Sommario
Quando si pensa alla valeriana, spesso ci si può confondere tra due prodotti che vengono chiamati allo stesso modo. Infatti, nonostante questa omonimia, ci sono profonde differenze tra la valeriana officinalis abitualmente consumata come integratore o tisana e la pianta dalle foglie molto tenere che arricchisce le nostre insalate (valeriana locusta).
Le proprietà della pianta officinalis sono dovute al fatto che la radice è un vero e proprio concentrato di molecole chimiche. Quindi, potrebbe tranquillamente essere considerata un mondo a sé, caratterizzato da molecole ad azione sedativa, calmante, antiossidante e antibatterica.
Tuttavia, la valeriana officinalis non viene usata solo come sedativo ma ha anche un’importante azione come calmante. Infatti, alcuni importanti studi internazionali hanno sottolineato la capacita degli estratti di valeriana di regalare maggiore tranquillità.
Tuttavia, la pianta della valeriana, sebbene molto ricca in proprietà e benefici, non viene utilizzata in cucina. Unica eccezione, la radice può essere sfruttata in infusione per ottenere tisane dall’azione sedativa.
Valeriana officinalis: cos’è
La Valeriana officinalis appartiene alla famiglia delle Valerianaceae ed è caratterizzata da un portamento vigoroso e da un ciclo vitale perenne. Si trova a tutte le latitudini purchè si tratti di posti non soleggiati e umidi, sia a livello del mare che in montagna.
La valeriana è nota anche come ‘erba gatta’ e deve questo nome al fatto che, quando è in fiore, emana un gradevolissimo aroma. Inoltre, questo odore funge da vera attrattiva per i gatti che vengono attirati dalla pianta e vi si strusciano ripetutamente.
Ma, le virtù di questa pianta sono note dall’antichità al punto che è sempre stata usata per il trattamento di moltissimi disturbi. Quindi, questo aspetto sancisce la notorietà della valeriana, la quale, ad oggi, è largamente sfruttata in ambito erboristico e medico.
Parti utilizzate in farmacopea
La pianta fiorisce tra maggio ed aprile e viene raccolta solamente la parte della radice principale (rizoma) e delle radichette laterali. Proprio da queste parti, vengono estratti i principi attivi oppure vengono utilizzate intere per preparare infusi.
Proprietà medicinali della valeriana
Le molecole che hanno reso questa pianta nota già dall’antica Grecia sono:
- alcaloidi valerina e catenina
- estere isovalerianico
- eteri valeranone e valenerone.
Infatti, le virtù sedative per le quali la pianta è maggiormente nota, sono prevalentemente legate alla presenza di queste due ultime molecole. È proprio questo mix chimico che consegna alla valeriana quelle proprietà che la rendono unica in ambito di integratori sedativi e rilassanti.
Perciò, questa azione si manifesta direttamente sul sistema nervoso centrale nonché su quello sensoriale e fa si che possa essere usata per un’enormità di scopi, più o meno tutti connessi con la sua azione vasodilatatrice tale da permettere una regolazione della pressione arteriosa. Quindi, ciò consente di poter gestire al meglio:
- stati di ansia
- difficoltà digestive
- infiammazioni della mucosa dello stomaco e del primo tratto dell’intestino (duodeno) e dell’ultimo (colon)
- infiammazioni topiche quali eritemi o acne.
Composizione chimica degli estratti di radice di valeriana
Valeriana: proprietà nutrizionali
100 g di valeriana, contengono i seguenti nutrienti:
- carboidrati: 2,4 g
- lipidi: 0,2 g
- proteine 2,4 g
- fibre 1,7 g
- sodio 4 mg
- potassio 459 mg
- ferro 2,2 mg.
Calorie: 100 g.
Valeriana: benefici
I benefici legati al consumo di valeriana sono molteplici.
Azione sedativa
Questo è il principale beneficio per il quale questa pianta è nota nonché la principale funzione per la quale vengono estratti i principi attivi dal rizoma e dalle radici laterali.
Infatti, ci sono vari studi clinici che confermano come il consumo di un dosaggio medio di valeriana, intorno ai 450 mg al giorno di estratto secco assunto per circa 2 mesi, possa contribuire a migliorare sensibilmente la qualità del sonno e a ridurre il tempo necessario all’addormentamento.
Tuttavia, per far si che questa proprietà mostri i maggiori benefici, è consigliato assumere la valeriana circa 30 minuti prima di mettersi a letto.
Inoltre, il consumo di valeriana non ha effetti collaterali legati al provocare sonnolenza al risveglio.
Azione rilassante
La valeriana ha un effetto rilassante sulle persone cronicamente ansiogene ma anche in quei soggetti che vivono un particolare periodo di tensione emotiva.
In questo caso, è vivamente consigliata l’assunzione della valeriana durante la mattinata o durante il pomeriggio, in funzione del periodo di maggiore stress.
Inoltre, tra i benefici rilassanti della valeriana, rientrano anche quelli connessi con l’attenuazione di effetti secondari del nervosismo quali:
- asma nervosa
- ipereccitabilità
- emicrania da stress
- gastrite
- acidità di stomaco
- reflusso gastroesofageo
- diarrea da stress
- colite da stress.
Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD)
E’ un beneficio supposto e ancora non validato scientificamente. Tuttavia, sembrerebbe che tra le molte funzioni a livello nervoso, il consumo regolare di valeriana possa attenuare i sintomi del ADHD in pazienti che lo mostrino in forma lieve.
Valeriana: trattamenti
Azione farmacodinamica
Bisogna fare una distinzione tra effetto ed azione di un principio attivo. Difatti, per effetto si intende l’effetto prodotto sull’organismo mentre l’azione corrisponde al meccanismo che si instaura quando viene assunta una determinata molecola.
Quindi, queste azioni prendono il nome di farmacodinamiche e tra le principali dovute all’assunzione della valeriana, rientrano le seguenti:
- antiepilettica
- antispasmodica
- antinevrotica
- calmante
- diuretica
- ipotensiva
- tonica.
La valeriana per il sistema nervoso
Tali azioni farmacodinamiche rendono la valeriana utilissima per il trattamento di diverse problematiche connesse con gli stati di nervosismo, agitazione e tensione emotiva, quali:
- insonnia;
- ipereccitabilità (anche nei bambini);
- agitazione (periodica, per esempio prima di una visita, di un esame o di un evento in grado di generare un po’ di preoccupazione;
- ansia;
- astenia;
- stress psicologico ed emotivo;
- esaurimento nervoso (non basta la valeriana ma può coadiuvare l’azione di altre terapie, non esclusivamente farmacologiche);
- cefalea e mal di testa, anche quando causati da difficoltà digestive o dispepsia;
- emicrania;
- singhiozzo;
- afonia nervosa;
- naupatia (mal di mare).
La valeriana: un aiuto in menopausa
La valeriana è spesso utilizzata anche per le sue proprietà nel ridurre i disturbi della menopausa e del climaterio. Tra questi :
- nervosismo
- vampate di calore
- sbalzi d’umore
- insonnia.
Tiroide
Infine, non va trascurata anche la sua virtù sedativa sull’iperattività cellulare di alcune ghiandole. Ad esempio, questa azione è nota nei riguardi della tiroide e vede un ruolo importante della valeriana nella gestione dell’ipertiroidismo.
Digestione
Spesso i dolori di stomaco ed intestino sono dovuti a contrazioni o spasmi muscolari sui quali la valeriana può avere un effetto sedativo rilevante. Tra le principali applicazioni in questo settore, la valeriana può essere utile in casi di:
- enterospasmo (spasmo intestinale)
- pirosi (sensazione di bruciore allo stomaco).
La valeriana per i bambini
Accanto alle funzioni sopra citate per gli adulti ed applicabili anche ai bambini, si è visto che la valeriana può coadiuvare la terapia farmacologica in condizioni specifiche come:
- convulsioni da vermiasi
- epilessia
- convulsioni epilettiformi.
Modalità d’uso
Estratto secco
I dosaggi di estratto di valeriana possono essere molto variabili perché è una ‘droga’ blanda, quindi, non in grado di causare seri effetti collaterali.
Generalmente, la principale forma in commercio corrisponde all’estratto secco, assumibile sia in forma di polvere che di pasticche.
Quindi, sono compresse molto piccole pari a circa 0.5g di estratto secco e se ne consiglia il consumo da 1 a 2 compresse al giorno.
Ma, nei casi di massimo stress emotivo o di disturbi neuronali, purché per periodi estremamente limitati e sotto consiglio e supervisione medica, si può anche arrivare a dosaggi massimi fino a 10 g di estratto secco al giorno.
Estratto fluido e tintura di valeriana
In commercio, puoi anche trovare la valeriana sotto forma di estratto fluido.
Quindi, trattandosi di un prodotto fortemente diluito, è possibile assumere da 10 a 15 g di prodotto al giorno, che possono arrivare a 20-30 g nel caso del prodotto idrolato. Infine, un’ulteriore forma di valeriana in commercio è la forma di tintura, che è il prodotto con la maggiore concentrazione di valeriana e può essere assunto con dosaggi variabili da 1 g a massimo 3 g al giorno.
Integratori
Ma puoi anche trovare tantissime marche di integratori di valeriana che però possono differire per il contenuto in acidi valerenici. Quindi, l’unica indicazione importante come discriminante nella scelta di un prodotto, riguarda il fatto che l’integratore dovrebbe contenere un dosaggio non inferiore allo 0,15% di acidi valerenici.
Radice di Valeriana
La radice può essere sfruttata per ottenere infusi o tinture.
In entrambi i casi, questi prodotti non sostituiscono gli specifici medicinali, ma ne possono supportare l’azione.
Tisane e tintura madre da preparare a casa
Tisana o infuso
Per ottenere una salutare tisana di radice di valeriana, usa 35 g di radice da lasciare in infusione in un litro di acqua bollente per poco meno di un’ora.
Una volta trascorso questo tempo, il preparato deve essere filtrato e può essere bevuto durante l’intera giornata per gestire stati generali di ansia o preoccupazione o anche emicrania.
Dato che la radice può possedere un odore molto forte, puoi aggiungere qualche foglia di menta o di salvia all’infuso per renderlo più gradevole.
Ricetta per preparare la tintura madre con radice fresca
La tintura di valeriana contiene una quantità di principi attivi molto maggiore rispetto alla tisana.
Ciò è dovuto alle modalità di estrazione della stessa dalla radice. Lasciar macerare circa 25 g di radice non secca di valeriana in 70 g di acqua, per 8-9 giorni.
Durante questo processo, la radice si impregnerà di acqua. Dunque, al termine di questo tempo, il liquido dovrà essere raccolto, spremendo molto forte anche la radice. Questa tintura può essere dosata in gocce, assumendone fino a 20 in ogni somministrazione, per un numero massimo di 6 volte al giorno.
Controindicazioni della valeriana
Effetti collaterali legati ad un sovradosaggio di valeriana, sono veramente molto rari e possono causare al massimo dei disturbi a livello gastrico o a livello epatico.
Infatti, per quanto riguarda lo stomaco, l’azione miorilassante dell’estratto di valeriana, può parzialmente alterare la funzionalità della peristalsi gastrica generando una maggiore difficoltà digestiva.
Quindi potrebbe provocare irritazione della mucosa dello stomaco, spesso associata anche a cefalea. Inoltre, sempre a causa della sua azione miorilassante, se ne sconsiglia l’abuso in soggetti ipotesi. In questo caso, si suggerisce di assumerla, anche nella sua concentrazione massima, per non più di 7 giorni e sospenderla per i successivi 15-20 giorni.
Inoltre, la radice della valeriana è sconsigliata durante la gravidanza e l’allattamento.
Interazioni farmacologiche
Data la sua azione prevalentemente sedativa, la valeriana potrebbe dare interazioni farmacologiche con le più comuni benzodiazepine:
- alprazolam
- clonazepam
- diazepam
- lorazepam
- midazolam
- temazepam
- triazolam.
Inoltre, potrebbe anche interagire con i farmaci che esplicano un’azione depressiva del sistema nervoso centrale:
- pentobarbital
- fenobarbital
- secobarbital
- tiopental
- fentanil
- morfina
- propofol.
Valeriana: botanica
La pianta ha il portamento tipico di una specie erbacea perenne. Infatti, risulta caratterizzata dalla presenza di una serie di foglie, distribuite in modo alterno e raccolte in una rosetta aderente al terreno. Questa struttura è tipica per la maggior parte dell’anno ad eccezione della tarda primavera e della prima parte dell’estate.
In particolare, verso la fine del mese di maggio, un lungo stelo si inizia a sviluppare a partire dalla rosetta basale e può raggiungere addirittura l’altezza di 1,5 metri per poi sviluppare tantissimi fiorellini piccoli e bianchi. Questa struttura, dopo che i fiori verranno impollinati, rimarrà eretta almeno fino alla fine di agosto e porterà a sviluppo i frutti. L’altezza non è casuale in quanto faciliterà il processo di dispersione dei semi una volta che i frutti saranno maturi.
Foglie
La valeriana presenta tante foglie basali dalla tipica forma ovale ma molto allungata. Queste sono tutte caratterizzate da un singolo picciolo quando si trovano riunite alla base della pianta. Al contrario, se si considerano le foglioline più piccole che compaiono lungo lo stelo fiorale nel periodo riproduttivo, queste possono mostrare una forma differente. Difatti, appaiono molto più arrotondate e spesso prive di picciolo.
Stelo fiorale
Ma, prima del periodo riproduttivo, la pianta di valeriana appare come una comunissima specie erbacea, pressoché priva di caratteri distintivi. Al contrario, è proprio verso la metà di maggio che questa specie mostra il suo carattere maggiormente distintivo e che consente di riconoscerla al primo sguardo. Difatti, dalla rosetta basale, si sviluppa rapidamente uno stelo fiorale eretto cavo e solcato da scanalature che può spiccare verso l’alto per altezze che possono raggiungere anche il metro e mezzo.
Infatti, è proprio questa struttura svettante a rendere il più visibili possibile i fiori che verranno portati alla sua estremità. In questo modo, il maggior numero possibile di insetti potranno raggiungerli, nutrirsi del loro nettare e, al contempo, garantire un’efficace riproduzione.
Fiori
Più che di fiori, sarebbe corretto parlare di corimbi. Questo è il nome della struttura che appare al vertice dello stelo fiorale. Da un punto di vista prettamente botanico, si parla di infiorescenze apicali caratterizzate dalla contemporanea presenza di molti fiorellini. Questi sono molto piccoli e di colore bianco-rosato, scarsamente appariscenti se presi singolarmente ma molto belli e vistosi quando raggruppati nell’infiorescenza.
Quindi, sia i loro petali che le strutture che sostengono ogni fiorellino, sembrano effimere per quanto sono limitate le loro dimensioni. Ciò li fa sembrare quasi delle piccole setole di una spazzolina piuttosto che delle strutture appariscenti che hanno come primo fine, quello di facilitare l’impollinazione entomofila. Inoltre, è legato al fatto che la pianta sviluppa queste strutture fiorali solamente al secondo anno. Al contrario, il primo anno viene trascorso intermente allo stadio di rosetta basale.
Frutto
Il frutto appare coriaceo e contiene all’interno un seme che può facilmente essere liberato in quanto le pareti dell’uno non appaiono fuse con quelle dell’altro. Questa tipologia di frutto è nota come achenio e, sebbene differente nella forma, è parente del frutto tipico della pianta di castagno.
Ma differenza di quest’ultimo, ogni frutto della valeriana presenta un piccolo ciuffo di setole noto come pappo che servirà ad aumentare la distanza di dispersione. Non a caso, questo pappo può risentire del vento ed essere portato anche a grandi distanze dalla pianta madre, aumentando l’efficienza della dispersione dei semi.
Radice
La radice è la parte comunemente utilizzata in farmacopea per ottenere la ‘droga’, ovvero il principio attivo molto noto in commercio.
Questa ha una forma caratteristica. Infatti, appare come una struttura principale, nota come rizoma e larga quasi quanto un pollice, dalla quale si dipartono infinite radichette laterali. Questa forma ricorda molto quella di un piumino per spolverare o anche un volto fittamente rivestito di barba.
Valeriana: storia
Origine del nome
Si pensa che abbia origine dalla parola latina valere utilizzata con il significato di pianta che aiuta a stare bene e officinalis dalle sue proprietà farmacologiche.
Infatti, il riferimento alle sue proprietà calmanti è diretto. Ciò lascia capire come anche molti secoli fa, le virtù degli estratti delle radici e dei fiori di questa pianta, fossero largamente utilizzate allo stesso modo nel quale vengono sfruttate al giorno d’oggi.
Le origini storiche della valeriana
Le origini antichissime riguardanti i primi utilizzi di questa pianta vengono addirittura datate al tempo di Galeno di Pergamo, famoso medico della Grecia antica vissuto nel II secolo A.C. A lui vengono associate le prime applicazioni degli estratti di valeriana ad effetto decongestionante.
Nonostante sia stato il capostipite di coloro che hanno sfruttato questa pianta per le sue virtù medicamentose, il più importante studioso di Valeriana officinalis fu, probabilmente, Dioscoride. Era un medico greco antico noto per la sua esperienza anche in ambito botanico, vissuto a Roma ai tempi di Nerone. Enfatizzava l’utilizzo delle polveri di radice di valeriana come antidoto contro i veleni e diuretico.
Questo aspetto era probabilmente da ascrivere alle proprietà miorilassanti dei principi attivi di questa polivalente pianta. Ma, anche Plinio il vecchio, contemporaneo di Dioscoride, ne identificò una proprietà. Infatti, fu lui a proporre l’uso della ‘droga’ estratta dalla radice di valeriana per le sue proprietà analgesiche.
Uso della valeriana durante la Seconda Guerra Mondiale
Una curiosità riguardante l’uso della valeriana, la associa direttamente al periodo storico della metà del XX secolo, nel contesto del secondo conflitto mondiale.
Infatti, la sua applicazione venne esaltata per la capacità di questa pianta di quietare le ansie dei militari. In particolare, si osservarono i benefici del suo consumo in tutti i soldati soggetti a forte stress emotivo perché impegnati in prima linea nei bombardamenti dell’artiglieria.
La valeriana nelle novelle
Il pifferaio di Hamelin è noto per la sua capacità di incantare bambini e topi semplicemente suonando un flauto magico. Ebbene, sembrerebbe che il pifferaio usasse un’arma segreta: la valeriana, in quanto spesso citata come strumento usato in combinazione con il flauto.
La valeriana al giorno d’oggi
Nell’ultimo secolo, l’azione calmante degli estratti di Valeriana officinalis è stata studiata più a fondo, grazie a più recenti ed evolute tecniche di laboratorio. Questo ha permesso di dare conferme delle molteplici virtù che questa pianta può realmente avere sull’organismo dell’uomo e nel produrre sonniferi.
Distribuzione geografica
La distribuzione della specie è cosmopolita in quanto è possibile trovarla in Europa, Asia e America. Viene coltivata per divisione dei cespi in terreni freschi. Viene altresì coltivata anche in Giappone.
Valeriana in cucina
Il fatto che non trovi uso in cucina è legato al fatto che la valeriana ha un odore molto forte. Questo odore è in grado di attirare diversi animali, in primis i gatti, in modo quasi irresistibile. Come conseguenza, si strofinano molte volte sulla pianta stessa al fine di rilasciare il loro odore e marcare il territorio, rendendola però non più utilizzabile in cucina.
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Link esterni: OMS– monografia di piante medicinali.
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