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Fitoterapia: curarsi con le piante medicinali, se funziona e fitoterapici

Sylvie Pariset by Sylvie Pariset
13 Luglio 2024
in Terapie Naturali
diversi rimedi fitoterapici su un tavolo
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Sommario

  • Fitoterapia: che cos’è
  • Curarsi con le piante: la fitoterapia funziona?
  • Fitoterapia e fitoterapici
  • Fitoterapia: le piante medicinali
  • Come si diventa fitoterapeuta?
  • Controindicazioni della fitoterapia
  • Conclusioni

La fitoterapia è l’arte di curarsi con le piante, utilizzando gli estratti vegetali per promuovere il benessere e trattare vari disturbi. Le piante medicinali sono alla base di questa pratica antica, sempre più apprezzata per la sua efficacia e naturalità.

I fitoterapici, preparati a base di erbe, possono essere usati per alleviare diversi sintomi comuni. Ad esempio, la camomilla e la valeriana sono note per le loro proprietà rilassanti, ideali contro stress e ansia.

Echinacea e sambuco sono spesso impiegati per combattere il raffreddore. Piante come il finocchio e il carciofo possono, invece, aiutare a ridurre gonfiore e problemi digestivi, mentre l’aloe vera è un rimedio efficace per la stitichezza, così come molti lassativi naturali.

La fitoterapia offre dunque tante soluzioni naturali per mantenere la salute e il benessere, sfruttando le incredibili proprietà delle piante medicinali.

Ma, per legge, in Italia, i preparati verdi devono essere titolati, ovvero devono dichiarare i grammi di principi attivi contenuti. Per alcune sostanze, sono stati fissati limiti da non superare e per altre è richiesta la ricetta medica per l’acquisto.

Inoltre, molti fitoterapici sono inseriti o indicati tra gli “integratori alimentari”, come lo psilio, utile per le disfunzioni intestinali.

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In ambito medico, la fitoterapia può intervenire su sintomi comuni, eventualmente completando i farmaci. Tuttavia, quantità eccessive di alcuni preparati possono generare dipendenza o aumentare i disturbi che si vorrebbero curare.

Un fitoterapeuta che maneggia con i guanti una provetta per fitoterapia

Fitoterapia: che cos’è

E’ la più antica e popolare forma di cura, che si basa sulle proprietà benefiche di molte piante. Pratica millenaria, la medicina delle erbe è rivolta soprattutto alla fisiologia del corpo, che viene considerato nel suo insieme.

Infatti, con i rimedi forniti dalla natura, si cerca di riequilibrare l’organismo, eliminare agenti patologici e anche prevenire i disturbi. Quindi, il metodo si occupa anche dei sintomi ma più in particolare della salute totale, per il recupero del benessere.

Per ripristinare la corretta biologia organica, alterata dalla malattia, i fitoterapeuti utilizzano principi attivi delle piante medicinali mirati. Perciò sono state fissate formule per estrarre e preparare composti dalle erbe, ognuno indicato per una diversa condizione.

La fitoterapia è diversa dall’erboristeria, dalla naturopatia, dall’omeopatia e dell’aromaterapia. Non si basa su particolari filosofie o credenze e non utilizza metodologie diagnostiche o terapeutiche diverse da quelle della medicina tradizionale.

Quindi, i fitoterapici devono essere prescritti dal medico. Sebbene alcuni si possono acquistare senza obbligo di prescrizione, chiedere il parere del proprio medico è sempre consigliato.

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Differenza con la medicina tradizionale

La fitoterapia e la medicina tradizionale sono due approcci terapeutici distinti. La fitoterapia utilizza le piante medicinali e i loro estratti, sfruttando i fitocomplessi che contengono un insieme di principi attivi naturali.

Invece, la medicina tradizionale si basa su principi scientifici e impiega farmaci sintetici o composti naturali isolati e purificati, che sono sottoposti a studi clinici approfonditi per garantirne efficacia e sicurezza.

I prodotti fitoterapici sono generalmente meno concentrati e mantengono diversi composti della pianta originale, con un’azione più delicata. I farmaci tradizionali, invece, sono altamente processati e standardizzati, garantendo una dose precisa del principio attivo per un’azione terapeutica potente e mirata.

In termini di applicazioni terapeutiche, la fitoterapia è spesso preferita per trattamenti a lungo termine e condizioni croniche come stress, ansia, problemi digestivi e disturbi del sonno, dove un approccio naturale e graduale è vantaggioso. La medicina tradizionale è invece utilizzata per trattamenti di emergenza e condizioni acute, offrendo un’azione rapida e potente necessaria in situazioni critiche.

La sicurezza dei prodotti fitoterapici è generalmente alta, con meno effetti collaterali rispetto ai farmaci sintetici, sebbene sia comunque importante monitorarne l’uso per evitare interazioni e dosaggi impropri.

I farmaci della medicina tradizionale, pur efficaci, possono avere effetti collaterali significativi e richiedono prescrizioni mediche e monitoraggio continuo.

Dal punto di vista regolamentare, i prodotti fitoterapici sono spesso classificati come integratori alimentari e sono soggetti a normative meno rigorose, mentre i farmaci tradizionali devono superare rigorosi test clinici e ottenere approvazioni dalle autorità sanitarie prima di essere commercializzati.

Erboristeria, Omeopatia, Naturopatia: quali sono le differenze?

Sono approcci che spesso si confondono, invece ciascuno ha caratteristiche proprie sia per i prodotti utilizzati, sia per gli effetti.

  • Erboristeria. Usa piante curative e i loro derivati, ma a differenza della fitoterapia, non impiega farmaci, neanche se di origine vegetale. I prodotti erboristici contengono solo i principi attivi delle piante e sono classificati come integratori alimentari. Invece, i fitoterapici possono contenere anche principi attivi isolati.
  • Omeopatia. Si basa sul principio del “simile che cura il simile”, trattando malattie o disturbi con dosi infinitesimali delle stesse sostanze che causerebbero la malattia in un soggetto sano. A differenza della fitoterapia, in cui sono presenti i principi attivi naturali in quantità adeguate, i prodotti omeopatici sono costituiti principalmente da acqua, zucchero e una quantità infinitesimale della sostanza di partenza.
  • Naturopatia. Comprende un insieme di pratiche volte a ristabilire o mantenere il benessere dell’individuo. Sono terapie preventive che mirano a garantire le funzionalità dell’organismo senza l’uso di farmaci. Il naturopata, infatti, usa trattamenti come massaggi, riflessologia plantare, fiori di Bach, musicoterapia e altre tecniche naturali.

Curarsi con le piante: la fitoterapia funziona?

A cosa serve la fitoterapia? L’obiettivo è la prevenzione e il trattamento di malattie e sintomi mediante l’utilizzo di piante medicinali e preparazioni derivate.

Per utilizzare bene le erbe, bisogna conoscere le piante più adatte al proprio stato, secondo le caratteristiche personali. Infatti, i preparati più semplici possono contribuire a sostenere le difese dell’organismo e a intensificare l’efficacia dei farmaci. Inoltre, l’intensità degli effetti derivati dall’uso di piante officinali dipende dalla concentrazione dei principi attivi presenti.

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In generale, la fitoterapia ha 2 indicazioni principali:

  • Può servire a livello medico per alleviare sintomi comuni, come raffreddori e dolori.
  • Per usare la natura allo scopo di prevenire e di aumentare energia e vitalità.

Ma cosa si cura con la fitoterapia? Sono rimedi naturali particolarmente efficaci nel trattare vari disturbi. Ad esempio, possono alleviare i disturbi della minzione legati all’ipertrofia prostatica benigna, così come stati depressivi lievi e i dolori mestruali.

La fitoterapia è utile poi per fronteggiare stress, nervosismo, irritabilità, fatica e lievi stati d’ansia, oltre a migliorare il riposo notturno.

Può trattare anche i sintomi di insufficienza venosa e fragilità capillare. È efficace nel ridurre il dolore muscolare o articolare da piccoli traumi, contusioni e distorsioni e allevia stati dolorosi delle vie urinarie come la cistite.

Per il raffreddore comune e la tosse, la fitoterapia offre trattamenti sintomatici. Aiuta anche a gestire disturbi della menopausa, come sudorazione e vampate di calore, oltre a migliorare difficoltà digestive e mancanza di appetito.

Infine, è utile per stitichezza occasionale e lievi disturbi gastrointestinali come flatulenza, senso di pienezza, crampi e dolore addominale.

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una donna che stacca delle foglie da una pianta per metterle in un mortaio per fitoterapia

Fitoterapia e fitoterapici

Rispetto ai farmaci, che concentrano un solo elemento, le erbe possiedono un “corredo” più completo, formato da molte sostanze:

  • Glucosidi, come salicina e digitossina, che però possono essere tossici in quantità elevata.
  • Alcaloidi, dalla papaverina alla teina, attivi sul sistema nervoso, con proprietà sedative o stimolanti.
  • Oli essenziali, diversificati in essenze volatili e resine, con doti antisettiche.
  • Tannini, composti fenolici dal sapore aspro, astringenti e disinfettanti; vitamine, in prevalenza A, B e C, presenti nelle parti verdi.
  • Sali minerali, quali potassio, ferro, zinco, litio e manganese.
  • Flavonoidi.
  • Antinfiammatori e antivirali.

I fitoterapici possono essere distinti in due categorie principali. I medicinali di origine vegetale o fitoterapici “propriamente detti” che devono essere autorizzati seguendo le stesse procedure degli altri farmaci. Quindi, possono essere soggetti a prescrizione medica, venduti solo in farmacia, oppure classificati senza obbligo di prescrizione (SOP) o venduti anche in parafarmacie o altri esercizi autorizzati.

La seconda categoria comprende i medicinali tradizionali di origine vegetale o fitoterapici tradizionali. Questi possono ottenere l’approvazione per la commercializzazione mediante una procedura prevista dalla normativa vigente e devono rispettare criteri di qualità, sicurezza ed efficacia.

Si tratta di prodotti che devono avere un uso documentato per un periodo specifico e possono essere classificati solo come SOP o farmaci da banco e venduti anche al di fuori delle farmacie, purché in esercizi autorizzati.

Sul foglietto illustrativo deve essere riportata la frase, come indicato dall’AIFA: “il prodotto è un medicinale di origine vegetale da utilizzare per indicazioni specifiche basate esclusivamente sull’impiego di lunga data”.

Fitoterapia: le piante medicinali

Per il “fai-da-te” con le erbe, esistono alcune “regole d’oro” che conviene osservare.

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Inoltre, se nonostante la fitoterapia, i disturbi persistono o il problema si rivela più serio, è bene rivolgersi all’erborista o al medico.

Quali sono le piante medicinali? Per “pianta medicinale” si intende una pianta che racchiude sostanze che possono essere impiegate a scopi terapeutici o che costituiscono dei precursori per la sintesi dei farmaci tradizionali.

Sono tantissime e tra le principali spesso usate in fitoterapia, ci sono:

  • Arnica
  • Biancospino
  • Cardo mariano
  • Cascara
  • Centella (Centella asiatica)
  • Cimicifuga
  • Cumino
  • Eleuterococco
  • Genziana
  • Iperico
  • Ippocastano
  • Melissa
  • Menta
  • Mirtillo
  • Ortica
  • Passiflora
  • Rabarbaro
  • Rodiola
  • Senna
  • Serenoa
  • Valeriana
  • Zenzero.

Come si diventa fitoterapeuta?

L’esperto in fitoterapia è detto fitoterapeuta. Il suo lavoro prevede la preparazione di farmaci di origine naturale e informare sulle modalità d’impiego, le caratteristiche e gli eventuali effetti indesiderati dei fitoterapici.

Non è sufficiente conoscere le piante medicinali e i loro effetti terapeutici per lavorare in questo ambito. In Italia, il percorso formativo inizia con il conseguimento di una laurea specialistica in Farmacia, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche o Scienze Biologiche.

Successivamente, è necessaria un’ulteriore specializzazione tramite un master di secondo livello o un corso specifico.

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Controindicazioni della fitoterapia

Un mito da sfatare è quello secondo cui i prodotti di origine vegetale, considerati “naturali”, sarebbero innocui. Non è così.

Un fitoterapico può, infatti, causare effetti indesiderati e presentare controindicazioni proprio come un farmaco. Il mix di sostanze presenti in un prodotto vegetale, infatti, ha una sua attività biologica, quindi una specifica attività farmacologica e può interagire con altri farmaci.

Perciò è indispensabile inquadrare chi e cosa si va a curare e con quali prodotti, a base di erbe.

Ad esempio, a chi è allergico all’aspirina è vietato il ricorso al salice bianco, che fornisce ugualmente l’acido salicilico caratteristico del medicinale.

Con le erbe, rischiano di più le donne in gravidanza per i possibili danni al nascituro dati da principi attivi che attraversano la placenta. Molto pericolosi durante la gestazione sono la propoli e gli alcaloidi, come la papaverina, che sono potenti mutageni per il feto.

Altri fitofarmaci possono essere controindicati per molte persone, come l’artiglio del diavolo, che irrita la mucosa gastrica. Chi ha difetti di coagulazione del sangue non deve assumere il meliloto, sedativo ma anche anticoagulante.

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Inoltre, le stesse tisane diuretiche, ottime per dimagrire, si trasformano in tossiche se prese a lungo. Quindi, no all’autoprescrizione.

Conclusioni

La fitoterapia usa gli estratti di piante medicinali per trattare e prevenire vari disturbi e malattie. Fondata su conoscenze antiche, si avvale di rimedi naturali per promuovere la salute e il benessere. I fitoterapici possono essere usati per alleviare sintomi comuni come stress, ansia, problemi digestivi o raffreddore.

Curarsi con le piante offre quindi un approccio naturale e complementare alla medicina tradizionale, ma non può sostituirla.

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Fonti

  • Cleveland Clinic
  • Prim. Care
  • Phytother Res.

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Sylvie Pariset

Giornalista, francese di origini, ma italiana d’adozione, sono stata allenatrice sportiva e attrice per diversi anni prima di approdare nell’Editoria. Sono appassionata di salute e benessere, ma scrivo anche di fitness, lifestyle e alimentazione sana.

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