Il tumore ovarico è uno dei tumori ginecologici più aggressivi, il sesto più diagnosticato e il più grave in termini di mortalità. Per farlo conoscere, per sensibilizzare sull’importanza di una diagnosi tempestiva, per aumentare la consapevolezza su uno dei nemici più subdoli delle donne è nata la Giornata Mondiale sul Tumore Ovarico, che si celebra l’8 maggio.
Un’iniziativa, che quest’anno giunge all’ottava edizione, istituita dal comitato internazionale Ovarian Cancer Committee, che riunisce 25 associazioni di pazienti, fra cui ACTO Onlus (Alleanza contro il tumore ovarico), la prima associazione italiana nata per sostenere la cura e la prevenzione del tumore ovarico.
L’edizione 2020 della Giornata, segnata dall’emergenza Coronavirus, vedrà donne, pazienti, medici, ricercatori tutti uniti sul web, dove è stato costruito un Power Wall. Una sorta di muro virtuale sul quale ognuno di noi è invitato a scrivere il suo nome, la città o il paese di provenienza e a postare una foto o una frase che racconta la sua esperienza con il tumore ovarico o simboleggia il suo impegno per combatterlo.
L’obiettivo è ambizioso: raggiungere in questa edizione 2.000.000 di persone in tutto il mondo. Informazione, conoscenza e diagnosi tempestiva sono infatti le parole d’ordine nella lotta contro questa patologia. Ecco perché è importante far sentire la propria voce, aggiungendo una #PowerfulVoice al muro della condivisione di storie e vissuti personali legati a questa malattia. Tutti noi abbiamo il potere di far crescere la consapevolezza sul carcinoma ovarico.
Carcinoma ovarico: il nemico silenzioso delle donne
Il tumore ovarico è una neoplasia che coinvolge le tube e le ovaie, cioè gli organi riproduttivi femminili situati nell’addome. E’ il sesto tumore ovarico più diagnosticato tra le donne e, con il 60% di mortalità, è anche il più grave. Rientra infatti tra le prime 5 cause di morte per tumore tra le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni.
Ma tra i tumori femminili, è anche il meno conosciuto e uno dei più silenziosi e subdoli. Nella fase iniziale, infatti, non presenta sintomi e questo rende difficile identificarlo. Ma proprio la diagnosi tempestiva è fondamentale per migliorare l’aspettativa di vita e passa anche attraverso la capacità di riconoscere i primi segnali di allarme. Ci sono infatti alcuni sintomi, non specifici del carcinoma ovarico ma comuni a molte altre patologie, e per questo spesso inosservati, che se vengono colti per tempo possono salvare la vita. Tra questi, addome gonfio, aerofagia, bisogno frequente di urinare: se si presentano insieme è bene parlarne con il proprio ginecologo, che valuterà se procedere con degli esami di controllo, come un’ecografia pelvica, che potrà dare importanti indicazioni diagnostiche.
Per il tumore dell’ovaio, infatti, non esistono strumenti di prevenzione o test di screening, ma solo strumenti di indagine diagnostica. E’ molto importante conoscere i fattori di rischio: tra questi, la familiarità e l’ereditarietà genetica giocano un ruolo centrale. II 15-25% dei tumori ovarici sono infatti di origine genetico-ereditaria. Sono cioè causati dalla mutazione di due geni che si trasmettono di generazione in generazione: il gene BRCA1 e il gene BRCA2. Esiste un test BRCA che consente di rilevare le alterazioni genetiche. Questo permette di ridurre il rischio di carcinoma ovarico nei familiari delle donne già affette dalla neoplasia.
Vuoi saperne di più su quali sono i campanelli d’allarme a cui prestare attenzione e le migliori strategie per ridurre il rischio e intervenire in caso di tumore all’ovaio? Leggi il nostro approfondimento “Tumore alle ovaie: cos’è, come prevenirlo e come curarlo”.