Sommario
Le emorroidi esterne sono dei cuscinetti molto vascolarizzati (cioè ricchi di vasi sanguigni) che permettono il passaggio delle feci e la corretta chiusura dell’ano. Tutti abbiamo le emorroidi, cioè sono strutture anatomiche che fanno parte del nostro organismo e che si dividono in interne ed esterne in base al loro posizionamento nel canale anale. In realtà, quando iniziano a dare fastidio, è più corretto parlare di malattia emorroidaria, un disturbo molto più comune di quanto si pensi.
Solitamente si fanno sentire in età adulta, verso i 50 anni, ma a causa di una vita sempre più sedentaria e un’alimentazione spesso non corretta iniziano a riguardare anche i giovani.
La prevenzione è dunque molto importante: una sana alimentazione e una regolare attività fisica, un binomio perfetto per limitare questo disturbo.
Scopriamo allora cosa sono le emorroidi esterne e, soprattutto, quali sono i sintomi e le cure disponibili.
Emorroidi esterne: cosa sono
Le emorroidi sono strutture anatomiche del tutto normali, le abbiamo tutti, che si trovano all’interno del canale anale. Sono dei piccoli cuscinetti spugnosi, in cui scorrono piccoli vasi sanguigni, che svolgono la funzione di continenza delle feci, garantendo la corretta chiusura del canale anale; in più agevolano la fuoriuscita delle feci stesse.
Si suddividono in emorroidi interne ed esterne. Le prime sono situate nella parte interna dell’ano, quindi non sono visibili; le seconde, poste intorno all’orifizio anale, sono invece visibili, soprattutto se si infiammano e si gonfiano. Si presentano poi come piccole protuberanze morbide al tatto e di colore rosso con piccole venature bluastre.
Ciò che distingue le emorroidi esterne da quelle interne è dunque la loro posizione. Entrambe sono ricche di vasi che rivestono la mucosa del canale anale e si dilatano e si restringono per svolgere la propria funzione.
Il problema sorge quando, per vari motivi, si infiammano e si dilatano all’interno dell’area ano-rettale dando origine alla malattia emorroidaria che in genere si manifesta con bruciore durante la defecazione, senso di tensione nella zona anale e sanguinamento (soprattutto in caso di emorroidi interne).
È importante distinguere le emorroidi esterne da quelle interne prolassate, le marische anali (esubero di cute della zona anale che fuoriesce dalla superficie dell’ano o della regione perianale), l’ematoma anale, l’edema perianale o la trombosi emorroidaria esterna. Generalmente, infatti, si tende a confondere le emorroidi interne prolassate con le emorroidi esterne.
Se vuoi saperne di più leggi il nostro approfondimento sulle emorroidi.
Quali sono le cause delle emorroidi esterne?
Le emorroidi sono causate principalmente dal rigonfiamento delle vene emorroidarie presenti nell’ultima parte dell’intestino (retto e canale anale) che assumono un aspetto simile alle vene varicose. Le cause sono diverse, come gli sforzi durante l’evacuazione, o un’aumentata pressione intra-addominale durante la gravidanza, ma può capitare che non si riesca a risalire alla ragione precisa.
Sono principalmente due le ipotesi: disturbi intestinali e alterato funzionamento del plesso emorroidario. Infatti, come abbiamo visto, le emorroidi sono cuscinetti in cui l’afflusso di sangue è regolato da piccole valvole. La loro apertura e chiusura consentono alle emorroidi di gonfiarsi e sgonfiarsi per svolgere la loro funzione. Un funzionamento non corretto di queste valvole può determinare la malattia emorroidaria.
Per quanto riguarda, invece, l’intestino, la comparsa di emorroidi esterne sembra essere favorita da alcune condizioni:
- Stitichezza prolungata o problemi nella defecazione che possono comportare un’eccessiva pressione durante l’evacuazione delle feci; inoltre possono causare irritazione della zona anale con rigonfiamento e infiammazione delle emorroidi.
- Rilassamento dei tessuti e/o dei legamenti che mantengono nella giusta sede le emorroidi, soprattutto con l’avanzare dell’età, ma anche indebolimento del tessuto del canale anale con prolasso delle emorroidi.
- Spostamento delle emorroidi per gli eccessivi sforzi durante la defecazione.
- Alterazione della circolazione del sangue nel plesso emorroidario che può determinare un rigonfiamento delle emorroidi.
- Piccoli traumi della mucosa del retto per il passaggio delle feci.
Tranne i casi in cui esiste una certa predisposizione familiare alle emorroidi, spesso i fattori scatenanti del disturbo sono legati allo stile di vita.
Eccessiva sedentarietà, sovrappeso, stitichezza prolungata (anche per l’abitudine a una dieta povera di fibre, non corretta e bilanciata) e bere poca acqua durante il giorno sono i principali fattori di rischio.
Le emorroidi esterne di per sé non sono un grave problema di salute, ma se trascurate, a lungo andare, comportano complicazioni con intenso dolore, sanguinamento ed eventuale sviluppo di ragadi o fistole anali.
Vediamo le cause principali delle emorroidi esterne.
Stare troppo seduti non aiuta
Uno stile di vita troppo sedentario, associato a scarsa attività fisica, può aumentare la pressione sulle vene del plesso emorroidario, comportandone la dilatazione e l’infiammazione.
È meglio quindi evitare di passare troppo tempo seduti, anche come prevenzione. Bastano 30 minuti di camminata al giorno o esercizi leggeri per rimettere in moto l’organismo e la circolazione.
Stitichezza
Anche in questo caso, tra le cause scatenanti ci sono una dieta non corretta e una vita troppo sedentaria. Sono soprattutto le feci dure o secche a contribuire all’infiammazione delle emorroidi esterne, poiché esercitano una pressione sull’ano per fuoriuscire o causano dei microtraumi nella mucosa anale. È dunque importante che le feci abbiano una consistenza adeguata, grazie soprattutto a una dieta equilibrata ricca di fibre e acqua.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sulla stitichezza.
Gravidanza
In questa delicata fase della vita di una donna, le emorroidi esterne sono un disturbo molto comune, dovuto soprattutto al progressivo aumento di ormoni come estrogeni e progesterone, che causa un rilassamento dei tessuti.
C’è anche l’aumento del volume dell’utero che ospita il feto e che va a premere sui vasi del pavimento pelvico, indebolendo il ritorno venoso.
Sono poi un disturbo piuttosto tipico dopo il parto, dovuto allo sforzo necessario alla fuoriuscita del bambino.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sulle emorroidi in gravidanza.
Obesità e soprappeso
Un aumento del peso, e ancor più l’obesità, sono possibili cause di emorroidi esterne. Infatti, l’aumento del peso nella zona addominale rallenta il ritorno del sangue venoso e aumenta la pressione sulle vene del retto, favorendo la comparsa di emorroidi.
Inoltre, poiché il sovrappeso si associa spesso a una vita troppo sedentaria e a un’alimentazione non proprio adeguata, il rischio di sviluppare emorroidi aumenta.
Fattori ereditari
Secondo gli studi esiste una predisposizione familiare alle emorroidi, dovuta a una debolezza congenita delle pareti venose. Se i genitori o i nonni soffrono o hanno sofferto di emorroidi, è molto più probabile che si manifestino.
Tale propensione sembra essere anche legata alla presenza di stitichezza che può caratterizzare un nucleo familiare. Infatti, i soggetti con una storia familiare di stitichezza sono più esposti alla comparsa di alterazioni a livello anale come le emorroidi dolorose, fissurazioni anali e prolasso rettale.
Emorroidi esterne e sport
Gli sport che comportano sforzi eccessivi e prolungati non hanno spesso un impatto positivo per le emorroidi. Infatti, gli sforzi ripetuti possono determinare piccoli traumi a carico delle strutture di sostegno del canale anale, causando la malattia emorroidaria.
Gli sport che possono comportare come conseguenza la comparsa di emorroidi esterne sono:
- Body building e altri sport anaerobici (ad esempio sollevamento pesi): gravano sulla muscolatura addominale e perineale, pertanto possono produrre micro-traumi a livello dei vasi emorroidari indebolendone la parete.
- Equitazione, ciclismo, motociclismo e spinning: sollecitano notevolmente la muscolatura del pavimento pelvico, per questo possono ostacolare il ritorno venoso, favorendo la comparsa della malattia emorroidaria.
Quali sono i sintomi delle emorroidi esterne
Le emorroidi esterne sono situate intorno all’orifizio anale, nello specifico al di sotto della linea dentata, una linea ideale che divide il retto dall’ano. Sono ricoperte da tessuto epiteliale, sono innervate e hanno una buona sensibilità dolorifica.
I sintomi più comuni sono:
- Dolore, soprattutto durante l’evacuazione o in posizione seduta.
- Prolasso emorroidario, cioè la protrusione esterna delle emorroidi.
- Prurito/bruciore.
- Comparsa di un nodulo dolente nell’ano (sensazione di avere un corpo estraneo nell’ano).
Inoltre, all’interno dei cuscinetti emorroidari possono originarsi piccoli coaguli di sangue dovuti alla riduzione della circolazione sanguigna delle vene emorroidarie. In questo caso si parla di emorroidi esterne trombizzate e la causa principale può essere l’evacuazione faticosa o uno sforzo fisico intenso.
Solitamente il dolore si attenua e il nodulo si riassorbe in poche settimane. In altri casi, invece, si verifica una piccola ulcera sulla parete delle emorroidi con possibile sanguinamento.
Quanto durano le emorroidi esterne?
Dipende dal grado di gravità. Se si tratta di emorroidi esterne lievi (primo e secondo grado) il dolore e il rigonfiamento possono ridursi in poche settimane. Se invece, la malattia emorroidaria è più seria ed è necessario un intervento chirurgico, i tempi di guarigione si allungano e variano in base al tipo di intervento.
La durata è dunque variabile ma conta anche la terapia e il cambiamento dello stile di vita, con un’alimentazione corretta e una moderata attività fisica.
Come si fa la diagnosi?
È il proctologo che attraverso un’ispezione del canale anale verifica lo stato delle emorroidi esterne, l’eventuale presenza di lesioni, ragadi, ulcere o tumefazioni. Le emorroidi possono essere visibili sul bordo dell’ano o essere del tutto esterne poiché prolassate.
Si può eseguire attraverso le seguenti modalità:
- Esplorazione digitale, per verificare la motilità dello sfintere anale a riposo o durante la contrazione.
- Anoscopia, mediante anoscopio che si inserisce nel canale anale per visionare la zona.
- Rettoscopia, mediante rettoscopio che è utile anche per accertare l’eventuale presenza di disturbi a carico del tratto finale dell’intestino.
È importante tuttavia escludere che le emorroidi possano derivare da altre malattie e in particolare da un tumore del colon-retto. Per questo motivo, per i soggetti oltre i 40 anni che presentano un sanguinamento ano-rettale, il medico potrà prescrivere una colonscopia.
Come curare le emorroidi esterne
I rimedi per emorroidi esterne sono diversi e dipendono dalla gravità del disturbo. Ciò che conta è rivolgersi al proprio medico in caso di dolore e bruciore, evitando il fai da te. Occorre, infatti, capire le caratteristiche del disturbo prima di scegliere il trattamento.
È importante anche tenere presente che un conto è alleviare i sintomi, un altro è curare le emorroidi.
Sono tanti i farmaci a uso topico come pomate, gel o supposte in grado di mitigare il bruciore o il dolore. Molti di questi farmaci contengono cortisone e sostanze anestetiche.
In caso di emorroidi esterne lievi si può ricorrere anche ai tanti rimedi naturali, dalle creme alle tisane, dagli integratori per la circolazione sanguigna ai semicupi con acqua tiepida e bicarbonato.
Se si tratta, invece, di emorroidi di terzo e quarto grado, spesso il trattamento più efficace prevede interventi ambulatoriali o chirurgici prescritti dal medico specialista.
Esistono tecniche non molto dolorose e invasive, come il trattamento laser, la crioterapia selettiva o la legatura elastica, fino ad arrivare alla emorroidectomia (rimozione delle emorroidi).
Una cura a base di antibiotici e antidolorifici e antinfiammatori dopo l’intervento sarà necessaria per ridurre il rischio di infezioni e recidive, alleviando l’eventuale fastidio post-operatorio.
Ma al di là dei trattamenti specifici, è bene ricordare che seguire uno stile di vita adeguato e una dieta equilibrata, ricca di fibre e di acqua, può aiutare a combattere questo disturbo, nonché a prevenirlo.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sui rimedi per emorroidi.
Complicanze
La complicanza più frequente delle emorroidi esterne è la trombosi, che si distingue in base alla posizione in cui si manifesta in trombosi interna, del prolasso ed esterna.
- Trombosi emorroidaria interna: è localizzata all’interno del canale anale e si presenta come una tumefazione rosso bluastra. Spesso si associa a prolasso e il più delle volte si risolve spontaneamente dopo qualche settimana.
- Trombosi del prolasso: si verifica quando la fuoriuscita delle emorroidi dal margine anale subisce, da parte dello sfintere, delle sollecitazioni che comportano congestione, edema e dolore. Si parla in questo caso di “strozzamento emorroidario”, anche se non è l’azione dello sfintere anale la causa primaria, ma è l’edema e la congestione anale conseguente al prolasso che modifica il volume delle emorroidi e ne impedisce il rientro.
- Trombosi emorroidaria esterna: si distingue in ematoma perianale ed edema perianale. Il primo è dovuto il più delle volte ad eccessi alimentari, a sforzo nell’evacuazione o troppa sedentarietà. Si tratta di una raccolta di sangue posta nel plesso emorroidario esterno e si presenta come una massa bluastra di pochi centimetri ma dolente. Spesso si riassorbe spontaneamente, ma nei casi più seri occorre intervenire chirurgicamente. Invece, l’edema perianale è più voluminoso e si presenta con un tessuto disteso e edematoso. In questo caso, non sempre rientra spontaneamente e, in caso di infezione, si possono formare piccole fistole nello sfintere.
Come prevenire le emorroidi esterne
Per prevenire le emorroidi esterne è importante adottare uno stile di vita salutare e nuove semplici abitudini. Ad esempio, è bene andare in bagno appena si avverte lo stimolo per evitare di sforzarsi durante la defecazione; poi non restare seduti a lungo sul water per non sottoporre a stress la zona ano-rettale, quindi meglio non mettersi a leggere o a fare le parole crociate.
Tuttavia, i due veri pilastri della prevenzione sono una corretta alimentazione e una regolare attività fisica anche lieve, necessarie per mantenere in salute l’apparato digerente e soprattutto l’intestino e contrastare il rilassamento delle mucose che racchiudono i cuscinetti emorroidari.
Per mantenere una sana regolarità intestinale ed evitare la stitichezza, è necessario bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno (per mantenere le feci morbide) e adottare una dieta ricca di fibre, frutta e verdura fresche, legumi e cereali integrali. Da evitare il cibo industriale, le bevande alcoliche, troppo caffè e gli alimenti irritanti, come spezie, insaccati, fritture e cioccolato, che acuiscono la sintomatologia delle emorroidi esterne.
Ciò che conta, quindi, è seguire un regime alimentare sano e bilanciato per assicurarsi il corretto funzionamento dell’apparato gastrointestinale.
La dieta Melarossa, ad esempio, ispirata ai principi della dieta mediterranea, propone nel suo menù settimanale un’alimentazione varia e bilanciata, ricca di fibre, che non annoia e che garantisce all’organismo tutti i nutrienti di cui ha bisogno.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sulla dieta per le emorroidi.
Fonti
- MSD Manuale, Emorroidi.
- Società italiana di chirurgia colo-rettale.
- Emorroidi.eu.
- Rivista Italiana di Colon-Proctologia, vol. 31 (3), 2012
- L. Passarella, Emorroidi e patologia emorroidaria.