L’incontinenza urinaria è definita come la perdita involontaria di urine. Nonostante possa riguardare anche gli uomini, colpisce prevalentemente le donne. Questa condizione può mettere a disagio l’individuo, soprattutto per quanto riguarda la sfera di vita sociale e relazionale. Generalmente, è legata ad una causa sottostante che può essere gestita o curata con successo.
Quindi, l’incontinenza si contraddistingue dalla perdita di urine occasionale. Ad esempio, può accadere con un colpo di tosse o per un’improvviso stimolo a urinare. Entrambe sono condizioni che derivano da una possibile disfunzione del pavimento pelvico, la zona del bacino caratterizzata dall’equilibrio tra ossa, muscoli e nervi, che può subire alterazioni per diversi motivi.
Esistono due forme principali di incontinenza urinaria, quella da urgenza – quando la fuga di urine è accompagnata o preceduta da un’improvvisa necessità di urinare, causata da una contrazione non controllabile e non prevista della vescica – e da sforzo – quando la fuga di urine è causata da uno “stress”, uno stimolo che aumenta la pressione addominale come uno sforzo o uno starnuto.
Le cause dell’incontinenza sono molteplici. Alcune comportano solo disagi temporanei e facilmente curabili, mentre altre possono costituire condizioni più gravi e persistenti.
Incontinenza urinaria: che cos’è?
Per incontinenza urinaria si intende la perdita involontaria di urine. Volendo utilizzare una definizione più precisa e tecnica, questa sarebbe: “perdita involontaria di urine provenienti dalla vescica, attraverso il meato uretrale”.
Precedentemente, la sua definizione includeva anche la variabile soggettiva e il forte impatto sulla qualità di vita a cui questa condizione è legata, venendo definita come “perdita involontaria di urine che costituisce un problema igienico e sociale”.
Secondo questa definizione, l’incontinenza urinaria può essere vista come:
- Sintomo: dato riferito dal soggetto durante la visita.
- Segno: rilevazione di perdita di urine durante la visita medica (esame obiettivo).
- Osservazione strumentale: rilevazione di perdita di urine durante un esame urodinamico.
- Condizione: associata a percezioni soggettive o oggettive.
Si tratta quindi di una disfunzione che colpisce prevalentemente le donne, ma anche gli uomini ne possono soffrire.
Questa condizione può mettere a disagio l’individuo, soprattutto per quanto riguarda la sfera di vita sociale e relazionale. Tuttavia, generalmente, è legata ad una causa sottostante che può essere gestita o curata con successo.
Nonostante ci siano diversi tipi di incontinenza urinaria, le 2 forme principali sono quelle che vengono definite da urgenza e da sforzo.
L’incontinenza urinaria da sforzo si verifica quando la chiusura del collo vescicale è insufficiente, mentre quella da urgenza quando la vescica – che è un muscolo – ha delle contrazioni iperattive ed involontarie in modo improvviso.
Differenze tra enuresi e incontinenza
Distinguere l’incontinenza dall’enuresi non è sempre facile. Si tratta di due disturbi la cui differenza non è così netta e definita. Per incontinenza, come abbiamo visto, si intende una perdita involontaria di urina, che può avere diverse cause. Può manifestarsi negli adulti e soprattutto negli anziani. L’enuresi, invece, è una specifica forma di incontinenza che riguarda prevalentemente i bambini, specialmente la notte, ma a volte anche adolescenti.
Nei bambini fino ai 5-6 anni di età, la perdita di urina è soprattutto notturna; invece, al di sopra dei 5 anni, più o meno fino ai 16, può essere sia notturna, sia diurna.
La conseguenza, cioè la perdita di urine, è dunque la stessa in entrambi le condizioni, cambiano le cause. Infatti, l’enuresi notturna nei bambini è considerata fisiologica, poiché, generalmente, il controllo vescicale si consolida tra i 3 e i 5 anni e inizia prima durante il giorno e, successivamente, durante il sonno.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimenti sull’enuresi.

Tipi di incontinenza urinaria
Per incontinenza urinaria si intende la disfunzione caratterizzata dalla perdita involontaria di urina. Esistono diversi tipi di incontinenza urinaria. Vediamoli nel dettaglio.
Incontinenza urinaria da urgenza
Si verifica quando la perdita di urina è accompagnata o preceduta da un’improvvisa necessità di urinare, causata da una contrazione non controllabile ed imprevista della vescica per cui diventa impossibile ritardare o trattenere lo stimolo.
Incontinenza da sforzo
Detta anche da stress, si verifica quando la perdita di urina è causata appunto da uno “stress”, uno stimolo che aumenta la pressione addominale – che conseguentemente esercita una pressione sulla vescica – come per esempio uno sforzo, un colpo di tosse, uno starnuto, una risata improvvisa, il sollevamento di un peso o un salto.
Solitamente è legata alla perdita di sostegno dell’uretra come conseguenza di alterazioni dei muscoli del pavimento pelvico.
Da rigurgito o ostruttiva (iscuria paradossa)
In questo caso la perdita di urina avviene perché la vescica non riesce più a contenere le urine perché troppo piena, sovradistesa. Infatti, si caratterizza per il riempimento della vescica, anche in eccesso, e per la difficoltà a svuotarla completamente durante l’atto della minzione.
Tipicamente avviene quando la vescica non riesce a svuotarsi del tutto, come nei casi di un ostacolo al normale efflusso di urina o se la vescica non si contrae efficacemente.
Caratteristico di questo tipo di incontinenza urinaria è lo gocciolamento post-minzionale (dopo lo svuotamento, si perdono piccole gocce di urina perché la vescica perde lentamente nell’uretra urina che è rimasta in vescica).
Incontinenza urinaria mista
Si caratterizza dalla combinazione di incontinenza urinaria da urgenza e da stress.
Incontinenza urinaria strutturale
Si tratta di una forma più rara, legata ad alterazioni anatomiche strutturali. Spesso sono cause congenite e, pertanto, sono scoperte durante l’infanzia.
Invece, altre alterazioni possono insorgere in età adulta, come le fistole vescico-vaginali o uretero-vaginali che possono essere causate da situazioni come traumi o lesioni ginecologiche o a seguito di interventi chirurgici.
Incontinenza funzionale
È la forma di incontinenza che si verifica in assenza di una causa organica medica sottostante. I soggetti affetti da questo disturbo hanno generalmente disabilità mentali o fisiche che impediscono loro di urinare normalmente, anche se di per sé l’apparato urinario è strutturalmente normale.
Può essere legata a disturbi del sistema nervoso (come il morbo di Parkinson, di Alzheimer, demenza, grave depressione o ansia), ma anche ad altre condizioni come l’ebbrezza dovuta all’abuso di alcol, riluttanza o rifiuto verso l’utilizzo dei servizi igienici, o confusione mentale.
Incontinenza transitoria
È un tipo di incontinenza che si verifica temporaneamente; in questo caso può essere associata all’utilizzo di farmaci, ridotta mobilità, stitichezza, insufficienza surrenalica o ritardo mentale.
Enuresi
Si tratta della perdita involontaria di urine durante il sonno notturno.
E’ tipica dei bambini in un’età compresa tra i 5 e i 6 anni. Nei piccoli è un disturbo piuttosto frequente, circa il 10-15% dei bambini fa la pipì a letto, ma tende il più delle volte a risolversi spontaneamente ed è più frequente tra i maschi.

Sintomi dell’incontinenza urinaria
Il sintomo comune ad ogni tipo di incontinenza urinaria – come da definizione – è la perdita involontaria di urine. Infatti, il soggetto perde il controllo del bisogno di urinare, e questo può accadere sia con perdite di piccole quantità di urina che con una perdita più abbondante.
Talvolta si può associare anche dolore alla minzione, generalmente per effetto di altre cause sottostanti (come la presenza di calcoli).
I sintomi a cui porre particolare attenzione, tuttavia, sono quelli della sfera psicologica. Si tratta di una condizione che può determinare sofferenza psicologica della persona.
Non solo per il disturbo in sé – che danneggia seriamente la qualità della vita dell’individuo -, ma anche per le implicazioni sugli aspetti emotivi, relazionali e sociali dell’individuo.
A seconda del tipo, i sintomi dell’incontinenza urinaria che causano la perdita involontaria di urina sono:
- Perdite improvvise mentre si ride, si tossisce, si starnutisce, si salgono le scale, si sollevano pesi o si fa attività fisica.
- Urgente bisogno di urinare, anche solo ascoltando o vedendo l’acqua che scorre.
- Risvegli durante il sonno per andare in bagno o trovare il letto bagnato.

Cause di incontinenza urinaria e soggetti a rischio
Le cause dell’incontinenza possono essere molteplici. Il disturbo può derivare infatti da una varietà di condizioni – danni e problemi organici, invecchiamento, tumori, infezioni del tratto urinario, disturbi neurologici – la cui frequenza è variabile tra uomini e donne.
Alcune di queste cause comportano solo disagi temporanei e facilmente curabili, mentre altre possono essere situazioni più gravi e persistenti.
La più alta frequenza di incontinenza urinaria nelle donne è spiegata da fattori anatomici del tratto genito-urinario e ormonali. Sia negli uomini che nelle donne, diversi fattori legati all’età (processo di invecchiamento) provocano un generale indebolimento dei muscoli dello sfintere uretrale e una diminuzione della capacità della vescica.
Cause di incontinenza urinaria nelle donne
Come già detto, l’incontinenza urinaria è più frequente nelle donne, legata a fattori anatomici del tratto genito-urinario e a fattori ormonali.
Le principali cause di incontinenza urinaria specifiche per il sesso femminile sono diverse, vediamone alcune.
Gravidanza e parto
La gravidanza e il parto possono aumentare il rischio d’incontinenza urinaria, poiché possono associarsi a un indebolimento dei muscoli dell’addome e pelvici e dei legamenti del pavimento pelvico.
Questa situazione può determinare una iper-mobilità dell’uretra (canale che permette e controlla la fuoriuscita delle urine) che in tal modo non svolge la sua funzione fisiologica correttamente (l’uretra non riesce a chiudersi bene).
Si stima che circa il 20-40% delle donne dopo il parto soffrono di incontinenza urinaria che è generalmente da sforzo e nella maggior parte delle volte è solo temporanea – ossia scompare spontaneamente nel giro di pochi mesi.
Prolasso degli organi pelvici
È una condizione che può causare incontinenza e che si riscontra in circa il 50% delle donne a seguito del parto.
In particolare, il prolasso è la discesa verso il basso di uno degli organi presenti nell’area pelviperineale, in particolare utero, retto e vescica. La causa principale è l’indebolimento dei muscoli che sostengono questi organi.
È una condizione che si può legare all’età, gravidanze e parti, obesità o eccessiva magrezza, a cambiamenti repentini del peso, a sforzi intensi e ripetuti della muscolatura e a malattie che indeboliscono i tessuti.
Menopausa
La menopausa aumenta il rischio di incontinenza urinaria per la riduzione dei livelli di estrogeni tipici di questa fase della vita; alcuni studi hanno evidenziato come la terapia estrogenica sostitutiva non sia utile nella gestione dei sintomi.
Pregressa chirurgia o radioterapia pelvica
Gli effetti della radioterapia ad esempio, sia pre che post-operatoria, sulle funzioni intestinali hanno evidenziato alcune conseguenze indesiderate, in termini di numero di evacuazioni settimanali, urgenza, difficoltà allo svuotamento e incontinenza urinaria.
Anche la prostatectomia, cioè l’asportazione della prostata (solitamente per un tumore prostatico), può comportare tra gli effetti postoperatori proprio l’incontinenza.
Fattori di rischio di incontinenza urinaria nelle donne
Quindi, sono numerosi i fattori di rischio associati all’incontinenza urinaria nelle donne, tra cui:
- Età.
- Gravidanza.
- Parti.
- Menopausa.
- Chirurgia pelvica (in particolare l’isterectomia, ossia l’asportazione dell’utero).
- Obesità.
- Deficit della mobilità.
- Deficit cognitivi.
- Familiarità.
- Malattie neurologiche.
Di particolare importanza è la storia ostetrica, per l’azione traumatica diretta sulle strutture del perineo (muscoli e fasce) durante il passaggio del bambino.
Infatti, il trauma prolungato della testa del feto sui nervi può alterare l’innervazione delle strutture coinvolte nella minzione.
Cause di incontinenza urinaria negli uomini
L’incontinenza urinaria è meno frequente negli uomini ed è legata a cause specifiche che coinvolgono la prostata.
- Iperplasia prostatica benigna (ingrossamento della ghiandola prostatica tipica degli uomini over 40-50 anni): si tratta della causa di incontinenza urinaria più comune negli uomini > 40 anni.
- Tumore alla prostata e alcuni suoi trattamenti, come la chirurgia (intervento chirurgico di prostatectomia radicale) o la radioterapia, possono essere causa di incontinenza urinaria.
Fattori di rischio di incontinenza urinaria negli uomini
Per quanto riguarda gli uomini, riassumendo, i fattori di rischio maggiori per l’incontinenza urinaria sono: l’età, malattie neurologiche, deficit cognitivi, deficit della mobilità e quelli più specifici di ostruzione a livello del collo vescicale e interventi chirurgici alla prostata.
Altre cause di incontinenza urinaria
Oltre alle cause legate all’età e quelle specifiche legate al sesso, esistono altre condizioni che possono causare o aumentare il rischio di incontinenza urinaria che sono temporanee e generalmente legate allo stile di vita.
Le principali sono:
- Bere alcolici, bevande contenenti caffeina o più in generale qualsiasi tipo di liquido in quantità eccessive può essere causa di una perdita di controllo della funzione vescicale.
- Assunzione di alcuni farmaci può aumentare la necessità di urinare. Ad esempio le classi dei diuretici, estrogeni, benzodiazepine, antidepressivi e lassativi.
- Stitichezza e le infezioni del tratto urinario possono indurre un periodo di incontinenza.
Anche danni organici, spesso legati a lesioni che avvengono durante interventi chirurgici ai muscoli o ai nervi coinvolti nel meccanismo della continenza, possono causare incontinenza urinaria.
Inoltre, alcune malattie come diabete, ipertensione, obesità e malattie renali possono essere associate ad incontinenza urinaria.
Infine, malattie del sistema nervoso – come la sclerosi multipla, la spina bifida, il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer, l’ictus e le lesioni del midollo spinale – possono interferire con la funzione nervosa della vescica.
Incontinenza urinaria: diagnosi
Come sempre in medicina, per raggiungere una diagnosi e impostare un trattamento corretto e personalizzato, è necessario indagare a fondo la storia del paziente.
Questo vuol dire iniziare da un’accurata anamnesi, un esame obiettivo con alcune caratteristiche specifiche per il sesso femminile (ossia un esame uro-ginecologico), esami di laboratorio e strumentali.
Spesso, per un approccio terapeutico iniziale non è necessario eseguire esami strumentali di secondo livello.
Anamnesi ed esame obiettivo
L’anamnesi è volta ad indagare diversi fattori:
- Patologie note, farmaci assunti, abitudini e stile di vita.
- Pregressi interventi chirurgici, radioterapia o traumi genitali.
- Nelle donne, anamnesi ostetrico-ginecologica.
- Sintomatologia urologica e caratteristiche dello svuotamento vescicale che permettono di stabilire il tipo di incontinenza urinaria: la durata dei sintomi, la gravità, i fattori che scatenano la comparsa, l’impatto sulle attività di vita quotidiane e sulla qualità di vita (con la possibilità di utilizzare dei questionari sintomatologici).
Durante l’anamnesi può essere utile l’uso di un diario minzionale, uno strumento che si utilizza per ottenere dei dati oggettivi sulla funzione minzionale.
Il soggetto annota informazioni legate alla sua minzione (come l’ora, il volume urinato, gli episodi di incontinenza e i liquidi assunti) che possono essere molto utili all’urologo per un corretto inquadramento diagnostico e terapeutico.
Lo step successivo è rappresentato dalla visita. L’esame obiettivo pelvico si differenzia negli uomini e nelle donne, e consiste nella valutazione di:
- Genitali esterni.
- Vagina, cervice e utero nella donna.
- Esplorazione digito-rettale nell’uomo, al fine di valutare la prostata per eventuali segni di prostatite o ipertrofia prostatica benigna.
Durante la visita, si effettua anche uno “stress test” (manovra di Valsalva) per valutare l’eventuale fuga di urine legata a fattori che aumentano la pressione addominale. Il soggetto è invitato a tossire e si valuta la fuga di urine (il risultato viene classificato da “nessuna fuga” fino a “zampillo”).
A completamento della visita, può essere necessario e utile eseguire anche una valutazione neurologica.
Esami di laboratorio e strumentali
Gli esami richiesti che completano la visita fatta con lo specialista urologo sono: esame delle urine, urinocoltura con eventuale antibiogramma, esame citologico delle urine (per escludere una causa tumorale alla base dell’incontinenza urinaria) ed eventualmente un’ecografia dell’apparato urinario.
Attraverso questi esami si possono individuare malattie delle basse vie urinarie – come la calcolosi, infezioni, infiammazioni o tumori – responsabili della perdita di urine.
Esami successivi che possono essere necessari e pertanto prescritti sono:
- Cistouretrografia minzionale: è un esame Rx che permette di definire la mobilità di alcune strutture coinvolte nella continenza urinaria (come l’uretra e il collo vescicale) a riposo e sotto sforzo, attraverso l’introduzione di mezzo di contrasto da un cateterino.
- Studio urodinamico: si tratta di un esame di secondo livello riservato ai casi più complessi, come i soggetti già trattati e che non hanno risposto alle prime terapie. Attraverso questo esame viene studiata la funzione del muscolo vescicale e quella dell’uretra, permettendo di ottenere informazioni utili.
- Cistoscopia: questo esame, che permette di valutare visivamente l’uretra e la vescica dall’interno, è riservato ai casi più complessi o con dei dubbi diagnostici.
Incontinenza urinaria: cure e rimedi
L’obiettivo della cura dell’incontinenza urinaria è rivolto principalmente a migliorare la qualità di vita dell’individuo. Questo significa che è volta al raggiungimento di livelli soddisfacenti per il soggetto che ne soffre, anche senza arrivare ad essere completamente “asciutto”.
Pertanto, per impostare la terapia, è fondamentale valutare l’impatto che l’incontinenza ha sulle diverse sfere della vita, con attenzione sia alla qualità di vita che alle aspettative.
Va sottolineato che il trattamento dell’incontinenza urinaria è legato al tipo di incontinenza, alla sua gravità, alla causa sottostante, senza tralasciare la valutazione degli approcci individuali più adatti.
Se c’è una patologia alla base dell’incontinenza urinaria, la cura specifica della causa scatenante costituisce il trattamento dell’incontinenza.
Inoltre va ricordato che alcuni trattamenti sono più efficaci – e quindi più utilizzati – negli uomini, mentre altri nelle donne. Il successo terapeutico è legato soprattutto a un corretto inquadramento e diagnosi.
Infatti, in alcuni casi occorre un approccio per step progressivi (iniziando da tecniche conservative, riservando quelle più invasive ai casi più complessi o che non rispondono alle cure iniziali) per raggiungere miglioramenti soddisfacenti con risoluzione dei sintomi.
Trattamento dell’incontinenza urinaria da urgenza
La terapia dell’incontinenza urinaria da urgenza si basa principalmente su alcuni step. Vediamoli insieme.
Rieducazione minzionale
Partendo dal diario minzionale, si invita il soggetto ad urinare “a tempo”, prima che compaia lo stimolo massimo, prolungando progressivamente l’intervallo tra le minzioni.
Si tratta di una “rieducazione” del sistema nervoso per aumentare la capacità funzionale della vescica.
Qualora allo sviluppo dell’incontinenza urinaria partecipi anche un eccessivo introito idrico, va ridotta l’assunzione di liquidi giornaliera, altrimenti è sempre buona norma per mantenere uno stato di salute un’adeguata idratazione, nonostante sia presente la spiacevole fuga di urine.
Fisiochinesiterapia del pavimento pelvico e biofeedback
Questo trattamento di provata efficacia consente di bloccare, con un meccanismo riflesso, lo stimolo della minzione e la contrazione del muscolo detrusore (la vescica), attraverso l’educazione ad una corretta contrazione volontaria del pavimento pelvico.
Sono anche chiamati esercizi di Kegel e consistono in una serie di contrazioni-rilassamenti dei muscoli del pavimento pelvico, da ripetere più volte durante la giornata.
Farmacoterapia
Gli antimuscarinici rappresentano la classe principale dei farmaci che vengono utilizzati per il trattamento dell’incontinenza urinaria da urgenza.
Essendo l’obiettivo principale del trattamento dell’incontinenza urinaria quello di migliorare la qualità di vita del soggetto, l’utilizzo di farmaci specifici è legato soprattutto ai loro possibili e non trascurabili effetti collaterali. Pertanto, il loro impiego e tipologia sono indicati dal medico urologo e bilanciati alla luce di questo aspetto.
Stimolazione elettrica funzionale
Si avvale dell’impiego di elettrodi che permettono di stimolare e bloccare la funzione di nervi coinvolti nel meccanismo della continenza urinaria.
Trattamento dell’incontinenza urinaria da sforzo
Nella donna le modalità principali di trattamento dell’incontinenza urinaria sono le seguenti.
Invece, negli uomini la fisiochinesiterapia e l’impiego del bulking ha dimostrato minore efficacia. Spesso, nelle forme più gravi, la prima linea di terapia è rappresentata dall’impianto di uno sfintere artificiale.
Fisiochinesiterapia del pavimento pelvico
Gli esercizi dei muscoli del pavimento pelvico, producendo un aumento del tono e maggiore efficacia della contrazione volontaria, permettono di raggiungere una migliore funzionalità delle strutture coinvolte nel meccanismo della continenza urinaria (sfinteri e muscoli).
Inoltre, permettono una migliore capacità da parte dell’individuo di attivare in modo volontario quei muscoli prima dello sforzo addominale che causa perdita di urine.
Farmacoterapia
Tra le classi di farmaci utilizzati per il trattamento dell’incontinenza urinaria da sforzo, ricordiamo gli inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina.
Bulking uretrale
Si tratta di una cura basata sull’infiltrazione di sostanze volumizzanti all’interno della parete dell’uretra. Queste, determinando un effetto ostruttivo meccanico, possono diminuire l’incontinenza, con un’efficacia che però tende a ridursi nel tempo.
Benderelle (sling) sintetiche
Nei casi in cui l’incontinenza sia causata da iper-mobilità uretrale, si possono utilizzare delle benderelle di materiale sintetico che riproducono la funzione svolta dai legamenti. Sono posizionate attraverso un intervento chirurgico mini-invasivo, dimostrando un’elevata efficacia.
Chirurgia
Con il recente avvento di tecniche mininvasive efficaci, l’utilizzo della chirurgia tradizionale si è ridotto nel tempo.
In generale le tecniche chirurgiche sono riservate ai casi più complessi, come per esempio nel trattamento dei prolassi e comunque dopo fallimento degli approcci conservativi.
Ad oggi, l’avvento di nuove tecniche chirurgiche ha permesso di effettuare questi interventi anche con tecnica laparoscopica o robot-assistita.
Incontinenza urinaria: prevenzione
La prevenzione dell’incontinenza nelle sue varie forme è difficile. Le raccomandazioni generali sono quelle di mantenere uno stile di vita sano, basato su un’attività fisica regolare e moderata, un’alimentazione equilibrata povera di grassi e ricca di frutta, verdura e fibre, come la dieta mediterranea.
Inoltre, sono molto importanti abitudini come:
- Bere almeno 2-2,5 litri di acqua al giorno.
- Non prendere peso (o perdere peso in caso di eccesso ponderale).
- Evitare l’assunzione di alcolici.
- Smettere di fumare.
Può essere di aiuto limitare l’assunzione giornaliera di caffè e più in generale di bevande contenenti caffeina.
Anche gli esercizi di Kegel sono molto utili per rafforzare la muscolatura che sostiene vescica, uretra, utero e retto. Se i muscoli del pavimento pelvico sono più resistenti, è infatti più facile riuscire a controllare le perdite involontarie di urina, limitando l’incontinenza da sforzo.
Questo tipo di ginnastica consiste in una serie di contrazioni del pavimento pelvico, seguite da una fase di rilassamento muscolare.
È bene eseguire gli esercizi 2-3 volte al giorno, dopo aver svuotato la vescica, contraendo e rilassando il pavimento pelvico.
Oppure, ci si può aiutare con delle palline vaginali specifiche per la ginnastica di Kegel o in alternativa con degli ovuli vibranti.
Infatti, questi strumenti stimolano le contrazioni di vagina e retto e allenano la muscolatura pelvica. Questi esercizi sono particolarmente consigliati alle donne, non solo per l’incontinenza da sforzo ma anche per recuperare tonicità vaginale dopo il parto.
Se vuoi saperne di più leggi il nostro approfondimento sugli esercizi di Kegel.
Come prevenire l’incontinenza urinaria maschile
Se l’incontinenza non è causata da malattie, negli uomini si può prevenire seguendo uno stile di vita corretto, un’alimentazione equilibrata e gli esercizi di Kegel, consigliati anche alle donne.
Poiché si tratta di un disturbo che può essere collegato all’ingrossamento della prostata, è possibile prevenire l’incontinenza maschile da urgenza con il massaggio prostatico.
Con questo tipo di massaggio, infatti, si favorisce il drenaggio dei liquidi che provocano gonfiore prostatico, riducendo così le perdite urinarie involontarie.
I numeri dell’incontinenza urinaria
Gli studi epidemiologici attualmente disponibili sulla prevalenza dell’incontinenza urinaria nella popolazione generale, rispecchiano i diversi fattori di rischio che distinguono in primo luogo i soggetti di sesso femminile da quelli di sesso maschile.
La prevalenza di incontinenza urinaria nelle donne adulte varia, a seconda del tipo di incontinenza, tra il 25% e 45%. Generalmente, donne più anziane sono affette da una forma mista o da urgenza, mentre donne più giovani dalla forma da stress.
Negli uomini, la prevalenza di incontinenza urinaria varia tra il 2% e 11%, risultando pertanto una condizione meno frequente rispetto alle donne.
In questo caso, la prevalenza è legata in modo maggiormente proporzionale all’aumento dell’età rispetto al sesso femminile e la forma più comune è quella da urgenza (seguita dalla forma mista e in ultimo da quella da stress).
Particolare attenzione va rivolta alla forma secondaria all’intervento chirurgico di prostatectomia radicale (che si effettua nei casi di tumore alla prostata), in cui i valori di prevalenza oscillano tra il 2 e il 57%, con un miglioramento della continenza soprattutto nei primi mesi, ma che può durare fino a 2 anni dopo la procedura chirurgica.
Fonti
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