Si chiama miocardite virale e, se non diagnosticata e curata, può portare anche alla morte. E’ quello che ha rischiato il ciclista Mario Cipolllini, che in un’intervista alla Gazzetta dello Sport ha raccontato di soffrire di questa grave patologia cardiaca di origine infiammatoria, responsabile del 20% delle morti improvvise in giovane età. Un paio di settimane fa l’ex velocista si è sottoposto, ad Ancona, a un intervento di ablazione al cuore e a 5 biopsie che hanno dato una risposta dura: miocardite linfocitaria.
“Malattia seria, non si scherza e può portare a estreme conseguenze. La mamma di un caro amico è morta per i postumi di questa malattia. I medici hanno scoperto che la mia è dovuta a un virus. Non c’è una cura, solo riposo totale. Riempio le giornate leggendo. Studio, m’informo. Sto bene, ma mi sento un po’ apatico: spero che a gennaio mi “liberino”. Sono a dieta: niente, o pochissimi, carboidrati”.
Una doccia fredda per Cipollini, 52 anni, professionista dal 1989 al 2005, che ha nel suo palmarès quasi 200 corse vinte, tra cui un campionato del mondo (quello del 2002 a Zolder).
“E’ strano, perché da atleta pensi di essere sano, forte, perfetto. Invece non è così. Mi ero accorto che qualcosa non andava perché quando in salita spingevo 500 watt mi sentivo come un limitatore. Sono fortunato perché ho al fianco un grande amico e un grande professionista come Corsetti (il medico conosciuto alla Liquigas, ndr). E’ quasi maniacale nel cercare il problema e trovare la soluzione”.
Da qui l’invito a fare prevenzione, sottoporsi a controlli periodici, per individuare subito questa patologia che può avere esiti drammatici. Per questo prevenzione, diagnosi e cure tempestive possono salvare la vita.
Miocardite: cos’è, quali sono i camapanelli d’allarme e come intervenire
La miocardite è un’infiammazione del muscolo cardiaco in genere associata a infezioni virali, batteriche o fungine (o micotiche). L’agente infettivo danneggia o distrugge le cellule muscolari delle pareti del cuore, che può anche essere aggredito dalle cellule del sistema immunitario, deputate a combattere l’infezione. In alcuni casi è possibile guarire, in altri, superata la fase acuta, può persistere un danno permanente che compromette la funzionalità cardiaca, con conseguente scompenso cardiocircolatorio cronico.
Questa patologia colpisce prevalentemente gli uomini, soprattutto i giovani sotto i 40 anni ma anche i bambini. Il grave scompenso cardiaco, il dolore toracico, il batticuore molto intenso e eventuali svenimenti sono campanelli d’allarme a cui prestare attenzione per diagnosticare la miocardite, specie se i sintomi si manifestano in giovane età, quando è difficile che siano la spia di un infarto.
Importante, in questi casi, recarsi subito al pronto soccorso, specie dopo un’influenza o se si soffre di una malattia autoimmune perché il rischio che il sistema immunitario aggredisca anche il cuore è più alto. Accanto ad esami del sangue, radiografia del torace, ecocardiogramma ed elettrocardiogramma, nei casi più gravi una biopsia permette di fare una diagnosi più accurata e intervenire con cure appropriate per scongiurare esiti che possono essere anche fatali.
Non esiste una prevenzione specifica per la miocardite, ma per ridurre il rischio è importante monitorare periodicamente la salute del cuore, consultare uno specialista se compaiono sintomi sospetti, curare tempestivamente un’infezione batterica o fungina per evitare che possa coinvolgere il cuore.
Fonti:
Foto Cipollini: Instagram