Meglio la pasta al dente o ben cotta? E’ ormai conoscenza comune che la pasta al dente sia molto più digeribile della pasta molto cotta, ma la cottura più breve della pasta determina anche un minor impatto sull’indice glicemico: perchè?
Abbiamo chiesto al nutrizionista Luca Piretta di spiegarti perché dovresti preferirla ed evitare invece quella troppo cotta.
La pasta al dente: un minor indice glicemico
E’ consigliabile consumare la pasta cotta al dente rispetto a quella molto cotta perché la minor digestione degli amidi permette una dismissione più lenta delle molecole di glucosio contenute nell’amido stesso.
Ci saranno quindi un minor impatto sull’indice glicemico e una minore stimolazione alla produzione di insulina e di conseguenza la stessa pasta avrà un minor impatto sul deposito di grasso nell’organismo.
La cottura prolungata provoca al contrario un rilascio dell’amido e, addirittura, se la cottura è troppo prolungata, capita anche che l’acqua venga in parte assorbita dalla pasta.
Risultato? Una pasta, oltre che non proprio gradevole al gusto, è anche poco digeribile e con un indice glicemico molto superiore a quella della pasta al dente, quindi poco adatta alle persone diabetiche, ma anche a chi sta seguendo una dieta dimagrante.
I picchi glicemici, infatti, inducono un senso di sazietà fittizio e molto breve. Ti troverai ad avere fame molto prima, con il rischio di cadere nella tentazione di concederti spuntini fuori pasto e sgarri poco salutari.
Pasta al dente o al chiodo?
Ti abbiamo spiegato perché la pasta al dente è da preferire a quella molto cotta, ma come cuocerla per non commettere l’errore opposto?
La pasta non cotta, infatti, risulta poco digeribile, perché gli enzimi gastrici non riescono ad “attaccarla” completamente e questo potrebbe provocare problemi digestivi e di transito intestinale.
Una via di mezzo, tra la pasta non cotta e la pasta al dente, è la pasta al chiodo. Una cottura molto al dente che prevede la scolatura quando la pasta è ancora in parte cruda al centro e oppone una certa resistenza al taglio.
Generalmente questa cottura è usata quando è prevista una mantecatura in padella o al forno di qualche minuto. La pasta, infatti, completerà la cottura in padella insieme al suo condimento.
Come cuocere correttamente la pasta?
Il grado di cottura della pasta cambia anche in base al proprio gusto e alle abitudini.
Se sei abituata a mangiare una pasta molto cotta e ti troverai ad assaggiare la pasta al chiodo, ti sembrerà dura e quasi immangiabile. Abituati in modo graduale a consumare una pasta meno cotta, diminuendo di volta in volta i minuti di cottura.
Il consiglio, per cuocere una pasta al dente, digeribile e con basso indice glicemico, è quello di affidarti all’assaggio e di seguire queste semplici regole:
- Usa molta acqua di cottura per bollire la pasta e ricordati di girarla ogni tanto: i granuli di amido devono idratarsi senza diventare collosi.
- Segui il tempo di cottura riportato sulla confezione: molte marche di pasta indicano ormai due cotture, quella al dente e quella normale.
- Per essere certa che la pasta sia pronta, quando mancano 5 minuti alla fine della cottura procedi all’assaggio. In questo modo capirai esattamente quanto manca al grado di cottura desiderato.