La diarrea è il sintomo di un disturbo intestinale che si manifesta con l’emissione di feci liquide o semiliquide mediante scariche frequenti (almeno 3 in 24 ore).
È generalmente causata da infezioni batteriche o da fattori legati all’alimentazione.
In realtà, è un meccanismo di difesa dell’organismo per eliminare le sostanze nocive (come batteri, parassiti o residui di cibo non digeriti correttamente) che attraversano l’intestino.
Però, può rappresentare anche il sintomo di altre malattie, non necessariamente intestinali, o l’effetto indesiderato di farmaci.
La cura è riferita sempre alle cause scatenanti e tipicamente prevede la reidratazione, una dieta leggera, l’uso di probiotici, per ripristinare la flora intestinale, e raramente di farmaci.
Si stima che nel mondo più di un miliardo di persone soffre di diarrea almeno una volta l’anno.
Diarrea: cos’è
La diarrea (dal greco δια cioè “attraverso” e ρέω che vuol dire “scorro”, per indicare lo scorrimento veloce attraverso l’intestino) è il sintomo di un disturbo intestinale che si manifesta con tre o più scariche al giorno di feci liquide o molli.
In realtà, si tratta di un meccanismo di difesa dell’intestino per espellere sostanze nocive.
Le cause sono diverse, sia di natura fisica, sia psicologica. Generalmente, dopo uno o due giorni, la diarrea si risolve senza ricorrere a cure specifiche.
Invece, se dura per più giorni, allora è il caso di rivolgersi al medico. Infatti, l’eccessiva perdita di liquidi può portare a disidratazione.
L’intestino, che è un organo complesso e delicato, è attraversato mediamente da circa 9 litri di liquidi al giorno, di cui solo un litro raggiunge il colon che, con le feci, ne espelle meno di 200 ml.
Quindi, se l’assorbimento di liquidi dell’intestino è alterato, le feci diventano molli o liquide. In questo modo però il corpo espelle più acqua di quanto dovrebbe, pertanto occorre reintrodurre i liquidi persi.
Poi, la diarrea può essere il sintomo di altre patologie sottostanti e non necessariamente a carico dell’intestino. Si presenta in qualunque fase della vita, nel neonato e nell’anziano, e nell’età adulta si hanno, in media, quattro attacchi di diarrea all’anno.
Diarrea o dissenteria?
Si tratta di due condizioni cliniche diverse. La diarrea si manifesta con almeno tre evacuazioni al giorno di feci molli e acquose. Invece, la dissenteria è una forma di gastroenterite infettiva che ha come sintomo principale la diarrea, ma anche sangue nelle feci e dolore durante l’evacuazione.

Epidemiologia
Nei Paesi in via di sviluppo, la diarrea infettiva è ancora una delle prime cause di mortalità, soprattutto nei bambini. Le precarie condizioni igieniche poi rendono spesso cronica la diarrea, determinando anche malnutrizione e ritardo nella crescita.
Si tratta prevalentemente di diarrea batterica in cui l’agente patogeno più comune è l’Escherichia coli, seguito da Salmonella e Rotavirus.
Nei Paesi industrializzati, invece, la mortalità per diarrea è molto più bassa, ma a livello mondiale, si stima che ogni persona ha più di un episodio di diarrea durante l’anno.
I dati poi indicano che non vi è particolare differenza tra i sessi.
Sono, invece, i bambini a essere i più colpiti, ma anche gli adulti tra i 25 e i 64 anni (circa il 20%), soprattutto se viaggiano nei Paesi in via di sviluppo.

Diarrea: classificazione
La diarrea si classifica in base alla frequenza delle scariche e alla durata nel tempo.
- Acuta (meno di 7 giorni). È causata principalmente da infezioni batteriche o virali.
- Protratta (dai 7 ai 14 giorni).
- Cronica (oltre i 14 giorni). Le cause sono multifattoriali, ma tipicamente si manifesta nei casi di sindrome da intestino irritabile, sindromi da malassorbimento dei cibi (ad esempio, intolleranza al lattosio e celiachia) e infezioni croniche (soprattutto nei soggetti immunodepressi). Può essere anche il sintomo degli effetti indesiderati di alcuni farmaci. Nei Paesi in via di sviluppo invece l’origine è prevalentemente infettiva.
Meccanismi fisiopatologici
La diarrea si distingue anche secondo i meccanismi fisiopatologici sottostanti in:
Osmotica
Si verifica quando nell’intestino sono presenti sostanze di difficile assorbimento e che per questo trattengono liquidi, determinando un aumento della quantità di feci e la diminuzione della loro consistenza.
Tra i cibi che possono causare diarrea osmotica ci sono i fagioli, i dolcificanti, le caramelle e le gomme da masticare.
Anche la carenza di lattasi (un enzima presente nell’intestino tenue che trasforma il lattosio in glucosio e galattosio per essere assorbito dall’organismo) può provocare questo tipo di diarrea. In questo caso, infatti, se si assume latte o formaggio, il lattosio non viene digerito e man mano che si accumula nell’intestino causa la diarrea.
È tipico dell’intolleranza al lattosio, poiché la diarrea scompare appena si smette di consumare questi alimenti. Anche gli antibiotici o altri farmaci possono provocare questo disturbo.
Diarrea secretoria
È dovuta prevalentemente a infezioni o intossicazioni alimentari e si caratterizza dall’aumento della secrezione di liquidi e sali (specialmente cloruro di sodio) da parte della mucosa intestinale.
Può essere causata da infezioni virali o batteriche, dall’uso di lassativi (come l’olio di ricino), da malattie infiammatorie come il morbo di Crohn, coliti, polipi o neoplasie intestinali.
Tuttavia, in questi casi, le feci presentano anche pus e sangue. Questo tipo di diarrea persiste anche con il digiuno.
Motilità intestinale alterata
Dipende dalla velocità del transito intestinale che provoca un non corretto assorbimento dell’acqua e delle sostanze nutritive o dei sali biliari.
Quindi, l’aumento di liquidi rende le feci liquide o molli, causando la diarrea. Spesso, si associa a disturbi come:
- colon irritabile
- diverticolite
- diabete.
Infiammatoria
Anche in questo caso si verifica un’ipersecrezione di liquidi nell’intestino. Però, la causa è l’infiammazione della mucosa intestinale o l’eventuale presenza di ulcere che modificano la permeabilità all’acqua, determinando anche la produzione di pus, muco e sangue. Si associa generalmente a dolore addominale, febbre e sangue nelle feci.
È tipica di certe patologie come:
- colite ulcerosa
- morbo di Crohn
- tubercolosi
- tumori come il linfoma e l’adenocarcinoma.
Quando è interessata la mucosa del retto, si avverte l’urgenza ad evacuare e le scariche sono frequenti.
Secondaria a chemioterapia
La diarrea è anche un tipico effetto avverso dei chemioterapici o in caso di radioterapia a livello pelvico-addominale.

Le principali cause della diarrea
L’intestino, con i suoi 7 metri di lunghezza, è un organo grande e complesso, coinvolto non solo nell’assorbimento dei nutrienti del cibo, ma anche nella protezione da agenti patogeni e nella difesa dell’organismo mediante la sintesi di cellule immunitarie.
Si divide anatomicamente in intestino tenue (l’ultima parte è detta ileo) e crasso (composto a sua volta da colon e retto).
La diarrea è un sintomo, non una patologia e quindi può presentarsi per cause diverse: dallo stress alle intolleranze o allergie alimentari, da infezioni batteriche o virali all’uso di determinati farmaci, fino a patologie più serie come cancro, colite ulcerosa, diabete, gastroenteriti, ecc.
Tra le cause più comuni di diarrea ci sono:
Infezioni
Si tratta di infezioni batteriche, virali, micotiche o parassitarie che causano tipicamente diarree acute. Sono molti gli agenti patogeni che, generalmente ingeriti attraverso cibi o acqua contaminata, causano la diarrea.
- Batteri: Escherichia coli, Salmonella, Shigella, Clostridium, Campylobacter.
- Virus: Rotavirus, Adenovirus (soprattutto nei bambini), Norovirus.
- Parassiti: Cryptosporidium e Giardia Lamblia.
- Funghi: la candida intestinale è il più comune.
Rientra in questa categoria la diarrea del viaggiatore che può colpire chi viaggia in Paesi in via di sviluppo (in una percentuale che varia dal 30 al 70%).
Infatti, cibo e acqua potabile possono essere contaminate da batteri o parassiti, ma i principali alimenti a rischio sono:
- molluschi
- uova
- carne cruda o poco cotta
- verdura e frutta lavate con acqua contaminata
- latticini non pastorizzati
- bibite con ghiaccio.
Se desideri saperne di più sulla diarrea del viaggiatore, leggi il nostro approfondimento.
Intolleranze alimentari
Alcuni soggetti non sono in grado di metabolizzare determinati alimenti. Per questo motivo, l’organismo reagisce negativamente, proporzionalmente alla quantità di alimento indigesto ingerito.
È una specie di intossicazione, un disturbo causato dall’ingestione di cibi specifici. Tra le intolleranze più comuni:
- latte e derivati (per la presenza di lattosio)
- grano (per il glutine)
- alcuni additivi alimentari o dolcificanti artificiali.
Tra i fattori che possono causare un’intolleranza alimentare, c’è anche lo stress o una dieta sbilanciata che alterano la flora batterica intestinale.
Farmaci
Alcuni farmaci come i chemioterapici, antibiotici, antiacidi e lassativi che contengono magnesio, antidepressivi o quelli per l’ipertensione, possono provocare diarrea.
In realtà, la lista dei farmaci che hanno come effetto indesiderato la diarrea sarebbe molto lunga. Infatti, secondo recenti studi sono più di 700 i farmaci in commercio che possono provocare diarrea.

Patologie e diarrea
Non sono poche le malattie che presentano come sintomo la diarrea (soprattutto la forma cronica), tra queste:
- colite ulcerosa, sindrome da colon irritabile, morbo di Crohn, celiachia, Tbc intestinale: malattie intestinali di tipo infiammatorio.
- Patologie dell’intestino tenue o del pancreas: sindromi maldigestive o malassorbitive.
- Carcinomi intestinali o linfoma intestinale: neoplasie.
- Insufficienza mesenterica: disturbi vascolari.
- Neuropatie, neuropatia diabetica, vagotomia: disturbi neurologici.
- Gastrite eosinofila, deficit da immunoglobuline: disturbi immunologici.
- Ipertiroidismo, iposurrenalismo, sindrome di Zollinger-Ellison, ecc.: disturbi endocrini.
Malessere psichico
Stati di forte stress, ansia o preoccupazione possono alterare la flora intestinale causando diarrea. Anche alcuni farmaci antidepressivi possono avere la diarrea come effetto indesiderato.
Chirurgia
Dopo un intervento chirurgico allo stomaco o alla cistifellea, alcuni soggetti manifestano diarrea. Ciò può essere dovuto al cambiamento del movimento del cibo nell’apparato digerente o a un aumento di bile nel colon che può avere un effetto lassativo.

Diarrea: cause e caratteristiche
1 – Diarrea acuta (meno di una settimana)
Gastroenterite da virus, batteri o parassiti. Si contrae per contatto con animali o soggetti infetti o per consumo di cibi poco cotti o contaminati.
Sintomi: diarrea, vomito, raramente febbre.
Esami: coltura delle feci.
Intossicazione alimentare
Esordisce entro 4-8 ore dal consumo di alimenti contaminati.
Sintomi: diarrea e vomito.
Farmaci
È il sintomo degli effetti indesiderati di:
- antibiotici
- chemioterapici
- colchicina
- chinina.
Sintomi: diarrea.
2 – Diarrea cronica (almeno 4 settimane)
Consumo eccessivo di alimenti come frutta (pera, mela o prugna) o intolleranza al latte vaccino
Sintomi: diarrea solo dopo il consumo di specifici alimenti, meteorismo.
Esami: test per verificare la difficoltà digestiva ed esame delle feci.
Sindrome dell’intestino irritabile
Sintomi: diarrea associata a dolore addominale e alternata a stipsi, calo ponderale o febbre.
Esami: del sangue e colonscopia.
Malattie infiammatorie (Morbo di Crohn e colite ulcerosa)
Sintomi: crampi addominali, sangue nelle feci, calo ponderale e perdita dell’appetito, piccole lacerazioni al livello del retto.
Esami: colonscopia, TC o RMI.
Malassorbimento
Ad esempio:
- celiachia
- sprue tropicale
- insufficienza pancreatica
- sindrome da iperproliferazione batterica.
Sintomi: feci chiare e molli, gonfiore addominale e flautolenza, calo ponderale.
Esami: delle feci, del sangue in caso di sospetta celiachia, biopsia dell’intestino tenue.
Tumori (tumore del colon, tumori endocrini, linfoma)
Sintomi: presenza di sangue nelle feci, calo ponderale, crampi addominali, diarrea acquosa.
Esami: del sangue e colonscopia.
Ipertiroidismo
Sintomi: nervosismo, intolleranza al caldo, affaticamento, palpitazioni, calo ponderale, battito cardiaco accelerato.
Esami: del sangue.
Chirurgia allo stomaco o all’intestino (bypass gastrico o asportazione di parte dell’intestino)
La sintomatologia riferita è tipica ma non sempre presente. È solo il medico che può valutare la condizione clinica del soggetto colpito da diarrea.

Quali sono i sintomi della diarrea
I sintomi e la loro intensità dipendono dalle cause sottostanti che hanno causato l’alterazione della motilità intestinale. Tra questi:
- crampi e dolore addominale
- urgenza alla defecazione
- gonfiore addominale
- febbre
- feci acquose
- nausea e vomito
- sangue nelle feci (soprattutto per chi soffre di emorroidi).
Diarrea: quando è necessario rivolgersi al medico?
Generalmente la diarrea non è un disturbo che compromette la salute ma può diventarlo o indicare la presenza di una patologia sottostante anche seria.
Se tende a risolversi in pochi giorni, non è necessario allarmarsi. Invece, se i sintomi persistono per più tempo (più di 24 ore nel caso dei bambini) e sono associati a febbre, dolore addominale o sangue nelle feci, è il caso di rivolgersi al proprio medico.
È sempre poi opportuno tenere presente il rischio di disidratazione per la perdita di liquidi e sali minerali che può compromettere il funzionamento dell’organismo.
La disidratazione è pericolosa soprattutto nei bambini e negli anziani.
L’eventuale stato di disidratazione si valuta con un’accurata visita medica, soprattutto dello stato della pelle e delle mucose. Ma anche sintomi come spossatezza e ridotta vitalità (specie nei bambini) sono importanti indicatori. Nei casi più lievi può bastare bere più acqua. Invece, quelli più severi può essere necessaria una flebo con soluzione fisiologica.
Se la diarrea si protrae per settimane (diventa, quindi, cronica), sarà fondamentale una visita dal gastroenterologo per verificare se la causa scatenatane sia una malattia in atto. Infatti, la diarrea è il sintomo di diverse patologie intestinali e non, intolleranze alimentari e celiachia che richiedono una diagnosi precisa.

Diagnosi
Come detto, la diarrea può essere il campanello di allarme di diverse condizioni: dalla scorretta alimentazione all’uso di determinati farmaci, dalla storia clinica (alcuni interventi chirurgici possono alterare la motilità intestinale) a infezioni da patogeni, stress o malattie in atto.
Può essere utile quindi, oltre a un’attenta anamnesi, anche l’esame delle feci per identificare batteri o parassiti.
Invece, se si sospetta un’allergia o un’intolleranza alimentare, si può procedere per tentativi di esclusione di determinati cibi. Tra gli alimenti che tipicamente causano questi disturbi ci sono:
- lattosio
- zuccheri
- frumento (per la celiachia)
- additivi alimentari e dolcificanti artificiali.
Cambiare abitudini alimentari può bastare a fermare la diarrea. In ogni caso il proprio medico, soprattutto se sospetta patologie sottostanti, può richiedere una visita specialistica o esami specifici.
Cura e terapia della diarrea
Il trattamento della diarrea è legato alla causa scatenante. Ripristinare i liquidi persi (elettroliti e zuccheri) con la diarrea per evitare la disidratazione è generalmente più che sufficiente.
Quindi, si possono assumere integratori e fermenti lattici (o probiotici) per reintegrare la flora batterica alterata, normalmente disponibili in farmacia.
Ci sono tuttavia anche dei farmaci che bloccano la diarrea, ma il loro impiego non è sempre raccomandato. Infatti, se la causa è un batterio o un parassita, bloccando la diarrea si frena anche il meccanismo di difesa del corpo per tentare di espellere il patogeno. Quindi, si rischia di intrappolare il microorganismo nell’intestino prolungando il disturbo.

Tipi di trattamento
Farmaci antidiarroici. Sono scelti dal medico in base alla gravità del disturbo e allo stato generale di salute. Non curano le cause della diarrea ma risolvono il sintomo.
Tra questi:
- Polveri adsorbenti (caolino, carbone attivo e diosmectite): facilitano il compattamento delle feci assorbendo l’acqua e il gas a livello intestinale.
- Inibitori della motilità intestinale (alcaloidi dell’oppio come difenossilato e loperamide): diminuendo la motilità intestinale, permettono il riassorbimento dell’acqua. Si usano soprattutto per le diarree acute.
- Farmaci anticolinergici (scopolamina). Sono farmaci che interferiscono con l’attività del neurotrasmettitore acetilcolina che ha effetti diversi sull’organismo, tra i quali la riduzione della motilità intestinale e della secrezione, sempre intestinale, di liquidi. Si utilizzano soprattutto in presenza di crampi e dolori addominali (tipicamente nel trattamento della sindrome da colon irritabile e diverticolite).
- Antibiotici. Si somministrano in caso di diarrea infettiva di origine batterica accertata. Sono raramente prescritti per la cura della diarrea poiché l’infezione tende a risolversi da sola.
- Fermenti lattici o probiotici (Lactobacillus Acidophilus e Saccharomyces boulardii, Bacillus clausil). Aiutano a ristabilire la flora batterica intestinale, soprattutto in caso di diarrea acuta o durante trattamenti antibiotici prolungati. Questi microorganismi sono in grado di sopravvivere all’ambiente acido dello stomaco e di arrivare all’intestino. Qui si moltiplicano favorendo il riequilibrio della flora batterica.

Complicanze
La diarrea può essere particolarmente pericolosa negli anziani, nei bambini e nei neonati. Per questi ultimi, infatti, può portare alla disidratazione in appena 24 ore o poco più.
La prima conseguenza della diarrea è dunque la disidratazione per la perdita di acqua e sali minerali (elettroliti).
Segue poi l’alterazione dell’assorbimento delle sostanze nutritive, ma soprattutto dei principi attivi dei farmaci. Ciò riguarda anche l’assunzione della pillola anticoncezionale, che potrebbe perdere di efficacia proprio per il non corretto assorbimento del principio attivo.
Come prevenire la disidratazione?
I liquidi e i sali minerali persi durante le scariche di diarrea vanno subito reintegrati. Infatti, gli elettroliti regolano
- quantità di acqua nell’organismo
- attività muscolare
- trasmissione degli impulsi nervosi.
L’acqua però da sola non basta per riportare ai livelli normali gli elettroliti. È necessario assumere succhi di frutta o di verdura o zuppe.
Tuttavia si trovano in farmacia integratori completi e bilanciati da assumere in caso di necessità.

Diarrea e alimentazione
Anche una corretta alimentazione può aiutare a fermare la diarrea. Una dieta ricca di fibre o l’uso prolungato di antibiotici può peggiorare la situazione. Infatti, le fibre aiutano la motilità intestinale e gli antibiotici alterano la flora batterica che regola le attività dell’intestino.
Assumere quindi fermenti lattici attraverso yogurt e integratori di probiotici è sicuramente utile.
È consigliabile assumere anche una soluzione di acqua, sale e zucchero per reintegrare i liquidi persi: si scioglie in un bicchiere di acqua a temperatura ambiente (circa 100 ml) un cucchiaino da caffè di sale marino con due cucchiaini di zucchero.
Ci sono quindi cibi SI e cibi NO, vediamo quali sono, ricordando che è possibile introdurre gradualmente gli alimenti consentiti quando le scariche iniziano a diminuire.
Cibi NO
- Latticini e prodotti caseari
- Caffeina
- Cibi troppo grassi (fritti, salumi e insaccati)
- Verdure ricche di fibre (broccoli, carciofi, cavoli, cipolle)
- Legumi
- Cereali integrali
- Alcuni frutti (cachi, cocco, fragole, fichi, uva, pere, lamponi e more, ciliegie, prugne)
- Frutta secca.
Cibi SI da consumare in caso di diarrea
- Cereali (fette biscottate, pane tostato, riso o semolino)
- Carni magre (preferibilmente pollo)
- Pesce (meglio se lesso)
- Bresaola
- Uova (meglio se sode)
- Verdura cotta (carote, lattuga, patate, spinaci)
- Frutta (ananas, banana, pesche, pompelmo, mele, limone)
- Olio EVO.
Alimenti che possono provocare diarrea
- Gomme da masticare senza zucchero, mentine, ciliegie o prugne (per la presenza di Exitoli, sorbitolo o mannitolo).
- Succo di mela, succo di pera, uva, miele, datteri, nocciole, fichi, bibite analcoliche (soprattutto all’aroma di frutta), prugne o sciroppo per cialde o d’acero (responsabile è il fruttosio).
- Latte, gelato, yogurt o formaggi molli (lattosio).
- Caffè, tè, bevande alla cola o alcuni farmaci da banco per la cefalea (caffeina).
- Certe patatine senza grassi o gelati senza grassi (olestra, un surrogato dei grassi usato nell’industria alimentare).
Rimedi naturali per curare la diarrea
Anche la natura ci soccorre in caso di diarrea mediante rimedi fitoterapici che aiutano a ripristinare la normale funzionalità intestinale.
Tra i principali:
- mirtillo. Le sue foglie hanno un’azione astringente e antidiarroica, ma anche proprietà antisettiche utili soprattutto nelle infezioni gastroenteriche (stafilococchi ed escherichia coli).
- Potentilla. Nota in erboristeria per la sua attività astringente, antinfiammatoria e antivirale, si usa in tutte le forme di diarrea e per le infiammazioni della mucosa intestinale.
- Alchemilla. Le foglie hanno proprietà astringenti e antisettiche; si usa infatti nella cura della dissenteria, emorroidi, fistole, leucorrea e ulcere intestinali.
Con la consulenza del Dott. Salvatore Marotta, specialista in Chirurgia di urgenza e Pronto soccorso, docente di Medicina del territorio presso il Dipartimento di Sanità Pubblica, Università Federico II (Napoli).
Fonti
- La gestione del paziente con diarrea: razionale e obiettivi. T.M. Attardo, C. Quarneti, R. Menichella, E. Romualdi. Quaderni – Italian Journal of Medicine.
- Le diarree infettive. E. Sagnelli, N. coppola, G. Liorre. Le infezioni in medicina.
- La diarrea, Rete pediatrica di epidemiologia e ricerca (Re.per).
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