Sommario
L’arrampicata o climbing è una disciplina per allenare corpo e mente! Cerchi uno sport che alleni fisico e mente? Che si possa praticare sia indoor che outdoor? Che ti faccia conoscere persone interessanti e posti fantastici? Allora l’arrampicata è lo sport per te!
Il bisogno di esplorare, di superare i propri limiti e di stare a contatto con la natura, è ciò che spinge persone di ogni età a cimentarsi in questa disciplina adrenalinica, in grado di regalare forti emozioni.
Anche se scalare una parete può sembrare un’impresa per atleti professionisti, l’arrampicata è uno sport adatto a tutti, capace di regalare un nuovo equilibrio psico-fisico.
Diversamente da altri sport, per arrampicarsi non è necessario avere una particolare preparazione fisica ed è possibile divertirsi sin dalla prima lezione.
Arrampicata: che cos’è
È uno sport relativamente moderno, che affonda le sue radici nell’alpinismo.
Fare arrampicata consiste nell’effettuare la scalata di un ostacolo, naturale o artificiale, che dovrà essere eseguita in un certo modo, a seconda della disciplina.
Il percorso viene detto via d’arrampicata, termine che indica un tragitto formato da più tiri di corda; i tiri di corda, a loro volta, indicano la distanza tra due soste, cioè l’insieme di ancoraggi utilizzati per assicurare lo scalatore.
Potremmo dire che lo scopo dell’arrampicata non è “l’arrivo” ma “il viaggio”. L’obiettivo degli scalatori è quello di perfezionare le proprie capacità tecniche, mettendosi alla prova con pareti sempre più impegnative.
Bouldering e arrampicata outdoor
Uno dei vantaggi di questo sport è che può essere praticato sia al chiuso che all’aperto. Le due principali tipologie di arrampicata sono quindi:
1. Indoor o bouldering
La rivoluzione filosofica introdotta da Preuss ha portato alla nascita dell’arrampicata indoor: senza più il bisogno di conquistare la vetta, per arrampicare bastava una parete.
Le falesie (pareti rocciose naturali) sono state riprodotte all’interno delle palestre, con pareti attrezzate munite di appoggi di diverse forme, rendendo questa disciplina praticabile tutto l’anno.
2. Outdoor
Resta la prima scelta per gli amanti della natura e per gli scalatori più esperti.
Le falesie vengono attrezzate con chiodi detti fix, per garantire la sicurezza dell’arrampicatore. Questo tipo di arrampicata presenta diversi pericoli derivanti, sia dall’ errore umano, che da eventuali imprevisti.
Per questo è importante prevenire gli incidenti rispettando le procedure di sicurezza, ed evitando di arrampicarsi in caso di pioggia, ma anche di caldo torrido. È infatti fondamentale scegliere la falesia giusta in base alla stagione e alle condizioni metereologiche.
Tutti i tipi di arrampicata
Esistono diverse varianti di questa disciplina. Una prima fondamentale distinzione va fatta in relazione all’utilizzo e alla funzione di strumenti.
1. Arrampicata libera
Si basa sull’approccio purista di Paul Preuss e non prevede l’impiego di aiuti. L’atleta affronta la salita a mani nude, aiutandosi con tutto il corpo. Tuttavia, attrezzi come chiodi, spit e cordini in nylon possono essere utilizzati per la sicurezza dell’arrampicatore, a patto che non ne agevolino la salita.
Sempre nell’ambito dell’arrampicata libera, la salita di una via di arrampicata può essere effettuata (e quindi definita) in diversi modi:
- In moulinette: quando si scala con la corda precedentemente assicura dall’alto, o quando si è il secondo in codata.
- A vista: se si affronta una parete per la prima volta o da capocordata, senza attrezzatura che aiuti la progressione.
- Flash: a differenza dall’arrampicata “a vista”, in questo caso, si esegue come capocordata, seguono le indicazioni di scalatori che hanno già affrontato la stessa parete.
- Lavorato: si effettua la scalata da capocordata, dopo tentativi precedenti volti a individuare la migliore sequenza di movimenti.
La variante più famosa di arrampicata libera è senza dubbio l’arrampicata tradizionale: è forse il tipo di arrampicata più diffuso, praticata su grandi pareti rocciose con l’impiego di ancoraggi di sicurezza mobili, utili per la sicurezza dello scalatore e non per agevolarlo nella progressione.
Anche attrezzi di base come corda, imbrago, moschettoni e discensore possono comunque essere utilizzati, ma sempre e solo per la sicurezza.
Una forma di arrampicata senza assicurazione è il free solo: uno sport estremo praticato senza l’ausilio di strumenti come corde, chiodi, moschettoni.
Arrampica sportiva
Nella categoria dell’arrampicata libera rientra anche l’arrampica sportiva: a differenza dell’arrampicata tradizionale, in questo caso gli ancoraggi sono fissati sulla roccia, ma il loro scopo è solo quello di mantenere in sicurezza il rocciatore.
Esistono tre discipline nell’arrampicata sportiva:
- Boulder: il bouldering (o sassismo) si pratica su massi (naturali o artificiali) alti circa 5/6 metri, lo scopo è quello di eseguire sequenze di movimenti brevi ma impegnative.
- Speed: nelle competizioni di “arrampicata di velocità” (o speed climbing) viene valutata la velocità di esecuzione e l’obiettivo è quello di effettuare la scalata nel minor tempo possibile.
- Lead: in questa specialità si valuta la difficoltà sempre crescente della scalata. Ad ogni presa viene assegnato un punteggio progressivo che ha 2 valori: caricata, se viene impugnata, utilizzata, se dopo averla impugnata si inizia un altro movimento che, però, non termina con un’altra presa.
Il massimo punteggio si chiama top e si ottiene arrivando all’ultima presa con entrambe le mani.
2 – Arrampicata artificiale
A differenza della prima tipologia, prevede l’impiego di strumenti e aiuti artificiali per facilitare la progressione. Questa tecnica di arrampicata viene infatti utilizzata per effettuare scalate impossibili da affrontare in arrampicata libera.
È un tipo di arrampicata estremamente tecnica e ad alta difficoltà, che si pratica senza la protezione via fune, in cui lo scalatore colloca con precisione e velocità le protezioni anti caduta durante la scalata, per rimuoverle una volta finita.
Nell’arrampicata artificiale vengono usati attrezzi comuni all’arrampicata libera, come chiodi, spit e cordini in nylon, oltre a strumenti usati esclusivamente in questa disciplina:
- Staffe: sono uno dei simboli dell’arrampicata artificiale (e dell’alpinismo). Si tratta di piccole scale a pioli leggere e flessibili, utilizzate per superare tratti di roccia molto impegnativi.
- Cliffhanger: un artiglio di ferro utilizzato nell’arrampicata artificiale, per consentire allo scalatore di effettuare delle soste o per aiutarlo nella progressione.
Una seconda distinzione è quella relativa al numero di partecipanti:
- Progressione in solitaria: praticata da un solo scalatore.
- Progressione in cordata: effettuata da un numero ristretto di scalatori (di solito 2 o 3 persone).
In quale ambiente si pratica
Anche l’ambiente è un parametro per identificare i diversi tipi di arrampicata:
- Roccia: l’arrampicata su roccia ha lo scopo di risalire una parete rocciosa (falesia) naturale.
- Ghiaccio: l’arrampicata su ghiaccio viene praticata sui ghiacciai o cascate ghiacciate.
- Terreno misto: l’arrampicata su terreno misto prevede la presenza di almeno due differenti tipologie di terreno, ad esempio ghiaccio e roccia. Questo tipo di ambiente richiede competenze tecniche differenti, a seconda delle caratteristiche della parete.
- Indoor: si lavora su una parete artificiale che riproduce le difficoltà di una parete rocciosa.
Benefici per mente e corpo
L’arrampicata è una disciplina per corpo e mente, i benefici che è in grado di regalare, infatti, sono tantissimi e non si limitano al benessere fisico.
- Rafforza la muscolatura: è un esercizio fisico total body capace di aumentare forza e tonicità. Anche se lo sforzo principale è generalmente compiuto dalla parte superiore del corpo, gambe e glutei sono ampiamente coinvolti.
Praticare l’arrampicata aiuta inoltre a bruciare calorie, allenare l’apparato cardiocircolatorio e aumenta la resistenza muscolare.
- Migliora la respirazione.
- Sviluppa la coordinazione: aumenta la mobilità articolare e la flessibilità, fondamentali per mantenere l’equilibrio.
- Accresce l’autostima: il superamento dei propri limiti porta benessere anche a livello psicologico, migliorando l’autostima e la fiducia nelle proprie capacità.
- Aumenta la concentrazione: arrampicarsi è un ottimo esercizio per combattere lo stress, imparando a gestire l’ansia e la paura e accrescendo la capacità di mantenere alta la concentrazione anche in situazioni stressanti, come durante una scalata.
- Migliora la socialità: l’arrampicata può, inoltre, essere una palestra per la nostra socialità. Allenarsi in gruppo e praticare in cordata, offrono l’occasione di condividere la propria passione con altri arrampicatori. Questo vale soprattutto per chi pratica in outdoor, dove il bisogno del supporto di compagni fidati è ancora maggiore.
Tecniche e strumenti
La filosofia che sta alla base dell’arrampicata è quella di scegliere, di volta in volta, il movimento adatto all’ostacolo da superare. Le tecniche di arrampicata, quindi, sono un insieme di posizioni e movimenti che permettono la scalata di una parete.
Per mantenere l’equilibrio del corpo, quando ci si sposta da un appoggio all’altro, è necessario focalizzare l’attenzione sullo spostamento del baricentro, sulla spinta delle gambe e sulla capacità di separare il movimento dei piedi da quello del bacino.
Esistono diverse tecniche di progressione, che si differenziano in base alla posizione del corpo rispetto alla parete, ma anche al tipo di terreno da affrontare, al livello di difficoltà e all’esperienza del rocciatore.
1. Progressione con bacino frontale alla parete
Si appoggiano le sole punte dei piedi, mantenendo le ginocchia leggermente ruotate verso l’esterno e le braccia stese ma rilassate, così da avere una maggiore visibilità sia dei successivi appoggi dei piedi che delle prese per le mani.
Ricordando di mantenere i talloni bassi e non in spinta, per trovare una situazione di stabilità ed equilibrio, si procede spostando un piede su un appoggio più alto e cercando un appoggio che permetta di posizionare il secondo piede parallelo all’altro, ad una certa distanza, per ripristinare la posizione di equilibrio di partenza.
2. Progressione con bacino laterale alla parete
Si ottiene utilizzando un appiglio orizzontale con una mano e uno verticale con l’altra, il cui braccio tende a essere disteso. Si ruota il bacino di 90° rispetto alla posizione frontale per avvicinare alla parete il fianco opposto alla mano che utilizza l’appiglio verticale.
I piedi sono alla stessa altezza: quello che corrisponde al fianco aderente alla parete appoggerà sul lato esterno della scarpa, l’altro piede sarà in bilanciamento o in appoggio. La posizione con bacino laterale alla parete può essere sia accucciata che eretta.
È molto efficace sugli strapiombi, dove la forza di gravità mette sotto sforzo le braccia e ne limita i movimenti, e su pareti dove la salita dev’essere effettuata in obliquo o in orizzontale.
Il movimento che sta alla base di questa tecnica di salita è l’anteroversione del bacino: spingendo il bacino in avanti le gambe si piegheranno e con una traslazione in avanti saranno pronte per sfruttare la direzionalità della spinta.
Il movimento del bacino, rispetto alla parete, è in un primo momento verticale e successivamente obliquo.
3. Metodo Caruso o Progressione a triangolo
Si tratta di una tecnica diffusasi nel 2000, elaborata dall’alpinista Paolo Caruso, applicata sia nell’arrampicata su roccia e su ghiaccio, sia nello sci fuoripista e su neve fresca.
Studiando i principi alla base del rapporto tra equilibrio e movimento del corpo, Caruso ha individuato alcune posizioni e progressioni “fondamentali”.
La progressione più famosa è senza dubbio quella del “triangolo“: il baricentro del corpo resta sempre all’interno di un triangolo immaginario, creato da tre punti di contatto con la parete (due piedi e una mano o viceversa).
Viene utilizzata per arrampicate su placche più o meno verticali con molti appigli e appoggi.
4. Progressione fondamentale con due appoggi
La posizione base è naturale, sicura e poco faticosa: i piedi sono in appoggio alla stessa altezza, le gambe divaricate all’altezza delle spalle.
Le mani sono alla stessa altezza, non più alte della testa né più basse delle spalle, le braccia e le gambe sono distese.
Il movimento comincia con lo spostamento delle mani che, una per volta, trovano nuovi appigli (non troppo alti per evitare di far aderire il corpo alla parete). Nella progressione il baricentro si sposta da una gamba all’altra, restando perpendicolare alla parete.
I piedi fanno almeno 3 passi prima di ripristinare la posizione iniziale.
Questo tipo di movimento si mette in pratica su placche appoggiate con molti appigli e appoggi, dov’è possibile usare i piedi anche in aderenza.
Attrezzatura per chi pratica l’arrampicata
Per affrontare al meglio una parete sono necessari alcuni strumenti di base, che potranno essere utilizzati per mantenere il rocciatore in sicurezza o per aiutarlo nella progressione. La scelta degli attrezzi dipende quindi dallo stile di arrampicata e dal tipo di parete che si deve affrontare.
Vediamo gli strumenti più utilizzati.
Imbracatura
E’ un sistema di cinture di diversi materiali, che avvolge lo scalatore collegandolo alla corda di sicurezza. Un buon imbrago deve avere elevata resistenza meccanica ed elevata resistenza alla trazione, ma dev’essere anche comodo e leggero.
Esistono tre tipologie fondamentali di imbrago:
- Imbrago basso: da utilizzare obbligatoriamente, cinge vita e cosce. I cosciali possono essere regolabili o fissi ed elastici. Sono dotati di uno o più anelli porta materiali, per avere a portata di mano chiodi, moschettoni, magnesite e altro ancora.
- Pettorali: imbraghi per la parte superiore del corpo, da abbinare all’imbrago basso, per costituire un imbrago completo che riduca al minimo la possibilità di ribaltamento.
- Imbrago completo: adatto soprattutto per i bambini.
Corde
Sono costituite da “anima”, cioè il nucleo della corda, e “calza” un rivestimento elastico che la protegge dai tagli. Anima e calza possono anche essere intrecciate tra loro attraverso un processo detto “Unicore”, che ha il vantaggio di eliminare lo slittamento della calza.
Esistono corde di diversa lunghezza (da 150 cm a 200 mt) e spessore (da 5 mm a 11 mm), da scegliere in base al tipo di arrampicata che si deve affrontare:
- Corda singola: si utilizza da sola ed è la più facile da maneggiare. Il suo diametro va dagli 8,5 mm ai 10,5 mm.
- Mezze corde: da utilizzare in coppia. Offrono una sicurezza maggiore ma sono più pesanti e difficili da maneggiare. Indicate per l’arrampicata tradizionale e l’arrampicata su ghiaccio.
- Corde gemelle: più sottili e leggere delle mezze corde, devono essere sempre inserite insieme nei dispositivi di assicurazione. Usate soprattutto dagli arrampicatori più esperti per l’arrampicata su ghiaccio e terreno misto.
Un’altra distinzione è quella tra corde statiche e dinamiche:
- Corde statiche: con minor allungamento, usate nel canyoning e nel soccorso alpino.
- Corde dinamiche: l’allungamento delle fibre in poliammide, di cui sono fatte, garantisce un maggior effetto ammortizzante in caso di caduta. È l’unica tipologia di corda usata in arrampicata.
Diametro della corda
È sempre necessario assicurarsi che il diametro della corda sia compatibile con il dispositivo di assicurazione utilizzato.
Discensore/assicuratori: utilizzati per le manovre di discesa con la corda, ne esistono diversi tipi.
- Assicuratori a secchiello: usati per assicurare il primo in cordata, ma anche per recuperare il secondo di cordata o far sicura con corda dall’alto. Si usano con corda singola e, alcuni modelli, con corda doppia.
- Assicuratori a frenaggio assistito o autobloccanti: utili per assicurare il primo di cordata e fermarne la caduta. Si basano sugli assicuratori a secchiello ma hanno una parte meccanica che scatta e frena la corda quando questa entra in tensione, vengono utilizzati con una corda singola.
Altri strumenti fondamentali
- Chiodi da roccia: solitamente sono di acciaio, disponibili in varie forme e dimensioni, a seconda del tipo di roccia e della fessura in cui utilizzarli.
- Rurp: un tipo particolare di chiodo da roccia, utilizzato prevalentemente in arrampicata artificiale.
- Cordini: pezzi di corda (di nylon, dyneema o kevlar) hanno molti utilizzi, come l’allungamento dei punti di ancoraggio. Possono essere sostituiti dalle fettucce.
- Nut (o dado): piccoli blocchi di metallo che vengono incastrati nelle fessure della roccia, per fungere da punto di assicurazione.
- Magnesite: serve a mantenere le mani asciutte, è disponibile in polvere, pezzi, blocchi e palline.
- Moschettoni e freni: i freni servono ad assicurare i moschettoni, possono essere autobloccanti, per frenare automaticamente la discesa in caso di caduta.
- Chock: cunei metallici muniti di un robusto filo metallico che si incastrano dentro alle fessure della roccia.
- Staffe: una piccola scala a pioli, leggera e flessibile, tipicamente utilizzata nell’arrampicata artificiale e nell’alpinismo.
- Cliffhanger: un artiglio di ferro utilizzato nell’arrampicata artificiale, per consentire allo scalatore di sostare o per aiutarlo nella progressione.
- Rinvii: è una coppia di moschettoni tenuti insieme da una fettuccia, servono per collegare la corda alla protezione fissata nella parete.
- Casco: leggero e resistente, è indispensabile per difendersi sia dalla caduta di sassi che da una caduta.
- Zaino: un buono zaino da scalatore dev’essere leggero, è quindi utile che abbia alette lombari e cinghie centrali removibili, la loro rimozione, infatti, aiuterà ad alleggerirne il peso. Dev’essere dotato di un dispositivo per far passare la corda di sicurezza e fissarsi alla parete. Per gli arrampicatori più esperti, che possono aver bisogno di un maggiore aiuto, esistono zaini muniti di fissaggio per ramponi, per avere i ramponi sempre a portata di mano.
Abbigliamento giusto per arrampicata
Se si pratica la disciplina indoor non ci sono particolari accorgimenti nella scelta dell’abbigliamento, ma sarà bene evitare tute ingombranti che ostacolino i movimenti.
Altro discorso vale per chi pratica l’arrampicata in outdoor: dal momento che il corpo è costantemente a contatto con pareti ruvide e che lo sforzo fisico è intenso, sarà bene adoperare indumenti in materiale tecnico traspirante e resistente. Consigliati anche maniche e pantaloni lunghi, per proteggere la pelle di tutto il corpo.
Per combattere il freddo, inoltre, meglio utilizzare biancheria termica.
Se ci si arrampica in outdoor nei mesi invernali o in caso di pioggia, è bene avere nello zaino anche un guscio in Gore-Tex (giacca anti pioggia in materiale tecnico), per proteggersi da vento e pioggia.
Anche i guanti sono alleati indispensabili, per non far raffreddare le mani nei momenti di pausa, soprattutto nei mesi più freddi.
Scarpette da arrampicata
Le scarpette da arrampicata vanno scelte in base alla specifica attività che si vuole svolgere:
- Per affrontare una via “multitiro”, che richiede uno sforzo prolungato, è meglio optare per una scarpetta comoda, che tenda a cedere di più.
- Per l’arrampicata in falesia o in palestra, invece, è consigliabile una scarpetta più aggressiva e performante, che garantisca sostegno e precisione anche su appoggi minimi.
- In strapiombo e in boulder è preferibile una scarpa più sensibile, con suola ultra-morbida e dalla forma “a banana”, per darsi la giusta spinta.
Se non sei sicuro del modello, fatti consigliare e, in generale, il suggerimento è di orientarsi su scarpette con suola dalla rigidità media, che ben si adattano al maggior numero di situazioni, combinando comodità e resistenza.
Esistono modelli con chiusura a lacci, a strappo o a ballerina, e la suola della scarpetta è composta dalle più svariate mescole, a seconda del produttore e del modello.
I prezzi oscillano da un minimo di € 40 ad un massimo di € 170.
Livelli di difficoltà della disciplina e preparazione fisica
Esistono infatti, sia in natura che all’interno delle palestre, tracciati con diversi livelli di difficoltà, adatti a ogni tipologia di scalatore, dal neofita al rocciatore professionista.
Con l’esercizio e la costanza sarà possibile migliorare le proprie capacità fisiche, tecniche e di gestione dello stress, approcciando pareti sempre più impegnative.
Come viene identificato il livello di difficoltà di una via d’arrampicata?
Esistono diversi sistemi per classificare il grado di difficoltà di una via d’arrampicata. Vediamo i più diffusi:
- Francese: utilizzato a livello internazionale per classificare le vie sportive. I livelli di difficoltà adatti ai neofiti sono quelli da 1 a 3, i livelli successivi vanno da un minimo di 4 a un massimo di 9c (passando per 4b, 4c, 5a e così via).
- UIAA (Unione Internazionale di Alpinismo): diffuso in Germania, Italia e in altri paesi europei, per classificare le vie tradizionali. I livelli di difficoltà sono indicati con i numeri romani, da un minimo di I ad un massimo di XII+.
- AUS (Australiano): utilizzato in Australia e Nuova Zelanda, è un sistema numerico che va dall’11 (grado più basso) al 39 (grado più alto).
- YDS (Yosemite Decimal System): usato negli Stati Uniti, inizia con un 5 seguito da un altro numero (sub-grade). Il livello più basso è indicato dal 5, il grado massimo di difficoltà è 5.15d (passando per 5.9, 5.10a, 5.10b e così via).
- GB (GranBretagna): questo sistema è composto da due indicatori, il “grado di aggettivo” e il “grado tecnico”.
- gradi di aggettivo: indicano la difficoltà complessiva della salita e sono i seguenti: Moderate (M), Very Difficult (VD), Hard Very Difficult (HVD), Mild Severe (MS), Severe (S), Hard Severe (HS), Mild Very Severe (MVS), Very Severe (VS), Hard Very Severe (HVS) and Extremely Severe. Quest’ultimo è ulteriormente diviso in 10 sotto-gradi da E1 a E11.
- gradi tecnici: l’abilità tecnica richiesta allo scalatore va da un minimo di 3 ad un massimo di 7.
Gli errori più comuni
Anche se non esistono delle vere e proprie controindicazioni, l’arrampicata è una attività potenzialmente pericolosa, che va praticata facendo sempre la massima attenzione e rispettando le norme di sicurezza.
Esistono infatti errori di varia natura che possono avere delle conseguenze anche molto gravi. In questo paragrafo passiamo in rassegna i più comuni.
- Scorretta assicurazione: la fase di preparazione è importantissima, ma spesso sottovalutata a causa della ripetitività dei suoi passaggi. Basti pensare che una delle cause più frequenti di incidenti per chi si arrampica è la mancata o errata chiusura del nodo dell’imbragatura. Si tratta di un gesto che sta alla base della routine dello scalatore e, proprio per questo, può essere compiuto distrattamente, inducendo in errore anche l’arrampicatore più esperto. Il consiglio è di controllare con attenzione la propria imbragatura e, se ci si arrampica con un compagno, effettuare un partner check, ovvero un controllo reciproco delle imbragature.
- Overtraining: indica la situazione in cui il desiderio di continuare ad arrampicarsi è tale da non riconoscere il livello di stanchezza o la gravità di un fastidio/dolore. In questo caso l’arrampicatore rischia di trovarsi in condizioni fisiche non adeguate a completare la scalata ed è facilmente soggetto ad incidenti. Bisogna dunque evitare di sopravvalutare le proprie capacità e stabilire degli obiettivi adeguati al proprio stato psicofisico.
- Condizioni atmosferiche: altrettanto pericoloso è sottovalutare le condizioni atmosferiche. La caduta di massi o di ghiacci e le valanghe, infatti, sono eventi naturali molto pericolosi causati da fattori atmosferici come vento, pioggia e caldo eccessivo. È dunque fondamentale, per scalare in sicurezza, scegliere con cura dove e quando arrampicarsi in outdoor e indossare sempre il casco.
Come e dove praticare l’arrampicata
Summer Camp
In vacanza sono organizzati partendo da un presupposto fondamentale: condividere esperienze indimenticabili, all’insegna di una passione comune, creando e consolidando amicizie. Oltre ad essere un momento di formazione, ogni camp è anche momento di aggregazione, di condivisione e di divertimento, che permette ai partecipanti di conoscere persone con la stessa passione, con cui poter instaurare un rapporto che duri al di là del camp stesso.
Per approcciarsi alla pratica dell’arrampicata è sempre consigliato affidarsi ai consigli di un istruttore.
Esistono corsi sia per la pratica indoor che outdoor, sono organizzati per fascia d’età e livello e per l’iscrizione è necessario il solo certificato medico sportivo e nessun prerequisito.
La durata dei corsi può essere mensile o trimestrale, la frequenza è di 1 o 2 volte a settimana e il costo varia un minimo di € 50/mese ad un massimo di circa € 200/mese.
Quali corsi frequentare?
I corsi di arrampicata si dividono in:
- Per bambini: l’arrampicata è un’attività ludico motoria, è perfetta anche per i bambini più piccoli, che possono cominciare a praticarla dai 3 anni. È un allenamento fisico basato sul gioco, funzionale per la crescita e per lo sviluppo degli schemi moto-posturali e della coordinazione. Aiuta inoltre a socializzare e insegna il rispetto delle regole e la disciplina.
- Base: pensati per chi vuole accostarsi per la prima volta all’arrampicata o per chi ha ancora dubbi e incertezze. Lo scopo è di insegnare le basi dei movimenti e le manovre di sicurezza. Comprende una parte teorica e una pratica.
- Avanzati: per chi ha già esperienza di arrampicata, sa utilizzare gli assicuratori, conosce le principali manovre. Lo scopo di questi corsi è di migliorare le tecniche di arrampicata.
- Camp: per chi pratica in outdoor esistono anche dei corsi-vacanza, durante i quali stare a contatto con la natura, vedere posti nuovi, praticare lo sport che si ama e conoscere persone con cui condividere la passione per l’arrampicata.
Dove praticare l’arrampicata?
In tutta la penisola esistono tantissime palestre attrezzate, per chi desidera praticare l’arrampicata al chiuso, e posti bellissimi per gli amanti della disciplina in outdoor. Ecco alcune delle falesie più spettacolari e suggestive, divise per regione.
Piemonte
In Piemonte esiste un paradiso per gli amanti del climbing (e non solo). Si tratta della Valle dell’Orco, un territorio incontaminato ricco di vie, tra cui:
- Sergent.
- Caporal.
- Vallone di Noaschetta o di Piantonetto.
Liguria
In questa regione sono presenti alcune delle falesie più belle d’Europa. Il clima mite e la vista sul mare rendono queste falesie mete imperdibili per gli appassionati di arrampicata. Ecco le più famose:
- L’impari lotta del conte di Montesordo e del drago sanguinio.
- Amicizia.
- Tempio della Gioventù Psichica.
Sardegna
Anche la Sardegna offre panorami mozzafiato e falesie adatte ad ogni livello, da poter scalare tutto l’anno:
- Fuili.
- Biddiriscottai.
- Budinetto.
Sicilia
Altra meta da non perdere è senza dubbio San Vito lo Capo, in Sicilia, le cui falesie più famose sono:
- Chr.is.to
- Banana Biologic.
Lombardia
In questa regione è presente un vero e proprio paradiso per gli scalatori e per gli amanti del bouldering: la Val di Mello, dov’è possibile scegliere tra diverse vie.
Le più famose sono:
- Il risveglio di Kundalini.
- Oceano Irrazionale.
- Mani di Fata.
Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige
Tra le mete più amate dagli appassionati non possiamo non citare le Dolomiti, una delle più belle aree di arrampicata delle Alpi, ricca di vie ferrate, palestre di roccia e falesie, come quelle di Cortina d’Ampezzo:
- Crépe de Oucèra.
- Bèco di Ajàl.
- La lavagne.
Storia dell’arrampicata
L’arrampicata ha origini lontanissime, legate alla necessità dell’uomo di esplorare nuovi territori montani. Per lungo tempo è stata regolamentata dall’UIAA (Unione Internazionale di Alpinismo) che, nel 2006 decide per la separazione.
È così che il 27 gennaio 2007, a Francoforte, nasce la IFSC (Federazione Internazionale di Arrampicata Sportiva) e l’arrampicata diventa una realtà autonoma. Nel 2010 viene inoltre riconosciuta dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale), che nel 2016 la sceglie tra 8 discipline, per portarla alle olimpiadi del 2020.
Dal punto di vista “ideologico”, il primo a pensare all’arrampicata come qualcosa di diverso dall’alpinismo, fu lo sciatore, alpinista e rocciatore austriaco Paul Preuss, che spostò l’attenzione sulla salita, piuttosto che sul raggiungimento della vetta.
Preuss sosteneva che fosse poco “etico” scalare una montagna con l’aiuto di una via ferrata (un percorso attrezzato) e di tutti gli strumenti utilizzati dagli alpinisti. Questo suo approccio “purista” lo portò a rinunciare a qualunque tipo di attrezzo, corda compresa.
Fonti
- Dove arrampicare.
- Federazione Internazionale di Arrampicata Sportiva– IFSC.
- Freedome.
- Ecobnb.