Sommario
La frequenza cardiaca (HR) è il numero di battiti del cuore al minuto. I range dei valori normali variano con l’età:
- Lattanti e bambini (0-10 anni): 80-180 bpm.
- Giovani e ragazzi fino a 12 anni: 70-110 bpm.
- Adulti: 60-100.
La frequenza cardiaca ideale per l’uomo è 70 e per la donna 75 bpm. L’attività fisica la altera: per questo viene misurata a riposo. La frequenza cardiaca si alza durante l’allenamento aerobico: agendo sulla sua intensità è possibile “convincere” il metabolismo a bruciare zuccheri o lipidi durante lo sport.
Per esempio, l’intensità dell’allenamento aerobico (HIIT o LISS) praticato con corsa, camminata veloce e jogging permette di bruciare grassi o zuccheri per dimagrire.
Come si misura? Soprattutto al polso, anche durante l’allenamento, con specifici dispositivi.
Sono disponibili strumenti (tabelle e la formula di Karvonen) per il calcolo della frequenza cardiaca massima, della frequenza di riserva (HRR) e di recupero.
Se irregolare può essere alta o bassa. Quando elevata ha cause quali COVID, febbre, gravidanza e conseguenze come la fibrillazione atriale, che alza il rischio di infarto.
La diagnosi si basa su ecg, Holter, ecocardiogramma (anche sotto sforzo).
Frequenza cardiaca: che cos’è?
La frequenza cardiaca (anche abbreviata con la sigla HR, dall’inglese Heart Rate) è il numero di battiti del cuore in un minuto. Poiché si tratta di un valore che dipende da diverse variabili, fra cui gli sforzi fisici, deve essere rilevata a riposo.
Si misura in battiti al minuto, corrispondenti alla sigla bpm.
La condizione che subentra quando il ritmo è più rapido del normale (tachicardia) ha etimologia greca e significa “cuore veloce”. Al contrario, il termine bradicardia, associato ad un ritmo meno veloce della norma, può essere tradotto come “cuore lento”.
In generale, la grandezza fisica indicata come frequenza è definita come il numero di volte in cui un particolare fenomeno si verifica nell’unità di tempo scelta per la misurazione. Si misura in Hz.
L’espressione battito cardiaco è impropria: sarebbe più corretto usare l’espressione “frequenza del battito cardiaco”. Ogni battito cardiaco corrisponde ad una contrazione completa del cuore, che ha lo scopo di inviare il sangue in tutti gli organi.
Si sente spesso parlare di pulsazioni al minuto perché la rilevazione del battito del cuore viene di solito effettuata al polso, contando il numero delle pulsazioni.
La frequenza cardiaca rientra fra i parametri di rilievo per studiare l’attività del cuore e del sistema circolatorio. La diagnosi e il trattamento delle sue alterazioni sono di competenza del cardiologo e/o del cardiochirurgo.
Le persone anziane o che hanno una storia di malattie cardiovascolari in famiglia sono più soggette al rischio di sviluppare un’alterazione del battito cardiaco.
Come si misura la frequenza cardiaca (e perché)
Può essere necessario rilevare periodicamente o sistematicamente la frequenza del battito cardiaco. Non solo se si soffre di una malattia del cuore, ma anche se si hanno in famiglia persone che hanno ricevuto una diagnosi di aritmia, ipertensione o altri disturbi.
Il battito cardiaco aumenta quando siamo sotto sforzo, in maniera diversa a seconda che siamo più o meno affaticati. Per avere dati confrontabili, quindi, la misurazione viene effettuata a riposo, cioè dopo essersi seduti e rilassati per almeno 10 minuti.
È anche essenziale non avere bevuto bibite contenenti caffeina (tè, caffè, energy drink…) e non avere fumato nelle ore precedenti.
La misurazione eseguita al mattino appena svegli è ritenuta essere quella più accurata.
Come si misura
Stando seduti, girare una mano con il palmo verso l’alto e il gomito leggermente flesso.
Posizionare l’indice e il medio dell’altra mano sul polso, alla base del pollice, fra l’osso sul margine del polso e il tendine del pollice. Aggiustare la posizione delle dita fino a quando non si avvertono le pulsazioni. A quel punto premerle leggermente.
Contare le pulsazioni per 30 secondi e moltiplicare per 2 per ottenere il numero dei battiti al minuto. Per una misurazione più precisa, consigliata a chi soffre di cuore o ha già avuto episodi di aritmia, è consigliabile contare le pulsazioni per un minuto.
La rilevazione può essere effettuata a livello della carotide. In questo caso si devono posizionare l’indice e il medio sul collo, a lato della trachea, premendo leggermente e aggiustando la loro posizione fino a sentire il battito. Si contano le pulsazioni in un minuto.
Durante la visita medica, in ambulatorio o in ospedale, il cardiologo può misurare la frequenza cardiaca appoggiando lo stetoscopio sul petto. Ancora più precisa è la rilevazione effettuata con l’elettrocardiogramma.
Esistono strumenti chiamati cardiofrequenzimetri, simili ad un orologio, in grado di misurare la frequenza cardiaca, spesso usati dagli sportivi per tenere sotto controllo il battito. Quelli classificati come dispositivi medici sono in grado di fornire rilevazioni più accurate.
Strumenti come il saturimetro non consentono di risalire alla frequenza cardiaca.
Valori normali della frequenza cardiaca
In generale, la letteratura scientifica riporta come valori normali quelli compresi fra 60 e 100 battiti al minuto. Alcune fonti, però, spostano questo range fra 50 e 90 bpm: valori superiori, infatti, sono già correlati al rischio di eventi cardiovascolari.
In media il ritmo cardiaco di un uomo è pari a 70 bpm, mentre quello di una donna 75 bpm.
Questi numeri sono validi solo per gli adulti. I bambini, essendo caratterizzati da un sistema cardiovascolare ancora in fase di accrescimento e maturazione, hanno valori diversi:
- Lattanti: 80-180 bpm (valori più elevati rispetto a quelli dell’adulto sono presenti anche nel feto).
- Bambini fino a 12 anni: 80-100 bpm.
- Adolescenti: 70-110 bpm.
Frequenza cardiaca massima, di riserva e di recupero
Esistono formule che permettono di calcolare la frequenza cardiaca massima in base all’età del soggetto. Questo valore rappresenta un limite che non dovrebbe mai essere superato nello sforzo fisico, per non incorrere in rischi.
Ci sono vari modi per calcolare la frequenza cardiaca massima. La formula più usata è quella di Karvonen, che prevede di sottrarre l’età della persona al numero fisso 220.
Facciamo un esempio: una persona di 50 anni non dovrebbe superare i 170 bpm (220 – 50 = 170). Sono disponibili tabelle che visualizzano i valori per ogni età.
La frequenza cardiaca di riserva (HRR) è la differenza fra la frequenza cardiaca massima e quella a riposo. Per continuare con l’esempio di prima, se la stessa persona ha una frequenza a riposo pari a 80 bpm la sua frequenza di riserva è 90 (170 – 80 = 90).
Invece, la frequenza cardiaca di recupero è la differenza fra la frequenza cardiaca durante l’allenamento e quella misurata 2 minuti dopo il termine dell’esercizio.
Negli ultimi anni si è affermato come parametro di interesse in ambito cardiologico la HRV, acronimo inglese che sta per Heart Rate Variability. La HRV, variabilità della frequenza cardiaca, è anche correlata alla capacità di affrontare e gestire i contesti di stress psico-fisico ed emozionale.
Cosa influenza la frequenza cardiaca
Anche fra gli adulti, la frequenza cardiaca non è una costante, ma varia nel range di normalità.
Uno dei fattori che la influenzano è la forma fisica. Le persone più allenate hanno valori a riposo bassi, cioè compresi fra 40 e 60 bpm.
Non a caso gli atleti rientrano quasi sempre in questa categoria. Un esempio molto studiato è quello del keniano Eliud Kipchoge, famoso per avere un numero di battiti a riposo molto basso e capace di correre una maratona in meno di 2 ore. La leggenda sostiene che anche Fausto Coppi, il celebre campione di ciclismo, avesse una frequenza cardiaca a riposo sotto ai 40 bpm.
Per contro, le persone in sovrappeso o obese tendono ad avere un battito aumentato.
Il ritmo del cuore rallenta durante il sonno: quando si dorme scende fino a 40-50 bpm circa. E varia in base alla temperatura e all’umidità dell’aria: ce ne accorgiamo durante le giornate più afose dell’estate, quando possiamo percepire un battito più intenso.
Non è trascurabile l’effetto delle emozioni: gioia, sorpresa, ma anche spavento e paura ci fanno balzare il cuore in petto.
La frequenza del cuore aumenta come effetto collaterale di alcuni farmaci (ad esempio i betabloccanti), durante la digestione (soprattutto in presenza di disturbi che la rendono lenta e difficile) e in presenza di malattie che causano febbre.
È più alta della norma anche in condizioni fisiologiche come la gravidanza, quando passa in media a 80-90 bpm.
Gli allenamenti cardio
Il ritmo cardiaco è in stretta relazione con la pratica sportiva. L’attività fisica che stimola il cuore e la circolazione sanguigna è definita allenamento aerobico cardiovascolare, anche noto con le espressioni cardio fit training e allenamento cardio.
Il lavoro aerobico, quello praticato quando si corre (anche sul tapis roulant), si fa jogging o camminata veloce, può essere classificato come:
- LISS, allenamento a bassa intensità, che porta i valori della persona che lo esegue al 50-70% della sua frequenza cardiaca massima.
- HIIT, allenamento ad alta intensità, che porta i valori al 70-80% della frequenza cardiaca massima.
Semplificando, una seduta ad alta intensità permette di bruciare più carboidrati, mentre una ad intensità moderata tende a bruciare più grassi (cioè è lipolitica). Un’opportuna modulazione dell’intensità di allenamento, studiata in maniera personalizzata, può essere usata per calcolare la frequenza cardiaca ottimale. Questi valori possono essere utili nell’ambito di un piano più complesso elaborato per dimagrire.
Sono molti i contributi dell’allenamento cardio sull’efficienza del cuore e della circolazione del sangue. Per questo, anche l’OMS raccomanda di dedicare al lavoro aerobico almeno 150 minuti alla settimana. Al fine di prevenire rischi per il cuore, l’American Heart Association consiglia di rimanere nell’intervallo fra il 50 e l’85% della frequenza cardiaca massima.
I valori citati hanno carattere generale: per ragioni diverse, le persone che soffrono di cuore e gli sportivi professionisti dovranno seguire indicazioni specifiche per la loro particolare condizione.
Frequenza cardiaca bassa o alta: quando rivolgersi al medico?
La frequenza cardiaca può essere alterata perché superiore o perché inferiore rispetto ai valori normali, a riposo o comunque in assenza delle condizioni indicate nel paragrafo precedente. Nel primo caso, la condizione è definita tachicardia, mentre nel secondo si parla di bradicardia.
Malgrado la convinzione diffusa, non è detto che una frequenza cardiaca più alta della norma sia indicativa di una pressione arteriosa alta (ipertensione).
È opportuno rivolgersi al medico se la frequenza a riposo è sopra i 100 bpm o sotto i 60 bpm (questo valore non è considerato valido per gli sportivi professionisti). In questi casi, il cuore non è in grado di svolgere la sua funzione in maniera corretta e i tessuti non ricevono il giusto apporto di sangue.
In caso di tachicardia si possono avere svenimenti (sincope), respiro corto, sensazione di fastidio al petto, dolore al petto. Invece, in presenza di battito accelerato e uno o più di questi sintomi bisogna chiamare il numero di emergenza (112 o 118).
Occorre tenere presente che esistono casi in cui la tachicardia non dà segno di sé e viene diagnosticata in circostanze del tutto casuali. Può succedere, ad esempio, durante un ECG a cui ci si sottopone per ottenere l’idoneità sportiva.
La bradicardia non è di solito preoccupante nelle persone che praticano con regolarità sport e negli sportivi professionisti. Se, però, è dovuta a malattia, può dare sintomi quali:
- Vertigini.
- Debolezza.
- Fatica.
- Respiro corto.
- Confusione mentale.
Le conseguenze
Tachicardia e bradicardia non occasionali possono, se non trattate, generare conseguenze potenzialmente serie per l’organismo.
La tachicardia è correlata a un aumento del rischio di trombosi, condizione che può provocare un ictus o un infarto miocardico. Inoltre, il cuore affaticato dal ritmo eccessivo può cedere, causando insufficienza cardiaca. Esistono poi forme di aritmia particolarmente rischiose per la vita, in particolare quelle ventricolari.
Anche la bradicardia è associata a complicazioni di vario tipo, se non curata. Le forme gravi provocano svenimenti frequenti, insufficienza cardiaca e, nei casi più seri, arresto cardiaco, che porta a morte improvvisa.
Frequenza cardiaca anomala: diagnosi
La diagnosi non si limita a stabilire che la frequenza cardiaca è anomala, ma deve accertare le cause e mettere in atto soluzioni per eliminarle. Non sempre questo è possibile.
Si basa su un’accurata visita medica cardiologica, che comprende l’auscultazione dei battiti e la ricostruzione della storia familiare. Inoltre, comprende alcune valutazioni strumentali e di laboratorio.
L’esame del sangue permette di capire se sono presenti infezioni, malattie tiroidee o squilibri elettrolitici che possono essere responsabili di aritmie.
Sono poi disponibili procedure di monitoraggio, come l’Holter, che consente la registrazione del battito del cuore nelle 24 ore, nell’arco di un’intera settimana o per periodi più lunghi.
L’elettrocardiogramma (ECG) registra l’attività elettrica del cuore, mentre l’ecocardiogramma produce immagini del movimento del cuore e serve a focalizzare le aree che lavorano poco o male. Può essere eseguito anche sotto sforzo: in questo caso prende il nome di test ergometrico.
Il cosiddetto Tilt Test è impiegato per studiare la bradicardia e comprendere come contribuisca a causare gli svenimenti.
Si possono eseguire procedure come lo studio elettrofisiologico, un test che esamina nel suo complesso il sistema elettrico del cuore e viene eseguito inserendo un sondino flessibile attraverso l’esofago. L’esame può essere praticato facendo passare la sonda da una vena periferica (inguine, braccio, collo) e guidandola da lì fino al cuore.
Possono poi essere effettuate risonanza magnetica, radiografia del torace o TC, a seconda delle necessità.
Se il cardiologo sospetta una forma dovuta ad apnee ostruttive, può prescrivere il monitoraggio del sonno.
Il trattamento
In prima istanza, nei casi non gravi, vengono raccomandate le manovre di stimolazione vagale, prescritte in caso di bisogno dal cardiologo al paziente. Possono essere praticate in maniera semplice, a casa. Con un colpo di tosse, esercitando una pressione nella zona corrispondente allo stomaco o applicando un impacco di ghiaccio sul viso si può contribuire a ripristinare un battito regolare.
Quando queste procedure non funzionano, la regolarizzazione del battito cardiaco viene realizzata con i farmaci. Per la tachicardia vengono usati i farmaci antiaritmici, somministrati per via endovenosa in ospedale. Per la bradicardia sono impiegate sostanze che stimolano il battito, come le catecolamine e i simpaticomimetici.
Intervento chirurgico
Quando i farmaci non funzionano o la situazione è d’emergenza, si effettua una procedura detta cardioversione. Viene utilizzato un defibrillatore esterno che invia impulsi elettrici al cuore stimolando la ripresa di un battito regolare.
Se le alterazioni sono dovute ad anomalie che possono essere corrette, viene proposto l’intervento chirurgico.
Si può intervenire con l’ablazione transcatetere, che distrugge le cellule cardiache responsabili di produrre un segnale elettrico anomalo. Viene eseguita in anestesia generale inserendo da una vena periferica fino al cuore un catetere collegato ad un dispositivo che genera calore.
In alcuni pazienti è indicato l’impianto di pacemaker, un dispositivo medico che genera impulsi elettrici in grado di modificare la frequenza cardiaca alterata.
Nei soggetti a rischio per aritmia ventricolare può essere impiantato nel torace un cardioverter-defibrillatore, che monitora il battito del cuore e gli invia impulsi elettrici che lo regolarizzano quando alterato.
La chirurgia a cuore aperto viene riservata ai casi in cui tutte le altre soluzioni non hanno funzionato. Ha lo scopo di correggere i difetti cardiaci alla base del problema.
Se tachicardia o bradicardia sono dovute a malattie della tiroide o apnee ostruttive del sonno, vengono prescritte terapie per curarle.
Anomalie legate alla frequenza cardiaca
La frequenza cardiaca si altera per effetto di anomalie degli impulsi elettrici che regolano il ritmo del cuore. Le patologie dovute a questa alterazione sono dette aritmie.
Queste possono verificarsi a causa di:
- Lesioni del muscolo cardiaco causate da malattie o eventi cardiovascolari quali un infarto.
- Cardiopatie congenite, cioè malformazioni del cuore presenti fin dalla nascita.
- Anemia.
- Sforzi fisici intensi, anche sportivi.
- Ipertensione.
- Infezioni del cuore (miocarditi), anche dovute a COVID-19.
- Complicanze di interventi chirurgici al cuore.
- Fumo, abuso di bevande che contengono sostanze che accelerano il battito cardiaco (caffè, tè, energy drink…), droghe o alcol.
- Febbre.
- Assunzione di farmaci che possono alterare il battito cardiaco.
- Squilibri elettrolitici: in alcune persone, specialmente anziane, l’apporto insufficiente di sali minerali dovuto a malnutrizione e disidratazione può causare seri rischi per il cuore.
- Malattie tiroidee, come l’ipertiroidismo (per quanto riguarda la tachicardia) o l’ipotiroidismo (per la bradicardia).
- Apnee ostruttive del sonno.
- Malattie reumatiche (febbre reumatica, lupus).
- Emocromatosi: patologia che comporta accumulo di ferro negli organi.
Non sempre la causa viene riconosciuta, anche quando l’iter diagnostico viene seguito correttamente.
Patologie legate alla frequenza cardiaca
Le aritmie possono essere di tipo diverso e assumere differente gravità. Una prima distinzione deve essere fatta in base alla zona del cuore che coinvolgono. Se interessano gli atrii (le camere superiori del cuore) sono di solito meno gravi di quelle che colpiscono i ventricoli (le camere inferiori).
La fibrillazione atriale è il tipo di tachicardia più frequente, che subentra quando gli impulsi elettrici che arrivano agli atrii sono disordinati, scoordinati e irregolari. Se non trattata tempestivamente e in modo adeguato può diventare cronica. Può essere dovuta a malattie della tiroide (ipertiroidismo) o dei polmoni, abuso di alcol o droghe, fumo.
Il flutter atriale compare quando la contrazione degli atrii è più rapida della norma e regolare.
La tachicardia parossistica sopraventricolare (TPSV) riguarda gli atrii e la porzione di cuore compresa fra atrii e ventricoli. Insorge e termina bruscamente a causa di un corto circuito elettrico del cuore che si attiva in presenza di particolari condizioni:
- Sport.
- Emozioni intense.
- Digestione difficoltosa.
- Sforzi fisici.
Se dura più di qualche secondo richiede un intervento immediato.
La tachicardia ventricolare subentra quando i ventricoli si contraggono in maniera caotica generando una frequenza cardiaca superiore a 120 bpm. Si manifesta prevalentemente nelle persone cardiopatiche.
La fibrillazione ventricolare è un’aritmia caotica che può insorgere nei soggetti cardiopatici e impedisce al cuore di pompare correttamente il sangue nei vasi.
Queste ultime due condizioni sono correlate a un rischio elevato di morte.
Come tenere sotto controllo il battito cardiaco
In caso di alterazioni lievi e per prevenire ulteriori episodi, offrono un buon contributo le modifiche agli stili di vita valide per tutte le malattie cardiovascolari.
I medici raccomandano di eseguire attività fisica in modo regolare, in quanto lo sforzo saltuario può, al contrario, aumentare i rischi.
Viene portata l’attenzione sulla dieta, che dovrebbe escludere l’alcol, il fumo e le droghe. Adottare abitudini alimentari che consentano di mantenere il peso forma e i parametri metabolici (colesterolo, trigliceridi, glicemia, ecc.) nella norma è un buon sistema per mantenere nella norma anche il battito cardiaco prendendosi cura della salute del cuore.
Viene raccomandato un uso parsimonioso delle bevande che hanno un effetto eccitante sul battito cardiaco, come il caffè, il tè, alcune bibite gassate e gli energy drink.
Lo stress può avere un impatto sul cuore, ma pensare di eliminarlo dalla nostra vita è un’utopia. Può invece essere utile apprendere tecniche di controllo dello stress, come la mindfulness, tramite le quali si impara ad allentare la pressione quando sta diventando nociva per il sistema nervoso.
Dato che le apnee notturne e l’anemia sono fattori di rischio per la frequenza cardiaca irregolare, le persone che ne soffrono dovrebbero seguire le prescrizioni del medico e tenerle monitorate.
Poiché l’aritmia espone a un aumentato rischio di trombosi, può essere indicata, a discrezione del medico, l’assunzione di un farmaco anticoagulante.
In generale, alle persone con battito irregolare vengono raccomandati controlli medici regolari.
Fonti
- Physical activity – WHO.
- Target heart rate chart – American Heart Association.
- H. Dobryznski et al. Exercise training reduces resting heart rate via downregulation of the funny channel HCN4. Nature communications. (2014).