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Home » Salute » Patologie » Ernia iatale: cos’è, quali sono i sintomi e come si cura

Ernia iatale: cos’è, quali sono i sintomi e come si cura

Francesca Fiore by Francesca Fiore
14 Febbraio 2021
in Patologie
ernia iatale: cos'è e come curarla
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Sommario

  • Ernia iatale: cos’è
  • Fattori di rischio e cause dell’ernia iatale
  • I sintomi
  • Come capire se hai un’ernia iatale: gli esami da effettuare
  • Cure e trattamenti

L’ernia iatale è un disturbo di cui soffrono molte persone: colpisce in media circa il 15% degli italiani. In pochi però ne conoscono le cause. Ecco cos’è esattamente l’ernia iatale, quali fattori possono scatenarla e quali i rimedi da utilizzare.

Ernia iatale: cos’è

L’ernia iatale è una condizione anatomica caratterizzata dal passaggio di una parte dello stomaco nel torace. Questo passaggio avviene a causa dell’allentamento delle pareti dello iato diaframmatico esofageo, una piccola apertura del diaframma attraverso la quale passa l’esofago.

In caso di ernia iatale una parte dello stomaco risale attraverso questa apertura, causando i sintomi della malattia. Si riscontra più frequentemente nei soggetti sopra i 50 anni, nelle donne e nei soggetti sovrappeso e obesi.

Tipologie di ernia iatale

Dal punto di vista medico, un’ernia iatale è definita come dislocamento di parte dello stomaco nella cavità toracica attraverso lo hiatus esofageo del diaframma. Ma ci sono diverse tipologie di ernie.

  • Ernia da scivolamento. È la forma più frequente e si caratterizza per il passaggio, attraverso lo iato esofageo, di una porzione dello stomaco: il cardias (l’orifizio attraverso il quale l’esofago sbocca e s’immette nello stomaco) e il fondo dello stomaco. Se la giunzione gastroesofagea (cardias) viene spinta verso l’alto provoca in molti casi uno dei disturbi tipici della malattia, ovvero il reflusso gastroesofageo. Un passaggio che, in alcune condizioni, può essere reversibile.
  • La paraesofagea (o da rotolamento) è più rara, ma allo stesso tempo più pericolosa. In questo caso il cardias rimane nella sua posizione naturale ed il fondo dello stomaco a passare dallo iato. Il problema più grave in questa situazione è il possibile strozzamento dell’ernia fra lo iato e l’esofago, cosa che potrebbe compromettere l’afflusso di sangue nella zona. 
  • L’ernia mista è una combinazione delle due precedenti tipologie.
ernia iatale: cos'è

Fattori di rischio e cause dell’ernia iatale

L’ernia iatale è legata all’età: quasi il 100% della popolazione over 80 ne soffre, e dai 50 anni in su la percentuale si attesta sul 25%. Questo è dovuto a un naturale deterioramento organico, in associazione alla ripetizione continua dei movimenti della deglutizione.

Oltre all’età ci sono anche altri fattori di rischio: l’ernia iatale, infatti, colpisce in maniera maggiore le donne e le persone in sovrappeso.

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Per quanto riguarda le cause, non esiste tuttora una causa o una spiegazione univoca che giustifichi la comparsa della malattia, ma ci sono varie cause contingenti:

  • traumi addominali forti e lesioni.
  • Motivi congeniti legati ad un’apertura eccessiva dello iato.
  • Aumento della pressione addominale, come può essere quella provocata da una tosse cronica o da una gravidanza.
  • Abitudini come fumare o indossare vestiti troppo fascianti sulla zona addominale.
ernia iatale: cos'è e come curarla

I sintomi

L’ernia iatale può essere del tutto asintomatica o provocare disturbi come il reflusso gastroesofageo (che può insorgere anche indipendentemente dall’ernia). Il quadro clinico è molto variabile e questo è uno dei motivi per cui spesso non si è a conoscenza del problema, pur avendolo.

Uno dei sintomi più evidenti della malattia, però, è quello che si crea a causa dell’acidità del contenuto gastrico. Le pareti esofagee, infatti, possono lesionarsi causando i sintomi tipici della malattia come ad esempio:

  • senso di amaro in bocca
  • eccessiva salivazione
  • dolori al torace
  • bruciori nella zona dello sterno
  • rigurgiti acidi
  • raucedine immotivata.

In caso di sforzi, sovrappeso o condizioni particolari come la gravidanza, i sintomi possono aumentare, a causa della pressione addominale che aumenta.

Chi soffre di ernia iatale può avvertire una sensazione che si confonde facilmente con l’infarto: per questo avere una diagnosi in tempi brevi è fondamentale.

Come capire se hai un’ernia iatale: gli esami da effettuare

Come già detto, l’ernia iatale può essere asintomatica: per questo viene spesso scoperta nel corso di esami effettuati per altri disturbi, come ad esempio un’ecografia. Ma quali esami fare per capire se hai un’ernia iatale?

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La patologia può essere facilmente diagnosticata con una radiografia del tratto digerente superiore o con l’endoscopia.

  • La radiografia si fa con un liquido di contrasto a base di bario, che il paziente dovrà ingerire.
  • L’endoscopia invece viene fatta con un tubo molto sottile e flessibile che scende dalla bocca fino all’esofago e allo stomaco.

Infine, per avere un’idea dell’evoluzione del problema nel tempo si può monitorare il pH del contenuto esofageo o la pressione all’interno dell’esofago.

ernia iatale: cos'è e come curarla

Cure e trattamenti

Quando l’ernia iatale è asintomatica non richiede particolari trattamenti. Invece, quando l’ernia si presenta con un reflusso gastrico, è necessario intervenire, agendo su alimentazione e stile di vita e prevedendo, su indicazione dello specialista, un’adeguata terapia, eventualmente anche chirurgica.

Dieta

In caso di ernia iatale, è importante adottare una dieta apposita per questo problema e alcuni accorgimenti. In particolare, è utile:

  • fare pasti piccoli, ricchi di proteine e poveri di grassi e carboidrati.
  • Evitare cibi caldi e liquidi, preferendo cibi tiepidi: questo aiuta a evitare il peggioramento di eventuali lesioni presenti nello stomaco o nell’intestino e a prevenire il rischio che i sintomi di reflusso acido possano intensificarsi.
  • Nelle ore successive al pasto, evitare di riposare o di fare sforzi. Se è proprio necessario coricarsi, è meglio stare con la parte superiore del corpo leggermente rialzata.
  • Bere molto. In generale, 2 litri di acqua al giorno permettono alle mucose di essere più protette da una eventuale irritazione.
  • In caso di sovrappeso, è fondamentale perdere quei chili di troppo che pressano il diaframma e l’esofago.

Non esistono cibi “no” e cibi benefici per l’ernia iatale in assoluto, ma è bene evitare o ridurre fortemente tutti gli alimenti che possono avere un effetto irritante sull’esofago e provocare disturbi gastrici, privilegiando invece quelli che proteggono la mucosa gastrica. Vediamoli in dettaglio.

ernia iatale: cibi da evitare

Ernia iatale: i cibi da evitare

  • Cibi piccanti, come il pepe: evitarli aiuta a prevenire il dolore e il rischio di ulcerazioni.
  • Cibi grassi: possono causare reflusso ma anche peggiorare i sintomi perché stimolano la produzione di una maggiore quantità di acido durante la digestione e rallentano lo svuotamento dello stomaco. Da evitare soprattutto i cibi ricchi di grassi saturi, come latticini, burro, panna, formaggio fresco, insaccati, carne di maiale e i fritti. Meglio evitare anche le preparazioni a base di carne che richiedono molte ore di cottura, come brodo, stufato, spezzatino, brasato e ragù.
  • Menta e cioccolato: contengono sostanze chimiche che possono stimolare il rilascio di acidi nello stomaco e far rilassare il cardias, favorendo il reflusso acido alla bocca dello stomaco e al petto.
  • Caffè, tè, alcol e in generale tutte le bevande che contengono caffeina e teina, che possono irritare il rivestimento dello stomaco.
  • Alimenti a base acida: agrumi, mirtilli, pomodori (sia freschi che sotto forma di salsa): possono far aumentare il livello di acidità nello stomaco e causare una riacutizzazione dei sintomi, quindi è bene evitarli o limitarli.

Ernia iatale: i cibi da preferire

  • Cereali: pasta, riso e patate agiscono contro l’eccessiva acidità gastrica perché vengono facilmente assimilati dall’organismo e non impegnano in maniera importante l’apparato digerente.
  • Frutta e verdura: in particolare, mele e banane svolgono un’azione lenitiva sulle pareti dello stomaco.
  • Frutti esotici come ananas e papaya: contengono rispettivamente bromelina e papaina, due enzimi digestivi che aiutano l’organismo a destrutturare alcune proteine ingerite.
  • Sale iodato: un suo uso regolare è benefico in caso di ernia iatale, ma se soffri di pressione alta meglio evitare il sale e ricorrere a integratori a base di iodio.
  • Pesce: è ricco di omega 3, benefici per l’apparato gastrico.
ernia iatale: cibi da preferire

Ernia iatale: lo stile di vita giusto

Se soffri di ernia iatale, è importante che tu modifichi il tuo stile di vita in modo da eliminare o ridurre i fattori di rischio. In particolare:

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  • smettere di fumare. La secchezza della bocca e il fumo aumentano l’infiammazione delle mucose.
  • Evitare di prendere farmaci come i FANS (sedativi, tranquillanti, aspirine, ibuprofene, ecc);
  • Evitare vestiti troppo aderenti, ma anche di dormire in posizione completamente orizzontale o con un cuscino sotto la pancia.

Farmaci e intervento chirurgico

Se dieta e modifiche al proprio stile di vita non funzionano, il dottore potrebbe prescrivere alcuni farmaci. In particolare, gli inibitori di pompa protonica (PPI) vengono spesso utilizzati nei casi di sintomi da reflusso.

Sono farmaci che interrompono temporaneamente la secrezione acida in modo da favorire la rigenerazione delle mucose esofagee. In associazione a questi, il medico può prescrivere anche dei gastroprotettori.

Nel caso di resistenza ai PPI si può eventualmente considerare la chirurgia: una valutazione fatta in base alle caratteristiche individuali del paziente. In particolare, si ricorre all’intervento in caso di ernia paraesofagea, a causa dell’elevato rischio di complicazioni gravi, o nel caso di un’ernia particolarmente voluminosa.

L’operazione riporta la parte di stomaco fuoriuscita nella sua naturale sede. Oggi viene fatta con una tecnica mini-invasiva, mentre l’intervento “classico” è andato in disuso.

Questo metodo prevede l’inserimento di microtelecamere e micro strumenti chirurgici: attraverso cinque o sei mini incisioni effettuate sull’addome si riporta la parte dove dovrebbe essere. Inoltre, nel caso di recidive, il chirurgo potrà intervenire riducendo l’ampiezza dello iato oppure procedendo a una sua ricostruzione.

Questa tecnica moderna fa sì che anche il decorso della malattia sia meno doloroso e più veloce: molti pazienti nel giro di qualche giorno possono tornare al lavoro. Per uno o due mesi, però, il soggetto operato dovrà evitare di fare particolari sforzi. 

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Francesca Fiore

Esperta di gastronomia, ho conseguito il master in comunicazione e giornalismo gastronomico presso il Gambero Rosso, Città del gusto di Roma. Giornalista dal 2015, mi occupo soprattutto di nutrizione, prodotti e produzioni di nicchia, produzione di cibo sostenibile.

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