia megaloblastica. Se questa malnutrizione si verifica in gravidanza, può aumentare il rischio di difetti a livello neuronale e di altre malformazioni nel feto.
Tuttavia, diversi studi mostrano anche che i folati svolgono anche un’azione importante nell’insorgenza di malattie cardiovascolari e in molti tipi di cancro. E le varietà che presentano la maggior concentrazione di folati sono le lenticchie verdi e rosse, ma le quantità più rilevanti sono contenute nella farina di lenticchie rosse (2244.8 µg kg−1).
Quindi, per questo motivo, si pensa che l’impiego di questo alimento o di farine miste di legumi e cereali a ridotto contenuto di glutine possa essere un’ottima strategia per vincere la malnutrizione da folati o integrare la dieta di donne che intendono intraprendere una gravidanza o ne hanno una in corso.
Lenticchie per fare il pieno di zinco
La carenza di zinco è responsabile di arresto della crescita, infezione della parte inferiore del tratto respiratorio, malaria e malattie diarroiche.
Perciò, le lenticchie sarebbero in grado di prevenire questo tipo di malnutrizione. Infatti, potrebbero essere impiegate per processi di fortificazione attraverso lo zinco, soprattutto perché presentano bassi livelli di acido fitico.
L’acido fitico è tradizionalmente considerato un fattore antinutrizionale perché può limitare l’assorbimento o l’utilizzo dei nutrienti. Infatti, si lega ad alcuni minerali (calcio, ferro, magnesio e zinco) per formare sali insolubili (fitati e fitina) e in questo modo ne ostacola l’assorbimento da parte dell’organismo.
Sono ricche di antiossidanti
Numerose sono le prove a sostegno del grande potenziale antiossidante e di contrasto ai radicali liberi dell’ossigeno posseduto dalle lenticchie rispetto ad altri tipi di vegetali e frutti come: le cipolle, il radicchio, le patate, il germe di grano, i mirtilli.
Inoltre, sono ricche di numerose sostanze fenoliche, in quantità più elevate rispetto agli altri legumi. Ad esempio:
- Procianidine e prodelfinidine
- Kamferolo ed i suoi derivati
- Quercetina
- Luteolina ed i suoi derivati
- Acido cumarico
- Composti idrossibenzoici.
Quindi, queste sostanze conferiscono alle lenticchie capacità di scavenging, cioè di neutralizzazione, verso le specie reattive dell’ossigeno (ROS), che sono i radicali liberi a maggior diffusione.
L’azione delle lenticchie, che limita la formazione di questi radicali, ha notevoli ripercussioni positive sulla salute. Ci protegge da malattie cronico-degenerative e da quel processo di invecchiamento a cui è associato il deterioramento della funzione immunitaria e lo sviluppo di malattie metaboliche.
Lenticchie: benefici per la salute
Un legume brucia grassi
La prolungata e costante assunzione di sostanze fenoliche contenute nelle lenticchie è inversamente correlata con l’incidenza di diabete e obesità.
Oltre a rallentare l’assorbimento intestinale di glucosio, il consumo di lenticchie durante un pasto conferisce un maggior senso di sazietà, riduce nel tempo la quantità di cibo introdotta e conseguentemente la circonferenza alla vita (indice anche di rischio di malattie cardiovascolari oltre che di obesità viscerale) e il peso corporeo.
Questo può essere parzialmente spiegato dal loro elevato contenuto in fibra.
Quindi, l’effetto antiobesità di questo legume sembra anche collegato alla sua abilità di bloccare in vitro la α-glucosidasi e la lipasi pancreatica, con conseguente diminuzione dell’assorbimento di glucosio e di grassi dall’intestino, che non vengono digeriti.
Fanno bene al cuore
I polifenoli contenuti nelle lenticchie hanno la capacità di ridurre la pressione sanguigna: per questo motivo, sono in grado di svolgere un’azione cardioprotettiva, come evidenziato da tutti gli studi più recenti condotti su questi legumi.
Anche l’effetto “anti-grasso” delle lenticchie influenza il suo potenziale benefico sulla salute cardiocircolatoria.
Infatti, sostanze bioattive come legumina, vicillina e convicilina hanno azione:
- Anti-iperlipidemica
- Sui fattori della coagulazione
- Anti-colesterolemica.
Quindi, sono tutti fattori che riducono il rischio di ipertensione e malattia coronarica.
Lenticchie e diabete
Inserire le lenticchie o la loro farina in una dieta sana sembra migliorare i markers glicemici ed il controllo della glicemia in generale, anche se ad esse si associa il consumo di alimenti ad alto IG.
Ma questo è molto importante perché, di solito, le lenticchie sono consumate come parte di un piatto unico composto anche da alimenti ricchi in amido e carboidrati come il riso, la pasta o le patate.
Quindi, alla base di questo effetto, potrebbe esserci il fatto che le lenticchie hanno una componente sostanziosa di amido-resistente e amido a lenta digestione, combinazione che può attenuare la risposta glicemica postprandiale.
Infatti, contengono anche molte proteine che possono interagire con l’amido e rallentarne o inibirne la digestione nel tratto gastro-intestinale superiore.
In più, anche l’elevato contenuto in fibra alimentare sarebbe in grado di influenzare la risposta glicemica indotta dagli alimenti a più alto IG. Quindi, la fibra contenuta in questi legumi sarebbe in grado di aumentare la viscosità del contenuto intestinale.
Lenticchie e intestino sano
Grazie ai buoni livelli di fibra alimentare amido-resistente, il consumo non occasionale di lenticchie aumenta il senso di sazietà e mantiene un intestino funzionale. A questo si aggiunge il ruolo svolto dai prebiotici e dai carboidrati prebiotici, di cui le lenticchie sono notoriamente ricche.
Infatti, questi probiotici aiutano a mantenere un microambiente intestinale in salute e a prevenire malattie ad esso associate.
Anemia
L’anemia per carenza di ferro è uno dei disordini più comuni nel mondo. Il ferro è parte integrante di molte proteine coinvolte nel trasporto di:
- Ossigeno (emoglobina, mioglobina).
- Metabolismo energetico (citocromi).
- Metabolismo degli steroidi e degli xenobiotici.
Quindi, sono fonte di ferro in forma altamente biodisponibile e sembra che tutte le varietà ne abbiano un contenuto simile.
Inoltre, la bio-accessibilità del ferro dipende molto anche dai metodi di cottura, molti odori aggiunti alle preparazioni delle lenticchie facilitano l’assorbimento di ferro intestinale.
La bio-disponibilità, per esempio, aumenta del 26,3% e del 17,2% se vengono aggiunti rispettivamente cipolla o aglio.
Anche il consumo di lenticchie decorticate (senza buccia) favorisce l’assorbimento di ferro dal momento che contengono minori livelli di polifenoli.
Proprietà antibatteriche
Contengono un peptide bioattivo chiamato “defensing”, che mostra un ampio spettro di attività biologiche: tra queste, un’attività antibatterica nei confronti di diversi batteri e funghi.
Azione anticancro
Il consumo di lenticchie riduce l’incidenza di diversi tipi di tumori:
- Colon
- Tiroide
- Fegato
- Seno
- Prostata.
Infatti, le lenticchie hanno un corredo polifenolico che dona loro proprietà chemiopreventive dovute a influenza sulla formazione e attivazione di agenti cancerogeni, detossificazione, riparo del DNA danneggiato. In più, contengono le lectine, che svolgono una comprovata funzione terapeutica verso alcune forme tumorali.
Inoltre, in sinergia con i polifenoli, sarebbero in grado di legare i recettori presenti a livello delle membrane delle cellule tumorali causando:
- Citotossicità
- Apoptosi
- Autofagia.
In pratica, sarebbero in grado di impedire al tumore di crescere.
Ovaio policistico
La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è una patologia endocrina alla base della infertilità anovulatoria diffusa tra le giovani donne fertili in tutto il mondo. L’incidenza di tale malattia si aggira intorno al 18%.
Ma le donne affette da PCOS mostrano profonde anomalie metaboliche tra cui:
- Resistenza insulinica periferica
- Iperinsulinemia compensatoria
- Ridotto o inibito metabolismo del glucosio
- Dislipidemia
- Ipertensione
- Obesità addominale.
Tutti questi “sintomi” fanno parte di un quadro conosciuto come sindrome metabolica, che è definita come un insieme di 5 fattori di rischio tra essi collegati, per diabete di tipo due e malattie cardiovascolari.
Quindi, le lenticchie sarebbero in grado di modulare e mitigare le alterazioni metaboliche indotte dalla PCOS che conducono all’insorgenza della sindrome metabolica.
Una dieta ricca di questi legumi risulta pertanto importante per determinare la morbilità (ovvero le possibilità di sviluppare patologie) e la mortalità associata a questa patologia endocrina.
Questo benefico effetto è dovuto al loro profilo nutrizionale.
Insieme, i macronutrienti e micronutrienti delle lenticchie collaborano per migliorare alcuni marker patologici come:
- Livelli di insulina postprandiale
- Risposta glicemica
- Dislipidemia
- Livelli di colesterolo totale
- Pressione sanguigna
- Obesità viscerale.
Infine, la presenza di folati riduce anche il rischio di carcinoma all’endometrio (più alta di circa 6 volte in donne con PCOS). Infatti, queste sostanze migliorano anche la funzione endoteliale modulando la pressione sanguigna.
Le lenticchie per prevenire le malattie agli occhi
La presenza combinata nelle lenticchie di luteina e di zeaxantina (0,87 e 0,79 mg/100 g, rispettivamente), risulta importante nella prevenzione delle malattie degli occhi, inclusa la degenerazione maculare associata all’età.
Come cucinare le lenticchie
Come molti legumi, hanno il pregio di essere facilmente conservabili, sia in forma di alimento crudo che già cotto, lesse in barattolo o sottovuoto.
Tuttavia, sembra che quelle in barattolo presentino una minore quantità di proteine di ottima qualità e di fibra (−30% e −44%, rispettivamente) in confronto a quelle acquistate secche e cotte a casa.
Invece, il tipo di cottura utilizzato non influenza il contenuto di micronutrienti delle lenticchie; rimangono infatti invariate le concentrazioni di diversi minerali come, ad esempio:
- Potassio
- Calcio
- Fosforo
- Zinco.
Al contrario, sono influenzati i livelli di vitamine, che vengono quasi completamente perse durante la cottura.
Come cucinare le lenticchie secche
- Senza ammollo: è sufficiente immergere le lenticchie secche direttamente in poca acqua fredda all’interno di una pentola in acciaio, ricoprirle con un coperchio e lasciarle cuocere a fuoco lento per mezz’ora. È un metodo veloce ma non è il migliore.
- In ammollo: è il metodo migliore e più salutare. Occorre lasciarle riposare a bagno nell’acqua per almeno 4/6 ore prima della cottura. Quindi, cuocerle per 40 minuti circa aggiungendo il sale solo alla fine.
In entrambe le soluzioni di cottura occorre tener presente i seguenti fattori per cuocere bene le lenticchie:
- Quelle decorticate cuociono in un tempo inferiore.
- Con la cottura aumentano di volume di almeno 2 volte, quindi, oltre a scegliere una pentola capiente, devi calcolare un apporto di acqua di 1 litro ogni 250 grammi di lenticchie secche.
- Se hai dosato male l’acqua, puoi aggiungere un mestolo di acqua calda durante la cottura per evitare che le lenticchie si brucino.
- Quando l’acqua bolle, riduci la fiamma e copri con un coperchio.
Le migliori ricette con le lenticchie
Questi legumi costituiscono la base per sfiziosi menù. Ma le loro tante varietà, differenti sia nel sapore che nelle dimensioni e nel colore, li rendono ancora più versatili in cucina. Quindi, possono essere proposte come antipasto, magari sotto forma di polpette aromatizzate con spezie o accompagnate da salse.
Sono protagoniste in ottimi primi piatti o zuppe o creme.
Dalla più facile “pasta e lenticchie”, si può passare ad elaborazioni più complesse, anche in funzione della materia prima utilizzata. Molte ricette etniche costituiscono delle gustose alternative. Inoltre, si prestano anche a essere usate come guarnizione e contorno di secondi piatti o come accompagnamento a pietanze a base di carne e pesce.
Possono, inoltre, essere inserite come ingrediente in insalatone miste.
Scopri le migliori ricette con le lenticchie.
Controindicazioni e effetti collaterali
Le fibre insolubili, poco digeribili, di cui si compone la superficie esterna potrebbero essere causa di irritazione delle pareti intestinali in soggetti già predisposti a coliti e a problemi di tale apparato.
Quindi, questo effetto collaterale è complicato dalla tendenza dei legumi a sviluppare gas intestinale per via della fermentazione di oligosaccaridi contenuti nella fibra delle lenticchie, causa di flatulenza, diarrea e gonfiore.
Inoltre, i soggetti affetti da ulcera gastrica devono consumarle con moderazione, in quanto possono causare un aumento dell’acidità di stomaco.
Invece, sono sconsigliate a chi soffre di gotta e uricemia.
Secondo uno studio pubblicato su Journal of Agricoltural and Chemistry, i legumi contengono elevate concentrazioni di ossalati, responsabili della formazione dei calcoli renali. Per questa ragione, le lenticchie devono essere consumate con moderazione da chi soffre di questa patologia.
La farina di lenticchie: proprietà e uso
In cucina può essere interessante e divertente provare a preparare qualche piatto con la farina di lenticchie.
Le sue caratteristiche nutrizionali, che sono le stesse delle lenticchie, sono un motivo più che sufficiente per motivarne l’utilizzo nella tua alimentazione, sia per arricchire i tuoi impasti con altre farine, sia usandola come ingrediente assoluto.
La farina di lenticchie ha un maggior contenuto proteico e un indice glicemico più basso rispetto alle farine di cereali. Contiene sostanze nutritive utili come:
- Ferro
- Potassio
- Fosforo
- Vitamine del gruppo B
- Folati.
La farina di lenticchie è anche ricca di fibre utili per il buon funzionamento dell’intestino.
Infine, non contiene glutine, sostanza proteica presente nella maggior parte dei cereali. Una differenza sostanziale, perché in genere le farine di frumento, come altri tipi di farine derivate da cereali (ad esempio: frumento, farro, kamut, ecc.) contengono tutte glutine.
Come preparare la farina di lenticchie in casa
La farina di lenticchie è abbastanza difficile da trovare in commercio. Dunque, l’alternativa migliore all’acquisto è prepararla in casa.
Si prepara con le lenticchie essiccate. Possono essere indifferentemente di qualsiasi colore e varietà.
Per fare la farina di lenticchie, bisogna avere un tritatutto potente, un buon frullatore o ancora un macinacaffè elettrico per poter ridurre in farina le lenticchie. In ogni caso, deve avere un motore potente altrimenti rischia di non sminuzzare abbastanza i chicchi e di lasciarti con una farina grumosa e fastidiosa per il palato.
Procedimento
Le lenticchie vanno messe in ammollo e poi fatte “ri-essiccare”.
Quindi, questo procedimento consente di eliminare l’acido fitico, che se presente in alte quantità ostacola l’assorbimento delle sostanze nutritive. Quando sono perfettamente essiccate, le lenticchie vanno frullate per 30 secondi. Finita l’operazione, aspetta qualche secondo per far depositare la farina sul fondo.
Dopodiché, apri il coperchio per controllare che la farina non sia tutta sui bordi. Bisogna frullare finché le lenticchie sono ridotte in polvere.
A quel punto, setaccia la farina ottenuta per eliminare eventuali pezzi non perfettamente polverizzati. Infine, versa la farina in un barattolo di vetro.
La farina si conserva a lungo in barattoli di vetro in un luogo fresco e asciutto.
Come usare la farina di lenticchie
La farina di lenticchie così ottenuta può essere utilizzata in molti modi:
- Addensare zuppe, creme e minestre
- Impanare
- Preparare ricette anche in alternativa alla farina di ceci.
Dopo aver ottenuto la farina di lenticchie, puoi provare nuove ricette, iniziando ad aggiungerne una piccola parte nelle preparazioni e negli impasti abituali.
Inoltre, con la farina di lenticchie è possibile variare l’impasto per la preparazione del pane e delle focacce, ma anche gli impasti della pizza. Ma puoi anche dare un tocco di sapore in più alla preparazione della pasta fresca fatta in casa.
Botanica
Le produzioni sono sempre modeste nei volumi, ma la granella è di alto valore nutritivo. Le radici sono fittoni che si spingono in profondità, al massimo fino a 40 cm. La pianta ha una crescita indeterminata e non richiede la costruzione di tutori.
Ma in primavera la lenticchia emette numerosi fiorellini di colore bianchi o con venature rosate o celeste pallido, che rendono le coltivazioni uno spettacolo visivo indescrivibile. Dopo la fioritura arrivano i baccelli, che contengono la parte commestibile costituita dai semi.
Successivamente, la pianta deve essere essiccata al sole, quindi liberata dalle lenticchie per scuotimento molto vigoroso. I semi raccolti devono essere conservati in un luogo asciutto.
Ogni baccello contiene solo un paio di piccole lenticchie, di diametro variabile da 2 a 8 mm a seconda della specie.
Semi
In Italia le più pregiate sono quelle a seme molto piccolo. Infatti, si definiscono a seme piccolo quelle con diametro minore di 6 mm e peso inferiore a 40 mg a seme.
Invece, i semi grandi sono tutti quelli che superano tali dimensioni. Ma in alcuni paesi sono apprezzate quelle a seme grosso (fino a 80 mg).
Lenticchie: le varietà
Presentano molte varietà che si differenziano sulla base della loro colorazione e della grandezza (diametro).
Lo spettro di colori varia dal giallo al nero passando per l’arancione, il rosso, il verde e il marrone, in relazione alle caratteristiche della pianta e della composizione del rivestimento del seme cioè dei cotiledoni.
Lenticchie italiane IGP
Nell’ambito della tutela europea della qualità delle produzioni, ben due sono le denominazioni di Indicazione Geografica Protetta (IGP) riconosciute per le lenticchie italiane, ovvero le lenticchie:
- Altamura I.G.P. (per un’area geografica che interessa zone delle Regioni Puglia e Basilicata).
- Castelluccio di Norcia I.G.P. (per un’area geografica che interessa zone delle Regioni Umbria e Marche).
Lenticchie regionali (PAT)
Invece, a livello nazionale sono state iscritte tra i prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) le lenticchie di molte regioni italiane, e precisamente:
- Abruzzo: lenticchia di S. Stefano di Sessanio.
- Basilicata: lenticchia di Potenza.
- Campania: lenticchia del Sannio e Lenticchia di Valle Agricola.
- Lazio: lenticchia di Onano, Lenticchia di Rascino, Lenticchia di Ventotene.
- Molise: lenticchia molisana.
- Puglia: lenticchia gialla di Altamura e Gigante di Altamura.
- Sicilia: lenticchia di Ustica e Lenticchia di Villalba.
- Umbria: lenticchia umbra.
Ma esistono anche lenticchie che si sono costruite una propria notorietà in base alla vocazione territoriale della coltivazione e perché nel tempo si sono distinte per la loro bontà. È il caso della lenticchia di Colfiorito, che genericamente rientra nel gruppo di lenticchie PAT dell’area umbra, ma la cui tipicità si è diffusa in tutto il mondo.
Oppure le lenticchie di due zone caratteristiche della Sicilia, le lenticchie nere di Leonforte e le lenticchie di Pantelleria, entrambe tanto rare quanto prelibate.
Lenticchie: storia
Le primissime tracce di coltivazione sono state collocate nella regione medio-orientale della “Mezzaluna fertile” (Siria e Iraq settentrionale) e risalgono addirittura al 7.000 a.C. E nella penisola dell’Anatolia intorno al 5.500 a.C. già se ne faceva un regolare consumo. Se ne hanno testimonianze anche nei testi biblici.
La coltivazione interessò anche l’intera area del Bacino Mediterraneo.
Infatti, Romani e Greci, sia nobili che plebei, non se le facevano mai mancare sulle tavole. Soprattutto le classi meno abbienti trovarono in questo legume, molto nutriente e di facile reperibilità e conservazione, una preziosa fonte di sostentamento.
Durante periodi di carestie, nel corso della storia e fino ai giorni d’oggi, i legumi in generale e le lenticchie in particolare hanno rappresentato, ancor più della carne, una fonte proteica di buona qualità e un alimento in grado di fornire molti nutrienti utili alla salute, come vitamine e sali minerali fondamentali.
Fonte
- CREA.
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