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Curva glicemica: come si svolge l’esame, valori normali e in gravidanza

Lorenzo Traversetti by Lorenzo Traversetti
29 Luglio 2024
in Salute
Un infermiere che inserisce l'ago per la misurazione della curva glicemica
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Sommario

  • Curva glicemica: che cos’è
  • Curva glicemica: valori
  • Come si svolge l’esame della curva glicemica
  • Quando si prescrive la curva glicemica
  • Come prepararsi a fare la curva glicemica
  • Curva glicemica in gravidanza
  • Come contrastare una curva glicemica fuori dalla norma?
  • Conclusioni

La curva glicemica è un test utilizzato per valutare il metabolismo degli zuccheri nell’organismo. È fondamentale per la diagnosi del diabete, poiché misura come il glucosio è gestito dopo l’assunzione di una soluzione zuccherina.

L’insulina, un ormone prodotto dal pancreas, è tra i protagonisti del processo metabolico, poiché aiuta le cellule a utilizzare il glucosio come fonte di energia. Se la sua azione è alterata possono verificarsi valori anomali di glicemia alta o glicemia bassa.

In gravidanza, la curva glicemica è particolarmente importante per monitorare i valori glicemici e prevenire il diabete gestazionale, che può influenzare la salute della madre e del bambino.

Comprendere e monitorare la curva glicemica e i suoi valori, è quindi essenziale per mantenere una buona salute metabolica e prevenire complicazioni legate al diabete.

Curva glicemica: che cos’è

La curva da carico orale di glucosio (nota anche con la dicitura curva glicemica) è un test abbastanza comune.

E’ un’indagine nota anche con l’acronimo OGTT (dall’inglese “Oral Glucose Tolerance Test”) in quanto viene comunemente usata per riscontrare alterazioni del metabolismo dei carboidrati. Proprio per questo motivo, risulta essere un test molto attendibile anche per la diagnosi del diabete mellito.

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Infatti, in questa condizione patologica, la concentrazione ematica di glucosio tende a salire sopra il range di normalità. Il tutto risulta causato da un deficit nella funzionalità dell’insulina. In alcune specifiche condizioni fisiologiche (ad esempio, in gravidanza), viene utilizzato anche come screening del diabete gestazionale.

Non esistono limiti particolari allo svolgimento di questo tipo di indagine. L’unico vincolo si presenta qualora la glicemia a digiuno del paziente dovesse essere superiore a 126 mg/dl oppure in casi in cui altri valori ematici lascino supporre una condizione di diabete mellito già in atto.

Normalmente, questa indagine non rientra nelle analisi di routine. Difatti, in queste ultime viene considerato solamente uno dei valori che la curva glicemica prende in considerazione, ossia la glicemia a digiuno.

Quando il valore di questo parametro o dell’emoglobina glicata lascia supporre un alterato metabolismo glucidico, il medico potrà richiedere di effettuare questa indagine aggiuntiva.

Curva glicemica: valori

In quali casi è possibile affermare di avere una glicemia nella norma, alta oppure bassa? In condizioni di riposo, la glicemia basale può presentarsi in tre diverse condizioni:

  • Glicemia normale: valori compresi tra 70 e 99 mg/dl.
  • Alta (non considerabile come diabete): valori compresi tra 100 e 126 mg/dl.
  • Glicemia alta (classificabile come diabete mellito): valori superiori a 126 mg/dl.

Prendendo a riferimento l’ultimo intervallo, ovvero quello dei 120 minuti dall’ingestione del glucosio, i range cambiano leggermente:

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  • Glicemia normale: valori inferiori a 140 mg/dl.
  • Alta (non considerabile come diabete ma come ridotta tolleranza ai carboidrati): valori compresi tra 140 e 200 mg/dl.
  • Glicemia alta (classificabile come diabete mellito): valori superiori a 200 mg/dl.

Nel caso del diabete gestazionale, i range cambiano ulteriormente. Qui, nel tempo, i parametri dovrebbero essere:

  • Glicemia al tempo 0: valori inferiori a 92 mg/dl.
  • 60 minuti: valori inferiori a 180 mg/dl.
  • 120 minuti: valori inferiori a 155 mg/dl.
  • 180 minuti: valori inferiori a 140 mg/dl.

Cause dei valori alterati

Erroneamente si pensa che l’unica causa di una glicemia alta sia da ricercare nell’alimentazione sbagliata. Purtroppo, esistono moltissime condizioni patologiche in grado di alterare il normale metabolismo glicemico, risultando in una glicemia a digiuno più alta del dovuto.

  • Acromegalia (patologia endocrino-metabolica determinata da un’eccessiva produzione da parte dell’ipofisi dell’ormone della crescita, GH).
  • Assunzione di farmaci quali i cortisonici.
  • Condizioni infettive in corso.
  • Dislipidemie.
  • Donne con passati episodi di diabete gestazionale.
  • Eccessiva assunzione di cibo.
  • Età superiore ai 45 anni.
  • Familiarità con il diabete mellito di tipo 2 (parenti di primo grado, ossia genitori e/o fratelli).
  • Ipercorticosurrenalismo.
  • Ipertensione arteriosa.
  • Ipertiroidismo.
  • Sindrome di Cushing.
  • Malattia renale cronica.
  • Pancreatite.
  • Soggetti sovrappeso o obesi (BMI, indice di massa corporea, superiore a 25 kg/m2).
  • Scarso esercizio fisico e vita sedentaria.
  • Sindrome da malassorbimento.
  • Sindrome metabolica.
  • Stress acuto (risposta a un trauma, infarto e ictus).
  • Tumore pancreatico.
Una grafica sulla curva glicemica

Come si svolge l’esame della curva glicemica

La curva glicemica misura la concentrazione degli zuccheri nel sangue, prima e dopo la somministrazione orale di una certa quantità di soluzione di acqua e glucosio puro.

Nel momento in cui ingeriamo degli zuccheri semplici, quelli che in modo molto gergale potremmo definire la ‘nostra benzina’, l’organismo risponde cercando di usarli o di metterli da parte.

Infatti, il glucosio è la molecola principe del metabolismo energetico del nostro corpo. Noi non ingeriamo mai glucosio assoluto ma sempre zuccheri di altra natura, in alcuni casi formati anche da glucosio, in altri casi no.

Prendiamo ad esempio il comune zucchero da cucina. Il saccarosio è formato da una molecola di glucosio e da una di fruttosio, legate insieme. Questo zucchero, una volta assunto, viene inviato subito agli organi dove è richiesta maggiore energia oppure al fegato dove viene metabolizzato in una forma di deposito.

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Indipendentemente dal percorso preso, l’effetto derivante dall’assunzione dello zucchero (e non solo!) è un aumento della sua concentrazione nel sangue. La curva glicemica prende in considerazione proprio questo aspetto.

Più in dettaglio, valuta come cambia la glicemia ematica nell’intervallo di 120 minuti dall’assunzione di zucchero.

Quando si prescrive la curva glicemica

La prescrizione di questa analisi è a discrezione del medico curante. Comunemente, si consiglia di effettuare questo test nei casi in cui il paziente presenti un’alterata glicemia a digiuno.

Allo stesso tempo, è necessario che questo valore non superi comunque un certo intervallo, al di sopra del quale diventerebbe più corretto parlare direttamente di diabete mellito.

Il range considerato di riferimento in questi casi deve prevedere una glicemia basale (a riposo) compresa tra 100 mg/dl e 126 mg/dl.

In aggiunta a ciò, un peso rilevante lo ha anche la familiarità del paziente. Infatti, qualora qualche parente diretto del paziente abbia già sviluppato iperglicemia o diabete, può diventare utile indagare per tempo eventuali disfunzioni metaboliche a carico dei carboidrati.

In alcuni casi, anche senza l’effettuazione della curva glicemica, è possibile ugualmente diagnosticare il diabete mellito, nel caso in cui:

  • Per due volte la glicemia a digiuno superi il valore di 126 mg/dl.
  • Anche unico, in cui la glicemia a digiuno superi i 200 mg/dl.
  • L’emoglobina glicata supera il valore di 6.5%.

Come prepararsi a fare la curva glicemica

E’ un test veramente poco invasivo. Le problematiche potenziali (seppur minime) sono solamente due.

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In prima istanza, tutti coloro che vivono con apprensione l’idea della puntura con un ago devono considerare che il test prevede l’utilizzo di un ago cannula per tutta la durata dello stesso.

In seconda istanza, la soluzione di acqua e glucosio che è necessario ingerire dopo il primo prelievo ha un gusto veramente molto forte. Difatti, può essere comparata con una melassa.

La modalità di svolgimento dell’esame è molto semplice. Prima di tutto, è necessario valutare il dato della glicemia a digiuno.

Dunque, al soggetto è inserita un ago cannula in vena (per evitare di fare più buchi al momento dei prelievi successivi). Il primo prelievo segnerà il valore di partenza del test.

A questo punto, viene fatta assumere una soluzione di acqua in cui sono stati inseriti 75 g di glucosio in 250-500 ml di acqua. L’arco di tempo per assumere questa bevanda dovrebbe essere compreso tra i 30 secondi e i 5 minuti.

A differenza di ciò, nel bambino, o nel paziente di peso inferiore ai 43 kg, la dose di glucosio sarà pari a 1,75 g per Kg di peso.

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L’utilizzo di questa soluzione dosata è fondamentale perché il test è dose-risposta. La durata totale del test corrisponde a 2 ore e in questo intervallo di tempo è possibile effettuare fino ad ulteriori 4 raccolte di sangue. Mi riferisco al tempo 30, 60, 90 e 120 minuti.

Nel caso di sospetto diabete gestazionale, può essere utile effettuare un’ulteriore raccolta anche a 180 minuti dall’ingestione della soluzione di glucosio.

Un'infermiere che inserisce l'ago nel braccio di un paziente per la misurazione della curva glicemica

Cosa mangiare il giorno prima?

Il test non prevede alcuna preparazione particolare. L’unico accorgimento da rispettare, nei 3 giorni precedenti il test, dovrebbe essere quello di assumere almeno 150 g di carboidrati al giorno.

In aggiunta, il soggetto deve sospendere l’assunzione di farmaci che potrebbero alterare il metabolismo glucidico.

Invece, la mattina del test, il paziente deve recarsi a digiuno da almeno 8 ore presso la struttura sanitaria dove verranno effettuati i prelievi. La struttura stessa si occuperà della preparazione e della somministrazione della bevanda a base di glucosio.

Dopo l’assunzione, il paziente dovrà stare seduto senza mangiare nè fumare. Bisogna anche sottolineare che l’assunzione di acqua nei 120 minuti seguenti l’assunzione della soluzione, deve essere strettamente controllata.

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Per la precisione, si dovrebbe evitare di bere nei primi 15 minuti. Successivamente, sono tollerabili delle assunzioni molto moderate di acqua a temperatura ambiente. Qualora il valore della glicemia a digiuno dovesse essere superiore a 126 mg/dl, il test non potrà essere svolto.

Curva glicemica in gravidanza

La curva glicemica viene comunemente prescritta anche in gravidanza di fronte a dei valori della glicemia, i quali escano dal normale range.

In questo caso specifico, questa indagine prende il nome di curva glicemica in gravidanza o GCT (dall’inglese Glucose Challenge Test). La modalità di svolgimento del test è molto simile a quella dell’OGTT ma differisce per due aspetti fondamentali.

In primis, non è necessario il digiuno preventivo. In seconda istanza, la soluzione orale di glucosio che la paziente deve assumere non è più di 75 ma di 100 grammi (sempre il 250-500 ml di acqua).

Quando si prescrive l’esame

La curva glicemica in gravidanza viene consigliata dal ginecologo o dal medico di famiglia nel caso in cui si sospetti uno squilibrio glicemico. Ciò poiché tale alterazione potrebbe essere un segnale di rischio di comparsa del diabete gestazionale.

Si consiglia di effettuare questo test tra la 24.a e la 26.a settimana di gestazione. Comunemente, ci sono alcuni fattori di rischio a cui può essere esposta la madre e che potrebbero suggerire al medico, a titolo preventivo, di effettuare questo test:

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  • Età maggiore o pari a 35 anni.
  • Familiarità per diabete in familiari di primo grado.
  • Macrosomia fetale (peso del nascituro >4,5 kg) in gravidanze precedenti.
  • Sovrappeso/Obesità (BMI ≥25 kg/m2).

Solamente nel caso di sovrappeso, quadro lipidico non idoneo o pregresso diabete materno, si consiglia di anticipare il controllo tra la 16.a e la 18.a settimana.

Diverso ancora è il caso delle gestanti con diabete pregravidico. In questo caso il monitoraggio glicemico segue un iter del tutto diverso e molto più dettagliato.

Cosa comporta una curva glicemica non idonea in gravidanza

Valori glicemici elevati durante il periodo gestazionale potrebbero causare complicanze serie, tra le quali spiccano:

  • Aborto spontaneo.
  • Eccessivo sviluppo del feto (macrosomia).
  • Ipertensione gravidica (gestosi).
  • Malformazioni fetali.
  • Morte tardiva del feto (3 trimestre).
  • Parto pretermine.
  • Presenza di eccessivo liquido amniotico.

Come si svolge il test

La prima fase del test (GCT) viene effettuata con una soluzione da 50 g di glucosio per effettuare uno screening del diabete gestazionale.

Solamente a fronte di un esito positivo (quando il GCT evidenzia a 60 minuti un valore di glicemia maggiore di 140 mg/dl), si passa alla fase successiva.

Quest’ultima prevede l’utilizzo di una soluzione più concentrata di glucosio (100 g) e funge da test di conferma della diagnosi iniziale.

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Come contrastare una curva glicemica fuori dalla norma?

Correggendo il proprio stile di vita, circa il 60% dei casi di prediabete ritornano alla condizione normale. A tal riguardo, sarebbe bene cercare di praticare regolarmente dell’attività fisica o, comunque, prediligere stili di vita attivi. In questo modo, stimolando la muscolatura, si favorisce anche il consumo muscolare di glucosio.

Ovviamente, anche l’alimentazione gioca un ruolo chiave. Sarebbe consigliabile eliminare dolci e alcolici dalla dieta, così come gli alimenti ricchi di zuccheri semplici. In più andrebbe favorito il consumo di frutta e, in particolare di verdura ma anche di alimenti ricchi di omega 3 e omega 6 (olio EVO; pesci grassi, frutta secca e semi oleaginosi su tutti).

Nella scelta del carboidrato, l’integrale andrebbe sempre preferito al cereale raffinato. Infine, non va mai dimenticata l’importanza dell’acqua, arrivando ad assumerne almeno 1,5 litri al giorno.

Conclusioni

La curva glicemica è un esame per valutare il metabolismo dei carboidrati. Misura quindi i livelli di glucosio nel sangue a intervalli regolari dopo l’assunzione di una soluzione zuccherina. Ciò consente anche di facilitare una possibile diagnosi di diabete.

In gravidanza, il test è fondamentale per monitorare la glicemia e prevenire possibili complicazioni.

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Fonti

  • Am J Clin Nutr
  • Mayo Clinic
  • Biomedicines

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Lorenzo Traversetti

Lorenzo Traversetti

Sono un Dottore di ricerca in Biologia con formazione specifica nell'indirizzo della Biologia della Nutrizione, perfezionata ulteriormente mediante la frequentazione di un Master di II livello presso l'Università di Camerino.

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