Sommario
Il tumore alla prostata è causato da una crescita anomala delle cellule presenti all’interno della ghiandola prostatica. È uno dei tumori più comuni negli uomini. Secondo le statistiche, infatti, un uomo su otto può andare incontro a questa patologia. Rappresenta quindi il 20% di tutte le neoplasie diagnosticate nella popolazione maschile, a partire dai 50 anni di età, posizionandosi al secondo posto dopo il tumore ai polmoni.
Generalmente, il tumore alla prostata è asintomatico e solo in uno stadio avanzato si possono manifestare sintomi simili a quelli dell’ipertrofia prostatica benigna (difficoltà a urinare, frequenza e urgenza minzionale). La prognosi tuttavia è ottima e la sopravvivenza è circa il 90% a 5 anni dalla diagnosi. I trattamenti dipendono dallo stadio della neoplasia e prevedono l’intervento chirurgico, la radioterapia e la terapia ormonale. Uno stile di vita sano e un’alimentazione corretta sono importanti fattori di prevenzione.
A cosa è dovuto il tumore alle prostata
Si tratta di una crescita atipica delle cellule prostatiche. Generalmente è un tumore che progredisce lentamente e difficilmente crea metastasi (cellule anomale che si staccano dall’organo da cui originano e si diffondono in altri organi dove possono proliferare).
Negli stadi iniziali è il più delle volte asintomatico e le cause sono ancora sconosciute.
È tuttavia la seconda neoplasia maligna più comune nel sesso maschile dopo il tumore ai polmoni e colpisce in particolare in età avanzata. Infatti, più della metà dei casi diagnosticati riguarda uomini over 70. È comunque un tumore poco aggressivo che può essere affrontato con terapie efficaci.
Esistono, però, anche forme di cancro più severe che crescono rapidamente e tendono a formare metastasi, cioè tumori secondari.
Sono, invece, più comuni dei tumori le patologie benigne che riguardano la prostata, soprattutto dopo i 50 anni, come l’iperplasia o ipertrofia prostatica o le prostatiti.
Il tumore alla prostata è uno delle neoplasie più diffuse nella popolazione maschile over 50. Infatti, rappresenta circa il 20% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo.
Si guarisce dal tumore alla prostata? La prognosi solitamente è ottima. I dati sul numero dei soggetti sopravvissuti dopo 5 anni dalla diagnosi è di circa il 90%, una percentuale tra le più alte per i casi di tumori, tenendo anche conto dell’età media. Se poi si considera il grado di aggressività delle diverse forme tumorali, il tumore alla prostata, anche se è ai primi posti per incidenza, in Italia è al terzo posto per mortalità in soggetti al di sopra dei 70 anni di età.
Che cos’è e a cosa serve la prostata
La prostata è una piccola ghiandola delle dimensioni di una noce situata alla base della vescica maschile. È, infatti, presente solo negli uomini e circonda la porzione iniziale dell’uretra, il canale che porta l’urina dalla vescica all’esterno. L’uretra conduce all’esterno anche lo sperma, il liquido contenente gli spermatozoi.
Chi fa il controllo della prostata? Il medico specialista di riferimento è l’urologo.
La prostata è composta da tre zone specifiche.
- Periferica, che contiene quasi il 70% del tessuto ghiandolare; è l’area più spesso interessata dal carcinoma e dall’infiammazione della ghiandola.
- Centrale, che contiene circa il 25% delle strutture ghiandolari, circonda i dotti eiaculatori e si estende dalla base della prostata allo sbocco dei dotti eiaculatori.
- Di transizione (che ne contiene solamente il 5%) che costituisce la sede di origine dell’ipertrofia prostatica benigna, mentre il tessuto fibromuscolare anteriore non presenta strutture ghiandolari.
La sua funzione principale, infine, è quella di produrre un fluido denso e trasparente che, mescolandosi agli spermatozoi, forma il liquido seminale. Tale fluido, detto liquido prostatico, serve a nutrire e a trasportare gli spermatozoi nel loro viaggio verso la fecondazione dell’ovulo femminile.
Partecipa anche al meccanismo della minzione ed è in stretta relazione con il sistema vescico-uretrale e con quello riproduttivo.
Funzioni della prostata
Le principali funzioni fisiologiche della prostata sono:
- Escretoria: produce gran parte dello sperma. Il liquido seminale, ricco di sostanze nutritive come zuccheri, proteine e sali minerali, serve a nutrire gli spermatozoi. Le sue componenti alcaline invece servono per neutralizzare la parte acida del muco vaginale che potrebbe danneggiare gli spermatozoi.
- Eiaculatoria: la ghiandola incorpora al suo interno i dotti eiaculatori che riversano lo sperma nel canale uretrale e da qui all’esterno. Durante l’orgasmo il tessuto della prostata si contrae per spingere, appunto, il liquido seminale nell’uretra.
- Urinaria: posta intorno all’uretra, il benessere delle due strutture anatomiche va di pari passo. In condizioni normali, l’urina presente nella vescica scorre all’esterno attraverso il canale uretrale senza problemi.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sulla prostata.
Quali sono i sintomi del tumore alla prostata
Come si fa a capire se si ha un tumore alla prostata? Non è facile, poiché generalmente nelle fasi iniziali il tumore della prostata è asintomatico.
La sintomatologia può manifestarsi solo nelle fasi avanzate. Infatti, man mano che la malattia progredisce, la massa tumorale comprime l’uretra causando gravi disturbi nella minzione come:
- Aumento della frequenza con cui si urina durante il giorno e/o la notte.
- Difficoltà a urinare (soprattutto a iniziare la minzione).
- Necessità impellente di urinare e sensazione di non urinare completamente.
- Perdita di urina.
- Presenza di sangue nelle urine o nello sperma.
- Difficoltà nell’erezione.
Tuttavia questi sintomi possono essere causati anche da patologie prostatiche benigne, come l’ipertrofia e le prostatiti. È quindi sempre necessario rivolgersi all’urologo per eventuali esami di approfondimento.
Tumore alla prostata: cause, fattori di rischio e tipologie
Principali fattori di rischio
- Età. L’incidenza aumenta con l’età e la possibilità di ammalarsi cresce dopo i 50 anni. Circa il 70% dei soggetti con più di 80 anni ha un tumore alla prostata. Nella maggioranza dei casi la sintomatologia è assente ed è scoperta con l’esame autoptico.
- Etnia. Secondo le statistiche il tumore alla prostata è più comune negli africani e meno negli asiatici.
- Fattori ormonali. Elevati livelli di ormoni come il testosterone e l’IGF1 (fattore di crescita insulino-simile 1) nel sangue e nel tessuto prostatico favoriscono la crescita cellulare e l’insorgenza del tumore.
- Familiarità (in circa il 25% dei soggetti).
- Prostatiti. Secondo alcuni studi può esserci un legame tra infiammazione e cancerogenesi della prostata.
- Obesità.
Tipi di tumore alla prostata
La prostata è composta da diverse tipologie di cellule che possono trasformarsi in cancerose.
I tumori prostatici quindi sono denominati adenocarcinomi della prostata poiché si originano dalle cellule di una ghiandola.
Sono 5 le categorie di cancro individuate:
- Adenocarcinoma acinare: è il tipo più comune (circa il 90% dei casi) e si sviluppa nelle cellule della zona periferica della prostata.
- Adenocarcinoma duttale: ha origine nelle cellule di rivestimento dei dotti (o canali) che attraversano la ghiandola prostatica. Questo tipo di cancro generalmente progredisce rapidamente.
- Cancro a cellule transizionali (o uroteliale): si forma nelle cellule dell’uretra. Spesso si origina nella vescica, per poi diffondersi alla prostata, ma raramente parte dalla prostata e si diffonde alla vescica e alle strutture vicine.
- Cancro a cellule squamose: questo tipo di cancro si sviluppa dalle cellule che rivestono la prostata e tende a crescere più velocemente rispetto agli adenocarcinomi.
- Cancro a piccole cellule: è un tipo di tumore costituito da piccole cellule tondeggianti ed è piuttosto raro.
Il tumore della prostata è classificato anche in base al grado, cioè all’aggressività della malattia e alla localizzazione:
- Localizzato. Si trova nella ghiandola prostatica e non si è diffuso in altre zone del corpo. È classificato come tumore a basso, medio e alto rischio.
- Localmente avanzato. Il tumore si è diffuso oltre la ghiandola prostatica, ad esempio nei tessuti circostanti, nelle vescicole seminali o negli organi vicini come il retto o i linfonodi.
- Metastatico. In questo caso le cellule tumorali si sono diffuse in altre zone del corpo formando tumori secondari (metastasi).
Scala di valutazione del tumore
La scala maggiormente utilizzata per valutare il grado dei tumori della prostata è quella di Gleason.
Analizzando i campioni di cellule (biopsie) prostatiche, si assegna a ogni campione un grado da 1 a 5.
- Grado 1 e 2: le cellule dei campioni sono simili alle cellule sane della prostata.
- Grado 3-5: le cellule sono cancerose.
Il punteggio globale di Gleason si ottiene sommando i gradi delle aree tumorali maggiormente presenti nei campioni. Ad esempio, se il tessuto tumorale più esteso ha un grado 3 e l’area tumorale con estensione inferiore ha un grado 4, il punteggio globale sarà 7.
Tipicamente, i punteggi di Gleason dei tumori della prostata sono compresi in un range tra 6 e 10. Più alto è il punteggio di Gleason, maggiore sarà la probabilità che il cancro proliferi e si diffonda velocemente.
Diagnosi: esami e indagini diagnostiche
Il tumore della prostata colpisce prevalentemente gli uomini in età avanzata. Più della metà dei casi di cancro è diagnosticata dopo i 70 anni.
Gli esami da eseguire sono generalmente:
- Esame clinico: palpazione della ghiandola (esplorazione rettale) per verificare eventuali anomalie.
- Dosaggio del PSA nel sangue: consente di verificare il livello ematico di una specifica proteina, anche se un aumento del PSA non corrisponde necessariamente alla presenza di un tumore.
- Biopsia: il prelievo di campioni di tessuto prostatico consente di individuare eventuali cellule cancerogene. Si esegue mediante ecografia transrettale (Transrectal Ultrasound Scan, TRUS) in anestesia locale e l’uso di un ago sottilissimo per prelevare dalla ghiandola alcuni campioni di tessuto.
Le indagini diagnostiche, invece, prevedono:
- Risonanza magnetica (RM).
- Risonanza magnetica Multiparametrica.
- Tomografia a emissione di positroni (Positron Emission Tomography, PET).
- Tomografia computerizzata (TC).
L’obiettivo è verificare la diffusione del cancro e individuare la strategia terapeutica migliore.
Come si cura il tumore alla prostata
La strategia terapeutica deve tenere conto delle dimensioni, della sede e dello stadio del tumore, ma anche delle condizioni di salute del soggetto. Ci sono varie opzioni di trattamento per il tumore della prostata, con benefici ed effetti collaterali specifici.
Sorveglianza attiva
Si tratta di monitorare il tumore senza sottoporre il soggetto ad alcun trattamento, verificando periodicamente i livelli di PSA, effettuando controlli, biopsie (se necessario) e la risonanza magnetica. Si adotta generalmente per i tumori localizzati a basso rischio.
Vigile attesa
In caso di soggetti anziani o con altre malattie in atto, si evitano trattamenti finché la malattia non diventa significativa, anche per la sintomatologia. Si effettuano quindi controlli periodici (PSA, biopsie e esplorazione rettale) per monitorare la progressione del tumore.
Chirurgia
Prevede la rimozione totale della prostata (prostatectomia radicale), dei linfonodi vicini al tumore e delle vescicole seminali. La prostatectomia nerve-sparing, invece, prevede l’asportazione del tessuto prostatico risparmiando i fasci nervosi che controllano l’erezione. Questa procedura si può adottare solo se il cancro è localizzato.
Radioterapia
Particolarmente efficace nei tumori a basso rischio, utilizza le radiazioni per danneggiare ed eliminare le cellule tumorali. Sono due i tipi di radioterapia:
- A fasci esterni: le radiazioni dirette sul tumore sono prodotte da uno specifico macchinario. È il trattamento standard nei tumori a basso rischio.
- Brachiterapia: le radiazioni sono emesse da una sorgente radioattiva inserita all’interno della ghiandola prostatica.
Terapia ormonale
Ha l’obiettivo di ridurre il livello di testosterone, l’ormone che stimola la crescita delle cellule prostatiche. Bloccando quindi l’azione del testosterone si può rallentare la crescita del cancro, soprattutto nelle fasi avanzate. Gli effetti collaterali tuttavia possono comportare:
- Calo del desiderio sessuale.
- Disfunzione erettile.
- Osteoporosi.
- Astenia.
La terapia ormonale si somministra anche per ridurre il rischio di ricomparsa del tumore (recidiva).
Chemioterapia
Si utilizza per distruggere le cellule cancerose, soprattutto nei tumori ormone-resistenti.
Altre terapie
Tra i trattamenti sperimentali ci sono la crioterapia (eliminazione delle cellule tumorali con il freddo) e l’HIFU (ultrasuoni focalizzati sul tumore). Ci sono, inoltre, in fase di sperimentazione, anche dei vaccini che stimolano il sistema immunitario a reagire contro il tumore.
Prognosi: si guarisce dal tumore alla prostata?
Generalmente la prognosi è ottima. La maggior parte degli uomini in età avanzata con tumore della prostata ha circa la stessa aspettativa di vita dei soggetti sani. È, infatti, possibile la remissione del tumore o perfino la guarigione.
Ovviamente dipende dal grado e dallo stadio del cancro. Infatti, i tumori infiltrati anche nei tessuti circostanti hanno una prognosi infausta. Il tumore alla prostata metastatico non è curabile.
Negli altri casi, tuttavia, il tasso di sopravvivenza è dell’90% a 5 anni dalla diagnosi.
Come prevenire il tumore alla prostata
Non ci sono forme di prevenzione per il tumore alla prostata, ma prendersi cura della propria salute e adottare un corretto stile di vita può certamente aiutare.
Le 5 regole utili
- Seguire una dieta salutare aumentando il consumo di frutta, verdura e cereali integrali; mangiare meno carne rossa, soprattutto se grassa o troppo cotta.
- Mantenere il peso forma anche facendo attività fisica. Può bastare mezz’ora al giorno (la camminata è un ottimo esercizio).
- Sottoporsi almeno una volta l’anno alla visita urologica, soprattutto se si ha familiarità per il tumore o si soffre di disturbi urinari.
- Non fumare ed evitare il fumo passivo.
- Evitare il consumo di alcolici.
Con la consulenza del Dott. Gastone Sabatini, Urologo c/o il CTO Andrea Alesini, ASL Roma 2.
Fonti
- Fondazione AIRC per il cancro.
- Il carcinoma della prostata, R. Benelli. LILT (Lega italiana per la lotta contro i tumori)
- Cancro della prostata. Linee guida per la pratica clinica dell’European Society for Medical Oncology (ESMO).