Il termine psillio corrisponde al nome generico della specie vegetale Plantago psyllium.
I semi di psillio hanno una cuticola dalle importanti proprietà igroscopiche. Quindi, quando viene ridotta in farina, questa riesce a legare grandi volumi di acqua acquisendo una consistenza mucillaginosa.
Infatti, si stima che questo processo possa far aumentare il suo volume fino a 25 volte. A questa azione igroscopica vengono associate infinite virtù a carico dell’apparato gastroenterico.
Negli anni si è infatti andato ad affermare un ruolo importantissimo di questo fitocomplesso nella gestione delle problematiche gastriche e, soprattutto, intestinali.
E’ un prodotto multifunzionale. Basti pensare che può essere usato per trattare sia casi di costipazione e stipsi, sia casi di diarrea.
Per queste sue proprietà, in commercio è molto comune e lo si ritrova sia sotto forma di integratore, sia come alimento funzionale (farina).
Alla farina di psillio vengono associate proprietà utili anche in cucina al punto che esistono prodotti da forno in cui è possibile aggiungerla alla comune farina di frumento. Tuttavia, occhio a non assumere questo prodotto in concomitanza con i farmaci in quanto, come tutte le fibre solubili, può alterarne il corretto assorbimento intestinale.
Psillio: che cos’è
Della pianta Plantago psyllium vengono usate soprattutto alcune porzioni, per le loro note proprietà benefiche a livello intestinale.
Nello specifico, i semi e la cuticola sono le porzioni della pianta a presentare i maggiori benefici legati alla presenza di sostanze dall’azione mucillaginosa. Questa pianta ha origini geografiche ben precise. Difatti, è una specie originaria del sud del Medio Oriente, del bacino del Mediterraneo nonché degli Stati Uniti d’America.
Le caratteristiche di questa pianta sono note da secoli al punto che viene usata dalla medicina popolare sia ad uso sistemico che topico. Nel primo caso, l’assunzione di psillio viene sfruttata in tutte quelle situazioni in cui c’è la necessità di ammorbidire le feci e favorire l’evacuazione.
Dunque, rientrano nelle categorie di maggiore utilizzo tutte quelle condizioni di stipsi legate a specifiche condizioni fisiologiche o patologiche. Esempi al riguardo sono:
- Gravidanza.
- Età avanzata (e il derivante rilassamento della muscolatura responsabile della peristalsi intestinale).
- Condizioni più gravi connesse con interventi chirurgici a livello dell’ultimo tratto intestinale.
Invece, per quanto concerne l’utilizzo topico, questo rappresenta una proprietà meno nota ma comunque efficace legata allo psillio.
Questa pianta viene comunemente usata per trattare l’acne o, più in generale, condizioni di pelle particolarmente grassa.
A cosa serve e come agisce nel regolarizzare la funzionalità intestinale
Il meccanismo di azione dello psillio a livello intestinale viene identificato dal termine inglese ‘bulk forming’.
E’ lo stesso meccanismo di azione dei lassativi in commercio. In questo senso, le fibre di psillio agiscono come delle vere e proprie ‘calamite’ per l’acqua, arrivando ad aumentare in peso fino a 25 volte.
Ciò permette alle feci di assumere la giusta consistenza ma anche al microbiota intestinale di mantenersi in salute. Dunque, l’azione dello psillio può essere definita come una vera e propria azione regolatrice per l’intestino e per la sua funzionalità.
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A cosa fa bene lo psillio: scopri tutti i benefici
La pianta di psillio ha un ruolo chiave in ambito fitoterapico. A tal riguardo, è probabilmente possibile affermare che sia conosciuta maggiormente in questo settore che in quello della botanica. Ciò è legato principalmente alla sua composizione in polisaccaridi mucillaginosi, noti anche come fibre solubili.
La loro natura li classifica come una sorta di spugne in grado di richiamare e trattenere molta acqua. Grazie a ciò, questi polisaccaridi svolgono il ruolo di veri e propri regolatori della funzionalità intestinale.
Oltre a questa categoria di molecole, molti altri complessi giocano un ruolo chiave nell’enfatizzare le virtù dello psillio. Tra di essi, degno di nota è sicuramente il glicoside antinfiammatorio aucubina nonché i seguenti complessi:
- Acidi grassi.
- Alcaloidi (indicaina, indica mina, plantagonina).
- Fitosteroli.
- Glucosidi iridoidi.
- Mucillagini.
- Polifenoli.
- Potassio.
- Proteine.
- Silice.
- Triterpeni.
- Vitamina C.
- Zinco.
Mucillagini
Le mucillagini, note anche come fibre solubili, sono molecole glucidiche altamente igroscopiche, ossia in grado di legare moltissima acqua.
Basti pensare che quelle dello psillio sono in grado di aumentare il loro volume fino a 25 volte quando immerse in acqua. Questo aspetto rappresenta un punto di forza tra le proprietà fitoterapiche dei derivati della Plantago psyllium.
Infatti, una volta ingerito, aumentando il suo volume in presenza di acqua, il gel che si forma a livello intestinale ha la capacità di mostrare due importanti proprietà.
Da un lato, permette di regolare l’assorbimento dei nutrienti (compresi i grassi e gli zuccheri). Dall’altro lato, svolge una vera e propria azione depurativa a livello intestinale, invischiando residui non digeriti di cibo ed evitando la loro fermentazione.
Quest’ultima proprietà non è di poco conto. Infatti, così facendo, la mucillagine da psillio permette di ridurre la produzione di gas intestinale nonché di limitare fortemente disbiosi e infiammazioni intestinali.
Tra le molteplici proprietà delle mucillagini rientrano anche le proprietà:
- Antiflogistica.
- Costipante.
- Emolliente.
- Lassativa.
- Protettiva.
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Psillio contro la costipazione
L’azione dello psillio contro la costipazione è ufficialmente riconosciuta anche dal Ministero della Salute.
Si è infatti visto che attirando e legando l’acqua, la consistenza delle feci aumenta sensibilmente. L’aumento di volume delle feci agisce come una sorta di interruttore on/off sulla peristalsi intestinale, stimolandola.
Dunque, è possibile affermare che lo psillio possa agire come un vero regolatore dell’evacuazione intestinale, rendendola costante e completa.
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Integratore contro la diarrea
Sembrerà paradossale ma questo prodotto è in grado di contrastare contemporaneamente sia la costipazione che la diarrea.
Come ci riesce? Grazie alla sua proprietà igroscopica. Difatti, avendo la capacità di richiamare molta acqua nel lume intestinale, riesce a richiamare anche la porzione di liquido contenuta negli alimenti.
In questo modo, quando non viene abbinato all’assunzione di molta acqua al pasto, lo psillio garantisce un cambio di consistenza delle feci. A tal riguardo, queste appaiono molto più compatte e, come conseguenza, si riesce a prevenire il rischio di un’evacuazione troppo ‘morbida’, ovvero la diarrea.
Rimedio naturale contro la sindrome del colon irritabile (IBS)
La sindrome del colon irritabile si configura come uno stato infiammatorio multifattoriale a carico dell’ultimo tratto dell’intestino.
Spesso questa condizione è dovuta a disbiosi, intolleranze o altre cause in grado di generare una seria alterazione del transito intestinale.
Ed è proprio in questa direzione che lo psillio interviene a gestire l’IBS. Infatti, garantendo una ritrovata regolarità intestinale, contrasta anche le cause dell’infiammazione aiutando a prevenire la comparsa dei sintomi dell’IBS.
In quanto antinfiammatorio, lo psillio è indicato anche per contrastare i classici sintomi delle coliti come:
- Nausea.
- Meteorismo.
- Gonfiore.
- dolore addominale.
Diverticolosi
Avete presente la scopa di saggina che viene comunemente utilizzata per pulire gli spazi all’aperto? Ebbene, potremmo affermare che l’azione dello psillio nella gestione della diverticolosi, agisca con un principio simile.
Infatti, nella diverticolosi, la causa dei sintomi è associata all’accumulo di cibo indigerito all’interno di queste evaginazioni intestinali.
Quindi, venendo fermentato, questo cibo produce uno stato di forte infiammazione associato a dolori anche molto forti. Lo psillio, richiamando acqua e gonfiandosi, riesce a ripulire l’intestino da queste scorie, insinuandosi anche nei diverticoli.
Quindi, agisce come una vera e propria scopa ripulendoli dal cibo accumulato ed evitando la risposta infiammatoria.
Psillio contro emorroidi e ragadi anali
Il principio è sempre lo stesso. Richiamando acqua, le feci riescono ad ammorbidirsi. Dunque, feci più morbide richiedono uno sforzo minore per poter essere espulse. Proprio su questo aspetto si manifesta il vantaggio nel consumo di psillio contro condizioni di presenza di emorroidi o di ragadi anali.
Infatti, le feci si ammorbidiscono e non creano lacerazioni durante la loro espulsione.
Questo prodotto è utile anche contro le ferite provocate precedentemente all’assunzione poiché ne agevola il processo di guarigione.
Psillio contro il reflusso gastroesofageo
Sembrerebbe che assumere una dose di psillio, per circa 7 giorni consecutivi, possa aiutare ad alleviare i sintomi del reflusso. Il principio è sempre quello dell’azione antinfiammatoria che, in questo caso, si manifesterebbe sulle pareti dell’esofago.
Diabete e l’insulino-resistenza
Le fibre solubili, a livello intestinale, sono in grado di regolare l’assorbimento dei nutrienti. Ciò è vero anche per gli zuccheri. Dunque, lo psillio può aiutare a contrastare il picco glicemico post-prandiale, normalmente alto in persone che soffrono di diabete o insulino-resistenza.
Proprietà antiossidante
Questa proprietà ha un’origine diversa da quelle descritte fin qui.
Infatti, contrariamente all’attività regolatoria intestinale, la funzione antiossidante è dovuta a un’altra categoria di molecole.
Più in dettaglio, mi riferisco ai glicosidi e al glicoside antinfiammatorio aucubina, nello specifico. Infatti, questa molecola aiuta a contrastare la formazione di molecole radicaliche e, di conseguenza, svolge una forte azione antiossidante, soprattutto a livello intestinale.
Difatti, è noto come molte patologie a carico dell’intestino abbiano una causa (o un incremento della morbidità) legata direttamente al grado di infiammazione.
Rimedio naturale per abbassare il colesterolo
L’azione delle fibre a livello intestinale si manifesta anche regolando l’assorbimento dei nutrienti. Tra di essi, rientrano anche i grassi, compreso il colesterolo.
Dunque, il consumo regolare di psillio, associato all’assunzione di molta acqua, ha la capacità di diminuire i livelli ematici di colesterolo totale e di colesterolo LDL.
Ciò senza influire sui livelli di colesterolo HDL e sui livelli ematici dei trigliceridi. Sembrerebbe che bastino 6 giorni di psillio per osservare una riduzione significativa di questi valori nel sangue.
Prebiotico
Le fibre solubili sono considerabili come il cibo dei batteri “buoni’ che colonizzano l’intestino. Questo cibo prende il nome di prebiotico. Dunque, il consumo regolare di psillio può contribuire a contrastare la disbiosi “saziando” i batteri intestinali ‘buoni’.
Alleato del sistema immunitario
La fermentazione delle fibre solubili a livello intestinale porta alla formazione di molecole di acidi grassi a corta catena (noti come SCFA). Queste molecole sono dei veri e propri jolly per l’intestino.
Da un lato, agiscono da substrato energetico per le cellule della mucosa del colon. Dall’altro lato, sembrano esercitare un ruolo protettivo sulla mucosa intestinale abbassando il rischio di sviluppare patologie quali il cancro al colon-retto.
Contribuisce alla perdita di peso
Anche in questo caso, l’azione è direttamente correlata con l’effetto regolatorio sull’assorbimento di grassi e zuccheri. Abbassando il picco glicemico che si ha normalmente dopo i pasti.
Rappresenta un rimedio infallibile per mantenere attivo il metabolismo.
Come assumere lo psillio e quanto
La forma comune in commercio di psillio è quella di tritato di semi. Meno frequentemente è possibile rinvenire anche macerati per ottenere un decotto.
Usi e dosi di assunzione
Si consiglia l’assunzione fino a 7 grammi di psillio al giorno, sempre associata al consumo di almeno 200 ml di acqua per limitare gli effetti indesiderati.
Nel caso degli estratti secchi, la maggiore concentrazione delle mucillagini rende sufficiente il dosaggio di 2 grammi al giorno. Si sconsiglia comunque di assumere psillio per più di 7 giorni.

Valori nutrizionali dello psillio
100 g di psillio apportano i seguenti nutrienti:
- Calorie: 272.
- Carboidrati: 17 g.
- Proteine: 1,7 g.
- Lipidi: 8 g.
- Fibre: 62,5 g.
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Controindicazioni ed effetti collaterali dello psillio
Come tutte le fibre, l’assunzione di questo prodotto deve sempre associarsi a una corretta idratazione.
In caso contrario, gli effetti negativi potrebbero di gran lunga superare quelli benefici. Altresì, se lo psillio viene utilizzato in modo corretto, non dovrebbe scatenare alcun effetto indesiderato.
L’abbinamento del giusto volume di liquidi è fondamentale perché elemento chiave per permettere l’azione principale di questo prodotto, ovvero la regolarizzazione intestinale. Immaginiamo un fiume pieno di rami. Nel caso in cui l’acqua possa scorrere liberamente ma in buona quantità, i rami possono essere tranquillamente trasportati dalla corrente.
Qualora l’acqua dovesse diminuire o arrestarsi, i pezzetti di legno potrebbero creare delle ostruzioni in grado, successivamente, di generare dei blocchi.
Sullo stesso principio, la regolarità intestinale è data dal giusto numero di “rami” (le fibre, tra cui lo psillio) ma anche dal corretto volume di acqua. Questo aspetto diventa ancora più rilevante negli anziani, i quali normalmente perdono lo stimolo della sete e sono maggiormente soggetti a disidratazione.
Pazienti con patologie: raccomandazioni
Occlusione o sub-occlusione intestinale
In questo caso, si rende necessario procedere al trattamento dell’occlusione prima di passare all’utilizzo dello psillio per regolarizzare la funzionalità intestinale.
Altre patologie
Si sconsiglia l’assunzione di psillio in persone che soffrono di diabete mellito. Idem in coloro che presentano stenosi esofagee o gastrointestinali. A tal riguardo, mi riferisco a persone con patologie quali:
- Cancro.
- Endometriosi.
- Ernie.
- Infiammazione cronica.
- Ischemia cronica.
- Neoplasie dell’ovaio.
- Neoplasie dell’utero.
Pazienti con allergie
Raramente, lo psillio può dare reazioni allergiche anche gravi ma limitatamente a soggetti che mostrino allergia verso la Plantago psyllium.
Effetti legati al sovradosaggio
I principali effetti gastrointestinali possono essere diarrea (oppure il caso opposto, ovvero stipsi) e meteorismo.
Occhio soprattutto a persone in trattamento con farmaci ipolipidemizzanti e/o ipocolesterolemizzanti in quanto lo psillio può dare effetto cumulativo con essi.
Interazioni farmacologiche
Le fibre agiscono a livello intestinale regolando l’assorbimento dei nutrienti. Tra di essi, rientrano anche nutrienti introdotti attraverso l’assunzione di integratori oppure i principi attivi di farmaci.
Dunque, si sconsiglia di assumere psillio in prossimità dell’assunzione di un medicinale.
Nello specifico, la principale azione inibitoria si manifesta a scapito di:
- Anticoagulanti.
- Antidiabetici.
- Calcio.
- Magnesio.
- Rame.
- Vitamina B12.
- Zinco.
L’unico accorgimento da seguire in questo caso sarebbe quello di far passare almeno 60 minuti tra l’assunzione delle fibre e quella dell’integratore/farmaco.
Occhio infine a chi segue terapie per abbassare i livelli di colesterolemia in quanto lo psillio può aumentare l’effetto ipolipidemizzante.
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Usi in cucina
Comunemente si pensa allo psillio come un integratore. Sebbene questa sia una giusta considerazione, questo prodotto può anche essere utilizzato quale ingrediente in cucina.
Certo, è un impiego secondario ma che potrebbe ugualmente consentire di sfruttarne tutti i benefici che lo contraddistinguono. A tal riguardo, in commercio esiste una farina ottenuta dalla macinazione della cuticola dei semi di Plantago psyllium.
Questa viene inserita all’interno di ricette dolciarie o prodotti da forno, sfruttando le sue proprietà addensanti. In tale modo, il prodotto risulta più soffice e ha la capacità di aumentare ulteriormente il proprio volume finale.
Ovviamente, come altro lato della medaglia, gli alimenti ottenuti con questo ingrediente ‘speciale’, avranno la virtù di risultare più digeribili. In casi più estremi, esiste anche l’abitudine di usare la farina di psillio come sostituto dell’uovo.
Questa abitudine è tipica di quelle cucine che tendono ad eliminare alimenti di origine animale (per esempio l’alimentazione vegana).
Usi e quantità
La quantità riportata nelle ricette corrisponde a circa 10 g. Si consiglia di aggiungere questa farina alla classica farina per dolci o per prodotti da forno (generalmente 10 g farina di psillio ogni 300 g farina da cereale).
Farina di psillio “a crudo”
Per un utilizzo più pratico e immediato, la farina di psillio può essere aggiunta al latte o a dei suoi derivati (yogurt o kefir).
Decotto
Il decotto di psillio può essere applicato anche sulla pelle per trovare sollievo da punture di insetto, infiammazioni e scottature. In alternativa, se filtrato, può restituire una gradevole tisana.
Alimenti in commercio arricchiti di psillio
In commercio è comune trovare alimenti arricchiti di psillio. Un esempio su tutti è rappresentato dai cereali per la colazione.
La presenza di frazioni di psillio aiuta a rendere il pasto utile dal punto di vista fisiologico ma senza rinunciare al gusto di un alimento comunissimo in questo momento della giornata.

Psillio: botanica
La Plantago psyllium è una pianta che completa il suo ciclo vitale nell’arco dell’anno, ciò significa che ogni anno termina la sua fase vitale con la produzione dei semi da quali può essere ottenuto il fitoterapico.
Si tratta di piantine erbacee dal portamento eretto e dall’altezza molto ridotta, potendo raggiungere al massimo i 30 cm. Normalmente è possibile rinvenire questa pianta in aree molto calde e secche, in pascoli, suoli arenosi o incolti.
Radici
Nonostante si tratti di una piccola piantina, la lunghezza delle radici può superare quella dell’intera pianta. Ciò per permettere l’accesso alla giusta idratazione anche in ambienti molto secchi come quelli in cui abitualmente cresce lo psillio.
Le radici hanno un tipico portamento a fittone con una radice centrale molto sviluppata e che può raggiungere i 40 cm di sviluppo.
Fusto
La pianta appare con un portamento detto ascendente. Ciò significa che assume uno sviluppo eretto e tendente verso l’alto più che in larghezza. Questo fusto appare poco ramificato e ricoperto di una debole ma fitta peluria. Lungo il fusto si sviluppano numerose foglie laterali.
Foglie
Le foglie hanno la tipica forma allungata detta lanceolata e caratterizzata dalla presenza di 2-3 dentelli alla sua estremità.
Fiore
I fiori sono raccolti all’interno di infiorescenze a forma di spighetta. Possono svilupparsi anche molte spighe per ogni pianta. I fiori appaiono molto piccoli e poco appariscenti ma con antere molto ben sviluppate ed esterne alla corolla. I fiori sono tipicamente biancastri.
Il periodo di fioritura (antesi) varia da gennaio a giugno.
Frutto
Il frutto appare come una capsula membranosa nota come pirisside. La sua peculiarità è data dal fatto che si apre con una zona di escissione di forma circolare dalla quale possono uscire due semi per frutto.
Ogni seme è infatti contenuto in uno specifico loculo del frutto.
Seme
Appaiono molto piccoli e dal tipico colore bruno. La loro forma ricorda quella della carena di una nave e per questo motivo sono chiamati navicolari.
Impollinazione
La pianta viene impollinata grazie all’azione del vento (impollinazione anemofila).
Fonte
- Psyllium: a useful functional ingredient in food systems.


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