Come prevenire il raffreddore nei bambini? E come curarlo quando si presenta? L’autunno e l’inverno, ma anche il passaggio tra inverno e primavera, possono infatti essere mesi impegnativi per i nostri piccoli alle prese con raffreddori, mal di gola, tosse. Malanni che, se in un adulto possono risolversi nel giro di pochi giorni, nei bambini possono durare fino a 2-3 settimane.
Le conseguenze per loro possono essere stanchezza, stordimento, disattenzione e scarso rendimento a scuola (anche con lunghi periodi di assenza). Per noi genitori invece un raffreddore si traduce spesso in settimane insonni scandite dai colpi di tosse dei nostri piccoli. Come fare per prevenire o per aiutarli a stare meglio? Che ruolo ha l’alimentazione? Dai 3 ai 10 anni, la ricetta è la stessa. Ne parliamo con Luca Piretta, medico nutrizionista di Melarossa.
Prevenire il raffreddore a tavola
Iniziamo dalla prevenzione. Qual è l’alimentazione più corretta per evitare malanni? In generale, valgono le stesse considerazioni per tutti, grandi e piccini. Bisogna mangiare sano e vario come arma di prevenzione. In particolare, Piretta suggerisce: “pasta, proteine del pesce, pollo, tacchino, carne rossa 2 volte a settimana. Frutta e verdura per il contenuto di vitamine, antiossidanti e polifenoli, e per la stessa ragione anche l’olio di oliva”.
Tra gli alimenti che aiutano a prevenire o attenuare i sintomi del raffreddore, Piretta suggerisce tre alimenti. I mirtilli, ad esempio, contengono antocianine, aspirine naturali che aiutano ad attenuare i sintomi del raffreddore, migliorano la funzionalità dei capillari e dei piccoli vasi nella gestione della congestione da raffreddamento delle mucose. Poi c’è l’arancia, fonte di vitamina C, dall’azione antistaminica ma anche rinforzante del sistema immunitario. Ci sono infine i probiotici, il cui consumo, secondo una ricerca pubblicata nel 2009 su Pediatrics, ha un ruolo fondamentale nella prevenzione del raffreddore, ma anche nel processo di guarigione.
Esistono alcuni alimenti, come aglio, cipolla, germe di grano, miglio, salvia, sedano, frutti di bosco, fragole e castagne, a cui sono attribuite proprietà curative. Quando si parla di frutti di bosco e castagne, è così in parte per gli amidi, gli omega 3 e la vitamina C. Su aglio e cipolla qualcosa nella letteratura scientifica esiste, anche se il problema sono le quantità. Non è standardizzato e compreso, ad esempio, quanto aglio si deve dare per avere un effetto positivo sulla respirazione e sulle secrezioni.
Come sfiammare le mucose
È corretto affermare, come si sente spesso, che alcuni alimenti aumentano la produzione di muco o, al contrario, aiutano a sfiammare le mucose? “Non credo esistano cibi da ritenere responsabili”, afferma Piretta. “Piuttosto, è necessario garantire una corretta idratazione. Se un bimbo ha grossa rinorrea, cioè secrezione nasale, perde molti liquidi. Di conseguenza deve bere molta acqua e lo stesso vale in caso di febbre o diarrea”.
Il consiglio, quindi, è quello di bere tanto. Per i bambini bere è forse più importante che negli adulti, perché si disidratano molto più velocemente. Il rapporto tra la superficie esterna (la pelle) e la massa corporea è infatti maggiore rispetto a un adulto, per cui la possibilità di disperdere acqua è maggiore.
La quantità di acqua dipende dall’età. La cosa importante è aumentare l’apporto idrico quando il bimbo sta male. Almeno 3 o 4 bicchieri in più rispetto alla quantità di acqua che il bambino beve normalmente.
Tè, tisane e miele: un aiuto dalla natura
Quando si parla di raffreddore, è facile pensare subito a tè e tisane, un rimedio naturale che dona spesso sollievo negli adulti. Possono essere utili anche in caso di raffreddore nei bambini? Secondo Piretta, il tè è meglio darlo dopo i 12-13 anni, e lo stesso vale per il caffè. Sono entrambe sostanze nervine con un’azione sul sistema nervoso centrale. I bambini, se ne consumano, avendo una scarsa maturità dei sistemi di metabolizzazione possono soffrire di insonnia o tachicardia più facilmente di un adulto. Per quanto riguarda camomille e tisane, si possono dare senza alcun problema dai 3 anni in su, aggiungendo poco zucchero. Possiamo poi approfittare per offrire al nostro bimbo spremute d’arancia, evitando però succhi e aranciate.
È bene sapere che non esistono tisane che aiutano a sciogliere il muco: quelle all’eucalipto aiutano solo ad aprire il naso, perché hanno effetti balsamici. È lo stesso principio per cui si fanno i suffumigi o l’aerosol: inalare sostanze balsamiche aiuta a migliorare la capacità respiratoria.
L’efficacia del miele contro il raffreddore non viene tanto dall’alimento in sé, quanto dagli oli balsamici volatili delle piante da cui deriva. Parlando di raffreddore o tosse, è consigliabile assumere quello all’eucalipto.
Come comportarsi a tavola durante la malattia
Nella fase acuta del raffreddore è preferibile seguire un’alimentazione a base di cibi semplici, poco elaborati, per non sottoporre l’organismo a uno stress digestivo. Se il raffreddore porta con sé inappetenza, sono meglio le minestre per mantenere la giusta idratazione. Se invece conserva l’appetito, anche con il raffreddore può continuare un’alimentazione normale, anche solida, purché aumenti un po’ la quantità di liquidi.
Nel caso di gola infiammata ci sono cibi che possono accentuare il senso di bruciore, quindi sono da evitare assolutamente cibi caldi e piccanti. Quelli freddi, come yogurt, latte e gelato, possono servire invece ad alimentare bambini che, se hanno un grosso mal di gola, hanno a volte difficoltà ad ingoiare.