Il rabarbaro è una pianta dalle origini antiche e dal fascino un po’ retrò, conosciuta soprattutto per il suo gusto amarognolo e le molteplici virtù.
Le proprietà del rabarbaro lo rendono un alleato della digestione, grazie ai composti naturali che stimolano l’attività intestinale e favoriscono il benessere dello stomaco. Non a caso, oltre che in erboristeria, trova spazio anche in cucina e nel mondo dei cocktail.
In pasticceria si sposa bene con la dolcezza della zucca, creando un abbinamento sorprendente in torte, confetture e dessert autunnali. Una delle preparazioni più amate è la marmellata di rabarbaro, un’ottima scelta per arricchire la colazione con un tocco originale e leggermente speziato.
Ma il rabarbaro sa anche vestire i panni da protagonista nei liquori, pensiamo al celebre “Rabarbaro Zucca”, l’amaro milanese che ha fatto storia o al Negroni rivisitato con una nota di rabarbaro che ne esalta l’aroma deciso e l’eleganza amara. Una pianta, insomma, capace di unire tradizione e creatività, dalla cucina al bicchiere.
Rabarbaro: cos’è
Il rabarbaro (Rheum rhabarbarum) è una pianta erbacea perenne, della famiglia delle Polygonacee, originaria dell’Asia, in particolare Cina e Tibet. È conosciuta fin dai tempi antichi per i suoi fusti carnosi e commestibili e dalle proprietà terapeutiche. I fusti sono solitamente di colore verde scuro o rosso e hanno una consistenza simile a quella del sedano.
Il sapore è acidognolo e un po’ amaro, ma cambia in base alle diverse varietà della pianta.
È composto da un lungo gambo, solitamente di colore rossastro, con al vertice grandi foglie, le quali però non vengono usate in cucina. A essere generalmente impiegate per la preparazione di confetture e torte sono, infatti, le coste.
Possiede interessanti proprietà medicinali ed è stato utilizzato tradizionalmente per trattare problemi digestivi e altri disturbi intestinali.
Tuttavia, alcune parti della pianta, come le foglie, sono tossiche se consumate in grandi quantità, quindi è importante utilizzare solo i fusti.
Esistono diverse varietà di rabarbaro, ognuna con differenti sfumature di gusto: quelle a gambo e polpa verdi hanno un sapore più asprigno, mentre le varianti a gambo e polpa rossi si distinguono per un gusto più dolce e meno acido.
A cosa fa bene il rabarbaro: proprietà e benefici
E’ un rimedio naturale molto apprezzato per le sue numerose proprietà benefiche.
Oltre a essere efficace nel trattare la stipsi occasionale, grazie ai composti bioattivi, che stimolano la motilità intestinale e favoriscono il transito delle feci, possiede un effetto astringente che segue all’azione lassativa, dovuto ai tannini presenti nella pianta.
Questo lo rende ideale per ristabilire l’equilibrio intestinale, anche se deve essere utilizzato con cautela e solo per brevi periodi, non essendo indicato per la stipsi cronica.
Oltre all’effetto lassativo, ha anche proprietà protettive e riparatrici per il fegato, migliorando condizioni come la fibrosi epatica. Gli antrachinoni e i tannini, infatti, contribuiscono a proteggere il fegato e a ridurre i danni causati da agenti esterni.
Inoltre, è un potente alleato della circolazione sanguigna, migliorando la viscosità del plasma e favorendo la coagulazione. Ha anche proprietà ipolipidemizzanti e può favorire la riduzione dei livelli di colesterolo “cattivo” (LDL).
A livello renale, svolge una funzione protettiva, grazie alle sue attività antibatteriche, antinfiammatorie e diuretiche.
Inoltre, ha proprietà antinfiammatorie e antibatteriche utili nel trattamento della sindrome da distress respiratorio acuto e di altre patologie respiratorie.
L’emodina, in particolare, riduce l’infiammazione intervenendo sulle citochine. Come antibatterico ha una sua efficacia per diversi ceppi, poiché modifica la permeabilità della membrana cellulare dei batteri e blocca la sintesi delle proteine.
Valori nutrizionali del rabarbaro
Presenta un interessante profilo nutrizionale. Le calorie sono 71 per 100 g e non mancano gli zuccheri e le fibre alimentari. Le calorie tuttavia possono variare in base alla preparazione. Infatti, alla polpa di rabarbaro, visto il suo gusto un po’ amaro, spesso è mescolata una notevole quantità di zucchero.
Ma cosa contiene esattamente il rabarbaro? All’interno del gambo sono presenti preziosi sali minerali come potassio e fosforo, ma anche vitamine.
In particolare, spicca la presenza di vitamina C, la quale è coinvolta in numerosi processi metabolici e protegge le cellule dallo stress ossidativo. A determinare il sapore tipico della pianta sono invece gli acidi della frutta, come quello citrico e quello malico, presenti anche nelle mele.
Ciò che comunque caratterizza questa pianta sono appunto i fitocomposti di cui è ricca e che svolgono un ruolo benefico per alcune funzionalità organiche.
Proprietà del rabarbaro per 100 g
Acqua | 80.83 g |
Energia | 71 kcal |
Proteine | 0.81 g |
Lipidi | 0.22 g |
Carboidrati | 17.45 g |
Fibre | 1.6 g |
Zuccheri | 14.4 g |
Calcio | 73 mg |
Ferro | 0.2 mg |
Magnesio | 11 mg |
Fosforo | 13 mg |
Potassio | 233 mg |
Sodio | 4 mg |
Selenio | 1.1 µg |
Vitamina C | 5.7 µg |
Folati | 4 µg |
Colina | 5.5 µg |
Vitamina A | 4 µg |
Betacarotene | 46 µg |
Vitamina K | 26.3 µg |
Rabarbaro: come assumerlo
E’ disponibile anche sotto forma di integratori e, in erboristeria, è impiegato soprattutto per favorire la regolarità intestinale e come rimedio naturale in caso di stipsi occasionale, spesso in sinergia con altre piante officinali.
Con le radici essiccate, infatti, si possono preparare tisane lassative, infusi depurativi e liquori digestivi dal gusto caratteristico.
Per uso esterno, invece, è utilizzato in tinture madri al 10% per impacchi cicatrizzanti, utili nel trattamento di ragadi, emorroidi e piccole infezioni cutanee, compreso l’herpes labiale.
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Rabarbaro: usi in cucina e ricette
Ha radici antiche nella tradizione culinaria e il suo gusto unico, fruttato con una nota acidula, lo rende perfetto per arricchire ricette dolci e salate.
È protagonista di torte, confetture, salse e insalate, ma anche di bevande e liquori. Prima di cucinarlo, va pulito con attenzione: eliminare foglie e estremità del gambo, togliere i filamenti e metterlo in ammollo in acqua e limone per preservarne il colore e il sapore.
Tra le preparazioni più famose c’è il liquore Zucca Rabarbaro, digestivo dal sapore dolciastro e vellutato, ricco di flavonoidi che svolgono un’azione antiossidante e antibatterica, proteggendo anche il tratto gastrico.
Ottima anche la marmellata di rabarbaro, profumata e ricca di nutrienti, fatta con i gambi della pianta, ideale per chi cerca un’alternativa alle confetture tradizionali.
Infine, trova spazio anche nei cocktail, dal Pritz al bitter, regalando un aroma intenso e inconfondibile. Un ingrediente che unisce gusto, tradizione e proprietà benefiche.
Controindicazioni
Il rabarbaro deve essere consumato con attenzione perché contiene acido ossalico, la sostanza che gli conferisce il caratteristico sapore acidulo, ma che in quantità elevate può essere tossica, soprattutto nelle foglie, da non mangiare mai crude. Questo acido riduce l’assorbimento del calcio, ma la cottura ne abbassa il contenuto: meglio comunque non riutilizzare l’acqua di cottura.
E’ sconsigliato a chi soffre di patologie renali, calcoli urinari, malattie infiammatorie intestinali, appendicite o ostruzioni. È controindicato anche in caso di gravidanza, allattamento, nei bambini sotto i dieci anni e per chi presenta disidratazione o crampi addominali. Un consumo eccessivo può causare diarrea, perdita di liquidi e squilibri elettrolitici, per cui è importante idratarsi adeguatamente.
Inoltre, può ridurre l’assorbimento di alcuni farmaci e, in caso di perdita di potassio, potenziarne gli effetti. Un ingrediente prezioso, ma da usare con moderazione e consapevolezza.
FAQ (domande comuni)
1 – Quali sono i benefici del rabarbaro?
Il rabarbaro favorisce la digestione, aiuta a regolare l’intestino, ha proprietà depurative e antinfiammatorie ed è ricco di antiossidanti utili per la pelle e il benessere generale.
2 – Che gusto ha il rabarbaro?
Ha un sapore acidulo con una leggera nota amarognola e sfumature fruttate.
3 – Il rabarbaro è velenoso?
Le coste sono commestibili, ma le foglie contengono acido ossalico in quantità tossica e non vanno mai consumate.
4 – Dove si può trovare il rabarbaro?
Si trova fresco in primavera nei mercati e supermercati forniti, e tutto l’anno in forma di confetture, liquori, tisane o integratori in erboristeria e online.
Conclusioni
Il rabarbaro è una pianta dalle molteplici proprietà, nota per il suo caratteristico sapore acidulo. Utilizzato soprattutto per favorire la regolarità intestinale, contiene acido ossalico, responsabile del suo gusto e delle sue proprietà lassative.
Tale sostanza, tuttavia, può ostacolare l’assorbimento del calcio e deve essere trattata con attenzione, specialmente evitando il consumo delle foglie crude.
In cucina è un ottimo ingrediente per marmellate e liquori.
Fonti
- WebMD – Health Benefits of Rhubarb
- Usda U.S. Department of Agriculture – Food Data Central
- American Institute for Cancer Research – Health Benefits of Rhubarb