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Dermatite da stress: cos’è, cause, sintomi, rimedi e cura

Monica Torriani by Monica Torriani
8 Luglio 2021
in Patologie
dermatite da stress: cos'è, cause, sintomi, cure e prevenzione
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Sommario

  • Cos’è la dermatite da stress: caratteristiche e cause
  • Cos’è lo stress
  • Quando lo stress diventa patologico
  • L’effetto dello stress sulla pelle
  • Cause della dermatite da stress
  • Come si manifesta la dermatite da stress: i sintomi
  • Quali esami per diagnosticare o monitorare la dermatite da stress
  • Come curare la dermatite da stress
  • Dermatite da stress: rimedi naturali
  • Dermatite da stress: come prevenirla

L’espressione dermatite da stress viene usata per definire una forma di dermatite che compare o si riacutizza nei periodi di forte tensione o stanchezza fisica ed emotiva. Una condizione che viene spesso introdotta in modo chiaro ed inequivocabile dal paziente stesso, quando si siede davanti al medico e usa frasi del tipo “lo stress mi ha fatto ritornare la dermatite”.

In realtà, quello che definiamo stress, assegnandogli una connotazione patologica, è una risposta fisiologica dell’organismo a stimoli provenienti dall’ambiente. E’ più che altro la maniera con cui produciamo questa risposta a decidere delle conseguenze.

La scienza ci dice che la pelle è intimamente connessa al cervello, con cui condivide l’origine embrionale. Questi due organi dialogano fittamente fra loro. Infatti, in alcune persone predisposte, uno stimolo emotivo di per sé non nocivo può allertare il sistema immunitario presente a livello cutaneo e scatenare la produzione di sostanze responsabili di uno stato di infiammazione.

Questa alterazione causa arrossamento cutaneo accompagnato da prurito, gonfiore, secchezza e desquamazione e dalla comparsa di vescicole e crosticine. I sintomi interessano soprattutto il viso e il collo, le mani, i piedi ed il cuoio capelluto.

Benché la manifestazione principale, e più impattante, sia il prurito, la patologia può anche esprimersi senza prurito.

La durata della dermatite da stress è variabile. In genere si tratta di un evento transitorio, che si risolve spesso spontaneamente senza interventi medici. Ma in alcuni casi può protrarsi più a lungo e richiedere un’adeguata terapia.

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Se eliminare le fonti di stress non è un’alternativa verosimile, l’adozione di comportamenti virtuosi finalizzati allo stress management, come la mindfulness, è consigliata da numerosi studi scientifici. In generale, molte altre abitudini, ad esempio l’uso di detergenti specifici e le docce tiepide, consentono una gestione efficace del disturbo.

Cos’è la dermatite da stress: caratteristiche e cause

La dermatite, da molti definita anche eczema (i due termini sono considerati sinonimi), è un’infiammazione della pelle che si presenta con:

  • formazione di chiazze rosse
  • pelle secca e desquamata
  • prurito
  • gonfiore. 

Quando è da stress, la causa scatenante è la tensione psicologica ed emotiva ad esso associata.

Si tratta però di una responsabilità condivisa. Infatti, lo stress non è mai l’unico fattore, ma agisce su persone con particolare predisposizione e insieme ad altri stimoli ambientali, come l’uso di cosmetici aggressivi e l’esposizione a climi freddi o umidi.

Inoltre, l’espressione dermatite da stress è anche usata per indicare una serie di disturbi della pelle di tipo infiammatorio che possono subire riacutizzazioni in condizioni di particolare affaticamento mentale ed emotivo, come la dermatite atopica.

dermatite da stress: cos'è lo stress

Cos’è lo stress

Lo stress è una risposta dell’organismo ad uno stimolo adattativo. Quando un imprevisto interrompe la nostra progettualità, viviamo una situazione privata o professionale complessa o semplicemente diversa da come ce la saremmo aspettata, la mente e il corpo mettono in atto una risposta che ci consente di reagire.

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Questa risposta consiste essenzialmente nella sintesi di particolari molecole che hanno effetto su:

  • organi e muscoli
  • cuore
  • sistema respiratorio
  • neurotrasmettitori.

Le sostanze coinvolte più da vicino nel fenomeno dello stress sono l’adrenalina e il cortisolo, i protagonisti della cosiddetta via adrenergica dell’emergenza.

La risposta agli stimoli che richiedono adattamento, per questo definiti adattogeni, non è una recente acquisizione dell’uomo, ma ha radici antichissime. Già nella preistoria, i nostri antenati avevano a disposizione questi strumenti, rudimentali eppure sofisticati, per mettersi in salvo dai predatori.

Si tratta di un meccanismo che è sopravvissuto inalterato fino ai nostri giorni proprio perché efficace, vantaggioso dal punto di vista evolutivo. Solo i soggetti dotati di una pronta risposta allo stress potevano mettersi rapidamente in fuga in caso di pericolo. Mantenendosi in vita, potevano trasmettere i geni che codificavano per un’efficiente risposta agli stimoli alla progenie. Ed è così che siamo arrivati ad oggi.

Lo stress moderno

Gli stimoli potenzialmente nocivi caratteristici della nostra epoca non sono quelli dei nostri antenati, ma sappiamo bene che possono essere altrettanto offensivi, nel lungo periodo.

Quando in ufficio dobbiamo fare riferimento ad un nuovo capo, quando una relazione sentimentale dà segni di cedimento, quando dobbiamo affrontare un esame, una situazione che ci mette alla prova dal punto di vista fisico, intellettivo, emotivo stiamo sperimentando uno stimolo adattogeno.

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A questo punto possiamo agire in due modi.

Possiamo fare finta di niente e sottrarci alla fatica, alla preoccupazione di dover gestire una situazione di crisi (piccola o grande che sia), evitando il problema. In psicologia, questa reazione viene detta evitamento ed è alla base di molte forme di disagio.

Oppure possiamo occuparcene, individuando soluzioni, attivando una rete di relazioni interpersonali, apprendendo nuove informazioni, ognuno con le proprie competenze ed energie. Così facendo, attiviamo quella che viene definita risposta allo stress.

Una frase attribuita a Charles Darwin esprime questo concetto in maniera esemplare: “Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si sa adattare meglio al cambiamento”.

Cosa cambia dentro di noi? Che il nostro organismo inizia a produrre più cortisolo e adrenalina del solito.

Il nostro cuore batte più forte, il nostro respiro è accelerato e corto, la nostra muscolatura è contratta, la digestione fatica a procedere, l’attenzione è focalizzata sul possibile rischio. Tutti eventi che dovevano servire, nel lontano passato, a garantire la possibilità di fuga e che sono rimasti pressoché inalterati.

Quando lo stress diventa patologico

Di per sé, la reazione che si attiva nei momenti di difficoltà, cambiamento, crisi non è affatto nociva. Oltre a metterci in guardia da possibili pericoli, rende disponibili strumenti utili per la loro prevenzione e gestione.

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Ma si tratta di una condizione che deve avere durata limitata nel tempo. Non è tollerabile a lungo uno stato come quello descritto sopra. Infatti, tachicardia, respiro corto, muscolatura tesa e contratta, stomaco chiuso sono segni che abbiamo avvertito tutti almeno una volta nella vita.

Sono efficaci nella risposta a breve termine: quando sta per scattare una risposta maleducata ad un collega, l’insegnante pone una domanda allo studente per testare estemporaneamente la sua preparazione.

Ma non si tratta di una soluzione per la gestione nel lungo periodo della risposta adattativa. Anzi, se protratto, questo meccanismo può fare male alla salute: sappiamo tutti quanto lo stress possa incidere sul benessere fisico.

Nel caso specifico, può contribuire all’innesco di uno stato di infiammazione, una condizione che porta alla produzione di molecole dannose per i nostri tessuti, fra cui i radicali liberi.

Quindi, quando si parla di gestione dello stress, ci si riferisce proprio a strumenti alternativi, che possano essere applicati durante tutto l’intervallo di tempo in cui la tensione, la difficoltà permangono senza effetti collaterali importanti.

L’effetto dello stress sulla pelle

I sintomi descritti sopra non sono le uniche manifestazioni generate dalla reazione patologica allo stress.

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La pelle è molto reattiva nei confronti della produzione dei radicali liberi e delle altre sostanze coinvolte nel fenomeno dell’infiammazione, perché nella sua struttura possiede recettori sensibili a queste molecole. La dermatite è, di fatto, un’infiammazione della pelle.

Questo aspetto spiega, anche se non tutti i meccanismi sono noti, come mai moltissime malattie cutanee risentono dello stato psicologico del paziente.

Purtroppo, l’effetto dello stress prolungato e non gestito (o gestito in maniera poco efficiente) genera una serie di disturbi che peggiorano ulteriormente il quadro della patologia dermatologica.

Se sono stressato e, per una mia particolare predisposizione, questo stato contribuisce all’insorgenza di:

  • dermatite
  • prurito

E le manifestazioni cutanee che ne derivano tenderanno ad alterare ancora di più l’umore. Si innesca così un circolo vizioso che porta al peggioramento dei sintomi.

Perché lo stress agisce sulla pelle

Il cervello e la pelle sono collegati da una fittissima rete di comunicazione perché hanno in comune l’origine embrionale. Come due amici storici, da sempre in contatto fra loro, non hanno bisogno di molte parole per capirsi.

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La scienza, perché lo misura sperimentalmente, sa che è sufficiente il rilascio occasionale di alcuni trasmettitori da parte del cervello per scatenare una reazione cutanea anche intensa.

Ma non sa ancora spiegare perché questo si verifica in alcune persone e in altre no. E non sa dire perché alcuni soggetti reagiscono con un certo tipo di manifestazioni, mentre altri con sintomi diversi.

dermatite da stress cause

Cause della dermatite da stress

I meccanismi che innescano la dermatite da stress non sono del tutto chiari. L’ipotesi più accreditata è che gli eventi molecolari e cellulari scatenati da un periodo di stress contribuiscano, in determinate persone predisposte, a generare manifestazioni cutanee di tipo infiammatorio come la dermatite.

La comunità scientifica non sa, ad oggi, in che termini contribuisca lo stress e quanto sia invece il risultato di altri fattori, prevalentemente ambientali, come l’uso di prodotti aggressivi e l’esposizione alle basse temperature o a climi molto umidi.

La predisposizione che induce un aumento del rischio di sviluppare questa patologia è genetica, ma ad oggi non sono noti i geni effettivamente e direttamente coinvolti in questo processo.

Con relativa approssimazione, potremmo dire che esistono persone che tendono a somatizzare lo stress a livello cutaneo. Ma non si sa esattamente perché ciò avvenga.

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Dermatite da stress cutaneo

Un’altra forma per la quale si usa l’espressione dermatite da stress è quella dovuta a particolari sollecitazioni a cui è sottoposta la pelle. Un esempio è rappresentato dall’uso abituale della mascherina, tipico di questi ultimi mesi.

La presenza di questo dispositivo medico, che così efficacemente ci protegge dal rischio di contagio da COVID-19 ed altri microorganismi a trasmissione respiratoria, non è scevro da effetti collaterali. Infatti, lo sfregamento continuo, aggravato dall’occlusione, può determinare la comparsa di una dermatite periorale (ovvero che si manifesta intorno alla bocca) con lesioni simili a quelle dell’acne.

Anche in questo caso si tratta di stress, ma di un altro tipo di sollecitazione, esclusivamente fisica, meccanica: l’attrito.

Nelle persone predisposte, anche lo sfregamento prodotto da vestiti attillati o tessuti ruvidi può produrre i sintomi caratteristici della dermatite da stress.

Perché viene chiamata anche prurito da stress

Un team di scienziati dell’Università di Berlino e della McMaster University canadese ha studiato l’effetto dello stress sul peggioramento delle patologie dermatologiche. Nella ricerca, il gruppo ha verificato che questo effetto è mediato da un aumento del numero di cellule del sistema immunitario presenti nella pelle.

Sappiamo da tempo che lo stress percepito è correlato con squilibri di tipo nervoso, endocrino e immunitario che possono portare all’aggravamento di disturbi pre-esistenti.

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In particolare, in dermatologia, sono state identificate numerose patologie che risentono dell’equilibrio psico-emotivo del paziente, come:

  • dermatite atopica
  • psoriasi
  • lichen planus
  • orticaria cronica
  • alopecia areata
  • fino ad una condizione nota come pruritus sine materia, che ha come unica manifestazione il prurito insistente senza alcuna causa apparente.

Il prurito è un sintomo comune, associato ad un gran numero di malattie cutanee e scatenato da molte condizioni di stress cronico.

Ma come agiscono questi stimoli? Attraverso il rilascio di mediatori che potenziano la risposta allo stress, che abbiamo visto essere naturale, e trasformandola in una reazione patologica e cronica. Si viene a creare quella che viene definita infiammazione pruritogenica, le cui conseguenze permangono anche quando la causa che l’ha scatenata si spegne. Tolto lo stimolo, il prurito rimane.

Va da sé che questa acquisizione abbia importanti ricadute sulle possibilità di trattamento della dermatite da stress. La comunità scientifica ha identificato un aspetto in più su cui si può agire per migliorare la sintomatologia e prevenire possibili riacutizzazioni, quello psicologico.

Le conseguenze del prurito

Al di là del rischio di eczema infetto, il prurito genera spiacevoli conseguenze a livello psichico.

Malgrado la sua funzione protettiva (negli animali è un valido sistema per allontanare insetti indesiderati e potenzialmente nocivi), nell’uomo il circolo vizioso definito itch-scratch (prude-gratto) è correlato allo scatenamento di disturbi di tipo ansioso o depressivo.

Sebbene le sue origini siano comuni a quelle degli altri coinquilini presenti sulla Terra, l’uomo non ha più una pelliccia soffice in grado di attenuare l’attrito prodotto dalle unghie e lo spessore della sua pelle è significativamente ridotto rispetto a quello dei suoi antenati.

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Nell’uomo, il grattamento ha perso quasi del tutto la sua funzione di difesa ma ha mantenuto e potenziato i rischi associati.

I dermatologi avvertono i pazienti delle possibili conseguenze, ma sanno che nella maggior parte dei casi la persona con prurito si gratterà. Per questa ragione, valutano la prescrizione di una terapia che controlli il sintomo anche quando le reali manifestazioni cutanee non lo imporrebbero.

dermatite da stress: sintomi

Come si manifesta la dermatite da stress: i sintomi

I sintomi della dermatite da stress non sono diversi da quelli prodotti dalle altre forme di dermatite, anche se la causa può essere differente.

La pelle appare arrossata, calda, edematosa (rilevata in superficie), secca e desquamata.

Possono essere presenti vescicole e croste ed essudato, ossia liquido trasparente che fuoriesce dalle lesioni cutanee.

Il sintomo quasi sempre presente è il prurito, che può rappresentare il principale fattore perturbante la qualità di vita delle persone che soffrono di dermatite da stress.

Spingendole a grattarsi con energia, causa l’apertura di brecce nella cute, che rappresentano potenziali punti di ingresso di germi patogeni. In corrispondenza delle lesioni cutanee generate dal grattamento può avere origine un eczema infetto, una possibile complicanza della dermatite.

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Le zone più colpite dalla dermatite da stress sono:

  • viso (le palpebre sono spesso colpite)
  • collo
  • mani
  • piedi.

Quali esami per diagnosticare o monitorare la dermatite da stress

La diagnosi di dermatite da stress viene di solito effettuata semplicemente su base clinica, attraverso l’osservazione della pelle ed escludendo altre possibili cause di infiammazione cutanea.

Il racconto del paziente, che ricostruisce un quadro di tensione psicologica, disagio emotivo e fatica avvalora il sospetto del medico.

Eventualmente, nel dubbio che si tratti di un fenomeno dovuto ad una causa allergica, il medico prescrive test specifici.

dermatite da stress: cure

Come curare la dermatite da stress

Nella maggior parte dei casi, la dermatite da stress scompare spontaneamente dopo un breve periodo, senza necessità di terapie specifiche.

Talvolta, però, può dare luogo a manifestazioni più eclatanti oppure più durature, e accompagnarsi a prurito intenso, peggiorando in tal modo il disagio fisico e psicologico della persona che ne soffre.

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In questi casi, è opportuno intervenire istituendo una terapia appropriata, perché il grattamento può provocare un’infezione, un’eventualità che comporta sintomi e conseguenze peggiori e che richiede una terapia prolungata.

Le creme emollienti

I prodotti più usati per trattare la dermatite, anche da stress, sono le creme lenitive.

Il loro meccanismo d’azione è semplice ma di grande impatto sulla salute della pelle. Ricostituendo la barriera cutanea, alterata dall’infiammazione e impoverita dall’eventuale uso di detergenti non adatti, ripristinano i meccanismi di protezione della pelle e la rendono meno sensibile agli eventi esterni. La ricostituzione del film superficiale fisiologico ha anche l’effetto di trattenere meglio l’idratazione.

In questo modo, la sintomatologia viene ridotta, viene dato sollievo al prurito e migliorato l’aspetto estetico della pelle, che appare meno secca e desquamata.

Si tratta di prodotti ricchi di estratti vegetali come:

  • olio di ribes nero
  • olio di riso
  • burro di karité.

Quando si trattano temi che riguardano il benessere dermatologico, si sente sempre parlare di fattori di idratazione, importantissimi peraltro, ma che non avrebbero piena efficacia se non agissero di pari passo con i componenti nutrienti.

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Ecco perché gli oli di origine vegetale, che hanno struttura chimica molto affine ai grassi presenti nella nostra pelle, sono così utilizzati per prevenire e curare le patologie della cute.

Le pomate emollienti hanno il grande vantaggio di poter essere usate da tutti, senza grandi limitazioni. Il loro impiego è di grande importanza soprattutto nei bambini, che sono più sensibili all’azione dei farmaci e nei quali questi prodotti possono ridurre la dose di medicinali assunta.

I farmaci

Quando le creme emollienti non sono sufficienti ad interferire con le manifestazioni del disturbo, vengono prescritti i cortisonici per uso topico. Questi medicinali hanno effetto antinfiammatorio e sono, pertanto, efficaci nello spegnimento del fenomeno che è alla base della dermatite.

L’azione dei cortisonici sui sintomi, soprattutto sul prurito, è generalmente molto rapida. Ma bisogna tenere conto degli effetti collaterali che una terapia a lungo termine può generare. A fronte di un’ottima efficacia nel controllo delle manifestazioni, questi farmaci tendono ad assottigliare la pelle e a indebolire le sue difese immunitarie, un aspetto da un lato desiderato (è la reazione anomala del sistema immunitario a causare l’infiammazione) e dall’altro temuto.

Ogni volta che il dermatologo prescrive una terapia fa un bilancio fra benefici e rischi associati al trattamento in questione e decide di conseguenza.

In altre forme di dermatite, croniche, i cortisonici vengono impiegati anche per via orale, ma per le forme transitorie legate a situazioni di stress sono sufficienti i prodotti topici.

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Quando il sonno è alterato

Una delle ripercussioni più impattanti del prurito è l’alterazione dei ritmi del sonno. Infatti, una persona con dermatite da stress può arrivare a svegliarsi di notte per grattarsi, dando apparente sollievo all’odioso sintomo.

Il risultato è un peggioramento dello stato emotivo durante il giorno, a causa dell’impossibilità di riposarsi a sufficienza.

In alcuni casi, il medico prescrive antistaminici, farmaci che agiscono sul prurito con meccanismo diverso rispetto ai cortisonici e che possono dare sollievo e consentire un riposo quanto più fisiologico possibile.

dermatite da stress: rimedi naturali

Dermatite da stress: rimedi naturali

Poiché lo stato di infiammazione altera la barriera cutanea, la pelle affetta da dermatite da stress è più sensibile alle sostanze con cui viene a contatto.

In generale, dunque, è consigliabile contenere il numero dei prodotti utilizzati per l’igiene e la cura dell’epidermide.

Inoltre, è utile ricorrere a formulazioni specifiche, preferendole a quelle genericamente definite idratanti o nutrienti.

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La detersione per affinità

La base oleosa scioglie il sebo prodotto dalla pelle delicatamente perché è ad esso affine, senza impoverire lo strato protettivo superficiale.

Per contro, un detergente a base acquosa può sciogliere il grasso solo se contiene tensioattivi: assistiamo quotidianamente ad una dimostrazione di questo principio della chimica quando laviamo i piatti. Impiegando solo acqua non rimuoviamo l’unto dalle stoviglie: dobbiamo utilizzare un prodotto che produce una certa quantità di schiuma, indice della presenza di una buona dose di tensioattivi.

Altri consigli per la doccia

La presenza di una barriera cutanea assottigliata impone anche di non lavarsi con acqua eccessivamente calda, perché il calore scioglie il sebo e ne asporta più di quanto dovrebbe. Meglio usare acqua tiepida e optare per lavaggi brevi.

Dopo il lavaggio, usare asciugamani morbidi da tamponare delicatamente sulla cute, senza sfregare.

Niente talco, né creme profumate (i profumi sono fra i principali agenti scatenanti per le dermatiti), ma una crema emolliente adatta al corpo come quella descritta nel paragrafo sui trattamenti.

Per ridurre i rischi di riacutizzazione e migliorare la sintomatologia, meglio evitare gli indumenti sintetici e preferire vestiti e biancheria prodotta con tessuti naturali (cotone, lino). Le fibre sintetiche favoriscono, infatti, il surriscaldamento della pelle e peggiorano gli stati infiammatori.

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Dermatite da stress e sole

Mediamente, la stagione estiva e i climi caldi, soprattutto se secchi, danno sollievo. I sintomi di questa dermatite migliorano in estate, in particolare se si trascorrono le vacanze al mare, e peggiorano in inverno, con il freddo.

Ma è bene ricordare che la dermatite implica un indebolimento della barriera a difesa della pelle e che, pertanto, espone ad un maggiore rischio di scottature da sole.

Se soffri di questo disturbo, il consiglio è di rivolgersi al dermatologo per avere informazioni sulla protezione più adatta al proprio caso. Oggi la cosmesi rende disponibili prodotti solari adatti a tutti i tipi di pelle, anche in caso di patologie specifiche.

dermatite da stress: mindfulness

Dermatite da stress: come prevenirla

Mindfulness

La mindfulness è una tecnica di meditazione molto diffusa che comporta un richiamo dell’attenzione verso il presente. In questo senso, contribuisce a focalizzare l’attenzione e l’energia mentale e fisica verso la soluzione dei problemi del momento, al di là dei pregiudizi e in maniera oggettiva.

Come tale, può rappresentare un efficace strumento per ridurre il disagio associato alla dermatite e ad altre patologie cutanee.

La dermatite, con il suo carico di manifestazioni evidenti, sotto gli occhi di tutti e difficili da mascherare, comporta infatti un’ansia sociale non trascurabile, che può portare alcune persone all’evitamento.

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Molti prevengono possibili fonti di nervosismo rifiutando i contatti sociali e gli scambi con le altre persone. Ma questo isolamento non fa che peggiorare la situazione, perché fa sentire chi lo pratica, e in un certo senso lo subisce, ancora più malato.

Alcuni studi hanno messo in luce possibili e significativi benefici prodotti dalla pratica regolare della mindfulness nel miglioramento della sintomatologia cutanea in caso di dermatite da stress.

dermatite da stress: cibi da evitare

Dermatite da stress: quanto incide l’alimentazione

Sebbene non siano state prodotte prove scientifiche a favore di una specifica dieta, si è osservato che un’alimentazione ricca di acidi grassi della linea omega-3 e i probiotici possono aiutare a ripristinare l’equilibrio cutaneo.

Sono, dunque, consigliati:

  • pesce azzurro (sgombro, sardine, salmone)
  • frutti ricchi di oli vegetali ad alto contenuto di vitamina E come l’avocado.

Invece, da evitare tutti gli alimenti che contengono o favoriscono la liberazione, da parte delle cellule del sistema immunitario, di istamina, una sostanza correlata al prurito.

Quindi, può essere utile eliminare temporaneamente:

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  • fragole
  • pomodori
  • frutta a guscio
  • molluschi e crostacei
  • carne di maiale
  • cioccolato
  • cacao.

Rimedi inefficaci

Come sappiamo, naturale non è sempre sinonimo di buono. Se il ricorso a prodotti di origine vegetale per lenire il prurito e migliorare l’aspetto della cute deriva da una legittima intenzione di non aggredire la pelle con creme dalla formulazione complessa, nel caso della dermatite potrebbe non essere una buona idea.

Infatti, l’infiammazione cutanea è causata da un’alterata risposta al sistema immunitario, che potrebbe addirittura essere peggiorata dall’applicazione di sostanze potenzialmente allergizzanti come molti estratti vegetali. Si rischierebbe così di aggiungere danno a danno, complicando una situazione di per sé già non semplice.

Questo ragionamento vale a maggior ragione per prodotti ad elevata concentrazione come gli oli essenziali.

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Dermatite da stress: cos'è cause, sintomi e cure

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Monica Torriani

Farmacista e consulente scientifico

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