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Finocchietto selvatico: proprietà, benefici e usi in cucina

Jessica Dovicchi by Jessica Dovicchi
17 Gennaio 2021
in Alimenti dalla A alla Z
finocchietto selvatico: cos'è, benefici, valori nutrizionali e usi
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Sommario

  • Finocchietto selvatico: cos’è
  • Finocchietto selvatico: botanica
  • Valori nutrizionali
  • Proprietà e benefici del finocchietto selvatico
  • Controindicazioni
  • Finocchietto selvatico: usi in cucina
  • Finocchietto selvatico: usi alternativi
  • Guida all’acquisto del finocchio selvatico
  • Finocchietto selvatico: come coltivarlo
  • Cenni storici
  • Curiosità sul finocchietto selvatico

Il finocchio o finocchietto selvatico (Foeniculum vulgare Mill.) è una pianta erbacea. Cresce spontanea sulle coste del Mediterraneo, ma è presente anche in differenti aree geografiche, dove viene coltivata per i suoi numerosi campi di impiego.

Il finocchio selvatico è un alimento molto versatile, utilizzato a crudo per arricchire insalate miste. Ma anche in cottura, per arricchire le preparazioni culinarie più svariate. Infine, si trova anche in polvere, come spezia.

Le proprietà aromatiche dell’olio essenziale lo rendono un ingrediente chiave per la realizzazione di liquori digestivi, ma anche dentifrici e prodotti alimentari di confetteria. I semi del finocchietto selvatico, così come il suo olio essenziale, grazie al forte potere antiossidante, vengono utilizzati in medicina omeopatica, in cosmetica e nella produzione farmaceutica, per la prevenzione di problematiche correlate all’invecchiamento della pelle, disfunzioni del sistema digerente e circolatorio.

Finocchietto selvatico: cos’è

Il finocchio selvatico (Foeniculum vulgare Mill.), comunemente conosciuto come finocchietto, o finocchina, è un’erba aromatica appartenente alla famiglia delle Umbelliferae (o Apiaceae) assieme a cumino, carota e coriandolo, chiamate così per la tipica infiorescenza che ricorda la forma di un ombrello.

Il finocchio selvatico, sebbene possa essere coltivato, cresce spontaneamente nell’area mediterranea e per distinguerlo dalla varietà di finocchio dolce (Foeniculum vulgare dolce Mill.), di produzione esclusivamente orticola, è comunemente conosciuto come finocchio amaro.

  • Dominio: Eukaryota
  • Regno: Plantae
  • Divisione: Magnoliophyta
  • Classe: Magnoliopsida
  • Sottoclasse:  Rosidae
  • Ordine: Apiales
  • Famiglia: Apiaceae
  • Genere: Foeniculum
  • Specie:  Foeniculum vulgare.
finocchietto selvatico

Finocchietto selvatico: botanica

Il finocchio selvatico è una pianta erbacea perenne, particolarmente diffusa lungo le zone costiere del Mediterraneo, capace di crescere fino a 1000 metri dal livello del mare.

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Si distingue facilmente dal finocchio dolce poiché, contrariamente a quest’ultimo, i suoi fiori hanno proprietà aromatiche più consistenti ed i rami si sviluppano maggiormente in altezza, a discapito della base (la parte bianca), che risulta meno carnosa.

  • Radici: apparato radicale a fittone.
  • Fusto: si compone di una parte eretta, ramificata, che mediamente raggiunge i 70-80 cm, ma può elevarsi fino a 2 metri d’altezza; la parte basale, invece, è carnosa, di colore bianco ed emerge dal terreno, stratificandosi in modo radiale (i germogli più giovani si trovano, infatti, all’interno).
  • Foglie: comunemente dette “barbe”, sono fini filamenti verdi e commestibili, i cui giovani germogli possono cogliersi da aprile fino ad ottobre.
  • Frutti: spesso impropriamente confusi con i semi (contenuti, invece, al loro interno), sono diacheni, con colorazione striata, tendente al grigio, hanno forma allungata e raggiungono la maturazione nei mesi autunnali.
  • Fiori: piccoli e gialli, raggruppati in infiorescenze (ombrelle); vengono raccolti da metà agosto fino a settembre inoltrato.

Valori nutrizionali

Il finocchio selvatico è un alimento molto ricco di acqua, ma contiene anche vitamine, minerali e numerose molecole dal valore nutraceutico, come composti fenolici e flavonoidi (quercetina, iso-quercetina, rutina, etc.).

100 g di finocchietto selvatico apportano circa 30 calorie e contengono:

  • Acqua: 93,20 g
  • Carboidrati: 1 g
  • Proteine: 1,2 g
  • Grassi: 0 g
  • Sodio: 4 mg
  • Potassio: 394 mg
  • Ferro: 0,4 mg
  • Calcio: 45 mg
  • Fosforo: 39 mg
  • Magnesio: 16 mg
  • Zinco: 0,87 mg
  • Vitamina B1: 0,02 mg
  • B2: 0,04 mg        
  • B3: 0,5 mg          
  • Vitamina A: 2 µg
  • Vitamina C: 12 mg.

Olio essenziale di finocchio selvatico

Invece, nell’olio essenziale si concentrano le componenti aromatiche, tra cui:

  • Trans-anetolo, una molecola dal potere dolcificante circa 13 volte maggiore rispetto al saccarosio.
  • Fencone, un composto organico il cui odore ricorda quello della canfora, è responsabile del retrogusto amaro e si trova anche nell’anice.
  • Estragolo, un fenilpropene presente anche in altre erbe aromatiche, quali timo, basilico, origano, dragoncello, ecc.
  • Idrocarburi monoterpenici, tra cui alfa e beta-pinene, alfa-fellandrene, alfa-tuyene, alfa-fenchene, alfa e beta-terpinene, limonene, anisaldeide.
finocchietto selvatico: valori nutrizionali

Proprietà e benefici del finocchietto selvatico

Il finocchietto selvatico contiene numerose molecole fitoterapiche dal potere antiossidante, antinfiammatorio e antibatterico, grazie alle quali è in grado di apportare beneficio alla salute umana.

Consumato nei pasti, o sotto forma di infusi e tisane (preparati a partire dai suoi semi, dalle foglie, o dalla base carnosa del fusto), si rivela un ottimo rimedio naturale in svariate condizioni.

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Contrasta i disturbi gastro-intestinali

La sua presenza nell’intestino contrasta la fermentazione batterica, riducendo la produzione di gas nel crasso. Per questo motivo, è un utile rimedio in caso di:

  • meteorismo
  • aerofagia
  • gonfiore addominale.

Inoltre, ha proprietà carminative ed è efficace contro:

  • mal di stomaco
  • dolori epigastrici
  • irregolarità intestinali (colite, stipsi, sindrome del colon irritabile, ecc.)

E’ anche un ottimo digestivo, in quanto favorisce la peristalsi intestinale.

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Facilita la diuresi

Ha proprietà diuretiche e depurative, che aiutano a migliorare la funzione renale, prevenendo la formazione di calcoli e gli inestetismi dovuti alla ritenzione idrica.

Aumenta il latte materno

Favorisce l’aumento di flusso di latte alle ghiandole mammarie (montata lattea), in gergo tecnico si dice che ha proprietà galattogene.

Allevia i sintomi del raffreddore

Aiuta a rinforzare le difese del sistema immunitario, inoltre, un infuso caldo, è in grado di decongestionare le vie respiratorie, fluidificando il muco e migliorando la respirazione.

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Apporta beneficio al cavo orale

Masticare i semi di finocchio selvatico è utile per alleviare il fastidio dell’alito cattivo.

Azione antiaging

Grazie alla presenza di molecole dal potere antiossidante, come flavonoidi, vitamina C e Anetolo è in grado di contrastare i processi di invecchiamento cellulare.

Allevia i sintomi della menopausa

Consumato nei pasti principali può essere d’aiuto nel ridurre sbalzi d’umore e vampate di calore nelle donne in menopausa, grazie alla presenza di fitoestrogeni, molecole vegetali capaci di interagire (anche se con minor affinità) con i recettori degli estrogeni.

Controindicazioni

Un normale consumo di finocchio selvatico apporta numerosi benefici alla salute umana, tuttavia, come per molti alimenti, è bene non eccedere nel dosaggio, soprattutto di semi e olio essenziale, per evitare il verificarsi di potenziali effetti avversi, dovuti dalla presenza di:

  • alcuni principi attivi, che ad alte dosi possono causare allucinazioni e convulsioni.
  • Fitoestrogeni (composti estrogenici di origine vegetale), capaci di interferire con alcuni farmaci, alterando l’effetto di svariate terapie farmacologiche.
  • Estragolo, un composto organico presente in molte Asteraceae, che possiede proprietà citotossiche e carcinogene.
  • Furanocumarine, che possono provocare reazioni cutanee, come arrossamenti e irritazioni, se attivate dai raggi solari (fototossiche).

Inoltre, come tutte le erbe aromatiche, deve essere evitato da chi presenta ipersensibilità verso uno o più dei suoi componenti, per prevenire il verificarsi di episodi allergici.

Si consiglia di consultare il medico in caso di patologie croniche, assunzione di farmaci, gravidanza e allattamento.

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Finocchietto selvatico: usi in cucina

La pianta del finocchio selvatico è commestibile in tutte le sue parti e risulta più aromatica del finocchio dolce.

  • Il fusto viene utilizzato per preparare misticanze da aperitivo, consumato lesso, o gratinato, come contorno leggero.
  • I “semi”, il cui gusto ricorda vagamente il sapore dell’anice, sono utilizzati per arricchire gli impasti dei prodotti da forno (pane, taralli, biscotti, etc.), per aromatizzare insalate, piatti a base di pesce, salumi e carni grasse.
  • Le foglie fresche vengono prevalentemente impiegate come ingrediente per minestre e salse, per dare un tocco di freschezza a piatti di pesce, carne, verdure e legumi, o aggiunte in molte ricette tradizionali, come la pasta con le sarde, nota ricetta siciliana.
  • I fiori sono impiegati per aromatizzare le olive in salamoia, o come condimento per funghi al forno e carne di maiale.

Si suggeriscono di seguito alcune ricette da cui poter prendere spunto per utilizzare il finocchio selvatico in cucina.

Pesto di finocchietto

Per realizzare questo condimento occorre scottare il finocchio selvatico (100 g) in acqua bollente e frullarlo assieme a olio extravergine d’oliva (50 ml), mandorle (30 g), formaggio stagionato (50 g). A piacere è possibile aggiungere qualche acciuga per dare maggiore carattere al composto.

Risotto al finocchietto selvatico

Prepara un soffritto con olio extravergine d’oliva e trito di cipolla su cui tostare leggermente il riso, prima di aggiungere il brodo vegetale.

Per questa ricetta, si usano le foglie del finocchio selvatico, aggiunte a metà cottura. Si può anche aggiungere una noce di burro e/o del formaggio stagionato a proprio gusto.

finocchietto selvatico: tisane

Finocchietto selvatico: usi alternativi

Erboristeria

In erboristeria, questa pianta officinale viene utilizzata per la preparazione di infusi, tisane e per l’estrazione di olii essenziali. La tisana al finocchio selvatico si può preparare con ogni parte della pianta.

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  • Semi: è sufficiente lasciare in infusione in acqua calda un cucchiaino di semi di finocchio selvatico per 7-10 minuti (in realtà quelli che si utilizzano sono i frutti, gli acheni, ma per praticità utilizziamo il termine “semi”); filtrare prima di bere.
  • Foglie fresche: le foglie vanno tagliate, lavate bene e lasciate in infusione per 15-20 minuti in acqua bollente; filtrare prima di bere.
  • Parte bianca: bisogna lavare bene le coste, tagliarle a piccoli pezzi e lasciare in infusione per 15-20 minuti in acqua bollente; filtrare prima di bere.

Olio essenziale

L’olio essenziale di finocchio selvatico è un prodotto erboristico, ottenuto dai suoi frutti (acheni) attraverso il processo di distillazione in corrente di vapore, e ha differenti modalità di impiego.

  • Suffumigi: inalazioni del vapore ottenuto per riscaldamento in acqua di qualche goccia di olio essenziale, sono utili per risolvere disturbi delle vie aeree (azione espettorante), poichè ammorbidiscono, idratano e eliminano il muco da naso, gola e bronchi.
  • Aromaterapia: l’aggiunta di qualche goccia di olio essenziale nell’acqua calda della vasca permette di godere di un bagno rilassante, mentre, con l’aiuto di un diffusore di olii essenziali, è possibile diffondere le sue fragranze negli ambienti.
  • Massaggi: applicare sulla pelle qualche goccia di olio essenziale di finocchio stimola l’azione del sistema linfatico, aiutando a prevenire la ritenzione idrica e gli inestetismi della cellulite. Si suggerisce di non applicare l’olio essenziale puro sulla pelle, ma di diluirlo in un olio vettore (mandola, oliva, ecc.) per non irritare la parte interessata.
  • Uso orale: 1/2 gocce di olio essenziale, disciolte in acqua calda, sono consigliate per risolvere problemi legati a una cattiva digestione, alleviare coliche intestinali, meterorismo, flatulenza e stimolare la diuresi. Mentre, assunte insieme a un cucchiaio di miele, hanno azione espettorante, utile in caso di mal di gola e tosse secca.

Liquore al finocchietto

E’ un ottimo digestivo, da proporre ai propri ospiti a fine pasto, facilmente realizzabile in pochi step.

Occorre pulire il finocchietto selvatico (50 g per 1 litro di liquore) e lasciarlo riposare in un barattolo, completamente immerso in alcol alimentare (500 ml) per circa 30 giorni.

In seguito, rimuovere il finocchietto e conservare l’alcol filtrato. Riscaldare in un pentolino acqua (500 ml) e zucchero (300 g), fino a quando questo non si sia completamente sciolto e lasciare raffreddare. Aspettare 30 giorni prima di consumare il liquore.

Cosmetica

Con il finocchio selvatico vengono realizzati molti prodotti di bellezza.

  • Creme viso e corpo, in grado di donare lucentezza ed elasticità alla pelle.
  • Shampoo, per rinforzare capelli deboli e sfibrati, utili anche per regolare la produzione di sebo.
  • Scrub esfolianti a base di semi.
finocchietto selvatico: guida all'acquisto

Guida all’acquisto del finocchio selvatico

Il finocchio selvatico è difficilmente reperibile al banco ortofrutticolo, dove viene preferita la vendita della varietà di finocchio dolce. Tuttavia, è possibile trovarlo nei negozi di frutta e verdura più riforniti.

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I suoi frutti (acheni), essiccati, per preparare tisane, infusi, o aromatizzare le pietanze, si trovano spesso in commercio, sotto la pratica denominazione di vendita “semi di finocchio selvatico”, o “ semi di finocchietto”.

Sono reperibili in quasi tutti i supermercati, nei negozi di generi alimentari più riforniti, in erboristeria, o nei negozi online, dove è possibile acquistarli al prezzo di circa 2,50-3 euro la bustina (35 g). 

Inoltre, in erboristeria è possibile trovare anche preparati in polvere, dal valore commerciale di circa 3 -4 euro / 100g, disponibili anche nei negozi online.

Invece, per la coltivazione: se si desidera provare a seminare il finocchio selvatico, i semi sono disponibili nei consorzi agricoli, o online, mediamente al valore di 1,50 – 2 euro la bustina (5 – 10 g). Mentre le piante sono vendute al prezzo di 3-4 euro l’una.

Finocchietto selvatico: come coltivarlo

Sebbene il finocchio selvatico sia una pianta spontanea, è comunque possibile coltivarlo nel proprio orto, anche al di fuori dell’area mediterranea, in zone soleggiate, a clima temperato-caldo. Infatti, la temperatura è un fattore fondamentale per la crescita di questa pianta, la cui resa è migliore per valori compresi tra i 10 e i 28 °C.

Si adatta bene a qualsiasi tipologia di terreno, che sia sabbioso, o argilloso, purché sia presente sostanza organica da poter utilizzare come biomassa per la crescita. Inoltre, richiede molta acqua, per cui è necessaria una frequente irrigazione (2 volte al giorno nei mesi più caldi).

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Si consiglia di seminare le piantine di finocchietto ad una distanza minima di circa 20-25 cm l’una dall’altra, poiché necessitano di molto spazio (si sconsiglia, quindi, di coltivarlo in vaso).

finocchietto selvatico: cenni storici

Cenni storici

Il finocchio selvatico ed i benefici che esso apporta sono conosciuti fin dall’antica Grecia.

  • Durante i riti in onore di Dionisio era usanza indossare corone di finocchio, mentre infusi dei suoi semi venivano fatti bere ai giovani con problemi nelle prestazioni sessuali, poiché si riteneva che fossero in grado di aumentare la libido.
  • Credenze popolari lo consideravano un rimedio contro i morsi di cane o di serpente.
  • Come ci perviene dai testi di Ippocrate, i semi di finocchio erano consigliati alle donne in allattamento e per lenire le coliche infantili.

In epoca romana, veniva consumato da legionari e gladiatori per migliorare le prestazioni atletiche. Inoltre, Plinio il Vecchio ne esalta le numerose proprietà nel suo scritto Historia Naturalis, descrivendolo come diuretico, regolatore dei disturbi intestinali e come erba medica, capace di curare numerosi disturbi metabolici.

Invece, nel Medioevo, corone di finocchietto venivano appese alle porte delle case, per tenere lontani gli spiriti maligni. Mentre i semi, oltre ad essere utilizzati per insaporire le pietanze, venivano masticati per ingannare la fame in periodi di carestia.

È solo intorno al 1500 che il finocchio selvatico iniziò ad essere coltivato e, con successivi incroci selettivi ad opera dell’uomo, nacque la varietà di finocchio orticolo, o finocchio dolce.

Curiosità sul finocchietto selvatico

Origine del nome

Il suo nome deriva dal latino “Foeniculum vulgare”: il primo termine è il diminutivo di “foenum”, che significa “fieno”, ad indicare l’analogia tra le piante per via delle foglie molto sottili; il termine “vulgare”, tradotto in “comune”, viene utilizzato in botanica per indicare una pianta molto diffusa.

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Origine del termine “infinocchiare”

Questa parola, molto utilizzata nel linguaggio gergale con il significato di “truffare, imbrogliare”, deriva dall’antica abitudine dei ristoratori di offrire agli acquirenti un antipasto a base di finocchio per mascherare il gusto di vino, o di carni, di scarsa qualità.

Inoltre, nelle cantine, per coprire il sapore del vino scadente, prossimo all’acetificazione, era usanza inserire nelle botti qualche seme di finocchio, in grado di coprirne il gusto sgradevole.

Finocchio maschio o femmina?

Esistono alcune specie vegetali, dette dioiche, i cui individui possono essere distinti in “maschi” o “femmine”, in base alla differente morfologia degli organi riproduttivi che essi presentano. Ma il finocchio selvatico non rientra tra queste. E’ una pianta monoica e la distinzione nei due sessi è un errore comune, utile solamente a distinguere alcuni tratti morfologici, dovuti a variazioni ambientali (fattori climatici, composizione del terreno, ecc.), ma non relativi agli organi sessuali.

Quindi, per comodità, con finocchio “femmina”, si vuole indicare un ortaggio di forma più allungata e piatta. Mentre con il termine “maschio”, si descrive una forma più tondeggiante, larga e panciuta, più commercialmente apprezzata perché meno fibrosa.

Dà nome ad una città

La città antica di Maratona, teatro delle guerre Persiane, prende nome dal greco, Marathon, che letteralmente significa “campo di finocchi”, proprio perché in questa terra crescevano spontanee numerosissime piante di finocchio selvatico.

Fonti

  1. Abdellaoui, M., Kasrati, A. e El Rhaffari, L. 2017. The effect of domestication on seed yield, essential oil yield and antioxidant activities of fennel seed (Foeniculum vulgare Mill) grown in Moroccan oasis. Journal of the Association of Arab Universities for Basic and Applied Sciences, 24, 107-114- Researchgate.
  2. Badgujar, S. B., Patel, V. V. e Bandivdekar, A. H. 2014. Foeniculum vulgare Mill: a review of its botany, phytochemistry, pharmacology, contemporary application, and toxicology. BioMed research international, 2014.
  3. Barros, L., Carvalho, A. M. e Ferreira, I. C. 2010. The nutritional composition of fennel (Foeniculum vulgare): Shoots, leaves, stems and inflorescences. LWT-Food Science and Technology, 43(5), 814-818.
  4. D’Antuono, L. F., Ferioli, F. e Oliveri, S. 2014. Wild fennel (Foeniculum vulgare Mill., subsp. piperitum (Ucria) Cout.) culinary uses: an overview, preliminary on-field documentation and analytical perspectives. In International Symposium on Carrot and Other Apiaceae 1153 (pp. 21-28).
  5. Gori, L., Gallo, E., Mascherini, V., Mugelli, A., Vannacci, A. e Firenzuoli, F. 2012. Can estragole in fennel seed decoctions really be considered a danger for human health? A fennel safety update. Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine, 2012.
  6. Javed, R., Hanif, M. A., Ayub, M. A. e Rehman, R. 2020. Fennel. In Medicinal Plants of South Asia (pp. 241-256). Elsevier.
  7. Piccaglia, R. e Marotti, M. 2001. Characterization of some Italian types of wild fennel (Foeniculum vulgare Mill.). Journal of Agricultural and Food Chemistry, 49(1), 239-244.

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Consulente scientifica nel campo delle scienze della nutrizione, con competenze biologiche. Appassionata di ricerca e nuove scoperte, si occupa di biologia, nutrizione, alimentazione e salute.

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