Sommario
Il potassio alto nel sangue o iperkalemia è una condizione in cui i livelli di potassio sono troppo alti. Può essere causato da diverse condizioni, tra cui insufficienza renale, disidratazione, eccessivo consumo di integratori di potassio, uso eccessivo di diuretici o ridotta escrezione di sodio (che associato al potassio regola il funzionamento cellulare).
I sintomi possono essere diversi e variare da persona a persona ma solitamente includono tachicardia (battito cardiaco accelerato), debolezza muscolare, crampi muscolari, nausea e vomito, diarrea e confusione mentale.
È una condizione che può anche influenzare il funzionamento del cuore, causando aritmie, nei casi più gravi, arresto cardiaco.
Anche la carenza di acido folico può aggravare l’iperkaliemia, poiché è una sostanza fondamentale per la produzione cellulare. Una sua carenza può portare ad anemia, che a sua volta può esacerbare la debolezza e l’affaticamento.
Infine, la disidratazione, che riduce il volume del sangue e concentra il potassio, aumentando il rischio di iperkaliemia.
È importante monitorare attentamente i livelli di potassio nel sangue e seguire le indicazioni del medico per mantenere un equilibrio elettrolitico adeguato.
Cos’è l’iperkaliemia o potassio alto nel sangue
Il potassio è un sale minerale che interviene in tutti i processi metabolici e aiuta il corretto funzionamento degli organi vitali come il muscolo cardiaco, così come del cervello.
Svolge inoltre un ruolo importante per
- Conduzione nervosa.
- Contrazione muscolare.
- Equilibrio acido-base.
- Pressione osmotica.
- Anabolismo proteico.
- Formazione del glicogeno.
Il potassio aumenta la diuresi e aiuta ad eliminare il sodio, spesso in eccesso nell’organismo, garantendo così un’efficace espulsione delle tossine e una normale attività delle ghiandole surrenali.
Tutto il potassio contenuto negli alimenti viene assorbito nell’intestino tenue, per poi essere eliminato per via renale in 24 ore. I reni non conservano il minerale, ma ne sono i principali escretori. Normalmente l’80-90% viene riversato nelle urine e il resto attraverso altre vie.
Un corretto equilibrio di calcio, sodio e potassio nel plasma sanguigno è necessario per la normale funzione cardiaca.
Il potassio contribuisce a una serie di funzioni essenziali dell’organismo, quali:
- Pressione sanguigna.
- Equilibrio idrico.
- Contrazioni muscolari.
- Impulsi nervosi.
- Digestione.
- Frequenza cardiaca.
- Equilibrio del pH.
Piccoli cambiamenti nella concentrazione sierica di questo minerale possono avere conseguenze importanti sul ritmo e sulla funzione cardiaca. La variazione improvvisa del potassio produce rapidamente una condizione pericolosa per la vita, più velocemente di qualsiasi altro squilibrio elettrolitico.
L’iperkaliemia è un disturbo comune?
L’iperkaliemia è abbastanza rara in generale, segnalata in meno del 5% della popolazione mondiale, ma può colpire fino al 10% di tutti i soggetti ospedalizzati.
La maggior parte dei casi in quest’ultimi sono dovuti a farmaci e insufficienza renale. Diabete, tumori maligni, età avanzata e acidosi sono altre cause importanti. L’iperkaliemia, invece, è rara nei bambini, ma può verificarsi fino al 50% dei neonati prematuri.
Inoltre, è più comunemente segnalata negli uomini che nelle donne, forse a causa dell’aumento della massa muscolare e dei tassi più elevati di rabdomiolisi e della prevalenza della malattia neuromuscolare.
Oggi esiste il rischio che l’uso empirico di alcuni farmaci come gli ACE inibitori possa causare iperkaliemia, soprattutto nelle persone con diabete, insufficienza cardiaca e insufficienza vascolare periferica.
Potassio alto o iperkaliemia: quali sono i valori normali di riferimento?
L’iperkaliemia è l’aumento della concentrazione di potassio nel sangue al di sopra del limite normale. Con lievi variazioni, a seconda del laboratorio, il valore normale del potassio è compreso tra 3,5-5 mEq/L.
Il potassio è un elemento essenziale per l’organismo, soprattutto per il funzionamento del sistema muscolare, scheletrico e autonomo.
Si ricava dagli alimenti e l’eccedenza viene eliminata a livello renale. L’aumento del potassio nel sangue può essere uno squilibrio pericoloso per la vita, poiché influisce principalmente sul funzionamento del cuore.
L’iperkaliemia non è una condizione indipendente, ma una conseguenza di diverse malattie. Più comunemente, si verifica nella malattia renale cronica allo stadio terminale, quando il rene perde la capacità di espellere questo elettrolita. Nel corpo, infatti, la maggior parte del potassio (oltre il 90%) si trova all’interno delle cellule.
Per questo motivo, quando si ha una malattia in evoluzione con marcata distruzione cellulare, il potassio nel sangue aumenta.
Potassio alto e tumore: cosa c’è di vero
I disturbi elettrolitici sono un riscontro frequente nei soggetti con cancro. Nella maggior parte dei casi le cause sono comuni a tutti i tipi di cancro (come iponatriemia o ipokaliemia indotta da diuretici).
Altre volte invece, i disturbi elettrolitici sono causati da sindromi paraneoplastiche o dovuti alla terapia antitumorale.
Il potassio è uno degli elettroliti più importanti del corpo umano poiché è coinvolto nella regolazione della contrazione muscolare, nel mantenimento dell’integrità dello scheletro, nella pressione sanguigna e nella trasmissione nervosa, nonché nella normale funzione delle cellule.
L’omeostasi del potassio è strettamente regolata poiché il divario tra l’apporto alimentare giornaliero raccomandato (120 mEq/giorno) e i livelli immagazzinati nel liquido extracellulare (circa 70 mEq) è enorme.
Invece, nelle persone affette da cancro sono frequenti le alterazioni dell’omeostasi del potassio, così come le disfunzioni delle proteine che mediano i flussi del minerale all’interno delle cellule.
Un livello elevato del minerale, tuttavia, è nella maggior parte dei casi dovuto ad atre condizioni come farmaci o malattie croniche, rendendolo così estraneo ai fini della diagnosi di un tumore. Ogni referto di laboratorio va dunque sottoposto all’attenzione del proprio medico curante per una giusta diagnosi con inquadramento clinico.
Sintomi del potassio alto
Che succede se il potassio è alto? In genere, una persona con iperkaliemia avverte pochissimi o addirittura zero sintomi.
I segni che si possono manifestare sono spesso lievi e non specifici, il che significa che i medici possono trascurarli finché non peggiorano.
L’iperkaliemia si verifica quando il corpo non è in grado di rimuovere il potassio in eccesso. Come elettrolita, questo aiuta a regolare i livelli di liquidi e sangue, le contrazioni muscolari e gli impulsi nervosi. Pertanto, alti livelli di potassio possono interrompere o influenzare molti di questi processi.
I sintomi di un alto livello di potassio (iperkaliemia) variano da lievi a appena evidenti, tanto che valori oltre soglia vengono spesso scoperti durante le analisi del sangue di routine.
Tuttavia, un alto livello di potassio può causare seri rischi per la salute, quindi è importante consultare sempre il medico se non ci si sente bene o se si presenta uno qualsiasi dei possibili segni di iperkaliemia (soprattutto in presenza di uno qualsiasi dei fattori di rischio come l’insufficienza renale cronica).
L’iperkaliemia cronica spesso presenta sintomi meno evidenti della forma acuta.
La forma acuta si verifica quando ci sono cambiamenti significativi nei livelli di potassio in un breve periodo ed è più grave della forma cronica o di valori regolarmente elevati. Tuttavia, sia i livelli acuti che quelli cronicamente elevati del minerale possono essere pericolosi, causando potenzialmente un infarto o una paralisi.
Quando il valore del potassio è solo leggermente elevato, il soggetto può rimanere asintomatico. A valori elevati possono invece verificarsi manifestazioni aspecifiche, come:
- Debolezza, affaticamento muscolare.
- Aritmie cardiache, bradicardia.
- Affanno (respirazione difficoltosa), a causa della debolezza dei muscoli respiratori.
- Riflessi tendinei attenuati o assenti.
- Paralisi flaccida.
A livelli di potassio più elevati invece, i sintomi possono includere:
- Debolezza muscolare (gambe pesanti).
- Sensazione generale di debolezza o affaticamento.
- Nausea e vomito.
- Dolori muscolari o crampi.
- Respirazione difficoltosa.
- Palpitazioni.
- Sudorazione eccessiva.
- Dolore al petto.
Cause del potassio alto
Per comprendere meglio perché i livelli di potassio sono importanti e cosa può causarne un aumento o una diminuzione, è utile sapere come funzionano gli elettroliti nel corpo.
Gli elettroliti sono minerali composti che, una volta disciolti in acqua, si separano in ioni caricati elettricamente.
Esistono molti tipi di elettroliti, ma sodio, potassio, cloro, bicarbonato, calcio, solfato, magnesio e fosfato sono considerati i più importanti nel corpo umano.
Attraverso l’azione degli ormoni, molecole specializzate nella comunicazione tra organi, i reni sono responsabili del monitoraggio della concentrazione e del volume di elettroliti e acqua nel corpo.
Un esempio basilare di come questi regolano l’acqua è la minzione: quando il corpo ha liquidi in eccesso, la produzione di urina aumenta.
Quando invece il corpo è disidratato, la produzione di urina diminuisce. Qualsiasi eccesso di elettroliti viene espulso dal corpo attraverso l’urina, il sudore e il tratto digestivo. I reni hanno un sistema molto preciso per apprezzare un livello basso o alto di acqua o elettroliti nel corpo.
Quando i livelli aumentano o diminuiscono, i reni iniziano a rispondere immediatamente. Provare la sete è un esempio basilare di come questo sistema risponda alla diminuzione dei livelli dell’acqua nell’organismo.
Esistono diverse cause, la maggior parte delle quali influenza la funzione dei reni. Possibili cause di iperkaliemia possono includere:
- Malattia renale cronica. Una diminuita capacità renale di filtrare il sangue significa che i reni potrebbero non essere in grado di eliminare adeguatamente il potassio dal corpo.
- Diabete non controllato o non curato. Poiché una diminuzione della funzionalità renale è una possibile complicanza del diabete, una cattiva gestione della condizione può provocare iperkaliemia.
- Assunzione di determinati farmaci, come gli antinfiammatori non steroidei (FANS) che possono impedire ai reni di eliminare il potassio in eccesso. Ad esempio: ibuprofene e il naprossene, diuretici, ciclosporina, inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE), beta-bloccanti, eparina, mannitolo, ecc.
- Malattie cardiache. Nelle persone con insufficienza cardiaca congestizia, la ridotta funzionalità renale combinata con i farmaci per trattare la malattia può causare iperkaliemia.
- Lesioni o traumi. Ustioni o altre lesioni gravi possono causare danni ai tessuti che provocano il rilascio di potassio extra nel sangue da parte del corpo.
- Ipoaldosteronismo. Questa rara condizione provoca una mancanza di aldosterone. Questo ormone aiuta a regolare la quantità di potassio che il corpo espelle nelle urine.
- Morbo di Addison. Questa è una condizione che si verifica in seguito a un danno alle ghiandole surrenali che può influenzare la produzione di ormoni, come l’aldosterone e il cortisolo, che a loro volta influenzano i livelli di potassio.
- Maggiore assunzione di potassio. Il consumo eccessivo di potassio attraverso i farmaci o la dieta può causare iperkaliemia; questa condizione è rara ma può colpire persone i cui reni non funzionano in modo ottimale.
- Disidratazione. Una grave disidratazione può impedire al corpo di eliminare il potassio.
Come faccio a sapere se soffro di potassio alto?
Un semplice esame del sangue di routine è sufficiente per rilevare il livello di potassio nel sangue. Valori elevati vengono solitamente riscontrati per caso durante un esame del sangue di routine, a cui di solito segue un esame fisico e informazioni riguardo la propria storia medica, la dieta e i farmaci assunti.
Ciò aiuterà a scoprire cosa ha causato l’iperkaliemia e a pianificare il trattamento. È importante, in ogni caso, instaurare con il proprio curante un legame di fiducia, specificando tutti i medicinali che si prendono, inclusi i prodotti da banco come quelli erboristici e altri integratori.
Come è diagnosticato il potassio alto? Può essere difficile diagnosticare l’iperkaliemia, in quanto spesso non ci sono sintomi. Quando questi compaiono possono includere debolezza muscolare o paralisi se si tratta di un caso più grave.
Inoltre, nei soggetti con valori più elevati si possono verificare ritmi cardiaci anormali e possibilmente causare l’arresto del cuore. In molti casi, una diagnosi di iperkaliemia deve basarsi su informazioni cliniche come una storia di insufficienza renale o l’uso regolare di farmaci.
I dati di laboratorio e gli elementi elettrocardiografici possono essere utilizzati insieme alle informazioni cliniche per raggiungere una diagnosi.
Per la maggior parte delle persone, il livello di potassio dovrebbe essere compreso tra 3,5 e 5,0 millimoli per litro (mmol/L). L’iperkaliemia si definisce dunque superiore a 5,5 mEq/L.
I pazienti con iperkaliemia possono avere un elettrocardiogramma normale o un tracciato con onde T appuntite.
Quando chiamare il medico?
Se non trattata, l’iperkaliemia può portare a gravi complicazioni, soprattutto a carico del cuore. È dunque fondamentale consultare subito il medico se si manifestano sintomi come debolezza muscolare, battito cardiaco irregolare o forte affaticamento.
Cosa bisogna fare per abbassare il potassio?
Di solito si riscontra un livello elevato di potassio quando il medico ha prescritto esami del sangue per indagare una condizione o per monitorare i farmaci che si stanno assumendo oppure attraverso un esame di routine.
In alcuni casi potrebbe essere necessario modificare un farmaco che influisce sui livelli di potassio oppure trattare un’altra condizione medica alla base del disturbo. Il trattamento dello squilibrio elettrolitico è spesso diretto alla causa sottostante. In alcuni casi, potrebbe esserci bisogno di farmaci di emergenza o di dialisi.
Se si avvertono dei sintomi come quelli elencati tipici dell’iperkaliemia, in particolare se si soffre di malattie renali o si stanno assumendo farmaci che aumentano il livello di potassio, è necessario chiamare immediatamente il servizio di emergenza.
Il trattamento di emergenza può includere anche la dialisi se la funzione renale si sta deteriorando, farmaci per aiutare a rimuovere il potassio dall’intestino prima dell’assorbimento, bicarbonato di sodio se la causa è l’acidosi o diuretici.
Il proprio medico potrebbe anche consigliare di interrompere o ridurre gli integratori di potassio e di interrompere o modificare le dosi di alcuni medicinali per malattie cardiache e ipertensione.
Si raccomanda di seguire sempre le istruzioni del proprio medico riguardo all’assunzione o alla sospensione dei medicinali così come la correzione dell’iperkaliemia, trattamento riservato al sistema d’urgenza.
Farmaci
Il medico può anche prescrivere farmaci per trattare i livelli elevati di potassio. Questi possono includere i diuretici, ovvero delle pillole che aiutano ad urinare di più. Alcuni diuretici aumentano la quantità di potassio escreto dai reni, mentre altri non influenzano l’eliminazione del minerale.
Come trattamento urgente per abbassare livelli molto elevati di potassio, potrebbe essere necessario, invece, somministrare farmaci attraverso una flebo in un ospedale.
A differenza dei diuretici e del trattamento per l’ipertensione, questi farmaci hanno solo un effetto temporaneo, stabilizzano il livello di potassio e aiutano a ridurre l’effetto che ha sul cuore. Questi includono gluconato di calcio, cloruro di calcio, insulina e glucosio o insulina da sola, bicarbonato di sodio.
Rimedi naturali
Il potassio alto nel sangue se non è troppo elevato si può contrastare anche con alcuni rimedi naturali come modifiche alla dieta, l’uso di integratori a base di fitocomposti e bere più acqua per una corretta idratazione poiché può aiutare a diluire il potassio nel sangue, facilitando la sua eliminazione attraverso i reni.
È utile mangiare cibi a basso contenuto di potassio come riso bianco, pasta, pane bianco, carni magre, pesce, mele, pere e mirtilli. Ma anche ridurre il consumo di alimenti ricchi di potassio come banane, patate dolci, pomodori, avocado e spinaci.
Erbe aromatiche e spezie come l’origano, il prezzemolo e il timo sono note per la capacità di abbassare il potassio. Infine, ci sono integratori naturali utili come l’estratto di foglie di olivo e il tè verde.
Potassio alto: cosa mangiare?
Il potassio si trova in molti alimenti e bevande, tra cui patate, noci, cioccolato, frutta e verdura.
Potrebbe non essere necessario limitare tutti gli alimenti ricchi del minerale, ma, al contrario ridurre le dimensioni delle porzioni o la frequenza con cui vengono consumate.
Una dieta ben bilanciata contiene una varietà di alimenti (come la dieta Melarossa) appartenenti a diverse categorie per assicurare di apportare tutti i nutrienti all’organismo.
Un biologo nutrizionista o un medico saprà sicuramente consigliare il paziente che soffre di iperkaliemia riguardo quali cibi prediligere e quali evitare nell’arco di una dieta bilanciata. Alcuni degli alimenti poveri di potassio includono:
- Mele.
- Pere.
- Clementine.
- Uva.
- Frutta in scatola sgocciolata.
- Carote.
- Broccoli.
- Fagiolini.
- Piselli.
- Cavolo.
- Melanzana.
- Germogli di fagiolo.
- Insalata verde.
- Latticini come latte vaccino e yogurt di latte vaccino.
- Formaggio.
- Latte vegetale di riso, mandorle o avena.
- Carne (pollo, tacchino, maiale, manzo).
- Pesce, compreso il tonno in scatola.
- Uova.
- Legumi come fagioli, ceci, lenticchie e soia.
Conclusioni
Il potassio alto nel sangue, o iperkaliemia, è una condizione in cui i livelli di potassio nel flusso sanguigno sono eccessivi. Tale condizione può scaturire da diversi fattori, tra cui insufficienza renale e l’uso di alcuni farmaci.
I sintomi dell’iperkaliemia includono debolezza muscolare, affaticamento, battito cardiaco irregolare, palpitazioni, nausea e vomito. Se non trattata, è una condizione che potrebbe essere pericolosa per la vita.
Per abbassare il potassio sono indicati l’uso di farmaci e cambiamenti nella dieta per limitare l’assunzione di questo minerale. È essenziale consultare il proprio medico se si manifestano sintomi di alti livelli di potassio nel sangue, per una diagnosi e un trattamento adeguati.
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Fonti
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