Il cambiamento climatico fa aumentare i parti prematuri. Sono circa 25.000 i neonati che ogni anno nascono pretermine negli Stati Uniti come conseguenza dell’aumento delle temperature, con un + 5% nelle nascite quando la massima sale oltre i 32 gradi. E’ l’allarme lanciato da una ricerca statunitense pubblicata sulla rivista Nature Climate Change.
Dai dati emerge che il riscaldamento globale, oltre ad avere un impatto gravissimo sulle risorse del pianeta, sta arrivando a condizionare anche l’andamento delle gravidanze. Negli Stati Uniti la perdita annua complessiva è di oltre 150.000 giorni di gravidanza l’anno. L’effetto del gran caldo è immediato: i parti aumentano in corrispondenza con l’esposizione alle alte temperature, con una prematurità anche di 2 settimane.
Caldo e parto pretermine: lo studio
La ricerca, condotta da un team di studiosi dell’Università della California, ha analizzato i dati relativi a 56 milioni di nascite lungo un arco di 20 anni in diversi stati Usa. In particolare, i ricercatori hanno messo a confronto il numero di nascite avvenute in giorni con temperature diverse. Ne è emerso un aumento delle nascite pari al 5% nei giorni in cui la temperatura massima superava i 32,2 gradi, con una perdita di 6,1 giorni di gravidanza in media e una prematurità che poteva arrivare anche a due settimane.
Secondo gli esperti, l’aumento costante delle temperature atteso per i prossimi decenni a causa dei cambiamenti climatici comporterà, entro la fine del secolo, una perdita di 250 mila giorni di gravidanza in più all’anno a causa del caldo estremo.
Parto prematuro: i rischi per la salute dei neonati
Un’emergenza che rischia di tradursi in una minaccia per la salute neonatale. La nascita pretermine aumenta infatti le probabilità di esiti avversi come mortalità infantile e paralisi cerebrale. Ma predispone anche ad un più elevato rischio di mortalità prematura anche a distanza di tempo, oltre che di sviluppo di malattie croniche.
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Fonte: Ansa