Sommario
La glicemia alta o iperglicemia è un eccesso di glucosio nel sangue. I sintomi possono variare da persona a persona e generalmente si manifestano con valori di glicemia superiori ai 100 mg/dl. Debolezza, stordimento, nausea o formicolio alle mani e ai piedi potrebbero essere i primi segni di fluttuazioni di zucchero nel sangue.
Le cause sono molteplici. Principalmente la glicemia alta si deve a un’insufficiente produzione di insulina o a una sua alterata funzionalità . Infatti, l’insulina è un ormone secreto dal pancreas che stimola l’assunzione di glucosio nelle cellule muscolari regolandone anche i livelli ematici.
Valori normali della glicemia a digiuno (da almeno 8 ore) sono compresi tra 70 e 99 mg/dl.
Quindi in caso di glicemia alta, cosa mangiare e cosa fare per abbassarla?
Iperglicemia o glicemia alta: cos’è e valori di riferimento
La glicemia alta è un aumento anormale della quantità di zucchero (glucosio) nel sangue.
Sono diversi i fattori che possono contribuire, tra cui:
- Scelte alimentari e quelle legate all’attività fisica.
- Alcune malattie preesistenti.
- Farmaci prescritti per altre condizioni (non legate al diabete).
- Non aver assunto la dose prescritta per il trattamento farmacologico per ridurre la concentrazione di glucosio nel sangue o si è saltata una dose.
Valori di iperglicemia lievi, di solito, non sono preoccupanti, si curano facilmente o possono rientrare alla normalità spontaneamente.
Tuttavia, la glicemia alta può diventare rischiosa se il livello di zucchero nel sangue è piuttosto elevato o lo resta per lunghi periodi.
In questi casi possono manifestarsi complicanze anche gravi come:
- Chetoacidosi diabetica, una condizione in cui le cellule, non essendo in grado di usare il glucosio, utilizzano i depositi di grasso e il muscolo come fonte alternativa di energia. Ciò comporta un accumulo di corpi chetonici acidi nel sangue, che può causare vomito, disidratazione, perdita di coscienza e, nei casi davvero gravi, decesso.
- Coma iperosmolare, una condizione di grave disidratazione causata da livelli di iperglicemia molto alti.
Glicemia alta a digiuno
Un’alimentazione poco corretta e una scarsa attività fisica possono far aumentare i valori di glicemia nel sangue.
Se tali valori a digiuno (da almeno otto ore) sono maggiori di 100 mg/dl si può parlare di iperglicemia. Per il diabete i valori di glicemia a digiuno devono aggirarsi sui >126 mg/dl.
Valori normali della glicemia
La glicemia è fisiologicamente compresa tra 70 e 99 mg/dl a stomaco vuoto, cioè a digiuno da almeno 8 ore. Allo stesso modo il valore deve essere inferiore a 140 mg/dl due ore dopo aver mangiato.
Valori bassi
Quando i valori scendono sotto i 70 mg/dl si può parlare di ipoglicemia. L’ipoglicemia è una condizione molto seria, in quanto il cervello è in quel momento privato della sua fonte di energia: il glucosio.
Il soggetto risulta perciò disorientato, debole, sonnolente ed in casi gravi può portare al coma ed alla morte. In chi soffre di diabete, i primi sintomi non sono da sottovalutare.
Valori alti
A seconda del testo di riferimento possiamo definire valori alti di glicemia sopra i 100 mg/dl (alcuni autori accettano 110 mg/dl). Le conseguenze a lungo termine possono essere danni ad organi come cuore, cervello, occhi e reni.
In caso di valori sopra i 300 mg/dl si parla invece di crisi iperglicemica e richiede l’assistenza immediata di un medico.
Una crisi iperglicemica è in generale definita tale quando i valori di glucosio nel sangue superano i 300 mg/dl (16,7 mmol/L) e richiede un pronto intervento medico.
Glicemia alta: quali sono i sintomi
Identificare i primi sintomi dell’iperglicemia può aiutare il paziente a curare la condizione il prima possibile. E’ bene prestare dunque attenzione ai seguenti segnali di allarme:
- Minzione frequente.
- Sensazione di sete permanente.
- Vista annebbiata.
- Fatica.
- Mal di testa persistente.
Se l’iperglicemia non viene curata può portare all’accumulo di acidi tossici (chetoni) nel sangue e nelle urine (chetoacidosi) scatenando una condizione patologica pericolosa per l’organismo umano.
A causa dell’accumulo di chetoni nel corpo, la riserva alcalina nel sangue diminuisce. I segni e i sintomi per i quali è bene chiedere una valutazione medica sono:
- Alito odoroso di acetone.
- Nausea e vomito.
- Difficoltà respiratorie.
- Bocca e gola asciutta.
- Debolezza e stanchezza.
- Confusione.
- Coma.
- Dolore addominale.
- Necessità di bere frequentemente (polidipsia).
- Visione offuscata
- Necessità di urinare più frequentemente del solito, soprattutto di notte (poliuria)
- Dimagrimento inspiegabile.
- Infezioni ripetute, come infezioni della vescica (cistite) e infezioni cutanee
Glicemia alta: sintomi neurologici
Tra la sintomatologia, è importante distinguere dai segni prettamente fisici anche quelli di tipo neurologico come:
- Stanchezza.
- Alterazioni dell’umore.
- Difficoltà di concentrazione.
Con una certa frequenza, il diabete è diagnosticato in seguito a un calo del visus improvviso o a episodi di visione offuscata.
Crisi iperglicemica
Le crisi iperglicemiche sono tipiche di soggetti diabetici che non rispettano il trattamento, che non sanno ancora di avere la patologia oppure occasionalmente possono essere presenti in persone non diabetiche che hanno avuto un ictus o un attacco cardiaco.
E’ dunque consigliato chiamare un’ambulanza in caso di:
- Valori glicemici superiori a 300 mg/dl o 16,7 mmol/L.
- Comparsa di corpi chetonici all’esame delle urine.
- Presenza di sintomi di chetoacidosi diabetica: sete eccessiva, minzione frequente, nausea e vomito, mal di stomaco, debolezza o affaticamento, mancanza di respiro, alito fruttato e confusione. La chetoacidosi diabetica non trattata può portare alla morte.
Chetoacidosi diabetica
La chetoacidosi diabetica si sviluppa quando, in assenza di livelli adeguati di insulina, lo zucchero (glucosio) non può entrare nelle cellule per produrre energia.
La glicemia nel sangue si accumula e il corpo inizia a scomporre il grasso per produrre energia.
Questo processo produce acidi tossici noti come chetoni. I chetoni in eccesso si accumulano nel sangue e alla fine “si riversano” nelle urine. Se non trattata, la chetoacidosi può portare al coma diabetico ed essere pericolosa per la vita.
Stato iperosmolare iperglicemico
In questo caso i livelli di glucosio nel sangue possono diventare molto alti, superiori a 1.000 mg/dL (55,6 mmol/L). Poiché l’insulina è presente ma non funziona correttamente, infatti, il corpo non può utilizzare né il glucosio né i grassi per produrre energia.
Quindi, lo zucchero viene versato nelle urine, causando un aumento della minzione. Se non trattato, lo stato iperosmolare iperglicemico diabetico può portare a disidratazione e coma potenzialmente letali. L’assistenza medica tempestiva è essenziale.
Glicemia alta: cosa fare e cosa mangiare
In caso di diabete o di glicemia alta, seguire una dieta equilibrata è fondamentale. Ridurre il consumo di zuccheri, grassi saturi e trans, e carboidrati raffinati, in favore di alimenti ricchi di fibre, come le verdure, è la prima cosa da fare.
Evitare i carboidrati raffinati e preferire i cereali integrali, così come è meglio ridurre il consumo di carne rossa, da sostituire con altre fonti proteiche come i legumi e il pesce. Anche le quantità devono essere tenute sotto controllo per non esagerare ed evitare picchi glicemici. Infine, da evitare del tutto le bevande alcoliche.
Cosa mangiare con la glicemia alta
Lo scopo fondamentale di un regime contro l’iperglicemia è quello di cercare di mantenere costante il livello di zucchero in circolo nel sangue.
Si possono adottare alcune misure come una dieta sana e un piano nutrizionale equilibrato che aiutino a prevenire l’iperglicemia:
- Mangiare poco e spesso.
- Fare attenzione all’assunzione di zuccheri e carboidrati.
- Limitare o evitare il consumo di alcol.
- Adottare una dieta ricca di verdure, frutta e cereali integrali.
- Fare esercizio regolarmente per permettere all’organismo di mantenere la glicemia entro limiti normali.
- Bere molti liquidi privi di zucchero, per ripristinare il giusto livello di idratazione, se disidratati.
- Modifica del dosaggio di insulina sotto la supervisione del diabetologo.
Come abbassare la glicemia alta
Oltre alla dieta, è necessario sottolineare l’importanza di una valutazione specialistica per gestire adeguatamente i livelli di glicemia. Mantenere un peso adeguato e fare attività fisica regolare sono altrettanto essenziali. Inoltre, prendere l’abitudine di praticare discipline come yoga, pilates o la meditazione può aiutare a ridurre il livello di stress, un fattore che può favorire l’iperglicemia.
L’idratazione è altresì fondamentale: bere molta acqua consente di ottenere la corretta idratazione e di eliminare il glucosio in eccesso attraverso le urine. Anche una buona igiene del sonno è molto importante, poiché l’insonnia o disturbi del ritmo sonno-veglia, infatti, possono favorire la glicemia alta.
Infine, i controlli periodici assumono una certa importanza. Infatti il diabete, così come l’iperglicemia, possono manifestarsi in modo non sempre evidente e riconoscibile causando spesso diagnosi tardive. Quindi, le persone a rischio (ad esempio, chi ha una storia familiare di diabete, obesità , sedentarietà o un precedente diabete gestazionale) è bene che si sottopongano a controlli annuali della glicemia tramite esami del sangue. Per il resto della popolazione, è, invece, raccomandato uno screening a partire dai 45 anni di età .
Trattamento farmacologico dell’iperglicemia
Nel caso in cui le misure di prevenzione specificate non funzionino, l’insulina è il trattamento per le persone con diabete di tipo 1, mentre il diabete di tipo 2 può rimanere sotto controllo con una combinazione di farmaci orali e iniezioni.
Il dosaggio e la modalità di somministrazione vanno, specie all’inizio, attentamente monitorati dallo specialista.
Rimedi naturali per l’iperglicemia
Molte erbe hanno dimostrato, seppur lievemente, di avere la capacità di abbassare il livello di zucchero nel sangue in caso di rischio di iperglicemia.
Le terapie a base di erbe che hanno dimostrato di avere proprietà antidiabetiche includono:
- Aloe vera.
- Estratto di mirtillo rosso.
- Cetriolo.
- Cannella.
- Zenzero.
Altre terapie erboristiche includono: aglio, ginseng e basilico.
Cause dell’iperglicemia
L’iperglicemia riduce drasticamente gli effetti dell’insulina sul corpo umano, sia perché il pancreas non è in grado di produrne abbastanza (diabete di tipo 1) sia perché il corpo ne diventa resistente (diabete di tipo 2).
Di conseguenza, il glucosio tende ad accumularsi nel flusso sanguigno e può raggiungere concentrazioni estremamente elevate e molto pericolose se non adeguatamente trattate.
L’insulina o altri farmaci vengono utilizzati per ridurre la concentrazione di glucosio nel sangue.
Anche altre malattie o condizioni possono aumentare la glicemia come:
- Pancreatite (infiammazione del pancreas).
- Cancro del pancreas.
- Ipertiroidismo (quando la ghiandola tiroidea è iperattiva).
- Sindrome di Cushing (quando il livello di cortisolo nel sangue aumenta molto).
- Tumori insoliti che secernono ormoni.
- Infarto.
- Ictus.
- Traumi che possono portare temporaneamente all’iperglicemia.
Infine, tra i farmaci che possono aumentare lo zucchero in circolo ritroviamo: prednisone, estrogeni, Beta-bloccanti, contraccettivi orali ed altri.
Diagnosi
Esistono diversi tipi di esami del sangue che possono diagnosticare l’iperglicemia. Tra questi ricordiamo:
- Test glicemico casuale: riflette la quantità di glucosio nel sangue in un’ora scelta a caso; una glicemia normale è generalmente compresa tra 70 e 125 mg/dl.
- Glicemia a stomaco vuoto: è la misurazione al mattino presto, prima di mangiare o bere qualcosa, dopo un periodo di almeno 8 ore di digiuno; valori normali sono inferiori a 100 mg/dl; livelli superiori a 100 mg/dl e fino a 125 mg/dl suggeriscono il prediabete, mentre superiori a 126 mg/dl o più sono una diagnosi di diabete.
- Test di tolleranza al glucosio: misura la glicemia in qualsiasi momento della giornata ma dopo la somministrazione orale di una dose di glucosio; questo test è più comunemente usato per diagnosticare il diabete gestazionale.
- Dosaggio dell’emoglobina glicosilata o la glicoemoglobina (Hb A1c): è correlato ai globuli rossi ed è un indicatore della glicemia negli ultimi 2-3 mesi; si parla di diabete nelle condizioni in cui l’HbA1c ha un valore del 6,5%-7%; l’unico svantaggio è rappresentato dal fatto che la presenza di varie forme di anemia nei pazienti (carenza di ferro, talassemia, ecc.) ne può alterare i risultati; i vantaggi sono numerosi: non è richiesto digiuno, la variazione biologica individuale è inferiore ed infine basse sono le variazioni dei valori a seconda dello stress e di varie altre condizioni.
Se vuoi approfondire l’argomento, ti consigliamo di leggere: Esami e diagnosi del diabete.
Prognosi e decorso
Sebbene l’iperglicemia temporanea abbia effetti negativi sul corpo, il danno causato non è così grave come nel caso dell’iperglicemia cronica (diabete confermato).
Tuttavia, ci sono molte conseguenze o effetti a lungo termine dell’iperglicemia, tra cui:
- Problemi ai vasi sanguigni: le cellule presenti nelle pareti dei vasi diventano più spesse e non più funzionali, causando il blocco del flusso di alcuni organi.
- Neuropatia diabetica: i vasi sanguigni che irrorano il sistema nervoso sono privati ​​di glucosio, ossigeno e altri nutrienti necessari per il corretto funzionamento.
- Retinopatia: se non trattata, la retinopatia può portare alla cecità .
- Nefropatia.
- Problemi cardiaci: l’iperglicemia può influenzare il sistema circolatorio, può aumentare la rigidità dei vasi sanguigni e la pressione sanguigna.
- Gangrena: mani e piedi soffrono degli effetti dell’iperglicemia cronica e del sangue che non irriga più gli arti superiori e inferiori e le cellule lentamente muoiono.
- Problemi della pelle: le ferite non guariscono più o il processo è rallentato.
- Lesioni al cervello: l’iperglicemia può bloccare l’afflusso di sangue a qualsiasi parte del cervello.
- Depressione: le fluttuazioni di zucchero nel sangue possono causare cambiamenti negativi nell’umore del soggetto diabetico.
Fonti
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