Diverticolosi e diverticolite sono due patologie intestinali, per lo più a carico del colon, molto diffuse soprattutto nei paesi occidentali. I fattori di rischio sono tanti, tra cui l’età e la genetica, ma giocano un ruolo determinante anche un’alimentazione troppo carica di grassi e proteine animali, in particolare carne, l’obesità e una vita troppo sedentaria.
Tuttavia, la diverticolosi è spesso asintomatica, ma a volte, ci possono essere disturbi come dolore, costipazione o diarrea, nausea e vomito.
Vediamo i sintomi, come prevenire e curare queste due condizioni, dalla dieta alle terapie giuste.
Diverticolite e diverticolosi: cosa sono e che differenza c’è
La diverticolite è una condizione di infiammazione e/o infezione che interessa i diverticoli, ovvero sporgenze, piccole sacche che si fanno strada attraverso la parete intestinale verso l’esterno.
Invece, per diverticolosi si invece la malattia dell’intestino (di solito interessa maggiormente il colon sigmoideo –a sinistra- nei paesi occidentali) in cui l’aumento della pressione intra-luminale porta alla comparsa di diverticoli. Il termine “diverticolosi” fa cioè riferimento alla semplice presenza di diverticoli.
Normalmente, solo la parte più interna della parete intestinale (mucosa e sottomucosa) tende a prolassare attraverso punti di maggior debolezza della tonaca muscolare, quindi nella maggioranza dei casi ci troviamo di fronte a diverticoli “falsi”. I diverticoli “veri”, dove a prolassare è anche la muscolatura e la sierosa esterna, sono molto più rari e di solito congeniti. Solitamente i punti di debolezza sono quelli in cui i vasi sanguigni penetrano nella tonaca muscolare, creando così dei fori naturali tra le fibre muscolari. Questa condizione, associata ad una pressione cronicamente aumentata nel lume intestinale (come succede nei casi di stipsi cronica), provoca la formazione dei diverticoli.
In sintesi:
- la diverticolosi è la condizione caratterizzata dalla presenza di diverticoli;
- la diverticolite è la condizione in cui questi diverticoli si infiammano e/o infettano.
Storicamente, la differenza tra le due condizioni risiede nel fatto che nella prima non si hanno sintomi. Ma, oggi in realtà questo dogma comincia ad essere messo in discussione, come vedremo più avanti.
Diverticolosi e diverticolite: cause e fattori di rischio
La costipazione cronica e la debolezza del tessuto connettivo legata all’età sono i principali fattori che portano all’ “erniazione” della mucosa intestinale attraverso le lacune vascolari muscolari, cioè alla formazione di diverticoli (diverticolosi).
Tutte le condizioni che, come la stipsi, provocano un aumento della pressione nel lume intestinale (per esempio, l’obesità) o che, come l’invecchiamento, provocano un indebolimento dei tessuti dell’intestino (malattie connettivali), possono portare alla formazione di diverticoli.
I fattori di rischio per la diverticolosi, quindi, sono:
- l’aumento dell’età (circa il 50% delle persone di età superiore ai 70 anni presenta diverticolosi)
- stipsi cronica
- fattori genetici
- sovrappeso
- mancanza di esercizio fisico
- fumo
- dieta ricca di grassi e carne rossa, a basso contenuto di fibre (il ruolo delle fibre è, come spiegheremo in seguito, molto dibattuto).
Si tratta di fattori di rischio che predispongono alla formazione di diverticoli, ma alcuni di essi svolgono un ruolo anche nell’infiammazione dei diverticoli (diverticolite).
Circa il 20% delle persone con diverticolosi sviluppa diverticolite. Perché?
Sicuramente il ristagno di feci e cibo nei diverticoli, con compressione dei vasi sanguigni, fa iperproliferare i batteri intestinali che provocano un’infiammazione. Quindi tutto ciò che porta al ristagno di feci può essere considerato fattore di rischio per lo sviluppo di un attacco di diverticolite acuta: la stipsi, l’abitudine di bere poco e di mangiare cibi molto grassi e poca frutta/verdura.
Inoltre, si dibatte molto sul ruolo delle fibre, che sono importanti per contrastare la stipsi, ma in alcuni casi irritano il colon provocando l’effetto opposto a quello desiderato. Quindi, ovviamente anche la presenza di tanti diverticoli di grosse dimensioni aumenta il rischio che le feci ristagnino.

Sintomi
La diverticolosi, come già detto, è di solito asintomatica. In alcuni casi possono presentarsi dolore al basso addome sinistro e altri disturbi addominali aspecifici.
Circa il 20% dei pazienti sviluppa sintomatologia (fonte: Sice – Società Italiana di Chirurgia Endoscopica e Nuove Tecnologie). In caso di presenza di sintomi addominali quali dolore e meteorismo, in assenza di altre condizioni patologiche, si parla di Malattia Diverticolare Sintomatica Non Complicata (SUDD, Symptomatic Uncomplicated Diverticular Disease), un’entità a metà tra la diverticolosi senza sintomi e la diverticolite acuta.
Clinicamente, la diverticolosi viene spesso notata solo attraverso il sanguinamento o l’infiammazione dei diverticoli, ovvero in caso di diverticolite.
Quindi, i pazienti con questa malattia soffrono tipicamente di dolore addominale progressivo (si può arrivare all’addome acuto), a volte accompagnato da:
- temperature febbrili
- cambiamenti delle feci come costipazione o diarrea
- nausea
- vomito
- flatulenza.
I diverticoli possono anche sanguinare, con conseguente perdita di sangue anale visibile e/o anemia.
Complicanze della diverticolite
La manifestazione più frequente (dal 75 all’80% dei casi) della diverticolite è di tipo non complicato. Invece, si definisce complicata quando è associata, appunto, a una serie di complicanze.
Circa il 5% dei pazienti con diverticoli ha perdite di sangue. Questo può portare ad un forte calo dell’emoglobina e quindi dell’anemia.
Inoltre, una temuta complicazione della diverticolite è la perforazione. Una perforazione libera con aria o contenuto intestinale che fuoriesce nell’addome è un’indicazione per un intervento chirurgico di emergenza.
Tra le altre possibili complicazioni ci sono le fistole (connessione anomala che mette in comunicazione due organi cavi o un organo cavo con l’esterno). Queste di solito vanno dal colon alla vescica e causano spesso infezioni ricorrenti delle vie urinarie. Però, sono possibili anche fistole con la pelle (tra colon e cute dell’addome) o tra colon e vagina.
Inoltre, i processi infiammatori possono anche portare a stenosi (restringimento) dell’intestino con il rischio di un ileo successivo (ovvero, del temporaneo arresto della peristalsi intestinale, con nausea, vomito, fastidio addominale e difficoltà di evacuazione).
Ma, tra le altre complicanze c’è anche l’ascesso, ovvero una raccolta di pus arginata da una “parete” infiammatoria. In questo caso, il pus si raccoglie nel tessuto peridiverticolare, là dove c’è un’infiammazione del diverticolo (diverticolite).

Diverticolosi e diverticolite: diagnosi
La diverticolosi è spesso diagnosticata per caso durante una colonscopia per la prevenzione del cancro del colon retto o durante una TC addome, che consente la valutazione di tutti gli organi addominali e l’individuazione di anomalie a carico dell’intestino tenue e del colon.
Ma, in caso di sanguinamento diverticolare, può essere indicata una colonscopia per cercare la fonte del sanguinamento ed escludere un malignoma. Nel caso in cui la colonscopia non possa essere effettuata, si ricorre a tecniche di radiologia interventistica.
In caso di sospetto clinico di diverticolite, un esame del sangue per i parametri infiammatori generali è utile. L’imaging è importante. Il metodo di prima scelta se si sospetta diverticolite del colon discendente/sigma è l’ecografia. L’individuazione diretta di diverticoli infiammati con un ispessimento della parete intestinale maggiore di 5 mm è spesso efficace. Inoltre, è possibile l’individuazione di liquido libero nell’addome come segno di una reazione infiammatoria.
In pazienti in forte sovrappeso, la TC è spesso più efficace dell’ecografia.
Al paziente viene somministrato il mezzo di contrasto per via orale, anale ed endovenosa per determinare l’esatta posizione della diverticolite.
A causa dell’alto rischio di perforazione, una colonscopia dovrebbe essere evitata nell’urgenza e dovrebbe essere eseguita solo dopo la fine dell’infiammazione per escludere complicazioni come stenosi o tumori maligni.
Diverticolosi e diverticolite: cure
Dieta
Non c’è possibilità di terapia per la regressione dei diverticoli. E’ consigliabile ridurre il consumo di cibi grassi e carni rosse per prevenire la comparsa e rallentare la progressione della diverticolosi.
Le evidenze, soprattutto per quanto riguarda la raccomandazione di seguire una dieta ricca di fibre, non sono chiare. Le fibre sembrano importanti nel contrastare la stipsi cronica (così come assumere molti liquidi e fare pasti regolari), quindi per prevenire la diverticolosi e scongiurare il rischio che evolva in diverticolite, ma se assunte in grosse quantità quando i diverticoli sono già presenti possono provocare fastidi.
Diverticolosi e diverticolite: cosa mangiare e cosa evitare
Tuttavia, non ci sono evidenze che dimostrino che evitare di assumere cibi con semi o noci porti ad un giovamento. E’ quindi possibile mangiare alimenti come pomodori e kiwi, senza eliminare i semi.
Queste raccomandazioni valgono soprattutto in caso di diverticolosi con sintomi “silenti”, o quasi, ma si applicano anche ai casi di diverticolite acuta non complicata. Quindi, la dieta, in questo caso, varierà da paziente a paziente, in base all’intensità dell’attacco acuto e ai cibi che provocano più sintomi.
Ad esempio, troppe fibre possono irritare ancora di più il colon, quindi spesso vengono escluse dalla dieta). Quindi, ogni paziente dovrebbe discutere individualmente il proprio piano dietetico con il gastroenterologo in base ai propri fastidi.
In caso di diverticolite complicata, è raccomandato invece uno stretto digiuno.

Farmaci più efficaci per la cura della diverticolite
In caso di diverticolosi senza sintomi non è necessario assumere farmaci. E’ invece importante seguire una dieta ricca di fibre per prevenire la comparsa di disturbi.
In caso di diverticolosi con sintomi vaghi (gonfiore, fastidi addominali, a volte vero dolore) è utile seguire una dieta ricca di fibre, da associare eventualmente a probiotici e antinfiammatori (es. Mesalazina), in alcuni casi ad antibiotici.
L’uso di antibiotici in caso di malattia diverticolare con sintomi o dopo uno o più episodi acuti dovrà essere personalizzato, di solito con farmaci efficaci a livello intestinale (es. Rifaximina) somministrati a cicli, seguiti eventualmente dall’assunzione di probiotici per ripristinare l’equilibrio della flora batterica.
Invece, la diverticolite complicata viene trattata in ospedale: è previsto il digiuno, associato alla somministrazione di liquidi per vena.
La diverticolite non complicata può essere anche gestita al domicilio. Infatti, in caso di attacco acuto senza complicazioni, non sono obbligatori l’ospedalizzazione e l’uso di antibiotici, ma si può discutere il trattamento domiciliare, eccetto nei pazienti anziani o con importanti malattie.
Rimedi naturali
Insieme ai probiotici, che vengono eventualmente prescritti in associazione ai cicli di antibiotici per ripristinare la flora batterica, ci sono rimedi naturali che possono essere assunti, su consiglio dell’erborista, per alleviare i sintomi della diverticolite. L’erborista Alessia Onorati, de La piccola erboristeria, ce ne consiglia 3.
- Vaccinium Vitis Idaea (mirtillo rosso) gemmoderivato. Il macerato glicerico ha un’azione antinfiammatoria, antispastica e rilassa la muscolatura intestinale. Indicato in sindrome da colon irritabile, meteorismo, disbiosi, diverticolite. Modo d’uso: 50 gocce in poca acqua 2 volte al giorno prima dei pasti principali per 2 mesi.
- Malva fiori e foglie. La malva ha proprietà emollienti e calmanti, soprattutto per alleviare le infiammazioni delle mucose intestinali. I fiori e in particolare le foglie della malva sono ricche di mucillagini in grado di sfiammare il colon e depurare dolcemente l’intestino. Modo d’uso: portare ad ebollizione 200 ml circa di acqua, versare un cucchiaio colmo di malva prolungando l’ebollizione per pochi istanti. Spegnere e lasciare in infusione per 15/20 minuti (mescolando di tanto in tanto), filtrare e bere da 1 a 3 tazze al giorno preferibilmente lontano dai pasti.
- Melissa foglie in tisana. Le foglie di melissa contengono olio essenziale, mucillagini, tannini utili contro gli spasmi dolorosi e aiutano ad eliminare gli accumuli di gas nel tubo digerente. Modo d’uso: portare ad ebollizione 200 ml circa di acqua, versare un cucchiaio colmo di melissa, spegnere e lasciare in infusione (mescolando di tanto in tanto). Filtrare e bere da 1 a 3 tazze al giorno.

Quando è necessario ricorrere alla chirurgia e in cosa consiste?
Di solito la chirurgia è necessaria solo in caso di complicazioni, come perforazione, stenosi, fistole. Si interviene quasi sempre nella condizione di emergenza e quasi mai in profilassi. L’intervento consiste in una resezione del tratto colico interessato con anastomosi (che consiste nell’attaccare i due monconi). Spesso per i piccoli ascessi senza perforazione bastano drenaggio e antibiotici.
Come prevenire diverticolosi e diverticolite
Come già detto, l’alimentazione gioca un ruolo essenziale per prevenire la comparsa e la progressione della diverticolosi. E’ importante, in particolare, ridurre il consumo di cibi grassi e carni rosse.
Anche seguire una dieta ricca di fibre aiuta a contrastare la stipsi e quindi a prevenire la diverticolosi, così come assicurarsi sempre la giusta idratazione, sia bevendo almeno 1,5/2 litri di acqua al giorno, sia portando in tavola cibi. Ma, se la diverticolosi è già presente, le fibre sono comunque importanti per prevenire la stipsi e lo sviluppo di diverticolite. Ma attenzione, in alcuni casi troppe fibre possono anche causare l’effetto opposto e dare sintomi.
Per quanto riguarda la diverticolite, studi recenti hanno individuato un legame diretto tra consumo di carne rossa e incidenza della malattia, per cui è consigliabile limitare l’assunzione di carne, soprattutto se si è a rischio.
Un consumo abbondante di frutta e verdura aiuta invece a ridurre il rischio di diverticolite.
Importante anche fare una vita attiva per contrastare sovrappeso e obesità, fattori di rischio per la comparsa della diverticolosi. Inoltre, è utile praticare sport con costanza o, se non è possibile, cercare di mantenersi attivi, facendo una camminata veloce di mezz’ora ogni giorno o usando le scale invece dell’ascensore.
Ti è piaciuto il nostro articolo? Condividilo su Pinterest.