Sommario
La diarrea è il sintomo di un disturbo intestinale che si manifesta con l’emissione di feci liquide o semiliquide mediante scariche frequenti (almeno 3 in 24 ore).
La causa della diarrea è generalmente dovuta a infezioni batteriche o da fattori legati all’alimentazione. In realtà, è un meccanismo di difesa dell’organismo per eliminare le sostanze nocive (come batteri, parassiti o residui di cibo non digeriti correttamente) che attraversano l’intestino.
Però, può rappresentare anche il sintomo di altre malattie, non necessariamente intestinali, o l’effetto indesiderato di farmaci.
La cura è riferita sempre alle cause scatenanti e tipicamente prevede la reidratazione, una dieta leggera, l’uso di probiotici, per ripristinare la flora intestinale e raramente di farmaci. Anche la diarrea in gravidanza è piuttosto comune, così come quella nel neonato, ma è un disturbo che tende a risolversi solitamente in fretta, anche senza medicinali.
Scopriamo insieme le cause della diarrea, cosa mangiare, come farla passare e i rimedi.
Diarrea: cos’è
La diarrea (dal greco δια cioè “attraverso” e ρέω che vuol dire “scorro”, per indicare lo scorrimento veloce attraverso l’intestino) è il sintomo di un disturbo intestinale che si manifesta con tre o più scariche al giorno di feci liquide o molli.
In realtà, si tratta di un meccanismo di difesa dell’intestino per espellere sostanze nocive. Le cause sono diverse, sia di natura fisica, sia psicologica. Generalmente, dopo uno o due giorni, la diarrea si risolve senza ricorrere a cure specifiche.
Invece, se dura per più giorni, allora è il caso di rivolgersi al medico. Infatti, l’eccessiva perdita di liquidi può portare a disidratazione.
L’intestino, che è un organo complesso e delicato, è attraversato mediamente da circa 9 litri di liquidi al giorno, di cui solo un litro raggiunge il colon che, con le feci, ne espelle meno di 200 ml.
Quindi, se l’assorbimento di liquidi dell’intestino è alterato, le feci diventano molli o liquide. In questo modo, però, il corpo espelle più acqua di quanto dovrebbe, pertanto occorre reintrodurre i liquidi persi.
Poi, la diarrea può essere il sintomo di altre patologie sottostanti e non necessariamente a carico dell’intestino. Si presenta in qualunque fase della vita, nel neonato e nell’anziano, così come in gravidanza; nell’età adulta si hanno, in media, quattro attacchi di diarrea all’anno.
Cause della diarrea
L’intestino, con i suoi 7 metri di lunghezza, è un organo grande e complesso, coinvolto non solo nell’assorbimento dei nutrienti del cibo, ma anche nella protezione da agenti patogeni e nella difesa dell’organismo mediante la sintesi di cellule immunitarie.
Si divide anatomicamente in intestino tenue (l’ultima parte è detta ileo) e crasso (composto a sua volta da colon e retto).
La diarrea è un sintomo, non una patologia, e quindi può presentarsi per cause diverse: dallo stress alle intolleranze o allergie alimentari, da infezioni batteriche o virali all’uso di determinati farmaci, fino a patologie più serie come cancro, colite ulcerosa, diabete, gastroenteriti, ecc.
Diarrea o dissenteria? Facciamo chiarezza. Si tratta di due condizioni cliniche diverse. La diarrea si manifesta con almeno tre evacuazioni al giorno di feci molli e acquose. Invece, la dissenteria è una forma di gastroenterite infettiva che ha come sintomo principale la diarrea, ma anche sangue nelle feci e dolore durante l’evacuazione.
Tra le cause più comuni di diarrea ci sono:
Infezioni
Si tratta di infezioni batteriche, virali, micotiche o parassitarie che causano tipicamente diarree acute. Sono molti gli agenti patogeni che, generalmente ingeriti attraverso cibi o acqua contaminata, causano la diarrea.
- Batteri: Escherichia coli, Salmonella, Shigella, Clostridium, Campylobacter.
- Virus: Rotavirus, Adenovirus (soprattutto nei bambini), Norovirus.
- Parassiti: Cryptosporidium e Giardia Lamblia.
- Funghi: la candida intestinale è la più comune.
Rientra in questa categoria la diarrea del viaggiatore che può colpire chi viaggia in Paesi in via di sviluppo (in una percentuale che varia dal 30 al 70%).
Infatti, cibo e acqua potabile possono essere contaminate da batteri o parassiti, ma i principali alimenti a rischio sono:
- molluschi.
- Uova.
- Carne cruda o poco cotta.
- Verdura e frutta lavate con acqua contaminata.
- Latticini non pastorizzati.
- Bibite con ghiaccio.
Se desideri saperne di più sulla diarrea del viaggiatore, leggi il nostro approfondimento.
Intolleranze alimentari
Alcuni soggetti non sono in grado di metabolizzare determinati alimenti. Per questo motivo, l’organismo reagisce negativamente, proporzionalmente alla quantità di alimento indigesto ingerito.
È una specie di intossicazione, un disturbo causato dall’ingestione di cibi specifici. Tra le intolleranze più comuni: latte e derivati (intolleranza al lattosio), grano (per il glutine), alcuni additivi alimentari o dolcificanti artificiali.
Tra i fattori che possono causare un’intolleranza alimentare, c’è anche lo stress o una dieta sbilanciata che alterano la flora batterica intestinale.
Farmaci
Alcuni farmaci come chemioterapici, antibiotici, antiacidi e lassativi che contengono magnesio, antidepressivi o quelli per l’ipertensione, possono provocare diarrea.
In realtà, la lista dei farmaci che hanno come effetto indesiderato la diarrea sarebbe molto lunga. Infatti, secondo recenti studi sono più di 700 i farmaci in commercio che possono provocare diarrea.
Malattie e diarrea
Non sono poche le malattie che presentano come sintomo la diarrea (soprattutto la forma cronica), tra queste:
- colite ulcerosa, sindrome da colon irritabile, morbo di Crohn, celiachia, Tbc intestinale: malattie intestinali di tipo infiammatorio.
- Patologie dell’intestino tenue o del pancreas: sindromi maldigestive o malassorbitive.
- Carcinomi intestinali o linfoma intestinale: neoplasie.
- Insufficienza mesenterica: disturbi vascolari.
- Neuropatie, neuropatia diabetica, vagotomia: disturbi neurologici.
- Gastrite eosinofila, deficit da immunoglobuline: disturbi immunologici.
- Ipertiroidismo, iposurrenalismo, sindrome di Zollinger-Ellison, ecc.: disturbi endocrini.
Malessere psichico
L’ansia può avere un impatto significativo sul sistema digestivo e talvolta può causare sintomi gastrointestinali, tra cui la diarrea. Quando una persona è ansiosa, il corpo può entrare in uno stato di allarme, attivando il sistema nervoso autonomo simpatico.
Questo può portare a cambiamenti nel flusso sanguigno, alla contrazione dei muscoli intestinali e all’aumento della produzione di ormoni dello stress come il cortisolo. Questi cambiamenti possono influenzare la motilità intestinale, accelerando il passaggio del cibo attraverso il tratto gastrointestinale e portando alla diarrea.
È quindi importante riconoscere che l’ansia e la diarrea possono essere strettamente correlate e il trattamento dell’ansia attraverso terapie psicologiche, meditazione o farmaci può aiutare a gestire sia i sintomi dell’ansia che quelli gastrointestinali.
Chirurgia
Dopo un intervento chirurgico allo stomaco o alla cistifellea, alcuni soggetti manifestano diarrea. Ciò può essere dovuto al cambiamento del movimento del cibo nell’apparato digerente o a un aumento di bile nel colon che può avere un effetto lassativo.
Diarrea, caratteristiche e classificazione
La diarrea si può distinguere anche in base alla durata del disturbo. Ciò è utile per capire le cause scatenanti e il tipo di trattamento più adeguato.
La diarrea quindi si classifica in base alla frequenza delle scariche e alla durata nel tempo in:
- Diarrea acuta (meno di una settimana): in genere dovuta a gastroenterite da virus, batteri o parassiti. Si contrae per contatto con animali o soggetti infetti o per consumo di cibi poco cotti o contaminati. Rientra in questa tipologia l’intossicazione alimentare (che esordisce entro 4-8 ore dal consumo di alimenti contaminati) e l’uso di alcuni farmaci come antibiotici, chemioterapici, colchicina e chinina.
- Protratta (dai 7 ai 14 giorni).
- Diarrea cronica (almeno 4 settimane): solitamente è causata dal consumo eccessivo di alimenti come frutta (pera, mela o prugna) o intolleranza al latte vaccino o da malattie come la sindrome dell’intestino irritabile, malattie infiammatorie (Morbo di Crohn e colite ulcerosa) o da malassorbimento come celiachia o insufficienza pancreatica. Anche alcuni tipi di tumore possono essere la causa di una diarrea cronica, così come l’ipertiroidismo.
Diarrea: cosa mangiare
Anche una corretta alimentazione può aiutare a fermare la diarrea. Una dieta ricca di fibre o l’uso prolungato di antibiotici può peggiorare la situazione. Infatti, le fibre aiutano la motilità intestinale e gli antibiotici alterano la flora batterica che regola le attività dell’intestino.
Assumere quindi fermenti lattici attraverso yogurt e integratori di probiotici è sicuramente utile.
È consigliabile assumere anche una soluzione di acqua, sale e zucchero per reintegrare i liquidi persi: si scioglie in un bicchiere di acqua a temperatura ambiente (circa 100 ml) un cucchiaino da caffè di sale marino con due cucchiaini di zucchero.
Ci sono quindi cibi SI e cibi NO, vediamo quali sono, ricordando che è possibile introdurre gradualmente gli alimenti consentiti quando le scariche iniziano a diminuire.
Cibi NO
- Latticini e prodotti caseari.
- Caffeina.
- Alcol.
- Cibi troppo grassi (fritti, salumi e insaccati).
- Cibi piccanti.
- Verdure ricche di fibre (broccoli, carciofi, cavoli, cipolle).
- Legumi.
- Cereali integrali.
- Alcuni frutti (cachi, cocco, fragole, fichi, uva, pere, lamponi e more, ciliegie, prugne).
- Bevande gassate.
Cibi SI da consumare in caso di diarrea
- Cereali (fette biscottate, pane tostato, riso o semolino).
- Carni magre (preferibilmente pollo).
- Pesce (meglio se lesso).
- Uova (meglio se sode).
- Patate bollite
- Frutta (banana).
- Brodo di pollo.
- Olio EVO.
- Tisane astringenti.
- Yogurt o kefir.
Alimenti che possono provocare diarrea
- Gomme da masticare senza zucchero, mentine, ciliegie o prugne (per la presenza di Exitoli, sorbitolo o mannitolo).
- Succo di mela, succo di pera, uva, miele, datteri, nocciole, fichi, bibite analcoliche (soprattutto all’aroma di frutta), sciroppo per cialde o d’acero (responsabile è il fruttosio).
- Latte, gelato, yogurt o formaggi molli (lattosio).
- Caffè, tè, bevande alla cola o alcuni farmaci da banco per la cefalea.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento su cosa mangiare con la diarrea e un esempio di menù.
Diarrea in gravidanza e nel neonato
La diarrea durante la gravidanza è un sintomo piuttosto comune, ma è importante gestirla con attenzione poiché può essere associata a diverse cause.
Può, infatti, essere determinata da una serie di fattori, tra cui cambiamenti ormonali, aumento del consumo di fibre, una dieta diversa o intolleranze alimentari. In alcuni casi, potrebbe essere associata a infezioni gastrointestinali o altre condizioni mediche.
Comporta una maggiore perdita di liquidi e sali minerali, il che potrebbe aumentare il rischio di disidratazione durante la gestazione. Diventa quindi fondamentale mantenere una buona idratazione bevendo molta acqua e, se necessario, bevande elettrolitiche per ripristinare i sali minerali persi.
Se la diarrea è particolarmente grave, persistente o associata a sintomi come febbre, sangue nelle feci o crampi addominali intensi, è necessario consultare il prima possibile il proprio medico.
Nei casi più lievi e senza particolari cause sottostanti, può bastare controllare la dieta. È consigliabile consumare cibi facili da digerire, come riso, banane, mele e pane tostato, mentre sono da evitare gli alimenti che possono peggiorare il sintomo, come cibi piccanti o grassi.
Alcune donne incinte, infine, sviluppano intolleranze alimentari temporanee durante la gravidanza, ad esempio al lattosio. In questo caso è bene sempre consultarsi con il proprio medico.
Diarrea nel neonato
La diarrea nei neonati è una preoccupazione comune per i genitori ed è importante affrontarla con attenzione, poiché i neonati possono essere più suscettibili alla disidratazione dovuta alle perdite di liquidi
Accade quando le feci sono più liquide o più frequenti rispetto alla norma. Le cause sono diverse e includono infezioni virali, batteriche o parassitarie, intolleranze alimentari (come l’intolleranza al lattosio), reazioni allergiche o uso di farmaci o antibiotici.
È comunque importante una valutazione medica, soprattutto se la diarrea persiste per più di un giorno o è accompagnata da altri sintomi come febbre, sangue nelle feci, letargia o vomito frequente.
I neonati poi sono particolarmente vulnerabili alla disidratazione; quindi, è importante monitorare attentamente i segni di disidratazione, tra cui bocca secca, pianto senza lacrime, pelle secca, urina scura e riduzione della quantità di pannolini bagnati.
Quali sono i sintomi della diarrea
I sintomi e la loro intensità dipendono dalle cause sottostanti che hanno causato l’alterazione della motilità intestinale. Tra questi:
- Crampi e dolore addominale.
- Urgenza alla defecazione.
- Gonfiore addominale.
- Febbre.
- Feci acquose.
- Nausea e vomito.
- Sangue nelle feci (soprattutto per chi soffre di emorroidi).
Diarrea: quando è necessario rivolgersi al medico?
Generalmente la diarrea non è un disturbo che compromette la salute, ma può diventarlo o indicare la presenza di una patologia sottostante anche seria.
Se tende a risolversi in pochi giorni, non è necessario allarmarsi. Invece, se i sintomi persistono per più tempo (più di 24 ore nel caso dei bambini) e sono associati a febbre, dolore addominale o sangue nelle feci, è il caso di rivolgersi al proprio medico.
È sempre poi opportuno tenere presente il rischio di disidratazione per la perdita di liquidi e sali minerali che può compromettere il funzionamento dell’organismo.
La disidratazione è pericolosa soprattutto nei bambini e negli anziani.
L’eventuale stato di disidratazione si valuta con un’accurata visita medica, soprattutto dello stato della pelle e delle mucose. Ma anche sintomi come spossatezza e ridotta vitalità (specie nei bambini) sono importanti indicatori. Nei casi più lievi può bastare bere più acqua. Invece, quelli più severi può essere necessaria una flebo con soluzione fisiologica.
Se la diarrea si protrae per settimane (diventa, quindi, cronica), sarà fondamentale una visita dal gastroenterologo per verificare se la causa scatenatane sia una malattia in atto. Infatti, la diarrea è il sintomo di diverse patologie intestinali e non, intolleranze alimentari e celiachia che richiedono una diagnosi precisa.
Cosa fare per farla passare: rimedi per la diarrea
Il trattamento della diarrea è legato alla causa scatenante. Ripristinare i liquidi persi (elettroliti e zuccheri) con la diarrea per evitare la disidratazione è generalmente più che sufficiente.
Quindi, si possono assumere integratori e fermenti lattici (o probiotici) per reintegrare la flora batterica alterata, normalmente disponibili in farmacia.
Ci sono tuttavia anche dei farmaci che bloccano la diarrea, ma il loro impiego non è sempre raccomandato. Infatti, se la causa è un batterio o un parassita, bloccando la diarrea si frena anche il meccanismo di difesa del corpo per tentare di espellere il patogeno. Quindi, si rischia di intrappolare il microorganismo nell’intestino prolungando il disturbo.
Tipi di trattamento
Farmaci antidiarroici. Sono scelti dal medico in base alla gravità del disturbo e allo stato generale di salute. Non curano le cause della diarrea ma risolvono il sintomo.
Tra questi:
- Polveri adsorbenti (caolino, carbone attivo e diosmectite): facilitano il compattamento delle feci assorbendo l’acqua e il gas a livello intestinale.
- Inibitori della motilità intestinale (alcaloidi dell’oppio come difenossilato e loperamide): diminuendo la motilità intestinale, permettono il riassorbimento dell’acqua. Si usano soprattutto per le diarree acute.
- Farmaci anticolinergici (scopolamina). Sono farmaci che interferiscono con l’attività del neurotrasmettitore acetilcolina che ha effetti diversi sull’organismo, tra i quali la riduzione della motilità intestinale e della secrezione, sempre intestinale, di liquidi. Si utilizzano soprattutto in presenza di crampi e dolori addominali (tipicamente nel trattamento della sindrome da colon irritabile e diverticolite).
- Antibiotici. Si somministrano in caso di diarrea infettiva di origine batterica accertata. Sono raramente prescritti per la cura della diarrea poiché l’infezione tende a risolversi da sola.
- Fermenti lattici o probiotici (Lactobacillus Acidophilus e Saccharomyces boulardii, Bacillus clausil). Aiutano a ristabilire la flora batterica intestinale, soprattutto in caso di diarrea acuta o durante trattamenti antibiotici prolungati. Questi microorganismi sono in grado di sopravvivere all’ambiente acido dello stomaco e di arrivare all’intestino. Qui si moltiplicano favorendo il riequilibrio della flora batterica.
Complicanze
La diarrea può essere particolarmente pericolosa negli anziani, nei bambini e nei neonati. Per questi ultimi, infatti, può portare alla disidratazione in appena 24 ore o poco più.
La prima conseguenza della diarrea è dunque la disidratazione per la perdita di acqua e sali minerali (elettroliti).
Segue poi l’alterazione dell’assorbimento delle sostanze nutritive, ma soprattutto dei principi attivi dei farmaci. Ciò riguarda anche l’assunzione della pillola anticoncezionale, che potrebbe perdere di efficacia proprio per il non corretto assorbimento del principio attivo.
Come prevenire la disidratazione?
I liquidi e i sali minerali persi durante le scariche di diarrea vanno subito reintegrati. Infatti, gli elettroliti regolano: la quantità di acqua nell’organismo, l’attività muscolare e la trasmissione degli impulsi nervosi.
L’acqua però da sola non basta per riportare ai livelli normali gli elettroliti. È necessario assumere succhi di frutta o di verdura o zuppe.
Tuttavia si trovano in farmacia integratori completi e bilanciati da assumere in caso di necessità.
Rimedi naturali per curare la diarrea
Anche la natura ci soccorre in caso di diarrea mediante rimedi fitoterapici che aiutano a ripristinare la normale funzionalità intestinale.
Tra i principali:
- mirtillo. Le sue foglie hanno un’azione astringente e antidiarroica, ma anche proprietà antisettiche utili soprattutto nelle infezioni gastroenteriche (stafilococchi ed escherichia coli).
- Potentilla. Nota in erboristeria per la sua attività astringente, antinfiammatoria e antivirale, si usa in tutte le forme di diarrea e per le infiammazioni della mucosa intestinale.
- Alchemilla. Le foglie hanno proprietà astringenti e antisettiche; si usa infatti nella cura della dissenteria, emorroidi, fistole, leucorrea e ulcere intestinali.
Epidemiologia
Nei Paesi in via di sviluppo, la diarrea infettiva è ancora una delle prime cause di mortalità, soprattutto nei bambini. Le precarie condizioni igieniche poi rendono spesso cronica la diarrea, determinando anche malnutrizione e ritardo nella crescita.
Si tratta prevalentemente di diarrea batterica in cui l’agente patogeno più comune è l’Escherichia coli, seguito da Salmonella e Rotavirus.
Nei Paesi industrializzati, invece, la mortalità per diarrea è molto più bassa, ma a livello mondiale, si stima che ogni persona ha più di un episodio di diarrea durante l’anno.
I dati poi indicano che non vi è particolare differenza tra i sessi.
Sono, invece, i bambini a essere i più colpiti, ma anche gli adulti tra i 25 e i 64 anni (circa il 20%), soprattutto se viaggiano nei Paesi in via di sviluppo.
Con la consulenza del Dott. Salvatore Marotta, specialista in Chirurgia di urgenza e Pronto soccorso, docente di Medicina del territorio presso il Dipartimento di Sanità Pubblica, Università Federico II (Napoli).
Fonti
- La gestione del paziente con diarrea: razionale e obiettivi. T.M. Attardo, C. Quarneti, R. Menichella, E. Romualdi. Quaderni – Italian Journal of Medicine.
- Le diarree infettive. E. Sagnelli, N. coppola, G. Liorre. Le infezioni in medicina.
- La diarrea, Rete pediatrica di epidemiologia e ricerca (Re.per).