Sommario
La depressione rientra nella piรน ampia categoria dei disturbi dellโumore. Infatti, sono patologie psichiatriche che comportano alterazioni psicologiche, caratterizzate da prolungati periodi di eccessiva tristezza (depressione), eccessiva allegria o esaltazione (mania) o entrambe.
Quindi, si parla di disturbo dellโumore quando la tristezza o lโesaltazione sono molto intense, accompagnate da altri sintomi tipici, e interferiscono con le normali attivitร di vita della persona, a livello fisico, sociale e lavorativo. Nei casi di sola depressione, si parla di disturbo unipolare. Invece, nei disturbi bipolari, si alternano episodi di depressione e di mania.
Se ti interessa l’argomento, scopri che cos’รจ il bipolarismo.
Le persone depresse si sentono inadeguate a fronteggiare le situazioni della vita e si considerano inferiori agli altri. Questa percezione implica una visione profondamente negativa dellโindividuo e di tutta la sua prospettiva esistenziale (passato, presente e futuro).
Ma quali sono le cause della depressione? Purtroppo sono ancora sconosciute e probabilmente includono fattori ereditari, modificazioni dei sistemi neurotrasmettitoriali, alterazioni della funzione neuroendocrina e fattori psicosociali. Infatti, la diagnosi รจ basata prevalentemente sull’anamnesi, mentre il trattamento comprende farmacoterapia, psicoterapia o entrambe e, se necessario, la terapia elettroconvulsivante presso centri specializzati.
Infine, dopo lโansia, la depressione รจ la malattia mentale piรน comune e la percentuale di persone che ne soffrono sembra aumentare costantemente nel tempo. Infatti, lโOrganizzazione mondiale della Salute (OMS) ha previsto che nel giro di pochi anni la depressione sarร la seconda causa di invaliditร per malattia, subito dopo le malattie cardiovascolari.
Depressione: che cos’รจ
Il termine โdepressioneโ deriva dal latino depressio e indica un profondo stato di tristezza e abbattimento, percepito dalla persona con estrema sofferenza e disagio.
Infatti, la parola รจ spesso utilizzata anche per descrivere uno stato dโanimo angosciato o scoraggiato, che puรฒ scaturire da eventi emotivamente angoscianti, come:
- disastro naturale
- malattia grave
- morte di una persona cara.
Tuttavia, tale stato dโanimo non rappresenta solitamente un disturbo. Infatti, in genere, รจ temporaneo, dura pochi giorni ed รจ legato principalmente al ricordo dellโevento. Inoltre, non interferisce in modo sostanziale con le funzioni dellโindividuo.
Differenza tra depressione e tristezza
Sarebbe piรน corretto definire questi stati dโanimo come demoralizzazione e dolore/ lutto. A differenza della depressione, si presentano in questo modo:
- andamento ad onde, legati a pensieri o ricordi dell’evento scatenante
- risoluzione quando le circostanze o gli eventi migliorano
- intervalli tra emozioni e umore negativi con quelli positivi
- assenza di sentimenti pervasivi di inutilitร e disgusto di sรฉ.
Invece, la depressione รจ una sensazione di tristezza cosรฌ intensa e persistente da compromettere le normali attivitร di una persona. In senso generale, si possono distinguere almeno due tipi di depressione: endogena e reattiva.
Depressione endogena e reattiva
- endogena: puรฒ manifestarsi improvvisamente, in pieno benessere, e in assenza di eventi o fattori stressanti.
- reattiva: si manifesta in seguito ad un evento scatenante, con una reazione eccessiva rispetto allโevento, che dura piรน del normale. ร caratterizzata da apatia e anedonia, cioรจ la perdita di interesse e di piacere per gli aspetti della propria vita precedentemente apprezzati. Questโultimo รจ il sintomo al quale gli specialisti del settore danno maggiore rilevanza rispetto alle altre manifestazioni cliniche.
Depressione post-partum
La depressione post-partum รจ caratterizzata da uno stato di profonda tristezza, associata a disturbi psicologici (sbalzi di umore, pianto, irritabilitร e rabbia), che puรฒ manifestarsi nelle prime settimane o nei primi mesi dopo il parto.
Tuttavia, avvertire un senso di malinconia dopo il parto, tristezza e sconforto, รจ piuttosto comune. Queste sensazioni tendono comunque ad esaurirsi entro due settimane. Invece, la depressione post-partum รจ unโalterazione dellโumore piรน intensa e persiste per settimane o mesi. Ne soffre il 10-15% circa delle donne.
Raramente evolve in un disturbo piรน grave, la psicosi post-partum, in cui la depressione puรฒ associarsi a pensieri di suicidio o di violenza, allucinazioni o comportamento bizzarro (puรฒ manifestarsi anche il desiderio di fare del male al bambino).
Depressione stagionale
La depressione stagionale รจ una forma di depressione che si presenta in specifici periodi dellโanno, generalmente in inverno, e comporta:
- alterazione dellโumore
- senso di stanchezza
- desiderio di carboidrati.
Tuttavia, tali sintomi regrediscono con lโarrivo della primavera.
Depressione: storia
Nel corso della storia, la depressione era descritta come โmelanconiaโ, parola introdotta da Ippocrate nel trattato โSulla natura dellโuomoโ.
Infatti, Ippocrate descriveva cosรฌ una condizione associata a sintomi come:
- rifiuto del cibo
- sconforto
- insonnia
- irrequietezza.
Poi, riteneva che la melanconia fosse una manifestazione psicologica di un disturbo organico che aveva a che fare con la presenza di bile nera e muco nel cervello. Vanno ricordati anche Teofrasto e Galeno che hanno contribuito alla descrizione del fenomeno.
Invece, nel Medioevo, la causa degli stati depressivi era attribuita al demonio, alle forze magiche occulte o al peccato.
ร solo alla fine del XIX secolo che lo psichiatra tedesco Emil Kraepelin descrisse la malattia basandosi su osservazioni e descrizioni accurate, distinguendo la malattia psicotica dalle altre forme di malattia mentale. Descrisse la follia maniaco-depressiva caratterizzata da โinsanitร circolari periodicheโ, โmaniaโ e โmelanconiaโ, delineando con questo termine un abbassamento del tono dellโumore e un rallentamento dei processi fisici e mentali.
Invece, nel 1911, lo psicoanalista tedesco Karl Abraham pubblicรฒ il primo studio psicoanalitico sulla depressione, mettendo a confronto depressione e ansia e analizzando alcune delle ragioni di natura inconscia alla base del senso di colpa.
Depressione e lutto
Anche Sigmund Freud in โLutto e Melanconiaโ, nel 1917, evidenzia le dinamiche inconsce alla base della depressione, confrontandole con quelle del lutto. Infatti, secondo Freud, il dolore provocato da un lutto dura un certo periodo di tempo. Se il soggetto non riesce a elaborare il lutto e a superare questa fase, avvertendo anche un senso di colpa e di indegnitร , ecco che il dolore si trasforma in depressione.
Freud intuisce che ciรฒ che appare come autoaccusa e senso di colpa in realtร รจ un rimprovero colpevolizzante diretto alla persona perduta, contemporaneamente amata e odiata.
Invece, nel 1924 lo psichiatra svizzero Eugen Bleuler descrisse, la depressione introducendo le sotto-categorizzazioni in gruppi diagnostici unipolari e bipolari, anticipando in questo modo la futura nosologia.
Depressione: epidemiologia
In poco meno di un decennio lโincidenza della depressione sulla popolazione mondiale รจ aumentata del 18,4%. Infatti, colpisce quasi 5 persone su 100 (4,4%). Quindi, tradotto in numeri, sono circa 300 milioni gli individui affetti da questa malattia. ร una condizione che non conosce confini.
Secondo i dati dellโOMS lโincidenza della depressione รจ diversa a seconda del genere: le donne sono piรน depresse degli uomini, 5,1% contro 3,6%. Questi dati variano anche in base allโetร , con un picco tra gli anziani e gli adulti: tra le donne con unโetร compresa tra 55 e i 74 anni si arriva al 7,5%, mentre per gli uomini al 5,5%.
Ma, puรฒ colpire anche i bambini e gli adolescenti di etร inferiore ai 15 anni, con unโincidenza piรน bassa rispetto agli adulti.
Quindi, la depressione รจ considerata tra le principali patologie che causano disabilitร e, secondo i dati del 2015, sono circa 780.000 le persone depresse che si sono suicidate. A questa cifra vanno poi aggiunti tutti i casi di tentato suicidio (il suicidio รจ tra le prime 20 cause di morte nel mondo).
Inoltre, le statistiche cambiano secondo la nazione, il sesso o la classe sociale di appartenenza: dove il reddito รจ piรน basso si concentrano circa il 78% dei casi registrati.
Sempre secondo lโOMS, la depressione, entro il 2020, diverrร la seconda causa piรน comune di disabilitร per malattia.
Depressione: cause
Le cause dellโinsorgenza della depressione non sono ancora note. Tuttavia, secondo gli studi, tra i fattori di rischio sono indicati:
- predisposizione familiare (ereditarietร )
- eventi emotivamente stressanti, soprattutto se implicano un lutto o una perdita
- sesso femminile per le variazioni nei livelli ormonali
- alcuni disturbi e/o patologie correlate
- effetti collaterali di alcuni farmaci.
Tuttavia, la depressione non va confusa con la debolezza caratteriale e puรฒ non essere dovuta a un disturbo della personalitร , a un trauma infantile o a un rapporto difficile con i genitori.
Stress
Gli eventi stressanti che possono facilitare lo sviluppo della depressione sono:
- malattie fisiche
- separazioni coniugali
- difficoltร nei rapporti familiari
- gravi conflitti e/o incomprensioni con altre persone
- cambiamenti importanti di ruolo, di casa, di lavoro
- licenziamenti
- fallimenti professionali o economici
- essere vittime di un reato o di un abuso anche in etร infantile
- perdita di una persona cara
- fine di un fidanzamento
- problemi con la giustizia
- bocciature a scuola.
Fattori genetici
I fattori genetici contribuiscono allo sviluppo dei disturbi depressivi in circa la metร delle persone affette. Ad esempio, si riscontra piรน comunemente tra i parenti di primo grado di soggetti con depressione. Infatti, i fattori genetici sono in grado di incidere sul funzionamento dei neurotrasmettitori, le sostanze che permettono la comunicazione tra le cellule nervose. Tra queste, la serotonina, la dopamina e la norepinefrina.
Infatti, la maggior parte della comunicazione fra le cellule del sistema nervoso avviene grazie ai neurotrasmettitori. Unโattivitร alterata di queste sostanze puรฒ comportare una diversa funzionalitร di specifiche aree cerebrali che regolano:
- sonno
- appetito
- desiderio sessuale
- umore.
Depressione e sesso femminile
Secondo le statistiche, le donne hanno piรน probabilitร di soffrire di depressione rispetto agli uomini e le ragioni non sono ancora del tutto chiare. Ma, tra i fattori biologici oggetto di studio, gli ormoni sono in prima linea.
Infatti, le variazioni dei livelli ormonali possono indurre a modificazioni dellโumore poco prima delle mestruazioni (sindrome premestruale), nel corso della gravidanza e dopo il parto (malinconia da parto o, in casi piรน gravi, depressione post-partum). Un altro fattore, abbastanza comune tra le donne, sono le alterazioni nella funzionalitร tiroidea.
Depressione post-partum
Le cause non sono ancora chiare, ma le seguenti condizioni possono contribuire o aumentarne il rischio:
- depressione postnatale
- depressione post-partum in una precedente gravidanza
- episodi pregressi di tristezza o depressione che insorgono in certi periodi del mese (correlati al ciclo mestruale) o per lโassunzione di contraccettivi orali
- depressione giร presente o sviluppata durante la gravidanza
- familiaritร con la depressione
- improvvisa riduzione dei livelli ormonali dopo il parto
- situazioni di stress (problemi coniugali, difficoltร finanziarie, assenza di un partner)
- mancanza di sostegno da parte del partner o dei familiari
- problemi correlati alla gravidanza (come parto pretermine o difetti congeniti del bambino)
- ambivalenza sulla gravidanza in corso (ad esempio perchรฉ non prevista o perchรฉ si voleva interromperla).
Se non trattata, puรฒ durare mesi o perfino anni.
Malattia e depressione
La depressione puรฒ essere anche correlata o causata da alcune patologie e fattori organici, tra i quali:
- disturbi della tiroide
- disturbi delle ghiandole surrenali
- tumori cerebrali benigni e maligni
- ictus
- AIDS
- morbo di Parkinson
- Sclerosi multipla
- Lupus, ecc.
Infatti, spesso, una patologia fisica puรฒ provocare depressione, sia direttamente che indirettamente. Ad esempio, lโAIDS puรฒ essere una causa diretta se il virus compromette le funzioni cerebrali, ma anche indiretta per il suo impatto negativo sulla vita del soggetto.
Anche lโuso prolungato di alcuni farmaci puรฒ provocare la comparsa di stati depressivi, ad esempio i beta-bloccanti (utilizzati anche per trattare lโipertensione) o i corticosteroidi.
Depressione: sintomi e classificazione
Sintomi
Un episodio di depressione dura solitamente circa 6 mesi, se non trattato, ma talvolta persiste per 2 o piรน anni e, generalmente, si ripresenta piรน volte durante lโesistenza.
Si tratta dunque di uno stato di sofferenza soggettiva caratterizzato da sintomi:
- emotivo-affettivi (umore depresso, perdita di interesse e di piacere, sentimenti di impotenza e disperazione, colpa, vergogna, inutilitร , indegnitร , inferioritร );
- cognitivi (pensieri negativi su di sรฉ, visione negativa del mondo e della vita, aspettative negative sul futuro, idee di suicidio):
- rallentamento psicomotorio;
- neurovegetativi (insonnia e riduzione dellโappetito) e fisici (dolori, astenia, disturbi gastrointestinali).
Lโambito clinico รจ quello dei โdisturbi dellโumoreโ che compromettono la qualitร del vissuto e comportano un alterato rapporto con la realtร .
Sintomi: depressione post- partum
I sintomi principali della depressione post partum sono:
- tristezza
- pianto
- irritabilitร e cattivo umore
- perdita di interesse nelle attivitร quotidiane e nel bambino.
Linee guida dei disturbi
Secondo le linee guida del DSM-5, in base alla durata e alla gravitร della sintomatologia depressiva e del grado di compromissione della vita sociale e lavorativa, i disturbi depressivi sono suddivisi in:
- maggiore (DDM โ Disturbo Unipolare)
- persistente o distimico
- disforico premestruale
- non altrimenti specificato
- dellโUmore Dovuto a Condizione Medica Generale.
DDM: disturbo depressivo maggiore
Per la diagnosi di un disturbo depressivo maggiore รจ necessaria la presenza di almeno cinque sintomi specifici, presenti da almeno 2 settimane:
- umore depresso per la maggior parte del giorno
- marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte o quasi tutte le attivitร quotidiane
- aumento o perdita di peso oppure diminuzione o aumento dell’appetito
- insonnia o ipersonnia
- agitazione o rallentamento psicomotorio
- astenia o perdita di energia
- sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inadeguati
- diminuita capacitร di pensare e di concentrazione o indecisione
- idee ricorrenti di morte o di suicidio.
Inoltre, le persone affette da questo disturbo spesso riferiscono di aver perso la capacitร di provare emozioni e la speranza nella guarigione. Ma, in alcuni casi, tali convinzioni assumono un carattere delirante (delirio di colpa, di rovina, di negazione corporea) o ipocondriaco. A volte, i soggetti affetti da DDM riferiscono anche di allucinazioni, sotto forma di voci accusatorie o di visioni di persone defunte, accompagnate da un forte senso di colpa.
Circa il 60% dei soggetti puรฒ incorrere, durante la vita, in un secondo episodio depressivo. Questi episodi possono risolversi completamente, parzialmente o non risolversi mai (circa in un terzo dei casi).
Disturbo depressivo persistente
ร caratterizzato da un umore cronicamente depresso, che perdura nella maggior parte della giornata, per almeno 2 anni. Lโesordio รจ spesso precoce e il decorso รจ cronico.
I sintomi depressivi esordiscono generalmente in modo subdolo nell’adolescenza e possono persistere per molti anni.
Per la diagnosi del Disturbo Depressivo Persistente, i soggetti devono presentare i seguenti sintomi:
- scarso appetito o iperfagia
- insonnia o ipersonnia
- scarsa energia o stanchezza
- bassa autostima
- scarsa concentrazione o difficoltร a decidere
- sentimenti di disperazione.
Sindrome premestruale e depressione
Il Disturbo disforico premestruale รจ correlato al ciclo mestruale, con esordio durante la fase premestruale e un intervallo senza sintomi dopo le mestruazioni.
Le manifestazioni sono simili a quelle della sindrome premestruale, ma sono piรน gravi, causando un disagio significativo e/o una compromissione del funzionamento sociale o lavorativo della persona. La prevalenza รจ stimata dal 2 al 6% delle donne con ciclo mestruale.
Per la diagnosi, รจ necessaria la presenza dei seguenti sintomi durante la settimana prima delle mestruazioni. I sintomi devono rientrare in pochi giorni dopo l’inizio del ciclo mestruale, per esaurirsi nella settimana dopo le mestruazioni.
- Sbalzi d’umore
- Irritabilitร o rabbia
- Umore fortemente depresso, sentimenti di disperazione o disprezzo per se stessi
- Ansia marcata, tensione o sensazione di essere โsulle spineโ.
Disturbo depressivo non altrimenti specificato
Questo disturbo include le manifestazioni depressive che non rientrano nei disturbi sopra descritti.
ร caratterizzato da periodi ricorrenti di disforia (alterazione patologica dellโumore), associati ad altri sintomi depressivi che perdurano per almeno 2 settimane, e da periodi di depressione che durano piรน a lungo, ma i cui sintomi non consentono una chiara diagnosi di disturbo depressivo specifico.
Disturbo dellโumore dovuto a condizione medica generale
Si tratta di unโalterazione dellโumore rilevante e persistente caratterizzata da umore depresso e/o irritabile e da anedonia (incapacitร a provare piacere). Dallโanamnesi e dalle indagini cliniche emerge chiaramente che lโalterazione รจ la conseguenza fisiologica diretta di una condizione patologica generale.
Tuttavia, non va confusa con la โreazione depressivaโ del soggetto a una malattia.
Depressione e specificatori clinici
La depressione maggiore e il disturbo depressivo persistente possono includere uno o piรน specificatori clinici che rappresentano le manifestazioni supplementari durante un episodio depressivo:
- ansia: il soggetto รจ teso e inquieto; ha difficoltร di concentrazione e vive uno stato di forte preoccupazione su ciรฒ che potrebbe accadere;
- caratteristiche miste: sono presenti almeno 3 sintomi maniacali o ipomaniacali (tono dellโumore elevato, senso di grandiositร , maggiore loquacitร , fuga delle idee, disturbi del sonno). Questi soggetti sono a rischio di sviluppare un disturbo bipolare.
- Malinconia: il soggetto non risponde agli stimoli solitamente piacevoli. Si sente abbattuto o disperato, prova un senso di colpa eccessivo; si assiste anche a un rallentamento psicomotorio, agitazione o significativa perdita di peso.
- Atipia: l’umore del soggetto migliora temporaneamente in risposta ad eventi positivi (ad esempio una visita da parte di bambini). Presenta almeno 2 dei seguenti sintomi: reazioni eccessive alle critiche, sensazione di paralisi (senso di pesantezza o fatica, di solito nelle estremitร ), aumento di peso o dell’appetito e ipersonnia.
- Psicosi: il soggetto รจ colpito da deliri e/o allucinazioni. I deliri spesso riguardano peccati o crimini imperdonabili, malattie incurabili, difetti di cui vergognarsi o sentirsi perseguitati. Le allucinazioni possono essere uditive (voci accusatorie o di condanna) o visive.
- Catatonia: il soggetto presenta un grave ritardo psicomotorio che puรฒ essere caratterizzato da smorfie e ripetizioni di parole (ecolalia) o movimenti (ecoprassia).
Depressione e comorbilitร
Si definisce comorbilitร la coesistenza di due o piรน disturbi o malattie fisiche o psichiche in uno stesso individuo. Le patologie si manifestano contemporaneamente o in sequenza, anche come condizione medica correlata. Tuttavia, distinguere la comorbilitร dalla complicanza non รจ facile, soprattutto nelle malattie multifattoriali.
Nel caso della depressione, la lista delle patologie correlate รจ lunga. Ad esempio la depressione maggiore รจ spesso associata ai disturbi dellโalimentazione, come la dipendenza dal cibo, al dolore cronico, alle malattie cardiovascolari o ictus.
Inoltre, sintomi depressivi si evidenziano in molte patologie del Sistema Nervoso Centrale (SNC), in particolare nei soggetti affetti da malattie neurodegenerative, come lโAlzheimer e il Parkinson, ma anche nelle patologie ischemiche cerebrali.
Poi, depressione e demenza costituiscono disturbi frequenti nella popolazione anziana. Ma, il piรน delle volte coesistono e non รจ ancora chiaro se la depressione rappresenti un fattore di rischio per la demenza o se la coesistenza delle due patologie non abbia rapporti casuali diretti.
Depressione e Parkinson
Lโassociazione tra depressione e Parkinson รจ molto frequente e in media riguarda circa il 40% dei soggetti affetti da questa malattia.
Tuttavia, puรฒ essere presente giร anni prima dellโesordio dei sintomi motori, interessare il 15% dei soggetti nelle fasi iniziali di malattia e il 25-70% dopo 5-7 anni.
Quindi, la valutazione del quadro clinico richiede particolare attenzione poichรฉ alcuni sintomi possono essere interpretati come espressione sia del processo depressivo, sia di quello neurodegenerativo primario, come ad esempio:
- ipomimia (scarsa variabilitร della mimica facciale)
- rallentamento dellโeloquio
- ritardo motorio
- anergia
- insonnia
- perdita dellโappetito.
Depressione e epilessia
Lโepilessia รจ spesso associata a disturbi di natura psichiatrica. Sono soprattutto disturbi dellโumore (in particolare depressione), disturbi psicotici e disturbi cognitivi. Possono precedere la diagnosi di epilessia, insorgere in concomitanza con questa o in tempi successivi. I principali fattori patogenetici sono:
- clinici (cause e sede della zona epilettogena, ovvero la parte del cervello responsabile delle crisi);
- psicosociali (paura delle crisi e dello stigma sociale);
- biologici (aree cerebrali danneggiate correlate alla funzione psichica);
- farmacologici (effetti collaterali cognitivi e psichici dei farmaci antiepilettici, soprattutto in presenza di sintomi depressivi.
Infatti, nellโambito delle comorbilitร psichiatriche, la depressione rappresenta il disturbo piรน frequente, interessando il 20-50% dei soggetti con crisi ricorrenti e il 3-9% con crisi controllate.
Depressione: diagnosi
La diagnosi di depressione si basa prevalentemente sulla valutazione clinica. Inoltre, possono essere utili anche esami del sangue per escludere disturbi fisici che possono causare depressione.
- emocromo
- elettroliti
- ormone tiroideo (TSH)
- vitamina B12
- livelli di folati.
ร fondamentale l’identificazione della sintomatologia. Ma, la differenza tra disturbi depressivi e cambiamenti d’umore รจ data prevalentemente da una sofferenza significativa o una compromissione rilevante del funzionamento sociale e professionale.
Scala di valutazione della depressione
Esistono diversi questionari standardizzati per identificare alcuni sintomi depressivi, ma non bastano per la definizione diagnostica. Il piรน comune รจ lโHamilton Depression Rating Scale. Si tratta di uno strumento adatto a valutare quantitativamente la gravitร dei sintomi depressivi e a documentare i cambiamenti, anche in base ai trattamenti. ร composto da 21 item. La gravitร รจ stabilita di solito dalla somma dei primi 17 item, considerati quelli principali per la valutazione del grado di depressione:
- โฅ25 depressione grave
- 18-24 depressione moderata
- 8-17 depressione lieve
- โค7 assenza di depressione.
Livello di gravitร dei disturbi depressivi
ll livello di gravitร dei disturbi depressivi รจ dato principalmente dal grado di sofferenza e disabilitร (fisica, sociale, occupazionale) e dalla durata dei sintomi.
Quindi, รจ importante da parte del medico accertarsi dei pensieri negativi e autolesionistici, di precedenti minacce e/o tentativi di suicidio e altri fattori di rischio. Anche unโanamnesi familiare di depressione puรฒ essere dโaiuto nella conferma della diagnosi.
Negli anziani, la depressione puรฒ essere difficile da rilevare, soprattutto nei soggetti in pensione, che hanno scarsi contatti sociali o difficoltร economiche. Infatti, puรฒ essere confusa con la demenza, perchรฉ presenta sintomi analoghi, come:
- confusione
- difficoltร di concentrazione
- chiarezza di pensiero.
Tuttavia, se questi sintomi sono causati dalla depressione, con le cure appropriate tendono a rientrare; in caso di demenza invece persistono.
Esami diagnostici
Non esistono esami in grado di confermare una diagnosi di depressione, ma le analisi di laboratorio possono aiutare il medico a stabilire se la depressione sia dovuta a una patologia fisica oppure a un disturbo ormonale. Ad esempio, gli esami del sangue solitamente sono prescritti per verificare un disturbo della tiroide o una carenza di vitamine, oppure soprattutto nei soggetti giovani per rilevare lโabuso di droghe.
Un esame neurologico approfondito puรฒ essere utile per escludere o confermare la presenza del morbo di Parkinson, mentre per i soggetti con gravi disturbi del sonno puรฒ essere necessario un esame specifico (la polisonnografia) per distinguere i disturbi del sonno dalla depressione.
Depressione: cura e trattamenti
Il trattamento della depressione dipende dal livello di gravitร e dalla tipologia:
- lieve: sufficiente il supporto del medico, dei familiari e la psicoterapia;
- moderata/grave: sono necessari farmaci, psicoterapia o entrambe;
- nei casi piรน gravi una terapia elettroconvulsivante.
Quindi, รจ importante che il medico esegua visite settimanali e spieghi al soggetto e ai suoi famigliari che la depressione รจ una malattia e non un sintomo di debolezza caratteriale. Ma, il percorso di recupero puรฒ conoscere momenti positivi e battute dโarresto. Per questo motivo รจ essenziale per il soggetto conoscere bene la malattia e continuare il trattamento senza arrendersi.
Anche essere piรน attivi (facendo passeggiate ed esercizio fisico con regolaritร ) e intensificare i rapporti sociali puรฒ essere di grande aiuto.
Anche i gruppi di supporto sono unโottima risorsa per condividere esperienze e sensazioni comuni.
Trattamento farmacologico
Sono disponibili diversi tipi di farmaci antidepressivi:
- Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)
- Antidepressivi di nuova generazione
- Antidepressivi triciclici
- Farmaci simili alla ketamina.
La maggior parte degli antidepressivi deve essere assunta regolarmente per diverse settimane prima che inizi ad avere effetto. Infatti, si tratta di un tempo di 6-12 mesi per evitare le recidive. Il trattamento puรฒ avvalersi di un solo farmaco o di una combinazione di farmaci. Gli effetti collaterali variano in base al tipo di antidepressivo.
Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)
Sono attualmente la classe di antidepressivi piรน comunemente usata ed efficace nel trattare la depressione e altre malattie mentali che spesso coesistono con la depressione.
Si tratta di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), che inibiscono, a livello dei recettori nervosi presinaptici, il riassorbimento della serotonina (noto anche come โormone del buonumoreโ).
Sebbene gli SSRI possano causare nausea, diarrea, tremori, perdita di peso, sonnolenza e cefalea, questi effetti collaterali sono di solito lievi o scompaiono man mano che continua il trattamento.
Tuttavia, un uso prolungato puรฒ comportare altri effetti collaterali, come lโaumento o una perdita di peso e disfunzione sessuale (in un terzo dei soggetti).
Antidepressivi di nuova generazione
Sono farmaci funzionanti come gli SSRI, presentano effetti collaterali simili e agiscono anche su altri sistemi di neurotrasmissione, come quello noradrenergico (SNRI).
Quindi, presentano unโefficacia terapeutica superiore ai farmaci triciclici e una notevole riduzione degli effetti collaterali. Sono adatti anche per quelle categorie di soggetti, come gli anziani e i cardiopatici, per i quali i triciclici sono sconsigliati.
Antidepressivi triciclici
Sono i farmaci antidepressivi oggi meno utilizzati a causa degli effetti collaterali. Infatti, possono indurre:
- sonnolenza
- aumento del peso corporeo
- tachicardia
- ipotensione
- offuscamento della vista
- secchezza delle fauci
- stato confusionale
- stipsi
- difficoltร a iniziare la minzione.
Farmaci simili alla ketamina
La ketamina รจ un farmaco anestetico. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che i meccanismi cerebrali influenzati dalla ketamina hanno un ruolo nella comparsa dei disturbi depressivi. La Food and Drug Andministration (FDA) ha recentemente approvato lโesketamina, un derivato della ketamina, per il trattamento delle persone affette da un disturbo depressivo maggiore che non rispondono ai trattamenti tradizionali. Tuttavia, in Italia il farmaco non รจ ancora approvato a livello ministeriale.
Infatti, tra gli effetti collaterali si possono osservare aumento della pressione arteriosa, nausea e vomito. Invece, a livello psichico, possono, manifestarsi:
- sensazione di scollegamento da se stessi (derealizzazione)
- sensazione di una distorsione del tempo e dello spazio
- allucinazioni.
Quindi, il farmaco รจ solitamente somministrato in un ambulatorio medico o in ospedale, per tenere appunto in osservazione la persona per qualche ora.
Effetti collaterali degli antidepressivi
Antidepressivi e rischio di suicidio
La diagnosi di depressione deve essere posta con attenzione per escludere alcuni quadri clinici particolari.
Infatti, in questi casi, la somministrazione di antidepressivi potrebbe facilitare la comparsa di ideazioni suicidarie. Inoltre, รจ necessario avvisare i familiari che, in alcuni casi, i soggetti in trattamento farmacologico con antidepressivi possono apparire piรน agitati, depressi e ansiosi entro una settimana dallโinizio della cura o dall’aumento della dose.
Quindi, in queste circostanze รจ importante tenere la situazione sotto controllo perchรฉ in alcuni soggetti puรฒ aumentare il rischio suicidario se l’agitazione, l’aumento di depressione e l’ansia non sono rapidamente rilevati.
Secondo diversi studi, gli antidepressivi, in generale, sono associati a un aumento del rischio di ideazione suicidiaria e a tentativi di suicidio nei pazienti di etร inferiore a 24 anni. In questo, non cโรจ particolare differenza tra le classi di antidepressivi. Tuttavia, l’evidenza scientifica non รจ ancora adeguata per dimostrare tale associazione.
Depressione e psicoterapia
Nei casi di depressione lieve, la psicoterapia puรฒ avere la stessa efficacia della terapia farmacologica. Invece, nei disturbi depressivi piรน gravi sono necessari sia i farmaci che la psicoterapia.
Quindi, gli elementi che possono orientare il medico nella scelta del trattamento psicoterapico, da solo o in associazione a quello farmacologico, sono i seguenti:
- fattori psicosociali stressanti
- conflitti intrapsichici
- difficoltร interpersonali
- comorbilitร con disturbi di personalitร .
Inoltre, la scelta del tipo di psicoterapia da intraprendere dipende da vari fattori:
- obiettivi prefissati della terapia
- risposta ottenuta a precedenti psicoterapie
- tecniche psicoterapiche
- esigenze e caratteristiche del soggetto.
Ad esempio, la psicoterapia dovrebbe essere il trattamento di prima scelta se la depressione insorge durante la gravidanza e durante lโallattamento.
Terapia cognitivo-comportamentale
La Terapia cognitivo-comportamentale รจ composta da un insieme di interventi basati su una premessa specifica: i soggetti affetti da depressione maggiore presentano distorsioni cognitive e schemi comportamentali disadattivi che concorrono alla comparsa e al mantenimento dei sintomi depressivi.
Sviluppato da Aaron Beck negli anni โ60, questo approccio รจ stato sottoposto a numerosi studi di efficacia. Secondo il modello cognitivo presupposto da Beck, la depressione รจ causata dalla modalitร con la quale le persone interpretano ed interiorizzano le esperienze avverse della vita.
Le convinzioni negative sono attivate da eventi sfavorevoli che producono pensieri negativi su di sรฉ, sul mondo e sul futuro, determinando uno stato dโanimo negativo.
La terapia cognitiva mira dunque a modificare i pensieri negativi del soggetto per facilitare il cambiamento dellโumore e migliorare la capacitร di gestione dello stress.
Psicoterapia interpersonale
Si tratta di un approccio piuttosto breve e particolarmente adatto nel trattamento del disturbo depressivo maggiore, soprattutto nei casi di depressione post-partum, negli adolescenti e negli anziani.
Questa psicoterapia nasce dalle teorie di Harry Stack Sullivan e Frieda Fromm-Reichmann, i quali hanno focalizzato lโattenzione sui fattori familiari e ambientali nello sviluppo della psicopatologia. Quindi, gli obiettivi della psicoterapia interpersonale consistono nel miglioramento delle relazioni interpersonali e nella riduzione della sintomatologia depressiva.
Terapie di gruppo
Recentemente numerosi studi hanno evidenziato la validitร delle terapie di gruppo per migliorare i sintomi depressivi. ร un approccio che si รจ dimostrato molto efficace nei soggetti con depressione maggiore, soprattutto se derivante da un lutto significativo o se in comorbilitร con patologie fisiche.
Terapia per chi vive con un depresso
Circa il 60% dei soggetti affetti da depressione maggiore abita con i propri familiari, che spesso vivono con grande difficoltร la gestione quotidiana, pratica e psicologica, della malattia. Quindi, per migliorare il clima familiare sono stati sviluppati alcuni approcci psicoterapici, come
- terapia sistemico-familiare
- counselling familiare
- interventi psicoeducativi.
In particolare, lโintervento psicoeducativo familiare ha lโobiettivo di:
- fornire informazioni ai soggetti e ai loro familiari sulla malattia, i sintomi, il decorso e il trattamento, consigliando strategie pratiche per la gestione degli effetti collaterali della terapia farmacologica;
- migliorare la comunicazione allโinterno della famiglia;
- potenziare le capacitร di problem-solving del nucleo familiare;
- favorire la partecipazione sociale di tutti i familiari.
Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato che lโapproccio familiare migliora lโeffetto dei trattamenti farmacologici, il funzionamento sociale del soggetto, comportando una riduzione significativa delle ricadute.
Altre terapie per curare la depressione
Terapia elettroconvulsivante
ร talvolta utilizzata nei soggetti con depressione grave che minacciano il suicidio o rifiutano il cibo. ร una terapia generalmente molto efficace e puรฒ migliorare rapidamente i sintomi depressivi. Tuttavia, occorre rivolgersi a centri altamente specializzati e in Italia non sono molti.
Nella terapia elettroconvulsivante (nota come elettroshock), degli elettrodi sono posizionati sul capo del soggetto per il passaggio di una corrente elettrica. In questo modo si induce una convulsione nel cervello che, per ragioni non del tutto note, puรฒ migliorare i disturbi depressivi gravi.
Fototerapia
La fototerapia (o light therapy) รจ il trattamento piรน efficace per la depressione stagionale. Puรฒ essere utile anche per altri tipi di disturbi depressivi lievi.
Questa tecnica prevede di esporsi a una certa distanza da una fonte luminosa che emette luce a una particolare intensitร . Ma, non bisogna guardare la luce in modo diretto e occorre rimanere esposti per almeno 30-60 minuti al giorno.
Stimolazione magnetica transcranica ripetuta
ร una tecnica non invasiva per la stimolazione elettromagnetica dellโarea del cervello che si ritiene regoli lโumore. Lโelettromagnete produce impulsi indolori che stimolano le cellule nervose a rilasciare delle sostanze chimiche, i neurotrasmettitori, che aiutano a modulare lโumore e possono alleviare i sintomi della depressione. Tuttavia, questa terapia puรฒ essere adatta per i soggetti con depressione grave che non rispondono ai trattamenti farmacologici e/o psicoterapici.
Stimolazione del nervo vago
ร una terapia di neurostimolazione utilizzata nei soggetti con depressione anche cronica che non ottengono risultati con i trattamenti farmacologici. Il nervo vago, struttura fondamentale del Sistema Nervoso Autonomo, svolge varie funzioni tra cui:
- motilitร dello stomaco e dellโintestino
- regolazione del battito cardiaco
- trasmissione al cervello di tutte le informazioni riguardanti i visceri.
In questa tecnica si usa un dispositivo che genera impulsi elettrici (tipo pacemaker). ร impiantato sotto l’ascella e collegato al nervo vago nella zona cervicale tramite un filo sottocutaneo. Quindi, gli impulsi, stimolando il nervo, ne aumentano lโattivitร provocando, in alcuni soggetti, un miglioramento del tono dellโumore. Si puรฒ eseguire in centri specializzati, anche se in Italia non sono molti.
Depressione: prognosi
Qual รจ la prognosi nella depressione? Le prospettive sono diverse e dipendono dalla gravitร della condizione:
- la durata media di un episodio depressivo รจ di 6/8 mesi e in caso di depressione leggera รจ possibile una guarigione spontanea;
- nei casi di depressione maggiore, circa lโ80% dei soggetti, nonostante le cure, possono incorrere in un altro episodio nella loro vita, con una media di quattro episodi;
- la prospettiva non รจ delle migliori: secondo gli studi, solo un terzo circa dei soggetti riesce a stare bene per piรน di 10 anni, mentre per circa il 20% il decorso รจ cronico.
Sicuramente la tempestivitร della diagnosi e unโadeguata terapia garantiscono una buona prognosi. Inoltre, lโaspettativa di vita dipende molto dalla gravitร del disturbo depressivo. Nei casi piรน severi, puรฒ essere piรน breve, non solo per il rischio di suicidio, ma perchรฉ sono i soggetti comunque maggiormente vulnerabili per alcune patologie come quelle cardiache, ad esempio.
Dieta e depressione
Puรฒ una dieta equilibrata ridurre i sintomi della depressione? Secondo uno studio pubblicato dalla rivista PLoS ONE รจ possibile.
La ricerca ha visto coinvolti 76 uomini e donne, di etร compresa tra 17 e 35 anni. Tutti presentavano disturbi depressivi e ansia e consumavano una quantitร rilevante di grassi e zuccheri.
I soggetti sono stati divisi in due gruppi. Un primo gruppo ha seguito le istruzioni di un dietologo per unโalimentazione piรน sana, sul modello della dieta mediterranea:
- 5 porzioni di verdura al giorno
- due o tre di frutta
- cereali integrali
- pesce
- carni magre.
Inoltre, รจ stato anche raccomandato il consumo giornaliero di tre cucchiai di noci e semi, due cucchiai di olio dโoliva e un cucchiaino di curcuma e cannella. Infine, รจ stato chiesto di ridurre i carboidrati raffinati, gli zuccheri, le carni grasse o trasformate e le bevande.
Invece, il secondo gruppo ha continuato a mangiare come prima.
Dopo tre settimane di dieta piรน sana, i sintomi della depressione nel primo gruppo sono diminuiti, mentre sono rimasti invariati nel gruppo che ha mantenuto lโalimentazione abituale.
Quindi, secondo i ricercatori, fanno la differenza alcuni macro e micronutrienti:
- acidi grassi omega 3
- magnesio
- calcio
- fibre
- vitamine B1, B9, B12, D, E.
Infatti, questi nutrienti determinano la stabilizzazione della membrana neuronale e hanno un effetto anti-infiammatorio.
Sport e depressione
Lo sport รจ uno dei migliori antidepressivi a disposizione. Negli ultimi anni numerosi studi hanno evidenziato che i soggetti con depressione maggiore vivono meno a lungo, soprattutto per uno stile di vita poco sano, tra cui errate abitudini alimentari, scarso esercizio fisico, dipendenza dalla nicotina e abuso di sostanze.
Lโimportanza della salute fisica nei soggetti con disturbi depressivi e mentali in genere, ha portato allo sviluppo di numerosi interventi psicosociali. Lโobiettivo รจ promuovere nuovi stili di vita per ridurre la mortalitร e il rischio di patologie metaboliche (ad esempio, obesitร e diabete) e cardiovascolari.
Benefici dello sport sulla mente
Infatti, fare esercizio fisico produce una serie di effetti fisiologici e psicologici che migliorano lโumore e lโautostima, riducendo i livelli di stress e di ansia. Tra questi ci sono: riduzione della pressione arteriosa, perdita di peso, aumento dei livelli di endorfine, modulazione della produzione di neurotrasmettitori e dellโasse ipotalamo-ipofisi-surrene, responsabile della risposta allo stress.
Non vanno poi sottovalutati gli effetti psicologici. Muoversi, fare ginnastica o qualunque altra attivitร , porta il soggetto a distrarsi per un poโ dal senso di negativitร che lo pervade, dalle sensazioni di solitudine e tristezza e aumenta il senso di autoefficacia e autostima.
Le ricerche sugli effetti benefici dello sport nei soggetti depressi sono molte e in alcuni casi hanno dimostrato che lโattivitร fisica puรฒ essere una valida alternativa ai farmaci.
Perche lo sport fa bene
Lโesercizio fisico migliora i disturbi depressivi perchรฉ:
- stimola l’organismo a rilasciare endorfine
- riduce il livello di cortisolo nel sangue, l’ormone coinvolto nello stress e nella depressione
- aiuta a vedere la vita con piรน ottimismo
- induce una sensazione di soddisfazione che aiuta ad aumentare l’autostima
- aumenta il livello di serotonina.
Che tipo di attivitร fisica รจ piรน adatta per chi soffre di depressione? Qualunque, dalla bicicletta al nuoto, dalla camminata alla pallavolo. Perfino il giardinaggio รจ indicato. Lโimportante รจ essere costanti e praticare gli esercizi almeno due o tre volte a settimana.
Yoga e depressione
Anche lo yoga sembra avere effetti migliori di un antidepressivo. Se giร da tempo si conoscono i benefici fisici e mentali dello yoga, un recente studio della Boston University lo ha confermato. Praticando yoga due volte a settimana, infatti, si possono alleviare i sintomi della depressione. In che modo? Grazie alla combinazione delle asana (le posizioni dello yoga) e della respirazione profonda.
Lo studio, pubblicato su Journal of Alternative and Complementary Medicine, ha preso in esame un campione di 30 persone di etร compresa tra i 18 e i 64 anni con disturbi depressivi.
Dopo circa tre mesi, sono stati sottoposti a un questionario per valutare il livello di depressione. Per tutti i soggetti si รจ rilevata una diminuzione dei sintomi di almeno il 50%. Tutti quelli che avevano seguito tre lezioni settimanali, hanno registrato un punteggio di depressione inferiore rispetto a coloro che si erano limitati a due pratiche settimanali.
Depressione: prevenzione
Quando si parla di prevenzione della depressione, in particolare del disturbo depressivo maggiore, occorre distinguere tra prevenzione primaria e secondaria.
Prevenzione primaria
La prevenzione primaria mira a individuare i fattori di rischio che possano favorire lo sviluppo di uno stato depressivo. Per la famiglia si tratta di riconoscere eventuali cambiamenti di stato dโanimo del soggetto, indirizzandolo prontamente verso figure specialistiche, evitando โil fai da teโ. Per il medico si tratta di riconoscere i primi segni o sintomi di uno stato depressivo per evitare lโevoluzione verso una depressione conclamata.
Prevenzione secondaria
Invece, la prevenzione secondaria consiste nel ridurre il rischio di ricaduta e la cronicizzazione della malattia. Infatti, circa il 50% delle persone che hanno avuto un primo episodio di depressione, incorre in un secondo episodio. Invece, dopo il secondo e terzo episodio, il rischio di ricaduta arriva rispettivamente al 70% e 90%.
Inoltre, quando il primo episodio si manifesta in etร giovanile (prima dei 20 anni) o in etร avanzata, aumenta la possibilitร di ricaduta.
Come prevenire la depressione post-partum
Dopo il parto sarebbe utile adottare alcuni accorgimenti:
- riposare il piรน possibile
- farsi aiutare da amici e familiari
- parlare con qualcuno dei propri sentimenti
- fare la doccia e vestirsi ogni giorno, non lasciarsi andare
- uscire il piรน possibile (fare commissioni, incontrare amici o fare una passeggiata)
- passare tempo con il proprio marito o compagno
- parlare con altre madri delle esperienze e emozioni comuni
- frequentare un gruppo di sostegno
- ammettere che stanchezza e dubbi sulla capacitร di essere buone madri sono normali nelle neo-mamme e che di solito questi effetti cessano con il tempo.
Come si puรฒ prevenire la ricaduta della depressione
Le linee guida internazionali sul trattamento della depressione raccomandano:
- in caso di terapia farmacologica, la somministrazione di farmaci antidepressivi per circa 6 mesi dopo lโepisodio acuto
- nei soggetti con elevato rischio di ricaduta, la continuazione del trattamento farmacologico, a dosaggio pieno, per almeno 2 anni dal primo episodio di depressione.
Invece, per quanto riguarda la psicoterapia, le linee guida raccomandano, sia per il trattamento cognitivo-comportamentale che per la terapia interpersonale, una durata di 3-4 mesi per lโepisodio depressivo acuto, seguito da altre 3-4 sedute di controllo.
Infine, รจ molto importante evitare la ruminazione, cioรจ focalizzarsi sui pensieri negativi. Ruminare sui pensieri, sulle perdite, gli insuccessi, sul senso di inadeguatezza, porta a rimanere focalizzati solo sugli aspetti sfavorevoli, aumentando la sofferenza e quindi lโumore depresso.
Con la consulenza del Prof. Massimo Pasquini, Psichiatra e Professore associato c/o lโUniversitร La Sapienza di Roma, Dipartimento di Neuroscienze Umane.
Si ringrazia il Prof. Alfredo Berardelli per la gentile concessione del materiale bibliografico: La Neurologia della Sapienza, edizione 2019, Esculapio Editore.
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