Neonati prematuri: meno rischi di danni cerebrali e morte se il parto avviene in una struttura specializzata. Sono le conclusioni a cui è giunto uno studio, condotto da un team di ricercatori dell’Imperial College di Londra e dell’Università di Turku, in Finlandia, e pubblicato su The British Medical Journal. La ricerca ha mostrato che bambini estremamente prematuri nati in ospedali inglesi con unità specialistiche di terapia intensiva neonatale avevano un rischio ridotto di danni cerebrali e morte, rispetto ai bambini prematuri nati in ospedali senza questo tipo di unità.
Lo studio
Lo studio ha coinvolto 17.000 bambini nati in Inghilterra prima della 28^ settimana di gravidanza, dal 2008 al 2015. L’analisi dei dati ha permesso di osservare che il trasferimento di bambini estremamente prematuri in un altro ospedale entro 48 ore dalla nascita era associato ad un aumentato rischio di gravi lesioni cerebrali. Il 27,5 per cento dei prematuri trasferiti presentava questo tipo di lesioni, contro il 14 per cento dei bambini nati in un ospedale con un’unità neonatale specializzata.
Dalla ricerca è emerso anche che, in caso di grave prematurità, nascere in un ospedale senza un’unità neonatale specializzata era associato ad un aumentato rischio di morte. Il 26,3 per cento dei bambini nati in ospedali privi di unità specialistiche erano deceduti, rispetto al 21 per cento dei bambini nati in un centro specializzato.
Il dottor Chris Gale, professore della Scuola di sanità pubblica dell’Imperial College e autore principale della ricerca, ha spiegato:
“I bambini nati prematuramente sono molto fragili. Se una madre va in travaglio in un ospedale non attrezzato per la cura di un bambino prematuro, spesso il neonato viene trasferito subito dopo la nascita in un ospedale più specializzato. Le ricerche hanno suggerito che questo trasferimento può causare complicazioni.”
“Stabilire sistemi e processi nazionali per garantire che le donne vengano trasferite all’ospedale giusto alle prime avvisaglie di travaglio prematuro – ha concluso – dovrebbe essere una priorità del servizio sanitario. Questo, per garantire che i bambini fortemente prematuri nascano in centri in grado di prestare loro un’assistenza adeguata”.
Un suggerimento che vale per la Gran Bretagna, paese oggetto dello studio, ma che può essere esteso a tutti i paesi per assicurare, in caso di parto prematuro, le cure più appropriate al neonato e ridurre così il rischio di gravi lesioni o morte.
Trasporto in utero (STAM) in caso di grave prematurità
In Italia, i protocolli di cura in caso di grave prematurità includono lo STAM, o Servizio di Trasporto Assistito Materno. Lo STAM prevede il trasferimento della donna in gravidanza ad un ospedale di livello appropriato. Questa procedura di trasporto in utero mira a garantire un’assistenza adeguata alla donna e al neonato. Le strutture specializzate assicurano infatti una terapia intensiva neonatale e personale in grado di gestire le problematiche respiratore e sistemiche associate ad un parto prematuro.
Lo STAM si è dimostrato efficace nel ridurre la mortalità perinatale nei neonati altamente pretermine. I nati al di fuori di strutture specializzate hanno invece un più alto rischio di complicanze neonatali, come difetti del neurosviluppo.