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Il cortisone è un ormone prodotto naturalmente dall’organismo umano. Ma viene anche utilizzato come farmaco, poiché è in grado di agire da antinfiammatorio e immunosoppressore. Fu scoperto nei primi anni del 1900, quando gli scienziati capirono che questo ormone poteva essere utilizzato come rimedio contro l’artrite reumatoide e la malattia di Addison.
Ad oggi il cortisone viene commercializzato in tutto il mondo come farmaco. Infatti, è efficace per contrastare episodi allergici, asma, orticaria, rinite, infiammazioni articolari, patologie della pelle e sclerosi multipla. Il cortisone appartiene alla famiglia dei corticosteroidi. Esercita la sua azione andando a bloccare attivamente la risposta del sistema immunitario, limitando così il danno ai tessuti coinvolti.
A seconda dell’obiettivo terapeutico, può essere assunto per via orale sotto forma di compresse, applicato esternamente sulla pelle come crema, o somministrato tramite iniezione intramuscolare. Tuttavia, il consumo prolungato di cortisone può determinare l’insorgenza di effetti collaterali. Quindi, se ne consiglia l’utilizzo esclusivamente sotto prescrizione del proprio medico curante.
Cortisone: cos’è
Il cortisone è un ormone che viene secreto dalle ghiandole surrenali, in particolare dalla porzione corticale intermedia (fascicolata) del surrene, a partire dal colesterolo.
Sotto controllo dell’asse ipotalamo-ipofisario, il cortisone si attiva in condizioni di stress. La sua principale funzione è quella di regolare i meccanismi che preparano l’organismo alla reazione di “attacco o fuga”.
Il cortisone aumenta la pressione arteriosa. Allo stesso tempo, è in grado di reprimere l’attività del sistema immunitario, esercitando un’azione antinfiammatoria.
Quindi, queste sue caratteristiche sono impiegate in ambito terapeutico per alleviare la sintomatologia di patologie infiammatorie. I cortisonici, o corticosteroidi, sono i farmaci di sintesi deputati a questo compito.
Presentano una struttura molecolare analoga a quella del cortisone endogeno (prodotto dall’organismo umano). Questa analogia permette loro di comportarsi a loro volta da antinfiammatori e immunosoppressori.
Tra i farmaci cortisonici più conosciuti, vi sono:
- Bentelan.
- Deltacortene.
- Fluocortisolo.
- Metasone.
- Prednisone.
- Parametasone.
Quindi, la principale azione del cortisone è quella di inibire le sostanze chimiche responsabili dell’infiammazione, in primis: prostaglandine, leuotrieni e istamina. Di conseguenza si osserva una riduzione di arrossamento, gonfiore ed edema.
I meccanismi con i quali il cortisone è in grado di ridurre la sintomatologia infiammatoria prevedono un’attività diretta sulle cellule del sistema immunitario. Nello specifico:
- Riduce la migrazione dei granulociti e i livelli di linfociti circolanti.
- Inibisce la formazione, il deposito e il rilascio di istamina da parte dei mastociti e dei basofili.
- Modula l’espressione genica delle cellule che presentano recettori cellulari specifici (glicocorticoidi-responsivi).
- Stimola la sintesi di lipocortina (Annessina A1). Infatti, tale enzima ha proprietà antinfiammatorie, perché è in grado di sopprimere l’attività dei leucociti e della fosfolipasi A2 (enzima che converte i fosfolipidi di membrana in acido arachidonico).
- Influenza l’attività metabolica. Aumenta la gluconeogenesi epatica (sintesi di glucosio nel fegato), con conseguente innalzamento dei livelli glicemici. Inoltre, aumenta la lipolisi e favorisce il deposito di grasso intra-addominale (grasso viscerale). Infine, aumenta il catabolismo proteico e la ritenzione di sodio e acqua.
Cortisone: a cosa serve?
Grazie alla sua attività antinfiammatoria, il cortisone è utilizzato come farmaco per le condizioni di asma, artrite, allergie, ma anche per trattare le malattie autoimmuni e perfino i disturbi della pelle, come eczema, irritazioni da radiazioni ultraviolette, punture di insetti e dermatiti.
Inoltre, i cortisonici sono somministrati in terapia farmacologica per alleviare la sintomatologia di diverse patologie infiammatorie, anche a livello muscolo scheletrico (come ad esempio la capsulite adesiva) a livello della spalla, del ginocchio, cervicale, zona lombare, ecc. o correlate a disfunzioni del sistema immunitario. Tra le principiali:
- Artrite reumatoide.
- Patologie intestinali croniche.
- Epatite cronica autoimmune.
- Sclerosi multipla.
- LES (lupus eritematoso sistemico).
- Sindrome di Waterhouse-Friederichsen.
- Edema della laringe.
- Malattia di Addison (insufficienza corticosurrenalica cronica), o surrenectomia.
- Alcune forme di reumatismi.
- Disturbi a livello muscolo scheletrico.
- Connettiviti.
- Psoriasi.
Cortisone: effetti collaterali
Il cortisone e i suoi derivati sintetici hanno un ruolo importante nell’organismo umano, in quanto sono in grado di modulare il metabolismo glucidico, proteico e lipidico.
Inoltre, intervengono nella regolazione del bilancio idrico ed elettrolitico. Tuttavia, durante terapie cortisoniche, se prolungate, possono manifestarsi effetti avversi di entità più o meno cospicua. Il gonfiore, la ritenzione idrica e l’aumento di peso sono tra i più comuni, ma vediamo i principali.
- Comuni: mal di testa, nausea, spossatezza, aumento dell’appetito e nervosismo.
- Disfunzioni metaboliche: aumento di peso, gonfiore, ritenzione idro-salina, ipertensione, innalzamento dei livelli glicemici (iperglicemia) e disturbi gastro-intestinali.
- Effetti a carico della sfera psichica: alterazioni del tono dell’umore (euforia-depressione), disturbi del sonno e instabilità psichica.
- Disturbi osteo-muscolari: ipotrofia muscolare, osteoporosi, fratture e rotture, soprattutto delle ossa lunghe.
- Disfunzioni ormonali: irregolarità mestruali nelle donne e impotenza negli uomini, inoltre, i cortisonici, possono causare un ritardo nella crescita nei bambini.
- Danni alla vista: cataratta e glaucoma, con possibile lesione dei nervi ottici.
- Altri: aumento del tempo di cicatrizzazione delle ferite, acne e irsutismo.
Ma è inopportuno sospendere di netto la terapia cortisonica. Invece, è necessario, dietro indicazione medica, procedere con riduzioni scalari di dosaggio per evitare gli effetti collaterali da “astinenza farmacologica” come: malessere, spossatezza, mialgia e febbre.
Controindicazioni
L’uso del cortisone è controindicato in caso di:
- Infezioni sistemiche.
- Ulcera gastro-duodenale.
- Colite ulcerosa.
- Diverticolite.
- Ascessi.
- Herpes simplex oftalmico.
- Insufficienza renale.
- Cirrosi epatica.
- Ipertensione.
- Ipertiroidismo.
- Osteoporosi.
Inoltre, bisogna tener presente la possibilità dei corticosteroidi di interferire con l’attività di altri farmaci, modificando il risultato della terapia come: anticoagulanti, acido salicicilico, carbamazepina, diuretici a eliminazione di potassio e molti altri.
In aggiunta, l’uso dei corticosteroidi senza necessità terapeutica costituisce doping e può determinare positività ai test antidoping.
In ogni caso, si consiglia di consultare sempre il proprio medico curante prima di utilizzare tali farmaci.
Terapia cortisonica
L’utilizzo dei cortisonici in ambito clinico non è risolutivo, ma si limita ad attenuare i sintomi delle patologie, senza ottenerne la cura. Tuttavia, tali interventi terapeutici possono portare numerosi benefici ai pazienti. Infatti, l’azione antinfiammatoria dei cortisonici riduce il danno agli organi e ai tessuti interessati dalla malattia.
Nel caso delle patologie correlate al derma, il cortisone limita la formazione di edema, arrossamenti e gonfiore.
Invece, per quanto riguarda le malattie autoimmuni, esso agisce bloccando l’azione del sistema immunitario, che in queste patologie è rivolta verso il “self” (ossia verso i propri organi).
Anche nel caso di reazioni allergiche (condizione in cui è prevista l’attivazione del sistema immunitario per “eccesso di difesa” nei confronti di molecole solitamente di natura proteica) il cortisone limita l’intervento del sistema immunitario (azione mediata da anticorpi IgE). Inoltre, riduce la probabilità di crisi asmatiche o shock anafilattico, senza però eliminarne il rischio.
Nelle particolari condizioni in cui la produzione di cortisone è carente per deficit d’organo (Malattia di Addison), o in seguito ad operazioni chirurgiche (surrenectomia), il cortisone viene somministrato come farmaco per sopperire alla carente produzione endogena.
Il cortisone può essere d’aiuto in seguito a trapianto d’organo, per ostacolarne il rigetto.
Alcol e cortisone
Associare alcol e cortisone può essere rischioso e dovrebbe essere evitato. L’alcol, infatti, è noto per avere effetti sul sistema immunitario e può avere interazioni con i farmaci.
Ecco alcune considerazioni importanti sull’uso di alcol e cortisone:
- Aumento del rischio di ulcere gastriche: alcol e il cortisone possono irritare lo stomaco e aumentare il rischio di sviluppare ulcere gastriche o altre complicazioni gastrointestinali.
- Effetti collaterali: il cortisone ha una serie di effetti collaterali (aumento di peso, pressione alta, osteoporosi, disturbi dell’umore, ecc.) e l’alcol può esacerbare questi effetti.
- Interazioni farmacologiche: l’alcol può interagire con i farmaci, inclusi i corticosteroidi come il cortisone, e alterare la loro efficacia o aumentare il rischio di effetti collaterali. Inoltre, l’alcol può influenzare il metabolismo del cortisone nel fegato, potenzialmente modificando il modo in cui il farmaco viene elaborato nell’organismo.
- Sovradosaggio e riduzione dell’efficacia: l’abuso di alcol mentre si assume cortisone può compromettere l’efficacia del trattamento.
- Rischi per la salute generale: l’abuso di alcol è associato a numerosi problemi di salute, tra cui danni al fegato, problemi cardiaci e disturbi mentali. Utilizzare l’alcol in modo responsabile è fondamentale per la salute generale.
Cortisone e sole
L’uso di cortisone può influenzare la reazione della pelle al sole e aumentare il rischio di danni cutanei. Per questo è bene tenere conto di alcuni aspetti sull’uso del cortisone e l’esposizione al sole:
- Maggiore sensibilità al sole: il cortisone può rendere la pelle più sensibile ai raggi ultravioletti (UV) del sole. Questo significa essere più suscettibile ai danni cutanei causati dai raggi solari come scottature, eritema o dermatite.
- Aumento del rischio di scottature: la pelle, in caso di trattamento con cortisone, può essere più sottile e vulnerabile. Diventa quindi più facile scottarsi quando si è esposti al sole e bisogna adottare precauzioni extra.
- Evitare l’uso di cortisone topico prima dell’esposizione al sole: se si è in trattamento con cortisone è consigliabile evitare l’applicazione del cortisone sulla pelle esposta al sole poco prima o durante l’esposizione solare per ridurre il rischio di reazioni cutanee indesiderate.
- Monitorare attentamente la pelle: durante una cura con cortisone, occorre osservare i cambiamenti nella cute. In caso di rossore, irritazione, eruzione cutanea o altra reazione cutanea insolita dopo l’esposizione al sole, è meglio contattare il medico.
- Utilizzare creme solari: l’uso di creme solari a largo spettro con SPF adeguato è essenziale quando si è in trattamento con cortisone e si è esposti al sole.
Cortisone in gravidanza
Un trattamento a base di cortisone o di altri corticosteroidi durante la gravidanza è una questione complessa che richiede una valutazione medica molto attenta sui potenziali rischi e benefici. La decisione di utilizzare il cortisone durante la gravidanza, infatti, spetta al medico specializzato, come un ostetrico o un reumatologo, in base alla situazione clinica individuale della gestante.
Il cortisone è prescritto per trattare una serie di condizioni mediche, tra cui le malattie autoimmuni, asma, allergie e altre condizioni infiammatorie. Se la madre soffre di una di queste malattie, è il medico che deve valutare se l’uso del farmaco potrebbe essere giustificato durante la gravidanza.
In questo caso è necessario che la donna sia attentamente monitorata durante la gravidanza per verificare l’insorgenza di eventuali effetti collaterali o complicazioni.
Quando è proprio necessario, l’obiettivo è comunque utilizzare il cortisone alla dose minima efficace per il periodo di tempo più breve possibile.
Infatti, l’uso prolungato e ad alte dosi di cortisone può comportare un aumento del rischio di complicazioni per il feto, come ritardo nella crescita intrauterina e basso peso alla nascita.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sul cortisone in gravidanza.
Cortisone: come si usa
Il cortisone si può acquistare in farmacia in diversi formati, a seconda della funzionalità terapeutica.
Uso Topico
Creme, o pomate, a base di cortisonici vengono applicate sulla pelle, o sulle mucose, per trattare: eczema, irritazione cutanea, punture di insetti e per ridurre la sintomatologia dell’allergia da contatto.
Si consiglia di lavare bene la parte interessata prima di applicare la crema cortisonica e di massaggiare delicatamente in modo da facilitare l’assorbimento.
Esistono anche shampoo a base di cortisone, indicati per il trattamento della psoriasi del cuoio capelluto.
Uso sistemico
La somministrazione orale è la più utilizzata in ambito terapeutico. Il cortisone si trova in forma di compresse, o in polvere, indicate per terapie prolungate.
Iniezioni intramuscolari a base di cortisonici sono consigliate soprattutto quando si presenta la necessità di un effetto più repentino, in quanto con questa modalità di somministrazione, il cortisone entra rapidamente nel circolo sistemico.
Somministrato per inalazione è utile per ridurre l’intensità di crisi asmatiche e prevenire le riacutizzazioni. Il cortisone può essere assunto anche in forma di collirio, indicato per il trattamento delle infiammazioni oculari.
Tuttavia, trattandosi di prodotti ad uso farmacologico, si consiglia di controllare il foglietto illustrativo e rispettare le indicazioni terapeutiche e le modalità d’uso indicate.
Per la posologia d’assunzione occorre fare riferimento al proprio medico curante.
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