L’alopecia nelle donne non è sempre legata alla presenza di elevati livelli di ormoni maschili.
A sottolinearlo è Cecilia Motta, coordinatrice del Gruppo di endocrinologia ginecologica dell’Associazione Medici Endocrinologici (AME) in un comunicato stampa.
Infatti, “i capelli possono cadere o diradarsi anche se le concentrazioni di androgeni nel sangue risultano normali”, ha spiegato la dottoressa Motta.
Per questo motivo, i livelli di ormoni androgeni non rappresentano sempre un valido biomarcatore dell’alopecia femminile e quindi non sempre possono essere considerati un indicatore per il trattamento.
“Questo significa che molte donne affette da questo problema potrebbero beneficiare lo stesso del minoxidil, terapia topica con effetti anti-androgenici, anche se le concentrazioni di androgeni nel sangue sono normali”, ha aggiunto la dottoressa.

Le cause non sono ancora chiare
A soffrire di calvizie femminile sono circa 4 milioni di donne in Italia. La perdita di capelli si presenta soprattutto dopo la menopausa, ma le cause non sono ancora completamente note.
Infatti, potrebbe essere provocata da geni ereditati oppure dall’infiammazione del cuoio capelluto.
La perdita dei capelli può manifestarsi nell’area centrale della testa o prevalentemente frontale.
L’alopecia femminile può presentarsi con un diradamento progressivo dei capelli, con un loro assottigliamento o anche con una rapida caduta.
La cura
Purtroppo, non esiste ancora una cura definitiva, proprio a causa dei diversi fattori che scatenano questa patologia.
Ad oggi, i medici hanno a disposizione dei trattamenti che possono bloccare o rallentare la caduta dei capelli.
Ma è importante iniziarli il prima possibile, per evitare una significativa perdita di capelli poi non recuperabile.
Tra i farmaci, il sopracitato minoxidil, a cui si può aggiungere una terapia sistemica-antiandrogenica.
Ancora non sono chiari invece i benefici apportati dalla terapia con laser a bassa intensità e dalle iniezioni di plasma ricco in piastrine.
L’impatto psicologico
Non va sottovalutato, perché in una donna, ancora nel pieno degli anni e dell’attività, la perdita dei capelli influisce sullo stato emotivo e sulla qualità della vita.
“È fondamentale rivolgersi tempestivamente a un endocrinologo che procederà con un’accurata valutazione clinica e inizierà a costruire, con eventuale coinvolgimento di altre figure specialistiche, come il dermatologo, un piano terapeutico adeguato”, precisa Vincenzo Toscano, past president di AME.


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