Sommario
La sindrome del tunnel carpale è una condizione dolorosa che colpisce il polso e la mano. Si verifica quando il nervo mediano, che passa attraverso il tunnel carpale nel polso, è compresso o irritato. Tale compressione causa sintomi come dolore, intorpidimento, formicolio e debolezza nella mano e nelle dita.
È spesso causata da movimenti ripetitivi o posture scorrette ed è comune tra chi lavora molto tempo al computer o svolge attività manuali.
Il trattamento può includere terapie conservative, esercizi, tutori o, nei casi più gravi, interventi chirurgici per liberare il nervo compresso.
Tunnel carpale: cos’è
Il polso è un’articolazione complessa formata dalle ossa dell’avambraccio (ulna e radio) e due ossa del carpo (scafoide e semilunare). In questa zona troviamo il tunnel carpale, uno spazio anatomico delimitato superiormente dal legamento trasverso del carpo e inferiormente dalle ossa del carpo (mano).
La sindrome del tunnel carpale, invece, è un disturbo neurologico che colpisce il polso e la mano e che si manifesta con dolore, intorpidimento e formicolio nella zona interessata.
La causa è la compressione del nervo mediano che attraversa il polso attraverso una struttura chiamata appunto tunnel carpale. Si tratta di un passaggio abbastanza stretto posto tra le ossa carpali sul lato dorsale del polso e il legamento carpale trasverso sul lato palmare della mano. All’interno passano nove tendini e il nervo mediano, che ha funzioni sia sensoriali, sia motorie.
Rientra nelle sindromi da compressione nervosa, condizioni causate dalla pressione esercitata su un nervo, anzi è la più frequente.
È un disturbo che può colpire chiunque, ma solitamente insorge soprattutto in età medio-avanzata (tra i 40 ed i 60 anni), con una maggiore prevalenza nelle donne rispetto agli uomini (3 a 1 per il sesso femminile).
Sintomi della sindrome del tunnel carpale
I sintomi principali sono dolori e “formicolio”, sulle prime 4 dita della mano, a volte diffusi anche al braccio e alla spalla, che peggiorano soprattutto di notte. I disturbi spesso si manifestano quando si tiene in mano un oggetto per un tempo prolungato come, ad esempio il volante dell’auto, il telefono o il giornale.
Nelle fasi iniziali i sintomi si possono alleviare con semplici accorgimenti, come indossare un tutore (polsiera) o evitare alcuni movimenti. Tuttavia, se la pressione sul nervo mediano si protrae nel tempo, il danno al nervo può peggiorare i disturbi.
Infatti, nelle fasi più avanzate, può associarsi dolore alla mano e al polso, a volte molto acuto, che ostacola il sonno e riduce la sensibilità delle prime tre dita e la forza nella presa. Se non si interviene, con il tempo i sintomi si aggravano.
I sintomi più comuni quindi includono:
- Formicolio e intorpidimento delle dita della mano: in particolare pollice, indice, medio e anulare. Può associarsi dolore e qualche volta, si può avvertire una sensazione di scossa elettrica alle dita; dolore e formicolii possono anche diffondersi al braccio e alla spalla.
- Debolezza e intorpidimento della mano e del muscolo flessore del pollice, controllato dal nervo mediano; può verificarsi un deficit nella presa e una ridotta sensibilità alle dita.
Tunnel carpale: cause
La sindrome del tunnel carpale è più comune nelle donne e nelle persone over 40. Le cause possono variare e spesso si sovrappongono, ma sono fondamentali per individuare il trattamento più adeguato. Gli specialisti di riferimento sono l’ortopedico, il chirurgo della mano, il fisiatra o il fisioterapista.
- Cause ereditarie: sebbene non sia stata ancora dimostrata l’ereditarietà della sindrome del tunnel carpale, è frequente osservare casi familiari che suggeriscono una predisposizione genetica.
- Predisposizione anatomica: chi ha un tunnel carpale molto stretto è più soggetto a sviluppare tale sindrome, anche se non è una regola assoluta.
- Altre patologie: condizioni come il diabete, l’insufficienza renale, l’ipotiroidismo, l’artrite reumatoide e l’obesità possono influenzare la sindrome del tunnel carpale, spesso a causa di squilibri ormonali o ritenzione idrica che provoca gonfiore nel polso.
- Gravidanza: le donne in gravidanza possono essere colpite da questo disturbo a causa della ritenzione idrica e del gonfiore. Questa condizione è spesso temporanea e migliora dopo il parto.
- Traumi o fratture: modificazioni anatomiche del polso in seguito a traumi o fratture possono comprimere il nervo mediano.
- Movimenti ripetuti del polso e della mano: le persone che eseguono movimenti ripetitivi con il polso e la mano, come suonare strumenti musicali, utilizzare il computer per molte ore al giorno o lavorare con strumenti vibranti, sono più a rischio di sviluppare la sindrome. Tra loro troviamo i professionisti che utilizzano molte ore al giorno il pc o tastiere, musicisti e tutte quelle persone che utilizzano attrezzi impattanti a livello articolare (falegnami, muratori ecc.).
Cure e rimedi per la sindrome del tunnel carpale
Il trattamento della sindrome può essere conservativo o chirurgico. La terapia conservativa è adatta ai pazienti che lamentano dolori moderati e presenti da alcuni mesi ma riescono a svolgere le attività quotidiane senza limitazioni.
In genere se la patologia è lieve e moderata, la fisioterapia è la prima scelta, anche usando la laserterapia in fase acuta per ridurre il dolore e l’infiammazione. Con trattamenti manuali, invece, si lavora sulla mobilizzazione delle ossa carpali e dei tessuti molli per favorire lo scorrimento dei tendini e dei nervi. Inoltre, l’applicazione del kinesio-taping (fasce adesive) può aiutare a migliorare la situazione.
È importante comunque individuare le possibili modifiche nelle abitudini lavorative, se sono la causa della sindrome, e dei semplici esercizi da fare a casa per ridurre i sintomi.
Il successo e i benefici della terapia conservativa saranno tanto più evidenti quanto più la diagnosi e l’inizio della cura saranno precoci, così come il riposo della mano e del braccio sono fondamentali per alleviare il dolore, unito a applicazioni di ghiaccio 5-6 volte al giorno per circa 15 minuti.
Soprattutto durante la notte, è previsto l’utilizzo di un tutore per limitare i movimenti dannosi per il polso e permettere un graduale miglioramento dei sintomi.
Farmaci
Il medico, in base alla gravità dei sintomi, può prescrivere l’utilizzo di antinfiammatori non steroidei per contrastare il processo infiammatorio e portare a una diminuzione del dolore. Dato il numero degli effetti indesiderati degli anti infiammatori (FANS), la terapia dovrebbe avere una durata limitata nel tempo.
La terapia enzimatica a base di tripsina, bromelina e rutina, secondo recenti studi, sembra portare benefici in termini di dolore e funzionalità della mano. Il vantaggio della terapia enzimatica è la quasi totale assenza di effetti collaterali con benefici, in determinati casi, sovrapponibili a quelli dei FANS.
Quindi, il medico può affiancare la terapia a base di enzimi a quella con FANS, per aumentarne l’effetto antinfiammatorio e analgesico, con la possibilità di limitare i farmaci FANS e quindi gli effetti collaterali.
In aggiunta alle terapie sopracitate potrebbe rivelarsi molto utile svolgere esercizi, sempre seguiti da un professionista, per decomprimere la zona del polso e recuperare la mobilità articolare.
Intervento chirurgico
L’intervento per il tunnel carpale si esegue in anestesia locale con eventuale sedazione e consiste in un’incisione cutanea di 3 centimetri a livello del polso per esporre il legamento trasverso del carpo e decomprimere il nervo mediano. Si rende necessario quando i sintomi diventano invalidanti e sono presenti da oltre 6 mesi, limitando le attività quotidiane
Al termine dell’operazione si applica un bendaggio da tenere per pochi giorni, da cambiare fino alla guarigione della ferita chirurgica.
La sutura è solitamente realizzata con punti riassorbibili che si staccheranno da soli quando la cicatrice sarà completamente guarita (in genere entro 12-15 giorni).
È possibile utilizzare la mano operata già a partire dal giorno dell’intervento per compiere i comuni gesti quotidiani, ma senza sollevare pesi e fare sforzi per le prime 3- 4 settimane. Successivamente, si può iniziare un percorso di riabilitazione e recuperare la piena funzionalità del polso entro qualche mese.
L’operazione al tunnel carpale si può svolgere in due modi diversi: tramite una procedura detta a “cielo aperto”, cioè con un’incisione di pochi centimetri (più invasiva) o a “cielo chiuso” cioè in artroscopia o in endoscopia. In questo caso si inserisce l’artroscopio (o l’endoscopio) per sezionare il legamento carpale e decomprimere il nervo mediano.
L’intervento al tunnel carpale è una procedura piuttosto sicura e collaudata, ma come tutte le operazioni può comportare alcune complicazioni tra cui:
- dolore.
- Cicatrici cutanee evidenti.
- Senso di intorpidimento.
- Infezioni chirurgiche.
- Lesione del nervo mediano.
- Rigidità articolare.
- Recidiva.
Tutore per tunnel carpale
È un dispositivo medico usato per lo più durante la notte per impedire al polso di piegarsi, causando dolore, formicolio e intorpidimento. Il tutore quindi consente di mantenere il polso in una posizione neutra.
Si può acquistare in farmacia o nei negozi on line, con un costo che si aggira dai 15 ai 50 euro.
È certamente un valido aiuto per evitare le posture e i movimenti nocivi, non solo la notte, ma non è risolutivo.
Tunnel carpale: esercizi per ridurre il dolore
Nonostante non sia possibile prevenire il tunnel carpale, alcuni esercizi possono ridurre il rischio di incorrere in questa sindrome o, se già presente, di sottoporsi a un’operazione chirurgica.
Vediamo, quindi, alcuni semplici esercizi da fare in qualunque momento della giornata.
1 – Flessione anteriore e posteriore della mano
Appoggiare il gomito sul tavolo con il braccio all’insù e il polso dritto. Piegare il polso in avanti formando un angolo a 90°. Raddrizzare il polso. Poi flettere la mano all’indietro. Ripetere il movimento 10 volte da ambedue lati.
2 – Flessione laterale
Appoggiare il gomito sul tavolo con il braccio all’insù e il polso dritto. Piegare il polso destro lateralmente da destra verso sinistra. Ripetere più volte.
Cambiare mano. Ripetere il movimento 10 volte da ambedue lati.
3 – Stretching delle dita
Con il gomito ben appoggiato sul tavolo e il polso dritto aprire e chiudere bene le dita. Ripetere 15 volte da ambedue lati.
4 – Stretching dell’avambraccio
Braccio dritto con il palmo rivolto verso il basso, piegare lentamente il polso in giù. Con l’altra mano spingere la mano flessa verso il corpo e mantenere per 15-30 secondi.
Riallineare il polso. Dopodiché sempre piegando lentamente la mano indietro, usare l’altra mano per spingere le dita all’indietro. Mantenere per 15-30 secondi. Ripetere almeno tre volte con ciascun polso.
5 – Apertura e chiusura delle dita
Chiudere le dita (escluso il pollice), poi piegare lentamente le falangi in giù verso la parte superiore del palmo della mano e restare in posizione per 5 secondi. Ripetere più volte il movimento.
5 – Rafforzamento della presa
Tenere premuta una pallina antistress per 5 secondi. Rifare il movimento per 15 volte da ambedue lati.
7 – Flessione del polso con la pallina
Tenendo una palla da tennis, allungare il braccio con il palmo in giù. Lentamente piegare il polso verso l’alto e poi ritornare alla posizione di partenza. Ripetere il movimento e aumentare gradualmente il peso da tenere in mano. Ripetere 15 volte da ambedue lati.
8 – Estensione del polso con la pallina
Tenendo in mano una pallina, allungare il braccio con il palmo in giù. Lentamente piegare il polso verso l’alto (tenendo sempre la pallina) e poi ritornare alla posizione di partenza. Ripetere 15 volte da ambedue lati.
Diagnosi
Per la diagnosi il medico può prescrivere un esame elettromiografico per verificare la gravità e confermare la sede della compressione, differenziandola dalla nevralgia o da una patologia cervicale. Nei casi più severi, per prevenire un danno permanente al nervo, è necessario intervenire chirurgicamente.
Un’attenta anamnesi e l’esame clinico sono i due elementi necessari per la diagnosi della sindrome del tunnel carpale. L’anamnesi è fondamentale per conoscere la storia del paziente, eventuali patologie e familiarità.
Invece, dal punto di vista clinico è il segno di Tinel a dare indicazioni sulla compressione del nervo Mediano. Il test di Tinel viene svolto percuotendo la zona del tunnel carpale, dove il nervo Mediano verrebbe compresso.
Il segno di Phalen è un altro elemento d’interesse per la diagnosi. Una flessione del polso per qualche secondo dovrebbe portare a formicolii, se il segno dovesse essere positivo.
Nel caso in cui si presentasse un’incertezza sulla diagnosi o i sintomi dovessero essere gravi, sarà necessario procedere con i test di conduzione nervosa per escludere altre patologie di tipo neuropatico.
L’elettromiografia e l’elettroneurografia sono i due test di conduzione nervosa per confermare la diagnosi di sindrome del tunnel carpale.
Come prevenire il tunnel carpale
Seppur non sostenuto da evidenze scientifiche di buon livello, parrebbe esserci una correlazione tra attività lavorativa e sindrome del tunnel carpale.
Quindi, su questo aspetto è possibile attuare una serie di strategie preventive. Nel caso di scrittura con tastiera, utilizzo continuo del mouse o altri movimenti che vincolano le mani in determinate posizioni, assume un ruolo di primaria importanza la posizione delle mani.
Inoltre, curare la postura e trovare una posizione che permetta di rilassare le spalle durante la scrittura su tastiera sono i primi passi da compiere per una corretta prevenzione. Quindi, la tastiera dovrà essere posizionata all’altezza dei gomiti per evitare il mantenimento di posizioni forzate della mano.
Può inoltre essere d’aiuto l’utilizzo di un mouse verticale che permette di mantenere il polso e la mano in una posizione più neutra e meno impattante per tendini e articolazioni.
In generale è invece consigliato, in tutte le professioni manuali, fare delle pause frequenti che consentano alla struttura muscolo scheletrica di recuperare e non andare in sovraccarico.
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Fonti
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