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Farro: proprietà, valori nutrizionali, calorie, benefici e usi in cucina

Catia Penta by Catia Penta
22 Settembre 2023
in Alimenti dalla A alla Z
farro
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Sommario

  • Cos’è il farro, dalla pianta all’ingrediente
  • Calorie e valori nutrizionali del farro
  • Proprietà e benefici del farro
  • Controindicazioni del farro
  • Il farro in cucina: quale scegliere e perché
  • Come cucinare il farro
  • Ricette con il farro
  • Tipi di farro: le varietà presenti sul mercato

Il farro è un cereale molto versatile, alleato dei menù sani, vari ed equilibrati. Un ingrediente proficuo anche in una dieta completa e per chi vuole sperimentare piatti e ricette nella propria cucina di casa. Un prodotto che fa parte della tradizione della dieta mediterranea, ricco di tante proprietà nutrizionali preziose per il nostro organismo.

Dicevamo della sua versatilità: in chicchi è protagonista di zuppe e insalate di cereali, mentre la sua farina viene utilizzata per la preparazione di gustosissimi biscotti, torte, per realizzare un pane saporito e ricco di fibre, taralli, grissini e pasta.

Ma oltre ad essere apprezzato per il suo gusto particolare e la sua bontà, questo cereale apporta anche importanti benefici per la nostra salute. Solo per citarne alcuni: rappresenta una buona fonte di proteine ed è ricco di sali minerali essenziali come ferro, potassio e fosforo.

Un cereale antichissimo che sa essere prezioso qualsiasi sia il suo utilizzo. Scopriamo insieme tutte le caratteristiche e le proprietà.

Cos’è il farro, dalla pianta all’ingrediente

Il farro è una pianta erbacea. Il suo nome scientifico è Triticum Dicoccum e appartiene alla famiglia delle Graminacee. Il genere Triticum è il più importante per numero di specie coltivate e per ampiezza di diffusione e di utilizzo. Comprende inoltre tutte le specie di farro.

La pianta, molto simile a quella del grano, può raggiungere i 130 centimetri. Presenta una grande spiga contenente chicchi ovali. Cresce senza difficoltà anche su terreni poveri di sostanze nutritive e resiste molto bene anche a basse temperature. Per questo motivo il farro non richiede l’utilizzo di fertilizzanti o diserbanti ed è, quindi, un cereale “sicuro e naturale”.

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Il periodo di semina del farro è in autunno, mentre si raccoglie in estate, esattamente con le stesse macchine utilizzate per la raccolta del grano.

Calorie e valori nutrizionali del farro

Farro: valori nutrizionali

Le calorie del farro sono 335 kcal ogni 100 g di prodotto. In linea con i prodotti derivati dal grano, come le farina di grano duro o tenero.

Il farro ha un buon contenuto proteico, è privo di colesterolo, regala energia e favorisce il buon funzionamento dell’intestino grazie all’alto contenuto di fibre.

Contiene vitamine A, C e del gruppo B e sali minerali importanti e preziosi come fosforo, magnesio, potassio e ferro. Ma ciò che rende davvero unico questo cereale è l’elevata quantità di selenio, che gli conferisce importanti proprietà antiossidanti.

Studi recenti dimostrerebbero infatti come il consumo di farro sia associato ad una riduzione del rischio di alcune patologie, del declino cognitivo, di malattie cardiovascolari e di problemi alla tiroide.

Ecco nel dettaglio alcuni dei valori nutrizionali più importanti per 100 g di farro.

  • Acqua: 10,4 g
  • Proteine: 15,1 g
  • Lipidi: 2,5 g
  • Carboidrati: 67,1 g
  • Fibre: 6,8 g
  • Ferro: 0,7 mg
  • Calcio: 43 mg
  • Sodio: 18 mg
  • Potassio: 440 mg
  • Fosforo: 420 mg
  • Rame: 0,511 mg
  • Selenio: 11,7 μg
  • Manganese: 2,983 mg.

Se ti interessa l’argomento, scopri se il farro fa ingrassare.

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Proprietà e benefici del farro

farro: proprietà e benefici

Consigliato a chi soffre di diabete

L’elevata quantità di fibre rende il farro un alimento a basso indice glicemico indicato, in dosi controllate, per chi soffre di diabete: il suo utilizzo aiuterebbe infatti ad evitare il verificarsi di picchi glicemici.

Tante fibre benefiche per l’intestino

L’elevato contenuto di fibre solubili ed insolubili rende il farro un alimento perfetto per migliorare la motilità intestinale grazie all’azione di “effetto massa” che stimola la peristalsi.

Unito ai legumi ha poi un effetto prebiotico che stimola nell’intestino la proliferazione dei batteri buoni, in grado di rinforzare e migliorare la qualità del microbiota. Il suo elevato contenuto di fibre e di elementi nutritivi benefici contribuisce alla prevenzione dell’insulino-resistenza, delle ischemie e dell’obesità.

Aiuta a combattere i calcoli

La fibra contenuta nel cereale non solo è di aiuto in caso di costipazione, gonfiore, crampi, diarrea, ma anche in casi più seri come quando si soffre di ulcera.

Le fibre insolubili aiutano anche a diminuire la secrezione degli acidi biliari, causa principale della formazione dei calcoli.

Benessere del sistema nervoso e muscolare

La grande quantità di magnesio presente in questo cereale lo rende un alimento molto utile per il benessere del sistema nervoso e muscolare.

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Il magnesio è un minerale determinante in molte reazioni enzimatiche che avvengono nel nostro organismo.

Cuore sotto controllo

Il farro è privo di colesterolo e i fitoestrogeni che contiene, in associazione alla niacina (vitamina B3), aiutano a ridurre i livelli di quello cattivo, prevenendo di conseguenza il rischio di aterosclerosi e malattie cardiovascolari in genere.

Contro il mal di testa

Questo cereale ha un buon contenuto di vitamina B2, o riboflavina, una delle vitamine idrosolubili, ovvero che non possono essere accumulate nell’organismo, ma devono essere regolarmente assunte attraverso l’alimentazione.

La riboflavina è una vitamina estremamente utile per ridurre, se assunta regolarmente, gli attacchi di emicrania.

Antiossidante

La vitamina B2 interviene anche in gran parte delle reazioni metaboliche di grassi, zuccheri e proteine oltre a favorire la sintesi del glutatione, il principale antiossidante naturale prodotto dalle nostre cellule.

Benessere ormonale

Gli estrogeni sono i principali ormoni sessuali femminili. Attraverso l’assunzione di alimenti ricchi di estrogeni (il farro, la soia, i legumi, i semi) è possibile contrastare il naturale calo di questi ormoni in menopausa, alleviarne i disturbi e combattere una libido bassa.

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Il farro si può assumere in gravidanza

Questo cereale è un alimento perfetto da inserire nella dieta di una donna incinta. Ecco i motivi:

  • Migliora la stipsi, disturbo tipico della gravidanza.
  • Ha un indice glicemico basso: aiuta a ridurre l’insorgenza del diabete gestazionale.
  • Il basso contenuto di sodio è utile per prevenire l’insorgenza dell’ipertensione gravidica.

Ricco di polifenoli

Sappiamo quanto sia fondamentale la relazione tra alimentazione e patologia tumorale, tanto che una corretta dieta è fondamentale per la prevenzione. Il farro, soprattutto nella sua versione integrale, si rivela utile per la prevenzione di molto patologie legate al seno e alla prostata grazie al suo contenuto di lignani, un gruppo di polifenoli dalle note proprietà antitumorali.

Aumenta il senso di sazietà

Il farro, soprattutto integrale, è un alimento che genera un grande senso di sazietà grazie alla notevole presenza di fibre.

Anche se non proprio ipocalorico, consumato nelle giuste quantità è di grande aiuto nelle diete dimagranti, come quella di Melarossa.

Controindicazioni del farro

Controindicazioni del farro

L’assunzione di farro non ha particolari controindicazioni. Contiene glutine, quindi non è indicato per chi soffre di celiachia. Chi, invece, è allergico alle proteine del grano può in genere tollerare le proteine più digeribili di questo cereale.

Il farro è un alimento controindicato ai soggetti che soffrono di problemi intestinati o digestivi a causa dell’elevato contenuto di fibre che gli conferisce un effetto lassativo.

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Il farro in cucina: quale scegliere e perché

Dopo la trebbiatura il farro conserva ancora la sua pellicola protettiva, la glumetta, che viene eliminata attraverso il processo della brillatura. Questa si ottiene o aggiungendo additivi chimici che rendono il prodotto lucido, o con metodi meccanici, come la spazzolatura o lo sfregamento.

Alla fine della brillatura il prodotto perde il 60% circa del suo peso iniziale. Una volta brillato, il farro, subisce diverse lavorazioni e da queste derivano i prodotti che troviamo in commercio.

  • Farro integrale, dai chicchi allungati, marrone scuro, che al palato risulta asciutto e consistente.
  • Semiperlato, cioè leggermente graffiato per via del processo di molatura: è più chiaro e più morbido.
  • Perlato: la perlatura elimina gli strati esterni della corteccia. Diventa così più veloce da preparare, anche perché non necessita di ammollo, ma meno nutriente.
  • Decorticato, ovvero che conserva la pellicola esterna del chicco. E’ preferibile lasciarlo in ammollo per una notte prima di consumarlo.

Si può trovare anche intero o spezzato in più parti. In commercio c’è anche la farina di farro che si ottiene dalla macinatura e dalla raffinazione dei chicchi.

Ma normalmente in commercio si trovano due tipologie di farro: quello decorticato e quello perlato. Il decorticato necessita di circa 8 ore di ammollo prima di essere cucinato e poi di circa 50/60 minuti di cottura in acqua bollente. Il perlato, che non ha la pellicola (glumetta), non necessita invece di ammollo e cuoce in circa 30 minuti.

Prima di cucinare questo cereale è consigliabile sciacquare bene i chicchi sotto l’acqua corrente per eliminare ogni tipo di impurità.

come cucinare il farro

Come cucinare il farro

Il farro si prepara in maniera molto semplice ed è veramente versatile: è indicato per preparare insalate, zuppe e piatti unici. Perfetto in tutte le stagioni, si presta sia a pietanze calde che fredde.

Buono anche semplicemente lessato e cosparso con un filo d’olio extravergine d’oliva a crudo e una spolverata di formaggio grattugiato, per un pranzo leggero e poco calorico.

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Apprezzate da tutti le insalate che si possono realizzare con il farro: con le verdure, grigliate o saltate, con straccetti di pollo, con formaggio o, per un fresco piatto estivo, con tonno e pomodori freschi.

Il farro può tranquillamente sostituire il riso o la pasta e, di conseguenza, essere condito come più ci piace: anche con il ragù!

La tradizione abbina da sempre il farro ai legumi, tramandando zuppe gustose e complete sotto il profilo nutrizionale.

Anche se meno famosi, con l’antico cereale è possibile preparare gustosi dolci: è sufficiente, ad esempio, mescolare il farro con ricotta, miele e cannella per ottenere un dessert squisito, naturale e velocissimo da preparare.

Ricette con il farro

1 – Zuppa di farro

zuppa di farro

Calorie totali: 1096 kcal / calorie a persona: 548 kcal

Ingredienti per 2 persone:

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  • 150 g farro
  • 100 g fagioli
  • 100 g patate
  • 80 g carote
  • 40 g cipolla
  • 40 g costa di sedano
  • 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • foglie di verza q.b.
  • pepe nero macinato q.b.
  • sale fino q.b.
  • acqua calda q.b.
  • timo selvatico q.b.
  • foglie di salvia q.b.
  • 2 fette di pane (tostato)

Scopri come preparare la zuppa di farro.

2 – Insalata di farro e tonno

insalata di farro e tonno

Calorie totali: 1316 kcal / calorie a persona: 329 kcal

Ingredienti per 4 persone:

  • 240 g farro
  • 250 g zucchine
  • 2 cucchiai olio extravergine d’oliva
  • 20 g mandorle
  • 100 g tonno al naturale
  • 200 g pomodorini
  • 5/6 foglie basilico
  • origano q.b.
  • sale q.b.
  • pepe q.b.

Scopri come preparare l’insalata di farro e tonno.

3 – Insalata di farro con salmone

insalata farro con salmone

Calorie totali: 1625 kcal / calorie a persona: 406 kcal

Ingredienti per 4 persone:

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  • 240 g farro
  • 100 g salmone affumicato
  • 60 g rucola
  • 140 g olive
  • 200 g pomodorini
  • 2 cucchiai olio extravergine d’oliva
  • sale q.b.

Scopri come preparare l’insalata di farro con salmone.

Se vuoi provare tutti i piatti con questo fantastico cereale, ecco tutte le ricette sane e sfiziose con il farro firmate Melarossa!

farro: habitat e storia

Tipi di farro: le varietà presenti sul mercato

In Italia il farro si coltiva tra l’Emilia e la Liguria. La Toscana è patria del famosissimo farro di Garfagnana. Tre sono le varietà di farro maggiormente diffuse: monococco, dicocco e spelta.

Si tratta di specie diverse, associate dal medesimo nome, ma tutte con caratteristiche tali che le distinguono dal grano.

Monococco

Il farro monococco, o farro piccolo, è molto probabilmente la varietà più antica di tutte: un primato non da poco se pensiamo che potrebbe essere il primo cereale coltivato dall’uomo.

Ogni spighetta produce un solo chicco, ed è questo il motivo per cui è stato soppiantato nel tempo da altre specie più produttive. Le sue proprietà nutrizionali risultano uniche e, per questo, è stato riscoperto e ha oggi un grandissimo successo.

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Dicocco

Il farro dicocco, chiamato anche farro medio, è la varietà più diffusa nel bacino del Mediterraneo (a questa specie appartiene il famoso Farro della Garfagnana). Il suo insolito nome, “di-cocco”, nasce dal fatto che produce due chicchi per ogni spighetta.

Questa caratteristica lo rende più produttivo rispetto al monococco. È un antenato del grano duro, sia per le caratteristiche che per l’utilizzo, anche se oggi viene addirittura preferito al grano. 

Spelta

Lo spelta, o farro grande, o farricello, è la varietà più recente tra le tre: ha infatti solamente 10 mila anni di età!

Nasce dall’ibridazione spontanea tra il farro dicocco e una graminacea selvatica (l’Aegilops Squarrosa). Le sue caratteristiche lo rendono simile al grano tenero, di cui è un antenato, anche se è la varietà meno pregiata.

farro: cos'è

Un cereale dalla storia antichissima

La storia dell’agricoltura si lega indissolubilmente alla coltivazione del farro. L’ultima grande glaciazione è avvenuta circa 12 mila anni fa. Fu proprio in quel periodo che la temperatura della Terra cominciò ad avvicinarsi ai valori che oggi conosciamo. I ghiacci cominciarono a ritirarsi verso Nord lasciando ampie zone che si riempirono di vegetazione.

In quella che oggi chiamiamo Mezzaluna fertile si insediarono i primi villaggi poiché lì sorgevano campi di farro selvatico. Pian piano l’uomo imparò a coltivarlo, dando origine, appunto, all’agricoltura.

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Habitat e diffusione

Dalla zona del Caucaso il farro si diffuse rapidamente nel Nord Africa e nell’Europa fino a diventare l’alimento base delle legioni romane nel periodo che ha portato alla nascita dell’Impero Romano.

Il fatto che il suo utilizzo fosse estremamente diffuso è testimoniato dall’etimologia del termine “farina” che, non a caso, deriva da “farro”. Sempre in epoca romanica il farro venne sostituito dal grano duro e da quello tenero.

La coltivazione del grano al posto del farro

Ma perché il grano ha via via sostituito il farro? Perché i chicchi di grano sono privi dell’involucro glumeale che li avvolge già nella fase del raccolto. Nel caso del farro questo va, invece, eliminato, imponendo così un passaggio di lavorazione ulteriore.

Motivo, questo, che risponde anche alla domanda sul perché un cereale antico quanto l’uomo debba costare più del grano.

Fonti
  1. CREA, Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione e Banca Dati di Composizione degli Alimenti per Studi Epidemiologici in Italia.

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Catia Penta

Catia Penta

Laureata in storia della critica letteraria, dal 1989 collaboro come autrice testi in RAI gestendo i contenuti di spazi televisivi molti dei quali dedicati a salute e benessere. Ho collaborato con il Gambero Rosso Channel seguendo, in qualità di autrice, le trasmissioni degli chef più accreditati. Per Melarossa mi occupo di tematiche focalizzate sull’alimentazione sana, sulla dieta e sulle patologie/disfunzioni legate al cibo.

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