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Vene varicose: cosa sono, sintomi, cause, cure e rimedi delle varici

Monica Torriani by Monica Torriani
27 Maggio 2022
in Patologie
vene varicose: che cos'è, cause e sintomi, quando operare, cure e rimedi, complicazioni e prevenzione
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Sommario

  • Cosa sono le vene varicose?
  • Sintomi delle vene varicose
  • Cause e soggetti a rischio
  • Vene varicose: diagnosi ed esami strumentali consigliati
  • Cosa fare per le vene varicose: rimedi, cure e trattamenti
  • Vene varicose: possibili complicazioni
  • Come prevenire le varici

Le vene varicose sono una patologia quasi sempre non pericolosa che interessa soprattutto gambe e piedi. Sono più frequenti nelle donne che nell’uomo. Nei soggetti giovani, a 20-30 anni, o nei bambini, sono secondarie ad altre malattie.

Le vene diventano visibili, blu, simili a lividi e compaiono bruciore, dolore, formicolio e prurito. Fra le cause, la perdita di tenuta delle valvole delle vene. La gravidanza aumenta il rischio di varici, che dopo il parto possono anche sparire.

Quando preoccuparsi? Se diventano dure e infiammate i rischi sono flebite e trombosi.

Il medico da cui andare è il chirurgo vascolare, che prescrive gli esami da fare e, a seconda dei casi, integratori o farmaci (anche in creme), trattamento laser, scleroterapia o intervento chirurgico. Non è indicata la pressoterapia.

La prevenzione si basa su un’alimentazione leggera, sport (fa bene camminare, andare in bicicletta, palestra e nuoto). Evitare la doccia con acqua troppo calda, l’esposizione diretta al sole e i jeans stretti.

Cosa sono le vene varicose?

Note anche come varici, sono, come testimoniato dall’origine latina del termine, dilatazioni permanenti delle vene.

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A causa della perdita di tenuta delle valvole interne, le vene assumono la forma di cordoni blu o viola, che seguono un andamento tortuoso e appaiono visibili in trasparenza attraverso la pelle.

Il disturbo interessa prevalentemente le vene superficiali delle gambe e dei piedi, cioè il sistema delle vene grande safena e piccola safena.

Inoltre, possono comparire anche nei distretti profondi delle gambe, nelle braccia, nella zona anale (prendendo il nome di emorroidi), nei testicoli (varicocele) e all’interno del naso.

Quando sono localizzate nell’area del bacino, a livello di ovaie, utero e arterie iliache interne, la condizione viene definita sindrome da congestione pelvica o varicocele pelvico.

Per la diagnosi e il trattamento, lo specialista di riferimento a cui rivolgersi è il chirurgo vascolare. Le vene varicose interessano il 35% della popolazione e hanno una frequenza molto più alta in Europa rispetto all’Africa e all’Asia.

Il sesso femminile è 3 volte più colpito; nell’uomo le varici sono localizzate perlopiù a livello del polpaccio.

vene varicose: cosa sono

Classificazione

Le vene varicose possono essere accompagnate dalla compromissione della circolazione venosa, cioè l’insufficienza venosa.

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L’esecuzione di esami e manovre specifiche consente di classificare il disturbo in base alla sua gravità in:

  • Classe 0: nessun segno di insufficienza venosa.
  • 1: presenza di capillari.
  • 2: vene varicose.
  • 3: edema.
  • 4: alterazioni cutanee dovute alla stasi venosa (colorazione della pelle, indurimento, lipodermatosclerosi).
  • 5: alterazioni cutanee da stasi venosa e ulcerazioni guarite.
  • 6: alterazioni cutanee da stasi venosa e ulcerazioni attive.
vene varicose: classificazione

Sintomi delle vene varicose

I sintomi compaiono prevalentemente intorno ai 50 anni. Se si manifestano in giovane età, ad esempio a 20-30 anni, o nei bambini, è molto probabile che siano secondarie ad altre malattie.

Il disturbo ha una componente genetica importante: la familiarità è il fattore di rischio più impattante. Infatti, si stima che il 70-80% delle persone affette da varici ha altri casi in famiglia. La presenza di altri fattori di rischio può accelerare la comparsa del disturbo o il suo decorso.

Le varici sono facilmente individuabili, perché visibili attraverso la pelle degli arti inferiori, anche nella zona dietro il ginocchio. Appaiono come cordoni tortuosi di colore blu o viola che possono essere sporgenti e palpabili.

Come stabilire se si tratta di varici o capillari? C’è differenza fra le vene varicose e le sottili reti di vasellini definite teleangectasie. Quando interessano la zona dell’interno coscia o altre aree, come le ali del naso, sono più verosimilmente capillari dilatati. Ma varici e capillari dilatati possono essere presenti contemporaneamente.

Associata alla deformazione, compare anche:

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  • Sensazione di bruciore.
  • Prurito.
  • Formicolio.
  • Indolenzimento che può, nel tempo, diventare dolore.

Le gambe e i piedi sono gonfi e pesanti, perché la circolazione funziona male e non riesce a drenare correttamente il sangue verso l’alto. Inoltre, spesso compaiono crampi agli arti inferiori, specialmente di notte.

I sintomi peggiorano con il caldo e quando si rimane in piedi per lungo tempo senza camminare o muoversi.

Quando rivolgersi al medico

Quando preoccuparsi? Nella maggior parte dei casi le vene varicose non sono pericolose. Occorre però rivolgersi al medico se si nota:

  • Arrossamento intenso accompagnato da dolore pulsante in un’area in cui la varice è superficiale.
  • Eczema, che può ulcerare e infettarsi.
  • Un peggioramento repentino della sintomatologia.  
vene varicose: cosa sono, sintomi, cause, cura

Cause e soggetti a rischio

Fino a qualche anno fa in molti ritenevano che le vene varicose fossero solo un problema estetico. Non che questo aspetto non abbia la sua importanza. Ma in effetti le varici rappresentano qualcosa di più di un inestetismo. Sono una vera e propria malattia che predispone a rischi più gravi per il sistema circolatorio.

Per capire le cause è utile comprendere per sommi capi come funziona la circolazione venosa.

Il sangue viaggia nelle arterie per andare dal cuore alla periferia del corpo e nelle vene per ritornare al cuore. Le prime sono molto più robuste, perché devono resistere alla pressione esercitata dalla spinta del cuore. Le seconde hanno una parete meno tenace.

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In particolare, nelle vene delle gambe il sangue deve vincere la forza di gravità. In questa difficile impresa, sono i muscoli ad imprimergli una spinta verso l’alto. Inoltre, le tante piccole valvole presenti nel decorso delle vene impediscono al sangue di ritornare verso i piedi.

La perdita di tenuta delle valvole, la riduzione del tono della parete venosa e l’inattività dei muscoli sono le cause delle varici.

Infatti, non riuscendo a ritornare verso l’alto, il sangue ristagna nelle vene delle gambe, dilatandole e sfiancandole.

Soggetti a rischio

In base a quanto detto sopra, i soggetti a rischio sono:

  • Le persone con familiarità per le vene varicose, che ereditano non il disturbo ma la predisposizione ereditaria a svilupparlo; la familiarità è il fattore di rischio principale.
  • Le donne, perché gli ormoni femminili hanno un’azione di rilassamento della parete venosa.
  • Persone sedentarie: se la muscolatura delle gambe non viene esercitata e mantenuta tonica la parete venosa non riceve sostegno e il sangue tende a ristagnare nelle vene delle gambe.
  • Tutti coloro che per lavoro passano molto tempo in piedi fermi, perché il sangue tende a depositarsi nei piedi e nelle gambe congestionando le vene, che si dilatano. In questo senso, le vene varicose possono essere una vera e propria malattia professionale.
  • Persone anziane, nella misura in cui l’invecchiamento indebolisce la parete dei vasi.
  • Soggetti obesi, perché il sovrappeso affatica la circolazione.
  • Le persone che soffrono di disturbi che alterano la morfologia e il funzionamento delle vene.

Vene varicose in gravidanza

Le donne in gravidanza sono soggette al rischio di varici per più ragioni. Fra queste, l’aumento di peso, la pressione esercitata dal feto sulla zona pelvica e l’azione degli ormoni.

Nelle donne che hanno già disturbi circolatori la probabilità che le varici compaiano è più alta. Va però ricordato che nella maggior parte dei casi, il problema migliora significativamente o scompare dopo il parto.

Fra i rimedi consigliati, l’uso delle calze a compressione graduata. È importante praticare regolarmente attività fisica e limitare l’aumento di peso, per evitare l’inasprimento della sintomatologia.

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La sera può dare molto sollievo riposare sdraiate con un cuscino sotto i piedi.

vene varicose: diagnosi

Vene varicose: diagnosi ed esami strumentali consigliati

I sintomi che portano più spesso a rivolgersi al chirurgo vascolare sono di tipo estetico. Le complicanze delle varici non sono frequenti, anche se richiedono un monitoraggio medico regolare.

Le ricadute di questa evoluzione nei comportamenti sociali stanno portando le donne anche ad una maggiore prevenzione della salute del sistema circolatorio.

Mentre la diagnosi delle varici può essere effettuata dal medico nel corso della visita, quella che deve essere indagata con manovre e procedure più specifiche è la presenza o meno dell’insufficienza venosa. Questo è l’elemento chiave che può rappresentare un fattore di rischio per eventuali complicanze.

Quali sono gli esami da fare? Per raccogliere elementi utili alla diagnosi, il medico effettua alcune manovre, che hanno lo scopo di valutare lo stato di funzionamento delle vene.

Poi di solito esegue l’ecocolordoppler venoso, la procedura fondamentale per valutare la funzione delle vene, lo stato di salute delle loro pareti e l’eventuale presenza di reflusso di sangue.

I vantaggi di questo esame sono numerosi:

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  • Dà indicazioni complete.
  • Non è invasivo.
  • Ha costi relativamente bassi.
vene varicose: come indossare le calze a compressione

Cosa fare per le vene varicose: rimedi, cure e trattamenti

Il trattamento delle vene varicose comprende una serie di soluzioni di diversa invasività, finalizzate a rinforzare la parete dei vasi, a rendere meno visibili le vene dilatate, fino alla rimozione completa del vaso alterato.

La visita presso il chirurgo vascolare permetterà di capire come curarle o come eliminarle, se necessario.

Comprende l’uso di integratori alimentari e farmaci da banco ad azione flebotonica e antinfiammatoria, che danno sollievo alla sintomatologia, terapie mediche e l’intervento chirurgico.

Calze a compressione graduata

L’uso delle calze a compressione graduata è fra i rimedi principali per trattare la sintomatologia associata a questo disturbo. Non si tratta, naturalmente, di semplici calze, ma di veri e propri dispositivi medici, che potenziano l’effetto massaggiante della muscolatura favorendo il drenaggio del sangue.

I diversi modelli vengono scelti con criteri di grande personalizzazione.

Uno degli aspetti difficili da gestire è rappresentato dalla modalità con cui vengono infilate sulle gambe. Per minimizzare la fatica e massimizzare i benefici, meglio indossarle la mattina appena svegli prima di alzarsi dal letto e toglierle la sera quando ci si corica.

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Devono essere tirate completamente verso l’alto in modo che non formino pieghe, che possono ostacolare la circolazione anziché favorirla e causare la formazione di tagli.

Sport e abitudini di vita

La pratica di esercizio fisico mirato e regolare irrobustisce la muscolatura a supporto della circolazione e aiuta a mantenere il peso forma.

Inoltre, viene consigliato di non trascorrere molto tempo in piedi, fermi. Se è necessario per ragioni professionali o per contingenze specifiche, può essere utile tenere in esercizio la muscolatura contraendola e rilassandola alternativamente. In questo modo il ristagno di sangue nelle vene delle gambe viene contrastato.

Soprattutto durante la stagione calda o quando la pesantezza alle gambe si fa più intensa, si può avere sollievo sdraiandosi con le gambe sollevate rispetto al bacino. In questo modo si facilita il deflusso del sangue e le vene tendono a sgonfiarsi.

Prima di praticare una qualsiasi attività fisica è opportuno sottoporsi ad un controllo medico in quanto solo il medico curante conosce il  quadro clinico e saprà indirizzare all’attività fisica adatta a quel problema.

Integratori alimentari

Viene anche raccomandata l’assunzione di integratori alimentari e farmaci che contengono sostanze ad azione antinfiammatoria, antiossidante e venoprotettrice.

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Fra queste, gli estratti vegetali di centella asiatica, di vite rossa, hamamelis e molecole come la diosmina. Questi prodotti vengono prescritti soprattutto durante l’estate, quando la sintomatologia peggiora.

In particolare, gli stessi principi sono disponibili anche in creme o gel rinfrescanti che possono dare sollievo alla pesantezza e alla sensazione di calore e congestione.

Invece, la pressoterapia non è consigliata perché la pressione esercitata dal macchinario con cui viene effettuata può risultare traumatica per i vasi.

Non sono disponibili rimedi omeopatici di efficacia dimostrata per il trattamento delle varici.

Vene varicose: terapie e trattamenti medici

Dal punto di vista estetico, le vene varicose possono essere trattate con diverse tecniche.

Una di queste è l’ablazione endotermica, che si basa sull’uso del calore sviluppato tramite tecniche laser o a radiofrequenza per sigillare le vene dilatate e renderle invisibili. Viene eseguita in anestesia locale o generale.

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Nell’immediato post-operatorio, si possono avere alcuni lievi effetti collaterali come:

  • Formicolio.
  • Alterazioni della sensibilità.
  • Dolore.
  • Lividi.

La scleroterapia prevede l’iniezione di sostanze che chiudono il vaso con azione chimica. Si tratta di una tecnica in uso da anni che rende invisibili le vene dilatate.

Più di recente si è affermata la fleboterapia rigenerativa, anche detta TRAP. Questa tecnica comporta l’iniezione nei vasi di sostanze rigeneranti, che riportano il vaso alle sue dimensioni iniziali, migliorando il disturbo sia dal punto di vista estetico che della sintomatologia.

Durante entrambi questi trattamenti è consigliato l’uso di calze a compressione graduata.

Entrambi non escludono la ricomparsa di altri capillari o varici. In alcuni casi l’area trattata può cambiare colore, arrossandosi o assumendo un colore bruno.

vene varicose: scleroterapia

Intervento chirurgico

La chirurgia delle varici si basa sulla tecnica della legatura e stripping, che comporta la rimozione della vena safena dalla gamba.

Vengono praticate due piccole incisioni: una nella zona inguinale e una all’altezza del ginocchio. Nella prima viene inserito un filo, che viene fatto scorrere all’interno della safena, raccolto a livello della seconda e usato per sfilare il vaso.

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Non ci sono ripercussioni sulla circolazione sanguigna dell’arto: semplicemente, il sangue presente nella vena rimossa circolerà in altri vasi.

Nel post-operatorio viene raccomandato l’uso delle calze a compressione. Fra i sintomi del post operatorio, i più frequenti sono il dolore e la comparsa di lividi. La formazione di coaguli venosi è un evento raro.

Naturalmente, i tempi di recupero dalla chirurgia sono più lunghi rispetto a quelli offerti dai trattamenti medici.

È il chirurgo vascolare a stabilire se è necessario operare o no, sulla base delle caratteristiche del paziente e del disturbo. L’operazione viene eseguita in anestesia generale nei casi in cui i trattamenti medici sopra citati non sono indicati.

vene varicose: complicazioni

Vene varicose: possibili complicazioni

La presenza di vasi dilatati nei quali il flusso sanguigno non è più fisiologico ma incontra anomalie più o meno gravi può causare una serie di problemi.

Soprattutto nei punti in cui le vene sono più esposte e visibili, la pelle può assottigliarsi, cambiare colore e possono manifestarsi prurito e bruciore.

Si tratta del cosiddetto eczema varicoso, o eczema da stasi, che viene trattato con l’applicazione di creme lenitive e disinfiammanti. Quando sono presenti escoriazioni, è raccomandato l’uso di prodotti antisettici, per ridurre il rischio di infezioni.

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Quando le vene varicose sono molto superficiali possono andare facilmente incontro a lesione e sanguinare, anche per traumi lievi. In questo caso, è utile applicare del ghiaccio e un bendaggio a pressione in corrispondenza del taglio, per bloccare l’emorragia.

Se il sanguinamento non si arresta può essere necessario recarsi in Pronto Soccorso.

Flebite

L’infiammazione delle vene, detta flebite, può portare alla formazione di coaguli: complessivamente, questa condizione è definita tromboflebite.

Quando interessa le vene profonde della gamba (trombosi venosa profonda) può avere come complicanza l’embolia polmonare.

Insufficienza venosa

La presenza dell’insufficienza venosa cronica può causare la comparsa dell’eczema varicoso, un’eruzione cutanea che compare in corrispondenza di un’area in cui la varice è superficiale. La pelle della zona colpita diventa sottile e fragile e ha una maggiore facilità alle lesioni, anche in seguito a lievi traumi.

Negli stadi avanzati della malattia, la pelle e il tessuto sottocutaneo al di sopra delle varici possono infiammarsi e andare incontro ad un indurimento cronico, simile a quello di una cicatrice, che può avere un colore alterato.

Nei casi più gravi, la pelle si schiarisce e si assottiglia, diventando più vulnerabile alle ulcere.

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Ulcera varicosa

Se la parete venosa diventa molto debole la pressione del sangue in essa contenuto può determinarne l’ulcerazione, la cosiddetta ulcera varicosa o ulcera flebostatica.

Si tratta di una lesione che si manifesta soprattutto nella parte interna delle caviglie e che tende a rimanere aperta e ad estendersi progressivamente. Di solito si verifica nei casi gravi e avanzati della patologia venosa.

L’evoluzione può portare ad ulteriori complicazioni, quali infezioni e sanguinamenti. La terapia prevede l’uso del bendaggio elastocompressivo e l’applicazione di prodotti ad azione antinfiammatoria e di protezione vasale.

come prevenire le varici: sport da praticare e alimentazione

Come prevenire le varici

Sono stati individuati alcuni comportamenti che possono contribuire a prevenire la comparsa delle varici nelle persone predisposte e il peggioramento quando si sono già manifestate. Queste abitudini si basano essenzialmente sull’individuazione dei fattori evitabili.

L’assunzione della pillola anticoncezionale può rappresentare un fattore di rischio per la comparsa delle vene varicose. Occorre quindi valutarla con attenzione insieme al proprio ginecologo.

Alimentazione

Evitando il sovrappeso è possibile eliminare un fattore di rischio per l’appesantimento della circolazione negli arti inferiori.

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È quindi indicata un’alimentazione leggera ed equilibrata, ricca di frutta e verdura e quindi di sostanze antiossidanti, che aumentano il benessere della parete venosa.

Infatti, durante la gravidanza, è importante evitare di prendere troppi chili ed è consigliato praticare attività sportiva regolare.

Che sport fare ?

L’esercizio fisico è, in ogni caso, uno strumento che riduce la probabilità di comparsa e rallenta il peggioramento del disturbo.

Malgrado qualsiasi tipo di movimento faccia bene alla circolazione, occorre scegliere con attenzione se viene praticato con una certa regolarità. Ad esempio, gli esperti raccomandano la camminata a passo spedito rispetto alla corsa.

Infatti, correndo, viene esercitata una pressione energica sulla pianta dei piedi, che provoca sollecitazioni che non fanno bene, nel lungo periodo, alle vene.

Anche se il nuoto rimane lo sport più raccomandato, la bicicletta rientra fra gli sport consigliati. Ok alla palestra, per eseguire esercizi mirati alla riattivazione della muscolatura degli arti inferiori.

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Consigli di vita

Le persone che passano molto tempo in piedi e ferme possono beneficiare dell’uso delle calze a compressione graduata.

La diffusione dello smart working ha peggiorato i disturbi della circolazione venosa perché ha reso il lavoro da scrivania ancora più sedentario. Quindi, per ridurre il rischio, in questi casi si può ricorrere a particolari accorgimenti. Stare seduti su una palla medica o su una sedia ergonomica permette di ridurre l’impatto della sedentarietà sulla circolazione.

Inoltre, la rinuncia ad alcol e fumo da sigaretta permette di tenere ulteriormente sotto controllo il rischio.

Vengono sconsigliate docce con acqua troppo calda, per prevenire l’ulteriore dilatazione dei vasi. No all’esposizione diretta al sole, che promuove un effetto riscaldante peggiorativo dello stato infiammatorio, in particolare nel corso dei trattamenti sclerosanti o laser.

È consigliabile adottare un abbigliamento comodo, che non ostacoli la circolazione: no, ad esempio, a jeans troppo stretti.

Bene il massaggio linfodrenante, se eseguito da personale esperto in centri specializzati.

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Fonti
  1. N.R. Laurora. Malattia venosa cronica. SIMG.
  2. G.M. Andreozzi. Insufficienza venosa cronica: dalla macro alla microcircolazione. Epidemiologia, Fisiopatologia e Clinica.

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Monica Torriani

Monica Torriani

Farmacista e consulente scientifico

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