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Baby blues o maternity blues: sintomi, differenze con la depressione post partum e come uscirne

Vincenza Tommasi by Vincenza Tommasi
14 Aprile 2022
in Psicologia
baby blues: cos'è, cause, sintomi, differenze con la depressione post partum
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Sommario

  • Che cos’è il baby blues o maternity blues
  • Caratteristiche mediche e come si manifesta
  • Sintomi principali del baby blues
  • Differenze tra baby blues e depressione post partum
  • Cause del baby blues
  • Baby blues: fattori di rischio e di protezione
  • Baby blues, come uscirne
  • Come prevenire il baby blues

Il baby blues è una condizione psico-fisiologica cui la donna va incontro successivamente al parto in circa l’80% dei casi. Tale condizione è caratterizzata da sentimenti di inadeguatezza, crisi di pianto, tristezza, disturbi del sonno, oscillazioni dell’umore e disturbi dell’appetito. Si manifesta a partire dal terzo/quarto giorno dopo il parto.

E’ causata principalmente dallo squilibrio ormonale successivo al parto, il quale determina un brusco calo dei livelli di progesterone ed estrogeni.

Questa diminuzione dei livelli ormonali può causare un aumento dell’irritabilità, del nervosismo e dell’ansia.

Quindi, è una condizione che si risolve spontaneamente nel giro di due settimane circa e il rimedio è rappresentato prevalentemente dal supporto e dalle rassicurazioni fornite da chi sta accanto alla neomamma.

Tuttavia, riconoscere i segnali d’allarme e saperli distinguere dalla depressione post-partum è fondamentale per poter intervenire (nel secondo caso) precocemente ed efficientemente.

Che cos’è il baby blues o maternity blues

E’ una condizione psico-fisiologica, emotiva molto comune tra le neomamme.

Il termine baby blues significa “bambino malinconico”. È una condizione di disagio psicologico che colpisce le neomamme che hanno partorito da pochi giorni.

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Non è un disturbo psicologico ma un processo psico-fisiologico a cui il corpo della donna va incontro. È un disagio transitorio come i suoi sintomi:

  • Irritabilità.
  • Crisi di pianto.
  • Tristezza.
  • Disturbi del sonno.
  • Oscillazioni dell’umore.
  • Disturbi dell’appetito.

Esso si manifesta entro 15 giorni dal parto, generalmente il terzo/quarto giorno dopo il parto e si protrae per circa due settimane.

Tuttavia, tende a risolversi spontaneamente in poche settimane e la sua cura consiste fondamentalmente nella rassicurazione e nel supporto.

Il maternity blues rappresenta uno dei tre tipi di disturbi a cui la donna può andare incontro dopo il parto. Infatti, è il disturbo più comune e colpisce circa l’80% delle donne che hanno partorito.

A questo segue la depressione post-partum che colpisce circa il 10% delle donne e infine la psicosi post-partum la cui incidenza si attesta tra lo 0,1-0,2%.

Ma mentre il baby blues e la depressione post-partum hanno molti punti di contatto e presentano una manifestazione molto simile, la psicosi post-partum è caratterizzata dalla presenza di allucinazioni che molto spesso riguardano i propri figli.

Quindi, è fondamentale una valutazione da parte di un professionista della salute mentale perinatale per verificare e accertare l’entità del disagio per poter intervenire, ove necessario, e prevenire l’insorgenza di un disturbo come la depressione.

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Se ti interessa l’argomento, leggi il nostro approfondimento sulla depressione post partum.

che cos'è il baby blues

Caratteristiche mediche e come si manifesta

Il baby blues sembra essere causato prevalentemente dalla brusca diminuzione di alcuni ormoni come il progesterone e gli estrogeni a seguito del parto.

Quindi, una diminuzione di questi ormoni così repentina può causare un aumento dell’irritabilità, del nervosismo e dell’ansia.

Alcune ricerche mostrano anche dei cambiamenti a livello del sistema nervoso. In particolare, durante gli ultimi mesi di gravidanza sembrerebbe che si verifichino dei cambiamenti nell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene coinvolto nella risposta fisiologica allo stress.

Infatti, dopo il parto, il cortisolo (ormone dello stress) salivare sembrerebbe aumentare i suoi livelli intorno al quinto giorno indipendentemente dallo stato emotivo.

I livelli di cortisolo, come risaputo, aumentano in condizioni di stress psico-fisiologico con conseguenze sullo stato di salute fisico e psicologico del paziente.

Le donne con il baby blues sembrano avere scatti euforici, elevata sensibilità ed empatia anche per questioni, situazioni e sollecitazioni di poco conto come un film, un pensiero o un gesto.

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Inoltre, si sentono diverse dal solito e vulnerabili emotivamente (in positivo e in negativo).

baby blues: sintomi fisici

Sintomi principali del baby blues

Il baby blues presenta una sintomatologia molto ricca che include sintomi fisici, cognitivi, comportamentali e psicologici. Se non si presta attenzione a questi campanelli d’allarme e la condizione non si risolve spontaneamente potrebbe trasformarsi in depressione post-partum.

Sintomi fisici

  • Disturbi dell’appetito (diminuzione o aumento dell’appetito).
  • Disturbi del sonno.
  • Stanchezza o spossatezza.
  • Irritabilità.
  • Nervosismo.
  • Aggressività.
  • Inappetenza.

Sintomi cognitivi

  • Difficoltà a mantenere l’attenzione e la concentrazione.
  • Difficoltà a portare a termine un compito e nel prendere decisioni.  
  • Disagio psicologico.
  • Euforia.
  • Vulnerabilità emotiva.
  • Frequenti crisi di pianto o rabbia.
  • Tristezza continua.
  • Senso di impotenza e pressione.
  • Disturbi d’ansia.
  • Rabbia.
  • Paura.
  • Disturbi dell’umore.
  • Preoccupazione eccessiva per il proprio figlio e per la propria capacità di sapersene prendere cura.

Se la sintomatologia dovesse continuare oltre i 15 giorni, la valutazione è fondamentale per escludere la possibilità di insorgenza della depressione post-partum.

baby blues: sintomi cognitivi

Differenze tra baby blues e depressione post partum

Baby blues e depressione post-partum condividono la sintomatologia ma si differenziano per l’intensità dei sintomi, la gravità e la durata di questi. È fondamentale saper identificare e distinguere queste due condizioni.

E’ una condizione che si manifesta nel periodo successivo al parto e che è caratterizzata da cambiamenti fisiologici e psicologici che la neomamma deve capire, accettare ed affrontare.

Infatti, la maternità è spesso descritta come un qualcosa che è naturale, che è stato sempre affrontato dai nostri antenati e che fondamentalmente è facile nel suo processo.

Tuttavia, il parto sottopone la donna ad un grave e forte stress psicologico e fisico. Esso rappresenta una “crisi” per la donna perché durante il parto e nei momenti successivi ad esso si verificano grandi cambiamenti non solo ormonali e organici ma anche psicologici.

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Bisogna sempre tenere a mente che mamma non si nasce ma si diventa, affrontando giorno per giorno le situazioni, gli inconvenienti, le gioie e i dispiaceri.

Quindi, prendersi cura del proprio bambino non è facile ma si impara con il tempo.

Proprio il periodo post-partum è un periodo di grande vulnerabilità per la donna che può andare incontro a disagi psicofisici più o meno gravi.

Baby blues e depressione dopo il parto condividono molte reazioni fisiologiche e psicologiche ma differiscono nell’intensità, nella durata e nella gravità della sintomatologia.

Scopri il nostro approfondimento sul periodo post-partum o puerperio.

baby blues e progesterone

Cause del baby blues

La causa principale è uno scompenso ormonale e fisiologico che si verifica nei momenti successivi al parto. A tale disequilibrio ormonale si aggiunge lo stress fisico a cui ogni donna è sottoposta durante, prima e dopo il parto.

Ormoni

La causa principale dell’insorgenza del baby blues è legata ai cambiamenti ormonali che si verificano a seguito del parto.

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In questo momento così delicato si verifica una caduta dei livelli di alcuni ormoni come progesterone, estrogeni, ormoni tiroidei, corticotropina.

Questi ormoni agiscono sulla regolazione dell’umore, del comportamento e sulle capacità cognitive. Lo stesso processo è alla base dei disturbi dell’umore che si manifestano a seguito della menopausa.

Cambiamenti fisici

A seguito del parto (e durante tutta la gravidanza) si verificano tanti cambiamenti non solo ormonali ma anche e soprattutto fisici, nel metabolismo, nel sistema immunitario e cardiocircolatorio, che comportano sentimenti di insicurezza e inadeguatezza della donna nei confronti dei suoi diversi ruoli: di donna, di madre, di compagna.

Complicazioni post-partum

Le complicazioni post partum come l’episiotomia, il taglio cesareo, un lungo travaglio e la limitata autonomia a seguito di queste situazioni possono aumentare la probabilità di insorgenza del disturbo.

Vita

Eventi di vita stressanti, improvvisi, contrasti familiari e stress rappresentano una stimolazione a cui il nostro organismo deve reagire. Ma se il nostro corpo e la nostra mente sono affaticati per il parto, per il dolore, lo sforzo, allora sarà più facile che una condizione di disagio si presenti.

Condizioni ambientali

Nel periodo post-partum la donna deve adattarsi ad una serie di cambiamenti ed esigenze che possono riguardare la vita di coppia, le incombenze economiche, la numerosità familiare, problemi economici, l’instabilità matrimoniale o di coppia, il cambiamento di città o di case e così via.

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baby blues: fattori di rischio

Baby blues: fattori di rischio e di protezione

Il baby blues colpisce tutte le donne, con un’incidenza di oltre l’80% (circa 8 donne su 10), senza eccezione per età, etnia o livello di istruzione.

Alcuni studi hanno dimostrato una relazione tra alcune condizioni psico-fisiologiche e l’aumento della probabilità di insorgenza del baby blues.

Sicuramente ad incidere negativamente sulla probabilità di incorrere nel baby blues e che questo si trasformi in depressione post-partum, ci sono molti fattori di rischio:

  • Gravidanza indesiderata.
  • Ricoveri durante la gravidanza.
  • Anamnesi familiare positiva per disturbi psichiatrici e/o psicologici (depressione, disturbi dell’umore).
  • Sindrome disforica premestruale.
  • Familiarità con disturbi dell’umore.
  • Eventi stressanti durante la gravidanza.
  • Eventi inaspettati, traumatici e stressanti di vita.
  • Scarso adattamento sociale.
  • Isolamento e chiusura in sé stessi.
  • Eventi stressanti durante il parto. In questo quadro rientra la riduzione dell’autonomia fisica a causa delle lesioni (lacerazioni o taglio cesareo) durante il parto.
  • Modalità ansioso depressive durante la gravidanza.
  • Depressione post-partum. Il baby blues nel 20-40% dei casi sembra essere collegato alla depressione post-partum.

Fattori protettivi

Invece, tra i fattori protettivi, possiamo trovare:

  • Forte rete familiare e sociale per il supporto psicologico e logistico.
  • Amicizie solide.
  • Capacità di superare paura e vergogna dei propri sentimenti e confidarli a qualcuno.
  • Le capacità individuali (autoefficacia, resilienza).
  • Capacità di chiedere aiuto.
  • Provenienza da una comunità che non stigmatizza la malattia mentale o il disagio psicologico.
  • Avere un buon rapporto di fiducia con il proprio ginecologo, ostetrico/a.
baby blues: quanto dura

Baby blues, come uscirne

Non è un disturbo psicologico e la sua “cura” consta fondamentalmente di supporto e rassicurazioni. Nonostante ciò, è necessario gestire questa temporanea condizione al meglio per evitare che perduri e si trasformi in un disturbo vero e proprio.

Sicuramente per la depressione post-partum l’aiuto farmacologico affiancato da una psicoterapia è di aiuto. Tuttavia, per il baby blues, condizione in cui la sintomatologia è più lieve e con risoluzione spontanea, il ricorso ai farmaci non rappresenta la prima scelta.

Quello che si può fare è cercare di gestire o ridurre la sintomatologia attraverso l’accettazione di una condizione di vulnerabilità e il supporto di famiglia e amici.

Cura di sé: dormire bene

Dedicare del tempo a sé stessi garantisce la salute mentale e le capacità e risorse necessarie per prendersi cura dell’altro.

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Quindi, una buona qualità del sonno è importantissima per mantenere elevato il tono dell’umore ma anche la concentrazione e le forze. Soprattutto nei primi giorni di vita il neonato avrà necessità di nutrirsi spesso, a volte anche di notte.

A questo si aggiunge l’apprensione e l’ansia delle neomamme, che trascorrono la notte in uno stato quasi di dormiveglia per rispondere prontamente ai pianti, alle situazioni e alle esigenze, eventuali, del neonato.

Quindi, farsi aiutare dal proprio partner e dalla famiglia per potersi ritagliare dei momenti di relax o di riposo non significa essere una cattiva madre, una madre debole o non essere capace/all’altezza del ruolo di madre.

Infatti, significa aiutarsi e prendersi cura di sé stessi per poter essere di aiuto e supporto al proprio figlio.

Benefici delle piante

Molte piante hanno effetti calmanti e producono un miglioramento sullo stato psicofisico dell’individuo.

Le tisane a base di erbe come valeriana, camomilla e melissa sono le più indicate, aiutano a rilassarsi e a riposare meglio.

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Anche l’uso della valeriana può aiutare, favorendo il riposo notturno. Su questa scia anche la melatonina deve essere menzionata come rimedio per i disturbi del sonno. Infatti, rappresenta il rimedio per eccellenza allo squilibrio dei ritmi circadiani, diminuendo la stanchezza, i deficit cognitivi e di memoria.

Baby blues: cosa mangiare per tirarsi su

Anche l’alimentazione può aiutare a mantenere alti i livelli di serotonina. Questo neurotrasmettitore, noto come “ormone dell’umore”, contribuisce al controllo dell’appetito, del comportamento alimentare, del senso di sazietà, regola la motilità dell’intestino e contribuisce al controllo della pressione sanguigna agendo positivamente sul sistema cardiovascolare.

È coinvolto anche nel comportamento sessuale e agisce sul dolore. Alcuni cibi come cioccolato fondente, piselli verdi, noci, ananas, ciliegie, pomodori, banane, prugne e tanti cereali aiutano la sua produzione.

Inoltre, gli Omega 3 riducono le infiammazioni e aumentano i livelli di serotonina. Un bel piatto di salmone è un toccasana per ridurre lo stress.

Invece, la Vitamina C è fondamentale per ridurre i livelli di cortisolo e potenziare il sistema immunitario. Quindi mangiare verdure e frutta fresca in quantità è sempre bene.

Sicuramente sono molto utili gli integratori di vitamina D, B, magnesio e potassio.

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Fare sport

Generalmente la sola alimentazione non è sufficiente a gestire e mantenere alto il tono dell’umore, anche se può aiutare. Con la gravidanza e a seguito del parto il corpo della donna subisce molti cambiamenti che producono sentimenti di inadeguatezza, insicurezza e rifiuto.

Questi sentimenti legati alla forma fisica si sommano alla sensazione di sopraffazione legata al nuovo ruolo che è necessario ricoprire: la madre. Sicuramente l’esercizio fisico, lo sport e il rilassamento possono giovare alla neomamma e al bambino.

Infatti, vederci più tonici ed elastici, rimetterci in forma dopo una gravidanza e i cambiamenti fisici, sentirci più forti ed attivi, godere dei piccoli cambiamenti estetici ma soprattutto fisiologici, è fondamentale per il tono dell’umore.

Ricordiamo che il bambino sente le tensioni della mamma e il suo nervosismo, d’altronde, come le sente il partner.

Scopri come tornare in forma dopo il parto.

Socializzazione

La socializzazione è fondamentale per mantenere elevato il tono dell’umore e le funzioni cognitive sempre attive.

Condividere il proprio vissuto con l’altro, condividere esperienze, chiedere consigli e proporre le proprie soluzioni a problemi quotidiani rende meno faticoso il lavoro di madre. Inoltre, permette di non sentirsi sola e abbandonata, incompresa e incapace.

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Anche il ricorso a tecniche di meditazione e di respirazione aiuta a diminuire i livelli di stress.

Alcuni consigliano di praticare la mindfulness, una pratica di meditazione attraverso cui si può migliorare la consapevolezza di sé stessi nel qui ed ora, nel presente.

come prevenire il baby blues

Come prevenire il baby blues

È una condizione psico-fisiologica transitoria legata agli sbalzi ormonali che si verificano a ridosso del parto. Generalmente si risolve spontaneamente in poche settimane ma saperla riconoscere è fondamentale per poterla affrontare senza ripercussioni a lungo termine.

Di fondamentale importanza è il supporto e il sostegno di chi circonda la neomamma.

La divulgazione e sensibilizzazione sono attività fondamentali per far conoscere e fornire informazioni scientifiche attuali e recenti inerenti la condizione del baby blues.

Infatti, la divulgazione non solo permette di far conoscere e comprendere meglio questa condizione e la differenza con altri disturbi simili, ma contribuisce anche a far acquisire maggiore consapevolezza del problema e del suo decorso.

Le campagne di sensibilizzazione e i programmi di prevenzione permettono alle mamme di imparare a riconoscere i segnali a cui prestare attenzione.

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Un corso preparto dovrebbe fornire alle future neomamme gli strumenti necessari a riconoscere il disagio, sottolineando la “normalità” di questo processo (non siamo sole, non siamo le uniche, non siamo deboli e non è sbagliato sentire e provare queste sensazioni).

Molte persone sottovalutano lo stress psicofisiologico a cui la donna è sottoposta prima, durante e dopo il parto, minimizzando la situazione e scambiandola per pigrizia o poca volontà.

Quindi, conoscere e sensibilizzare su questo argomento è fondamentale. Andare incontro al baby blues o alla depressione post-partum non significa essere deboli, essere una cattiva madre o non volere bene ai propri figli.

Inoltre, il sostegno e il supporto del partner e della famiglia sono fondamentali per affrontare il baby blues in maniera ottimale.

Cosa fare?

Di fondamentale importanza è l’intervento preventivo. Chi si trova al fianco della donna che ha partorito è colui/colei che può maggiormente aiutarla nell’individuazione del disagio anche quando tale disagio non è riconosciuto dalla donna stessa.

Bisogna tenere bene a mente che per prendersi cura di qualcuno, di un neonato, bisogna prima imparare a prendersi cura di sé stessi.

Tutti abbiamo necessità di prenderci cura di noi stessi, di ascoltare il nostro corpo e la nostra mente e i nostri sentimenti per poter affrontare al meglio la nostra vita quotidiana.

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Tra i metodi di prevenzione possiamo includere:

  • Ritagliarsi dei momenti per sé (praticare meditazione, esercizio fisico, farsi fare un massaggio, ecc.)
  • Ritagliare del tempo per la coppia.
  • Seguire uno stile di vita e un’alimentazione sana.
  • Cercare di dormire e di avere una buona qualità del sonno.
  • Condividere la giornata, le gioie e i dolori con qualcuno (amico/a, partner, famiglia).
  • Chiedere aiuto se si sente la necessità, rivolgersi ad uno psicologo è molto importante e non è sintomo di debolezza ma di voglia di affrontare il disagio.
  • Imparare a dirsi “brava” a fine giornata accettando anche i pensieri negativi e gli sbagli che si fanno quando si “impara” ad essere genitori. Non si nasce bravi genitori ma lo si può diventare.
Fonti
  1. Rondón, M. B. (2003). Maternity blues: Cross-cultural variations andemotional changes. Primary care update for OB/GYNs, 10(4), 167-171.
  2. MSD Manuale.

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Vincenza Tommasi

Vincenza Tommasi

PhD, dottore di ricerca in Neuroscienze e Imaging, MSc, psicologa dello sport e criminologa.

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