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Home » Salute » Patologie » Infezioni da streptococco: cosa sono, quali sono, sintomi e come curarle

Infezioni da streptococco: cosa sono, quali sono, sintomi e come curarle

Sylvie Pariset by Sylvie Pariset
29 Novembre 2019
in Patologie
streptococco: cos'è, tipi, diagnosi e cura
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Sommario

  • Streptococco: che cos’è
  • Tipi di streptococco (gruppo A e gruppo B)
  • Cause dello streptococco (divise tra gruppo A e gruppo B)
  • Streptococco: fattori di rischio
  • Trasmissione e contagio
  • Sintomi
  • Complicazioni
  • Diagnosi : tampone faringeo e vaginale
  • Cura: terapia antibiotica
  • Prevenzione streptococco

Con la consulenza di Rosanna Ercole Mellone, divulgatrice della nutrizione.
Revisione scientifica a cura di Manrico Cimoli, specialista in pediatria a Massa Carrara.

Gli agenti patogeni classificati con il genere streptococco sono microrganismi della specie dei cocchi gram positivi. I batteri da streptococco, di forma rotonda, si dividono in due gruppi, A e B, diversi per struttura e patogenesi. I germi A si trovano nelle vie aeree e sulla pelle, anche dei sani, e si trasmettono per contagio da persona a persona.  Al ceppo, appartiene lo streptococco beta-emolitico, responsabile soprattutto di faringite, scarlattina e malattie della pelle.
Se curato male, il beta-emolitico A può dare fascite necrotizzante, febbre reumatica e sindrome da shock tossico, con pericolo di decesso. Invece, gli organi più danneggiati dal microrganismo B sono reni, cuore e sistema nervoso. Lo streptococco B si distingue per essere ospitato nelle vie genito-urinarie e nel retto e per la sua trasmissione indiretta.

In particolare lo streptococco agalactiae B o GBS passa dalla madre infetta al figlio durante il parto. Negli adulti, il contagio da germe B avviene tramite i rapporti sessuali. Infatti, lo streptococco agalactiae B provoca in prevalenza setticemie, gravi infezioni del sangue, e scatena processi morbosi, come meningite ed endocardite. 

L’invasione di streptococco A viene diagnosticata con il tampone faringeo, anche rapido. Invece, l’infezione da GBS viene evidenziata, nelle gravide o nei partner sessuali, attraverso il tampone vaginale e rettale.

La cura delle infezioni da streptococco si effettua con terapia antibiotica, a base di amoxicillina o penicillina. La prevenzione in chi è a rischio di GBS, come neonati da mamme infette e compagni di soggetti positivi, passa attraverso gli antibiotici.

Streptococco: che cos’è

Lo Streptococcus, dal latino “facilmente piegato”, è un microrganismo unicellulare. 

Come indica il nome, i batteri, unendosi a coppie, si ripiegano e generano catenelle, a differenza degli stafilococchi che formano grappoli.

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Gli streptococchi appartengono alla famiglia dei cocchi Gram positivi.  Questa denominazione del genere deriva dalla forma sferica dei batteri e dal colore che assumono dopo la colorazione di Gram. In effetti, gli streptococchi sono rotondi e si tingono di blu, dopo la particolare colorazione chimica.

Dei numerosi ceppi del microrganismo, circa 20, molti vivono in modo saprofita nell’organismo umano senza scatenare disturbi.

In alcuni individui, definiti “portatori sani”, possono essere riscontrati numerosi streptococchi patogeni che non procurano malattie all’ospite. Infatti queste persone indenni vivono in armonia con i microrganismi che colonizzano l’organismo.

Tuttavia i germi possono diventare virulenti e invadere velocemente il corpo, provocando malattie. Soprattutto in caso di scarse difese immunitarie o di elevata carica batterica, i germi possono prendere il sopravvento.

D’altro canto, alcuni ceppi sono di per sé pericolosi per la salute perché altamente patogeni. Quando gli streptococchi riescono a crescere nell’organismo, in seguito a varie condizioni, provocano l’infezione. 

Il processo è chiamato “chiave-serratura” perché i germi aderiscono alle cellule umane, le alterano e penetrano. Nei malati, l’individuazione dei microbi non sempre consente di far risalire la malattia agli streptococchi.

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Gli agenti patogeni peggiori sono quelli della specie detta beta-emolitica, appartenenti ai gruppi A e B. 

Classificazione

Due classificazioni definiscono gli streptococchi più pericolosi e li distinguono da altri più innocui. 

Gli streptococchi di tipo A si trasmettono soprattutto per via diretta, da persona a persona. Questi germi sono considerati invasivi in quanto si diffondono rapidamente nel corpo.

Lo streptococco pyogenes, beta-emolitico A, è il più diffuso e causa faringite soprattutto nei bambini, avverte Manrico Cimoli, specialista in pediatria a Massa Carrara.

Al batterio vanno attribuite anche:

  • tonsillite
  • febbre reumatica
  • scarlattina e impetigine, con varie complicazioni.

Invece, il rappresentante più importante della categoria B è lo streptococco agalactiae o GBS, portatore di:

  • meningite
  • polmonite
  • sepsi. 

Il GBS abita l’apparato urogenitale e il retto, soprattutto femminili, e si trasferisce dalla partoriente al nascituro durante il parto.

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Infine, a parte, è considerato molto nocivo lo streptococco pneumoniae che è un alfa-emolitico, ma non è inserito in un gruppo. 

Il germe è all’origine di:

  • otite
  • sinusite
  • polmonite.
streptococco: tipi A e B

Tipi di streptococco (gruppo A e gruppo B)

Tra i tipi A, rientra lo streptococco beta-emolitico, o pyogenes, che può dare sintomi diversi e manifestazioni più o meno gravi.

Gli streptococchi sono stati classificati in varie tipologie, secondo criteri chimici e strutturali. Innanzitutto i germi sono stati divisi in due specie: gli streptococchi-alfa e quelli beta-emolitici, in base al comportamento e all’aspetto che assumono in una coltura speciale.

Entrambi, come sottolinea il nome “emolitico”, producono tossine che attaccano e distruggono i globuli rossi del sangue.

Streptococco A 

Gli streptococchi-alfa, quando immessi su terreni agar e sangue, si dimostrano moderatamente emolitici. Infatti questi batteri non rompono del tutto i globuli rossi ma producono un’emolisi incompleta. 

Gli streptococchi-alfa-emolitici sono visibili nella coltura perché formano colonie di color verde. Su piastre agar-sangue, gli streptococchi beta-emolitici si comportano diversamente. Infatti, distruggono i globuli rossi e si presentano in colonie contornate da una sfumatura rosa. Un’altra categoria comprende batteri definiti in modo improprio. Sono gli streptococchi gamma-emolitici che in realtà non hanno capacità di emolisi e quindi dovrebbero chiamarsi “anemolitici”.

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Un’ulteriore classificazione determinante degli streptococchi è quella di Lancefield, che porta il nome della scopritrice. Il fattore di diversificazione dei germi è l’antigene polisaccaridico C di parete cellulare, o membrana, che mostra caratteristiche differenti da un ceppo all’altro.

A seconda della struttura antigenica, gli streptococchi costituiscono gruppi sierologici, indicati con lettere dell’alfabeto, dalla A alla V, escluse J e I.

I siero-gruppi principali, che interessano la medicina e quindi lo sviluppo di malattie, sono quelli A e B.

Nelle due categorie, gli streptococchi beta-emolitici risultano particolarmente dannosi, implicati anche in emergenze sanitarie.

Il siero-gruppo A è produttore di enzimi che facilitano la diffusione dei germi. Ma gli streptococchi A sono perniciosi soprattutto per la produzione di tossine. Chiamate “eterogeniche”, le sostanze tossiche rappresentano per l’organismo antigeni molto forti.

In maggioranza, i batteri A infettano la gola e la cute, anche se possono colpire altre parti del corpo. I germi di questo tipo si trasferiscono da soggetto a soggetto e penetrano facilmente nell’organismo, moltiplicandosi. 

Streptococco beta-emolitico

Il protagonista della specie A è lo streptococco beta-emolitico, o pyogenes, fonte di sintomi diversi e più o meno gravi. In effetti, il batterio produce in quantità la streptolisina, una tossina che distrugge i globuli rossi e può dare shock tossico.

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Al germe, presente nelle prime vie aeree, soprattutto nelle adenoidi, si devono molti mal di gola, anche senza febbre. 

In particolare, il piogene è in relazione con le faringiti acute infantili, più importanti di quelle virali, dice il pediatra. Ma lo streptococco pyogenes procura molte altre malattie, come:

  • scarlattina esantematica
  • ascessi tonsillari
  • polmonite.

In mancanza di difese o cure adeguate, l’infezione da batterio si può aggravare in meningite, endocardite e altre patologie. 

Streptococco B 

Del gruppo B fa parte lo streptococco agalactiae o GBS beta-emolitico, che può infettare a tutte le età, in particolare i neonati.

Il battere si rintraccia soprattutto nel retto e nelle vie urogenitali della donna. Se le mamme incinte ospitano il GBS, i neonati possono essere infettati dal germe, con manifestazioni precoci o tardive. L’agalactiae, attraverso le mucose o le vie respiratorie, entra nel circolo sanguigno e raggiunge altri tessuti, danneggiandoli.

Le patologie da contagio con GBS sono:

  • Meningite
  • polmonite
  • sepsi.

Interessati all’esposizione all’agente patogeno sono anche gli adulti con attività sessuale.

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Sembra che il 30% degli individui sani presenti il germe assolutamente innocuo negli apparati gastrointestinale e riproduttivo.

Se vuoi approfondire, leggi il rapporto dell’Istituto Nazionale della Sanità, sulle infezioni da streptococco di gruppo B.

Streptococcus Pneumoniae alfa-emolitico

Ugualmente temibile ma che non rientra nella classificazione di Lanfield è lo Streptococcus Pneumoniae alfa-emolitico. 

Gli 80 tipi del microrganismo albergano nelle vie aeree umane, soprattutto d’inverno e a primavera, senza dare problemi.

Nonostante la convivenza abituale, a un certo momento il germe può generare malattie, infettando normalmente i polmoni. Riconducibili al batterio sono sindromi “leggere”, come congiuntivite, sinusite e otite nei bambini, e pesanti, tra cui batteriemia e meningite.

Lo pneumococco, in prevalenza negli adulti, è causa soprattutto di:

  • polmonite lobare
  • infezione dei tessuti dell’organo. 

Altri tipi di streptococchi

Altri tipi di streptococchi, meno comuni e al di fuori dei gruppi A e B, sono:

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  • faecalis, che risiede nell’orofaringe e nell’intestino ed è responsabile di endocardite
  • mutans, emolitico in grado di indurre la carie dei denti.
streptococcus: cause

Cause dello streptococco (divise tra gruppo A e gruppo B)

Il contagio degli streptococchi del gruppo A avviene per trasferimento diretto da malato a sano. Anche chi è senza sintomi può trasmettere i batteri, ma in genere l’infezione asintomatica è meno contagiosa. Infatti lo streptococco A può essere commensale di gola e pelle senza produrre danni rilevabili. All’opposto, a volte l’invasione di questi microbi, soprattutto massiccia, può determinare condizioni gravi ed essere pericolosa per la vita. Particolarmente rilevante il fatto che gli streptococchi del gruppo A si diffondono nel corpo. 

Invece gli streptococchi del gruppo B si differenziano per non dare un contagio diretto tra persone. 

Il microrganismo agalactiae passa dal portatore all’organismo del sano in seguito a rapporti sessuali o all’espletamento del parto. Solo il contatto intimo tra l’interno del corpo infetto con l’organismo sano può far insorgere l’infezione da ceppo B. Comunque esistono persone colonizzate dallo streptococco B che non hanno disturbi ma possono infettare gli altri.

Lo pneumococco può svilupparsi a partire da un’infezione banale, in particolare alle vie aeree.  Il germe dilaga nel circolo sanguigno e dalla sede dell’infezione può arrivare in altre aree dell’organismo.

Talvolta lo streptococco pneumoniae per assalire l’organismo approfitta dei danni ai tessuti conseguenti a:

  • bronchite cronica
  • virus, come quelli influenzali.

Avere già malattie debilitanti o un indebolimento del sistema immunitario, come negli immunodepressi, sono condizioni che favoriscono l’infezione da streptococchi.

Streptococco: fattori di rischio

Streptococco gruppo A

Per essere sopraffatto dagli streptococchi del gruppo A, l’organismo versa in determinate condizioni che favoriscono l’infezione. Inoltre, il germe colpisce più facilmente chi è già affetto da malattie debilitanti, come i tumori, o croniche, tra cui il diabete.

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Anche le persone con un indebolimento del sistema immunitario o immunodepresse possono infettarsi di più con il piogene.

Un’alterazione delle barriere fisiche dell’organismo favorisce l’ingresso dei batteri di tipo A nell’organismo. 

Invece, cute e mucose sane impediscono l’invasione degli streptococchi A. Tuttavia se queste barriere vengono lesionate, ad esempio da ferite, punture d’insetti e ustioni, l’attacco dei microrganismi va a segno.

Vivere in comunità, come all’asilo o a scuola, a stretto contatto con portatori di germi, è un fattore di rischio per l’infezione, afferma il dottor Cimoli.

Una cattiva igiene, in particolare personale e infantile, può aprire le porte dell’organismo agli streptococchi A.

Chi è più a rischio infezione da streptococco A 

Quindi più a rischio di infezione da streptococchi A risultano i bambini, in età di scuola, anche materna. 

Ma anche tra gli adulti:

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  • le persone che vivono in comunità, come gli anziani nelle case di riposo;
  • i visitatori di ospedali o chi assiste un malato e lo stesso personale sanitario;
  • parenti e amici che vivono a distanza di gomito con un malato;
  • chi frequenta metropolitane, locali pubblici e altri luoghi affollati o sporchi.

Inoltre, i microrganismi A possono aderire a dispositivi medici, tra cui cateteri e protesi auricolari, prima che vengano messi al soggetto. Dal momento che i materiali non hanno difese, i germi possono crescere in abbondanza su di loro. Purtroppo, una volta impiantati, i dispositivi trasmettono al paziente i batteri, che si propagano causando malattie.

streptococco: fattori di rischio

Fattori di rischio: streptococco B

Invece nel caso degli streptococchi del gruppo B, più a rischio sono i neonati delle gravide infette.  Tuttavia, le partorienti positive all’agalactiae possono anche mettere alla luce bambini sani.

D’altra parte, le gravide con GBS corrono il rischio di :

  • abortire
  • parto prematuro.
  • morte del feto nell’utero.

Inoltre, possono incorrere in infezioni da tipo B anche i compagni di partner sessuali che albergano i germi nell’apparato urogenitale.

Streptococco pneumoniae

Lo streptococco pneumoniae prevale nei soggetti:

  • malnutriti
  • con malattie croniche
  • con sistema immunitario deteriorato. 

Anche i fumatori, gli alcolisti e i portatori di impianti acustici cocleari sono predisposti al contagio del microbo.

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Gli anziani, al di sopra dei 65 anni, e chi ha subito l’asportazione della milza sono maggiormente esposti alla polmonite pneumococcica. Particolarmente a rischio si dimostrano i malati di:

  • morbo di Hodgkin
  • linfoma
  • mieloma multiplo
  • anemia falciforme.

I bambini fino ai 2 anni si infettano se hanno problemi di salute oppure vivono con fratelli o in luoghi con altri piccoli.

Il germe è alla base di otiti e sinusiti infantili, ma può portare i pazienti alla meningite.

streptococcus: contagio

Trasmissione e contagio

Germi A

Lo streptococco del gruppo A alberga comunemente in gola e sulla pelle. In alcune condizioni, i batteri possono infettare e dare malattie, entrando nell’organismo.

Tra individui, lo scambio diretto di germi avviene con :

  • contatto di pelli, come stretta di mano
  • bacio
  • per via aerea. 

A breve distanza, i germi A sono veicolati da secrezioni, come goccioline di saliva, muco nasale o spruzzi da starnuti e tosse. 

Le emissioni infette si possono anche depositare su oggetti di uso comune, come gli asciugamani e le maniglie. Questi oggetti contaminati a loro volta trasferiscono i germi a chi li tocca.

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Anche condividere giocattoli, biancheria, bicchieri, posate e cibo infetti promuove il contagio indiretto dei germi.

Il microbo può penetrare nell’individuo anche in presenza di ferite sulla pelle, soprattutto se il sistema immunitario non è efficiente.

streptococcus B

Germi B

Invece, gli streptococchi della categoria B non vengono trasmessi per semplice e comune contatto diretto  tra persone. Perché avvenga il trasporto dall’uno all’altro occorre un congiungimento più intimo. L’infezione da GBS si verifica nei neonati che attraversano il canale materno del parto abitato dai germi. 

Condizioni che costituiscono un pericolo di contaminazione per il nascituro sono:

  • presenza dei germi nelle urine della donna
  • parto prima del tempo stabilito
  • rottura delle membrane amniotiche che si prolunga per ore
  • febbre della gravida.

Negli adulti, lo streptococco B passa a un soggetto solo tramite il rapporto sessuale con un individuo a sua volta infetto.

streptococco: sintomi

Sintomi

Lo streptococco del gruppo A può procurare semplici mal di gola, ma molto spesso coinvolge le tonsille in modo serio. 

La faringite è l’infezione più diffusa dovuta allo streptococco beta-Emolitico A, specialmente nei piccoli sopra i 3 anni, dice il pediatra.

Mal di gola da streptococco

La cosiddetta angina streptococcica è molto contagiosa e colpisce i bambini fino ai 15 anni e, più di rado, gli adulti. I sintomi compaiono improvvisamente, con:

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  • gola arrossata
  • tonsille
  • linfonodi del collo gonfi e dolorosi alla palpazione. 

Al mal di gola si accompagna l’essudato tonsillare, ovvero la formazione di placche contenenti pus.

Altri sintomi

Oltre a febbre, malessere, brividi e cefalea, la malattia può dare nausea, vomito e alterazioni del battito cardiaco. 

Inoltre il cavo orale può essere ricoperto da puntini rossi o petecchie. Di rado nella faringite da streptococco A si possono manifestare tosse, laringite e ostruzione nasale.

Tuttavia nei bambini al di sotto dei 4 anni di età, l’unico sintomo della patologia può essere il gocciolio del naso. Ma in questi piccoli, occorre indagare bene perché manifestano più infezioni d’origine virale che da streptococco. Infatti, lo streptococco piogene, se non curato a dovere, rilascia la streptolisina a livello della faringe, scatenando la scarlattina. In modo particolare, sono i bambini dai 5 ai 15 anni a risentire dell’effetto dannoso della tossina. 

La sostanza nociva causa:

  • febbre
  • vomito
  • mal di gola
  • mal di testa.

Eruzione cutanea

Ma la malattia è soprattutto esantematica, caratterizzata da un’eruzione cutanea rosata o rossa. Lo sfogo cutaneo è più evidente sull’addome e ai lati del torace.

Altri punti di concentrazione della tossina sono il viso, che si arrossa con una forma a farfalla, e le pieghe della pelle, con linee rosso scure.

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Anche la bocca segnala la malattia: con un’area dal colorito pallido, intorno alle labbra. Alla fine, l’esantema può manifestarsi ovunque, tranne che all’interno dei gomiti.

Streptococco e scarlattina

Nella scarlattina, la lingua diventa “a lampone” perché si ricopre di una patina biancastra con macchie rosse. Dopo alcuni giorni, la patina scompare dalla lingua, che prende un colore rosso vivo.

L’esantema non determina prurito né dolore, ma lo strato superficiale della pelle spesso si desquama, alla scomparsa della febbre.

I bambini con scarlattina possono contagiare gli adulti che però si ammalano solo di faringite.

Infezione della pelle da streptococco A

Lo streptococco di gruppo A può anche infettare la cute, spesso penetrando attraverso lesioni, anche minime. L’impetigine è una piodermite che interessa soprattutto i bambini e si manifesta con un’eruzione. 

Sulla pelle, appaiono gruppi di bolle arrossate che poi diventano vescicole gonfie e piene di liquido trasparente. Dopodiché, le bolle, diventate opache, si rompono e lasciano il posto a croste giallastre. 

Inoltre, l’infezione della pelle può comportare:

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  • febbre
  • malessere generale
  • dissenteria.

In genere, l’infezione superficiale si sviluppa in seguito a cattiva igiene di una ferita e ai germi presenti nelle vie orali.

Streptococco pyogenes

L’erisipela è un’altra infezione della pelle dovuta allo Streptococco pyogenes. La cute del malato assume un colore rosso acceso e appare molto gonfia. L’edema è dovuto all’ostruzione dei vasi linfatici. In modo caratteristico, i margini dell’area infetta si presentano rialzati.

La maggior parte dei soggetti con erisipela accusa solo un’indisposizione, ma a volte può comparire la febbre.

In sintesi, i segni dell’avvenuta contaminazione da streptococco del gruppo A possono essere: – febbre; – gonfiore; – ferite arrossate; – capogiri; – forti dolori, anche all’addome; – ipotensione; – stato confusionale; – rash cutaneo. NICO TABELLA

Sintomi streptococco B

L’infezione da streptococco B GBS può colpire il feto nell’utero e dare setticemia, un’aggressiva infiammazione del sangue. Entro 12 ore dalla nascita, il neonato infetto manifesta:

  • irritabilità
  • scarsa reazione agli stimoli
  • temperatura e respirazione anormali.

Nei primi 7 giorni di vita, il bambino contagiato dalla madre può accusare polmonite e meningite, infezione delle membrane del cervello.

La manifestazione tardiva dell’infezione comporta danni neurologici irreversibili, rivelati da convulsioni, febbre, problemi nella poppata e sonnolenza.

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Anche gli adulti, contagiati dal GBS, hanno dapprima un’infezione generalizzata, o sepsi. In seguito, presentano infezioni localizzate a organi, come l’endocardite, nella parete interna del cuore, e l’ischemia miocardica. A volte, gli individui infetti possono soffrire di peritonite e infarto intestinale. 

I segnali della sepsi streptococcica in atto sono:

  • febbre o ipotermia
  • respirazione rapida
  • confusione mentale
  • edema
  • ipotensione
  • aumento dei battiti del cuore.
Sintomi streptococcus pneumoniae

Sintomi streptococco pneumoniae

Lo streptococco pneumoniae procura innanzitutto infiammazione a carico dell’orecchio, soprattutto nei bambini al di sotto dei 3 anni d’età.

Infatti nei primi anni di vita, la tuba d’Eustachio dell’orecchio è corta e in posizione orizzontale, caratteristiche che agevolano l’otite. Inoltre la predisposizione fisica alla malattia nei bambini è aggravata da infezioni da virus respiratori, che facilitano l’invasione dello pneumococco. L’OMA-Otite Media Acuta nei piccoli provoca orecchio dolorante e timpano arrossato e gonfio, accompagnati da febbre e sonnolenza.

L’insorgenza della malattia è rapida, poiché i primi sintomi compaiono entro 3 giorni dall’infezione.

A livello dell’orecchio medio, si riscontra un versamento dentro la cavità del timpano e spesso otorrea purulenta.

Inoltre, l’infezione può propagarsi anche ai seni paranasali, implicando:

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  • congestione
  • debolezza
  • senso di affaticamento
  • febbre
  • tosse.

Polmonite pneumococcica

La polmonite pneumococcica inizia generalmente dopo un raffreddore o l’influenza, che hanno alterato le difese. L’infiammazione dei tessuti polmonari si rivela all’improvviso con:

  • dolori al petto
  • respiro faticoso e accelerato
  • febbre
  • tremori e brividi.

Il paziente ha tosse produttiva ed espelle un escreato color ruggine, per la presenza di sangue.  Inoltre, percepisce malessere e difficoltà a respirare, con dispnea e dolore toracico all’atto del respiro.

Il corredo di sintomi è completato da:

  • nausea
  • vomito
  • astenia
  • dolori muscolari.

In soggetti anziani, molto giovani o con patologie gravi, la polmonite da streptococchi può essere letale, a causa di batteriemia pneumococcica.

Infine, alcuni pazienti hanno un versamento nella cavità pleurica, lo spazio tra i due fogli delle membrane di rivestimento polmonare, o pleura. Il versamento pleurico può aumentare dispnea e dolore, ma a volte è asintomatico.

problemi ai reni e streptococco

Complicazioni

La faringite streptococcica si può aggravare e dare patologie circoscritte alle vie aeree o diffuse nell’organismo. Il piogene, più frequentemente nei bambini, può infettare anche l’orecchio arrecando otite, con febbre e orecchio arrossato e dolente.

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L’infezione si può estendere al naso, con comparsa di sinusite, e interessare maggiormente tonsille e faringe, con ascessi pieni di pus. Non solo, l’espansione dell’infezione può arrivare all’orecchio medio, ai seni paranasali e all’osso mastoideo.

In particolare, gli streptococchi del ceppo A sono pericolosi per sistema nervoso, reni e cuore, spiega il dottor Cimoli. 

Dopo faringite o scarlattina, i germi possono giungere all’apparato cardiovascolare e dare l’endocardite infettiva, che danneggia tessuti e valvole dell’organo.

Alcuni pazienti, con il peggioramento dell’infezione, possono soffrire di dolorose febbri reumatiche, che pregiudicano la qualità della vita.

Streptococco e reni

Quando lo streptococco piogene arriva a livello del rene, può instaurarsi la glomerulonefrite (infiammazione dei reni).

La sindrome nefritica acuta si sviluppa da un’infezione cutanea o tonsillare, soprattutto nei bambini di età tra i 2 e i 14 anni. Purtroppo, circa la metà delle persone con glomerulonefrite è asintomatica.

I sintomi che possono comparire nella complicanza sono:

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  • ritenzione idrica
  • edema, prima in faccia e poi nelle gambe
  • diminuzione delle minzioni, con urina scura e sanguinolenta.

Con l’aggravarsi della malattia, la funzione renale peggiora e induce elevata pressione arteriosa ed edema cerebrale. A questo punto, il paziente lamenta cefalea e disturbi della visione e cognitivi.

Anziani 

Se ad essere malato è un anziano, si possono constatare sintomi non specifici, tra cui nausea e malessere. Nella glomerulonefrite progressiva, precocemente appaiono :

  • debolezza
  • astenia
  • febbre
  • mancanza d’appetito
  • dolori all’addome e alle articolazioni.

Un mese prima di perdere la funzionalità dei reni, la metà dei pazienti ha disturbi analoghi a quelli dell’influenza. La glomerulonefrite cronica può restare misconosciuta per anni, dati gli scarsi sintomi.

L’insufficienza renale è rivelata da ritenzione idrica, aumento della pressione arteriosa, prurito, astenia, vomito e respirazione difficoltosa.

L’impetigine può degenerare in

  • ectima
  • piodermite pruriginosa con pustole e ulcerazioni
  • cellulite.  

In questi casi, l’infezione si estende velocemente nel derma. Lo strato profondo della pelle s’infiamma in quanto gli streptococchi producono enzimi, capaci di ostacolare i meccanismi che arginano l’infezione. 

Le due complicazioni a loro volta possono apportare cicatrici e macchie sulla pelle. Anche l’erisipela può sfociare in cellulite. Le zone della cute interessate alla patologia si gonfiano e diventano molto vulnerabili.

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In genere sono più colpiti gli arti inferiori che presentano eritema, dolore e senso di tensione della cute. Inoltre, la pelle infetta può essere calda, gonfia e bucherellata, come la buccia dell’arancia.

A volte, sulla pelle con cellulite possono apparire formazioni a contenuto liquido, cioè piccole vescicole oppure grandi bolle.

Ad alcuni pazienti, le conseguenze dell’infezione portano brividi, frequenza cardiaca accelerata, pressione bassa e stato confusionale.

Con il progredire dell’invasione batterica, può manifestarsi:

  • linfoadenite, con linfonodi ingrossati
  • dolore.

Inoltre, si possono verificare ascessi cutanei e diffusione dell’infezione per mezzo del sangue, con sepsi.

Fascite necrotizzante

La fascite necrotizzante è un’infezione rara.

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L’infezione diffusa di streptococchi del gruppo A è collegata alla fascite necrotizzante, grave cellulite con necrosi dei tessuti infetti. L’occlusione dei piccoli vasi arteriosi nell’area infetta produce la morte dei tessuti a cui viene a mancare l’irrorazione di sangue.

Di conseguenza le difese immunitarie, che dovrebbero arrivare con il sangue, non possono raggiungere la zona infetta.

Così l’infezione si propaga con velocità e diventa difficile da curare, portando spesso alla morte il paziente.

Insinuandosi in profondità nella cute, l’infezione attacca la fascia muscolare. La fascite necrotizzante può impiantarsi anche su incisioni chirurgiche. 

La patologia può interessare le pareti addominali, i genitali e le cosce, in caso di diverticolite, perforazione o tumori dell’intestino, infettati.

In questo caso, i germi lasciano l’intestino e migrano altrove, in particolare sulla cute.

I sintomi iniziali della fascite necrotizzante prevedono cute pallida, che poi diventa rossa o color bronzo, e calda alla palpazione.

In seguito, la pelle diventa violacea e si copre di grandi bolle da cui, con la rottura, fuoriesce un liquido marrone e maleodorante.

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Alla fine, nell’area colpita si verifica la gangrena, con cute nera e morta. Il paziente non sente più dolore nella pelle distrutta ma accusa febbre, tachicardia e stato mentale deteriorato, fino alla perdita di coscienza.

La prognosi è sfavorevole nel 30% dei casi che giungono al decesso, in particolare se anziani o affetti da altre patologie.

Shock settico da streptococco

Lo shock settico si produce a seguito delle peggiori complicanze, con una carica batterica troppo elevata per essere debellata.  All’origine, c’è l’infezione sistemica, o sepsi, dovuta alla diffusione dello streptococco beta-emolitico a tutto il circolo sanguigno.

Lo shock settico è più frequente nei neonati, nelle persone d’età superiore ai 50 anni e immunocompromesse.

I sofferenti di cancro, AIDS o malattie croniche, come cirrosi e diabete, e chi si sottopone a chemioterapia sono più soggetti a shock settico.

La grave condizione, spesso mortale, è indotta dalle tossine dei germi e dalle citochine, sostanze difensive del sistema immunitario.

Queste sostanze provocano dilatazione dei vasi con caduta della pressione arteriosa. Di conseguenza, diminuisce il flusso del sangue verso gli organi vitali, in particolare cervello e reni.

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L’organismo combatte la riduzione del flusso con l’aumento della frequenza cardiaca e il volume del sangue pompato. Tuttavia il sovraccarico di lavoro e le tossine danneggiano il cuore, con un’ulteriore diminuzione dell’apporto di sangue agli organi. Anche le pareti dei vasi possono rovinarsi, facendo penetrare nei tessuti il liquido che produce edema. L’eccesso di liquido nei polmoni può generare insufficienza respiratoria. Un giorno prima della comparsa dell’ipotensione, il paziente si sente confuso e con riflessi rallentati.

Quadro della sintomatologia:

  • Brividi
  • febbre alta
  • cute calda e rossa
  • diminuzione dell’urina
  • polso debole e accelerato
  • respiro veloce

Inoltre, l’eccesso di acido lattico, rilasciato nel sangue dai tessuti male irrorati, conduce a un cattivo funzionamento di molti organi. Quando lo shock settico peggiora, gli organi smettono di funzionare e dentro i vasi si formano trombi, con esito a volte fatale.

Le infezioni da streptococco possono sfociare in una reazione autoimmune, nella quale l’organismo attacca i suoi stessi tessuti. La disfunzione del sistema immunitario produce anticorpi contro l’organismo e non contro gli agenti invasori.  Qualsiasi organo può essere colpito dal processo autoimmune, con infiammazione e danni che possono anche portare al decesso.

Mastoidite acuta

Dall’OMA il bambino, in particolare nei primi 2 anni di vita, può arrivare alla mastoidite acuta.

La diffusione dello streptococco pneumoniae nell’organismo, per mezzo del circolo sanguigno, determina malattie batteriche invasive, o MIB. Innanzitutto si manifesta batteriemia, o sepsi, che si associa a febbre elevata, con brividi, e degenerazione delle facoltà cognitive. L’infiammazione sistemica può risolversi da sola o al contrario arrivare allo shock settico, con esito infausto.

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Polmonite pneumococcica e meningite

Soprattutto la polmonite pneumococcica può dare la meningite, che interessa le fasce d’età estreme, bimbi fino a 2 anni  e anziani. L’infiammazione delle meningi, di norma sterili, dà :

  • rigidità del collo
  • mal di testa
  • febbre
  • insofferenza alla luce
  • confusione mentale.

Inoltre, nella meningite, il tentativo di flettere il mento verso il torace risulta doloroso  e spesso impossibile. Un’eruzione cutanea, formata da macchie rosso porpora, può comparire dietro il sanguinamento dei piccoli vasi, come quelli sottocutanei. Talvolta i sintomi classici sono preceduti da tosse e altre affezioni respiratorie.

Nei più piccoli, le fontanelle, punti morbidi tra le ossa del cranio, si possono gonfiare e la loro cute di rivestimento distendersi.

Nei bambini da 1 mese ai 2 anni d’età, può non verificarsi la rigidità nucale. In loro, la meningite può rivelarsi con irritabilità, febbre, disturbi dell’alimentazione, convulsioni e pianto acuto.

Se la meningite pneumococcica va avanti, può essere coinvolto il liquido cefalorachidiano che viene ostruito nella sua circolazione.

Il flusso di liquor intorno all’encefalo può bloccarsi e dare accumulo di liquidi. L’aumento di volume del cranio determina l’idrocefalo, che nei neonati e nei più piccoli si abbina a epilessia e convulsioni. 

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Nei bambini più grandi e nell’adulto, la malattia può peggiorare nel giro di 24 ore o anche meno.

La sonnolenza progredisce verso lo stupor e il coma, mentre l’edema cerebrale causa crisi convulsive e sintomi di ictus e paralisi.

Molti pazienti guariscono bene dalla meningite, ma i bambini più piccoli e gli anziani possono riportare danni cerebrali permanenti. I pazienti in tenera età possono subire ritardo mentale o paralisi permanenti. Nel 34% dei casi, la meningite purtroppo risulta fatale, anche entro poche ore dall’esordio.

streptococco: tampone

Diagnosi : tampone faringeo e vaginale

A seguito dei sintomi caratteristici, alcune infezioni streptococciche, come l’impetigine, vengono riconosciute senza esami di laboratorio. 

Invece certe infezioni, come la faringite streptococcica, assomigliano a malattie causate da altri batteri e virus. Per distinguere le une dalle altre, la diagnosi deve essere fatta tramite il “tampone faringeo”, raccomanda il pediatra.

L’analisi tradizionale consiste nella coltura in laboratorio di un campione di materiale prelevato dall’area infetta. Tuttavia la coltura è complicata, anche se permette di fare un esame accurato e l’antibiogramma, che testa gli antibiotici adatti al caso. Inoltre i risultati del tampone non sono immediati, ma occorrono dai 4 ai 6 giorni per ottenerli. In effetti, bisogna aspettare la lenta crescita batterica, che avviene soprattutto durante la notte.

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Al contrario del tampone classico, i “tamponi rapidi” si eseguono in ambulatorio e forniscono risposte in 5 minuti, rivela lo specialista. 

Questi test veloci sono affidabili e consentono di fare diagnosi certa di infezione, soprattutto da streptococco beta-emolitico.

Se l’esito è positivo, non c’è bisogno di effettuare anche la coltura. All’opposto, la coltura batterica serve in caso di dubbio esame veloce negativo.

I test rapidi sono distintivi per la diagnosi. Infatti molti mal di gola, anche forti, sono dovuti a virus per cui non vanno trattati con antibiotici.

Un altro esame sicuro è il TAS, o titolo antistreptolisinico, che rileva nel sangue gli anticorpi contro la tossina streptolisina. Il test segnala una infezione da germe beta-emolitico A consolidata, ma non offre informazioni su quella acuta.

Diagnosi gruppo B

La rilevazione degli streptococchi del gruppo B è importante nelle donne gravide che potrebbero infettare il figlio, raccomanda Cimoli.

Soprattutto nei casi sospetti, in vista del parto, il tampone vaginale permette di confermare o di escludere la presenza dell’agalactiae nella partoriente.

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Il contagio per via sessuale può essere ugualmente accertato con il tampone vaginale e rettale, seguito preferibilmente dall’esame colturale.

I neonati devono essere monitorati riguardo ai parametri vitali e al loro stato fisico per escludere l’infezione da streptococco agalactiae. 

La contaminazione da pneumococco nell’OMA viene ricercata semplicemente con l’osservazione dell’orecchio tramite otoscopio. Grazie alla fonte luminosa, il medico scorge materiale purulento e la membrana timpanica iperemica o perforata.

Polmonite e meningite pneumococcica

I sanitari diagnosticano la polmonite pneumococcica auscultando il torace del paziente con il fonendoscopio. La malattia rilascia un rumore generato dal restringimento delle vie aeree o dalla presenza di liquido in zone che dovrebbero contenere aria.

La diagnosi va confermata tramite la radiografia del torace che fa apparire il tessuto polmonare malato come una densa macchia bianca. La meningite pneumococcica viene scoperta con l’esame obiettivo, grazie ai segni indicativi, come la rigidità della nuca.

Nel sospetto di malattia, può essere effettuata una rachicentesi, o puntura lombare che preleva il liquor da analizzare. 

Al microscopio, si ricercano i batteri nel liquor e, in laboratorio, su un campione, si testa la sensibilità dello pneumococco agli antibiotici.

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streptococco penicillina

Cura: terapia antibiotica

Per debellare il ceppo A è essenziale una terapia antibiotica, che deve essere seguita rigorosamente. 

Il farmaco tradizionale per le infezioni da questi streptococchi, anche le peggiori, è la penicillina per via intramuscolare.

Se si verifica un’allergia al medicinale, questo può essere sostituito dalla eritromicina che però può instaurare resistenza. Purtroppo la penicillina è attiva su molti tipi di streptococchi, ma alcuni ceppi si dimostrano resistenti al farmaco e ad altri antibiotici.

Attualmente, in particolare nelle infezioni infantili, si preferisce l’amoxicillina, anche con acido clavulanico. 

Alle prime avvisaglie di infezione da streptococco beta-emolitico A, il farmaco viene dato per via orale e continuato per 10 giorni, conferma il dottor Cimoli.

L’amoxicillina è valida anche per prevenire le ricadute e le complicanze.

Nel caso di malattie più gravi, come l’endocardite, si può utilizzare un’associazione di antibiotici, somministrata per via endovenosa.

Una tempestiva terapia antibiotica può evitare la rapida diffusione dello streptococco piogene nelle infezioni cutanee. In questi casi, sono efficaci la dicloxacillina o la cefalexina, anche solo per via orale. La cura deve essere continuata per 10 giorni, anche se i sintomi scompaiono presto. L’impetigine si giova del trattamento con pomate contenenti bacitracina. Nella cellulite, la parte infetta del corpo, di solito le gambe, va mantenuta immobile e sollevata, per ridurre l’edema.

Dopo test di laboratorio, per trovare proteine e globuli rossi nelle urine, la glomerulonefrite streptococcica acclamata viene curata con diuretici. 

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Di solito sono prescritti anche una dieta povera di proteine e sale, per recuperare le funzioni del rene, e anti-ipertensivi.

Gli antibiotici si mostrano inefficaci a malattia ormai progredita, ma sono utili all’inizio dell’infezione.  

La glomerulonefrite acuta guarisce completamente nel 90% dei bambini e nel 60% degli adulti.

Fascite necrotizzante

Nella fascite necrotizzante, è indispensabile asportare chirurgicamente i tessuti infetti o distrutti. La rimozione riguarda una vasta area di cute, tessuti e muscolo e, in casi estremi, si può arrivare all’amputazione dell’arto colpito. La copertura antibiotica va eseguita per via endovenosa.

Shock settico

In caso di shock settico, si procede con il ricovero del paziente in ospedale, non appena compaiono i primi sintomi. In terapia intensiva, il malato riceve per via endovenosa molti liquidi per far alzare la pressione. Altri farmaci servono per aumentare il flusso sanguigno a cuore, cervello e altri organi.

L’ossigeno è indicato per migliorare la capacità respiratoria che, se compromessa, richiede l’uso di un ventilatore meccanico. Individuati con certezza i batteri in laboratorio, si somministrano al soggetto alte dosi di antibiotici per via endovenosa.

Tuttavia, nonostante le cure, il 26% dei pazienti muore.

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Cura per infezione da germi A più leggeri

I sintomi dell’infezione da germi A più leggeri, come febbre e cefalea, possono essere alleviati con farmaci antidolorifici e antipiretici. Il sollievo per il paziente può venire da paracetamolo e FANS- antinfiammatori non steroidei. Di solito, nelle infezioni streptococciche blande, non sono necessari l’isolamento e l’allettamento del malato.

Faringite streptococcica

I soggetti sofferenti di faringite streptococcica o di scarlattina in genere migliorano in 2 settimane, anche senza cure.

Comunque gli antibiotici riducono la durata della malattia e i suoi sintomi e la trasmissione dei germi da soggetto a soggetto.

Cura dello streptococco B

Con gli streptococchi di genere B valgono le stesse indicazioni della terapia antibiotica per via endovenosa. Anche i neonati che si rivelano infetti devono essere trattati immediatamente con antibiotici. Spesso nella terapia contro lo streptococco agalactiae si impiega un mix di antibiotici, in prevalenza penicillina e ampicillina.

Contro l’OMA, la terapia antibiotica immediata, entro 48-72 ore dalla comparsa, va associata agli antidolorifici per via sistemica, e non locale.

Polmonite pneumococcica

La polmonite pneumococcica si avvale di qualunque antibiotico, comprese penicilline e cefalosporine. Tuttavia negli ultimi 10 anni, alcuni ceppi del germe hanno sviluppato resistenza ai farmaci per cui sono trattati con fluoro-chinolinici o eritromicina.

Uno o più antibiotici sono somministrati nella meningite pneumococcica per via endovenosa, prima ancora delle analisi diagnostiche.

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Ai bambini, vengono dati anche corticosteroidi, come il desametasone, che riducono l’infiammazione, l’edema cerebrale e la pressione endocranica. 

L’impiego di corticosteroidi va continuato nei piccoli per 1 o 2 giorni, ma non sembra avere grandi effetti negli adulti.

Liquidi, per sopperire a quelli perduti, e farmaci anticonvulsivanti fanno parte della terapia contro lo pneumococco.

streptococco: come prevenire

Prevenzione streptococco

Alcuni semplici accorgimenti possono essere un supporto per proteggersi dalle infezioni streptococciche. La più banale azione preventiva è quella di lavarsi le mani spesso, per evitare il passaggio diretto dei germi.

Soprattutto chi frequenta strutture ospedaliere o assistenziali, caserme e dormitori scolastici deve attenersi a norme igieniche rigorose.

Prevenzione gruppo A 

Ma, avverte il dottor Cimoli, una vera e propria prevenzione non è possibile con gli streptococchi del gruppo A. 

Uno studio in corso attribuisce proprietà di prevenzione ad un composto contenente probiotici che sono stati isolati nella saliva di un bambino, immune agli Streptococchi. I microrganismi benefici appartengono ad un ceppo  del germe che sarebbe protettivo nei confronti non solo della carie ma anche delle patologie collegate agli streptococchi.

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Il ceppo si moltiplica nel cavo orofaringeo, stimola la competizione con altri microbi e contrasta lo sviluppo del tipo beta-emolitico. Per profilassi, alcuni soggetti a rischio vengono sottoposti a terapia antibiotica, anche in assenza di malattia.

I familiari o i conoscenti entrati in contatto con il malato per precauzione devono essere trattati con antibiotici in due casi:

  • accusano sintomi simili a lui
  • hanno avuto complicanze da precedenti infezioni streptococciche. 

Anche individui sani, in procinto di operarsi, soprattutto all’addome, e i cardiopatici, prima di ricevere cure odontoiatriche, devono fare profilassi.

Tampone e gravidanza 

I protocolli della gravidanza raccomandano lo screening con tampone vagino-rettale a tutte le gravide, dalla 36ª  alla 37ª settimana. Infatti, la ricerca dell’agente patogeno nella madre è la miglior prevenzione per la salute del figlio.

La futura mamma, risultata positiva allo streptococco agalactiae, deve seguire la profilassi con antibiotici idonei al suo stato di gravida. Anche le situazioni che agevolano l’esposizione del bambino al germe, come la batteriuria della partoriente, devono essere trattate. In presenza di tali condizioni, la profilassi nella madre limita le infezioni precoci da streptococco agalactiae nel neonato.

L’allattamento al seno, protratto per almeno 3 mesi, sembra costituire uno scudo contro le infezioni da streptococco.

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Vaccino antipneumococco

Esclusivamente nel caso dello streptococco pneumoniae, la prevenzione è possibile grazie a due vaccini: uno è disponibile per i bambini piccoli e l’altro viene destinato soprattutto agli adulti selezionati.

Il vaccino coniugato 13 valente è molto efficace e raccomandato a tutti i bambini, dai lattanti ai 5 anni di età.

Il PVC13 protegge da 13 degli 80 ceppi del germe, i più responsabili delle infezioni.

Il vaccino è inattivato, ricavato da frammenti del microrganismo e unito a una proteina in grado di potenziarne l’effetto.

La vaccinazione non è obbligatoria ma viene proposta al momento di quella esavalente, contro difterite, tetano, pertosse, poliomelite, epatite B, haemophilus influenzae B.

La sostanza protettiva viene somministrata tramite iniezione intramuscolare nella faccia antero-laterale della coscia dei piccoli.

Nel primo anno di vita, si somministrano tutte e 3 le dosi prestabilite e non occorrono richiami in seguito.

Un altro tipo di vaccino, non coniugato, polisaccaridico 23-valente, è riservato ai bambini più grandi e agli adulti.  Questa vaccinazione protegge dal ceppo più comune del germe e riduce il rischio di polmonite pneumococcica e batteriemia.

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L’iniezione intramuscolare del vaccino si pratica nel braccio di adulti e bambini.

Vaccinazione per polmonite pneumococcica 

La vaccinazione per la polmonite pneumococcica è prevista per le donne in gravidanza e i soggetti a partire dai 55 anni. 

Il vaccino riguarda anche i giovani con patologie polmonari o cardiache, malattie croniche e sistema immunitario depresso. Alla vaccinazione vanno avviati gli alcolisti cronici, i cardiopatici, chi ha una ridotta funzionalità della milza e tumori delle cellule del sangue.  Inoltre, Morbo di Hodgkin, infezioni da HIV, malattie metaboliche, diabete e anemia falciforme sono condizioni che richiedono il vaccino.

La protezione fornita dal vaccino può durare tutta la vita, ma è raccomandato un richiamo dopo 5-6 anni nelle persone a rischio.

Il vaccino è in genere ben tollerato da tutti. Nella sede dell’iniezione, entro 2 giorni, frequentemente può apparire un’irritazione temporanea, con rossore, gonfiore e dolore. Solo l’1% dei vaccinati accusa febbre, debolezza e dolore toracico e pochissimi hanno una reazione allergica grave al vaccino.

Il vaccino per gli adulti si dimostra protettivo in 2 soggetti su 3 e meno efficace negli anziani debilitati.

Infine, il vaccino anti-streptococco pneumoniae difende dalle infezioni più gravi e senz’altro renderà più rari anche i casi di meningite pneumococcica.

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Sylvie Pariset

Sylvie Pariset

Francese di origini, ma italiana d’adozione, sono stata insegnante di sport e attrice per 10 anni. Appassionata di salute e benessere, collaboro per Melarossa da 5 anni scrivendo soprattutto di fitness, lifestyle e alimentazione sana.

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