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Home » Salute » Patologie » Endometriosi: che cos’è, i sintomi e le terapie possibili

Endometriosi: che cos’è, i sintomi e le terapie possibili

Catia Penta by Catia Penta
20 Ottobre 2020
endometriosi: cos'è, sintomi e terapie
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Sommario

  • Che cos’è l’endometriosi
  • Quante sono le donne che soffrono di endometriosi
  • Le varie tipologie di endometriosi
  • Diagnosi
  • Cause
  • Sintomi
  • Endometriosi e infertilità
  • Endometriosi: le terapie possibili
  • Dieta ed endometriosi

L’endometriosi è una malattia tipicamente femminile, causata dall’accumulo anomalo di cellule endometriali al di fuori dell’utero. Questa anomalia provoca infiammazioni croniche dannose per l’apparato femminile, che si manifestano attraverso forti dolori che condizionano pesantemente la qualità della vita.

Che cos’è l’endometriosi

L’endometriosi è una malattia cronica, a causa della quale le cellule endometriali normalmente presenti all’ interno  dell’utero sono presenti anche in altre parti del corpo.

Ogni mese queste cellule reagiscono allo stesso modo di quelle dell’utero, formandosi e poi sfaldandosi, provocando sanguinamento.

A differenza però delle cellule che vengono espulse con il ciclo mestruale, queste perdite di sangue non possono essere eliminate dal corpo.

Per questo motivo le donne che soffrono di endometriosi possono avere dolori addominali e molti altri sintomi davvero spiacevoli. L’endometriosi è difficile da diagnosticare, perciò è importante avere a portata di mano più informazioni possibili, in modo da identificare la causa dei sintomi e il tipo di trattamento più idoneo.

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Gli intensi dolori che l’endometriosi può provocare durante il ciclo mestruale si riescono a limitare solo con l’uso di antidolorificie possono costringere una donna a letto anche per due o tre giorni, con conseguenze negative sulla vita personale, sociale e lavorativa.

I diversi sintomi dell’endometriosi dipendono dalla gravità e dalla localizzazione delle lesioni.

Infatti, l’endometriosi può essere ovarica, con presenza di cisti, oppure può localizzarsi su altre sedi come sui nervi, su organi come il rene, l’uretere, intestino, con possibile conseguente necessità nelle forme più gravi e sintomatiche di interventi chirurgici per rimuovere le parti colpite.

Quante sono le donne che soffrono di endometriosi

Al mondo soffrono di endometriosi 150 milioni di donne, di cui 14 milioni in Europa e 3 milioni in Italia.

Una percentuale pari dunque a circa il 10% delle persone di sesso femminile: praticamente 1 donna su dieci in età fertile.

Nonostante questa patologia sia quindi molto diffusa e molto invalidante, purtroppo viene sottovalutata. Questo mancato riconoscimento determina un ritardo nella diagnosi. Infatti, si calcola addirittura che ci vogliano 7 anni per capire la natura della patologia.

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Secondo dati americani, per la metà delle donne occorre incontrare una media di 5 ginecologi prima di ottenere una diagnosi di endometriosi.

Endometriosi e SSN

Con i nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza), attivati in Italia nel 2017, anche l’endometriosi è stata riconosciuta come patologia cronica . 

E’ stato introdotto il diritto di usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo per il III e IV stadio della patologia: questo grado di severità costringe infatti le pazienti a sottoporsi ad esami costosi e costanti.

endometriosi: le varietà tipologie

Le varie tipologie di endometriosi

L’endometriosi può essere localizzata all’interno della parete dell’utero: in questo caso possiamo parlare di endometriosi interna.

Se invece le cellule endometriali si trovano sul peritoneo pelvico o negli altri organi pelvici (ovaie, legamenti uterini, setto retto-vaginale, tube, vescica, ecc.) si parla di endometriosi pelvica.

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E’ possibile riconoscere  un’endometriosi esterna, caratterizzata dal fatto che l’endometriosi è localizzata sul peritoneo pelvico e negli organi pelvici e un’endometriosi profonda che viene definita come un tipo di endometriosi che si approfonda oltre la superficie del peritoneo pelvico.

Inoltre, può anche essere localizzata in zone lontane dalla pelvi, come ad esempio:

  • cicatrici di interventi laparotomici
  • appendice
  • polmoni, ecc.

In questo caso si parla di endometriosi di quel determinato organo o tessuto.

Endometriosi intestinale

A livello intestinale l’endometriosi si associa di solito a localizzazioni genitali e colpisce prevalentemente il retto, il sigma (una parte del colon), l’appendice e più raramente l’intestino tenue.

Intorno alle aree di endometriosi si verifica una reazione retraente di tipo cicatriziale della parete intestinale. La stessa mucosa intestinale può essere eccezionalmente interessata ed ulcerarsi.

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In questi casi si possono verificare episodi di sangue nelle feci, recidivanti ciclicamente in corrispondenza del flusso mestruale, diarrea, stimolo all’evacuazione, stipsi, fino all’occlusione intestinale vera e propria. 

Nei casi più gravi è necessario intervenire con la terapia chirurgica generalmente laparoscopica. Quest’ultima assicura precisione e ripetibilità di esecuzione, minore trauma e dolore. Può essere praticata più volte per permettere di estirpare in maniera completa l’endometriosi.

Endometriosi vescicale

Può localizzarsi anche nella zona vescicale e provocare così sangue nell’urina, difficoltà ad urinare, cistiti cicliche, solitamente ritmate dalla mestruazione. Oppure, può localizzarsi anche  intorno all’uretere, provocando talora idronefrosi (un accumulo di urina all’interno del rene).

Endometriosi polmonare

Ci sono poi altre zone in cui possono annidarsi cellule endometriali. Si tratta di casi più rari, ma è possibile riscontrare anche endometriosi pleurica e polmonare.

In questi casi la sintomatologia può anche mancare del tutto, anche se di solito si avvertono generici disturbi clinici toracici ritmati dalla mestruazione.

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Sintomi più comuni

  • pneumotorace
  • emissione di sangue rosso con la tosse
  • emotorace (versamento di sangue nella cavità pleurica) recidivante durante il ciclo.

Di solito le lesioni toraciche di natura endometriosica risentono favorevolmente della terapia ormonale soppressiva. Raramente necessitano di un trattamento chirurgico.

Endometriosi cicatriziale

Fra le localizzazioni più rare si possono annoverare anche quelle a livello delle cicatrici che insorgono dopo interventi di miomectomia (rimozione di fibromi uterini), metroplastica (intervento endoscopico sull’utero), isterectomia (rimozione chirurgica dell’utero), ma anche dopo appendicectomie ed interventi sull’intestino in genere.

Le lesioni sulla cicatrice si presentano sotto forma di noduli più o meno superficiali; quelli subito sotto la cute hanno un colorito bluastro.

Le lesioni si gonfiano e diventano dolenti nel periodo premestruale, ovvero nei due giorni che precedono il ciclo e i tre che ne seguono la comparsa.

endometriosi: diagnosi

Diagnosi

Considerata la difficoltà di diagnosticare con certezza e rapidità l’endometriosi, è bene rivolgersi al proprio ginecologo di fiducia se si hanno mestruazioni molto dolorose.

Saranno necessarie visite ginecologiche, esplorazioni rettali, risonanza magnetica, ecografie pelviche transvaginali ed esami del sangue specifici.

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Cause

Molte teorie hanno cercato di spiegare il meccanismo della malattia. Le varie ipotesi affermano che l’endometriosi potrebbe essere causata da:

  • reflusso tubarico di sangue mestruale. Alcune anomalie dell’anatomia dei genitali interni, come ad esempio l’ipoplasia dell’utero (ovvero un utero caratterizzato da una diminuzione delle sue dimensioni rispetto all’età e alla norma fisiologica), l’utero retroflesso e aderenze intrauterine possono favorire il reflusso tubarico di sangue durante le mestruazioni. 
  • Presenza di cellule di residuo embrionale (endometriosi congenita). Può accadere che elementi di epitelio allo stato embrionale rimangano su alcuni organi o tessuti. Queste cellule conserverebbero la possibilità di evolvere e di costituire tessuto endometriale quando, dopo il menarca, interviene la stimolazione degli estrogeni. .
  • Cellule endometriali attraverso il sangue o la via linfatica. Frammenti di endometrio potrebbero diffondersi, durante la fase mestruale, per via ematica o linfatica, o in altre zone del corpo.
  • Predisposizione genetica. Sono ormai numerose le segnalazioni che nelle figlie, nelle sorelle, nelle nipoti di donne affette da endometriosi la malattia si sviluppa con maggior frequenza e talora anche in forma abbastanza estesa. Sembra però che queste donne abbiano comunque un deficit dell’immunità cellulare e non sarebbero in grado di operare il rigetto di cellule endometriali quando queste tendono ad impiantarsi in un’area anatomica non abituale.
  • Alterazioni del sistema immunitario. Alcune ricerche dimostrerebbero come l’endometriosi sia dovuta ad una alterazione del sistema immunitario. Gli impianti di endometrio in sede diversa dalla normale avrebbero un forte potere antigenico, per cui si formerebbero anticorpi antiendometrio. Secondo queste teorie, l’endometriosi potrebbe essere considerata una malattia auto-immune a tutti gli effetti.

Sintomi

Nel 20 – 25% dei casi l’endometriosi è asintomatica e viene diagnosticata in occasione di una laparoscopia eseguita per sterilità o di un intervento laparotomico/laparoscopico eseguito per altre indicazioni (fibromi, ecc.). 

Solitamente nella fase iniziale della malattia il dolore compare solo nel periodo mestruale, spesso in donne che non hanno mai avuto prima mestruazioni dolorose.

I sintomi dolorosi iniziano qualche giorno prima del flusso e tendono ad accentuarsi durante il ciclo e, soprattutto, alla fine delle mestruazioni. 

Con l’evolvere della malattia il dolore non solo tende a farsi più forte, ma anche a protrarsi nella sua ciclica comparsa. Dura cioè di più e, ad un certo punto, chi ne è affetto è costantemente dolente nella zona pelvica, sente un senso di tensione continua ed una condizione di permanente malessere nel quale si inseriscono le crisi dolorose mestruali, sempre più intense. 

Il motivo di questo aggravarsi della sintomatologia dolorosa e del suo diventare praticamente costante dipende dalla gravità delle lesioni che si determinano con il passare del tempo.

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Generalmente i disturbi iniziano parecchi anni dopo la pubertà e raggiungono il picco verso i 30 – 35 anni, se la paziente non viene curata in modo adeguato.

Ci sono donne che invece scoprono di avere l’endometriosi non perché hanno dolori ma perché fanno accertamenti per la sterilità. Al controllo laparoscopico si evidenzia così una endometriosi in fase avanzata. 

Un altro dei sintomi caratteristici di questa patologia è la dispareunia profonda (dolore nei rapporti sessuali) che si riscontra in circa il 40% dei casi.

Inoltre, la dispareunia è particolarmente accentuata nel periodo premestruale e postmestruale.

endometriosi: infertilità

Endometriosi e infertilità

L’endometriosi può interferire con la fertilità femminile riguardando il 30% dei casi, di infertilità, cioè la difficoltà dell’attecchimento dell’ovulo fecondato nell’utero.

Quindi, riuscire a portare avanti una gravidanza, se si soffre di endometriosi, può risultare è molto difficile.

La gravidanza, per le donne che riescono a vivere questa esperienza nonostante soffrano di endometriosi, è una condizione fisiologica che funge da terapia. In pratica diminuiscono i livelli di estrogeni e di conseguenza aumentano quelli di progesterone. Terminata la gravidanza ci possono essere due casi:

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  • riattivazione della malattia
  • regressione spontanea, o comunque un lieve miglioramento.

Endometriosi: le terapie possibili

Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche non esiste una cura definitiva per l’endometriosi.

Le terapie adottate mirano quindi al controllo della progressione della malattia, ad alleviarne i sintomi, a contenere il dolore e a contrastare l’infertilità.

La terapia chirurgica

Ad oggi la terapia chirurgica viene usata solo nei casi in cui l’endometriosi ha compromesso il funzionamento degli organi colpiti, non risponde alla terapia medica e mira sempre ad essere di tipo conservativo. Cioè, si cerca di non intaccare l’apparato genitale riproduttivo della paziente.

La terapia ormonale

Accanto alla terapia farmacologica sintomatica che lenisce il dolore, c’è la terapia con la pillola estro-progestinica o progestinica, ovvero la pillola anticoncezionale, che viene presa senza interruzioni per alleviare il dolore.

Gli effetti collaterali legati all’assunzione della pillola dipendono dal fatto che ha un rapido effetto sulla riduzione dei dolori ma non migliora totalmente lo stato della malattia, ma ne può fermare la progressione.

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Generalmente dunque, una volta interrotta la terapia, i sintomi tornano tali e quali a prima.

dieta per endometriosi: un aiuto dal cibo

Dieta ed endometriosi

L’endometriosi cresce e si sviluppa dove trova un’infiammazione dovuta alla produzione eccessiva di estrogeni.

Per questo l’alimentazione, lo stile di vita e integratori specifici, che puntano a ridurre l’infiammazione, si rivelano gli aiuti migliori per cercare di contrastare, in modo sano e duraturo, la malattia.

Una dieta ricca di cibi antinfiammatori e disintossicanti può ridurre i dolori e i sintomi in modo significativo, con un importante miglioramento della qualità della vita.

I cibi da mangiare più spesso

Le fibre alimentari hanno la capacità di agevolare la digestione e il buon funzionamento dell’intestino.

L’introduzione di una grande quantità di fibre aiuta a ridurre gli estrogeni circolanti nel sangue con un minore impatto sui tessuti estrogeno dipendenti.

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Cosa mangiare

Bisogna aumentare il contenuto di fibre del 20 – 30% ogni pasto, consumando in misura maggiore verdure e frutta, ricchi di antiossidanti. Via libera a:

  • Cereali integrali
  • legumi
  • frutta
  • semi oleosi anche per il loro alto contenuto di omega 3 e ferro.

Inoltre, è importantissimo anche aumentare l’apporto di acidi grassi omega 3 incrementando il consumo di:

  • pesce azzurro
  • salmone e tonno
  • olio extravergine di oliva
  • frutta secca
  • avocado
  • semi: di chia, girasole, zucca e di lino.
endometriosi: cibi da limitare

I cibi da limitare o evitare

E’ importante ridurre il consumo di:

  • carne: prediligere la carne bianca di origine e allevamento controllato
  • latticini
  • glutine: sebbene non sia da eliminare completamente, è bene assumerlo quando presente ma da farine integrali e grezze.

E’ importante evitare del tutto:

  • alimenti industriali: merendine, patatine, barrette, biscotti, bevande zuccherate, prodotti confezionati…
  • alcol
  • caffeina
  • prodotti caseari di origine animale di allevamento non controllato per il loro alto contenuto di ormoni e antibiotici
  • prodotti contenenti soia (salsa di soia, tofu, tempeh, edamame..) per il loro contenuto di fitoestrogeni
  • farine bianche e prodotti da forno raffinati
  • grassi saturi
  • zucchero bianco
  • dolci altamente zuccherini
  • avena e segale per il loro alto contenuto di estrogeni.

Integratori

Esistono componenti essenziali che possono aiutare il controllo della malattia. Questi componenti sono talvolta difficili da trovare in alta concentrazione nei cibi.

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Esistono però integratori, contenenti i seguenti nutrienti, che si rivelano utili:

  • vitamina D
  • omega 3
  • curcumina
  • omega 6
  • quercetina
  • partenio
  • nicotinamide
  • metifolato di calcio.

Fonte

In collaborazione con la Dott.ssa Flavia Costanzi, medico chirurgo in formazione specialistica in Ginecologia ed Ostetricia.

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Endometriosi: cos'è, cause, sintomi e cure

Approfondisci ulteriormente questo argomento

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Catia Penta

Catia Penta

Laureata in storia della critica letteraria, dal 1989 collaboro come autrice testi in RAI gestendo i contenuti di spazi televisivi molti dei quali dedicati a salute e benessere. Ho collaborato con il Gambero Rosso Channel seguendo, in qualità di autrice, le trasmissioni degli chef più accreditati. Per Melarossa mi occupo di tematiche focalizzate sull’alimentazione sana, sulla dieta e sulle patologie/disfunzioni legate al cibo.

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