Sommario
L’affanno può dipendere da diversi problemi e fattori. Scopriamo quali sono e cosa fare quando i sintomi aumentano. Il fiato corto, dai medici, è definito dispnea. Questa difficoltà respiratoria si manifesta attraverso sintomi ben precisi: fiatone, senso di peso sul torace, sensazione di non riuscire a respirare. Quanto a tempi e durata, i problemi respiratori possono presentarsi in modo graduale o improvviso. Possono essere temporanei, ma alcuni lamentano anche un affanno cronico.
Da cosa può dipendere l’affanno
Stress, ansia e stanchezza possono provocarlo: in questi casi si parla, piuttosto, di respiro “sospiroso”, non legato ad uno sforzo o a una determinata posizione. L’affanno, poi, può essere causato da problemi polmonari/respiratori, verificandosi anche a prescindere da uno sforzo.
Un esempio comune è l’insufficienza respiratoria legata a patologie quali asma o BPCO. Anche i pazienti con sindrome postvirale (da una semplice influenza al più temuto Covid-19) molto spesso lamentano affanno anche settimane dopo la fine della fase acuta.
Infine, può dipendere da problemi cardiaci: in questo caso solitamente è conseguente ad uno sforzo e si rende più evidente da sdraiati. Quindi, se noti primi sintomi quali dolore toracico, mancanza d’aria e stordimento, contatta sempre il 118 per richiedere un consulto medico urgente.
Mancanza di respiro: quando preoccuparsi
Finché un normale fiatone segue ad uno sforzo fisico (ad esempio, nel salire le scale, o quando si cammina in salita) in linea di massima non c’è da preoccuparsi.
Ovviamente non deve trattarsi di un fiatone “anomalo”, cioè non proporzionato allo sforzo effettuato. In questo ultimo caso, oppure quando si manifesta un fiatone eccessivo anche dopo un piccolo sforzo (o addirittura indipendentemente da uno sforzo fisico) allora bisogna indagarne le cause.
Tendenzialmente, il fiatone diventa patologico se si verifica in situazioni inaspettate.
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Affanno e problemi polmonari
All’interno di ciascuna di queste “macro categorie”, le cause possono essere le più svariate. Ad esempio, nel caso in cui l’affanno dipenda da problemi polmonari, potrebbe essere legato a:
- ostruzione dei bronchi piccoli (asma, bronchite acuta
- bronchite cronica ostruttiva)
- ostruzione della trachea o dei bronchi grandi (stenosi, corpi estranei, tumori, muco)
- malattie del polmone (polmonite, fibrosi)
- malattie della pleura (pleurite, versamento pleurico).
Insomma, si va da cause più blande a cause molto serie e pericolose.
Affanno e esami diagnostici da fare
Innanzitutto una visita specialistica dallo pneumologo, che potrà consigliare, a seconda dei sintomi:
- spirometria
- broncoscopia
- radiografia od una tac
- semplice misurazione della saturazione che si effettua respirando all’interno di un apposito strumento prima normalmente, e poi “più forte” dopo aver trattenuto il fiato.
Rimedi casalinghi ad un normale fiatone
Quando l’affanno non è dovuto ad una malattia più grave, ma, per esempio, è legato ad una situazione di stress, si può provare ad alleviare il sintomo respirando profondamente con il diaframma. Cosa fare, nel concreto?
Bisogna sdraiarsi supini, inspirare riempiendo d’aria i polmoni, trattenere il respiro per 3-4 secondi, buttare fuori l’aria dalla bocca molto lentamente. Ripetendo questo “esercizio” per qualche minuto il fiato corto dovrebbe andare via.
Se invece ci manca il fiato quando saliamo le scale o facciamo una corsetta e siamo giovani, forse il nostro corpo ci sta avvisando che stiamo facendo una vita troppo sedentaria. Proviamo ad iniziare un allenamento graduale con lente ma lunghe camminate, ne vedrai subito giovamento.
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Che fare in caso di iperventilazione
L’iperventilazione si verifica generalmente in situazioni di panico e si manifesta anch’essa con difficoltà respiratorie e fame d’aria.
In questo caso si può provare a respirare profondamente, trattenere il respiro per 4 secondi e poi buttare tutto fuori.
La stimolazione del nervo vago farà il suo lavoro naturale.
Però, se questi episodi si ripetono spesso nel tempo, forse soffri di un disturbo generalizzato dell’ansia, che va affrontato parlandone col proprio medico di fiducia come fosse un amico.
Articolo rivisto da Diana Catocchio, medico generalista.
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