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Home » Salute » Patologie » Gastrite: cos’è, cause, sintomi, cure, alimentazione e dieta, esempio di menu settimanale

Gastrite: cos’è, cause, sintomi, cure, alimentazione e dieta, esempio di menu settimanale

Elena Caglioni by Elena Caglioni
26 Aprile 2021
in Patologie
gastrite: cos'è, cause. sintomi, cure e dieta settimanale per combatterla
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Sommario

  • Cos’è la gastrite?
  • Quanti tipi di gastrite ci sono
  • Cause e fattori di rischio
  • I sintomi della gastrite
  • Le complicanze
  • Gastrite: diagnosi ed esami da fare
  • Cura e terapia farmacologica della gastrite
  • Alimentazione e dieta per la gastrite
  • Dieta per gastrite: esempio di menù settimanale
  • Prevenzione

Secondo la definizione medica, la gastrite è un processo infiammatorio a livello della parete interna dello stomaco, denominata mucosa gastrica.

Per chi ne soffre, la gastrite vuol dire bruciori, acidità di stomaco, crampi, difficoltà a digerire, reflusso gastroesofageo, alito cattivo e nausea. Una serie di disturbi molto fastidiosi che, soprattutto nei casi di gastrite cronica, possono anche rappresentare un rischio per la salute generale.

La gastrite è una patologia molto diffusa. Infatti, circa il 50% della popolazione mondiale ne soffre periodicamente.

Non esiste un solo fattore responsabile dell’insorgenza di questa patologia: andiamo a scoprire le diverse condizioni che possono provocarla, i sintomi più comuni utili a riconoscerla e i possibili trattamenti per curarla.

Cos’è la gastrite?

Lo stomaco possiede delle cellule deputate alla produzione dei succhi gastrici i quali, essendo acidi, potrebbero ledere i tessuti con cui vengono in contatto.

Normalmente questo non succede perché esiste uno strato mucoso all’interno dello stomaco che li neutralizza: la mucosa gastrica.

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Quando, però, per diverse cause che approfondiremo, questa barriera protettiva viene danneggiata, si riduce la protezione dello stomaco dai succhi gastrici e si innesca un processo infiammatorio noto con il nome di gastrite.

Come per tutti i processi infiammatori, la gastrite può essere classificata come:

  • acuta, quando si sviluppa in un breve arco di tempo, di solito con guarigione completa, specialmente se non occorrono complicanze;
  • cronica, quando esiste uno stimolo nocivo che persiste nel tempo e provoca un danno cronico, alcune volte anche irreversibile.
quanti tipi di gastrite esistono

Quanti tipi di gastrite ci sono

In base alla localizzazione dell’infiammazione, la gastrite può essere classificata come:

  • gastrite di tipo A o antrale: l’infiammazione si localizza nella parte finale e quindi più bassa dello stomaco denominata antro
  • gastrite di tipo B o del fondo: l’infiammazione si localizza nella porzione più alta dello stomaco denominata fondo.

Un discorso a parte merita la cosiddetta gastrite nervosa, una patologia di carattere psicosomatico, con sintomi molto simili a quelli della gastrite normale.

Vediamo nel dettaglio le caratteristiche di ognuna di queste forme.

Gastrite acuta

Questa forma è caratterizzata da un’insorgenza improvvisa e rapida dei sintomi, con una durata solitamente contenuta.

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La gastrite acuta si manifesta in genere con un dolore intenso, a differenza di quella cronica che, sopravvenendo più gradualmente, è di solito caratterizzata da un dolore più sordo.

Nella maggior parte dei casi, questa forma di gastrite ha come causa l’assunzione di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS).

Altre cause possono essere l’abuso di alcolici o un’alimentazione scorretta.

Gastrite cronica

Nella forma cronica, lo stato infiammatorio della mucosa gastrica non guarisce spontaneamente, ma tende a persistere nel tempo. L’evoluzione della malattia può portare a una graduale distruzione delle ghiandole dello stomaco.

La gastrite cronica si divide in diversi tipi eziologici, a seconda della sua causa:

  • la gastrite di tipo A (circa il 5% dei casi), causata da una reazione autoimmune. Il sistema immunitario distrugge alcune cellule della mucosa gastrica, che vengono erroneamente viste come estranee;
  • la gastrite di tipo B (circa il 60% dei casi), causata da infezione da Helicobacter Pylori (HP);
  • la gastrite di tipo C (circa il 30% dei casi), causata da agenti chimici nocivi per la mucosa gastrica, come ad esempio alcool, nicotina, FANS (Farmaci Anti-infiammatori Non Steroidei) o reflusso biliare.

Ci possono poi essere delle forme rare, quali Morbo di Crohn, gastrite eosinofila, gastrite linfocitaria, ecc..

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Gastrite nervosa

La condizione comunemente e impropriamente definita come gastrite nervosa merita una menzione a se stante.

Spesso riconducibile a disturbi della motilità gastrointestinale, vede una forte correlazione con lo stress (un vero e proprio stomaco irritabile).

I sintomi, in questo caso, si manifestano a seguito di preoccupazioni di vario genere, oppure per una vita lavorativa troppo frenetica o in condizioni di sofferenza per eventi dolorosi o traumatici.

I sintomi sono equivalenti a quelli delle altre forme di gastrite.

Cause e fattori di rischio

Le cause dell’indebolimento della barriera difensiva dello stomaco possono essere molte e diverse fra loro. Quindi, anche per le cause, va fatta una distinzione tra le varie forme di questo disturbo.

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, quelle della gastrite cronica possono essere autoimmuni, dovute a infezione da HP o da chimiche dannose per la mucosa gastrica, mentre quella nervosa è dovuta a fattori psicosomatici.

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Per la forma acuta, le cause sono per lo più dovute a danni esogeni, come eccesso di alcol, farmaci (in particolare i FANS, associati ad un rischio importante di ulcera e sanguinamento, soprattutto se assunti in maniera continuativa). Più raramente, la causa può essere dovuta a infezioni e traumi.

Ovviamente, gli eccessi di sostanze nocive, come ad esempio alcol e fumo, possono essere evitati, così come l’assunzione incontrollata o senza protezione gastrica di FANS. Tenere comportamenti corretti in questo senso, è la prima forma di prevenzione delle forme acute di gastrite.

Invece, l’infezione da HP delle forme croniche è fortemente correlata all’ambiente familiare e normalmente viene contratta nell’infanzia. Esiste l’ipotesi secondo cui l’infezione da HP sia anche il trigger della reazione autoimmune che porta alla gastrite cronica autoimmune.

gastrite: sintomi

I sintomi della gastrite

Spesso la gastrite rimane del tutto asintomatica, soprattutto quella cronica. Capita che sia diagnosticata occasionalmente, tramite una gastroscopia effettuata per altri motivi o a causa di un’anemia persistente riscontrata nelle analisi di laboratorio.

Perché l’anemia è collegata alla gastrite? Perché potrebbe esserci non solo infiammazione, ma anche erosione e sanguinamento, in alcuni casi una vera e propria ulcera.

Il sintomo più comune della gastrite cronica autoimmune è la dispepsia (senso di pesantezza e difficoltà di digestione). Inoltre, si può avere come conseguenza di questa forma di gastrite una particolare forma di anemia definita perniciosa, caratterizzata da globuli rossi più grandi del normale.

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La dispepsia è dovuta all’azione di alcuni anticorpi che vanno a colpire e distruggere le cellule parietali dello stomaco deputate alla produzione di acido cloridrico e quindi alla digestione.

Scopri cos’è la dispepsia e come curarla.

Invece, l’anemia perniciosa è dovuta alla distruzione da parte di alcuni anticorpi del fattore intrinseco, sostanza importante per l’assorbimento della vitamina B12, a sua volta importante per la produzione di globuli rossi. 

Altri sintomi che eventualmente possono verificarsi sono:

  • mancanza di appetito
  • nausea e vomito
  • dolori epigastrici (nell’alto addome)
  • bruciori
  • alitosi.

Le complicanze

Il problema principale di una gastrite acuta è il rischio di erosioni, ed in certi casi di una vera e propria ulcera gastrointestinale determinata dalla autodigestione dell’epitelio da parte di acido o pepsina. 

Le complicanze legate invece alla gastrite cronica sono, oltre alle già sopra citate anemia perniciosa e dispepsia, lo sviluppo di ulcere gastriche (nel 45-70% dei casi dovute all’infezione da Helicobacter Pylori) nonché il rischio più elevato, rispetto alla popolazione normale, di sviluppare un carcinoma o un linfoma dello stomaco (rispettivamente 1 su 3.000 e 1 su 40.000).

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Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento su l‘Helicobacter Pylori.

gastrite: diagnosi e esami da fare

Gastrite: diagnosi ed esami da fare

Se hai dei sintomi che ti fanno sospettare una gastrite, rivolgiti al tuo medico di fiducia, che potrà prescriverti alcuni esami o indirizzarti verso un medico specializzato nei disturbi dell’apparato digerente (gastroenterologo).

Tra i possibili esami da fare per diagnosticare la gastrite, ci sono:

  • esami del sangue. Le analisi del sangue possono essere mirate a scoprire la presenza degli anticorpi per l’HP.
  • Esame delle feci. Mirato a scoprire la presenza dell’Helicobacter Pylori.
  • Radiografia. Effettuata su stomaco e intestino tenue, solitamente dopo l’assunzione di bario, un liquido che riveste le mucose e le rende più visibili sulla pellicola radiografica.
  • Gastroscopia. Permette al medico di verificare se ci sono anomalie nel tratto gastrointestinale superiore, non rilevabili con una radiografia. 

Attenzione: la diagnosi di gastrite cronica è sempre e solo istologica. Questo vuol dire che il paziente deve aver effettuato una gastroscopia con biopsie.

Cura e terapia farmacologica della gastrite

La terapia da seguire dipende dalla causa della gastrite.

Un cambiamento di stile di vita è particolarmente utile se la gastrite è causata da agenti nocivi. Come già detto, soprattutto le gastriti acute hanno una buona prognosi.

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Al contrario, la gastrite causata da batteri deve essere trattata con una terapia antibiotica intensiva, a causa dell’aumentato rischio di degenerazione maligna; il successo della terapia deve essere accertato.

Esistono vari schemi eradicanti, in caso di HP, ed il tipo di terapia viene discusso insieme al paziente. Dopo la presunta eradicazione, questa deve essere attestata mediante Breath Test, test del respiro o altri metodi per valutare la presenza di HP. In alcuni casi, deve essere ripetuta la gastroscopia con biopsie.

La gastrite autoimmune è difficile da trattare. La vitamina B12 può essere sostituita con iniezioni, per bypassare il mancato assorbimento gastrointestinale, e si consigliano pasti frequenti, ma non abbondanti, per ridurre la dispepsia. Se c’è un’infezione da HP parallela, deve essere trattata con antibiotici ed in alcuni casi si può osservare la regressione della gastrite autoimmune.

In caso di complicanze, come l’ulcera o l’erosione della mucosa gastrica, la produzione di acido può essere inibita con i PPI (farmaci inibitori della pompa protonica), riducendo così i sintomi e aumentando le possibilità di recupero. Se anche questo non aiuta e si verificano gravi complicazioni, come la perforazione dello stomaco, è necessario eseguire un intervento immediato in urgenza.

A causa delle possibili gravi complicazioni (ulcera, carcinoma), la gastrite deve essere sempre controllata e, se possibile, trattata.

In ogni caso, nell’eventualità pensassi di soffrire di gastrite, ti consigliamo di rivolgerti sempre al tuo medico di fiducia, che potrà consigliarti la terapia più indicata per la tua situazione.

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dieta per la gastrite

Alimentazione e dieta per la gastrite

La terapia dietetica delle gastriti ha lo scopo principale di ridurre il consumo di alimenti che possano creare irritazione meccanica della mucosa o che stimolino un eccesso di acidità gastrica.

In casi gravi di gastriti può essere necessario approcciarsi ad una dieta liquida, portandosi gradualmente verso una dieta semisolida e, successivamente, con il migliorare delle condizioni del paziente, solida, ma che preveda comunque l’esclusione degli alimenti irritanti.

In generale, per combattere la gastrite si consiglia uno stile di vita sano e un’alimentazione povera di grassi, che possono causare rallentamento dello svuotamento gastrico.

Inoltre, è importante seguire alcune indicazioni, che possono aiutarti a contrastare la gastrite, come:

  • moderare le porzioni e mangiare lentamente
  • prediligere cotture povere di grassi come quella al vapore, ai ferri o al forno
  • mangiare a orari regolari
  • mantenere il peso forma
  • fare esercizio fisico
  • tenere sotto controllo lo stress.

Vanno poi evitati una serie di alimenti con potere irritante, soprattutto quelli speziati, acidi o fritti.

gastrite. alimenti da evitare

Alimenti da evitare

In caso di gastrite, viene sconsigliato il consumo di:

  • caffè, anche decaffeinato, a causa dell’alto numero di acidi contenuti in questa bevanda.
  • Bevande contenenti caffeina e metilxantine (tè, cioccolato, cola), sostanze irritanti e possibili cause di reflusso. 
  • Latte, specialmente intero.
  • Brodi ristretti, dadi, estratti di carne.
  • Frutta secca.
  • Spezie ed alcol.
  • Fritture (per il loro contenuto di acreoleina, sostanza lesiva per la mucosa).
  • Prodotti in scatola, sott’aceto o in salamoia.
  • Succhi di frutta, bibite acidule o gassate.
  • Alimenti piccanti o eccessivamente zuccherini.
gastrite: alimenti consentiti

Alimenti consentiti

Meglio sempre optare per preparazioni semplici, con condimenti leggeri, quindi più digeribili, come olio extravergine di oliva a crudo.

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Sì a tutte le verdure e alla frutta fresca, così come al pane ben cotto, alla pasta e al riso (preferibilmente integrali), al pesce fresco, alla carne magra.

Particolarmente consigliati in caso di gastrite e, ancora di più in caso di ulcera peptica, sono:

  • fagioli rossi o bianchi
  • riso integrale
  • fiocchi di latte
  • patate (anche dolci)
  • zucca
  • cavolo
  • broccoli
  • cavolini di Bruxelles
  • cime di rapa
  • verza
  • avocado
  • uva rossa
  • mirtilli
  • banane
  • tè verde deteinato
  • orzo
  • camomilla
  • liquirizia.

Si consiglia, inoltre, di assumere acque minerali del tipo bicarbonato-alcaline che stimolano la funzione secretoria dello stomaco e lo svuotamento gastrico.

Rimedi naturali per curare la gastrite

Oltre ai suggerimenti già forniti in precedenza per uno stile alimentare anti-gastrite, è importante anche prendersi cura del proprio benessere generale.

In questo senso, e soprattutto nei casi di gastrite nervosa, è bene imparare a tenere sotto controllo lo stress. Una vita eccessivamente frenetica e stressante può aumentare la produzione di acidi gastrici e rallentare la digestione, favorendo l’insorgenza di gastrite.

Per questo motivo è fondamentale trovare il proprio modo per rilassarsi: puoi provare con lo yoga o il tai-chi, oppure con dei massaggi, tutte tecniche che aiutano a ridurre la tensione fisica e a diminuire l’ansia.

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Anche praticare attività fisica con regolarità è di aiuto, sia per scaricare lo stress, sia per favorire la motilità intestinale. Non ci sono sport raccomandati o limitazioni in ambito sportivo per chi soffre di gastrite, quindi puoi scegliere lo sport più adatto a te.

Per quel che riguarda possibili coadiuvanti vegetali, come tisane o infusi di erbe, possono essere utilizzati come terapia aggiuntiva e non sostitutiva, e sempre dopo opportuna consultazione con il tuo medico.

Per darti comunque un’indicazione di base, abbiamo chiesto all’Erborista Alessia Onorati de La Piccola Erboristeria di suggerirci alcuni trattamenti con erbe contro la gastrite.

Consiglia due rimedi naturali molto efficaci.

  • Ficus carica, esclusivamente in gemmoderivato. Si consigliano 50 gocce 2 volte al giorno diluite in acqua lontano dai pasti.
  • Malva, in foglie e fiori. Portare a ebollizione 200 ml circa di acqua, versare un cucchiaio colmo di malva prolungando l’ebollizione per pochi istanti. Spegnere e lasciare in infusione per 15/20 minuti, mescolando di tanto in tanto: filtrare e bere da 1 a 2 tazze al giorno lontano dai pasti.

Se ti interessa l’argomento, leggi il nostro approfondimento sulla malva.

Dieta per gastrite: esempio di menù settimanale

dieta per la gastrite: esempio di menù settimanale

Prevenzione

Alla base della prevenzione della gastrite c’è un corretto stile di vita.

Una dieta corretta, senza carenze nutrizionali e senza eccessi, è la tua migliore alleata contro questa patologia, così come è importante evitare il fumo e l’alcol e assumere medicinali sempre sotto controllo medico.

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Occorre sottolineare che, nel caso ci fosse già stato in famiglia un caso di infezione da HP (genitori o membri famigliari stretti), e si verifichino anemia o vaghi sintomi come dispepsia, è consigliato effettuare uno screening per HP.

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Elena Caglioni

Elena Caglioni

Biologo Nutrizionista, laureata in Alimentazione e Nutrizione Umana presso l'Università degli Studi di Milano. Appassionata di nutrizione e cibo, amo mangiare in modo sano e gustoso. Oltre ad essere laureata in scienze e tecnologie alimentari e in alimentazione e nutrizione umana, sono anche specializzanda in scienza dell'alimentazione.

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