Sommario
L’esaurimento nervoso, anche noto come nevrastenia, indica una condizione generale di debolezza e spossatezza sia fisica che mentale conseguente a un forte stress.
Si può presentare in un qualsiasi momento della vita di un individuo, ha esordio improvviso anche se generalmente ha durata transitoria.
Il termine, ormai obsoleto e non scientifico, è ampiamente utilizzato a livello comune. La sintomatologia caratterizzante questa condizione include sintomi fisici, cognitivi, comportamentali e psicologici come debolezza e spossatezza, faticabilità, dolori muscolari e articolari, cefalea, vertigini, difficoltà di concentrazione, di memoria, disturbi del sonno ecc.
Per la comunità scientifica l’esaurimento nervoso non rappresenta un vero e proprio disturbo mentale e quindi non esiste una cura specifica. Ciononostante, è di fondamentale importanza adottare accorgimenti di prevenzione e di azione per ridurre il disagio e la sofferenza sottostante questa condizione che non dovrebbero essere presi sottogamba.
Cos’è l’esaurimento nervoso
Il termine esaurimento nervoso sta ad indicare il consumo delle energie sia fisiche che mentali. Sebbene il termine sia obsoleto e non scientifico, esso viene utilizzato frequentemente e impropriamente per indicare anche stati di depressione o ansia.
Noto anche come nevrastenia o neuroastenia, indica una condizione generale di debolezza e spossatezza sia fisica che mentale favorita da ritmi di vita particolarmente stressanti.
Popolarmente la locuzione “esaurimento nervoso” sta a indicare il consumo, lo svuotamento, l’esaurimento per l’appunto, di tutte le energie del nostro organismo, sia fisiche che mentali.
Il termine esaurimento nervoso è un termine ormai obsoleto, introdotto per la prima volta nel XIX° secolo per indicare una condizione di fatica cronica, sentimenti di impotenza, dolori articolari, muscolari e cefalea.
La definizione che si dava della neurastenia nel 1800 corrisponde oggi all’incirca a quella che viene utilizzata per descrivere la sindrome da burnout, “condizioni somatiche funzionali” o psicopatologie come la sindrome da fatica cronica, la fibromialgia, disturbo post traumatico da stress, depressione, ecc.
Il termine “esaurimento nervoso” è un termine che viene utilizzato impropriamente poiché il sistema cognitivo non può andare incontro ad esaurimento o consumarsi.
La dizione “esaurimento nervoso”, perciò, non è un termine scientifico e la sua definizione oggi non trova spazio nei manuali diagnostici medici, i quali non includono questa condizione tra le patologie riconosciute.
Come si manifesta la nevrastenia?
Può presentarsi in un qualsiasi momento della vita di un individuo, ha esordio improvviso anche se generalmente ha durata transitoria.
La condizione psico-fisiologica legata all’esaurimento nervoso impedisce all’individuo di “funzionare” adeguatamente nei diversi domini della sua vita, inficiando la qualità della sua vita. Infatti, si riscontra spesso una diminuzione dell’efficienza lavorativa o scolastica oltre che nelle attività di vita quotidiana.
È una condizione generale di spossatezza e fatica che è accompagnata da una vasta gamma di sintomi che includono:
- Disturbi del sonno.
- Difficoltà di concentrazione.
- Disturbi dell’umore.
- Disturbi di memoria e di attenzione.
Altri sintomi caratteristici dell’esaurimento nervoso sono:
- Dolori muscolari e articolari.
- Difficoltà a provare emozioni piacevoli (anedonia).
- Tachicardia.
- Vertigini.
- Cefalea.
E’ una condizione di disagio psicologico che sfocia, nella maggior parte dei casi, in un disturbo di tipo organico.
Il crollo psico-fisiologico che ne consegue è spesso dovuto alla presenza di ritmi di vita molto frenetici, fattori stressanti di natura economica, familiare, sociale, lavorativa, scolastica o interpersonale.
A questo si aggiunge la bassa capacità di gestione delle proprie risorse personali e le scarse capacità di rispondere adeguatamente allo stress.
Differenza tra esaurimento nervoso, depressione e stress
L’esaurimento nervoso spesso viene sovrapposto e utilizzato in maniera intercambiabile con termini quali stanchezza, depressione e stress. Sebbene queste condizioni siano legate tra di loro, sono differenti e distinguibili.
Non è una malattia ad oggi riconosciuta e presente negli attuali manuali diagnostici psichiatrici.
In ambito psicologico e psichiatrico alcuni anni fa, il termine “neuroastenia” (debolezza neurale o stanchezza mentale) venne utilizzato per sostituire il termine esaurimento nervoso, termine oggi obsoleto, non scientifico e improprio.
La nevrastenia indicava uno stato di debolezza fisica e mentale cronica associata ad una vasta gamma di sintomi fisici e psicologici. Negli anni recenti, non solo il termine nevrastenia ma anche la condizione che definiva, sono state escluse dalle classificazioni psichiatriche in uso.
Questo perché la sintomatologia della nevrastenia è molto varia e vaga e la maggior parte dei sintomi possono essere ascritti ad altre psicopatologie e condizioni mediche riconosciute.
Esistono delle sindromi e patologie che si avvicinano molto alla definizione e alle caratteristiche della nevrastenia, come il disturbo dell’adattamento, la sindrome da burn-out, il disturbo da stress acuto, la sindrome da fatica cronica, la fibromialgia ecc.
Differenza tra esaurimento e stanchezza fisica o mentale
L’esaurimento nervoso è una condizione di stanchezza e spossatezza sia fisica che mentale caratterizzata da una vasta sintomatologia.
Spesso l’esaurimento viene confuso con la stanchezza fisiologica che invece ne rappresenta un sintomo e non coincide con questa. La stanchezza, infatti, è una conseguenza naturale dell’esecuzione di uno o più compiti, attività o carico lavorativo.
La stanchezza è strettamente legata alla quantità e al tipo di lavoro fisico o mentale svolto. Questo significa che la stanchezza può essere ridotta tramite il riposo.
L’esaurimento nervoso è una condizione non legata alla quantità o alla tipologia di lavoro svolto (fisico o mentale). Lo stato psico-fisiologico di debolezza cronica e fatica non migliora con il riposo e si presenta anche in condizioni di assoluto riposo.
Differenze con la depressione
L’esaurimento nervoso presenta una sintomatologia molto varia e diversificata che spesso risulta essere sovrapponibile a sintomatologie di altre psico-patologie.
Ad esempio, la stanchezza, l’apatia, la labilità emotiva, la mancanza di concentrazione, la perdita di memoria e molti altri sintomi sono tutti sintomi ascrivibili all’esaurimento nervoso ma anche ad altri disturbi psicopatologici come la depressione o i disturbi da stress e ansia.
La depressione rappresenta una psicopatologia riconosciuta e ben definita da criteri diagnostici precisi che ne permettono l’identificazione.
Al contrario, nell’esaurimento nervoso questi criteri non esistono, essendo la nevrastenia un disturbo non riconosciuto.
La depressione si sviluppa nel tempo, difficilmente è una condizione temporanea e origina dall’interazione di differenti fattori psicologici, sociali, personologici e biologici.
L’esaurimento nervoso, invece, ha un’insorgenza improvvisa, è successivo a un periodo fortemente stressante, generalmente è uno stato transitorio e le sue cause sono pressoché psico-sociali.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sulla depressione.
Esaurimento nervoso e stress: le differenze
Poiché l’esaurimento nervoso dipende, in forte istanza, dallo stress, parte della sua sintomatologia sarà sovrapponibile a quella di un disturbo da stress. Lo stress è una risposta psicofisiologica dell’organismo a uno stimolo ambientale (positivo come un matrimonio o negativo come un divorzio o un licenziamento).
Essendo, lo stress, una risposta dell’organismo alle stimolazioni non rappresenta una malattia o patologia che può essere curata ma una condizione psico-fisiologica. Se lo stress diventa troppo elevato e intenso (distress o stress negativo) e si protrae nel tempo la conseguenza potrà essere l’esaurimento nervoso (un esaurimento delle risorse fisiche e psicologiche dell’individuo).
In questo caso, gli individui non riusciranno ad utilizzare efficacemente ed efficientemente le proprie risorse cognitive, fisiche e psicologiche per fronteggiare gli eventi, i vissuti e le stimolazioni ambientali e si potranno manifestare una vasta gamma di sintomi.
Tali sintomi possono riguardare tanto l’aspetto fisico quanto quello psicologico e possono sfociare in psicopatologie come ansia e depressione o disturbi psicosomatici.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sullo stress.
Esaurimento nervoso: sintomi e come si manifesta
L’esaurimento nervoso è contraddistinto dalla presenza di differenti sintomi che possono mostrarsi con diversa intensità in base all’età, alla personalità, alla familiarità o alla presenza di patologie psichiatriche e di fattori sociali e familiari particolari.
Disturbi fisici
- Stanchezza, debolezza, perdita di energie, fatica fisica.
- Faticabilità.
- Dolori muscolari e articolari o indolenzimento di questi (spesso è dovuto alla tensione muscolare e all’incapacità di rilassarsi).
- Lombalgia.
- Cefalea.
- Vertigini.
- Carenza di appetito o iperfagia.
- Disturbi gastrointestinali (gonfiore addominale, nausea, mal di stomaco, alitosi, stipsi, meteorismo).
- Tachicardia, cardiopalmo, difficoltà respiratorie.
- Sudorazione e disturbi pressori.
Sintomi cognitivi e comportamentali
- Difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno (insonnia o ipersonnia).
- Difficoltà a rilassarsi.
- Bassa soglia di attenzione.
- Difficoltà a mantenere l’attenzione e la concentrazione.
- Difficoltà ad articolare il pensiero e di gestione del carico di lavoro mentale.
- Difficoltà a ricordare le informazioni.
- Difficoltà a portare a termine un compito.
- Frustrazione e bassa tollerabilità agli eventi.
- Ritiro sociale, allontanamento dalla famiglia e dagli amici.
- Disinteresse per la propria figura e igiene.
- Diminuzione della libido.
- Difficoltà a mantenere i rapporti.
Sintomi psicologici
- Labilità emotiva, irritabilità, scatti d’ira, nervosismo, eccitazione.
- Difficoltà nel provare emozioni positive (anedonia), apatia.
- Tristezza non giustificata da eventi specifici.
- Ansia, preoccupazione eccessiva per quello che accade, attacchi di panico talvolta.
- Sentimenti di inadeguatezza, incapacità, inutilità, insicurezza.
- Calo dell’autostima e dell’autoefficacia.
- Comorbilità con sintomi depressivi e ansiosi.
- Disturbi da somatizzazione.
- Disturbi da stress.
- Ruminazione.
- Ipocondria.
- Abuso di alcol e di sostanze.
Esaurimento nervoso: cause e soggetti a rischio
È uno stato psicologico di disagio favorito principalmente da eventi di vita altamente stressanti e prolungati nel tempo. Lo stress rappresenta la causa predominante della nevrastenia ma è sempre affiancato da fattori di rischio che facilitano l’insorgenza della condizione.
Cause
L’esaurimento nervoso potenzialmente può colpire tutti e in qualsiasi momento anche se la presenza di alcuni fattori protettivi o di rischio può diminuire o aumentare la probabilità che ciò si verifichi.
La causa principale dell’esaurimento nervoso è rappresentata dallo stress e da eventi di vita fortemente stressanti e duraturi nel tempo.
L’esposizione a periodi prolungati di stress comporta un’alterazione della struttura ipotalamo-ipofisi-surrene coinvolta nella risposta fisiologica allo stress.
Lo stress, tuttavia, sebbene rappresenti il fattore principale favorente lo sviluppo dell’esaurimento nervoso, è solo uno dei diversi e tanti fattori che dovrebbero essere considerati.
Rientrano nelle cause possibili:
- Psicopatologie come depressione maggiore, depressione post-partum, in generale, disturbo dell’umore, disturbi d’ansia, attacchi di panico, disturbo da stress post-traumatico.
- Ipocondria.
- Dipendenza (farmaci, droghe, gioco).
- Stress lavoro-correlato e burnout.
- Mobbing.
- Bullismo e violenza (fisica e mentale).
- Eventi di vita stressanti gravi.
- Difficoltà relazionali.
Fattori di rischio e di protezione
Tra i fattori di rischio troviamo fattori biologici, psicologici e sociali.
Biologici
- Patologie fisiche.
- Disabilità e malattia fisica o psicologia.
Psicologici
- Anamnesi familiare positiva per disturbi psichiatrici e/o psicologici (depressione, disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, disturbi da stress).
- Disturbo da abuso di alcol e sostanze.
- Personalità caratterizzata da bassa autostima, bassa autoefficacia, basso controllo emotivo.
- Bassa resilienza, incapacità di utilizzare strategie di coping efficienti.
Sociali
- Eventi stressanti (lutti, eventi negativi, incidenti, perdita della casa, divorzio).
- Insuccesso scolastico o lavorativo, problemi interpersonali e relazionali.
- Stress lavoro-correlato persistente, difficoltà finanziarie, status socioeconomico basso, disoccupazione.
- Condizioni familiari disagiate, conflitti familiari, instabilità familiare, famiglie disorganizzate e non comunicative.
- Mancanza di una rete sociale e familiare, mancanza di sostegno e supporto da parte della famiglia.
- Abuso fisico e psicologico, eventi di vita gravosi.
Tra i fattori protettivi, fattori che favoriscono il comportamento, i pensieri e l’atteggiamento positivo e facilitano la gestione dei fattori di rischio, troviamo:
- Fattori personali come buona autostima, buona self-efficacy, buona resilienza, buone strategie di coping.
- Capacità di prendere decisioni, di porsi obiettivi raggiungibili e di risolvere problemi.
- Forte rete sociale e familiare.
- Buona capacità di regolazione emotiva.
- Esposizione durante l’infanzia a figure di riferimento positive.
Diagnosi dell’esaurimento nervoso
Non è una malattia definita da alcun manuale diagnostico. Questo comporta che non esistano dei criteri diagnostici per la sua identificazione. La sintomatologia, spesso, si riflette e si inserisce all’interno di altri quadri diagnostici come la depressione, la sindrome da fatica cronica, l’ansia.
E’ una condizione psicofisiologica caratterizzata da faticabilità e debolezza fisica e mentale. L’esaurimento nervoso non rappresenta un vero e proprio disturbo e la sua definizione non è presente in alcun manuale diagnostico.
La comunità medico-scientifica, infatti, non considera la nevrastenia come un disturbo mentale.
Nonostante essa rappresenti spesso una conseguenza di altri disturbi o disagi psicologici e non esistano criteri diagnostici utili al suo inquadramento, non bisogna sottovalutare la sua presenza nell’individuo.
La sofferenza che si vive, il dolore che si sente e la stanchezza che si sperimenta sono tutte reali, e, a prescindere dalla definizione che se ne dà, rappresentano un disagio e un impedimento per la persona.
Diagnosi
Nonostante non sia possibile effettuare una diagnosi di esaurimento nervoso, è d’obbligo, da parte del professionista della salute, indagare le cause del disagio e della sofferenza e intervenire per ristabilire il benessere.
Sarà prima di tutto necessaria una valutazione oggettiva della condizione fisica e psicologica.
Sarà necessario effettuare delle analisi cliniche (analisi del sangue) al fine di identificare possibili cause organiche (es. disturbi e patologie della tiroide o carenza di ferro) che possono essere responsabili della stanchezza, della faticabilità, dell’instabilità emotiva e di altri sintomi.
Si procederà poi all’anamnesi psicologica, al colloquio e alla somministrazione di test standardizzati per effettuare una diagnosi differenziale ed escludere le psicopatologie.
Attraverso il colloquio sarà necessario reperire informazioni relative all’insorgenza dei sintomi, alla loro durata e intensità. Verrà tenuto in considerazione l’uso e abuso di sostanze, alcol, cibo e farmaci che, molto spesso, complicano la diagnosi e aggravano il quadro sintomatologico.
Una volta esclusa la presenza di disturbi come i disturbi di ansia, dell’umore, fobie o disturbo dell’adattamento, attacchi di panico e da stress, si procederà con la creazione di un piano di intervento adeguato alla persona.
Sicuramente lo sviluppo di un piano psicoterapico, affiancato da un eventuale piano farmacologico, può supportare l’operatore nel processo di guarigione.
Cure e terapie per l’esaurimento nervoso
Non è un disturbo mentale, dunque non esiste una cura strettamente legata alla sua definizione. Nonostante questo, la sofferenza e il disagio che si sperimentano devono essere presi in considerazione dal professionista della salute che deve escludere la presenza di altri disturbi per poter costruire un programma terapico specifico.
Essendo un disturbo legato principalmente allo stress e alla capacità di gestire lo stress in maniera efficace ed efficiente, e non essendo una vera e propria patologia riconosciuta, non ha una “cura” esatta.
L’obiettivo, in questi casi, è quello di cercare di ridurre la sintomatologia, di capire la causa e gli agenti stressanti.
Purtroppo, non è possibile identificare la durata della condizione perché dipende da diversi fattori soggettivi soprattutto personologici e caratteriali. L’allontanamento delle cause di stress sicuramente velocizza e favorisce il recupero ma non è sufficiente.
Sarà necessario l’intervento dei professionisti della salute.
Psicoterapia cognitivo comportamentale
La terapia cognitivo comportamentale aiuterà a contenere, ridurre e prevenire la sintomatologia, a modificare i pensieri negativi, a ridurre i tempi di guarigione e la possibilità di eventuali future ricadute.
Lo scopo ultimo è sempre quello del benessere psicofisiologico. Attraverso un percorso costruito tra il paziente e il terapeuta, si possono raggiungere i seguenti obiettivi:
- Aiutare l’individuo ad acquisire maggiore consapevolezza dei propri stati emotivi e pensieri attraverso interventi psicoeducativi.
- Identificare e riconoscere i pensieri, gli atteggiamenti e i comportamenti negativi e distorti nel percepire sé stessi e il mondo modificandoli.
- Aiutare il paziente a individuare le proprie risorse personali e ambientali che possano contribuire ad affrontare la condizione nevrastenica.
- Consentire all’individuo di imparare a gestire l’ansia e lo stress.
- Fornire al paziente gli strumenti (tecniche comportamentali) per promuovere il proprio benessere psico-fisiologico. Il terapeuta insegnerà alcune tecniche come quelle di rilassamento e come applicarle, spiegherà a cosa servono e in che modo sono efficaci.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sulla psicoterapia cognitivo comportamentale.
Prendersi cura di sé
L’esaurimento nervoso è una condizione abbastanza varia e vaga ma che interferisce con lo svolgimento della maggior parte delle attività quotidiane. La psicoterapia è fondamentale per ridurre la sintomatologia e riportare il paziente a uno stato di benessere psicofisiologico pre-disturbo.
L’individuo non può essere passivo ma deve svolgere un ruolo attivo nel suo processo di guarigione adottando alcune accortezze nella propria quotidianità.
Alimentazione e integratori
La relazione tra stress e alimentazione è molto stretta, nel caso dell’esaurimento nervoso, infatti, sintomi gastrointestinali come gonfiore addominale, cattiva digestione o alterazioni dell’appetito sono molto frequenti.
È ovvio che, se non mangio perché ho paura che successivamente non mi sentirò bene o mangio male non assumendo i giusti quantitativi di macronutrienti che mi servono, non avrò energie a sufficienza per gestire la mia giornata.
La mancanza di energie si rispecchia dal punto di vista fisico con stanchezza e spossatezza e dal punto di vista mentale con incapacità di concentrazione e cefalee.
Condurre una sana alimentazione significa evitare gli eccessi fondamentalmente.
Nessun cibo è da demonizzare ma l’abuso non fa mai bene. Ridurre il quantitativo di zucchero, alcol e caffeina e preferire frutta, verdura, cibi ricchi di omega 3, di vitamina B e C sono utili strategie di prevenzione.
Spesso contro lo stress l’utilizzo di tisane calmanti e rilassanti viene consigliato.
Le tisane hanno proprietà benefiche per l’organismo, favoriscono il rilassamento mentale senza causare sonnolenza e creano uno stato di attivazione fisiologica utile contro la stanchezza come nel caso del tè verde.
Le tisane come anche gli integratori vitaminici o la frutta di stagione sono molto importanti anche per rafforzare il sistema immunitario.
L’uso della melatonina può rappresentare un utile stratagemma per migliorare la qualità del sonno. I disturbi del sonno, infatti, impediscono al corpo di rigenerarsi e di riposarsi causando, come in un circolo vizioso, stanchezza e spossatezza sia fisica che mentale che aggravano la sintomatologia da “esaurimento nervoso”.
Sport e rilassamento
L’esaurimento nervoso è una condizione in cui ci si sente senza energie. Allontanare gli stressors dalla propria vita è utile ma non sufficiente.
Molto spesso è necessaria un’azione concreta e attiva nel proprio cambiamento. Praticare sport, attività all’aria aperta con gli amici o in solitaria può giovare alla spossatezza fisica e psicologica.
L’esercizio fisico, infatti, contribuisce alla regolazione del tono dell’umore, alla liberazione di endorfine, al mantenimento delle funzioni cognitive attive.
Anche il ricorso a tecniche di meditazione, di rilassamento e di respirazione aiuta a diminuire i livelli di stress. Queste tecniche aiutano a stimolare il nostro organismo permettendo una riattivazione generale del nostro corpo.
Alcuni consigliano di praticare la mindfulness, una pratica di meditazione attraverso cui si può migliorare la consapevolezza di sé stessi nel qui ed ora, nel presente.
Se ti interessa l’argomento, scopri il nostro approfondimento sulla mindfulness.
Complicazioni e conseguenze dell’esaurimento nervoso
È uno stato psicologico di disagio che può sfociare in o essere conseguenza di disturbi organici e psicopatologi come la depressione, disturbo da stress, sindrome da fatica cronica.
È una condizione di faticabilità e debolezza sia fisica che mentale che l’individuo sperimenta a seguito di un periodo altamente stressante.
Se lo stress perdura e vi sono molti fattori di rischio concomitanti, allora si potrà sviluppare una nevrastenia o esaurimento nervoso.
Lo stress sappiamo che di per sé non è una malattia ma una risposta dell’organismo a degli stimoli. Se l’organismo è sottoposto a molti stimoli esterni e interni è possibile che, in qualche maniera, rallenti la sua capacità di risposta alle stimolazioni.
Come conseguenza, si perde il controllo sul proprio organismo sia dal punto di vista fisico che mentale.
- Funzionamento organico del cervello: lo stress prolungato può produrre una degenerazione dei neuroni della corteccia prefrontale e la riduzione della funzionalità di alcune aree sottocorticali. La corteccia prefrontale è un’area cerebrale coinvolta in molti processi cognitivi (attenzione, memoria di lavoro, gestione delle emozioni …) e nella regolazione del comportamento diretto ad uno scopo (pianificazione, coordinazione, presa di decisione…).
- Comportamento: l’esaurimento nervoso genera complicazioni e modificazioni a livello comportamentale che inficiano il funzionamento generale nelle attività quotidiane. Sicuramente vi saranno difficoltà di concentrazione in ambito lavorativo e scolastico, pensieri negativi (è tutto difficile e impossibile, non ce la faccio), disturbi di vario genere.
Prevenzione e trattamenti
L’esaurimento nervoso può essere prevenuto attraverso l’adozione di alcuni accorgimenti e cambiamenti del proprio stile di vita.
La divulgazione e sensibilizzazione sono attività fondamentali per far conoscere e fornire informazioni scientifiche attuali e recenti inerenti il disagio e la sofferenza psicologica sottostante l’esaurimento nervoso o le psicopatologie e le condizioni che potrebbero sottostarvi.
Per prevenire l’esaurimento nervoso e la sintomatologia ad esso collegata può essere utile adottare degli accorgimenti particolari.
- Riconosci i sintomi, informati da fonti attendibili, non vergognarti, non criticarti, non minimizzare, non ignorare il disagio che senti. Non avere paura di rivolgerti a professionisti della salute, sia medici che psicologi.
- Parla con te stesso, cerca di comprendere le cause di ciò che stai vivendo, cerca di identificare la goccia che ti ha fatto crollare.
- Non farti assalire da pensieri e sentimenti di inadeguatezza, debolezza.
- Impara strategie e tecniche di rilassamento, pratica esercizi di respirazione, training autogeno, mindfulness e meditazione.
- Pratica attività fisica regolarmente, almeno 20 minuti al giorno, anche solo camminare.
- Stabilisci le tue priorità.
- Se lo ritieni necessario prenditi una vacanza dal lavoro.
- Segui uno stile di vita e un’alimentazione sani e cerca di raggiungere una buona qualità del sonno.
- Riduci l’alcol ed evita l’assunzione di sostanze.
- Prenditi un po’ di tempo per te, pratica hobby, yoga.
- Evita di giocare ai videogiochi o guardare la tv.
- Mantieni le relazioni sociali.
Fonti
- Aho, K. (2018). Neurasthenia revisited: On medically unexplained syndromes and the value of hermeneutic medicine. Journal of Applied Hermeneutics.
- Fiammenghi, S. (2012). Considerations of Esaurimento Nervoso: A Cultural model of “nerves” for Italian-American Patients Suffering from mental Illness. Italian American Review, 2(1), 23-35.