La tiroidite cronica autoimmune o tiroidite di Hashimoto è una delle malattie endocrine che ad oggi si osservano più frequentemente. Questa patologia, particolarmente diffusa tra il sesso femminile, determina un malfunzionamento dell’organo causando ipotiroidismo. È importante comprendere che, quando si parla di malattie della tiroide, devono essere considerati diversi aspetti e non ci si deve focalizzare solamente su quest’organo, ritenendolo indipendente dal resto dell’organismo.
La tiroide, infatti, grazie all’ attività di alcuni ormoni (tiroxinaT4 e triiodotironinaT3) sintetizzati a partire dallo Iodio. Svolge diverse funzioni tra cui regolare sia il consumo di energia che molti processi metabolici del nostro organismo. Infatti, i sintomi più comuni in chi soffre di ipotiroidismo sono:
- Stanchezza;
- Aumento di peso (anche in assenza di eccessi nell’alimentazione) o difficoltà a perderlo;
- Capelli secchi e diradamento;
- Costipazione;
- Difficoltà a concentrarsi;
- Depressione.
È, dunque, di fondamentale importanza avere un regime alimentare corretto ed equilibrato, svolgere attività fisica con costanza, preferibilmente di tipo aerobico (corsa, bicicletta, camminata a passo svelto), e mantenere un atteggiamento positivo.
Se non vengono corretti tutti i meccanismi che portano al buon funzionamento della tiroide, difficilmente la situazione migliorerà. L’alimentazione svolge un ruolo determinante. Ci sono alcuni cibi, in particolare, di cui è consigliato limitare il consumo quali:
- Latticini: sono alimenti ricchi di Calcio, minerale che rallenta l’attività della tiroide.
- Glutine (pane, pasta, biscotti, prodotti da forno): diversi studi hanno dimostrato esserci una correlazione tra il consumo di cereali contenenti glutine e le disfunzioni tiroidee.
- Caffè: contenente la caffeina che ha un’azione di stimolare eccessivamente la tiroide.
- Soia: interferisce con il metabolismo dello iodio.
- Zuccheri semplici: operando sul controllo dell’insulina e diminuendo l’infiammazione generale è possibile riequilibrare la regolazione del consumo di energia.
- Crocifere/Brassicacee (broccoli, rape, cavoli, cavolini di Bruxelles): contengono degli anti nutrienti che possono inibire le funzioni tiroidee.
Per ridurre e controllare l’infiammazione è utile consumare alimenti ricchi di acidi grassi omega-3 di origine vegetale o animale (contenuti nel pesce azzurro, semi oleosi, alghe ecc.), poiché si tratta di grassi che svolgono un’azione antinfiammatoria.
Tuttavia non è possibile generalizzare eccessivamente: ogni individuo ha una sua suscettibilità e una sintomatologia personale. Se sono presenti altri squilibri a livello ematico ed ormonale la dieta non sarà sufficiente a migliorare il quadro generale del soggetto. Inoltre, su molti degli alimenti in questione, sono tutt’ora in corso studi che possano dimostrare l’effettiva correlazione tra la loro assunzione ed eventuali benefici o svantaggi per la tiroide. È sempre importante però effettuare un controllo dei valori ematici degli ormoni tiroidei per monitorare la situazione e poter intervenire in maniera mirata ed accurata, rivolgendosi sempre al medico di riferimento.
Last Update: 17 Aprile 2020