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Colite: cos’è, quali sono i sintomi e quali i rimedi

Francesca Fiore by Francesca Fiore
26 Giugno 2023
in Patologie
colite
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Sommario

  • Colite: cos’è
  • Colite: i sintomi
  • Tipi di colite
  • Cause e complicanze
  • Colite: diagnosi
  • Cure e trattamenti per la colite
  • Colite: cosa mangiare e cosa no
  • Prevenzione

La colite è una malattia infiammatoria, acuta o cronica, a carico del colon (la parte terminale dell’intestino) o dell’intestino in generale.

È un termine generico che si usa per descrivere diverse condizioni che causano l’infiammazione del colon e che dipendono dalle cause sottostanti. Le forme più comuni sono la colite ulcerosa, la colite spastica, quella nervosa, la sindrome dell’intestino irritabile e il Morbo di Crohn.

Si definiscono anche Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI), che si manifestano con una sintomatologia diversa ma spesso caratterizzata da ulcere ed erosioni dell’intestino. Secondo le statistiche, colpiscono una persona ogni 200-300.

I sintomi della colite sono quelli “classici” gastrointestinali come gonfiore, flatulenza, dolore, stipsi o diarrea. Ci sono diversi trattamenti per curare la colite, ma è anche importante sapere cosa mangiare e cosa no.

Come è fatto l'intestino

Colite: cos’è

Il termine colite è usato generalmente per intendere un’infiammazione che colpisce il colon, ovvero il secondo tratto dell’intestino crasso. Si accompagna a dolore addominale associato a crampi, sensazione di gonfiore, stitichezza e/o a diarrea.

Il termine dovrebbe essere limitato ai problemi specifici del colon, ma in passato, con il nome colite spastica si indicava una serie più ampia di disturbi come la sindrome dell’intestino irritabile o il morbo di Crohn, così come tutte quelle sindromi infiammatorie non ben specificate che interessano l’intestino crasso.

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Perché si parli di colite deve essere quindi presente un’infiammazione della mucosa del colon, cosa che ad esempio non troviamo nella sindrome del colon irritabile, in gergo colite spastica, in cui la sintomatologia è causata da problemi della motilità del colon.

Le cause possono essere diverse, dalle infezioni alle infiammazioni, fino alle allergie. La colite si definisce poi acuta se insorge rapidamente, nel giro di poche ore ed è tipico di quelle infettive.

Invece, la colite cronica fa riferimento a un’insorgenza subdola e graduale, nel giro di giorni o settimane. Tra le coliti croniche, le più importanti sono la sindrome del colon irritabile e le malattie infiammatorie intestinali.

sintomi della colite

Colite: i sintomi

I sintomi della colite possono variare a seconda della causa scatenante specifica. Tuttavia, ci sono alcuni sintomi comuni associati alla colite. Ecco alcuni dei più frequenti:

  • Diarrea: la presenza di feci liquide o molli è un sintomo comune della colite. La diarrea può essere persistente e può contenere sangue, muco o pus.
  • Crampi e dolore addominali nella parte inferiore dell’addome. I crampi possono essere intermittenti o costanti e possono variare in intensità.
  • Urgenza nell’evacuazione: alcune persone affette da colite possono sperimentare l’impulso di andare in bagno, spesso accompagnato dalla sensazione di non riuscire a trattenere le feci.
  • Sanguinamento rettale o presenza di muco: alcune forme, come la colite ulcerosa, possono causare sanguinamento rettale. Questo può manifestarsi come sangue visibile nelle feci o sulla carta igienica.
  • Gonfiore addominale con la sensazione di distensione addominale.
  • Perdita di peso involontaria per senso di sazietà precoce e diminuzione dell’appetito.
  • Affaticamento.

I sintomi più gravi invece possono includere affanno, battito cardiaco alterato e febbre.

È importante evidenziare che sono sintomi simili anche ad altre condizioni gastrointestinali e che solo un medico può effettuare una diagnosi accurata.

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Tipi di colite

Le diverse coliti sono classificate a seconda della causa della malattia e della durata. Si possono suddividere in:

  • Primarie (o primitive), se originate dal colon stesso.
  • Secondarie, nel caso in cui siano provocate da malattie che interessano altri organi.
  • Acute, cioè coliti che si manifestano all’improvviso con dolori addominali, stipsi o diarrea.
  • Croniche, che spesso sono conseguenza delle forme acute.
  • Infettive, cioè quelle che derivano da infezioni e batteri.
  • Ischemiche, che si sviluppano quando il flusso di sangue ad una parte dell’intestino crasso (il colon) è ridotto.
  • Pseudomembranose, che derivano dall’abuso di antibiotici.
  • Ulcerose, in cui la parete interna del retto e del colon, la “mucosa”, può apparire rossa, sanguinante e presentare ulcere diffuse.

Le infiammazioni acute sono molto frequenti e sono principalmente dovute a infezioni, ma quando la diarrea perdura per più di 4 settimane, dopo i dovuti accertamenti, si può eventualmente parlare di infiammazione cronica.

Inoltre esistono particolari entità chiamate IBD (Intestinal Bowel Disease – Malattie infiammatorie croniche dell’intestino), dove fasi di infiammazione acuta si alternano a fasi di remissione della malattia.

In questo caso l’infiammazione non sempre riguarda il colon, come nel caso della malattia di Crohn, che nel 50% dei casi colpisce l’ileo (l’ultima parte dell’intestino tenue che si collega all’intestino crasso) e l’intestino crasso.

La colite ulcerosa invece riguarda sempre il colon e il retto.

Colite ulcerosa

La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino che colpisce principalmente il rivestimento interno del colon e del retto. Fa parte di un gruppo di malattie conosciute come malattie infiammatorie croniche dell’intestino (IBD), insieme alla malattia di Crohn.

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È caratterizzata da episodi di infiammazione e ulcere superficiali che si sviluppano nel rivestimento del colon e del retto. Questa infiammazione determina sintomi come diarrea sanguinolenta, crampi addominali, bisogno urgente di evacuare l’intestino e perdita di peso.

Le cause esatte della colite ulcerosa non sono ancora chiare ma si ritiene che dipendano da una combinazione di fattori, tra cui predisposizione genetica, sistema immunitario iperattivo e fattori ambientali.

La severità della colite ulcerosa può variare da lieve a grave e la cura può includere l’uso di farmaci antiinfiammatori, immunosoppressori, corticosteroidi e modifiche della dieta. Nei casi più gravi può essere necessario ricorrere alla chirurgia.

Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sulla colite ulcerosa.

Colite spastica o colite nervosa

La colite spastica o nervosa, nota anche come sindrome dell’intestino irritabile (IBS), è un disturbo comune dell’intestino che causa sintomi gastrointestinali, ma non è associata a infiammazione o danni strutturali all’intestino. Si caratterizza da un’alterazione nella motilità intestinale e nella sensibilità dell’intestino. I sintomi possono variare da persona a persona e possono includere:

  • Dolore addominale o crampi.
  • Alterazioni del transito intestinale.
  • Gonfiore addominale.
  • Sensazione di evacuazione incompleta.
  • Cambiamento della consistenza delle feci.

I sintomi della colite spastica o nervosa possono essere scatenati da vari fattori, tra cui stress, alimentazione, ormoni e sensibilità alimentari. La diagnosi si basa principalmente sulla presenza di sintomi caratteristici e sull’esclusione di altre condizioni gastrointestinali.

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Sebbene non esista una cura definitiva per la colite spastica, è possibile gestire i sintomi tramite una combinazione di cambiamenti dello stile di vita, dieta, gestione dello stress e, in alcuni casi, farmaci per alleviare i sintomi specifici.

Cause e complicanze

Le cause più comuni della colite sono:

  • Infezioni da batteri/virus/parassiti (le classiche “influenze intestinali” virali, la famosa colite pseudomembranosa da Clostridium Difficile ecc.).
  • Malattie autoimmuni.
  • Nel caso della colite ischemica, malattie vascolari come aterosclerosi e diabete possono contribuire a creare problemi della circolazione intestinale, che fanno sì che non arrivi più sangue e la mucosa vada in necrosi.
  • Complicazioni del trattamento con chemioterapie/radiazioni.
  • Farmaci (ad esempio colite microscopica da FANS o PPI) e allergie alimentari.
  • Stress e cattive abitudini alimentari.

Secondo alcuni studi, la rettocolite ulcerosa può aumentare il rischio di tumore del colon a causa dell’infiammazione intestinale cronica, di megacolon tossico (dilatazione abnorme del colon, emergenza spesso chirurgica) e di sanguinamenti. In generale, tutte le coliti che non si autolimitano possono avere come complicanze fistole, perforazioni, stenosi, ascessi, tumori, sanguinamenti.

Colite: diagnosi

In presenza di sintomi che fanno pensare ad una colite, è bene rivolgersi al tuo medico di famiglia. Egli effettuerà prima di tutto un’intervista al paziente a proposito dei sintomi e si informerà anche sullo stile di vita e sulle abitudini alimentari del soggetto. Dopodiché potrà prescrivere alcuni esami come:

  • Esami del sangue per escludere eventuali anticorpi AGA, che sono indicativi di una intolleranza al glutine (una patologia che può dare sintomi simili).
  • Test del respiro o Breath Test per individuare un’infezione gastrica o un’intolleranza al lattosio.
  • CDSA, un esame della funzionalità intestinale che ricerca anche l’eventuale presenza di parassiti.
  • Esame delle feci, che consente di scoprire una eventuale colonizzazione da parte di funghi come la Candida Albicans, parassiti o sangue occulto.
  • Colonscopia.
  • Ecografia addominale.

A seguito dei risultati giudicherà la tua colite come passeggera oppure avrà cura di inviarti da uno specialista gastroenterologo che ti guiderà nella miglior terapia.

colite: come curarla

Cure e trattamenti per la colite

La maggior parte delle coliti sono autolimitanti (malattie con un decorso blando che tende a risolversi in modo spontaneo) e non richiedono una terapia specifica. In linea di massima, può essere necessario compensare la perdita potenzialmente pericolosa di fluido ed elettroliti nei casi più gravi. Inoltre:

  • In caso di elevata perdita di sangue, anche il ferro dovrebbe essere integrato per prevenire l’anemia.
  • Se la colite è causata da un’infezione che non è virale, è necessaria una terapia antimicrobica per eliminare l’agente patogeno. L’esatto principio attivo dipende dall’agente patogeno.
  • La colite autoimmune, come la colite ulcerosa, richiede spesso una terapia antinfiammatoria e immunosoppressiva. Il trattamento inizia solitamente con la somministrazione di cortisone. Se non è possibile controllare i sintomi con il cortisone, si possono provare altri farmaci immunomodulanti.

Per quanto riguarda i rimedi naturali, non ci sono grandi soluzioni che abbiano dato prova di efficacia: è sempre comunque bene assumere probiotici, che regolano le funzioni intestinali, e preferire grassi buoni omega 3.

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Per quanto riguarda, invece, la Malattia di Crohn e la colite ulcerosa, non esiste ancora una cura definitiva, ma terapie per alleviare l’infiammazione, riducendo le riacutizzazioni ed evitando complicanze. La dieta, in alcuni casi, può alleviare la sintomatologia, ma ci sono anche terapie farmacologiche e chirurgiche.

Le prime prevedono l’uso di farmaci anti-diarrea e/o antidolorifici e antinfiammatori intestinali. Se poi non risultano efficaci entrano in gioco gli immunosoppressori e i farmaci biologici.

Inoltre, si possono associare integratori per il ripristino dei nutrienti persi con la diarrea e a causa del malassorbimento intestinale.

Chirurgia

Se la terapia farmacologica non basta o in caso di considerevoli complicanze, si può ricorrere alla terapia chirurgica.

Si procede quindi con la rimozione del tratto interessato dall’infiammazione o di tutto il colon e retto e una conseguente ricostruzione della continuità intestinale.

Per chi soffre di morbo di Chron, la chirurgia non è mai risolutiva e viene considerata nei casi più gravi in cui si verifichino complicanze come ascessi, fistole, ostruzioni da stenosi, perforazioni e importanti emorragie.

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Colite: cosa mangiare e cosa no

La dieta può svolgere un ruolo importante nella gestione dei sintomi della colite. Tuttavia, è importante notare che l’approccio dietetico può variare da persona a persona anche in base alla gravità dei sintomi. È certamente consigliato rivolgersi a un dietologo o a un nutrizionista per una dieta specifica e individuale, anche per gestire i sintomi in modo più appropriato.

Ecco alcune linee guida generali sulla dieta per la colite:

  • Mantieni una dieta equilibrata: cerca di consumare una varietà di alimenti nutrienti, inclusi cereali integrali, frutta, verdura, proteine magre e fonti sane di grassi.
  • Assumi fibre alimentari per promuovere la regolarità intestinale, ma senza eccedere perché potrebbero essere irritanti per il colon.
  • Fai attenzione agli alimenti che peggiorano o scatenano i sintomi. È utile tenere un diario alimentare. Tra i cibi che si potrebbero escludere: latticini, alimenti con glutine, cibi piccanti, cibi grassi, bevande gassate, caffè, cioccolato, alcol e cibi ad alto contenuto di fibra insolubile.
  • Consuma pasti più piccoli e frequenti per ridurre il carico sull’intestino e prevenire la sensazione di gonfiore.
  • Bevi a sufficienza per essere adeguatamente idratato bevendo abbastanza acqua durante il giorno. Evita bevande gassate e alcoliche, che possono irritare l’intestino.
  • Considera le modifiche specifiche alla dieta: alcune persone possono beneficiare di specifiche modifiche dietetiche, come l’eliminazione del glutine o dei latticini, se il medico o il nutrizionista lo ritengono opportuno.

Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sulla dieta per il colon irritabile.

Cibi consigliati

Se soffri di colite, ecco quali sono i cibi che puoi mangiare:

Colite: cibi consigliati

Oltre a prestare attenzione alla tua alimentazione, puoi adottare altri accorgimenti che ti permetteranno di stare meglio. Ad esempio:

  • Bevi molta acqua durante la giornata: almeno 1 litro e mezzo, meglio se 2.
  • Mangia sempre la frutta lontano dai pasti. In questo modo eviterai le fermentazioni nello stomaco, diminuendo il gonfiore intestinale.
  • Mastica lentamente e non saltare mai i pasti.
  • Evita cibi e bevande troppo caldi o troppo freddi.
  • Se hai episodi di diarrea puoi prendere i fermenti lattici.

Cibi da evitare

Colite: cibi da evitare

Prevenzione

La prevenzione della colite dipende dalla causa, quindi non è così semplice parlare di prevenzione per questa condizione. Tuttavia, ci sono alcune misure generali che possono essere adottate per ridurre il rischio di sviluppare la colite o per prevenire le riacutizzazioni se si è già affetti da questo disturbo.

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Per prima cosa è bene seguire una dieta equilibrata, mantenere il peso ideale e bere acqua per mantenersi idratati, poiché un’idratazione adeguata può contribuire al corretto funzionamento dell’intestino.

Anche ridurre lo stress è utile, perché ha un impatto negativo sul sistema digestivo, quindi fare esercizio fisico regolare, ricorrere alla meditazione o allo yoga sono tutti ottimi approcci.

Serve anche fare attenzione ai farmaci, poiché alcune persone possono sviluppare la colite a causa, ad esempio, di un uso magari prolungato di antibiotici o di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).

Infine, anche evitare il fumo è una buona prassi, poiché può aumentare il rischio di sviluppare la colite o aggravarla.

Fonti:

  • Colitis.
  • Colitis: Symptoms, What it Is, Types & Treatment.

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Francesca Fiore

Francesca Fiore

Esperta di gastronomia, ho conseguito il master in comunicazione e giornalismo gastronomico presso il Gambero Rosso, Città del gusto di Roma. Giornalista dal 2015, mi occupo soprattutto di nutrizione, prodotti e produzioni di nicchia, produzione di cibo sostenibile.

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