Sommario
La pasta alla gricia è uno dei primi piatti più noti della tradizione romana e laziale. Viene considerata da tutti come la sorella maggiore della pasta all’amatriciana perché condivide con lei due ingredienti essenziali, pecorino e guanciale. A differenza dell’amatriciana, però, la gricia non ha pomodoro ed è quindi ancora più veloce da preparare.
Emblema di una cucina genuinamente popolare, questa pietanza non richiede particolare maestria, ma solo qualche accorgimento da non sottovalutare. Segui la nostra ricetta e potrai gustare anche tu una pasta piena di sapore e semplice da realizzare.
Pasta alla gricia, la storia
Come molti piatti poveri della tradizione anche la pasta alla gricia nasce da una ritualità ben precisa. La storia vuole che sia stata inventata dai pastori laziali che con pochi ingredienti a disposizione, la maggior parte dei quali autoprodotti, riuscivano a cucinare un primo decisamente sostanzioso e gustoso.
Col tempo questo piatto è diventato un cimento anche per i grandi chef. E oggi la gricia, come la pasta all’amatriciana, la cacio e pepe e la carbonara, fa parte di un poker di primi irresistibili che puoi realizzare con facilità.
Ricetta pasta alla gricia
Pasta alla gricia
Ingredienti
- 350 g di rigatoni
- 150 g di guanciale
- 80 g di pecorino grattugiato
- sale q.b.
- pepe q.b.
Istruzioni
- Taglia il guanciale a listarelle e fallo rosolare in una padella ben calda senza aggiungere olio e senza farlo bruciare.
- Cuoci la pasta in abbondante acqua salata e tieni da parte un po' di acqua di cottura.
- Scola la pasta al dente e saltala in padella con il guanciale, aggiungendo se necessario acqua di cottura. Dovrà risultare molto cremosa.
- Spegni il fuoco, aggiungi parte del pecorino e del pepe nero macinato al momento, spadellando per farlo amalgamare.
- Servi la gricia ben calda con una spolverata finale del pecorino rimasto.
- Piano di cottura: Gas
- Materiale: Alluminio 3mm
- Padella svasata alta o a saltare: il fondo stretto e all'angolatura ampia dello strumento di cottura...
Come si fa la pasta alla gricia
I consigli per non sbagliare sono davvero pochi, ma ti invitiamo a seguirli con scrupolo per realizzare una gricia da 10 e lode.
- Taglia il guanciale a listarelle, in questo modo resterà più croccante.
- Tieni da parte sempre un po’ di acqua di cottura della pasta. Non essendoci sugo o altri intingoli cremosi, come nella carbonara e nella cacio e pepe, infatti, il condimento non deve essere mai asciutto. Non c’è niente di peggio di una gricia in cui il guanciale vaga rinsecchito per la padella.
- La mantecatura col pecorino va sempre fatta a fuoco spento per non “stracciare” il formaggio. Può aiutarti tenere il formaggio per qualche minuto fuori dal frigo.
Gli ingredienti perfetti
Quando si parla di ricette semplici come questa la qualità degli ingredienti usati è davvero essenziale. Scegli il guanciale e non cedere alla tentazione di altre carni che non la gricia non hanno nulla a che spartire (la pancetta ad esempio o peggio ancora il bacon). Questo taglio, ottenuto dalla guancia del maiale, oltre a essere molto pregiato ha un gusto unico.
Per la gricia ti consigliamo un guanciale laziale già pepato. Se lo gradisci, prova anche un guanciale friulano con una lieve nota affumicata che ben si sposa con la sapidità del pecorino.
E ora la domanda classica: qual è il formato ideale per la pasta alla gricia? Tradizionalmente si usa la pasta lunga, spaghetti, bucatini o tonnarelli, ma rigatoni e mezze maniche sono ottimi.
La gricia nella dieta
La pasta alla gricia è un primo da acquolina in bocca, ma per la grande presenza di grassi è molto calorico. Cosa fare allora? Puoi consumarne una quantità non eccessiva, una volta tanto.
Se fai costantemente attività fisica non è certo un piatto di gricia a mettere a rischio la tua forma. La gricia comunque resta sconsigliata a coloro che seguono una dieta ipocalorica stretta.
Proprietà e valori nutrizionali della pasta alla gricia
Pecorino e guanciale, ecco gli ingredienti della gricia. Partiamo allora dal guanciale, un taglio pregiatissimo del maiale soprattutto per la presenza del suo grasso che viene impiegato nella realizzazione degli insaccati.
È proprio la parte lipidica, oltre a quella proteica, ad essere preponderante, con una presenza notevole di grassi saturi e insaturi (soprattutto monoinsaturi).
Tra le virtù del pecorino ci sono il fatto di essere fonte di calcio, vitamina D e proteine di alto valore biologico. Tuttavia, la sua spiccata sapidità e la grande quantità di grassi saturi contenuti, lo rende inadatto alle persone che soffrono di ipertensione arteriosa e ipercolesterolemia.
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