La prostata è una ghiandola, presente solo nel corpo maschile, posizionata sotto la vescica. Circonda la parte superiore dell’uretra, il canale che ha la funzione di trasportare l’urina e lo sperma all’esterno.
La sua funzione principale è quella di produrre un fluido denso e trasparente che, mescolandosi agli spermatozoi, forma il liquido seminale. Partecipa anche al meccanismo della minzione ed è in stretta relazione con il sistema vescico-uretrale e con quello riproduttivo.
L’impatto sociale ed economico, ma anche sulla qualità di vita, delle patologie prostatiche è rilevante. Infatti, negli ultimi anni, c’è stato un notevole incremento del numero di prestazioni sanitarie relative ai disturbi della prostata, secondi in termini di incidenza soltanto all’ipertensione.
Che cos’è la prostata?
La prostata è una ghiandola presente esclusivamente nell’apparato uro-genitale maschile. Si trova poco sotto la vescica e nei soggetti giovani è grande più o meno come una noce (tende infatti ad ingrossarsi con l’avanzare dell’età). In particolare, è lunga generalmente circa 3 cm, larga 4, con uno spessore di 25 mm, e un peso medio di 20 g.
Circonda la parte superiore dell’uretra, il canale che trasporta l’urina dalla vescica verso l’esterno. Quindi, l’uretra attraversa verticalmente la prostata, per poi proseguire lungo il pene.
Ai lati della prostata passano anche i dotti eiaculatori che confluiscono nell’uretra facendo defluire lo sperma durante l’eiaculazione.

Come è fatta? Cenni di anatomia
La sua struttura anatomica è composta da 4 lobi:
- anteriore
- mediano
- laterale destro
- laterale sinistro
Attualmente la suddivisione più comune è quella di McNeal, secondo il quale la prostata si suddivide in tre zone specifiche:
- periferica, che contiene quasi il 70% del tessuto ghiandolare; è l’area più spesso interessata dal carcinoma e dall’infiammazione della ghiandola
- centrale, che contiene circa il 25%, delle strutture ghiandolari, circonda i dotti eiaculatori e si estende dalla base della prostata allo sbocco dei dotti eiaculatori
- di transizione (che ne contiene solamente il 5%) che costituisce la sede di origine dell’ipertrofia prostatica benigna, mentre il tessuto fibromuscolare anteriore non presenta strutture ghiandolari.
È composta poi da tessuto connettivo, chiamato capsula prostatica, e da tre tipi diversi di cellule:
- ghiandolari (producono la parte liquida dello sperma, una delle principali funzioni della prostata)
- muscolari (partecipano al meccanismo della minzione e dell’eiaculazione consentendo alla ghiandola di contrarsi per espellere i fluidi)
- fibrose (forniscono il supporto necessario).
A cosa serve e quali sono le sue funzioni
La prostata serve essenzialmente a produrre un fluido denso e trasparente che, mescolandosi agli spermatozoi, forma il liquido seminale.
Tale fluido, detto liquido prostatico, serve a nutrire e a trasportare gli spermatozoi nel loro viaggio verso la fecondazione dell’ovulo femminile.
Partecipa anche al meccanismo della minzione ed è in stretta relazione con il sistema vescico-uretrale e con quello riproduttivo.
Le sue funzioni principali sono:
- escretoria: produce gran parte dello sperma. Il liquido seminale, ricco di sostanze nutritive come zuccheri, proteine e sali minerali, serve a nutrire gli spermatozoi. Le sue componenti alcaline invece servono per neutralizzare la parte acida del muco vaginale che potrebbe danneggiare gli spermatozoi.
- Eiaculatoria: la ghiandola incorpora al suo interno i dotti eiaculatori che riversano lo sperma nel canale uretrale e da qui all’esterno. Durante l’orgasmo il tessuto della prostata si contrae per spingere, appunto, il liquido seminale nell’uretra.
- Urinaria: posta intorno all’uretra, il benessere delle due strutture anatomiche va di pari passo. In condizioni normali, l’urina presente nella vescica scorre all’esterno attraverso il canale uretrale senza problemi. Con l’età la prostata tende ad aumentare di volume, restringendo l’uretra e rendendo quindi difficile la minzione.
Principali patologie della prostata
Le patologie legate alla ghiandola prostatica sono molto comuni. A parte il cancro alla prostata (che ha comunque un’ottima prognosi), sono per lo più benigne, anche se con sintomatologia a volte invalidante. La loro incidenza aumenta con l’avanzare dell’età, visti anche i cambiamenti ormonali associati all’invecchiamento.
Vediamo quali sono.

Prostatite
È un’infiammazione della ghiandola prostatica che si manifesta con un quadro clinico piuttosto tipico: dolore nella zona perineale, senso di peso sovra pubico, urgenza minzionale e bruciore durante e dopo la minzione.
L’infiammazione causa, infatti, un temporaneo aumento delle dimensioni della prostata che, anatomicamente, è attraversata dal primo tratto dell’uretra, il canale che porta l’urina dalla vescica all’esterno. Tale aumento, quindi, ostacola l’uretra per lo svuotamento della vescica durante la minzione.
È comune negli uomini al di sopra dei 50 anni di età ed è causata generalmente da batteri, ma possono entrare in gioco anche altri fattori (ad esempio traumi pelvici, alterazione dei nervi del tratto urinario).
Le zone più dolenti sono quelle intorno all’ano, nella zona lombare e nei testicoli. Si avverte poi urgenza e bruciore minzionale (non si riesce a trattenere l’urina dopo lo stimolo), sensazione di non riuscire a svuotare la vescica, dolore nell’eiaculazione e durante la minzione stessa.
La cura è prettamente farmacologica ed è mirata a debellare l’infezione (nei casi di prostatite batterica).
Scopri di più nel nostro approfondimento sulla prostatite: che cos’è, cause, cure, epidemiologia e prevenzione.

Ipertrofia (o iperplasia) prostatica benigna (BPH)
Si tratta di una condizione molto comune che colpisce gli uomini over 50. Il volume della prostata aumenta, infatti, gradualmente nelle diverse fasi di vita. I sintomi sono a carico del basso tratto urinario e si manifestano con la difficoltà ad urinare e con uno stimolo urgente e frequente alla minzione.
La prostata ingrossata, infatti, esercita una pressione sull’uretra, ostacolando la normale fuoriuscita dell’urina.
L’aumento delle dimensioni prostatiche, inoltre, non evolve necessariamente in tumore.
Tuttavia, anche le neoplasie della prostata sono maggiormente frequenti con l’avanzamento dell’età e non è esclusa l’associazione tra ipertrofia e tumore prostatico.
Nei casi lievi, non è necessaria alcuna terapia, ma monitorare la situazione e adottare uno stile di vita corretto. Nei casi più gravi, invece, è utile un trattamento farmacologico per alleviare la sintomatologia.
Scopri di più nel nostro approfondimento sull’ipertrofia prostatica benigna: che cos’è, cause, cura ed epidemiologia.

Tumore alla prostata
Negli uomini è la seconda neoplasia più comune dopo il cancro al polmone. Si tratta di una crescita anomala delle cellule prostatiche. Generalmente è un tumore che cresce molto lentamente e difficilmente crea metastasi (tumori secondari).
Negli stadi iniziali, però, è il più delle volte asintomatico, per questo motivo dopo i 50 anni è buona norma eseguire visite urologiche con regolarità.
È comunque un tumore poco aggressivo che può essere affrontato con terapie efficaci come la terapia ormonale, la radioterapia e la chirurgia (mediante asportazione totale o parziale della prostata).
La sintomatologia si manifesta soprattutto nelle fasi avanzate e comprende:
- aumento della frequenza con cui si urina durante il giorno e/o la notte
- difficoltà a urinare (soprattutto a iniziare la minzione)
- necessità impellente di urinare e sensazione di non urinare completamente
- perdita di urina
- presenza di sangue nelle urine o nello sperma
- difficoltà nell’erezione.
Scopri di più nel nostro approfondimento sul tumore alla prostata: cos’è, sintomi, cause, cure e trattamenti.
Principali fattori di rischio per le patologie prostatiche
Per l’ipertrofia prostatica e il tumore:
- età. L’incidenza delle patologie prostatiche aumenta con l’età e la possibilità di ammalarsi cresce dopo i 50 anni.
- Etnia (soprattutto per il cancro alla prostata, gli africani si ammalano più frequentemente rispetto ai caucasici).
- Fattori ormonali. Elevati livelli di ormoni come il testosterone e l’IGF1 (fattore di crescita insulino-simile 1) nel sangue e nel tessuto prostatico favoriscono la crescita cellulare e l’insorgenza del tumore.
- Familiarità.
- Cambiamenti ormonali.
- Obesità.
Per le prostatiti:
- indebolimento del sistema immunitario
- traumi nella zona pelvica (andare in bicicletta o guidare per molte ore)
- stile di vita non corretto (fumo, eccessivo consumo di alcolici, vita sedentaria)
- diabete
- cateterizzazione vescicale
- astinenza sessuale
- rapporti sessuali non protetti
- disturbi gastro-intestinali come stitichezza prolungata ed emorroidi.

Come tenere sotto controllo la prostata
Per mantenere la prostata in salute è importante sottoporsi a controlli periodici dopo i 50 anni. Tra gli esami da fare:
- esplorazione digito-rettale. L’urologo controlla manualmente le condizioni della prostata inserendo un dito nel retto. In questo modo è possibile rilevare un ingrossamento della ghiandola o la presenza di noduli.
- PSA (antigene prostatico specifico- Prostate-Specific Antigen, PSA). E’ un esame del sangue che rivela i livelli di una proteina prodotta unicamente dalla prostata. Tali livelli possono aumentare per diverse cause, tra cui tumori e ipertrofia prostatica benigna. Questo test, tuttavia, non è raccomandato nei soggetti che non presentano sintomi. Infatti, studi su ampi campioni di popolazione hanno dimostrato che questo tipo di test, nonostante sia un importante strumento diagnostico, può comportare dei falsi positivi e quindi false diagnosi di tumore.
- Ecografia prostatica transrettale. Attraverso un’ecografia si può valutare la morfologia della prostata e quindi individuare un ingrossamento o eventuali formazioni. Si esegue inserendo nel retto un sondino a ultrasuoni; questi ultimi sono poi riconvertiti in immagini. Il più delle volte si associa all’ecografia anche una biopsia, cioè l’asportazione di una piccola parte di tessuto prostatico per l’esame istologico. Ciò consente di verificare l’eventuale presenza di una formazione maligna e quindi di un cancro.
Attività sessuale e salute della prostata
Per la salute della prostata il sesso si rivela un vero e proprio fattore protettivo. Ma quante devono essere le eiaculazioni in un determinato arco temporale per avere dei reali benefici?
Secondo gli studi, più aumentano le eiaculazioni, minori sono le possibilità di comparsa di un tumore alla prostata.
In età giovanile, da 4 a 6 a settimana sono il numero ottimale, mentre in età adulta 20 al mese potrebbero ridurre considerevolmente il rischio di cancro.
L’emissione del liquido seminale infatti, mantiene attivi i dotti eiaculatori e l’elasticità del tessuto prostatico.
Il sesso è quindi un buon alleato per la salute ma solo se con le adeguate protezioni. Alcune malattie veneree come la gonorrea, ad esempio, aumentano il rischio di cancro prostatico.

Prevenzione
Uno stile di vita sano e una corretta alimentazione sono i cardini della prevenzione di numerose patologie, tra cui quelle della prostata.
Quindi sono fattori di protezione:
- una dieta ricca di frutta e verdura, cereali integrali, poca carne rossa, pochi grassi (privilegiando alimenti ricchi di omega 3), fibre, legumi, ecc. è l’ideale per proteggere il nostro organismo e ritardare il processo di invecchiamento.
- Privilegiare gli alimenti non trattati o raffinati.
- Bere molta acqua.
- Mantenere il peso forma (l’obesità è fattore di rischio per il cancro alla prostata).
- Svolgere attività fisica con regolarità evitando una vita troppo sedentaria.
Con la consulenza del Dott. Gastone Sabatini, Urologo c/o il CTO Andrea Alesini, ASL Roma 2.
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