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Home » Nutrizione » Alimenti dalla A alla Z » Noce moscata: cos’è, valori nutrizionali, benefici e ricette in cucina

Noce moscata: cos’è, valori nutrizionali, benefici e ricette in cucina

Sylvie Pariset by Sylvie Pariset
8 Ottobre 2020
noce moscata: cos'è, storia, valori nutrizionali, benefici e usi in cucina
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Sommario

  • Noce moscata: cos’è
  • Noce moscata: storia
  • Noce moscata: valori nutrizionali
  • Noce moscata: benefici per la salute
  • Noce moscata: controindicazioni e effetti collaterali
  • Noce moscata: modalità d’uso
  • Noce moscata: varietà
  • Noce moscata: guida all’acquisto
  • Usi alternativi
  • Noce moscata: usi in cucina
  • 1 – Indivia belga e patate al gratin
  • 2 – Lasagne alla zucca
  • 3 – Purè di cavolfiore al forno con pomodorini
  • 4 – Gnudi al forno con ricotta salata
  • 5 – Gnocchi di zucca con pesto di noci
  • 6 – Polenta con carote e verza

La pianta di noce moscata è un unico esempio produttivo di due spezie differenti dal medesimo frutto. Infatti, questa spezia è ricca di storia e di fascino, avvolta per secoli da un alone di mistero sulla sua provenienza dalle mitiche Isole delle Spezie. Inoltre, è ricercatissima e quotatissima, in Europa ma anche nel resto del mondo, per le sue proprietà medicamentose, afrodisiache e gastronomiche. Una noce tanto buona, ma altrettanto pericolosa per la sua neurotossicità che può provocare, in dosi eccessive, stati di allucinazione e di delirio. In cucina, una semplice spolverata è raccomandata e garantisce utili effetti benefici per la salute dell’organismo.

Noce moscata: cos’è

La Myristica fragrans Hout è una pianta endemica delle isole indonesiane delle Molucche, soprannominate “isole delle spezie” (nell’arcipelago malese), e di alcune isole della Papua Nuova Guinea. La specie appartiene alla famiglia delle Myristicaceae, che comprende altre specie molto simili che crescono, oltre che in Indonesia, anche in:

  • India
  • Australia
  • Nuova Guinea.

Botanica

Tra tutte le specie, l’albero di Myristica fragrans è il più coltivato perché genera un frutto all’interno del quale ci sono due parti molto aromatiche che vengono utilizzate come spezie differenti.

La prima è l’arillo che avvolge il seme, un tessuto laciniato, una sorta di maglia non del tutto coprente, sottile e carnosa, di colore rosso vivo chiamata “macis” (o anche “mace” o fiore della noce moscata). Mentre, la seconda è invece il seme, il quale una volta essiccato è conosciuto come “noce moscata”.

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Il nome deriva da “noce di Mascate” cioè l’attuale Masqat, capitale dell’Oman, il luogo che anticamente rappresentava il mercato più fiorente di questa spezia.

noce moscata: botanica

Noce moscata: albero

L’albero sempreverde di Myristica fragrans cresce normalmente intorno ai 10 m d’altezza (raramente fino a 20 metri), predilige il clima caldo umido tipico delle regioni costiere delle zone tropicali, tra i 20 e 34 ° C. Quindi, possiede un tronco esile con rami sparsi e un apparato radicale molto superficiale e per questa ragione deve essere coltivato in una posizione riparata dai forti venti.

Le foglie sono persistenti, di colore verde scuro con la pagina superiore lucida e cerosa, di forma ovale a punta e lunghe circa 8 cm, unite ai rami da corti steli. La pianta è dioica e quindi produce una fioritura unisessuale, o maschile o femminile, su alberi separati. Questa è probabilmente indotta da brevi periodi di siccità.

Noce moscata: fiori e frutto

I fiori sono piccoli, campanulati, gialli e carnosi, quelli femminili in piccoli grappoli ascellari, quelli maschili singoli.

La fruttificazione è per lo più stagionale nelle regioni con un clima secco più pronunciato, ma può arrivare a produrre due o tre volte all’anno numerosi frutti. Questi sono simili per dimensioni a delle piccole pesche o a delle pere tonde, che a maturazione sono di un bel colore giallo dorato e con una polpa commestibile chiara e succosa.

Infatti, il frutto maturo si spacca a metà, spesso già quando è ancora sulla pianta, esponendo il seme marrone scuro lucido a forma di uovo ricoperto dall’arillo rosso acceso. Quindi, all’interno del seme (la noce moscata) si trova la parte più aromatica. Ma i semi, prima di venire utilizzati, vengono fatti essiccare per circa due mesi, per dare modo all’interno morbido di indurire e di acquisire una consistenza legnosa. Anche il macis, staccato dal seme, è sottoposto ad essiccazione, assumendo un colore arancione.

Produzione

Gli alberi possono iniziare a fruttificare all’età di circa 8 – 10 anni, mentre gli innesti possono fruttificare a 4 – 5 anni.

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Quindi, un albero può produrre tra i 1.000 e i 5.000 frutti all’anno. Le rese di noce moscata variano tra 500 e 1.200 kg per ettaro. Inoltre, il picco di produzione si raggiunge dopo 15 – 20 anni e gli alberi hanno una vita produttiva che può raggiungere i 60-70 anni.

La pianta può essere riprodotta per seme o innesto, ma frequentemente è propagata per via vegetativa (talee). Tale ultima pratica è preferita in quanto è possibile propagare in maniera controllata gli esemplari femminili alternati ai maschili, i femminili sono ovviamente quelli che producono le noci.

Inoltre, i frutti si raccolgono a mano o si staccano dall’albero per mezzo di una canna di bambù e il seme si estrae sempre a mano e si pone ad essiccare.

noce moscata: storia

Noce moscata: storia

L’origine di questa spezia è riconosciuta nelle Isole Molucche meridionali in Indonesia, in particolare nell’arcipelago delle isole Banda. L’isola di Run, un piccolissimo atollo vulcanico appartenente alle Banda, è stata la principale area di produzione al mondo di noce moscata e di macis fino alla fine del 1700.

Noce moscata: diffusione

La noce moscata e il macis si diffusero commercialmente da quest’area geografica e divennero noti in tutto il sud-est asiatico già più di due millenni fa.

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Sembrano esserci prove che i sacerdoti romani bruciassero la noce moscata come forma di incenso, sebbene ciò sia contestato. Le prime tracce in Europa vengono registrate a Costantinopoli, nel 540 d.C., che divenne un punto di riferimento commerciale per tutte le spezie.

Infatti, la noce moscata, come tante altre spezie, aveva un valore commerciale immenso in Europa poiché non serviva solo per insaporire le pietanze, ma anche per la produzione di farmaci e cosmetici.

Ma, solo le classi più abbienti potevano permettersi di usarla nella cucina medievale, a costi elevatissimi. Ad esempio, San Teodoro lo Studita (circa 758 d.C. – circa 826) divenne famoso per aver permesso ai suoi monaci di spolverare la noce moscata sul loro budino, quando richiesto per mangiarlo.

Monopolio degli Arabi

La noce moscata in quel periodo medioevale veniva commercializzata dagli arabi che intrattenevano un proficuo commercio nell’Oceano Indiano.

D’altra parte, gli arabi detenevano una sorta di monopolio su moltissime mercanzie, alimentato da racconti terrificanti sui loro luoghi di provenienza che scoraggiavano la concorrenza.

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In realtà, l’attuale capitale dell’Oman, Masqat (Mascade), è una delle città più antiche della penisola dell’Arabia Saudita ed è stato probabilmente il principale centro di smistamento di questa spezia dal mondo arabo verso l’occidente, tanto da influenzarne il nome:

noce di Masqat => noce moscata.

Noce moscata: commercio via mare

Masqat si trova in un punto cruciale sulla via per l’India. Infatti, le rotte di allora partivano dal Mare arabo fino alle coste di Goa, a Calicut (Kozhikode) e a Cochin, nel Malabar sulla costa sud-occidentale dell’India.

Poi, da lì si proseguiva circumnavigando India e Ceylon e attraversando il Golfo del Bengala, lo Stretto di Malacca, il Mar di Sunda e il Mar di Banda fino alle Isole delle Spezie, in primo luogo Ambon, Tidore e Ternate.

Noce moscata: Venezia

Dopo l’XI secolo, con l’ascesa di Venezia tra le repubbliche marinare più potenti, iniziò per la città lagunare un periodo commerciale molto florido che la vide protagonista indiscussa anche nel settore delle spezie.

Quando Marco Polo compì il suo primo viaggio in Cina nel 1271, i veneziani già avevano il monopolio della noce moscata e lo detennero fino a tutto il XV secolo.

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Inoltre, grazie ai viaggi e commerci lungo il Mediterraneo, Venezia funse da raccordo tra l’Europa e Costantinopoli (Istanbul), capitale dell’impero ottomano, e le altre città che rappresentavano un punto di confine con l’occidente, come Alessandria d’Egitto, i porti della Siria, specialmente Beirut e, prima della conquista turca, i porti del Mar Nero, in prima linea Trebisonda e Tana.

noce moscata: albero

Noce moscata in Europa

Nel XVI secolo, la repubblica di Venezia iniziò il suo declino e si affacciarono nel panorama dei commerci via mare e nelle espansioni coloniali gli Spagnoli, gli Inglesi, gli Olandesi e i Portoghesi.

Furono questi ultimi, nel 1511, i primi europei ad approdare nell’arcipelago Banda, stabilendo nel 1529 i primi accordi con gli indigeni per la fornitura di noci moscate.

A metà del secolo si aggiunsero i mercantili spagnoli. Ma, nel 1603 gli Inglesi subentrarono negli scambi di noce moscata stabilendo con i capi degli indigeni di Run ottimi rapporti di amicizia. Inoltre, l’Inghilterra si era appena avventurata nella corsa alle spezie quando si affacciarono anche gli Olandesi con i loro equipaggi, i più minacciosi e bellicosi che si fossero mai visti ai Tropici. Centinaia di flotte commerciali partivano dall’Europa alla volta di Run.

Noce moscata: avventurieri e mercanti

Si narra che due equipaggi su tre non facessero ritorno dalle Banda per la fame, le malattie, la minaccia dei pirati, i pericoli del mare e gli scontri con gli indigeni del luogo.  Ma ne valeva la pena, i ricchissimi guadagni che si ottenevano allora dal commercio della spezia avrebbero ricompensato qualsiasi perdita. Nel 1600, in Europa, chi fosse riuscito a vendere un sacchetto di noci moscate poteva sistemarsi economicamente per tutta la vita.

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Espansione della noce moscata

Questa corsa verso la noce moscata crebbe proprio in epoca elisabettiana perché, oltre alle innumerevoli proprietà di cui veniva insignita, si credeva che questa spezia potesse allontanare la peste.

Quindi, fu così che per ottenere il controllo della produzione e del commercio della noce moscata iniziò una guerra sanguinosa tra le Compagnie delle Indie Orientali inglesi e olandesi.

Ma, alla fine della seconda guerra anglo-olandese, gli olandesi ottennero il controllo di Run in cambio del controllo britannico di New Amsterdam (New York) nel Nord America. Inoltre, gli olandesi riuscirono a stabilire il controllo sulle isole Banda dopo un’estesa campagna militare che culminò nel massacro o espulsione della maggior parte degli abitanti delle isole nel 1621 e l’estirpazione di molte piante nei luoghi meno controllati, per rafforzarne il monopolio.

Crollo del prezzo della noce moscata

A seguito dell’interregno olandese durante le guerre napoleoniche di fine ‘700, gli inglesi ripresero il controllo temporaneo delle isole Banda e trapiantarono alberi di noce moscata nelle loro proprietà coloniali altrove, in particolare a Zanzibar e a Grenada, stato insulare nei Caraibi, che oggi riporta sulla bandiera il frutto stilizzato di noce moscata.

Da allora, il monopolio olandese venne a cessare e il costo della spezia crollò. 

Paesi produttori

In seguito, sorsero altre coltivazioni in altri paesi tropicali, molti dei quali non esistono più perché falcidiati dalle malattie. A metà ‘800 Grenada divenne il secondo produttore più grande dopo l’Indonesia.

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Ma, oggi la principale area geografica di coltivazione resta l’arcipelago Banda e le isole circostanti. Inoltre, la noce moscata è coltivata su scala minore anche in altre isole indonesiane, in particolare:

  • North Sulawesi (Manado)
  • Sumatra occidentale
  • Giava occidentale
  • Irian Jaya.

Infine, lo Sri Lanka, l’India (Kerala) e l’isola di Pinang, al largo della Malesia peninsulare, hanno anche superfici considerevoli.

noce moscata: proprietà nutrizionali

Noce moscata: valori nutrizionali

Nel caso della noce moscata evidenziare le proprietà nutrizionali dell’alimento risulta poco rilevante se si tiene conto delle bassissime quantità di prodotto che solitamente si assumono.

Inoltre, nel caso specifico, un’assunzione esagerata anche di pochi grammi risulterebbe molto pericolosa, portando ad una seria intossicazione e producendo effetti narcotici ed allucinogeni. Infatti, sembrerebbe che il consumo di due noci moscate (circa 8 g) possa causare la morte, per via del loro alto contenuto di miristicina, elemicina e safrolo.

Questi principi psicoattivi contenuti nella noce moscata, a forti dosi si rivelano neurotossici. Infatti, durante il metabolismo della spezia, per la miristicina e l’elemicina avviene una reazione chimica chiamata amminazione (conversione di un gruppo carbonilico in un gruppo amminico) che trasforma queste sostanze in derivati anfetaminici, ma con effetti più simili a quelli dell’LSD.

Invece, il safrolo non è una sostanza anfetaminica, ma è più vicina all’ecstasy. Difatti, a Zanzibar le noci moscate sono masticate come alternativa al fumo di marijuana.

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Inoltre, le sostanze psicoattive contenute negli oli essenziali della noce rappresentano fattori antinutrizionali non trascurabili. Anche in dosi poco superiori ai 2 o 3 grammi, secondo individuale sensibilità, questa spezia abbassa il senso di dolore e di stanchezza, ma può provocare anche:

  • forte mal di testa
  • nausea
  • vertigini
  • eccitazione nervosa
  • allucinazioni visive e uditive
  • instabilità.

Olio essenziale

L’olio essenziale di noce moscata è di colore da giallo chiaro a quasi bianco acqua con un odore fresco, speziato e aromatico.

I suoi componenti principali sono:

  • idrocarburi monoterpenici (61-88%, ad esempio α-pinene, β-pinene, sabinene),
  • monoterpeni ossigenati (5-15%) ed
  • eteri aromatici (2-18%, ad es. miristicina, elemicina, safrolo).

Tuttavia, le differenze nella composizione dell’olio influenzano notevolmente il sapore e l’aroma della noce moscata.

noce moscata: benefici per la salute

Noce moscata: benefici per la salute

La medicina popolare ci tramanda moltissime indicazioni sugli effetti benefici collegati all’utilizzo di questa spezia, sia nel consumo alimentare che per uso esterno.

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Quelle più comunemente riportate fanno riferimento a proprietà:

  • analgesiche
  • antireumatiche
  • antisettiche
  • antispasmodiche
  • carminative
  • digestive
  • lassative
  • stimolanti
  • astringenti
  • afrodisiache.

In particolare, sembra che la noce moscata in piccole dosi possa:

  • alleviare dolori muscolari e reumatismi
  • stimolare il cuore e la circolazione
  • ravvivare dagli svenimenti
  • sollecitare l’appetito e la digestione
  • bloccare le fermentazioni intestinali
  • intervenire contro nausea, vomito e diarrea cronica.

Inoltre, sembra che aiuti a combattere i calcoli biliari e che sia un eccellente tonico per il sistema riproduttivo. Può risultare anche di aiuto durante il parto, rafforzando le contrazioni.

Proprietà antispasmodiche e anticonvulsivanti

Nella medicina tradizionale, l’impiego più comune della noce moscata e del relativo olio ha riguardato particolarmente le problematiche legate al sistema nervoso e a quello digestivo.

Difatti, gli studi sulle componenti aromatiche di Myristica fragrans hanno messo in luce molte proprietà di questa spezia a livello nervoso. Inoltre, sono stati individuati effetti anticonvulsivanti e benefici contro gli stati epilettici.

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Questa spezia presenta infatti un’attività inibente le monoaminossidasi (enzimi fondamentali per l’inattivazione dei neurotrasmettitori monoamminergici, come la serotonina, che agiscono sul rilascio di adrenalina, noradrenalina e dopamina) e le prostaglandine che rivestono un ruolo biologico importante come mediatori flogistici, cioè dei processi infiammatori.

Per questa loro azione sul sistema nervoso possono essere associati al controllo di vari disturbi nervosi e psichici.

I due più importanti composti psicoattivi della noce moscata (miristicina ed elemicina) stimolano il sistema nervoso centrale, con un effetto preventivo su malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.

Inoltre, a livello cerebrale, ha anche effetto calmante in caso di ansia e stress, nel riequilibrare lo stato psico-fisico e aiutare contro l’insonnia, oltre a migliorare la concentrazione in caso di affaticamento mentale.

Carminativa, digestiva, antidiarroica e ipotensiva della pressione sanguigna

La noce moscata nella medicina popolare, basata su esperienze di carattere empirico e tradizionale, indicano la noce moscata quale ottimo rimedio per risolvere problematiche legate all’apparato gastro-intestinale. Grazie alla sua azione disinfettante previene e cura eventuali infezioni dell’intestino.

Olio essenziale di noce moscata

Tradizionalmente viene utilizzata sotto forma di olio essenziale in piccole quantità nel miele per disturbi digestivi e per l’alitosi, ma anche per:

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  • nausea
  • gastroenterite
  • diarrea cronica
  • indigestione.

Inoltre, in erboristeria, sia occidentale che cinese, l’olio è spesso usato per:

  • rilassare i muscoli
  • rimuovere i gas intestinali
  • alleviare problemi di stomaco, come l’indigestione
  • prevenire la nausea e il vomito.

Nella medicina cinese è anche usato per la diarrea, l’infiammazione, il dolore addominale e le malattie del fegato (DeMilto e Frey 2005).

Noce moscata: spezia astringente

Studi farmacologici, condotti dall’All India Institute of Medical Sciences di Nuova Delhi in India, hanno analizzato i parametri antidiarroici, ipnotici, analgesici ed emodinamici (pressione sanguigna) attribuiti a Myristica fragrans. Infatti, nei paesi in via di sviluppo, in particolare nelle regioni tropicali, la diarrea è un problema ricorrente.

Quindi, è stato pianificato lo studio per valutare i vari effetti farmacologici della noce moscata. La sospensione grezza di noce moscata ha dimostrato di ridurre il numero medio di feci molli o di aumentare il periodo di latenza, nonché di aumentare il tono intestinale.

Pertanto, gli estratti complessivi di noce moscata hanno mostrato un buon effetto antidiarroico, con una significativa proprietà sedativa.

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Se vuoi approfondire, scopri lo studio.

Epatoprotettiva

La ricerca scientifica ha studiato anche gli effetti epatoprotettivi della miristicina da noce moscata su lesioni al fegato, come nel caso dell’indagine svolta dalla Shizuoka University in Giappone. Infatti, sono state messe a confronto ben 21 diverse spezie su cavie con danni al fegato e la noce moscata ha mostrato l’attività epatoprotettiva più potente. In particolare, la miristicina  è risultata possedere un’attività epatoprotettiva straordinariamente potente. Tuttavia, saranno necessari ulteriori studi per chiarire i meccanismi epatoprotettivi della miristicina.

Se vuoi approfondire, scopri lo studio. Infatti, questa sostanza si è anche rivelata un componente tossico e nocivo per l’organismo.

Proprietà antiossidanti

In una ricerca pubblicata dall’African Journal of Biotechnology sono state osservate le proprietà antiossidanti di Myristica fragrans (Houtt) ma anche l’effetto tossico di un uso prolungato. Quindi, i risultati attuali suggeriscono che la noce moscata popolarmente consumata come alimento e per vari scopi medicinali può contenere alcuni principi attivi con proprietà antiossidanti.

Tuttavia, l’uso prolungato a dosi elevate (400-500 mg /kg) potrebbe essere molto tossico per gli organi studiati (fegato, reni, cuore, milza e testicoli).

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noce moscata: proprietà antisettiche

Proprietà antisettiche, antinfiammatorie e antiossidanti

Da un recentissimo studio condotto dal Dipartimento di Chimica dell’Università di Bassora, in Iraq, è risultato che la noce moscata è efficace come antibatterico e antimicotico.

Attività antibatterica

È stato isolato un alcaloide dal frutto della noce moscata (Myristica fragrans), che tra l’altro è responsabile anche dell’aroma della spezia. Infatti, l’alcaloide ha mostrato attività antibatterica contro i batteri:

  • Gram-positivi (Staphylococcus aureus)
  • Gram-negativi (Escherichia coli).

Inoltre, il composto alcaloide ha mostrato un effetto antifungino contro Candida albicans e Neoformans Cryptococcous, senza determinare alcuna citotossicità nell’uomo. Quindi, Il composto potrà risultare un valido aiuto nel trattamento di vari disturbi causati da questi batteri e funghi.

Se vuoi approfondire, scopri lo studio.

Effetti antimicrobici

Tra gli effetti antimicrobici più utili della noce moscata c’è quello legato alla prevenzione e alla cura iniziale delle malattie parodontali, che si verificano con l’accumulo di microrganismi sotto forma di una placca aderente ai denti.

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Lo smalto è rivestito con un sottile film di condizionamento formato dalla deposizione di macromolecole idrofobiche di saliva. Quindi, la pellicola fornisce spazio per l’attacco e l’accumulo dei batteri Gram positivi (primi colonizzatori) seguiti da batteri Gram negativi. In particolare, la Porphyromonas gengivale è un batterio anaerobico fortemente implicato nell’eziologia della malattia parodontale.

Una serie di osservazioni scientifiche ha rilevato che i semi di Myristica fragrans possono essere potenzialmente utilizzati come naturali agenti antimicrobici nei prodotti per l’igiene orale per abbattere la resistenza batterica verso i tradizionali farmaci antibatterici.

Proprietà antinfiammatorie

L’infiammazione, che è la risposta dell’ospite a lesioni o aggressioni ai tessuti, svolge un ruolo centrale nella patogenesi di molte malattie, tra cui quelle parodontali.

Numerosi studi (ad es. Morita et al.) hanno evidenziato che la miristicina contenuta nella noce moscata è in grado di esercitare un efficace effetto antinfiammatorio attraverso la stimolazione dei meccanismi di difesa dell’organismo. Quindi, per questa proprietà, potrebbe essere usata in pazienti con parodontite come terapia di supporto.

La parodontite ha un’eziologia batterica che provoca la distruzione del tessuto connettivo e osseo, a causa della stimolazione da parte dei batteri. La risposta dell’ospite all’infezione è causa di produzione di radicali liberi. Questi generati endogeni possono causare seri danni all’organismo (ad es. danni al DNA, perossidazione lipidica, danno proteico, ossidazione di enzimi, ecc.). Ma anche in questo caso, la noce moscata ha dimostrato di possedere proprietà medicinali antiossidanti utili nel trattamento efficace della parodontite.

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La sua azione antisettica si svolge nell’uso topico anche sulla pelle, elimina le impurità e riduce l’acne.

Noce moscata: antireumatica e analgesica

Per uso esterno, l’olio essenziale di noce moscata è impiegato nel trattamento dei dolori:

  • reumatici
  • articolari
  • muscolari.

Questo effetto riesce ad alleviare la fatica e la sensazione di dolore. Per questa ragione, i marinai di stanza nelle “galere” (le antiche navi a remi che solcavano i mari con l’aiuto della forza delle braccia) nei momenti di maggiore fatica facevano uso di noce moscata per non sentire la stanchezza e il dolore delle lunghe remate. All’azione analgesica si accompagnava l’effetto euforizzante che permetteva di sostenere turni di fatica molto prolungati.  Queste proprietà ne suggerirono anche l’impiego in preparati farmaceutici contro svenimenti e malori.

Antiangiogenica

Secondo uno studio condotto dalla Scuola di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Sains a Penang in Malaysia, l’olio essenziale di Myristica fragrans possiede forti attività antiossidanti e, soprattutto, antiangiogeniche, superiori a quelle osservate nell’olio essenziale di Morinda citrifolia (Gelso indiano).

L’attività antiangiogenica è stata studiata usando il test dell’anello aortico di ratto usando varie concentrazioni. I risultati hanno portato alla conclusione che i composti bioattivi isolati dall’olio essenziale di noce moscata potranno essere sviluppati come farmaci per la terapia antiangiogenica, che oggi nella lotta contro i tumori rappresenta una delle strategie più consolidate da affiancare alla chemioterapia.

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Spezia afrodisiaca

Uno studio sperimentale, pubblicato nel 2005 sul n. 5 della rivista BMC Complementary and Alternative Medicine, ha messo in evidenza l’effetto di Myristica fragrans nella funzione sessuale.

La ricerca (Tajuddin, Shamshad Ahmad e al.) ha voluto dimostrare quanto già abbondantemente noto.

Nell’Ottocento, la noce moscata divenne uno degli afrodisiaci più ricercati, elemento indispensabile assieme ad altre spezie nella preparazione di “pozioni d’amore”.

In India il seme, conosciuto come “mada shaunda” (frutto stupefacente), era molto utilizzato come afrodisiaco e come additivo nei “betel quids”. Infatti, nella medicina Unani, la noce moscata è usata nella gestione dei disturbi sessuali maschili, come in gran parte dell’indonesia e dell’area australe.

Quindi, si è voluto valutare l’effetto afrodisiaco dell’estratto di noce moscata insieme ai suoi possibili effetti avversi e la tossicità acuta utilizzando vari modelli animali.

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La somministrazione orale dell’estratto ha prodotto un significativo aumento e prolungamento dell’attività sessuale nei ratti maschi normali senza effetti collaterali evidenti, dimostrando che l’estratto etanolico al 50% di noce moscata possiede attività afrodisiaca, aumentando sia la libido che la potenza, che potrebbero essere attribuite alla sua proprietà nervosa stimolante. Lo studio fornisce una logica scientifica per l’uso tradizionale della noce moscata nella gestione dei disturbi sessuali maschili.

Se vuoi approfondire, scopri lo studio.

La noce moscata viene utilizzata nell’Ayurveda per trattare, tra l’altro, anche l’eiaculazione precoce.

Noce moscata: controindicazioni e effetti collaterali

La noce moscata non presenta effetti indesiderati purché assunta con ragionevolezza in piccolissime quantità.

In caso di ingestione di dosi elevate (oltre i 15 g) è bene rivolgersi immediatamente ad un dottore. Di norma è preferibile non superare mai la quantità massima di 1,5 g.

In caso di ingestione eccessiva, si incorre in un’intossicazione che potrebbe risultare mortale. Infatti, il quadro tossico è caratterizzato da:

  • nausea
  • vomito
  • dolori addominali
  • dolori al torace
  • irrequietezza
  • agitazione
  • tremori
  • vampate di calore
  • dilatazione delle pupille
  • difficoltà ad orinare
  • secchezza delle fauci
  • costipazione
  • tachicardia
  • ipertensione
  • secchezza della bocca
  • periodi di letargia spesso seguiti da delirio ed allucinazioni.

Rischi per la salute

Parallelamente ai sintomi fisici, si manifestano stati di euforia, eccitazione del sistema nervoso, e, con un dosaggio elevato, allucinazioni. Gli effetti si manifestano con l’inizio della digestione (da 2 a 6 ore) e possono durare dalle 12 alle 36 ore. Se gli effetti indesiderati sono molto accentuati, occorre evitare il panico, poiché così facendo si accentuerebbe il senso di angoscia e di paura.

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Se con le dosi raccomandate si avvertono dei malori è consigliabile mangiare qualcosa di zuccherato.

Tuttavia, la provenienza geografica costituisce un aspetto fondamentale perché ogni seme possiede caratteristiche diverse a seconda della zona di coltivazione.

Noce moscata: gravidanza e psicofarmaci

Controindicazioni possono riguardare una potenziale tossicità nelle donne in stato interessante.

Infatti, usato in alte dosi potrebbe causare fenomeni abortivi, in quanto inibisce la produzione di prostaglandine che possono influenzare lo sviluppo del feto.

Inoltre, particolare cautela nell’uso di noce moscata va osservata da soggetti in terapia con psicofarmaci (come gli inibitori delle Monoamino-Ossidasi) in quanto potrebbero interagire.

noce moscata: come consumarla

Noce moscata: modalità d’uso

La pianta di Myristica fragrans fornisce due tipi differenti di spezie: la noce moscata e il macis.

Queste possono essere utilizzate in differenti modi, sia a scopo alimentare che come prodotti dalle virtù medicamentose.

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Ma la noce moscata, rispetto al macis, è decisamente più versatile, in quanto è possibile utilizzarla sotto forma essiccata sia intera che in polvere, nonché in burro od olio essenziale.

Olio e burro

Il burro e l’olio di noce moscata sono derivati dai semi e vengono utilizzati in cosmetica, negli unguenti e, il burro, nella fabbricazione delle candele.

Le vecchie bucce possono essere utilizzate come substrato per far crescere il popolare fungo commestibile “kulat pala”.

olio essenziale di noce moscata

Come consumarla

La noce moscata si grattugia finemente per insaporire le pietanze. Invece, l’olio di noce moscata è ampiamente utilizzato come componente aromatizzante nei principali prodotti alimentari; il livello massimo consentito negli alimenti è di circa 0,08%. L’olio essenziale ha attività insetticida, fungicida e battericida.

Usi nel mondo

India

In India i semi erano utilizzati come additivo nei “betel quids”. Inoltre, preparati di noce moscata sono tuttora utilizzati come sostituti dell’oppio (Papaver somniferum L.) quando esso è controindicato per un paziente.

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La noce moscata gioca un importante ruolo nella medicina indonesiana. È infatti utilizzata per il trattamento di:

  • dolori e crampi allo stomaco
  • problemi ai reni
  • reumatismi
  • nervosismo
  • vomito
  • pertosse e altri disturbi.

Isole Molucche

Nelle isole Molucche è usata come sedativo per i bambini e per chi soffre di disturbi del sonno. Inoltre, i semi sono utilizzati in rituali religiosi di guarigione quando tutti gli altri metodi per curare un bambino falliscono. Semi di noce moscata vengono posti attorno al suo collo e vengono poi recitate preghiere per chiederne la guarigione. La polvere di semi è anche ingerita insieme al latte o a bevande alla banana.

Malesia e Australia

Nella medicina malese i semi e i fiori sono utilizzati come stimolanti, digestivi, afrodisiaci e ricostituenti e nel trattamento della malaria. Per alleviare il mal di testa, l’olio di semi è applicato sulle tempie o ingerito come infuso. In Australia, gli aborigeni utilizzano tutte le parti dell’albero di Myristica fragrans come risorsa di materie prime, come cibo e come medicina. È del tutto probabile che essi avessero anche scoperto gli effetti psicoattivi dell’olio di noce moscata.

noce moscata: varietà

Noce moscata: varietà

L’albero di noce moscata può facilmente essere confuso con le specie Myristica argentea Warb. (Nuova Guinea, Indonesia), Myristica fatua Sw. (Molucche), Myristica malabarica Lam. (India) e con Horsfieldia australiana S.T. Blake (specie indigena australiana).

Le piante di Myristica fragrans si distinguono in diverse cultivar in relazione alla provenienza, ovvero le noci moscate di:

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  • Ambon, che rappresentano la varietà più pregiata
  • Penang (dalla Malesia)
  • Giava
  • Sri Lanka
  • indiane.

Noce moscata: guida all’acquisto

La noce moscata normalmente si può trovare in semi interi, marrone scuro o bianchi (decolorati) oppure macinata. Difficilmente si trova sotto forma di burro o di olio.

Al momento dell’acquisto è preferibile comprare i semi interi, conservarli in un recipiente a chiusura ermetica e grattugiarli al momento dell’uso, per preservarne l’integrità del profumo.

A seconda della qualità possono invece essere classificate in noci grandi e piene, di qualità shrivel, vale a dire avvizzite, piccole e un po’ grinzose, di qualità BWP, vale a dire spezzate e danneggiate.

Usi alternativi

L’olio essenziale viene impiegato anche nella produzione di cosmetici, profumi, medicine e dentifrici.

Massaggio decontratturante con olio di noce moscata

Ad esempio, si può aggiungere ad altri oli, diluito magari in olio di mandorle, per frizioni e massaggi delle parti interessate dai dolori associati a reumatismi o sforzi eccessivi. Inoltre, la combinazione può essere arricchita con oli essenziali di timo o rosmarino. L’applicazione ha un effetto tonificante e riscaldante, soprattutto per chi pratica sport e ha bisogno di sciogliere i muscoli dopo un intenso allenamento. Quindi, il trattamento tende a sfruttare le proprietà antinfiammatorie e analgesiche della noce moscata.

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Preparazione per mal di denti

Queste proprietà possono essere utili anche nel trattamento di emergenza per il mal di denti, come si fa con i chiodi di garofano. Nel caso, va imbevuto un batuffolo di cotone con gocce di olio essenziale di noce moscata per applicarlo in corrispondenza della fonte del dolore sia gengivale che su eventuali parti esposte del dente dolorante, in attesa di ottenere un trattamento medico dentale adeguato.

Ma va precisato che l’applicazione prolungata a contatto sulla pelle e sulle mucose può risultare irritante.

noce moscata: usi in cucina

Noce moscata: usi in cucina

Le giovani bucce dei frutti (pericarpe) vengono trasformate in dolciumi (gelatine, marmellate, dolci e conserve, molto popolari nella Giava occidentale e in Malesia) ma poco conosciuti in Europa.

La noce moscata e il macis hanno qualità gustative simili, la noce moscata ha un sapore leggermente più dolce e il macis un sapore più delicato. Il macis è spesso preferito nei piatti di colore chiaro per il suo colore arancione brillante, cedendo ai piatti un colore simile allo zafferano.

In Europa

In tutta Europa, la noce moscata è ampiamente impiegata nell’arte gastronomica fin da tempi antichi, per arricchire il sapore di svariate pietanze con il suo particolare aroma dolce e pungente al tempo stesso.

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Questa spezia è molto usata come ingrediente di prodotti da forno, torte, biscotti, e dolci al cucchiaio come budini e creme pasticcere o zabaione, ma anche per il purè di patate e le verdure lesse. Nella cucina dei Paesi del Nord-Europa viene spolverata su carni, pesce, uova e formaggi, e per insaporire zuppe e verdure stufate. Nella cucina olandese, la noce moscata è piuttosto popolare e viene aggiunta a molte verdure come i fagiolini e soprattutto il cavolfiore e i cavoletti di Bruxelles lessati, dei quali in particolare riesce ad attenuare l’eccessivo sapore sulfureo. In Italia viene spesso aggiunta nei ripieni per tortellini, ravioli e cannelloni fatti a base di carne, formaggio o spinaci e anche nelle salse come la besciamella o quelle a base di formaggio fresco, oppure nelle zuppe. Inoltre, la noce moscata è un ingrediente tradizionale nel vin brulé.

Cucina mediorientale

Nella cucina mediorientale, la polvere di noce moscata viene spesso utilizzata come spezia per i piatti salati.

In arabo, la noce moscata si chiama Jawz at-Tiyb.

Nella cucina indiana, la polvere di noce moscata viene utilizzata quasi esclusivamente nei piatti dolci. È nota come Jaiphal nella maggior parte dell’India e come semi di Jathi nel Kerala. Può anche essere usata in piccole quantità nel “Garam masala”, una miscela di spezie indiana, ideale per la preparazione di tante ricette dal sapore orientale.

Usi vari

Le varietà giapponesi di curry includono la noce moscata come ingrediente mentre un panino norvegese chiamato kavring include la noce moscata.

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Il pericarpo (frutto/baccello) di Myristica fragrans viene utilizzato a Grenada per preparare una marmellata chiamata morne delice. In Indonesia, il frutto viene tagliato finemente, cotto e cristallizzato per creare una caramella profumata chiamata manala pala (“caramelle alla noce moscata”).

Il macis, dal sapore più delicato della noce moscata, è utilizzato nella preparazione di prodotti da forno, nelle miscele di spezie (ad esempio il curry), negli aceti speziati, sottaceti, ketchup e salse, nonché per la conservazione delle verdure o nella preparazione di liquori casalinghi come il nocino. È gradevole nelle salse di formaggio e grattugiato fresco.

Le ricette di Melarossa con la noce moscata

Alcuni esempi di ricette per insaporire i tuoi piatti.

1 – Indivia belga e patate al gratin

Indivia belga con patate al gratin e noce moscata

Calorie totali: 1330 kcal / Calorie a persona: 332 kcal

Ingredienti per 4 persone:

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  • 180 g di farina di mais
  • 320 g di carote
  • 320 g di verza
  • 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • 800 ml di acqua
  • sale q.b
  • noce moscata q.b

Scopri come preparare la ricetta dell’Indivia belga e patate al gratin.

2 – Lasagne alla zucca

lasagne zucca

Calorie totali: 2094 kcal // Calorie a persona: 523 kcal

Ingredienti per 4 persone:

  • 6 sfoglie di lasagna all’uovo
  • 300 g di zucca gialla
  • 300 g di champignon
  • 30 g di parmigiano
  • 400 ml di latte scremato
  • 35 g di maizena
  • 50 g di scamorza affumicata
  • 1 spicchio d’aglio
  • 20 ml di olio extravergine di oliva
  • prezzemolo q.b
  • sale q.b
  • pepe q.b
  • noce moscata q.b

Scopri come preparare la ricetta delle lasagne alla zucca.

3 – Purè di cavolfiore al forno con pomodorini

ricetta pure cavolfiore

Calorie totali: 1180 kcal / Calorie a persona: 295 kcal

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Ingredienti per 4 persone:

  • 400 g di cavolfiore
  • 400 g di patate
  • 200 ml di latte scremato
  • 1 uovo
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 2 cucchiai di parmigiano
  • 6/7 pomodori ciliegini
  • 2 cucchiai di pangrattato
  • sale q.b
  • noce moscata q.b

Scopri come preparare il Purè di cavolfiore al forno con pomodorini.

4 – Gnudi al forno con ricotta salata

gnudi forno

Calorie totali: 1080 kcal / Calorie a persona: 270 kcal

Ingredienti per 4 persone:

  • 750 g di spinaci
  • 375 g di ricotta light
  • 250 g di sugo di pomodoro senza soffritto
  • 50 g di ricotta salata grattugiata
  • 2 uova
  • 1 pizzico di noce moscata

Scopri come preparare la ricetta degli gnudi al forno.

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5 – Gnocchi di zucca con pesto di noci

Gnocchi di zucca con pesto di noci

Calorie totali: 2699 / Calorie a persona: 450

Ingredienti per 6 persone:

Per gli gnocchi

  • 600 g di zucca
  • 500 g di patate
  • 300 g di farina
  • 1 uovo
  • sale q.b
  • noce moscata q.b

Per il pesto

  • 50 g di noci
  • 70 g di ricotta
  • 30 g di Pecorino romano
  • 60 ml di olio extravergine di oliva
  • 4 pomodori datterini
  • 1 scorza d’arancia

Scopri come preparare gli gnocchi di zucca con pesto di noci.

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6 – Polenta con carote e verza

polenta carote e verza

Calorie totali: 1042 kcal / Calorie a persona: 260 kcal

Ingredienti per 4 persone:

  • 180 g di farina di mais
  • 320 g di carote
  • 320 g di verza
  • 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • 800 ml di acqua
  • sale q.b
  • noce moscata q.b

Clicca e scopri come preparare la ricetta della polenta con carote e verza.

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noce moscata: cos'è, valori nutrizionali, benefici, controindicazioni e ricette

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Sylvie Pariset

Sylvie Pariset

Francese di origini, ma italiana d’adozione, sono stata insegnante di sport e attrice per 10 anni. Appassionata di salute e benessere, collaboro per Melarossa da 5 anni scrivendo soprattutto di fitness, lifestyle e alimentazione sana.

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