Sommario
Gli antiossidanti sono molecole che ci aiutano a proteggerci dagli effetti nocivi dei radicali liberi. Si tratta di agenti, chimicamente molto diversi tra loro, in parte prodotti dal nostro organismo, in parte assunti con l’alimentazione, che insieme danno vita a un sistema di difesa in grado di prevenire o annullare l’azione ossidante dei radicali liberi, evitando così che possano produrre danni alle nostre cellule e aprire la strada a patologie anche molto serie.
Infatti, possono aiutare l’organismo a difendersi dai danni causati dall’inalazione di sostanze tossiche (fumo, smog e allergeni) o dall’ingestione di molecole cancerogene (ammine aromatiche, idrocarburi policiclici, acrilammide) o da effetti collaterali di alcuni farmaci (chemioterapia).
Attenuano anche l’impatto negativo di meccanismi fisiologici ed utili alla salute come l’infiammazione: se questo processo si mantiene nel tempo, infatti, può diventare più dannoso che utile e gli antiossidanti, in queste circostanze, possono ridurne gli effetti nocivi.
Quindi, ottimizzare l’apporto degli antiossidanti attraverso una dieta varia ed equilibrata può tradursi in un maggior benessere generale e anche in un minore rischio di insorgenza di alcune malattie.
Antiossidanti: che cosa sono
Gli antiossidanti sono molecole che proteggono dagli effetti nocivi dei radicali liberi. Si dividono in:
- enzimi.
- Vitamine.
- Sostanze simil-vitaminiche.
- Oligoelementi.
Si tratta di un sistema di difesa regolarmente distribuito nell’organismo, sia a livello extracellulare che intracellulare.
Quando i radicali liberi iniziano la loro reazione a catena dannosa, gli antiossidanti intervengono per ostacolarli.
In pratica, si ossidano al posto delle strutture cellulari proteggendo l’organismo da tutte le malattie correlate ai danni da stress ossidativo. In particolare, gli antiossidanti contrastano:
- Invecchiamento prematuro.
- Disturbi cardiaci.
- Demenza.
- Cancro.
Sono, dunque, fondamentali per il nostro benessere.
Antiossidanti: quali sono e dove si trovano
- Vitamina A: si trova soprattutto in ortaggi di colore giallo-arancio-rosso e nelle verdure a foglia verde.
- Vitamina C: presente prevalentemente nella frutta (agrumi,kiwi,fragole,ciliegie) ma anche in alcuni ortaggi (peperoni, cavoli, broccoli e broccoletti).
- Selenio: abbonda soprattutto nel pesce azzurro e nelle uova.
- Carotenoidi: sono abbondanti negli ortaggi di colore giallo-arancio-rosso.
- Tocoferoli: presenti soprattutto in ortaggi vegetali oleosi come frutta secca, olio di oliva o di semi ma anche nell’endosperma del chicco del grano (dunque anche nei cereali).
- Acido lipoico: si trova soprattutto in alimenti di origine animale come il cuore e il fegato e , in generale, nelle carni rosse.
- Polifenoli: abbondanti in frutta e verdura, nella frutta secca, in caffè, tè e vino. Si trovano anche nel cacao, ricchissimo in polifenoli, che, soprattutto nel cioccolato a maggiore contenuto di cacao (fondente dal 85% in su), vengono in parte preservati.
Scopri i cibi più ricchi di antiossidanti.
Antiossidanti | Dove si trovano | I benefici |
Quercetina | Vegetali di colore bianco: cavolfiore, cipolla, finocchio, pera | Rinforza il tessuto osseo e aiuta nella prevenzione dei tumori |
Licopene e antocianine | Vegetali di colore rosso: pomodoro e barbabietola | Il licopene previene il tumore al seno e alle ovaie nelle donne e quello nella prostata negli uomini. Le antocianine proteggono i vasi sanguigni e la vista |
Clorofilla e carotenoidi | Vegetali di colore verde: lattuga, zucchine, asparagi, carciofo, cavolo cappuccio, cetriolo, cicoria, spinaci, kiwi | Prevengono i tumori e le patologie delle coronarie |
Betacarotene | Vegetali di colore giallo e arancio: carote, limoni, peperoni gialli, zucca, arance e ananas. | Favorisce la crescita, la rigenerazione e il mantenimento della salute dei tessuti, aumenta le difese immunitarie e protegge la vista |
Antiocianine | Vegetali di colore blu e viola: melanzane e mirtilli | Aiutano a contrastare gli eccessi di colesterolo e mantengono fluida la circolazione del sangue, prevenendo l’ictus |
Antiossidanti e unità ORAC
Il test ORAC viene utilizzato come tecnica di rifermento per misurare l’azione antiossidante di alimenti e integratori.
Questa metodica permette di misurare la capacità di una sostanza antiossidante di inibire la degradazione ossidativa, ovvero di neutralizzare i radicali liberi.
ORAC è infatti l’acronimo di Oxygen Radical Absorbance Capacity. Questa tecnica è stata messa a punto negli Stati Uniti da un’équipe di ricercatori del Centro di Ricerca sulla Nutrizione Umana e l’Invecchiamento presso l’Università di Tufts, a Boston.
I loro studi hanno evidenziato che il consumo di frutta e verdura, antiossidanti per eccellenza, innalza notevolmente (fino al 25% in più) il tasso di ORAC (antiossidazione) presente nell’organismo.
Tra gli alimenti che contengono più unità ORAC per 100 g ci sono:
- prugne secche (5770 unità).
- Uvetta (2830).
- Mirtilli (2400).
- More (2036).
- Cavoli (1770.
- Fragole (1540).
- Spinaci (1260).
- Lamponi (1220).
Nonostante l’uso che ne viene fatto ad oggi, la validità del tasso di ORAC nel definire il potere antiossidante di un alimento è stata parzialmente confutata, al punto che tale scala è stata eliminata dal sito del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti in quanto ritenuta scarsamente supportata da dati clinici.
In questo senso, il suo utilizzo può essere utile a dare un’indicazione di massima sul potere antiossidante, ma non affidabile al 100%.
Attenzione alla cottura
Frutta e verdura sono i principali veicoli di antiossidanti: ma cosa succede quando cuoci questi alimenti?
Alcuni di questi antiossidanti si distruggono con la cottura, come capita per tutti i polifenoli, la vitamina E e la vitamina C.
I minerali come selenio, zinco e carotenoidi non subiscono grosse modificazioni e addirittura il licopene aumenta la sua biodisponibilità con le alte temperature.
Come accade ad esempio a pomodori e peperoncini. Preferisci comunque le cotture a bassa temperatura e per tempi brevi per salvaguardare il livello di antiossidanti.
Alimenti antiossidanti: i più ricchi
In erboristeria puoi trovare degli integratori naturali di antiossidanti, a base vegetale. L’Erborista Alessia Onorati de La Piccola Erboristeria ci consiglia tre dei più efficaci, che non presentano controindicazioni pericolose e che quindi, al bisogno, puoi utilizzare.
Tè verde
Il tè verde contiene numerose catechine, che fanno parte della famiglia dei polifenoli. Il contenuto in catechine dipende dal luogo di coltivazione, dal tipo di pianta, dal momento del raccolto e dal processo di fabbricazione.
Si consigliano 3 tazze al giorno con un tempo di infusione superiore a 5 minuti. Alcuni tipi di tè verde sono sconsigliati in presenza di gastriti, quindi è consigliabile sempre rivolgersi alla propria erboristerie di fiducia per valutare l’opportunità e le modalità di assunzione.
Rosa canina (gemmoderivato)
Si consiglia l’assunzione di 50 gocce di rosa canina in poca acqua 2 volte al giorno lontano dai pasti.
Karkadè
Porta a ebollizione 200 ml circa di acqua, poi versa un cucchiaio di karkadè, spegni e lascia in infusione per 10 minuti mescolando di tanto in tanto. Filtra e bevi da 1 a 3 tazze al giorno.
Benefici degli antiossidanti
Quasi tutti i nostri organi più importanti beneficiano dell’azione di queste sostanze, considerate fondamentali nella prevenzione dei tumori e delle patologie cardiovascolari, neurodegenerative e metaboliche.
A livello cardiovascolare, gli antiossidanti svolgono una funzione protettiva dei vasi sanguigni e ostacolano l’ossidazione delle placche di colesterolo.
Gli antiossidanti svolgono anche un ruolo chiave nella prevenzione di patologie neurodegenerative come morbo di Parkinson, Alzheimer e sclerosi laterale amiotrofica, tutte associate alla presenza di danni da stress ossidativo.
Inoltre, queste molecole sono inoltre in grado di proteggere le strutture cutanee dalle alterazioni indotte dall’azione dei radicali liberi, rallentando l’invecchiamento della pelle.
Attenuano anche l’impatto negativo di alcuni meccanismi fisiologici di difesa dell’organismo: tra questi l’infiammazione, che è una normale e necessaria risposta del sistema immunitario agli stress che causano una sofferenza alle cellule, ma che se perdura nel tempo può diventare più dannosa che utile. Gli antiossidanti, in queste circostanze, possono ridurne gli effetti nocivi.
Queste molecole possono infine aiutare l’organismo a difendersi dai danni causati dall’inalazione di sostanze tossiche (fumo, smog e allergeni) o dall’ingestione di molecole cancerogene (ammine aromatiche, idrocarburi policiclici, acrilammide) o da effetti collaterali di alcuni farmaci (chemioterapia).
Azione degli antiossidanti sui radicali liberi
Gli antiossidanti sono molecole (enzimi, vitamine, sostanze simil-vitaminiche, oligoelementi) in grado di neutralizzare i radicali liberi e quindi di proteggere le cellule.
Si tratta di un sistema di difesa regolarmente distribuito nell’organismo, sia a livello extracellulare che a livello intracellulare. Ma come agiscono queste sentinelle della salute?
Quando i radicali liberi iniziano la loro reazione a catena dannosa, gli antiossidanti intervengono per ostacolare questa cascata, “sacrificandosi” in prima persona (donando o accettando elettroni per tamponare quelli spaiati dei radicali liberi) al posto delle strutture nobili che verrebbero danneggiate.
In pratica, gli antiossidanti si ossidano al posto delle strutture cellulari e, così facendo, proteggono il nostro organismo da tutte le malattie correlate ai danni da stress ossidativo.
I radicali liberi: perché sono nocivi
Ma perché i radicali liberi sono un pericolo? Si tratta di sostanze normalmente prodotte dal nostro organismo come conseguenza delle reazioni biochimiche cellulari, soprattutto di quelle che usano l’ossigeno per produrre energia.
I radicali liberi più noti sono infatti i ROS (Reactive Oxygen Species). La loro caratteristica è quella di contenere almeno un elettrone spaiato nel loro orbitale più esterno: questo li rende instabili, portandoli a legarsi ad altre molecole, ossidandole, per sottrarre loro un elettrone e ritrovare così l’equilibrio.
Questa reazione di ossidazione innesca un meccanismo a cascata che, se non viene arrestato in tempo, produce danni alle strutture cellulari, come proteine, fosfolipidi e DNA. Si crea, cioè, una condizione di stress ossidativo.
Scopri di più sui radicali liberi e sulle loro conseguenze negative per la tua salute nel nostro articolo Radicali liberi: cosa sono, perché sono nocivi, come combatterli.
Stress ossidativo: i rischi
Lo stress ossidativo si verifica quando l’equilibrio tra la produzione di radicali liberi e loro eliminazione da parte dell’organismo si spezza, creando un surplus di radicali liberi potenzialmente nocivo.
Se, cioè, la presenza di queste molecole, prodotto fisiologico del metabolismo, supera una certa soglia, può danneggiare le strutture cellulari, accelerare il fisiologico processo di invecchiamento e dare origine o aggravare patologie anche serie, come le malattie neurodegenerative e cardiovascolari.
Gli antiossidanti sono un importantissimo strumento di difesa che ci aiuta a prevenire questa degenerazione. Vediamo cosa sono e come agiscono.
Classificazione degli antiossidanti
La gestione dei ROS viene fatta sia sulla base di antiossidanti che il nostro corpo (in particolare alcune cellule) è in grado di auto-fabbricare, sia grazie ad altre molecole che devono essere obbligatoriamente assunte con l’alimentazione. Nel primo caso, parliamo di antiossidanti endogeni, nel secondo di antiossidanti esogeni.
Antiossidanti endogeni
Sono molecole che il nostro organismo è naturalmente in grado di produrre, a livello cellulare, per contrastare la produzione di molecole tossiche. Le principali di queste molecole ad azione antiossidante sono:
- glutatione.
- Superossido dismutasi.
- Catalasi.
- Proteine SH.
- Bilirubina.
- Ubichinone o coenzima Q-10.
- Melatonina.
Sono molecole in grado di agire su diversi distretti corporei o tessuti. Primi fra tutti il sangue (che, essendo un trasportatore di ossigeno, è anche uno dei primi centri di produzione di radicali liberi) ma anche all’interno delle cellule.
In particolare i perossisomi che sono degli organelli cellulari in grado di degradare parti della cellula non più funzionanti, azione che viene svolta proprio sfruttando il potere delle specie reattive dell’ossigeno, opportunamente mantenute all’interno dell’organello stesso ma che, in caso di alterazione della cellula, possono uscire) oltre che nei mitocondri. Sono veri propri motori della produzione di energia cellulare e, dunque, particolarmente soggetti a subire danni con conseguente liberazione di ROS).
La melatonina è un antiossidante?
Una puntualizzazione è doverosa per quanto riguarda la presenza della melatonina nella categoria degli antiossidanti endogeni.
E’ infatti di una molecola dalle note virtù sedative in quanto la sua produzione viene stimolata a partire dai recettori della luce presenti nella retina. La riduzione della luce porta a rilasciare nel sangue maggiori concentrazioni di questa sostanza, che ha un effetto sedativo ed aiuta a prendere sonno.
Negli ultimi anni è stata studiata una nuova proprietà di questa sostanza, ovvero quella di agire come antiossidante, in particolare nei riguardi dei possibili danni causati da terapie farmacologiche, nello specifico antitumorali.
Anche se le prospettive sono ottime, sono però necessarie ulteriori validazioni scientifiche per poter considerare confermata questa proprietà.
Antiossidanti esogeni
Si tratta di molecole in grado di aiutare a prevenire la formazione di ROS. Questi antiossidanti naturali possono essere vitaminici e non vitaminici e sono tantissimi. Tra i principali, è bene citare:
Vitamina A
Vitamina C
Chiamata anche acido ascorbico, è una vitamina idrosolubile, tra i più potenti antiossidanti in natura. La sua funzione interessa svariati processi cellulari, tra i quali il metabolismo del collagene. Inoltre, contrasta l’azione di tossine e agenti inquinanti.
Selenio
E’ un microelemento della famiglia dei sali minerali che, oltre a rinforzare il sistema immunitario e a svolgere un ruolo chiave nello stimolare la tiroide a produrre i suoi due ormoni FT3 e FT4, aiuta anche a contrastare i radicali liberi.
Carotenoidi
Carotenoidi: è una famiglia molto ampia di antiossidanti a cui appartengono molecole note come:
- betacarotene (precursore della vitamina A).
- Luteina.
- Astaxantina.
- Zeaxantina.
- Licopene.
Tra le molte proprietà, degne di nota sono quelle delle xantine, molto utili nel preservare la salute della retina e dunque alleate della vista, anche e soprattutto in estate, stagione in cui, come conseguenza della forte irradiazione solare, i nostri occhi rischiano di soffrire maggiormente di affaticamento.
Polifenoli
I polifenoli si articolano in flavonoidi e acidi fenolici. I flavonoidi sono un grande gruppo di sostanze classificate in 6 sottocategorie: flavonoli, flavanoli, antocianidine, isoflavoni, flavanoni e flavoni.
Tra questi ricordiamo:
- Quercetina.
- Rutina.
- Naringenina.
- Resveratrolo.
- Apigenina
- Catechine..
Sono utili per garantire una buona protezione capillare e di prevenzione di malattie cardiovascolari e un effetto antiaging.
Tocoferoli
E’ una famiglia di 8 molecole antiossidanti di cui la più nota è la vitamina E.
Acido lipoico
Si tratta di un antiossidante meno noto, contenente zolfo, ma che riveste un ruolo molto importante nel coadiuvare due molecole più note, una endogena (il glutatione) e una esogena (la vitamina C).
Coenzima Q10
Sebbene già descritto tra gli endogeni, il Q10 può essere ottenuto anche da forma esogena, in particolare attraverso il consumo di cibi quali:
- carne.
- Pesce.
- Cereali.
- Oli vegetali.
- Germe di grano.
- Soia.
- Alimenti vegetali in genere.
Antiossidanti preventivi, scavenger e di riparo
Gli antiossidanti possono anche essere classificati sulla base del loro meccanismo d’azione prevalente. I gruppi principali sono 3: preventivi, scavenger e di riparo.
Ognuno di questi gruppi è in grado di intervenire ad un livello della sequenza di formazione e/o propagazione di radicali liberi, con l’obiettivo di bloccare l’evento finale (invecchiamento precoce e/o malattie).
Antiossidanti preventivi
Sono agenti che bloccano a monte la formazione di radicali liberi, evitando così che la sequenza di reazioni radicaliche a catena si inneschi.
Tra questi ci sono per esempio carotenoidi, superossidodismutasi, catalasi, perossidasi, glutatione. Questa azione avviene attraverso 3 meccanismi:
- “Quenching”, ovvero lo spegnimento, delle ROS.
- Inattivazione dei perossidi, ovvero molecole cariche negativamente (il più famoso è il perossido d’idrogeno o H2O2-, caratterizzate dalla presenza di due atomi di ossigeno legati direttamente tra loro e che, di conseguenza, dislocano una carica negativa sulla loro superficie. Questa carica li rende particolarmente reattivi ed in grado di alterare la struttura di molecole organiche quali le proteine, i fosfolipidi o gli acidi nucleici.
- Chelazione dei metalli di transizione come il ferro e il rame, che fungono da catalizzatori nelle reazioni che portano alla produzione di radicali liberi: in sostanza, gli antiossidanti “ammanettano” questi metalli, impedendo loro di svolgere azioni pro radicaliche.
Antiossidanti scavenger
Al secondo livello della barriera difensiva agiscono gli scavenger, letteralmente “spazzini”, e i chain breaker, gli antiossidanti che “spezzano la catena”.
Si tratta di agenti che hanno l’obiettivo di bloccare le reazioni di inizio della catena per contrastare una successiva propagazione.
Gli scavenger sono agenti che riducono la concentrazione di radicali liberi rimuovendoli dal mezzo in cui si trovano, grazie alla loro capacità di interagire direttamente con essi, e, quindi, di inattivarli.
Tra questi ci sono la bilirubina, l’albumina e l’ubichinone.
Invece, gli antiossidanti chain breaker riescono bloccare la propagazione delle reazioni radicaliche a catena. Tra questi ci sono:
- carotenoidi.
- Tocoferoli.
- Polifenoli.
- Catechine.
Antiossidanti di riparo
Sono enzimi che intervengono dopo che il danno da specie reattive si è verificato, inserendo un nuovo segmento molecolare in sostituzione di quello ossidato.
Tra questi figurano le idrolasi (glicosidasi, lipasi, proteasi), le trasferasi e le polimerasi, indispensabili per la riparazione del danno da radicali liberi di importanti molecole o strutture cellulari, come DNA e membrane.
Un antiossidante può agire, a seconda delle condizioni o delle necessità, anche con più di un meccanismo: ad esempio, l’albumina e i carotenoidi agiscono sia da antiossidanti preventivi, sia da scavenger, nei confronti di varie specie radicaliche.
Antiossidanti nello sport
Accanto a questa azione di scudo generale del nostro organismo, gli antiossidanti sono molto importanti per chi fa sport. Questo vale, in particolare per:
- chi pratica sport di endurance, ovvero discipline fisiche che richiedono la capacità di resistere ad uno sforzo prolungato nel tempo, più spesso di natura aerobica, come ciclismo, maratona, triathlon, sci di fondo.
- Atleti agonisti che si allenano in modo continuo, magari più volte al giorno, e che spesso vanno in overtraining.
- Chi fa sport a livello amatoriale, in periodi di stress agonistico che possono determinare un aumento dello stato infiammatorio generale.
Esercizio fisico intenso, antiossidanti e infiammazione
Queste situazioni compromettono la performance, diminuiscono la capacità di recupero dei muscoli e degli altri tessuti e provocano un’infiammazione generalizzata.
Allenamenti di questa intensità, infatti, creano uno stress metabolico in seguito all’iperproduzione di radicali liberi che, se presenti in eccesso, possono indurre alterazioni muscolari con conseguente fatica e debolezza.
Questo dipende dal fatto che, durante un esercizio, il consumo di ossigeno può aumentare fino a 20 volte rispetto a quello necessario in condizioni di riposo.
Questo aumentato flusso di ossigeno, fondamentale per soddisfare le richieste energetiche, ha come conseguenza negativa quella di far crescere notevolmente anche la produzione di agenti ossidanti.
Maggiori sono la durata e l’intensità dell’esercizio, maggiore sarà il numero di radicali liberi prodotti.
Al contrario, più aumenta il livello di preparazione fisica, più diminuisce la produzione di radicali liberi: la pratica sportiva regolare, infatti, determina un incremento delle difese endogene contro i radicali liberi.
Gli antiossidanti, e in particolare i polifenoli, molto presenti in frutta e verdura, sono fondamentali per lo sportivo perché:
- migliorano tempi e capacità di recupero.
- Aiutano ridurre i microtraumi legati all’esercizio fisico.
- Riducono lo stato di ossidazione di proteine e lipidi muscolari.
- Contribuiscono a prevenire infortuni muscolo-tendinei.
- Riducono l’affaticamento muscolare.
E quindi importante che chi fa sport, a tutti i livelli, segua una dieta sana ed equilibrata, in grado di assicurare tutti i nutrienti necessari al ripristino delle energie e alla prevenzione di lesioni muscolari e infortuni.
Perché assumere gli antiossidanti
L’insieme di queste scorrette abitudini ci sta conducendo ad una condizione generale di “malnutrizione” nella quale rientra anche uno scarso apporto di antiossidanti esogeni.
La prima strategia da seguire dovrebbe essere quella di normalizzare l’alimentazione per contrastare questo trend: in condizioni normali, un regime alimentare corretto ed equilibrato è di per sé in grado di controllare il metabolismo ossidativo attraverso la riduzione della produzione di specie reattive e l’induzione di enzimi ad attività antiossidante.
Integratori antiossidanti: quando e perché prenderli
Soprattutto in alcuni periodi dell’anno, caratterizzati da un eccessivo stress o da una frenesia difficilmente gestibile, oppure in caso di regimi alimentari che possono causare carenze (per esempio diete dimagranti sbilanciate protratte nel tempo o diete vegane), può essere utile il ricorso ad antiossidanti assunti sotto forma di integratori.
L’integrazione di antiossidanti può rendersi necessaria anche nel caso di atleti agonisti (che praticano allenamenti importanti), specialmente in presenza di carenze specifiche. Se, infatti, l’allenamento è molto intenso, la produzione di radicali liberi può superare la naturale capacità di difesa dell’organismo.
La supplementazione è fortemente raccomandata anche in caso di sportivi che viaggiano molto, che fanno diete ipocaloriche da molto tempo o che per motivi etici o religiosi possono manifestare deficit di determinate sostanze (per esempio i vegani)
Integratori di antiossidanti: raccomandazioni d’uso
Bisogna comunque sempre ricordare che, come tutte le sostanze, anche un eccesso di molecole antiossidanti rischia di produrre un effetto contrario rispetto a quello voluto.
I composti liposolubili come la vitamina E e il betacarotene, per esempio, possono causare tossicità per la loro capacità di accumularsi nei tessuti, mentre un eccesso di vitamina C ha mostrato indurre (contrariamente a quanto si pensi) un’attività pro-ossidante.
Dunque, va bene assumere due cicli di 15-20 giorni di un mix di antiossidanti esogeni durante i cambi di stagione, per ripristinare la fisiologica capacità antiossidante dell’organismo, ma non di più.
Dedichiamo più tempo a scegliere bene gli alimenti che assumiamo piuttosto che a pensare di poter compensare un’alimentazione non bilanciata con una semplice pasticca.
E’ importante anche che l’assunzione di integratori avvenga sempre dietro consiglio del medico o del nutrizionista: anche se si tratta di composti “vegetali”, il loro sovradosaggio può avere come conseguenza problematiche di salute anche molto serie: per esempio, l’eccesso di vitamina K in soggetti che assumono anticoagulanti può alterare l’efficacia dei farmaci.
Antiossidanti: cenni storici
Il primo utilizzo degli antiossidanti risale al XIX nell’industria della gomma: si era infatti osservato in modo empirico che alcune molecole potevano rallentarne la degradazione.
Nel XX secolo, gli antiossidanti hanno trovato largo impiego nell’industria alimentare, per frenare l’ossidazione degli alimenti conservati.
I radicali liberi non erano ancora noti, ma fin dalla fine del Settecento si era a conoscenza del ruolo dell’ossigeno, sia per la vita, sia nella degradazione del materiale biologico, anche se fino agli inizi del Novecento non si conoscevano in dettaglio né i meccanismi di ossidazione né quelli antiossidanti.
La più importante dimostrazione moderna del ruolo in biologia delle ossidazioni radicali risale ai primi anni ’50, quando a Buenos Aires Rebecca Gerchman e Daniel Gilbert scoprirono che la presenza dell’ossigeno era in grado di amplificare l’effetto tossico delle radiazioni. Si comprese che, dopo che la radiazione ionizzante aveva prodotto un radicale libero, questo poteva innescare una catena di reazioni ossidative a cui partecipava l’ossigeno.
La teoria dell’invecchiamento da radicali liberi
La vera svolta arrivò tuttavia quando, sempre negli anni ’50, Denim Harman propose per la prima volta la teoria dell’invecchiamento da radicali liberi: se il nostro organismo deve usare ossigeno per le conversioni energetiche, non può sfuggire alla sua tossicità, che poco alla volta lo deteriora.
Questa intuizione ha avuto conferme sperimentali in biologia e oggi è generalmente accettato che la vita massima potenziale di una specie è determinata in buona parte, anche se non totalmente, dalla sua capacità di difendersi dalle ossidazioni.
Questo insieme di informazioni ha stimolato, dagli anni ’70 alla fine del secolo scorso, tantissimi studi sui meccanismi radicali, sulle loro conseguenze biologiche e sui meccanismi di difesa. Sono stati così descritti i sistemi enzimatici di difesa antiossidante ed è stato compreso in dettaglio il loro funzionamento.
Articolo scritto in collaborazione con il dottor Lorenzo Traversetti, biologo nutrizionista.