Sommario
L’aikido è un’arte marziale tradizionale giapponese che si basa fondamentalmente sullo studio del movimento. L’obiettivo è raggiungere la massima padronanza del corpo e utilizzare tutta la propria energia contro uno o più assalitori.
Infatti, il concetto fondamentale è quello di mantenere il massimo controllo dell’equilibrio, ricevendo o anticipando il gesto d’assalto dell’avversario. L’obiettivo è modificare la posizione dell’avversario applicando tecniche di leve articolari, percussioni e proiezioni (tutti modi per farlo cadere, utilizzando il peso del corpo).
Con un allenamento costante, l’aikidoka (chi pratica l’aikido) sviluppa la concentrazione, l’agilità e impara a muoversi più velocemente. Inoltre, la pratica, a mani nude o con le armi, permette di sviluppare diverse capacità fornendo, allo stesso tempo, le chiavi per imparare a difendersi.
Ma con il tempo e l’esperienza, si scopre anche il bisogno di scoprire il proprio vero sé e questa è la prova che l’aikido è molto più di un passatempo o di un’arte marziale.
Quindi è importante capire che questa arte marziale non è solo tecnica perché è fondamentale sviluppare l’autocontrollo, che migliora con le ore di allenamento e porta l’aikidoka ad avere sempre più fiducia in sé. Non ci sono gare, perché è un’arte marziale di autodifesa basata sui principi di non violenza, di armonia e di pace.
Infatti, non esiste la ricerca della vittoria sull’altro perché la competizione non esiste. Quindi, ognuno pratica per il piacere dell’incontro con l’altro, di svolgere movimenti armoniosi e di superare se stesso. Uomini e donne si allenano insieme, senza distinzione di età, cosa abbastanza rara nello sport.
Infatti, entusiasmo, perseveranza e pazienza sono le qualità essenziali per migliorare nel tempo.
Aikido: che cos’è
Già nella traduzione della parola aikido, si intuisce che l’aikido non è solo un sistema di combattimento. Infatti, la parola è composta da tre caratteri:
Quindi, il nome indica il concetto fondamentale che è alla base della pratica e che sottolinea le sue caratteristiche uniche e straordinarie volte allo sviluppo delle capacità umane interiori ed esteriori.
Difatti, chi esegue le tecniche di Aikido cerca di unificare l’espressione della propria abilità fisica attraverso il controllo della mente che dirige e rafforza l’azione vera e propria. Inoltre, l’armonia del movimento di ricezione di un attacco deve essere “unita” alla forza aggressiva dell’avversario in una sorta di “connubio” che disperde le energie negative per far prevalere quelle positive.
Quindi, Il maestro di aikido traccia e indica la strada per raggiungere la migliore espressione tecnica, attraverso la ricerca continua di miglioramento delle capacità dell’allievo.
Quest’arte marziale non si pratica l’uno contro l’altro ma insieme. Infatti, non esiste l’avversario ma un partner di cui devi prima di tutto neutralizzare l’aggressività, lo scopo essendo di calmarlo piuttosto che di colpirlo. Si pratica a mani nude o, per i più esperti, con delle armi:
- jo
- tanto
- bokken.
Il loro uso è senza pericolo perché non solo sono di legno ma il loro utilizzo è codificato per evitare rischi di ferite. Infatti, gli aikidoka non indossano protezione.
Piccoli o grandi, principianti o esperti, ognuno trae tanti benefici da questa pratica.
Da un punto di vista filosofico, è anche lo strumento per raggiungere l’armonia spirituale, l’unificazione con l’universo e la natura. E’ la via della riconciliazione e della pace, il sistema sublime per eliminare ogni forma negativa umana e, quindi, non aver più bisogno di combattere.
Aikido: storia
Ueshiba Morihei: chi è
Ueshiba Morihei nasce nel 1883 a Tanabe, una piccola città nei pressi di Osaka. Suo padre era un maestro d’armi appartenente ad una famiglia di rango elevato. Fino all’età di 15 anni, era di costituzione gracile e la sua piccola statura non gli permetteva di trarre grandi benefici dalle lezioni di suo padre.
Ma, già dall’età di 13 anni, inizia a seguire anche le lezioni del suo primo maestro di arti marziali, Tozawa Tokusaburo, della scuola di Kito che gli insegna il Ju-Jutsu.
Molto presto egli impara anche il maneggio della lancia e della spada. A venti anni, egli è già riconosciuto come un esperto in queste arti e riceve un diploma dalle mani del suo maestro, Nakai Masakatsu, discendente dalla grande scuola Yagyu. Perciò, Ueshiba Morihei promise a se stesso che sarebbe diventato molto forte e che non si sarebbe risparmiato per raggiungere questo obiettivo.
A 20 anni egli sollevava già pesi enormi e non temeva che pochissimi avversari.
Ueshiba Morihei: soldato
Quando scoppiò la guerra russo-giapponese in Manciuria, Ueshiba aveva 21 anni. Si arruolò volontario come soldato semplice. Quegli anni gli diedero l’occasione per forgiare il suo corpo nelle prove più dure. I risultati eccezionali e la sua forza, che sembrava indomabile, gli aprirono le porte per una brillante carriera militare.
Ma la guerra finì e il desiderio di Ueshiba era quello di riprendere al più presto gli studi interrotti del Ju-Jutsu. Tuttavia, il suo organismo ebbe grandi problemi a causa di una grave encefalite che lo costrinse a letto per sei mesi. Guarito, iniziò ad allenarsi col Judo. Il bisogno di cambiare aria, di ritrovare la natura e di coltivare la terra, di fortificare il suo corpo prima di tutto, lo spinse a partire verso il nord del Giappone, nell’isola di Hokkaido. Egli ha 27 anni.
Incontro determinante
Un anno dopo ci sarà l’incontro che avrebbe cambiato in modo determinante la sua vita. Questo incontro fu quello con il maestro Takeda Sokaku, della scuola Daito di Ju-Jutsu.
Il maestro Takeda era un uomo di piccola corporatura, estremamente forte, di grande durezza e severità. Inoltre, poteva vantare l’appartenenza ad un antico lignaggio, la discendenza dalla celebre famiglia Minamoto. Quanto al suo insegnamento, Takeda lo faceva risalire al principe Sadazumi, sesto figlio dell’Imperatore Seiwa, che sarebbe stato il creatore delle prime forme dell’Aikijujitsu attraverso la scuola Daito.
Ma ancor più importante, questo insegnamento segreto sarebbe stato trasmesso a Minamoto Yoshimitsu che a sua volta lo insegnò a Takeda che era per eccellenza un maestro cosciente dei valori che poteva trasmettere.
Egli riconobbe in Ueshiba, allora ventottenne, un uomo di un’abilità eccezionale e di una padronanza di sé già impressionante.
Si complimentò con lui e lo accettò come allievo. In seguito, nel 1916, a 33 anni, finalmente Ueshiba riceve il suo diploma che lo consacra maestro di Ju-Jutsu della scuola Daito.
Aikido moderno
Quindi, l’essenza dell’aikido moderno proviene da questa storia e da questi insegnamenti. Successivamente, nel 1938, il maestro Ueshiba creò un dojo (luogo di pratica) e un tempio shintoista a Iwama (città a 150 km. a nord di Tokyo) e iniziò a insegnare l’Aikido.
Quelli che avevano la fortuna di essere ammessi come suoi allievi, coltivavano la terra e servivano il maestro con una devozione assoluta. In seguito, i più grandi maestri di arti marziali del Giappone si recarono a Iwama e tra di essi anche il maestro Kano Jigoro, fondatore del Judo che poi, inviò al maestro Ueshiba un gran numero dei suoi allievi.
Difatti, essere ammessi nel dojo anche come semplici spettatori era già un considerevole privilegio. Tuttavia, ogni distrazione interiore o attitudine non conforme con lo spirito del dojo era immediatamente censurata dal maestro, che sospendeva la lezione e invitava il visitatore a uscire senza possibilità di replica.
Arti marziali proibite
Tuttavia, alla fine della seconda guerra mondiale, gli americani proibirono la pratica di ogni forma di arte marziale per un breve periodo. Quindi L’aikido si organizzò allora su nuove basi fino ad aprire nel 1948 l’Aikikai di Tokyo.
In seguito, l’aikido si sviluppò progressivamente fino ad assumere una consistenza mondiale.
Il 26 aprile 1969, il maestro Ueshiba muore a Tokyo all’età di 86 anni al termine di una lunga malattia.
Budo Yoseikan: variante della forma tradizionale dell’aikido
Mochizuki Minoru
Nelle varie forme di combattimento e discipline marziali presenti in Giappone, nel corso del XX secolo, prende forma un sistema molto efficace, frutto dell’esperienza di molti anni e dello studio continuo di un grande Maestro: Mochizuki Minoru.
Nato l’11 aprile 1907 a Shizuoka, “la città del the”, il giovane ragazzo respira un’aria “marziale” fin dai primi anni della sua vita. Inoltre, il nonno era uno specialista del maneggio della spada e dell’arte della lancia a cavallo e all’età di cinque anni iniziò a frequentare il Judo, nel dojo del Maestro Takebe.
Tra judo e karate
Dopo un periodo di studio del Kendo, Mochizuki Minoru tornò alla pratica del judo nel 1924 e nel 1926 si iscrisse al Kodokan di Tokyo dove prese il grado di cintura nera.
Successivamente, Mochizuki continuò i suoi studi con il famoso Mifune Kyuzo, uno dei migliori allievi di Kano Jigoro, all’epoca 7° dan e soprannominato “l’invincibile”. Kano Sensei in persona cominciò ad accorgersi del forte Mochizuki, fino a prenderlo direttamente sotto la sua direzione.
Qualche anno dopo, fu mandato proprio dal Maestro Kano a studiare il Daito Ryu Aikijujitsu del Maestro Ueshiba. Gli anni successivi furono fondamentali per la sua formazione marziale, che non tralasciò lo studio del Karate, del Kendo, del metodo del Maestro Takeda Sokaku e del sistema tradizionale del maneggio delle armi Katori Shinto Ryu.
Creazione della scuola Yoseikan
Tuttavia, dopo una brutta malattia dovuta anche ad un allenamento durissimo e incessante, ritornando a Shizuoka e costruendo il suo dojo, fondò la scuola. Inoltre, il nome, suggerito da un professore di filosofia, è composto da tre ideogrammi:
Metodo Budo Yoseikan: che cos’è
Il metodo Budo Yoseikan è la sintesi delle sue esperienze marziali, con particolare influenza delle tecniche di aikido e delle sutemi waza, tecniche di sacrificio del Judo.
Oggi questa disciplina è ufficialmente passata in eredità al figlio Mochizuki Hiroo, che vive in Francia, con il nome invertito di Yoseikan Budo. Ma è stata altrettanto divulgata in Italia e in Europa, sotto il suo aspetto tradizionale e nel pieno rispetto dell’insegnamento del grande Maestro Mochizuki Minoru, dal Maestro Sugiyama Shoji che ha creato il sistema Aikijujitsu Sugiyama-Ha.
Aikido: filosofia
Non guardare la sua spada, o sarai ucciso dalla sua spada. Non guardarlo o il tuo spirito sarà distratto. La vera essenza del Budo (arti marziali) è nella cultura dell’attrazione attraverso la quale soggiogherai il tuo avversario. Tutto ciò che dovrai fare è conservare questa Via. Non esiste né nemico, né avversario per il vero Budo.
“Non guardare gli occhi del tuo avversario, o il tuo spirito sarà risucchiato nei suoi occhi.”
Budo
Il vero Budo è tutt’uno con l’Universo, ciò significa essere uniti con il centro dell’Universo. Inoltre, il vero Budo è il lavoro fatto con l’Amore e consiste nel dare vita a tutto ciò che esiste e non a uccidere o opporsi agli altri. L’amore è la divinità che custodisce tutte le cose. Niente esiste senza di lui.
L’Aikido è la realizzazione dell’amore. Nella pratica, controlliamo lo spirito dell’avversario prima di affrontarlo, attirandolo dentro di noi.
Inoltre, impariamo ad attraversare la vita con la forza del nostro spirito, sforzandoci di dominare le negatività del mondo.
Questo pensiero del maestro Ueshiba condensa anche le caratteristiche spirituali dello studio dell’aikido, che si serve di una visione cosmica dell’uomo, legato strettamente alle leggi della natura che ne regolano armonicamente la conduzione dell’esistenza.
Aikido fa parte del mondo psichico vuoto
L’aikido che insegnava il maestro Ueshiba è anche espressione di ciò che è invisibile, senza forma, l’espressione del “vuoto”. Il “vuoto” non si può combattere ma contiene energia e forza.
“L’aikido – egli diceva – non è ciò che si può tradurre nel movimento, ma è ciò che si individua ancora prima della nascita della forma, perché l’aikido fa parte del mondo psichico del vuoto”.
Gratitudini in aikido
1 – L’Universo come dono della vita
Se capisci i principi dell’aikido, sarai felice di essere vivo e accoglierai ogni giorno con gioia. Quando ti inchini davanti all’Universo, anche lui si inchina davanti a te.
2 – Amore per la famiglia
Anche se i tuoi familiari si oppongono e ostacolano la tua ricerca personale, devi sempre essere riconoscente a loro per il dono della vita.
3 – Amore per gli altri
Aikido significa cooperare con tutti e con Dio.
4 – Accettazione
Essere grato è un antidoto efficace contro il risentimento che puoi provare verso gli altri o verso gli avvenimenti che ti trovi a vivere. Infatti se sei riconoscente, eviti di piangerti addosso e moderi la voglia di lamentarti per quello che ti succede nella vita. Un altro aspetto della gratitudine è il rispetto verso gli esseri viventi.
Le quattro virtù in aikido
Queste 4 virtù ti possono aiutare a vivere al meglio le 4 sfide:
- vecchiaia
- malattie
- morte
- separazione dai nostri cari.
La vita è una lotta continua. Se hai il coraggio di provare a migliorare sempre, cioè ad essere gentile, amorevole, empatico, la filosofia dell’aikido ti dà le chiavi per far fronte alle sfide dolorose.
1 – Coraggio
Per padroneggiare una disciplina, è fondamentale tuffarsi totalmente nella pratica. Infatti, ti alleni perché è difficile e non perché è facile. Ma se ti alleni duramente, ne uscirai vincitore.
La vittoria è la facoltà di vincere contro le sfide e di portare a termine il combattimento. Infatti, nell’aikido, non si attacca mai. Se colpisci per primo per prendere vantaggio sull’altro, dimostri che non ti sei allenato abbastanza e che quindi hai perso.
Un altro aspetto del coraggio è l’audacia. Il coraggio è simbolizzato dalla fiamma, il fuoco che non si può spegnere.
2 – Saggezza
La saggezza non è un dono ma una virtù, che devi coltivare senza mai raggiungere la perfezione.
Non smettere mai di imparare. La saggezza del mondo è contenuta nei libri e studiando, puoi creare un numero infinito di tecniche. Studi e poi pratichi e rifletti sui tuoi progressi. Infatti, l’aikido è l’arte di imparare scavando in profondità, l’arte di conoscere te stesso.
La saggezza è rappresentata dal cielo, simbolo di una infinita conoscenza che ingloba tutto.
3 – Amore
Nel Budo, non esiste il nemico. La via del guerriero non è distruggere e ammazzare ma anzi proteggere la vita.
La terra simboleggia la realtà calda e concreta dell’amore.
4 – Empatia
E’ la dimensione sociale dell’aikido. E’ simboleggiata dall’acqua. elemento che nutre il mondo.
Aikido: tecniche
Una parte essenziale della concezione dell’Aikido consiste nello sviluppo delle capacità di controllo e azione interiore. Infatti, puoi fare Aikido con il tuo corpo, cercando di sfruttare le qualità di espressione della forza interna.
Quindi, queste capacità possono essere sviluppate ulteriormente con una respirazione corretta che possa dirigere i tuoi movimenti e la tua espressione fisica nel modo più idoneo. Migliorare la respirazione significa poter dare adeguato nutrimento a tutto il tuo corpo attraverso la giusta ossigenazione del sangue e, quindi, rendere più efficiente il funzionamento di tutto il tuo organismo.
Ma, allo stesso tempo, oltre a garantirti uno stato di salute migliore, puoi potenziare la tua espressione del movimento e della forza fisica con:
- studio degli spostamenti del corpo
- mantenimento dell’equilibrio
- controllo del baricentro
- sviluppo dei movimenti circolari
- dispersione dell’energia di attacco
- leve articolari
- proiezioni
- controlli
- percussioni.
Ginnastica di preparazione alla pratica: aikitaiso
La parte che precede l’allenamento specifico dell’aikido è molto importante ed è particolarmente curata. Fasi con movimenti tradizionalmente praticati vengono attivate con molta cura per preparare il corpo all’impegno successivo. Questa ginnastica preparatoria, oltre che a “riscaldare” ogni parte del corpo per evitare traumi, soprattutto alle varie articolazioni di braccia e gambe, rappresenta l’espressione fisica della volontà di voler dedicare ogni impegno possibile nella lezione che si andrà ad affrontare.
Difatti, la ginnastica di preparazione prevede lo sviluppo di tre fasi:
- dalla posizione eretta
- dalla posizione in ginocchio (seiza)
- dalla posizione seduta, sdraiata (prona o supina)
L’aikitaiso è praticata anche come ginnastica a sé stante, può essere svolta a qualsiasi età ed è indicata anche per le persone che non hanno grande prestanza fisica.
Le tecniche di caduta: ukemi
La capacità di riuscire a cadere senza riportare traumi o altri danni da impatto sul tatami è fondamentale nell’aikido che si avvale di questa tecnica base per rendere elastico il corpo e irrobustirlo nello stesso tempo. Oltre allo sviluppo di questa essenziale padronanza del proprio corpo, la caduta abitua a vivere gli spostamenti attraverso una dimensione spazio-temporale diversa rispetto a quella che normalmente si ha nella posizione eretta, sia anche, quest’ultima, movimentata con direzioni diverse.
Così impari a cadere nelle diverse direzioni:
- in avanti – mae ukemi
- indietro – ushiro ukemi
- laterale – yoko ukemi.
Inoltre, la caduta serve a disperdere l’energia accumulata quando si subisce una tecnica e a distribuire la stessa energia potenzialmente traumatica su più punti anatomici in successione, evitando l’impatto al suolo con una sola parte del corpo.
Obbiettivi dell’allenamento
- L’obiettivo fondamentale non è quello di imparare a proiettare l’avversario, ma liberare i numerosi blocchi psichici, organici e muscolari che oggi la società moderna provoca. Tutto questo, all’inizio, con lo studio delle posizioni di base e della respirazione.
- Imparare a liberare la propria forza interiore, sbloccando quella interna, ristabilendo altresì la circolazione sanguigna. Il respiro percorre le cinque zone del corpo, piedi, mani, testa, ristabilendo l’equilibrio principale che ha sede nella parte addominale, quella che in giapponese viene chiamata “hara”.
- Quando tutto l’essere viene sbloccato, e in questo senso, purificato, la forza viene espressa in modo naturale. I movimenti sono eseguiti spontaneamente e solo in questo stadio inizia lo studio delle proiezioni.
- La visione delle cose viene ad essere espressa nell’allenamento con la concezione della sfera e del cerchio, così da ricreare una coscienza nuova del tempo e dello spazio che appare senza distanze né confini. I movimenti vengono eseguiti con una diversa rapidità e migliorata capacità.
Aikido: come si pratica
Maestro o Sensei
Il Sensei o maestro merita il tuo rispetto. E’ lui che ti insegna le tecniche, corregge i tuoi difetti con pazienza e ti indica il cammino per progredire. Insomma, il maestro è una guida che ti conosce e ti insegna la via del guerriero.
Dojo
L’Aikido, come tutte le discipline di origine giapponese, si pratica nel dojo che è il luogo di pratica. Il dojo è formato dai Tatami, rettangoli che tradizionalmente sono creati con paglia di riso intrecciata e compressa che, ancora oggi, sono utilizzati nelle case orientali e ne compongono il pavimento.
Le misure dei tatami originali sono di circa 180 cm di lunghezza, 90 di larghezza e 6 di spessore. Quelli utilizzati per la pratica esclusiva per le arti marziali in occidente, quindi anche per l’aikido, sono di misura e foggia diverse e sono ricoperti generalmente da materiale lavabile e antiscivolo.
La pulizia del dojo è fondamentale per l’igiene; ciò deriva anche dal fatto che, in Giappone, il dojo corrisponde anche al luogo dove si mangia e si dorme.
L’Aikido si pratica a piedi nudi sul tatami, una sorta di materassino che in genere è composto da pezzi scomponibili della misura di 1 metro per 2 metri.
I tatami, in Giappone, rappresentano spesso il pavimento delle case nelle stanze da letto e in quelle corrispondenti al nostro soggiorno, spesso utilizzato anche come sala da pranzo.
Le regole del Dojo
L’importanza del saluto: reishki
Oltre che ad essere un gesto di cortesia, in Giappone, il saluto è un vero e proprio cerimoniale ed è anche il riconoscimento dello stato sociale di chi lo offre e di chi lo riceve. Ripercorrendo questa usanza, l’aikido ne riporta le caratteristiche anche nella pratica e soprattutto all’inizio e alla fine della lezione.
- Saluto in piedi – ritsu-rei
- saluto in ginocchio – za-rei.
Come eseguire il saluto in piedi
Nel saluto in piedi, si piega il busto senza piegare il collo, con lo sguardo in diagonale verso il suolo, facendo scorrere le braccia in modo naturale fino all’inizio delle ginocchia, con un angolo di:
- 30° verso un praticante di pari grado o inferiore
- 45° verso il Maestro o un grado superiore
- 90° verso una personalità di grandissimo prestigio.
Saluto in ginocchio
- si esegue un passo indietro con la gamba sinistra poggiando il ginocchio a terra, le dita dei piedi in presa sul tatami
- poi, si esegue la stessa cosa con la gamba destra
- ci si siede sui talloni divaricati e si distendono le dita dei piedi
- gli alluci sono appaiati o sovrapposti
- le mani sono vicino al bacino, sulle cosce
- il busto è ben dritto e le spalle rilassate
- far scivolare le mani sul tatami e, senza incurvare la schiena, si esegue un inchino con la testa che va verso terra.
Saluto per ringraziare
Prima della lezione si pronuncia la frase “o negai shimasu”, che vuole dire “desidero impegnarmi in una buona pratica” .
Invece a fine allenamento, “domo arigato gozaimashita” che vuole dire “un grande ringraziamento per ciò che mi è stato dato durante la pratica”.
Inoltre, si saluta tutti insieme prima verso il Kamiza, il lato alle spalle del Maestro e di fronte agli allievi, dove si trova la foto di O Sensei Ueshiba Morihei, poi altre due volte verso il Maestro e gli allievi.
Questa pratica viene spesso preceduta dal “mokuso”, un momento di massima concentrazione in cui si cerca di entrare in uno stato di quiete cosciente.
Infatti, questo stato di “calma attiva”, prima della lezione ha lo scopo di attivare tutto il nostro essere per raggiungere il miglior risultato possibile e alla fine comprendere gli errori fatti e il modo di correggerli nella prossima sessione di pratica.
Abbigliamento
L’abbigliamento specifico per gli allievi, chiamato keikogi o anche aikidogi (gi significa abito), è composto da pantaloni, giacca e cintura, di colore bianco.
Inoltre, dalla cintura nera in poi, si indossa l’hakama, una sorta di gonna-pantaloni di colore nero o blu scuro. Infine, per percorrere il tragitto che va dagli spogliatoi al dojo (luogo di pratica), si calzano gli zoori, ciabatte infradito.
Armi
I gesti tecnici si esprimono con l’evoluzione del cerchio, vanno e vengono come nel fluire e nel defluire delle onde, l’espressione è quella di una forza che non si arresta mai.
Inoltre, lo studio è completato dall’utilizzo del “bo”, bastone lungo, e del “jo”, bastone corto, che vengono considerati prolungamenti del proprio essere totale, oltre che per il combattimento contro più avversari.
Tuttavia, tale allenamento è riservato ai gradi di apprendimento superiori.
Gradi, cinture e esami
Come nella maggior parte delle arti marziali, anche nell’aikido vengono utilizzate cinture dal colore diverso per indicare l’abilità raggiunta attraverso gli anni di pratica.
I nuovi gradi che si ricevono dopo il superamento di esami di difficoltà crescente, hanno una permanenza che varia in base all’importanza degli stessi e che per quelli elevati può essere di moltissimi anni.
Naturalmente, l’anzianità nel grado permette solo l’accesso agli esami e non rappresenta un sistema automatico di avanzamento a quello superiore. Gli esami hanno programmi diversi, per i gradi superiori molto complessi e articolati, e sono suddivisi in diverse fasi.
Infatti, i candidati devono dimostrare durante lo svolgimento di tutta la prova, per il raggiungimento del nuovo grado di preparazione:
- capacità tecnica
- espressione corporea
- controllo di sé.
In molti Dojo, il grado degli allievi giovani è solo uno e cioè cintura bianca e la pratica con tale grado dura diversi anni prima di affrontare l’impegno importante che li porterà all’acquisizione della cintura nera e dei successivi avanzamenti di dan.
Allievi e kyu
Gli allievi si suddividono in:
- kohai (giovani allievi)
- sempai (allievi anziani).
I kyu (gradi) sono:
- bianco
- giallo
- arancione
- verde
- blu
- marrone.
Gli esperti e dan
I dan sono riservati ai praticanti di più lunga pratica e maggiore abilità e rappresentano i vari gradi della cintura nera. La cintura nera non è necessariamente un grado che individua anche l’insegnante che ha un diverso percorso di formazione e una storia specifica relativa alla sua attività nel Dojo.
- Yudansha: allievi esperti con i vari gradi di cintura nera
- Sensei: Maestro o istruttore
- Shihan: Maestro anziano, in genere è anche il fondatore del Dojo in cui insegna.
Gradi di cintura nera
I gradi di cintura nera chiamati dan, sono dieci:
Aikido: benefici
Adulto, bambino, uomo o donna: ognuno può praticare questa disciplina. Infatti, la pratica aiuta a sviluppare agilità, equilibrio, resistenza, fluidità del corpo e della mente.
Benefici fisici
L’aikido tonifica tutto il corpo e specialmente la cintura addominale, indispensabile per la stabilità e le rotazioni del bacino.
Difatti, la respirazione addominale facilita una migliore ventilazione ed aumenta la capacità polmonare. La respirazione deve essere lenta e profonda e, nello sforzo, bisogna eseguire un’espirazione sonora per contrarre il diaframma e aiutare i praticanti ad espirare al momento giusto.
Inoltre, l’allineamento della schiena è fondamentale per muoversi in armonia. Quindi con la pratica rinforzi i muscoli della colonna vertebrale e avrai una schiena in buona salute.
Inoltre, è un allenamento completo che sollecita:
- addominali
- glutei
- gambe
- spalle
- braccia
- cuore.
Benefici mentali
Oltre a tutti benefici per il corpo, l’aikido si pratica in due nel rispetto dell’integrità dell’altro. Inoltre, ti insegna a gestire lo stress perché lo spirito delle arti marziali giapponesi aiuta a ritrovare la calma interiore, esprimendo la propria personalità senza costrizione.
Inoltre, la convivialità, durante l’allenamento, è una regola essenziale praticata nelle società di aikido.
Quindi, praticare aikido serve a:
- migliorare la propria salute
- potenziare l’equilibrio
- aumentare la capacità di autocontrollo
- utilizzare al meglio la respirazione
- sapersi difendere
- incrementare la forza e l’energia interiore
- migliorare la postura
- sviluppare i riflessi e la velocità
- accrescere l’autostima
- socializzare.
Bambini
Aiuta i bambini ad avere coscienza del proprio corpo. L’apprendimento dell’aikido può cominciare verso i 7 anni, in modo ludico. Attività socievole, favorisce la coordinazione, l’equilibrio, il controllo, la lateralizzazione, senza dimenticare i valori morali:
- educazione
- sincerità
- rispetto
- amicizia
- controllo di sé.
Aikido: controindicazioni
Non ci sono controindicazioni alla pratica dell’aikido. In caso di patologie, chiedere consiglio al proprio medico.
Con la collaborazione di Enzo Failla, maestro federale sportivo, istruttore esterno della Polizia di Stato fin da 1983 e formatore di istruttori di diverse altre Forze dell’Ordine. Inoltre è l’autore del libro ” La difesa personale”, edizione Libritalia.net.
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