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Nichel: che cos’è, a cosa serve, alimenti ricchi, benefici e controindicazioni

Jessica Dovicchi by Jessica Dovicchi
12 Ottobre 2023
in Nutrizione
nichel: che cos'è, a cosa serve, alimenti ricchi, benefici, controindicazioni
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Sommario

  • Che cos’è il nichel?
  • A cosa serve il nichel: proprietà e benefici
  • Qual è il fabbisogno giornaliero
  • Quanto nichel dobbiamo assumere al giorno?
  • Lista degli alimenti che contengono nichel
  • Perché il nostro cibo contiene nichel?

Il nichel è un elemento chimico, molto simile al ferro, davvero abbondante in natura. E lo troviamo in molti dei cibi che portiamo sulle nostre tavole.

Qual è il suo ruolo nell’organismo? Cosa comporta un eccesso di nichel? Così come molti altri minerali, ricopre numerose funzioni biologiche. In primis, è coinvolto nel metabolismo ormonale, del glucosio e dei lipidi. Ma ha anche un ruolo nel mantenere l’integrità delle membrane cellulari, formare enzimi e stabilizzare gli acidi nucleici (molecole che portano le informazioni genetiche).

Forse hai già sentito parlare di cibi nichel free. Cosa sono? E che cos’è l’allergia al nichel?

Continua a leggere per conoscere tutto di questo elemento: quali sono le sue proprietà? In quali alimenti è più abbondante? Chi deve prestare attenzione al suo consumo? E quali sono i rischi per la salute?

Che cos’è il nichel?

Dal punto di vista chimico, il nichel, o nichelio, è un elemento della tavola periodica con numero atomico 28 e simbolo “Ni”. Lo ritroviamo nella prima riga del blocco d, tra gli elementi di transizione, come il Ferro, con cui condivide alcune proprietà ferromagnetiche.

Per la sua ottima resistenza all’ossidazione, inoltre, è impiegato nella costruzione di numerose leghe metalliche, dell’acciaio e persino per il conio di alcune monete.

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E’ un minerale ubiquitario, molto abbondante in natura. Può diffondersi per via aerea (è volatile), attraverso le falde acquifere, il suolo e persino tramite la catena alimentare.

E’ anche uno dei metalli pesanti che possiamo trovare nelle acque potabili: è quindi un inquinante chimico.

Dal punto di vista nutrizionale, invece, è un microelemento. Ovvero un nutriente di cui abbiamo bisogno in piccole quantità, ma non per questo il suo contributo è trascurabile. Ne serve poco, ma comunque serve!

allergie al nichel: cos'è

Differenze tra micro e macronutrienti

Tra i nutrienti che concorrono al nostro fabbisogno distinguiamo due grandi gruppi:

  •  macronutrienti (carboidrati, proteine, grassi e fibre alimentari).
  • Micronutrienti (vitamine e minerali).

All’interno dei micronutrienti possiamo separare due classi:

  • macroelementi, di cui abbiamo bisogno in quantità superiori al 100 mg / g come potassio, magnesio, fosforo, azoto, calcio e zolfo.
  • Microelementi, il cui fabbisogno non supera i 100 mg / g, il nichel rientra tra questi, assieme a ferro, rame, boro e silicio.

Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sui sali minerali.

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Rame del diavolo

In passato veniva chiamato “rame del diavolo”, o “rame bianco”, perché ritenuto meno pregiato del rame.

Il nome deriva dallo appunto dallo svedese Nickel, diminutivo di Nikolaus, il folletto malvagio della mitologia nordica. Nominativo che, nell’uso collettivo, veniva associato ad una persona di poco valore.

nichel a cosa serve e benefici

A cosa serve il nichel: proprietà e benefici

Tra i minerali importanti per il nostro organismo non spicca di certo tra i più noti. La sua fama di allergene e molecola inquinante lo precede. Eppure anche lui ha un ruolo rilevante per l’omeostasi del nostro organismo.

Viene assorbito a livello intestinale, attraverso il cibo, ma anche attraverso le vie respiratorie, come inalante, e la pelle (per contatto), per poi essere eliminato attraverso i reni e le vie urinarie.

Gli eccessi di questo minerale – ciò che il nostro metabolismo non riesce a smaltire – vengono invece accumulati principalmente nel fegato, nei reni e nelle ossa.

Le principali funzioni

  •  È coinvolto nel metabolismo ormonale perché aumenta l’attività di alcuni ormoni.
  • Mantiene l’integrità delle membrane cellulari, interponendosi ai fosfolipidi di membrana.
  • Serve per formare nuovi enzimi in particolare, l’arginasi, un’idrolasi coinvolta nel ciclo dell’urea; la tripsina, enzima importante per la digestione delle proteine e le carbossilasi, una famiglia di enzimi chiave per il ciclo del carbonio e la modifica post – traduzionale delle proteine.
  • Coordina il metabolismo di glucosio e lipidi poiché è co-fattore di diversi enzimi coinvolti nelle vie metaboliche di grassi e zuccheri.
  • Stabilizza la struttura degli acidi nucleici.

Sembrerebbe essere implicato nei meccanismi epigenetici di modifica della cromatina, sostanza che porta con sé l’informazione genetica. L’ipotesi più accreditata è che il nichel, sostituendosi al magnesio, contribuisca ad aggiungere gruppi metile al DNA (ipermetilazione del DNA).

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Abbiamo visto come il nichel sia un elemento davvero molto utile al nostro organismo. Ciò non significa però che dobbiamo assumerne in grandi quantità. Si tratta, infatti, di un microelemento, di cui il nostro corpo ha bisogno, ma a piccole dosi. Quanto ne serve?

Qual è il fabbisogno giornaliero

Il fabbisogno giornaliero di nichel rappresenta il quantitativo necessario ad ogni individuo per soddisfare le proprie richieste metaboliche.

Un eccesso di questo minerale, prolungato a lungo, può avere effetto negativi per la salute, così come carenze di nichel nella dieta. Ecco perché è importante conoscere il fabbisogno giornaliero.

Quanto nichel dobbiamo assumere al giorno?

Sono sufficienti 10 – 30 μg microgrammi di nichel al giorno per soddisfare le esigenze di un individuo adulto. Una dieta varia e bilanciata come quella di Melarossa ti offre già questo quantitativo e non avrai bisogno di integrazioni.

Infatti, è presente in molti cibi di uso comune, come i cereali, i pomodori, i legumi e i frutti di mare. Non sarà difficile raggiungere il fabbisogno giornaliero, fatta eccezione per i casi di malassorbimento, malattie intestinali croniche o gravi intolleranze.

Il problema è più spesso l’opposto: un eccesso di nichel. Questo minerale è infatti un contaminante presente in numerosi oggetti di uso comune:

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  • creme.
  • Unguenti.
  • Oggetti metallici .
  • Accessori di bigiotteria.

Con un’esposizione prolungata, il nichel può essere assorbito attraverso la pelle, per contatto e scatenare fenomeni di allergia. Ecco perché l’Istituto Superiore di Sanità ha fissato la soglia a 10 ppm di nichel per i cosmetici.

E la Comunità Europea è intervenuta sancendo dei limiti per il quantitativo di nichel contenuto nei prodotti a contatto con la pelle: il Regolamento Europeo REACH – 1907/2006.

Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sull’allergia al nichel.

 alimenti con quantitativo elevato di nichel

Lista degli alimenti che contengono nichel

È impensabile escludere totalmente il nichel dalla propria vita, figuriamoci dalla propria alimentazione. È possibile, però, ridurne drasticamente l’assunzione andando a fare una dieta di esclusione nei confronti di tutti quei gruppi alimentari che ne sono più ricchi.

Per una volta, ad essere subito scagionati sono pesce e carne, che non vedono un grosso accumulo di nichel nei loro tessuti. Al contrario, il gruppo dei vegetali è quello maggiormente implicato nell’assunzione di nichel.

I livelli più elevati si ritrovano in:

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  • cacao.
  • Cioccolato.
  • Noci.
  • Nocciole.
  • Arachidi.
  • Pistacchi.
  • Legumi.
  • Liquirizia.
  • Semi di sesamo.
  • Avocado.
  • Farina d’avena.
  • Alimenti vegetali cotti o conservati in recipienti di metallo.

Quindi sono proprio i regimi alimentari vegani e vegetariani a dover porre il massimo grado di attenzione.

Se ti interessa l’argomento, scopri la lista dei cibi che contengono nichel.

Alimenti mediamente ricchi di nichel

Altre fonti che possono essere considerate da escludere o da ridurre all’interno di un regime alimentare “Nichel Free”, sono il dado da cucina, diversi tipi di semi, la farina d’avena, la crusca di frumento, e prodotti confezionati all’interno di scatole di metallo.

Alimenti poveri di nichel

Come già accennato, gli alimenti carnei come pesce, molluschi, carne rossa e carne bianca (pollo, tacchino e coniglio) sono povere di nichel all’interno dei loro tessuti e quindi rientrano tra gli alimenti considerati più poveri di nichel. Ma non sono i soli!

Anche le uova e i latticini hanno un basso contenuto di nichel. E persino il vino, la birra e le bevande alcoliche, contro ogni pronostico, ne possiedono bassi quantitativi.

Non tutti gli alimenti a basso contenuto di nichel possono però rientrare in quella categoria di cibi “Nichel Free”, o “Nichel tested”. Tali diciture possono risultare fuorvianti. Infatti, anche quando presenti in etichetta, non significa che il prodotto è completamente privo di nichel. Ne ammette la presenza in tracce, tali da non comportare rischi per la salute del consumatore.

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Ci sono inoltre alcuni fattori che possono interferire con l’assorbimento del nichel assunto con la dieta e possono quindi risultare utili in una dieta a basso contenuto di tale elemento. Un esempio è la vitamina C, abbondante nel succo d’arancia, oppure alcuni elementi nutraceutici del tè o del caffè, che riescono a inibire l’assorbimento del nichel a livello intestinale e ne riducono la presenza in circolo.

Al contrario, alcune condizioni cliniche, come stati di anemia da carenza di ferro, possono aumentare l’assorbimento del nichel a livello alimentare. Per tale motivo, oltre a fare il pieno di vitamina C, anche un apporto di ferro adeguato può ridurre l’assorbimento di nichel dalla dieta.

alimenti con quantitativo basso di nichel

Perché il nostro cibo contiene nichel?

Abbiamo visto come il nichel sia tra i metalli più abbondanti sulla crosta terrestre. E tra gli inquinanti più diffusi.

L’uso di fertilizzanti e pesticidi a base di nichel, gli scarichi industriali, lo smog e i rifiuti urbani contaminano il suolo e le falde acquifere. I vegetali e i prodotti ittici sono quindi i principali bersagli del nichel.

Questo elemento si propaga lungo la catena alimentare fino a giungere sulle nostre tavole. Ma può anche essere rilasciato sul cibo dall’ambiente, dal fumo, dallo smog, o da piogge contaminate.

Fonti
  1. Flyvholm, M. A., Nielsen, G. D., & Andersen, A. (1984). Nickel content of food and estimation of dietary intake. Zeitschrift fur Lebensmittel-untersuchung und-forschung, 179(6), 427-431.
  2. Babaahmadifooladi, M., Jacxsens, L., Van de Wiele, T., & Du Laing, G. (2020). Gap analysis of nickel bioaccessibility and bioavailability in different food matrices and its impact on the nickel exposure assessment. Food Research International, 129, 108866.
  3. Anke, M., Angelow, L., Glei, M., Müller, M., & Illing, H. (1995). The biological importance of nickel in the food chain. Fresenius’ journal of analytical chemistry, 352, 92-96.
  4. EFSA Panel on Contaminants in the Food Chain (CONTAM), Schrenk, D., Bignami, M., Bodin, L., Chipman, J. K., del Mazo, J., … & Nielsen, E. (2020). Update of the risk assessment of nickel in food and drinking water. EFSA Journal, 18(11), e06268.
  5. Ricciardi, L., Arena, A., Arena, E., Zambito, M., Ingrassia, A., Valenti, G., … & Saitta, S. (2014). Systemic nickel allergy syndrome: epidemiological data from four Italian allergy units. International journal of immunopathology and pharmacology, 27(1), 131-136.
  6. Kocadereli, I., Ataç, A., Kale, S., & Özer, D. (2000). Salivary nickel and chromium in patients with fixed orthodontic appliances. The Angle Orthodontist, 70(6), 431-434.

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Jessica Dovicchi

Jessica Dovicchi

Consulente scientifica nel campo delle scienze della nutrizione, con competenze biologiche. Appassionata di ricerca e nuove scoperte, si occupa di biologia, nutrizione, alimentazione e salute.

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