Il Litchi o Lychee, noto anche come “ciliegia cinese” o “noce cinese”, fino a qualche anno fa era poco conosciuto sulle nostre tavole, nonostante sia coltivato e consumato in Cina da oltre 2100 anni.
Nell’ultimo ventennio questo frutto tropicale ha conquistato un posto stabile tra le preferenze del consumatore tanto che non è più così raro trovarlo sui banchi della grande distribuzione o dei mercati locali.
L’interesse per questi frutti è legato sia alla bontà della loro polpa, dolce, aromatica e profumata, sia alle proprietà nutrizionali ed agli effetti salutistici riscontrati, soprattutto quelli preventivi nei confronti di alcune patologie degenerative. Grazie alle sue importanti proprietà nutraceutiche, il frutto sta attualmente emergendo come un potenziale alimento funzionale.E’ da apprezzare l’abbondanza nella composizione del frutto in vitamine, particolarmente la vitamina C, ma anche l’intero gruppo delle vitamine B e la K.
Generalmente si consuma fresco, semplicemente sbucciato, gustando la dolce, aromatica e succosa polpa bianco-perlacea e scartando il seme custodito all’interno, senza masticarlo o ingoiarlo.
Litchi: che cos’è
Il Litchi chinensis, Sonn. è un albero da frutto esotico appartenente alla famiglia delle Sapindaceae, originario delle province cinesi del Guangdong e Fujian nel Sud-Est asiatico, ma diffuso e coltivato in molte aree subtropicali di tutto il mondo.
I frutti sono di colore rosa molto pieno, quasi fucsia o rossastro. Il colore vira al marroncino se il frutto trascorre un po’ di tempo all’aria dopo la raccolta o se viene refrigerato.
La polpa è delicatamente profumata ed è apprezzata per il suo eccellente sapore, che si deve ad una combinazione ideale tra zuccheri e acidi. Ha vaghi sentori di rosa ed uva passita che lasciano una piacevole sensazione di freschezza e di dolcezza in bocca.
Il profilo calorico del Litchi è pari a quello di un frutto molto zuccherino, come può esserlo il cachi o l’uva, quindi va consumato in quantità non eccessive, ma ricordiamoci che è pur sempre frutta.
Rivolgendo l’attenzione ai micronutrienti è da apprezzare l’abbondanza nella composizione del frutto in vitamine, particolarmente la vitamina C, ma anche l’intero gruppo delle vitamine B e la K. La provitamina A e la vit. E sono anche presenti, ma in quantità modeste.

Valori nutrizionali e calorie del litchi
- Acqua (g): 80,6
- Proteine (g): 1,1
- Lipidi (g): 0,1
- Colesterolo (mg): 0
- Carboidrati disponibili (g): 17,2
- Amido (g): 0
- Zuccheri solubili (g): 17,2
- Fibra totale (g): 1,3
- Energia (kcal): 70
- Energia (kJ): 298.
Minerali
- Ferro (mg): 0,5
- Calcio (mg): 2
- Sodio (mg): 1
- Potassio (mg): 150
- Fosforo (mg): 12
- Zinco (mg): 0,2
- Magnesio (mg): 6
- Rame (mg): 0,11
- Selenio (µg): 0,6
- Cloro (mg): 5
- Iodio (µg) 1
- Manganese (mg) 0,1.
Vitamine idrosolubili
- B1, Tiamina (mg): 0,03
- B2, Riboflavina (mg): 0,04
- Vitamina C (mg): 7
- B3 o Vit. PP, Niacina (mg): 0,4
- B6, Piridossina (mg): 0,08
- Folati totali (µg) : 6
- Acido pantotenico (mg): 0,22
- Biotina (µg): 1
Vitamine liposolubili
- (Vit.A) ß-carotene eq. (µg): 90
- Vitamina E (ATE), (mg): 0,11
- Vitamina K (µg) 4,7.
Il litchi è ricco di acqua, carboidrati e fibre, mentre fornisce uno scarso apporto di vitamine e soprattutto di lipidi.
Gli zuccheri sono un nutriente importante nella polpa e il loro contenuto oscilla intorno al 16/17% con una presenza di zuccheri riducenti pari al 70%.
I principali zuccheri nella polpa sono composti da saccarosio, fruttosio e glucosio e il contenuto di fruttosio e saccarosio è approssimativamente uguale.
La polpa contiene polisaccaridi dalla struttura molto complessa, verso i quali si è concentrato un forte interesse degli studiosi per via della loro bioattività.
La maggior parte degli studi mostra che le composizioni monosaccaridiche dei polisaccaridi del Litchi contengono principalmente arabinosio, galattosio e glucosio e, in misura minore, mannosio, ramnosio e xilosio.
Ma questa composizione può variare a causa dei diversi metodi di estrazione e delle diverse cultivar di Litchi.
Buono è l’assortimento di minerali (soprattutto potassio, rame, ferro e manganese).
L’insieme di nutraceutici, composti fondamentali con notevoli effetti sulla salute, oltre al loro valore nutritivo intrinseco, rende il Litchi un frutto molto prezioso per la protezione del nostro benessere, al di là delle differenze tra cultivar di varia origine, che tra loro denotano una sensibile diversità di composizione.

Litchi: benefici per la salute
Il frutto quanto la pianta con foglie e fiori si sono rivelati un laboratorio di principi farmacologicamente attivi non solo in tempi moderni, ma già nei secoli in cui è maturata l’esperienza della medicina tradizionale cinese.
Questa suggeriva il consumo per curare le ulcere gastriche, il diabete, la tosse, il singhiozzo, il mal di denti, la diarrea e la dispepsia, nonché per uccidere i vermi intestinali.
Ancora oggi, in Cina l’estratto dei semi di litchi è infatti impiegato come analgesico per alleviare i sintomi di raffreddore, tosse e nevralgie.
Gli studi più recenti, condotti sia in vitro che in vivo, hanno indicato che i frutti di Litchi interi possiedono attività:
- antiossidanti
- ipoglicemizzanti
- epatoprotettive
- ipolipemizzanti
- antiobesità
- antiaterosclerotiche
- ipotensive
- neuroprotettive
- immunomodulatorie.
Vediamo in dettaglio i benefici più significativi.
Attività antiossidante
L’attività antiossidante è legata particolarmente al contenuto di polisaccaridi, di carotenoidi e polifenoli. Inoltre, il frutto presenta un discreto contenuto di acido ascorbico (vit. C), che partecipa all’azione di contrasto dell’azione ossidativa.
Tutti questi composti organici rappresentano degli importanti agenti protettivi del nostro organismo. Assumendoli con il cibo, gli antiossidanti ci aiutano a contrastare l’effetto di alcuni composti reattivi dell’ossigeno (ROS) prodotti dall’organismo durante il normale metabolismo cellulare.
Sono i noti “radicali liberi”, temibili nemici della nostra salute, riconosciuti come responsabili dello sviluppo di molti stati patologici, quali malattie cardiovascolari, tumori, indebolimento dell’apparato visivo e altri fenomeni connessi all’invecchiamento in generale, compresi demenza e l’Alzheimer.
Antinfiammatorio
L’estratto di frutto di Litchi chinensis è ricco di flavanoli (flavan-3-olo).
In una ricerca è stata creata una miscela di polifenoli principalmente derivati dal frutto di Litchi, ricca di flavanoli. È stato dimostrato che l’integrazione di questo alimento funzionale sopprime l’infiammazione e il danno tissutale causato dall’allenamento ad alta intensità.
Sono stati osservati anche gli effetti dei flavanoli e dei suoi costituenti sull’espressione dei geni infiammatori negli epatociti in studi di laboratorio.
Attività protettiva del sistema cardiovascolare
I quantitativi di rame del Litchi non sono da trascurare per la salute dell’organismo.
Il rame assunto attraverso gli alimenti è noto da tempo per essere essenziale per l’omeostasi cardiovascolare. Tuttavia, il ruolo del rame e dei cuproenzimi nel normale controllo della fisiologia vascolare non è ben compreso. La maggior parte degli studi sul sistema cardiovascolare si è concentrata sui difetti indotti da carenza di rame nel cuore o nei grandi vasi.
All’effetto protettivo del rame si aggiunge quelle del magnesio, anch’esso presente nel Litchi sebbene non in quantitativi eccezionali. Questo minerale migliora il metabolismo miocardico e il tono vascolare, riduce le aritmie cardiache e migliora il metabolismo lipidico. Il magnesio inoltre inibisce la funzione piastrinica, compresa l’aggregazione e l’adesione delle piastrine.
Antinfiammatorio naturale
Particolare attenzione merita l’Oligonolo, una miscela composta da estratto di Litchi ed estratto di tè verde.
La miscela molto ricca di polifenoli (proantocianidine) è stata appositamente creata e brevettata dalla Amino Up Chemical Corporation in Giappone come integratore alimentare particolarmente attivo come antiossidante contro l’affaticamento e l’infiammazione dopo l’esercizio fisico. Inoltre, l’Oligonolo si è rivelato efficace anche nel ridurre il grasso addominale.
In prove di laboratorio su epatociti non umani, ha mostrato una particolare azione protettiva contrastando i processi infiammatori ed il danno tissutale indotto da un’intensa attività fisica.
Tali effetti sono stati attribuiti alla capacità del composto di inibire citochine e molecole direttamente coinvolte nel processo infiammatorio.
La miscela non esiste in natura e gli antiossidanti utilizzati sono alterati chimicamente per aumentare il loro assorbimento dall’intestino. Pertanto, gli effetti prodotti dall’Oligonolo non sono imputabili all’azione naturale del Litchi e dei suoi composti.

Litchi: controindicazioni
Il consumo di Litchi fresco e dei suoi prodotti derivati potrebbe portare ad alcune reazioni avverse per alcune persone come:
- prurito
- orticaria
- gonfiore delle labbra
- gonfiore della gola
- dispnea
- diarrea.
Questi problemi sono probabilmente causati dalla proteina solubile nel Litchi che potrebbe causare reazioni anafilattiche e infiammatorie.
Il Litchi può abbassare i livelli di zucchero nel sangue. Quindi, la cautela è d’obbligo nei casi di assunzione di insulina o di farmaci per il diabete ed il consumo deve essere attentamente monitorato dal medico curante.
Inoltre, può aumentare il rischio di sanguinamento se assunto con farmaci tra cui aspirina, anticoagulanti come warfarin o eparina, farmaci antipiastrinici come:
- clopidogrel
- farmaci antinfiammatori non steroidei come l’ibuprofene o il naprossene.
Può interagire anche con agenti antitumorali, agenti antinfiammatori, antivirali, agenti cardiovascolari, agenti per abbassare il colesterolo o i lipidi, agenti immunomodulanti o antidolorifici.
Inoltre, contiene un composto venefico detto metilenciclopropilglicina (MCPG), un omologo dell’ipoglicina A, dotato di effetto ipoglicemizzante.
Questa molecola abbonda particolarmente nei semi e solo in misura inferiore nella polpa (soprattutto se acerba). Questa sostanza fu la causa di diversi casi di encefalopatia non infiammatoria nella popolazione infantile indiana e vietnamita del nord. Questa malattia, fatale nel 40% dei casi, era scatenata dall’ipoglicemia provocata dall’ipoglicina A e si verificava nei bambini malnutriti che mangiavano il frutto a stomaco vuoto.
Amminoacidi insoliti
Altre valutazioni sostengono che i litchi contengano “amminoacidi insoliti” che possono influenzare la gluconeogenesi e la β-ossidazione degli acidi grassi, contribuendo all’insorgenza della malattia acuta.
L’emergenza sanitaria è rientrata da quando, nel 2015, le autorità sanitarie locali hanno chiesto ai genitori di garantire ai propri figli un pasto serale e limitare loro il consumo di Litchi. In breve tempo la mortalità si è drasticamente ridotta.
Salvo particolari patologie o un grave stato di denutrizione, il consumo dei Litchi non è sconsigliato ai bambini. Infatti, una merenda a base di questo frutto può risultare molto più salutare di tanti snack che spesso hanno un elevato contenuto calorico ed un grosso apporto di zuccheri e grassi che facilitano l’insorgenza di obesità infantile.
Il consumo del Litchi in gravidanza non presenta nessuna controindicazione, tuttavia durante la gestazione e nel periodo dell’allattamento è suggerito un consumo moderato.

Litchi: guida all’acquisto
Dove e quando acquistarli
Grazie alle moderne tecniche di conservazione e la velocità dei trasporti, il Litchi, che non avrebbe potuto sopportare un lungo viaggio agli antipodi planetari, oggi è possibile trovarlo sui banchi dei supermercati.
Il prodotto viene esitato in momenti differenti dell’anno in relazione al luogo di provenienza. Il prodotto esportato dalla Cina e dall’India o da paesi dell’estremo oriente è presente nei punti vendita da maggio fino a luglio. La stagione dei Litchi provenienti dal Madagascar (che fornisce circa il 70% dei Litchi consumati in Europa) e dal Sudafrica inizia intorno a metà ottobre, raggiunge il picco produttivo a dicembre e termina a febbraio.
Quest’ultimo è il periodo di maggiore disponibilità di Litchi sul mercato italiano, che coincide con il periodo delle feste natalizie, durante il quale i consumatori sono più facilmente orientati all’acquisto di prodotti esotici.
Quali scegliere
La deperibilità dei Litchi suggerisce un’attenta verifica in sede di acquisto.
Nella scelta di questi frutti, è bene assicurarsi che la buccia sia integra e dura, appena leggermente cedevole ad una pressione, senza che si spacchi o che abbia porzioni umide o rilasci del succo.
Infatti, se si presenta troppo morbida potrebbe significare che il prodotto non è fresco e potrebbe essere in corso un processo di marcescenza e fermentazione.
Se invece la buccia è troppo dura, il frutto potrebbe essere acerbo. In tal caso, poiché il frutto non prosegue la propria maturazione dopo essere stato raccolto, non avrà un sapore intenso, ma sarà comunque commestibile.
La buccia di quelli maturi ha un colore rosa-rosso intenso. Se il prodotto ha una buccia tendente al verde il frutto è acerbo.
Invece, se la buccia tende al marroncino, più che al rosa-rosso, il prodotto non è fresco e potrebbe essere marcio. Con la refrigerazione però la scorza tende a diventare marrone, ma in questo caso il sapore non ne risente.
Come pulire il litchi
Generalmente si consuma fresco, semplicemente sbucciato, gustando la dolce, aromatica e succosa polpa bianco-perlacea e scartando il seme custodito all’interno, senza masticarlo o ingoiarlo.
Quando si assapora un buon Litchi si deve poter sentire tutto il suo bouquet floreale, delicato e molto equilibrato. Se la polpa e il succo dovessero avere un sapore troppo forte, allora il frutto potrebbe essere troppo maturo e già in fase di fermentazione. Se, invece, il sapore dovesse essere disgustoso e risultare immangiabile, allora il frutto è già marcescente.
Come mangiare un litchi
Per sbucciare il frutto si inizia dall’estremità che conserva la protuberanza di attacco allo stelo. Questa porzione di buccia si toglie facilmente con un po’ di pressione esercitata con le unghie o con la punta di un coltello.
Tolta tutta la porzione superiore, basta premere tra pollice ed indice la porzione di buccia inferiore per far scivolare il frutto al di fuori della sua corazza coriacea.
Oppure non è difficile proseguire sbucciando il frutto pezzo per pezzo fino a liberare tutta la gustosa polpa bianca opalescente, ovvero la parte commestibile. Durante l’operazione di sbucciamento è preferibile servirsi di una ciotola per raccogliere eventualmente il succo che dovesse colare.
Se il Litchi è stato tolto dal frigorifero da poco tempo, allora la buccia sarà dura da staccare. In tal caso, può essere di aiuto un preventivo ammollo del frutto in acqua.
La polpa deve avere un bel aspetto turgido, senza macchie gialle o marroni, indice di marcescenza, e senza essere troppo trasparente.
A questo punto occorre estrarre il nocciolo marrone e lucido all’interno. Questo si può presentare di varia grandezza, meglio se sottile a lingua di pollo, perché così il frutto ha più polpa da gustare.
Il nocciolo, posizionato al centro del frutto, può essere prelevato incidendo la polpa con delicatezza fino a lacerarla. Quindi, con le dita si toglie il nocciolo e si getta via perché è leggermente tossico.
La sottile membrana marroncina all’interno della polpa, proprio in corrispondenza del punto in cui si trovava il seme si può mangiare tranquillamente. Conferisce al frutto una delicata consistenza croccante senza alterarne il sapore. Rimuovendola si può perdere molto succo gustoso.
Come conservarlo
I Litchi che non si riesce a consumare possono essere riposti in frigorifero avvolti in carta da cucina in un contenitore aperto, per evitare che formino muffe. Possono resistere qualche giorno, al massimo una settimana, nel corso della quale è bene controllare che non marciscano.
Se si desidera una conservazione di più lunga durata, è preferibile surgelarli interi in un sacchetto ermetico.
Per scongelarli basta metterli sotto acqua corrente calda per 15/30 secondi e poi sbucciarli.
Se il Litchi viene consumato parzialmente scongelato si potrà gustare con una consistenza simile a quella del sorbetto, senza perdere il suo caratteristico gusto dolce e il suo aroma originale.
Possono essere conservati industrialmente sciroppati in scatola. Questa presentazione tuttavia penalizza molto il sapore ed il profumo del frutto, che perde le caratteristiche del prodotto fresco, oltre alla consistenza tipica della polpa soda e succosa.
In Cina, il Litchi si conserva anche essiccato con tutta la buccia. Il frutto appare scuro e raggrinzito, ma la polpa all’interno diventa dura e straordinariamente dolce. I Litchi essiccati vengono anche chiamati “noci del Litchi”.
Non è insolito trovare questi frutti sotto forma di bevande, ma il processo di produzione e pastorizzazione distrugge e altera il gusto originale del frutto che così perde le sue note aromatiche più profumate.

Uso in cucina del litchi
Vengono utilizzati freschi al naturale o per gustose macedonie o insalate di frutta, ma anche per preparare gelati, sorbetti, frullati oppure come decorazione su torte e dolci, ed anche aggiunti ai cocktail di spumante o rum.
In cucina possono essere aggiunti nella preparazione di ricette salate, principalmente in abbinamento a pesce e carni selvatiche.
Il Litchi nelle ricette di pesce
E’ un ingrediente che può aggiungere dolcezza e freschezza ad un piatto, mescolando il proprio aroma fruttato con sapori esotici.
L’abbinamento con i piatti di pesce è il più riuscito. Generalmente non va cotto, ma va inserito fresco per aggiungere dolcezza in contrapposizione all’acidità del condimento, che spesso è dato dal limone o da un altro agrume.
Un esempio è la preparazione di filetti di persico al vapore uniti ad una verdura spadellata, conditi da Litchi fresco messo a crudo insieme ad un’emulsione di olio extravergine d’oliva e succo di limone.
Anche i gamberoni o i calamari alla piastra acquistano sapore con un condimento agrodolce di Litchi e succo di arancia, con l’aggiunta a piacere di un po’ di peperoncino piccante.
Litchi, tra dessert e smoothie
Per cogliere a pieno il gusto delicato e fresco del Litchi, uno dei modi più azzeccati è quello di farne dei sorbetti. Invitante per esempio questa ricetta dal sapore esotico.
Sorbetto di litchi e cocco
Ingredienti
- 120 ml di acqua
- 6 cucchiaini di zucchero
- 100 ml di latte di cocco fresco
- 200 ml di succo fresco di litchi
- due cucchiaini di succo di lime fresco
- sale q.b.
Preparazione
Scaldare l’acqua in un pentolino e poco prima che giunga ad ebollizione versare lo zucchero e il sale, mescolando fino al loro completo scioglimento.
Lasciare sobbollire il composto a fiamma molto bassa per 3 minuti circa. Quindi togliere dai fornelli e lasciare raffreddare. Dopo di che trasferire in una tazza e conservare in frigorifero per almeno un’ora.
Nel frattempo, per ottenere il latte di cocco in modo molto veloce, portare ad ebollizione 100 ml di acqua, quindi unire in un frullatore o nel bicchiere di un minipimer l’acqua bollente insieme a 50g di polpa di cocco tagliata a dadini.
Frullare il tutto fino a quando il cocco non si è perfettamente sminuzzato. Lasciare in infusione per almeno 30 minuti rimescolando ogni 5 con un cucchiaio. Trascorso questo tempo, versare il composto in un colino a maglie strette in modo da filtrare il liquido. Strizzare bene con l’aiuto di un cucchiaio le briciole di cocco sul fondo del colino.
Il liquido lattiginoso che ne uscirà mettilo da parte e lascialo raffreddare. Prepara il succo di Litchi prelevando la polpa dal frutto, sbucciato e denocciolato, e mettendola in una centrifuga. Poi miscela il latte di cocco ed il succo di litchi in una ciotola.
Prendere dal frigo il preparato di acqua, sale e zucchero che nel frattempo si è raffreddato e aggiungere il mix di latte di cocco e succo di litchi. Aggiungere infine il succo di lime fresco e trasferire il tutto in freezer almeno per un paio di ore prima di servire.
Smoothie
Un altro ottimo modo per gustare i Litchi è sotto forma di smoothie o come centrifugato.
Ispirandosi agli ingredienti della precedente ricetta è possibile unire il latte di cocco e il succo centrifugato di una decina di frutti per realizzare un paio di smoothie dolci e rigeneranti.
Per un frullato ricco di antiossidanti basta aggiungere anche qualche frutto di bosco.

Botanica
La pianta è sempreverde, molto longeva, di taglia abbastanza alta che in natura arriva intorno ai 10 metri, ma in condizioni ideali può anche superare i 15 metri. Nelle coltivazioni viene tenuta entro i 5 metri per agevolare la raccolta dei frutti.
Si presenta con un tronco eretto dalla corteccia scura quasi nera e una densa chioma di forma tondeggiante con lunghe ramificazioni che assumono un colore bruno rossiccio. Le foglie sono composite, lanceolate, lunghe tra i 10 e i 25 cm e sono accompagnate da una o due coppie di foglioline.
Le infiorescenze si sviluppano sulla parte terminale delle ramificazioni, quelle più giovani. Compongono formazioni molto profumate e molto evidenti (grandi circa 40 cm), con centinaia di fiori di colori differenti secondo la varietà, ovvero bianchi, verdi o gialli. Questi agglomerati sono costituiti da un insieme di circa una decina di pannocchie.
Frutti
I frutti sono degli arilli tondi e crescono in grappoli penduli. Giunti a maturazione hanno un volume pari a quello di una noce, con un diametro di circa 5 cm ed un peso variabile tra i 16 e 35 grammi. Sono di colore rosa molto pieno, quasi fucsia o rossastro. Il colore vira al marroncino se il frutto trascorre un po’ di tempo all’aria dopo la raccolta o se viene refrigerato.
Quello che appare è il colore della sottile scorza coriacea coperta di piccole protuberanze appuntite. Sotto questo rivestimento si trova la parte commestibile, la polpa bianco-perlacea, succosa e carnosa che, a sua volta, circonda un unico seme marrone duro e liscio, oblungo più o meno grosso.
In alcune varietà gran parte dei semi appare più piccola del normale e con una forma chiamata a “lingua di pollo”: si tratta di semi abortiti. Lo spazio interno lasciato dal seme più piccolo va a vantaggio della maggiore carnosità dell’arillo, ovvero della polpa originata dall’ingrossamento del funicolo ovulare del fiore.
Queste varietà sul mercato sono molto ricercate.
Come si pianta
La propagazione della pianta, raramente avviene da seme, può avvenire anche per talea ma comporta procedure difficoltose. Per lo più si utilizza la margotta quale metodo più affidabile per riprodurre le piante di Litchi.
È una pratica conosciuta da secoli che prevede la cercinatura, ovvero l’asportazione di un anello di corteccia da un ramo che poi si lascia rimarginare applicando un impacco di fango e paglia.
L’impacco viene fasciato con un sacco mantenuto costantemente umido per un centinaio di giorni fino a quando il ramo non avrà formato nuove radici. Quindi si recide e si pianta, ottenendo un albero gemello a quello d’origine.
Produzione, stagionalità e varietà
Più del 90% della produzione si concentra in Cina, Taiwan, India e Madagascar. Gli altri paesi produttori sono Vietnam, Thailandia, Sudafrica, Australia, Mauritius, Hawaii, Florida, Giappone, Bangladesh, Indonesia, Formosa, Mozambico, Nuova Zelanda, Brasile, Cambogia, Filippine e Nepal.
Nel Mediterraneo la coltivazione è stata inserita solo nell’ultimo ventennio e sono sorte alcune piantagioni, particolarmente in Israele, Spagna e, limitatamente ad alcune zone delle regioni Sicilia e Calabria, in Italia.
Le aree migliori di coltivazione devono essere dotate di un microambiente particolare, cioè devono essere calde, ma non torride, dove il clima si mantiene mite ed umido, senza escursioni termiche, con temperature mai prossime allo zero e con buone risorse idriche, sostenute da abbondanti e regolari irrigazioni anche in inverno nei casi di scarsa piovosità. La coltura richiede inoltre terreni ricchi, profondi e ben drenati.
Stagionalità
I frutti vengono colti dall’albero quando il loro colore passa dal verde al rosa/fucsia intenso, ovvero quando sono ben maturi. Si usano le stesse attrezzature raccoglitrici delle ciliegie. Quindi vengono asportati manualmente dal grappolo, selezionati in base alla qualità e alla pezzatura, e infine confezionati e conservati in celle frigorifere. Generalmente i frutti vengono raccolti in primavera, ma nelle coltivazioni italiane ciò avviene tra agosto e ottobre. Ovviamente, se l’emisfero di provenienza è quello australe, cioè opposto a quello boreale, le stagioni risultano invertite e la produzione sarà autunno-vernina.
Le piante nella zona di origine riescono a fornire una produzione di circa 200 quintali all’ettaro. Le rese in altre aree non vocate sono sensibilmente più basse.
I Litchi sono frutti non climaterici, cioè non maturano più dopo essere stati staccati dalla pianta. Questo implica che i Litchi hanno una scarsa conservabilità e la qualità dei frutti diminuisce rapidamente dopo la raccolta. Per risolvere il problema vengono utilizzati trattamenti post raccolta che allungano la vita e la qualità del prodotto, facilitandone l’esportazione anche in zone geografiche molto distanti.
Varietà
Il Litchi (Litchi chinensis Sonn.) o anche (Nephelium litchi Camb) conta tre sottospecie chiaramente definite:
- Chinensis ssp. chinensis, che è quella ampiamente coltivata in Cina e che cresce spontaneamente anche nel nord del Vietnam e in Cambogia. Ha ramoscelli esili, fiori in cimuli lassi, generalmente con sei stami e frutti lisci o con verruche piramidali alte fino a 1 mm.
- Chinensis ssp. philippinensis. Questa sottospecie è conosciuta solo nelle Filippine, dove è ampiamente distribuita, ma raramente coltivata. Si tratta di una pianta selvatica probabilmente una specie primitiva. Viene utilizzata come portainnesto. Ha ramoscelli sottili, fiori in cimuli lassi, con sei o sette stami e frutti con verruche piramidali alte fino a 3 mm.
- Il Litchi chinensis ssp. javenensis. Questa sottospecie è conosciuta e coltivata solo nella regione di West Java in Indonesia e nel sud dell’Indocina. Ha grossi ramoscelli, fiori in grappoli sessili, stami da sette a undici e frutti lisci o con verruche piramidali alte fino a 1 mm.
Il Litchi chinensis ssp. chinensis conta molte cultivar in varie parti del mondo. Tra queste, 26 cultivar maggiori e 40 minori sono state identificate nel Guangdong, in Cina, e 33 cultivar in India, oltre a numerose selezioni locali in:
- Indonesia
- Australia
- Florida
- Taiwan
- Thailandia
- Hawaii.
Poiché il Litchi è uno degli alberi da frutto più sensibili all’ambiente, una selezione delle cultivar può generare una sensibile variazione nella produzione.

Principali cultivar di litchi coltivate in diversi paesi
Tra le migliori coltivabili in Italia ci sono:
- Bengali-Mauritius, che potrebbe essere quella che meglio si adatta all’habitat delle nostre regioni meridionali, insieme a
- Kway Mai (o Bosworth 3)
- Whai-Chee
- McLaine
- Brewster (o Chen-Tze o Chenzi)
- Sweetheart
- Tai-so (o Tai-tsao)
Alcune cultivar nella regione occidentale del Guangdong in Cina hanno una lunga storia di coltivazione, mentre altre sono relativamente nuove.
Varietà come Sum Yee Hong, Haak Yip, Kwai May, No Mai Chee, Wai Chee e Seong Sue Wai risalgono a 500 o 600 anni o più, mentre altre, come Bah Lup, Heong Lai e Tim Naan, o Souey Tung, sono cultivar relativamente giovani (circa 100–300 anni).

Litchi: cenni storici
Secondo la storia documentata, l’albero di Litchi veniva coltivato in Cina e nel nord del Vietnam già oltre 2100 anni fa, precisamente nella sua zona di origine. Gaozhou, che si trova verso l’estremità sud-ovest della provincia di Guangdong, era già un centro fondamentale per la consegna di Litchi alle corti imperiali di allora.
Nel 111 a.C., durante la dinastia Han, i registri reali descrivono un tentativo, ovviamente fallito, di piantare alberi di Litchi del Guangdong nel palazzo per ordine dell’imperatore Hanwu.
Antiche testimonianze raccontano che sotto la dinastia Tang (618-907 d.C.) la concubina preferita dell’imperatore Tang Xuanzong (685-762), una delle donne più belle e alla moda della storia cinese, di nome Yang Yuhuan (nota anche come Yang Gui Fei) adorava il Litchi, di cui era molto ghiotta.
Poiché viveva a Chang’an, oggi Xi’an, capitale della provincia dello Shaanxi nel nord-ovest della Cina, non era facile avere disponibili dei Litchi freschi, vista la distanza con l’area di coltivazione e la deperibilità dei frutti.
Per accontentare la sua amata, l’imperatore istituì quindi uno speciale servizio di corriere con squadre di cavalli veloci per consegnare i frutti freschi a centinaia di chilometri dal sud della Cina alla corte imperiale.
Un funzionario di corte, Gao Li Shi, originario di Gaozhou, fu inviato sul posto per organizzare le consegne al palazzo. La sua residenza esiste ancora a Gaozhou. Una poesia di Du Mu (803-852), un poeta della dinastia Tang, ha raccontato con ironia questa stravaganza di palazzo.
Da allora i Litchi sono stati considerati in Cina la migliore delle prelibatezze e un simbolo di romanticismo. Un tipo di litchi è persino chiamato “Smiling Concubines”.
Commercio
La coltivazione ed il commercio di questo frutto sono andati lentamente espandendosi solo nel corso degli ultimi quattro secoli.
Il Litchi raggiunse le Indie Occidentali nel 1775, il Sud Africa nel 1869, le Isole Hawaii nel 1873 e la Florida nel 1883. In India arrivò attraverso la Birmania e fu introdotto per la prima volta in Bengala alla fine del XVII secolo, diffondendosi poi in altre parti del paese nel corso del XVIII secolo.
L’India orientale, nelle zone di Bihar, Jharkhand, Bengala occidentale, Tripura, Uttar Pradesh, Uttarakhand, Chhattisgarh, Punjab e Himachal Pradesh, è attualmente il secondo paese produttore al mondo.
Fonte
- CREA– Centro di ricerche per gli alimenti e la nutrizione e banca dati di composizione degli alimenti per gli studi epidemiologici in Italia.
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